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Autore: Milady    14/12/2016    1 recensioni
In un futuro alternativo, Harry ed i suoi amici finita la scuola, credono di poter vivere tranquillamente, ma vengono, loro malgrado, coinvolti in un crudele conflitto scatenato da Voldemort e i suoi più fidati seguaci. Solo per mezzo di una delicata missione, che vedrà coinvolti i Malfoy, si potrà arrivare al malefico Mago, riportare la pace e... Vendicare torti e dolori ingiustamente subiti... Ma ci riusciranno i nostri eroi?
Chiarimento doveroso: pubblicai questa storia anni fa, con altro nome (Angie). Poi non si come nn riuscii più ad accedere all'account. Nessun plagio pertanto. Sono sempre io l'autrice. Buona lettura.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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I Segreti di Malfoy Manor

Racconto a puntate di Mil@dy.

 

 

 

4.

Ed… incontri informali a Red Roses Street.

 

Dove si cela di solito l’inganno…?

Sempre dove meno te lo aspetti!

 

La cucina,  o il locale che con molta probabilità un tempo l’aveva ospitata,  era uno stanzone rettangolare abbastanza grande da contenere comodamente una decina di persone,  niente comunque in confronto all’ampio salone dei ricevimenti ufficiali,  quello da cui Piton aveva, in fretta e furia,  traslocato.

I muri avevano di certo conosciuto tempi migliori,  ed il sobrio ed antiquato tavolo in legno che vi troneggiava al centro,  era completato da poche sedie,  rigorosamente scompagnate.

Piton aveva comunque completato lo spartano arredamento con una piccola postazione da cui poteva prendere la parola osservando la platea da un punto di assoluto privilegio,  arredato il muro con un telo per proiettare immagini e aggiunto uno scaffale,  ora pieno di cartellette e faldoni ricolmi di fogli.

Del resto, l'antico palazzo di Red Roses Street, nel cuore della City Londinese, non era mai stato rimodernato, nè aveva subito cambiamenti dal lontano 1899, anno in cui si mormorava fosse entrato in possesso di un non precisato mago.

Attualmente era la nuova sede dell'organizzazione, visto che la precedente ubicazione, (l'abitazione dei Black)  non era più sicura.

Albus Silente aveva indicato quel nuovo indirizzo e nessuno sapeva come ne fosse venuto a conoscenza,  né se ne  fosse l'effettivo  proprietario.

Fatto sta' che, a distanza di quasi un anno dal famoso attacco delle forze di Voldemort al Ministero e di conseguenza all'intero mondo della magia,  quel luogo si era dimostrato sicuro, inviolabile e perfettamente mimetizzato.

Come al solito,  Silente, aveva azzeccato la sua mossa.

Le poche sedie solide, ma spaiate,  erano al momento occupate da quattro  maghi adulti, oltre a  Piton stesso ovviamente.  Il severo mago, silenzioso ed accigliato, li osservava ad uno ad uno cercando di interpretare le loro espressioni preoccupate. Ma quei visi, cupi e pensierosi, erano illuminati appena dall'antico candeliere posto al centro del tavolo e pertanto “dicevano  poco, anche ad un uomo esperto e smaliziato come lui.

Malocchio Moody, era, come sempre, attaccato avidamente alla sua personale fiaschetta di  "corroborante",  termine con cui adorava chiamarla.

Nessuno sapeva esattamente che cosa diavolo contenesse quella boccetta d'argento, che rigirava spesso fra le mani del vecchio Auror.   Ma Piton ne aveva una vaga idea...  Whisky incendiario mischiato a qualche altro intruglio, che avrebbe potuto sciogliere le budella di chiunque, ma non quelle del  "vecchio " Moody,  ovviamente…

Tonks aveva l'aria depressa e sconsolata, con la mano nervosa cercava di tenere a bada un ciuffo   ribelle di un intenso color fucsia, che continuava a ricaderle sugli occhi.   Sbuffava come un mantice, e Piton era sul punto di sbottagli qualcosa in faccia,  ma si trattenne solo all'ultimo istante.

Mundungus,  il soggetto che meno preferiva,  aveva lo sguardo perso nel vuoto, come di uno che non sa bene che cosa ci sta a fare in un posto.   Si chiedeva ancora come diavolo aveva potuto Silente, fidarsi di uno come lui.  La sua faccia, scura con gli occhi  vitrei ed infossati, non facevano mai presagire a  niente di buono.

Eppure aveva fatto diversi lavoretti, "poco puliti" per l'Ordine, e pertanto era soggetto affidabile. Ma Piton lo scrutava comunque dall'alto in basso, come se si dovesse aspettare un colpo proibito, una mossa a sorpresa.

E poi… lui.

Remus... 

Remus Lupin.

L'aspetto esteriore del pur giovane mago,  era notevolmente peggiorato... I suoi capelli ancor più ingrigiti all'altezza delle tempie, ed il suo aspetto,  in generale,  faceva intuire che non se la passava di certo meglio dell'ultima volta che si erano incontrati.  Solo gli occhi tradivano ancora quel portamento determinato. Quel vigore interiore, quella durezza di spirito che niente e nessuno avrebbero potuto scalfire.

Piton si soffermò con insistenza a cercare il suo sguardo e quando il mago lo ricambiò, percepì, oltre ogni dubbio  la sua "forza" mentale.  La vitalità che c'era ancora,  dietro quel fisico che poteva apparire stanco e sciupato. L'eccezionalità del suo carattere,  la determinazione e la sua volontà indomabili. Ogni volta che si ritrovavano, sentiva aumentare la sua stima per Remus e cominciava a chiedersi se non si  fosse sbagliato anche su  Black  e su Potter...

- Allora Severus, visto che la situazione è precipitata, e dobbiamo subito passare all’azione… ritieni giustificato un tale rischio per il nostro agente Luna Nera?

Per un attimo, Piton parve perdere il filo del discorso. Era troppo immerso nei suoi pensieri e la voce, profonda e musicale di Lupin, l'aveva colto alla sprovvista. Con mestiere, riacquistò in fretta, una parvenza di sicurezza.

- Sì, non vedo altra scelta, Remus, inoltre Luna Nera è perfettamente all'altezza, credimi.

- Ne sei proprio certo, Severus?

Malocchio s’intromise con veemenza, senza preoccuparsi di celare la sottile vena di scetticismo nella sua voce.  La fiaschetta d'argento nervosamente stretta fra le mani nodose e l'occhio inquietante fisso nei suoi.

Piton sollevò un sopracciglio perplesso, volgendo tutta la sua attenzione sul volto del vecchio Auror. -  Non ti fidi del mio giudizio, Alastor?

- Uhm... non volevo dire questo.

- E  cosa volevi dire, allora?

Un grugnito di risposta segnalò che, almeno per il momento, Malocchio non aveva intenzione di spingersi oltre.

Con un gesto secco, si portò la fiaschetta alle labbra attingendone un lungo sorso, mentre Piton lo fissava imperturbabile.

- Io dico che si deve agire. - Sbottò Tonks, attirando su di se lo sguardo degli altri.  -  Non possiamo stare con le mani in mano, quando... voi-sapete-chi sta tramando contro di noi e tutto il nostro mondo, aiutato oltremodo da quell'altro schifoso!

La calma non era certo il suo punto forte, pertanto, quando la situazione si faceva troppo tranquilla, a suo avviso, bisognava "movimentarla".

- Io sono per il piano di Piton!  - Continuò con slancio - Anzi mi propongo come agente infiltrato al posto di Luna Nera. Ho più esperienza di lei,  in fatto di battaglie e cose simili, io posso...

Piton distolse gli occhi dal suo viso, temendo  che la maga avesse potuto leggervi la smorfia di terrore.

Stimava Tonks e la riteneva un ottimo elemento. Nonostante questo, però, sapeva anche che era  troppo sbadata, distratta, maldestra...  goffa. E non era difficile immaginare come sarebbe andata a finire se gli avesse affidato quell’incarico… Malgrado la sua buona volontà, si sarebbe tradita in men che non si dica!

Mentre tutti tacevano,  sinceramente spiazzati dallo “show” della maga, come al solito fu Remus a "togliere le castagne dal fuoco".

- Ehm… suvvia, Tonks, tu ci servi da un'altra parte! Lascia fare quel tipo di lavoro a chi sa farlo...

- Beh, che vorresti dire? Che non saprei travestirmi ed irretire quel mezzo mago da strapazzo?

- Basta così, Nimphadora! -  Sbraitò Moody, e tutti, indistintamente sobbalzarono sulle rispettive sedie perfino Piton. - La decisione è stata presa. Ora si stava semplicemente discutendo di  alcuni dettagli  ma ciò che è stato deciso si farà, con o senza la tua approvazione.

Piton si sentì in colpa per quelle parole dure.  Sarebbe dovuto intervenire prima e mediare... ma con Malocchio ogni cosa era imprevedibile e tutto poteva prendere una piega diversa da ciò che ci si era aspettato.

Quando parlò, subentrando alla voce di Malocchio,  il suo tono era compito ma secco ed attirò immediatamente l’attenzione di tutti gli altri.

- Signori,  direi che ci siamo scaldati fin troppo e non vorrei proseguire oltre. Chi ha ancora dubbi o riserve su questa missione, parli adesso o approvi senza mezzi termini... Non ammetterò critiche o ripensamenti una volta dato il via all’azione!

- Io sono d'accordo. Per me, Luna Nera è okay. -  Bofonchiò Mundungus,  lanciando cupe occhiate di disapprovazione verso Tonks.

La maga, dal canto suo, si chiuse in un riottoso mutismo, incrociando le braccia sul petto e fissando Piton con rabbia. Lui passò oltre,  posando il suo sguardo sul volto corrucciato di Moody. - E tu, Malocchio?

- L'ho già detto come la penso! - Sbraitò l'Auror contrariato - Io andrei là… con cinquanta dei nostri e le bacchette spianate! Ecco cosa farei. Piton sorrise per la prima volta,  in quella lunga serata.

Un sorriso amaro... ma liberatorio. Il vecchio Auror aveva le sue convinzioni,  i suoi metodi ma alla fine avrebbe condiviso. 

Un lieve cenno del capo,  dalla capigliatura lunga e leonina, glielo confermarono.

Ora restava solo lui....

E lui, Piton lo temeva...

Temeva il suo sguardo limpido e sincero.

La sua disarmante logica, la sua intelligenza perspicace ed analitica.

Temeva Remus Lupin...

- Remus? -  Dichiarò a mezza voce,  fissando gli occhi di quest'ultimo con una leggera apprensione.

Il silenzio era divenuto pesante, fitto, come la bruma adagiata sui campi d'inverno.

Ma alla fine, Remus parlò.

- Non abbiamo la certezza che Malfoy sia dietro le azioni di Voldemort... quindi potremmo anche fare il proverbiale un buco nell'acqua e bruciare per sempre un ottimo agente...

Tutti tremarono impercettibilmente sulle loro sedie... al fatto che il nome impronunciabile era stato fatto con tanta leggerezza.    Tutti… Piton escluso.

Fino ad allora nessuno era stato tanto esplicito... e non era stato sbattuto nella mischia il vero "nocciolo della questione".   Solo Remus era riuscito nell’intento con la solita leggera e disarmante eleganza.

Con la solita sincerità che spiazzava anche il più esperto dei maghi.

- Bhe... - Ribatté perplesso Severus, dopo un lungo momento di perfetto silenzio. - Chi pensi abbia fatto arrivare senza problemi tutti quei dissennatori e mangiamorte al Ministero,  un anno fa?  Solo lui, poteva farlo!

- Già Remus… è così, ragazzo mio! - S'intromise nuovamente e con  irruenza,  Moody, sbattendo l'enorme manona sul tavolo malmesso,  che traballò pericolosamente.  - Quel dannato mago è dietro le azioni più infime di Voldemort, ci scommetterei  l’occhio  magico che porto, per la barba di Merlino!

- Non scommettere Malocchio, se perdi con cosa diavolo pensi di vedere,  poi? - Sentenziò acida Tonks, che a quanto pareva aveva ritrovato la favella, scatenando una nuova discussione.

Solamente Piton e Lupin erano esclusi da quei giochi… Per i due maghi, in quella stanza, non esisteva nient’altro al di fuori dei loro sguardi penetranti.  Non sentivano Moody, Tonks e Mundungus che continuavano imperterriti a punzecchiarsi, non si curavano delle parole poco educate che si scambiavano.

Contava solo il giudizio, e le considerazioni che l’uno poteva dare all'altro.

Piton aveva atteso tutta la sera quel verdetto... Il vero pensiero di Remus Lupin sulla missione.

Ma quando questi, si stava apprestando a replicare, qualcosa attorno a loro cambiò ancora. La situazione mutò e Piton dovette attendere per l’ennesima volta, e  volgere  il suo sguardo altrove. La porta, scrostata e macchiata di muffa in più punti si era spalancata cigolando e nell'angusto ambiente si erano introdotte  altre persone.

Piton non ne rimase stupito,  aveva convocato lui stesso quei ragazzi, ma non si aspettava di vederli arrivare tanto presto.Rilassandosi leggermente per la prima volta in tutta la serata,  si apprestò a scrutarli, scavando nei loro gesti e movenze, come se si trovasse a capo della commissione d’esame dei M.A.G.O.

Come se fosse nella sua aula…

Quella di Pozioni, giù nel sotterraneo di Serpeverde.

Suo malgrado si trovava invece in un vecchio palazzo nel centro di Londra… invisibile ai Babbani,  perché  dissimulato dalla magia… al capo di un Ordine sull’orlo di una guerra.

Chiuse gli occhi per non continuare con quelle disquisizioni inutili, e si accinse a fissare il primo elemento che era entrato nella stanza.

Ovviamente,  non poteva che trattarsi di  lei…   Volpe Dorata,  alias  Hermione Granger,  la più brillante studentessa di Hogwarts dell’ultimo decennio.

Era sempre stata il “capo”  spirituale ed incontrastato del gruppo.

Con la grazia e la decisione che la caratterizzavano,  sedette accanto a Malocchio, lanciandogli un ampio sorriso, prontamente ricambiato dal vecchio Auror.

Dietro di lei, la sua ombra perenne... Criniera di Fuoco, ovvero Ron Weasley.

Era cresciuto quel ragazzo, era diventato uno splendido atleta, oltre che un ottimo apprendista Auror.

Il suo unico punto debole?

Le donne, e naturalmente …Hermione.

Avrebbe dato la vita per quella ragazza, e la potenza psicologica di un sentimento affettivo era  quanto di  peggio potesse capitare ad un Auror... come "tallone d'Achille".

L'altro ragazzo che seguiva Weasley era quello che un tempo Piton adorava bersagliare come una vittima sacrificale...

Ma adesso   Occhio di Tigre,  alias Neville Paciock era solo il lontano ricordo di quello studente timido ed imbranato.

Aveva allenato il suo corpo fino a farlo diventare atletico e prestante. Era rimasto sempre ben piazzato,  ma ora si muoveva con passo elastico e coordinazioni perfette.  Un ottimo elemento, cui non aveva trovato difetti… se non che pendeva dalle labbra di Potter...

Per lui,  Harry era un mito vivente. Oltre che un amico, una persona da difendere a costo della propria vita! …E l’estremismo era sempre da deplorare… sempre! Soprattutto se come professione si era scelta quella di Auror.

Poi...

E poi entrò lui ed al solito l'aria mutò.

Cervo d’argento...

Quanto era cambiato... il ragazzino.

Piton  lo ricordava ancora, vagamente spaesato con quell'aria da cucciolo maltrattato a cui la vita aveva riservato il peggio. Catapultato in un Mondo Magico,  di cui ignorava l'esistenza, fino al giorno  prima...

Harry era un giovane mago adesso, forte ed aitante,  nel pieno delle sue energie  e potenzialità  e Piton non ricordava di aver  mai incontrato un mago più dotato di lui...

Mai.

Si ritrovò a scrutarlo di sottecchi… ma suo malgrado,  con palese interesse.

Ai suoi occhi smaliziati apparve ancor più magro e nervoso con i capelli scuri sempre più folti e spettinati che però, incredibilmente, lasciavano scoperta la fronte… nel punto dove il Malvagio aveva perpetrato l'efferata maledizione.

Il ragazzo s’accorse del suo sguardo e senza indugio lo ricambiò esplicitamente.

Gli occhi erano due riflessi di smeraldo,  vividi e penetranti come schegge di diamante e ricalcavano in tutto e per tutto,   quelli di sua madre….

Piton ebbe un tuffo al cuore,   ma con sforzo immane passo oltre il doloroso ricordo…

Nessuna ragazza avrebbe potuto  resistervi... pensò con un pizzico di malizia.

Ma lui, Harry il rubacuori  di chi era innamorato?

Non era riuscito ancora a scoprirlo sebbene ne avesse, ormai,  una pallida idea... Ma le carte si scoprivano quella sera.

E lui, quella sera, avrebbe capito. 

Dimenticando i suoi problemi sorrise all'indirizzo del ragazzo, facendo un lieve cenno del capo.

Era pazzesco, eppure lui... Severus Piton,  sorrideva all'indirizzo di Harry Potter!

Ma nel giro di una manciata di mesi ne erano cambiate di cose... Come era incredibilmente cambiata la ragazza che in quell’attimo aveva fatto il suo ingresso nella stanza...

Alta e snella, con quella naturale andatura elegante, terribilmente sexy…

Quei capelli,  una cascata di rame dorato ad incorniciare l'ovale perfetto del viso.

Quegli occhi da cerbiatta, grandi ed espressivi,  celesti e trasparenti.

Il nasino all'insù con una spruzzata di efelidi birichine e le labbra corrucciate in un broncio sensuale. Piton distolse lo sguardo, spiazzato e contrariato per l’ennesima girandola di emozioni che quella ragazzina sapeva evocare in lui, inconsciamente.

Ma poi, senza volerlo, eppure discretamente, ne  segui  i movimenti...

  Lei non buttò nemmeno l’occhio dalla sua parte;  passò oltre andando a sedersi accanto al fratello, sorpreso ed alquanto confuso dalla sua presenza in quella riunione privata.

Notò con quanto poco tatto, Ron l’aveva fissata,  spostando poi la sua attenzione sul viso di  perplesso di Harry  che  ribadiva il medesimo stupore.

Infine entrò l’ultima persona, di quell’infinita  processione.

Margareth Weasley, s’accodò silenziosa ed impettita alla figlia, sedendosi accanto a lei in maniera compita.

Molly… già proprio lei.

Non si era più ripresa dal giorno maledetto dell'attacco al Ministero.

Aveva perso due figli, la futura nuora e suo marito in quel tristissimo episodio e la sua psiche non aveva retto; entrava ed usciva in continuazione dal S. Mungo... Era stata un ottimo membro dell'Ordine ma ora non si poteva più, in nessun maniera, contare su di lei.

Anzi, era un peso...

Un peso a volte terribile per Virginia.

Piton lo sapeva.

L'aveva visto nei suoi ricordi e nei suoi pensieri, durante le pesanti ore d'insegnamento della Legilimanzia.

Il mago si riscosse da quelle considerazioni, avvedendosi che tutti ormai lo fissavano apertamente, in attesa delle sue parole.

- Molto bene, signori… vi ho convocati per questa speciale e privata riunione dell’Ordine,  perché … forse un po’ in anticipo sui tempi è  giunto il momento tanto atteso, quello per cui abbiamo lavorato costantemente in questo ultimo periodo…

Piton  scrutò fugacemente i cinque ragazzi, appena entrati, come a tastare le loro immediate  impressioni.

Hermione e Ron si lanciarono un muto sguardo d'intesa. Neville sorrise sotto i baffi; solo Harry sembrava impassibile, perfettamente immobile come se quelle parole non lo avessero minimamente toccato.

Evitò di osservare Ginny.  Sapeva che un suo sguardo lo avrebbe certamente confuso.

- Dunque vi  illustrerò brevemente alcuni dettagli…

Detto questo s'alzò… Il mantello scuro ed elegante ondeggiò sulle sue spalle, conferendogli ancor di più quell'aura misteriosa e carismatica  che lo pervadeva costantemente.

Con il solito piglio deciso afferrò una lunga bacchetta d'ebano facendo comparire alle sue spalle, sul muro bianco e un po' scrostato, una cartina geografica molto dettagliata dell'intero continente Europeo.

La sua voce, forte e decisa, echeggiò fra le anguste pareti della cucina.

- Partendo  da  "dati di fatto", da ciò che tutti noi ben conosciamo, purtroppo...si evince questa situazione...

Dopo il violento attacco al Ministero, Voldemort si è certamente  rintanato nella sua misteriosa dimora. Stremato,  indebolito per il "controllo" che ha dovuto operare sui dissennatori sta' ancora,  probabilmente, tentando di recuperare le forze generosamente dissipate  in quella sordida azione. E l'inazione, l'impossibilità di agire, o il doversi sempre appoggiare  ad inetti servitori, lo irrita in maniera abnorme... Posso assicurarvelo, posso confermarvelo, con cognizione di causa...

Si dovette fermare, perché un brivido strano lo percorse… Una reminiscenza… come un  fastidio sottile, quasi un prurito gli solleticò il braccio, all’altezza precisa dove un tempo il marchio nefasto era impresso…   

Nessuno però s’avvide  di quell’improvvisa esitazione; nella stanza non volava una mosca… perfino Moody sembrava affascinato ed avvinto dalle  sue parole.

- La spiegazione a tale debolezza è che attualmente l'Oscuro non ha  ancora  forma fisica tangibile… e questo gli impedisce di attingere appieno al suo antico e temibile Potere… Ma lui lo desidera, lo rivuole, ad ogni costo!

Il suo principale scopo, la ragione per cui è rimasto così caparbiamente attaccato alla vita è ritornare in un corpo reale e  riacquistare la Forza di  un tempo… l'antica Magia... Solo così potrà  completare il suo malefico disegno di destabilizzazione l'ordine del Mondo Magico. 

Ma a questo punto,  entriamo in gioco noi...

Nessuno a parte pochi, ristretti elementi dell'Ordine,  è a conoscenza di ciò che sto per dirvi.

Siete pertanto obbligati a mantenere il più stretto riserbo ed il silenzio assoluto, su tali dettagli... sapete bene qual è la pena che spetta,  a chi infrange il Codice…

Fece una pausa come a calamitare ancor più l'attenzione su di sé, quindi riprese con rinnovato vigore, posando entrambe le mani, sul consunto tavolo che traballò vistosamente sotto la decisione della sua mossa improvvisa.

- Signori, da fonti più che attendibili, abbiamo sempre saputo che  Voldemort,  subito dopo l'attacco al Ministero, ha  lasciato Londra… probabilmente la stessa Gran Bretagna, mentre adesso,  sempre  grazie a quei contatti segretissimi ed agenti che  hanno pagato, a volte, con la loro stessa vita queste informazioni,  sappiamo che  sta disperatamente cercando di tornarvi...

Qui... si considera a casa sua.   

Qui ha più amici che in qualsiasi altro posto del Mondo Magico… Qui ha vecchi conti da regolare… ostacoli da eliminare, se vuole perpetrare il suo diabolico piano...

Un riflesso incondizionato lo portò a fissare il volto di Harry. Non avrebbe voluto farlo, ma non riuscì  a fermarsi. Gli occhi del ragazzo erano calmi, sereni,  stranamente inespressivi.

Ma dietro… Piton lo sapeva, ribolliva un mare di rabbia e di rancore.

Quel mostro disumano,  aveva distrutto la sua vita, portandosi via, una alla volta, le persone a lui più care.

S’accorse dello sguardo insistente di Moody, perpetrato con quel suo occhio inquietante e  s’ apprestò, pertanto, a continuare.

- Ma adesso, dov'è Voldemort... vi starete chiedendo... Bene…  abbiamo fondate certezze che  possa attualmente trovarsi in una,  fra due città Babbane, ubicate nel continente Europeo... che adesso andrò ad illustrarvi, unitamente alle direttive assegnatevi dalla missione.

 Il silenzio continuava ad essere totale…

- Sarete suddivisi in gruppi di tre elementi, e  posizionati sul "terreno di gioco"  questo è il nome in codice della vostra destinazione, in modo che possiate intercettare Voldermort, confermare le nostre fonti, appurare e interpretare le sue mosse,  seguirlo, scoprire chi sono i suoi informatori ed i suoi servitori... Ma oltre a questo non siete autorizzati a fare null’altro;  né ad interferire nelle sue sordide azioni né fermarlo né catturarlo, nel modo più assoluto! Sono stato chiaro?

Domande?

Come del resto succedeva sempre a scuola,  la voce della solita Hermione  ruppe l'attonito silenzio.

- Ma… Signore…

-  Sì,  Granger? -  Chiese Piton,  senza sollevare lo sguardo dalle cartelline che  stava scrupolosamente mettendo in ordine  sulla sua scrivania.  Era sicuro che la giovane sarebbe stata la prima ad intervenire… avrebbe potuto scommetterci la sua mano destra.

- Perché non fermarlo, se riusciamo a scovarlo? Non è un'incongruenza? Qual'è il reale scopo della missione, allora? 

Piton alzò di scatto il volto,  fissandola con tutta la dirompente intensità dei suoi occhi diabolici e penetranti.

- Ovviamente Granger, proprio come hai già intuito,  il nostro fine è ben maggiore del fermare il solo Voldemort.  Se gli permettiamo di arrivare fino in fondo,  approdare nella tana del suo più irriducibile servitore e Mangiamorte... perpetrare l'incantesimo che gli farà riavere un corpo,  avremo presa nella rete non un solo pesce...ma l'intero Ordine Esecutivo al suo comando.

Quindi volse lo sguardo sugli altri, rivolgendosi non solo alla ragazza ma a tutta la sua piccola platea.

- Non perdete mai di vista quello che è il fondamentale, ed unico principio del nostro Credo... "Sradicare per sempre la totalità e le origini più occulte del male".

La Granger  parve non trovare obiezioni alla logica perfetta ed inappuntabile del suo superiore, ma si riprese in fretta, ponendo un'altra domanda.

- Come mai due città?  Non è stato possibile restringere il campo ad una sola possibilità,  Signore?

- Evidentemente, no Granger. La cosa ti disturba?

A quel punto a tutti parve evidente il disappunto di Hermione, ma mentre lei, si accingeva testardamente a replicare, Ron la  precedette.

- Ehm... Quali sono le città, Signore?

- Fra un attimo lo saprai, Weasley.  L'azione,  "Eclissi Totale" sarà operativa fra 24 ore, a partire da ora,  ovviamente all'ora attuale del fuso di  Greenwich.

Con un gesto secco,  il mago fece comparire nelle sue mani alcune cartellette rigide, contenenti parecchi  fogli ed iniziò a distribuirli, partendo proprio dalla Granger & Weasley.

 

- Weasley, Granger,  Mundungus, il vostro terreno di gioco, sarà la città denominata Praga. 

Si sono verificati strani omicidi e sparizioni nei dintorni del luogo… tutti concentrati nelle vicinanze di un misterioso maniero... Ora,  assumerete l'identità di una coppia babbana in un viaggio di piacere, mentre Mundungus vi affiancherà per fornivi qualsiasi eventuale appoggio.  Vi è stata prenotata una stanza presso un Hotel attiguo all'ubicazione sospetta.

Maggiori dettagli ed informazioni sono contenuti in questo fascicolo,  che ovviamente non porterete mai fuori dalla sede dell'Ordine. Chiaro?

I tre annuirono, allungando le mani per afferrare il plico, che Piton porgeva. Il mago non diede modo a nessun altro di replicare, che aveva già ripreso a parlare.

- Tonks, Paciock, Potter… voi opererete dalla capitale francese, Parigi.  Sempre da fonti segretissime ipotizziamo che vi sia ubicata la “base” da cui Voldemort tenterà di lasciare il continente per raggiungere la Gran Bretagna.

La vostra copertura babbana, sarà un mega-hotel della capitale,  dove svolgerete mansioni di personale addetto alla reception e camerieri.

Tutto chiaro?

- Signorsì! – Dichiarò con aria marziale, Paciock, afferrando prontamente le cartellette lasciate per loro sul tavolo.

- Bene. – Asserì infine, Piton. -  Naturalmente io, Lupin e Moody non lasceremo le nostre solite mansioni, darebbe troppo nell’occhio. Pertanto seguiremo attentamente le vostre missioni e/o progressi dalla base, come meglio specificato nelle istruzioni che vi ho consegnato.

 

 

Di nuovo tornò a scrutarli tutti. Sembravano apparentemente  calmi e tranquilli i ragazzi… Chi  già piegato sui fogli delle istruzioni, come la Granger;  chi intento a scambiare qualche parola come Potter e Paciock.

Piton evitò ancora una volta di guardare dalla parte di Virginia.

Sapeva di dover lanciare la bomba, adesso.

Di dare la notizia che a molti, in particolare a qualcuno,  non sarebbe piaciuta…

- Ovviamente, come avrete intuito,  manca un tassello fondamentale a questa missione…

 

Hermione alzò gli occhi dai fogli, fissandolo insistentemente. Piton lasciò che quel caldo sguardo nocciola,  intenso ed intelligente,  si fondesse con il suo e comprese all'istante che la ragazza  aveva già intuito ciò che stava per dire.

- Infiltreremo un agente… nella casa del maggior indiziato come aiutante dell’Oscuro… Un mago che ricopre cariche importanti, persino nello stesso Ministero. Possiede amicizie altolocate, agganci influenti... e scuse, sempre maledettamente pronte, alibi ineccepibili… che ne fanno un personaggio intoccabile....

Grazie al suo malvagio acume non siamo mai riusciti a correlarlo all'Oscuro, ma si sa… lui è più marcio e colpevole del suo stesso Signore... Questa volta, però,  lo coglieremo con le mani nel sacco...  e finalmente lo smaschereremo!

L’aria vibrava di una strano pathos, in quel momento. Tutti erano tesi, fissi sul volto di Piton.

- Cielo, infiltrarsi nella residenza dei Malfoy! Che azione audace!-  Esclamò Hermione, incapace di frenare il suo stupore... e la sua lingua…

Piton la fissò contrariato ed alzò una mano come ad imporle il silenzio.

- Proprio così, signorina Granger.  Come al solito, precede tutti… Allora, dicevo, l’agente Luna Nera, s’infiltrerà nell’inaccessibile Malfoy Manor, e ci fornirà preziose informazioni dall’interno,  da cuore stesso di ciò che noi riteniamo la sede primaria di Voldemort.

L’Oscuro sta certamente tentando di tornare lì, dal suo fedele Mangiamorte;   abbiamo fondate certezze che  lì… e solo lì,  vorrà e potrà perpetrare il suo macabro incantesimo per rientrare in possesso di un corpo reale.

Solo che in quell'occasione... noi saremo pronti per ostacolarlo e catturarlo! Lui e tutti i suoi maledetti tirapiedi…

Espressioni di  smarrimento si dipinsero sul volto dei ragazzi.

Nessuno, ovviamente,  lo sospettava.

La missione di Luna Nera era stata tenuta talmente segreta ed il suo stesso addestramento celato così accuratamente, da non dar adito alla benché minima ombra del sospetto, neppure in un agente perspicace e brillante come la Granger…  il che era tutto dire

Solo lui, Silente,  e gli altri quattro maghi sapevano…

Ed ora i ragazzi, portati all’improvviso a quella scoperta, tentavano ancora di capire l’enormità di quell’azione.

L’audacia di quella sfida mai tentata prima.

La domanda si pose all’istante alla mente di tutti ma uno solo bruciò sul tempo i colleghi,  dimostrando  finanche di superare l’inarrivabile Granger,  ed il suo straordinario tempismo.

 

- Ma…  chi è  l’agente Luna Nera, signore?  - Chiese  Potter.

La voce,  sfiorata appena da un accento di irrequietezza si librò nel silenzio della stanza e risuonò come il colpo di una pistola sparato all’improvviso.  Piton lo fissò con tutta l’intensità del suo sguardo di ghiaccio.

Erano al dunque.

Al momento topico.

- Sono io… l’agente Luna Nera… - Esclamò inaspettatamente Virginia… attirandosi addosso lo sguardo allibito di tutti gli altri ragazzi.

Dunque aveva scelto lei stessa… di far sapere la sua identità,  di scoprire le carte. Di mettersi in gioco… definitivamente.

L’espressione del viso di Harry divenne di pietra. In quegli occhi espressivi  Piton vide accendersi una luce selvaggia.

Una paura inarrestabile. La paura di chi amava oltre ogni immaginazione.

Il ragazzo scattò in piedi, come una molla carica.

- No, è inammissibile!  Non permetterò mai una cosa del genere!

Ron Weasley, sebbene ancora frastornato e perplesso lo imitò a ruota, sbattendo il pugno fermo e deciso sul tavolo traballante.

- Che significa questa storia!?  Perché non sono stato informato prima. Io sono suo fratello maggiore!

Piton distolse gli occhi, alzandoli al cielo.  Non doveva andare così…  Non dovevano arrivare a questo!

- Ragazzi, ragazzi per favore! – Sbraitò Malocchio ma nessuno si curò di lui. In sottofondo Tonks e Mundungus avevano ripreso a litigare mentre Remus tentava di calmarli ma nella piccola stanza regnava ormai il caos più totale.

Solo Ginny rimaneva immobile, impassibile, con le braccia incrociate all’altezza del petto come disgustata da quello spettacolo. Piton la osservò un secondo solo e poi s’avvicinò al tavolo, affrontando direttamente il suo avversario più coriaceo.

Potter…

- Basta così!  Potter, Weasley non siete  a capo dell’Ordine, e  non siete pertanto autorizzati ad inibire operazioni già disposte. Se continuerete con quest’atteggiamento intransigente, sarò costretto a punirvi per  insubordinazione, estromettendovi dall’azione!

 

Il silenzio tornò magicamente… ma mentre Harry e Ron si apprestavano a  replicare,  la voce della ragazza sorprese di nuovo tutti, librandosi nella stanza con la sua calma freddezza.

Si era alzata dal suo posto ed ancora una volta Piton dovette accorgersi con un brivido… di quanto fosse bella, decisa e sicura.

- Ron! Harry! Smettetela!  Sono cresciuta, ormai e faccio parte dell’Ordine, come agente effettivo, da più di sei mesi. E’ vero, non ve l’ho detto… ma sono  perfettamente consapevole delle mie scelte  sebbene vi ostiniate a trattarmi ancora come una ragazzina!  Sono stata addestrata e prenderò parte a quest’azione, con o senza  la vostra approvazione, chiaro?  Non tornerò più sull’argomento… e adesso me ne vado da questa stanza, chissà perché… ma qui dentro mi sento mancare l’aria!

Un silenzio irreale si propagò nel piccolo ambiente.  Irreale come la quiete dopo un’inaspettata esplosione. Con un gesto secco Ginny si piegò verso la sedia dove era seduta sua madre, per aiutarla ad alzarsi, ma toccò a lei questa volta sbarrare gli occhi e aprire la bocca in un’espressione confusa.

Molly Weasley non era più al suo posto e chissà dove poteva essere finita… fra tutto quel trambusto!

Nessuno se ne era accorto,  nessuno si era più curato di lei.

Con un’esclamazione sgomenta si voltò,  cercando in quell’occasione, lo sguardo di Piton.

Il mago però era impegnato a guardare altrove …oltre le spalle di Potter.

Harry, ancora sconvolto ed irato per ciò che aveva appena scoperto,  si sentì abbrancare  con slancio da qualcuno che era giunto, inopinatamente alle sue spalle.

Sotto gli occhi incuriositi e forse anche divertiti di tutti,  si ritrovò imprigionato nell’abbraccio, come sempre soffocante e morboso,  di Molly Weasley.

- Oh, Harry, caro,  ma sembri più stanco del solito!  Adesso la zia Molly ti prepara un bel tè caldo, che ne dici, Harry… caro!

- Oh.. beh… Va bene… sì va bene signora Weasley… - Rispose educatamente Harry, tentando di sottrarsi alle braccia corpulente e grassocce della donna.

Ma questa non pareva rinunciare ed anzi aveva preso con insistenza ad accarezzare il viso del giovane in un chiaro gesto materno.  Piton osservava la scena fra il divertito e l’irato non sapendo bene come intervenire.

“Pure questo ci mancava… a complicare una riunione di per sé  difficile…” Pensò portandosi una mano sulla fronte, in un chiaro  gesto  sconsolato.

 

Fortunatamente Ginny, assistita  con prontezza da  Hermione, riuscì a far desistere la signora Weasley dai suoi strampalati propositi e Piton afferrò l’occasione al volo per chiudere definitivamente quel tormentato incontro.

- Basta, dichiaro chiusa la seduta! Signori,  vi esorterei a raggiungere le stanze che vi sono state  assegnate… Ovviamente…  -  Esclamò guardando in maniera più che esplicita  Weasley e la Granger. - Pregherei tutti voi di non girare di notte per le varie camere… sono stato chiaro?

I ragazzi uscirono in silenzio, salutando compitamente ma Piton richiamò un’ultima volta uno solo di loro… in maniera palesemente severa.

- Potter!

- Signore?

- Non desidero mai più ritornare sull’argomento “Missione  Luna Nera”…  Mi auguro che ciò sia una  questione chiusa,  anche per te…

Gli occhi, intensamente verdi brillarono di una luce sibillina. - Certamente, signore. Ha la mia parola, signore.

- Molto bene, buonanotte allora.

Il ragazzo fece un lieve cenno del capo e sparì.

Ma Piton lo sapeva. Lo aveva compreso inconfutabilmente.

Per molto tempo ancora i pensieri e le notti del ragazzo sarebbero state turbate dall’idea di Ginny infiltrata nel sontuoso palazzo di quel maledetto mangiamorte, suo acerrimo nemico.

Ma questa era la guerra.

Questa era la legge spietata della guerra,  e per chiunque avesse avuto la sfortuna di provare un sentimento romantico nei confronti di un suo “collega”  le situazioni di pericolo, e la forzata lontananza erano forse, le torture peggiori.

E Potter era innamorato di quella ragazza…  Innamorato di  Ginny… ormai non  aveva più dubbi.

Si accasciò sulla sedia,  massaggiandosi gli occhi stanchi, mentre Malocchio,  Remus e gli altri lo salutavano,  lasciandolo solo nella stanza.

Solo,  con tutti i suoi  maledetti  pensieri.

 

Fine Capitolo

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