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Autore: YukiWhite97    11/12/2016    1 recensioni
"Se la vita di Llweran era frenetica, quella di Legolas non era da meno".
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"E la sua vita era cambiata poco più di sedici anni prima, quando il suo piccolo Llweran era venuto al mondo, così all'improvviso, senza che nessuno se lo aspettasse".
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Aragorn/Legolas & molto altro.
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Se vi piacciono le mpreg, il fluff, gli intrighi familiari peggio di "Beautiful" e gli stereotipi da liceo americano, questa è la storia che fa al caso vostro!
[Primissima fanfiction in questo fandom, siate buoni se potete ^^]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg, Triangolo
Capitoli:
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5


La situazione era degenerata e Llweran non riusciva a dispiacersene. 
Shauna l'aveva realmente baciato. Quello era stato il suo primo bacio in assoluto, ed era stato assolutamente incredibile. Se lo era immaginato più intimo, senza schiamazzi e applausi intorno e senza che la ragazza dei suoi sogni fosse ubriaca, ma era stato comunque fantastico.
E ancora sentiva di avere le farfalle allo stomaco, neanche fosse stato una sciocca ragazzina di tredici anni.
Adesso però Shauna si era distaccata da lui, ed era salita sul palco che si ergeva al centro dell'norme pista da ballo. Aveva preso in mano il microfono e aveva iniziato a cantare, peccato che al posto della sua candida e dolce voce, era fuoriuscito un canto stonato e poco piacevole.
Chissà se avrebbe ricordato. In caso contrario sarebbe stato un vero e proprio disastro, non voleva essere unico a custodire il ricordo di quel bacio.
"Accidenti - si lamentò - anche quando sono fortunato poi sono sfortunato!"
Da come si trovava, con lo sguardo chino, si accorse di un'ombra davanti a sé. Per un attimo ebbe paura che si trattasse di Tauriel, ma fu immediatamente più sollevato quando, alzando lo sguardo, si accorse che si trattava di Eldarion.
"Oh, Eldarion - sospirò - mi hai spaventato... pensavo fossi... qualcun'altro"
Solo dopo aveva fatto caso a  come l'amico sembrasse nervoso. Lo guardava, a braccia conserte, quasi come se avesse voluto ucciderlo.
"Dico, ma ti sei per caso bevuto il cervello?" - domandò.
"Eh?! Ma perché, che ho fatto?"
"Che hai fatto?! - esclamò  - sei stupido o cosa? Sai bene che Shauna mi piace, e tu cosa fai? La baci, davanti a me tra l'altro!"
"Veramente è stata lei a baciarmi - puntualizzò - e poi cosa avrei dovuto fare?"
"Magari scostarti. Io l'avrei fatto se mi fossi trovato al posto tuo"
"Oh, io ne dubito! - affermo nervoso, alzandosi e cercando di superarlo - adesso lasciami in pace"
Eldarion però lo afferrò per un braccio. Quando Llweran lo guardò negli occhi, si accorse di come quest'ultimi fossero arrossati. Probabilmente doveva aver esagerato anche lui con l'alcol.
"Eldarion - disse - lasciami, mi fai male"
"Ah, ti fa male? E il mio cuore spezzato allora? Anche questo fa male"
"Oh, insomma, non fare il bambino, si è trattato solo di un bacio, d'accordo?"
Il moro si lasciò andare ad una risatina nervosa. Dopodiché gli lanciò un pugno un pieno viso. Il biondo, abbastanza sorpreso, si portò una mano sul naso ed infine sulla mascella, costatando piacevolmente che non avesse niente di rotto.
Non era mia stato un tipo aggressivo, e sicuramente il fatto che Eldarion fosse anche ubriaco, avrebbe dovuto convincerlo a lasciar perdere. In teoria. Lo guardò negli occhi, ed infine ricambiò il gesto. Senza volerlo, i due avevano dato inizio ad una vera e propria rissa, con tanto di acclamazioni e tifo. Gettati sul pavimento, stavano cercando di avere la meglio l'uno sull'altro. Non si erano mai picchiati, neanche per scherzo, eppure adesso non stavano esitando  a darsele di santa ragione.
Shauna, poco più in alto, si accorse ben presto della situazione, ma poiché non era per niente lucida, pensò di peggiorare la situazione.
"Hey, heu, gurdate, una rissa! - esclamò - forza, fate il tifo, alzate le mani!"
Un intervento più che inopportuno, visto che nessun, a quanto pare, aveva intenzione di separarli.

"Insomma, non può andare più veloce questo coso?!"
"Se non ti va bene allora scendi a va a piedi, hai capito?! Mi basta già il fatto che mi abbiate disturbato solo perchè i vostri figli sono dei delinquenti, c'era la partita stasera!"
"Oh, scusa tanto se sei l'unico che abbia una auto abbastanza grande da portarci tutti lì!"
Legolas, stipato nel sedile posteriore assieme a Gandalf, Frodo, Merry e Pipino, si portò una mano sulla testa mentre Sam e Gimli si insultavano amorevolmente a vicenda. La situazione era già abbastanza tragica senza che quei ci mettessero del loro.
"Io non capisco Gandalf, come hai potuto credere alle storie di Shauna, e soprattutto come hai potuto dare loro la tua macchina?!" - esclamò Frodo.
"Mi dispiace, ma io sono vecchio e sono facilmente convincibile!" - si giustificò l'anziano.
"Almeno ti hanno detto dove stavano andando?!"" - domandò Merry.
"Umh - fece pensieroso - sì, mi pare proprio che stessero andando ad una festa.
"Ah, grandioso, questo ci sarà molto utile" - disse Legolas.
"Non vi preoccupate, so io come trovarli" - fece Frodo prendendo il proprio cellulare.
"Ma che stai facendo?! - domandò Pipino - abbiamo già provato a chiamare, e non risponde nessuno"
"Oh - fece alzando gli occhi al cielo - voglio solo usare il GPS. Inizialmente non avevo idea di come si usasse, ma grazie all'indole da stalker di Sam, ho imparato anche io. Così posso facilmente rintracciare Shuna, ovunque si trovi"
"Voi fate paura" - costatò Pipino.
"Ah, ecco fatto! - esclamò l'altro - Gimli, devi solo seguire le informazioni che ti do, d'accordo?"
"D'accordo! - esclamò l'altro, accelerando tutt'ad un botto - ma tenetevi forte, se mi sbrigo forse sono ancora in tempo per il secondo tempo!"

Alla festa intanto, Eldarion e Llweran non accennavano a staccarsi l'uno dall'altro. Il primo era adesso salito a cavalcioni sul secondo, lo aveva atterrato a pancia sotto, e gli aveva anche portato un braccio sotto il collo per immobilizzarlo meglio.
"Così impari a rubare la ragazza agli altri!"
Il biondo però, deciso a non voler fare una pessima figura di fronte a tutti i presenti, trovò la forza per liberarsi e per invertire le parti.
"Lei non è la tua ragazza, perchè non riesci a capirlo? Tutto quello che sai fare è il dongiovanni da quattro soldi!"
"Sei solo invidioso! - esclamò - perché tutte le ragazze mi vanno dietro mentre invece a te non ti si fila nessuna!"
"Ah, sì?! - esclamò bloccandogli le braccia contro il pavimento - ti vanno dietro soltanto finché non ti conosco meglio, idiota!"
La folla intorno a loro si era intanto accalcata ancora di più. Tauriel, incuriosita da tutto quel baccano, si era avvicinata, ed era rimasta parecchio sorpresa dalla tanta intraprendenza di Llweran. Quest'ultimo si era accorto di essere osservato da lei, e questa sarebbe stata una ragione in più per non fare brutta figura.
"Ma guarda che carino - sorrise la ragazza - spero si stiano picchiando per me"
"Hey, hey! - esclamò ad un tratto Sabia, l'unica ancora lucida  - dobbiamo fermarli, non statevene li impalati, fate qualcosa!"
"Hey, tu ragazzina - la frenò la più grande - rimani al tuo posto, è divertente"
"Non è affatto divertente!"
"Ch noiosa. Forse prima dovresti occuparti di quella pazza sul palco che non fa che incitare il pubblico. E' tua amica, vero?"
Sabia seguì l'indicazione , scorgendo Shauna che si lasciava andare a cori degni di uno stadio.
"Diamine!" - esclamò, scivolando poi tra la folla. Tauriel scosse il capo, tornando poi a guardare quella che era diventata l'attrazione principale della festa.

Dopo vari minuti gettati a girare a vuoto, "Legolas & company" erano arrivati all'enorme villa piena di gente. Scesero dall'auto, guadandosi intorno.
"Ah, quindi è qui che è andato? Non lo faccio uscire per un mese, appena lo trovo" - borbottò Legolas.
"D'accordo - disse Frodo - forse è meglio se non ci separiamo. Questo posto non mi piace affatto"
"Pff, sbrighiamoci - sbottò Gimli - ho di meglio da fare che stare in mezzo ad un branco di ragazzini idioti"
Fu così che il numeroso gruppo entrò nella tana del lupo, avvertendo immediatamente il caos di quel luogo troppo affollato.
"Non mi sembra affatto una festa per bambini" - costatò Sam a braccia conserte.
"Infatti non lo è" - affermò Frodo.
"Oh beh, vedo che almeno qualcosa di buono c'è - fece Gimli - alcol. Chi si unisce a me?!"
"Io vengo volentieri!" - esclamò Pipino.
"Cosa?! - esclamò Merry andandogli dietro - tornate immediatamente qui voi due!"
"Oh beh - fece a quel punto Gandalf indietreggiando - forse è meglio che io aspetti fuori, non è un luogo adatto a me questo"
"Ma non dovevamo stare tutti insieme?!"  domandò Legolas.
Gandalf però aveva indietreggiato, ed il suo tentativo di fuga venne ben presto frenato da due aitanti ragazze bionde e dagli abiti rispettivamente blu e rosso, molto striminziti.
"Oh, salve - salutò una di queste - che sorpresa, è bello vedere un uomo maturo in mezzo a tutta quest'orda di ragazzini"
"Sì, infatti - fece l'altra attaccandosi al suo braccio - perché non viene con noi?"
"C-cosa? - domandò Gandalf cercando di darsi un contegno - oh mie care ragazze, vi prego, non mi sembra proprio il caso"
"Coraggio, non sia timido. Non capita tutti i giorni di fare conoscenze interessanti"
"E poi noi siamo maggiorenni e  vaccinate. Dovremmo guardare liberamente gli uomini più grandi, vero?"
A quel punto Gandalf, che si sentiva decisamente troppo vecchio per ribattere, ma abbastanza giovane per accettare l'invito, sorrise.
"Oh, beh, visto che insistete tanto, allora vengo volentieri!"
"Eh? - domandò Legolas - Gandalf, aspetta! Oh bene, abbiamo perso anche lui! E adesso?"
"Mmh - fece Frodo - d'accordo, dimenticate quello che ho detto. Legolas, dividiamoci. Io e Sam andiamo da questa parte,, a  dopo!"
"Aspettate! - provò invano di fermarli. Era incredibile, alla fine i suoi degni compari erano caduti vittima di quel sbrilluccichio. Ma non erano lì per divertirsi.
"D'accordo - sbottò - ci penso da solo!"
Nel dire ciò, prese ad incamminarsi, dubitando sul fatto che sarebbe uscito vivo o meno di lì.
"Insomma! - esclamò Shauna, che era oramai diventata la mascotte della serata - cos'è questo, un funerale o una festa? Fatevi sentire!"
"Shauna! - esclamò Sabia afferrandola per un braccio - smettila di fare la scema, abbiamo un problema!"
"E dai, lasciami stare!" - disse l'altra ridendo.
"Ma Llweran ed Eldarion si stanno picchiando a vicenda, qualcuno vuole darmi retta almeno una volta nella vita?!" - esclamò l'altra esasperata, nel vago e inutile tentativo di trascinarsela dietro.
Legolas sapeva che da solo avrebbe impiegato molto più tempo, ma visto che i suoi fidati amici lo avevano abbandonato, non aveva molta scelta. La puzza di fumo e di canne era soffocante tanto da farlo tossire, ed inoltre quel connubio di luci "sparaflashose" gli stavano dando alla testa.
"Llweran! - chiamò cercando di superare il volume della musica - dove diamine sei?"
Non poteva immaginare che suo figlio si trovasse chino sul pavimento, con le mani tra i capelli di Eldarion. Entrambi adesso si erano sollevati. Il biondo aveva il naso che gli sanguinava appena, l'altro invece aveva già un evidente livido intorno all'occhio, e si guardavano in cagnesco.
"Eldarion - lo chiamò compiendo un profondo sospiro - adesso basta"
"Basta? Lo dico io basta! - esclamò - non dovevi sfidarmi!"
"Oh, Dio, ti prego" - fece alzando gli occhi al cielo. Si stupiva del fatto che l'effetto dell'alcol non fosse ancora finito, e si chiese per quanto ancora avrebbe dovuto andare avanti. Fortunatamente ebbe il buon senso di voltarsi, giust'in tempo per vedere a sagoma di Legolas, che a giudicare dal suo sguardo nervoso, doveva averlo scoperto e doveva starlo cercando.
"Cazzo!" - imprecò, chinandosi appena, prima che Eldarion gli lanciasse un pugno. Il gesto di quest'ultimo infatti andò a vuoto, con il risultato di farlo cadere a terra. Il biondo intanto si era chinato, ed aveva preso a camminare carponi, nel tentativo di fuggire all'amico e di non farsi vedere. Dovevano assolutamente andare via prima di farsi vedere.
Poi si tirò su, puntando gli occhi su Shauna e su Sabia che tentava inutilmente di portarla via di lì.
"Shauna! - esclamò facendo mille mila segni con le braccia - Shauna!"
"Llweran! - lo chiamò l'altra con fare languido - che c'è, ti sono mancata?"
"Dobbiamo andarcene, adesso!" - esclamò.
"Non ti sento, forse hai bisogno di un po' più di tifo? D'accordo allora! - esclamò - hey, ragazzi, il mio amico Llweran vuole il vostro sostegno, perchè non gli fate un bell'applauso, eh?"
"No!" - esclamò portandosi le mani sulla testa. In quel momento accadde la cosa peggiore che potesse capitargli. Una luce biancastra e quasi accecante gli si puntò addosso, mettendolo praticamente al centro dell'attenzione.
Ah, perfetto. Passi la vita a voler essere al centro dell'attenzione di tutti e  quando succede, succede nel momento sbagliato.
Anche l'attenzione di Legolas era stata attirata. Quest'ultimo finalmente fu in grado di individuarlo. Strinse i denti, avvicinandosi a passo felpato, mentre l'altro pregava silenziosamente di scomparire all'istante.
"Llweran Greenleaf!" - lo chiamò duramente. Il più piccolo rimase immobile, con gli occhi spalancati.
Shauna lo aveva imitato, rendendosi conto solo in quel momento di ritrovata lucidità, di ciò che fosse successo.
Frodo e Sam la adocchiarono immediatamente.
"Shauna?!" - esclamarono all'unisono. Lei sorrise nervosamente, lasciandosi poi andare ad un'acuta risatina ancor più nervosa.
Tutti gli occhi adesso erano puntati su di loro. E malgrado sembrasse che la cosa non potesse andare peggio, proprio in quell'attimo arrivò un ospite alquanto... inatteso.
"Eldarion!"
Legolas sussultò all'istante nel riconoscere quella voce, mentre il giovane Strider si limitò a  strisciare contro il pavimento, ancora stordito.
"Ma cosa...?" - sussurrò. 
Legolas vide arrivare Aragorn dal nulla, con fare agitato e con un'espressione che parlava da sè Quando anche lui si accorse della sua presenza, rimasero a fissarsi  per secondi interminabili.
"Aragorn?" - domandò tremando, senza riuscire a controllarsi.
"Legolas?"
Llweran era ancora immobile. Trovò alquanto strano il fatto che quei due si conoscessero.
E alla fine la serata era finita in modo abbastanza... inaspettato.

"No! Papà, ti prego, non togliermi il cellulare, come faccio senza!" - esclamò Shauna supplichevole, senza neanche la forza di reggersi in piedi e  con una nausea pazzesca.
"Dovevi pensarci prima di fare una cosa così stupida! - esclamò Sam dandogli una spinta dentro la macchina  - e non solo. Dì addio alle tue lezioni di canto per un mese. E dimenticati anche di uscire di casa, Shauna Gamgee Baggins. Puoi contarci!"
"Vergogna, vergogna tutti e due! - esclamò Merry furioso a braccia conserte - cosa vi passa per la testa?!"
Pipino e Una si trovavano nel bel mezzo di una terribile sbornia, ed erano completamente stesi.
"Ma perché stai rimproverano anche me?" - domandò l'altro contrariato.
"Perchè se un pessimo esempio, ecco perché,ma faremo i conti a casa, eh, non ti preoccupare!"
L'unico a stare in silenzio era Legolas, il quale si era portato una mano sulla testa. Llweran si trovava un po' più distante, stava cercando di fermare il sangue del naso, camminando di fianco a Gandalf ,che era stato, per suo dispiacere, recuperato.
Il biondo cercò di non fare caso ad Aragorn che gli si stava avvicinando.
"Mi spiace - si scusò - Eldarion mi ha detto tutto. E' stata una sua idea, ma lo punirò come si deve"
"Non... non è solo sua la colpa - disse senza guardarlo negli occhi - Llweran è abbastanza grande per capirle certe cose"
"Almeno non si è cacciato nei guai - sospirò - ha preso da te la prudenza"
Legola arrossì, sentendo il proprio respiro mozzarsi. Più passava il tempo accanto ad Aragorn, più sentiva quanto fosse difficile trattenere ciò che per sedici anni aveva ben trattenuto.
"Ah, e grazie per avermi avvertito. Se non fosse stato per te non avrei mai saputo nulla"
"Dovere" - disse tremando. Non sapeva se fosse per il freddo o per altro. Aragorn se ne accorse, e si tolse la pesante giacca marrone che portava addosso.
"Che fai?" - domandò.
"Hai freddo, non vorrei che ti prendessi un malanno" - rispose gentilmente poggiandogli la giacca intorno alle spalle.
Nell'attimo in cui furono vicini, Legolas tremò di nuovo, ed ebbe l'impressione che anche l'altro tremasse. I loro occhi azzurri si incrociarono ancora per alcuni secondi, secondi in cui rimasero particolarmente vicini come non lo erano più da tanto tempo.
C'era sempre stata attrazione e alchimia tra di loro. Ma non solo ciò. C'era sempre stato amore, ma viste le circostante, avevano sempre fatto finta  che così non fosse.
"Vuoi... vuoi che ti accompagni a casa?"
"No - disse indietreggiando con un grande sforzo - mi padre sta venendo a prendere me e Llweran"
"Oh - disse accennando un sorriso - allora forse è meglio che non mi faccia vedere. Non vorrei tentare di difendermi da un suo tentativo di farmi male"
Legola rise, una risata che illuminò il suo intero viso. E poi si guardarono ancora. Per un attimo entrambi ebbero un attimo di debolezza in cui avrebbero voluto mandate tutto al diavolo, ma non lo fecero.
Il rumore del clacson fece trasalire Legolas, il quale indietreggiò ancora.
"Beh... noi andiamo. Ci vediamo..." - disse in un sussurro. L'uomo rimase a guardarlo, quasi con fare maniacale. Non era solo una sua sensazione, probabilmente il suo autocontrollo stava davvero andando a  farsi benedire.
Legolas e Llweran salirono in macchina, e scorsero immediatamente l'espressione poco piacevole di Thranduil. Quest'ultimo aveva tra le dita anche una sigaretta. Non fumava mai, solo occasionalmente quando era molto, molto nervoso. E il motivo di quel suo nervosismo era dato dal fatto che il suo appuntamento con Elrond fosse stato interrotto, solo che ovviamente non lo avrebbe mai ammesso.
Si voltò a guardare suo figlio, che era silenzioso.
"Vorrei tanto capire come si fa perdere un ragazzo di sedici anni" - sbottò.
"Non l'ho perso,  è uscito di nascosto" - fece lanciando un'occhiataccia al più piccolo - e poi anche a te è successo"
"Sì, quando avevi tre anni! - esclamò afferrando il volante e sferzando con rabbia - tutti e due avreste bisogno di rigare un po' più dritto!"
"Metti via la sigaretta - lo rimproverò cercando di afferrare l'oggetto incriminato - non davanti a Llweran"
"Dopo tutto quello che ha visto là fuori non si sconvolgerà per così poco"
"Ho detto mettila via!"
"Potete smetterla di urlare? - azzardò a dire - mi fa male la testa"
"Tsk, d'accordo, quindi la colpa è mia?! E' questo che stai cercando di dire? - continuò l'altro ignorando il figlio - io faccio del mio meglio, ma non posso essere perfetto. Perchè non fai altro che criticarmi?"
"Perchè devo farti capire in cosa sbagli!"
"Beh, io non ho bisogno del tuo aiuto!" - proclamò freddamente. Thranduil a quel punto si zittì, e smise di guardarlo per rivolgere lo sguardo allo strada. Finalmente tornò il silenzio, un silenzio però carico di tensione.
Llweran sospirò, stanco. Avrebbe voluto lasciarsi scivolare nel sonno, ma sapeva che gli sarebbe toccata una ramanzina appena arrivato.
Venti minuti dopo giunsero a casa. Il più piccolo entrò fiacco, ricurvo su se stesso La testa gli pulsava, ma sapeva che neanche questo lo avrebbe salvato. Legolas appariva spossato e amareggiato. Si voltò a guardarlo, fulminandolo con lo sguardo.
"Da quando in qua dici le bugie, Llweran? - fece ad alta voce, ignorando che fosse molto tardi - come ti è venuto in mente di andare in un posto del genere, poteva succedere  qualsiasi cosa!"
"Ma non è successo niente. Lo sai che ho abbastanza cervello per capire cosa è sbagliato e cosa no"
"Non importa! Il mondo là fuori è pericoloso, avresti dovuto dirmi dove stavi andando! Ed inoltre guarda che hai fatto al viso!"
"E' stato quel cretino di Eldarion"
"Non mi interessa, ben ti sta, la prossima volta forse ci penserai due volte prima di dirmi bugie! Adesso vai subito in camera tua, sei in punizione"
L'altro corrugò la fronte.
"Beh, se per questo anche tu dici bugie! - esclamò - per esempio, non mi hai detto come mai tu e il padre di Eldarion vi conoscete. Anzi, sono sicuro che è proprio lui il famoso amico di cui mi parlavi"
"Questo non ti riguarda"
"Ah, quindi quello che faccio ti riguarda, ma quello che fai tu, no?"
"Sì, è esatto! Perchè sei un ragazzino e ancora non poi capire certe cose!"
L'altro strinse i pugni, furioso.
"Stupido"
"Cos'hai detto?"
"Ho detto che sei uno stupido! Se non volevi problemi, avresti atto bene a non farmi nascere!" - esclamò con rabbia, voltando le spalle e risalendo le scale con ancora più rabbia. Legolas sentì quella frase come una terribile pugnala al cuore. Capì che dire qualsiasi cosa sarebbe stato inutile. Si sentiva davvero una bruta persona. Non era Llweran quello a dire bugie, era lui, era lui che gli aveva sempre nascosto la cosa più importante. Ma lo aveva fatto per il suo bene, o almeno questo era ciò che cercava di ripetersi continuamente.
Si lasciò cadere sul divano, stringendo a sè la giacca di Aragorn. Aveva dimenticato che fosse sua, ma glie l'avrebbe restituita in seguito. Adesso che l'aveva tra le mani, poteva sentire il suo profumo che tanto amava . Poi chiuse gli occhi, e si addormentò.



Sedici anni e qualche mese prima...

"Dio ti prego, ti prego. Fa che non sia vero, fa che non sia vero"
Gli occhi di Legolas, stranamente arrossati, stavano fissi sul bastoncino bianco che stringeva tra le mani. Aveva sentito un colpo al cuore nello stesso istante in cui lo aveva guardato. Non poteva essere vero, non a lui, non adesso. Tra le mani stringeva la sua verità e quello che sarebbe divenuto inesorabilmente il suo futuro. Ma non era pronto, e soprattutto, non se lo sarebbe mai aspettato. Si appoggiò con la schiena contro il muro, nel tentativo di sorreggersi. Come avrebbe fatto adesso? E soprattutto, come avrebbe fatto a dirlo ad Aragorn?
Era talmente sconvolto da non riuscire neanche a parlare. Fortunatamente però aveva avuto abbastanza forze per avvertire Thranduil.
Quest'ultimo si era immediatamente precipitato in casa sua, e quando aveva salito le scale, aveva trovato il figlio con lo sguardo stralunato, immobile.
"Legolas! - chiamò afferrandolo - Legolas, riprenditi, sono io!"
L'altro si mosse appena. Era quasi come se fosse stato immobile per tentare di trattenere più facilmente le lacrime.
"E' successo - sussurrò -  è successo veramente..."
"Ah - fece l'altro alzando gli occhi al cielo - dovresti rifarlo"
"L'ho fatto già quattro volte - affermò duramente - non ho bisogno di un'altra prova. Non ci credo... non può essere..."
Ancora una volta il suo autocontrollo era andato a farsi benedire e le lacrime e tutta la sua disperazione e paura presero il sopravvento. Thranduil avrebbe tanto voluto dirgli che era uno stupido, che era stato irresponsabile, com'era abituato a fare. Tuttavia non ci riuscì. Si limitò ad abbracciarlo, nella speranza di calmare almeno un po' il suo pianto isterico.
"Su - sussurrò il più grande - non è così terribile come può sembrare"
"In questo caso lo è eccome! - esclamò - come faccio? Io sono solo"
"Tu non sei solo. Hai me. E malgrado non mi piaccia ammetterlo, hai anche quel... quell'idiota che adesso deve prendersi le sue responsibilità, perchè se non la fa, consocerà un lato di me molto poco gentile"
"Non lo farà mai! - esclamò - lui è sposato, ha già una sua famiglia! Me lo aveva detto, mi aveva avvertito che non saremmo potuti stare insieme, a io ho insistito e... mi sono concesso a lui. Non pensavo potesse succedere questo... per una sola volta che..."
"Una sola volta basta e avanza. Comunque non mi importa se è sposato o quel che vuoi. Non può lasciarti così a te stesso come se nulla fosse. Se non glielo dirai tu, glielo dirò io"
"No! - esclamò - glielo dirò io. Anche se non so come. Ho una paura terribile, non so più niente"
"Coraggio - lo consolò - non ti fa bene. Asciugati le lacrime e va a dirglielo. E' una cosa che riguarda entrambi"
Legolas tirò fuori un profondo sospiro, nella speranza di calmarsi quanto più poteva, asciugandosi gli occhi che bruciavano.
Probabilmente dirlo sarebbe stata la parte più facile, quello di cui era certo. C'era un piccolo germoglio di vita che stava crescendo in lui, e la cosa l'aveva lasciato piùscosso più che felice. Ma dopotutto era normale, nella situazione in cui si trovava. Quello che invece non sapeva, era qual sarebbe stata la reazione di Aragorn.
Non avrebbe potuto mai dimenticarsi di quell'unica notte di passione che li aveva uniti. Perchè loro si erano amati da sempre, sin da quando si conoscevano, e non bisognava essere un genio per capire che il matrimonio di Aragorn fosse stato programmato per tutto fuorchè per amore. Aveva provato a fargli capire in tutti i modi che i sentimenti fossero più importati del dovere, ma Aragorn nonl o era stato a sentire, perchè ora aveva la sua vita, la sua famiglia, un nome che doveva potare avanti e  che non poteva di certo macchiare. Così si erano concessi una volta per loro. Una sola volta.

E adesso lui si trovava in difficoltà Però una cosa era vera Era una difficoltà che riguardava entrambi. Per questo, gli aveva detto, anzi, quasi ordinato, di vedersi. Non gli importava quanti impegni avesse, era qualcosa di urgente.
Mentre lo aspettava, seduto su una panchina poco distante da casa sua, si contorceva le mani, nervoso, chiedendosi cosa ne sarebbe stato ora della sua vita, visto che non aveva neanche un lavoro stabile, era giovane e assolutamente inesperto.. Aveva bisogno di lui.
Lo vide arrivare dopo quasi venti minuti. Sarebbero potuti passare anni, ma il suo cuore avrebbe sussultato ogni volta nel vederlo. Era così bello... era quasi una luce, ma che non sarebbe stata sua, forse. Magari, Aragorn si sarebbe convinto, in qualche modo.
Si irrigidì nel vederlo arrivare. Non sembrava particolarmente contento.
"Ebbene? - domandò Aragorn venendogli vicino - cosa c'è era di così importante da farmi addirittura andare via da una riunione di lavoro?"
Legolas non lo guardava, preferiva tenere lo sguardo dritto davanti a sé.
"Sono stato male. Sono quasi due mesi che non ci vediamo"
Lo sguardo dell'altro parve ad un tratto sofferente.
"Lo so, Legolas. Ma eravamo d'accordo di allontanarci dopo quella volta. Almeno finchè i nostri sentimenti non si sarebbero affievoliti. Dopotutto, tu sei sempre stato il mio migliore amico, e non voglio perderti"
"Lo sai che non è vero - disse serio - la nostra non è mai stata semplice e sola amicizia, c'è sempre stato qualcosa di più. Ma tu hai preferito sposare un'altra"
"Io devo fare quello che è giusto. Mio padre voleva che portassi avanti l'azienda e che mi sposassi. E soprattutto adesso che ho un figlio, non posso permettermi di lasciarmi andare ai sentimentalismi. Anche se questo... vuol dire soffrire..."
"Non sei l'unico che sta soffrendo"
"Insomma, mi hai fatto veramente venire solo per parlare di quello?"
"No, in realtà no. Solo promettimi di non arrabbiarti"
"E va bene, d'accordo. Non mi arrabbierò, adesso mi dici che succede?"
Il biondo tirò fuori l'ennesimo esasperato sospiro. Poi si voltò, trovando finalmente il coraggio di guardarlo.
"Aspetto un bambino"
Un flebile "eh?" fuoruscì dalle labbra dell'altro. Si sarebbe aspettato di tutto, meno che una notizia del genere. Una notizia che adesso cambiava tutto.
"Cosa? - domandò - tu... ma, sei sicuro che sia mio?"
"Aragorn!"
"Scusa, volevo solo essere sicuro . Cavolo... e adesso?"
"E adesso devi dirmi tu quello che dobbiamo fare. Perchè io sono disposto a prendermi le mie responsabilità, ma tu?"
"Io... ma io ho già una famiglia..."
"Ed io? - domandò - è anche tuo figlio"
"Ma io non volevo che accadesse"
"Neanche io, ma visto che è accaduto, non abbiamo altra scelta. Non puoi far finta di niente. Aragorn, ti prego. Io ti amo, e  so che anche tu ami me. Probabilmente questa è una sorta di occasione che abbiamo di stare insieme veramente"
"No, Legolas, sarebbe troppo difficile. Non posso avere due famiglie, non posso lasciare quella che ho... "
"Per me? - domandò - perchè io non sono degno di starti accanto. Io sono solo un povero  e illuso ragazzino in confronto a te, vero?"
"Non lo penso affatto. Ma avevamo deciso di chiudere, per il bene di entrambi. E poi... non sei costretto a  tenerlo se non vuoi"
"Non dirlo neanche per scherzo! - esclamò furioso - è mio figlio, e non lo uccido!"
"D'accordo, calmati - fece tirandolo per un braccio - voglio solo dire che probabilmente da solo avresti difficoltà"
"Ah - domandò a denti stretti - quindi hai deciso. Non vuoi saperne, vero?"
"Legolas... io sono stato preso completamente alla sprovvista. Vorrei fare la cosa giusta, ma non so quale sia in questo momento!"
Dopo quella frase, il biondo non trovò più nulla da dire. Si era illuso, almeno per un secondo,che tutto potesse andare bene, che tutto potesse andare secondo i suoi piani. Ma la vita non era di certo una favola, e quella era la dimostrazione. Si amavano, perchè non poteva stare insieme?
Ma quello che adesso Legolas provava non era solo amore, era anche rabbia, delusione e tristezza. Aveva bisogno di lui, ma aveva anche bisogno della propria dignità. Trattenendo a stento le lacrime, si alzò di nuovo.
"D'accordo, allora ti sollevo dal prendere una decisione! - esclamò - se non vuoi sapere niente, continua pure con la tua perfetta vita. Ma dimenticati di me, dimenticati che esisto. Non preoccuparti, nessuno verrà a saperlo, così la tua perfetta reputazione non verrà messo in pericolo. A mai più!"
"Legolas, aspetta!" - esclamò cercando invano di fermarlo. Legolas però non rispose, né si voltò. Aveva troppa rabbia e delusione nel cuore, anche solo per guardarlo negli occhi.
Camminò abbastanza in fretta da arrivare a casa quasi subito. Thranduil sussultò quando udì la porta aprirsi.
"Legolas? - domandò alzandosi - Legolas, sei tu?"
Suo figlio però stava immobile. Non sembrava stabile, dava quasi l'impressione che sarebbe potuto cadere da un momento all'altro.
"Oh, Legolas" - gli andò incontro sorreggendolo.
"Non voglio saperne più niente - sussurrò - se mi ama, allora perchè non sta con me e basta. Perchè deve farmi soffrire?"
"Non vorrei dirtelo, ma forse non ti ama tanto come credi"
"Allora... allora perchè lui... è stato con me?"
"Non ho la risposta alle tue domande. Tu sei ancora giovane, a il mondo non è affatto gentile là fuori. E chissà perchè non sono sorpreso dal fatto che Aragorn si sia tirato indietro
"Pff - fece sorridendo amaramente - mi ha detto che se volevo potevo sbarazzarsene. Come se un bambino fosse una cosa che si getta via. Io non voglio liberarmene. Però ho paura, non so cosa mi succederà, come mi dovrò comportare?"
"Nessuno lo sa in realtà all'inizio. Ma verrà tutto naturale - gli sollevò il viso - andrò tutto bene. Ne abbiamo superate tante, supereremo anche questa. E dovresti sorridere. Avrai un bambino, non una condanna a morte"
Quella frase gli strappò una risata. Era stato così impegnato a  disperarsi e ad avere paura. che non si era reso neanche conto della lunga avventura in cui era stato catapultato, contro ogni sua aspettativa.



Llweran si era svegliato presto, non che avesse dormito molto ovviamente, a  causa del mal di testa pulsante. Inoltre aveva litigato violentemente con Legolas, e già questo di per sé gli aveva creato problemi. Insomma, alla fine quella serata si era dimostrata un vero e  proprio disastro. Era domenica, ma  non aeva intenzione di rimanere rintanato dentro casa con la pessima atmosfera che c'era.
Così si vestì, e poi scese le scale. Legolas dormiva ancora, malamente steso sul divano. Forse sarebbe stato  meglio non svegliarlo. 
No, era meglio di no, anche perché non aveva voglia di discutere. Chissà se anche ad Eldarion era andata così male. Già, Eldarion...il suo migliore amico con cui aveva avuto una magnifica rissa. Chissà se adesso avrebbe potuto parlargli senza ricever un pugno. Probabilmente era ancora molto presto per andare a casa sua e provare a parlargli, ma aveva assolutamente bisogno di confidarsi con qualcuno, e quel qualcun era lui, che nonostante a volte si comportasse  da idiota, era comunque il suo migliore amico.
Così afferrò la giacca, e richiuse la porta.
Di domenica mattina le strade erano deserte, e l'aria fresca gli servì per rimettere a posto le idee e i pensieri, dopotutto di cose ne erano successe tanto nell'arco di una sola sera. Quando l'orario divenne un po' più decente, avvicinò nei pressi di casa dell'amico, con le mani in tasca. Bussò, sperando che non fosse malamente cacciato a causa dell'orario. Ad aprire la porta fu la madre di Eldarion, già ben vestita  e truccata.
"Emh.. buongiorno signora - disse imbarazzato - so che è molto presto.. però... avrei bisogno di parlare con Eldarion"
"Oh, ma certo non preoccuparti. Eldarion è sveglio da un pezzo. Ammesso che sia riuscito a chiudere occhio. Ti prego, entra"
Ancora più imbarazzato, il ragazzo entrò  e si fece guidare per quella casa in cui era stato solo una volta. Arwen arrivò di fronte una porta, per poi bussare.
"Eldarion! - esclamò - hai visite!"
Senza attendere una risposta aprì la porta ed il biondo potè osservare l'amico seduto sul letto, con una borsa del ghiaccio sull'occhio.
"Mamma? Llweran! Ciao, ti prego entra"
"Vi lascio soli" - fisse infine Arwen. Llweran si voltò a guardarlo. Adesso Eldarion sembrava molto più gentile, nulla a che vedere con la sera prima.
"L'occhio ti fa ancora molto male, eh?" - domandò.
"Abbastanza, ma credo di essermelo meritato - disse sorridendo - scusa amico, non ero in me. Non ti avrei mai picchiato"
"La colpa è anche mia. Avrei dovuto lasciarti perdere, invece di iniziare una rissa con te"
"Sei stato bravo a   difenderti, devo ammetterlo. Quando ho visto Shauna che ti baciava non ci ho visto più. Ma mi sono arrabbiato inutilmente, dopotutto lei era ubriaca, tu invece eri una vittima delle circostanze. Insomma, non l'hai mica baciata perché ti piace"
Llweran scostò lo sguardo imbarazzato. Bisognava essere proprio allocchi per non capire certe cose, ma visto che la pace era stata ritrovata, non aveva intenzione di tirare fuori un discorso del genere.
"Eh... già... Piuttosto i tuoi si sono arrabbiati molto?"
"Abbastanza, soprattutto mio padre. Dice che se non metto la testa a posto smette di darmi soldi e mi manda a fare il militare.. Quest'ultima cosa m fa più paura della prima,  visto che io e la disciplina non andiamo d'accordo. Tuo padre, invece?"
"Si è trebbiato, tanto. E abbiamo litigato anche molto violentemente"
"Mi spiace, se solo non avessi avuto quella stupida idea"
"In fondo non era troppo stupida"
"Dici così soltanto perchè Tauriel Elvs ha dimostrato interesse verso di te, vero?"
"Ma come fai a ricordartelo?!"
"Guarda che mi ricordo tutte le cose importanti, io!" - esclamò ridendo, mandando immediatamente in fumo tutta la rabbia della sera prima.

Legolas non si sarebbe mai e poi mai svegliato se non fosse stato per l'arrivo di Thranduil, il quale aveva preso a scuoterlo.
"Legolas! - chiamò - Legolas, sveglia!"
Piuttosto a malavoglia, il biondo aprì gli occhi ,stordito.
"Ma che... che ore sono?"
"Le due passate - sbuffò - non è da te dormire così tanto e visto che non rispondevi sono venuto qui, pensavo fosse successo qualcosa"
Non appena ebbe rimesso un attimo a  posto i pensieri, Legolas si tirò su.
"Llweran? Dov'è?"
"Non lo so - disse facendo spallucce-  in camera sua non c'è"
"Oh, no - fece portandosi una mano sul viso - lo metto in punizione e lui scappa. Non mi prende neanche sul serio"
"Beh, è l'età - rispose l'altro sgranchendosi la voce - Ma forse dovrei farmi gli affari miei"
Legolas intuì immediatamente quella frecciatina, ricordandosi dell'accesa discussione della sera prima. La cosa gli era dispiaciuta molto, ed era evidente che avesse dispiaciuto anche Thranduil,malgrado non lo avesse mai ammesso.
"Papà - chiamò - ascolta. Mi spiace per ieri sera"
"Ti spiace per cosa? Per avermi detto che non hai bisogno di me? No, ma hai ragione, tu ormai sei grande e puoi farcela da solo"
"Non importa. Io avrò sempre bisogno di te. Ci sei sempre stato, non solo mi hai cresciuto ma mi hai aiutato a crescere Llweran. Credo che se non ci fossi stato, sarei stato perso"
A quel punto l'espressione del più grande parve addolcirsi.
"Ma sì che ce l'avresti fatta - sussurrò - dopotutto , a parte il fatto che sei perennemente ansioso e il fatto oche perdi tuo figlio di continuo, sei in gamba"
L'altro sorrise.
"Forse è meglio che prima di chiamarlo lo lasci un po' in pace"
"Sì, così magari ti prendi anche qualche ora per te. E dovresti anche mangiare qualcosa. A proposito... di chi è quella giacca?"
Solo in quel momento Legolas si ricordò della giacca che Aragorn gli aveva prestato. Arrossì di colpo, sforzando un sorriso.
"E' mia ovviamente! - esclamò - l'ho tirata.. fuori.. da un cassetto. Comunque è effettivamente tardi e come dici tu, non è da me stare qui senza far nulla!"
Thranduil scosse il capo. Chssà perché alle volte aveva l'impressione che suo figlio gli stesse nascondendo qualcosa...

Llweran ed Eldarion avevano finito con il passare tutta la giornata insieme. Il primo non voleva ancora tornare a casa, voleva prima aspettare che le acque si calmassero. O almeno questi erano stati  suoi programmi, fin quando Legolas non lo aveva chiamato.
"Io sono  a casa di Eldarion in questo momento" - aveva risposto freddamente.
"Oh, allora ti... passo a prendere"
"Se proprio insisti" - aveva concluso lui. Certo, l'idea di andare a casa di Aragorn non lo entusiasmava poi parecchio, ma dopotutto si trattava solo di alcuni secondi. Qaudno arrivò tirò un lungo sospiro prima di bussare.
Ad aprire fu Arwen, che gli donò in sorriso.
"Legolas"
"Ciao Arwen - salutò nervosamente - sono venuto a recuperare mio figlio"
"E' qui, entra!"
Arwen e Legolas si conoscevano, o per meglio dire, sapevano dell'esistenza dell'altro. Per Arwen, Legolas era un amico di vecchia data del marito, dal quale si era però allontanato. E per Legolas, Arwen era soltanto l'impedimento tra lui ed Aragorn.
"I ragazzi sono lì dentro" - indicò. Il biondo si avvicinò, scorgendo i due che parlavano. Era incredibile quanto effettivamente si somigliassero, ma dopotutto erano fratelli. Sospirò.
"Umh - fece sgranchendosi la voce - Llweran"
"Papà - chiamò - ciao emh... Eldarion, ci vediamo domani a scuola, ok?"
"Oh, d'accordo"
I due raggiunsero poi il piano di sotto, ma il caso volle che Aragorn stesse rientrando proprio in quel momento.
"Aragorn! - esclamò.
"Legolas - disse l'altro sorpreso  ciao..ma che fai qui?"
"Ero.. venuto a  prendere Llweran, in realtà"
"Oh, ciao Llweran"
"Emh... salve..."
"Sì. noi comunque stavamo andando via, scusaci"
"Oh, ma perchè non rimanete a cena da noi?"- domandò Arwen.
"Eh? - domandò nervosamente - da voi?"
"Sì. Non abbiamo mai molti ospiti, e poi sarebbe un buon modo per riavvicinarvi tutti, no?"
Llweran li guardò con fare molto sospettoso.
"Io... noi, non vorremmo disturbare"
"Alcun disturbo! Non è vero, Aragorn?"
Quest'ultimo sorrise meglio che poteva.
"Ma certo"
"Emh... allora... penso che vada bene" - bisbigliò.
Si trattava soltanto di qualche ora...
Sarebbe stata una serata divertente.
   
 
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