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Autore: SalvamiDaiMostri    02/01/2017    0 recensioni
Sherlock sa che John non ama Mary. Sa anche che resterà con lei per il bene di Diana, la loro figlia. Il futuro dei Watson non sarà certamente facile, ma Sherlock sarà sempre lì per loro, perchè fece una promessa e la manterrà.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mike mi raccontó una volta, quando andavamo a lezione insieme, che prima di portare gli occhiali, non ne aveva mai sentito il bisogno: lui pensava di vederci bene e si era abituato a vedere il mondo così come lo vedeva da anni e la cosa non gli creava nessun fastidio. Quando l’oculista gli disse che doveva cominciare a portarli Mike era alquanto riluttante, in quanto non veda in cosa potessero aiutarlo, ma quando li indossò per la prima volta e, tornando a casa a piedi dall’ottico si rese conto che quelle macchie verdi che si ergevano alte sulla sua testa all’andata erano in realtà foglie perfettamente definite nei loro contorni, nelle loro minuscole e lontanissime macchie di decine e decine di verdi diveri! Mi disse che rimase spiazzato dalla quantità di cose che si era perso fino ad allora e, soprattutto, del fatto che mai se ne fosse reso conto finchè qualcuno non lo aveva costretto a mettersi un paio di occhiali sul naso. Sinceramente mi sembrò una scemenza all’epoca: se non ti accorgi di essere cieco come una talpa è un po’ colpa tua, pensai. Un giorno di questi devo andare a trovarlo e scusarmi con lui: Sherlock è il mio paio di occhiali.
Ok, non è esattamente la stessa cosa, soprattutto perchè, anche se ho sempre stupidamente cercato di sopprimerla, l’idea di provarci con lui mi è più o meno sempre frullata nella testa e, sin da quando era tornato dal suo esilio, il mio era un vero e proprio cieco desiderio che non potevo davvero nascondere nemmeno a mia moglie. Ma continua a tornarmi in mente quel racconto di Mike, perchè mai avrei potuto pensare di essere stato sempre così cieco. Mai avrei potuto anche solo immaginare come sarebbe cambiata la mia vita al suo fianco, quanto sarei stato felice. E mi sento un idiota, ma, quantomeno, un idiota terribilmente felice.
Non sapevo di poter aspirare a così tanto, ero convinto che tutti siamo costretti ad accontentarci e, quanto meno io fossi destinato a quel limbo di tedio e poco altro. Avevo Mary che mi voleva bene e mi aveva dimostrato un calore nuovo in un momento di disperazione, e poi era arrivata Diana, la luce dei miei occhi, e davvero non pensavo di poter aspirare a qualcosa di più. Nella mia ignoranza, nemmeno lo volevo nient’altro.
Mi sento completo.
È la prima volta che qualcuno mi ama così.
È la prima volta che amo così.
Era lui a mancare nella mia esistenza, ed è come se, in qualche modo, lo avessi sempre saputo.
Ho Diana ed ho Sherlock: davvero non posso chiedere altro a questa vita se non rimanere con loro per il resto dei miei giorni.
 
Sinceramente non credo che lui lo sappia. O meglio, non credo che lui possa crederci.
 
È diverso tempo che Diana si sostiene sulle sue gambe: si appoggia al divano e osserva l’appartamento da quella nuova e sorprendente prospettiva con aria estremamente fiera. Ormai lo facostantemente: nella culla, o nel salone appoggiandosi al tavolino, a qualche sedia e non mi sorprende affatto visto che Sherlock, sin dalla primissima volta in cui l’aveva vista alzarsi da sola, aveva deciso che avrebbe camminato di lì a poco in quanto, secondo lui, è estremamente più intelligente degli altri bambini della sua età, ed ha cominciato a farle applausi trionfanti e feste sproporzionate ogni qualvolta provasse a stare inpiedi e a stimolarla e premiarla per creare rinforzo positivo e convincerla a camminare quanto prima.
“Dobbiamo darle il supporto necessario a sviluppare i suoi talenti.” dice. Solo Sherlock Holmes potrebbe applicare un metodo scientifico nel crescere un bambino.
 “Vieni qui principessa!”
“Diana, vieni su! Dai, vieni da me!”
“Chi è la più bella? Chi? Vieni bellissima”
sono ormai la colonna sonora quotidiana del 221b.
Questa mattina stavo lavando i piatti e Sherlock, come di consuetudine, se ne stava in ginocchio sul pavimento del salotto a un metro di distanza da Diana che se ne stavainpiedi reggendosi alla mia poltrona: lui agitava un coniglio di pezza verde e lo dondolava facendo tintinnare i campanelli che aveva nella larga pancia morbida attirando l’attenzione della piccola dicendo:
“Diana… Guarda Mr Feasols! Vieni a prenderlo su! Vieni!”
Visto che cominciava a preoccuparmi vagamente l’intensità dello sforzo di Sherlock per quanto riguardava quel così semplice traguardo di Diana, paragonato alle grandi prove alle quali la vita ci arebbe sottoposto in futuro, dovetti dire qualcosa:
“Sherlock, è presto… Ci vuole tempo prima che impari… Non sforzarla o si frustrerà...” cercai di convicerlo voltandomi verso di lui con le mani ancora insaponate.
“Ma io so che può!” mi rispose frustrato mentre Diana si dilettava a tastare le diverse consistenze della mia poltrona “È cento volte più inteligente di tutti gli altri bambini della sua età. Certo che può arrivare a prendere Mr Feasols!” disse in tono giocoso tornando ad attirare l’attenzione di lei agitando il pupazzo  “Vieni qui piccina! Diana, vieni da papà…”
Mi pietrificai.
Fortunatamente non avevo piatti in mano o li avrei fatti certamente cadere. Credo di non aver tresirato per un minuto intero prima di tornare sul pianeta Terra. Lo aveva detto sul serio? Lo avevo davvero sentito? Avevo il terrore di chiederlo. Lui sembrava non averci nemmeno fatto caso: e se non fosse stata la prima volta che diceva una cosa del genere? Che si chiamava “papà” di mia figlia?! Forse Diana lo conosceva con quel nome? Forse in tyutto quel tempo che trascorrevano insieme mentre lui era al lavoro... Insomma, non ne avevamo mai parlato prima e Cristo santo in quel momento non riuscivo a muovere un muscolo.
“Sherlock…” riuscii a dire ad un certo punto
“John, se non la stimoliamo, non lo farà da sola. E certo potresti impegnarti un po’ di più anche tu.” Davvero non si rendeva conto di ciò che aveva detto?? Come poteva essere così intelligente e così stupido e così fottutamente attraente allo stesso tempo???
“Sherlock. Lo sai cosa hai appena detto?” domandai balbettando asciugandomi distrattamente le mani sui pantaloni.
“Si, che dovresti impegnarti un po’ di p-”
“No, prima.”
“… Non saprei.”
Non saprebbe?? Bugiardo.
“Le hai detto ‘vieni da papà’.” Mossi un passo verso di lui, dovevo essere molto serio perchè arrossì e i suoi occhi esprimevano terrore, come se avesse improvvisamente rivelato il suo più oscuro segreto.
“No, devi aver sentito male.”
Quello era davvero un pessimo e patetico tentativo. Avanzai verso di lui che se ne stava ancora in ginocchio a terra, tritolando il collo del povero mr Feasols.
“Assolutamente no, hai detto ‘papà’ ”
“Deve essere stato un lapsus...” cercò di tagliar corto
“Devo venire a dirti io cos’è un lapsus o la smetti da solo di dire scemenze?” mi stavo arrabbiando e non mi potreste biasimare.
“John io… Ti da fastidio?” domandò affranto. Allora compresi il suo timore e lentamente mi accovacciai accanto lui e lo guardai negli occhi.
“Come potrebbe darmi fastidio?” lui si voltò verso Diana e rispose con voce affranta:
“Beh, lei è tua… Io non c’entro, lo so-”
“Sherlock, tu lo vorresti?” lo interruppi. Lui improvvisamente tornò a guardarmi e io gli sorrisi  “Vorresti che Diana fosse… nostra?” non potevo credere di averlo detto “Infondo lei è stata più con te che con chiunque altro, sei un padre dieci volte migliore di quanto io potrei mai essere.” Dissi d’un fiato, ma non riuscivo ad interpretare la sua espressione, era attonito: “Se lo vuoi intendo…”
Improvvisamente i suoi occhi si inumidirono e disse commosso tornando ad osservare Diana che ormai si era seduta sul tappeto a giocare con una coperta:
“Io… Non so come sia successo… Ma… Non ho mai amato qualcuno quanto lei. Non credo nemmeno di amare te così tanto. Ma non so se ho il diritto di... Insomma, essere lo zio Sherlock mi basterebbe...”
“Sherlock, tu lo vorresti?” dovetti domandare di nuovo. Allora non riuscì a trattenere ulteriormente le lacrime e annuendo mi rispose:
“Da morire John… Da morire… E tu?” scoppiai in lacrime anche io:
“Nulla potrebbe rendermi più felice: sai, non ho potuto dare il tuo nome alla mia bambina, ma se avesse il tuo cognome, Sherlock, sarebbe infinitamente meglio. Vorresti? Vorresti che fossimo davvero una famiglia?”
“Oh, si” rispose gettandomi le braccia al collo “Lo voglio John, lo voglio!” continuava ad annuire sulla mia spalla piangendo come un bambino. Poi si rivolse a Diana e, tra i singhiozzi le domandò: “E tu, birbantella, cosa ne dici? Un papà in più ti farà comodo?” lei ci guardava perplessa e confusa: dovevamo essere davvero ridiscoli in quello stato. Allora Sherlock mi lasciò per avvicinarsi a gattoni a lei, prenderla in braccio per stringersela forte a sè e a riempirla di baci. “Mia? Dici davvero John? Mia mia?” era così dolce che continuasse a chiederlo.
“Nostra direi.” Dovetti rispondere.
 
E quindi ecco rivelata la grande notizia: io e Sherlock ci sposiamo.  
Saremo una famiglia in tutto e per tutto, non vedo l’ora!
Non potevo desiderare un altro genitore migliore per mia figlia: l’ha amata sin dal primo istante, quando ero sposato, c’è stato per lei in ogni momento, nei più terribili come nei migliori, la venera e la rispetta più di chiunque altro. Certo, sua madre sarà sempre sua madre e nulla potrà sostituirla, le ha dato la vita e non potrei esserle più grato. Ma non c’è più. E Sherlock è colui con il quale ho intenzione di trascorrere il resto dei miei giorni e so che sarà un ottimo padre e marito.
Volevo annunciarlo sul blog in quanto è innegabile che questa piattaforma e voi, miei followers, di conseguenza siate stati testimoni della nostra folle storia e mi sembrava doveroso rendervi partecipi della nostra gioia. Mi dispiace essere stato più mieloso del solito, devo dire di non essere affatto abituato a parlare in questi termini con nessuno... Spero di non essere stato fastidioso o noioso.
Dunque, fatemi gli auguri!
                                                    
 



Ciao a tutti! Ecco la consulsione di questa ff traboccante di fluff e romanticismo: tutta colpa dell’hype per la quarta stagione alla quale (in questo momento) mancano poche ore dalla messa in onda.
Dalle ultime rivelazioni siamo venuti a sapere che il vero nome della figlia dei Watson (SPOILER ALLERT) è Rosie, non Diana (nome che parte del fandom lei aveva affibiato in passato), perciò forse, in futuro potrei cambiarlo per quello ufficiale anche nelle mie altre ff che parlano di questo personaggio ancora misterioso: Diana_Mamma e papà, Diana_Amari ricordi e Sherlock_La promessa mantenuta (quest’ultima una tra le mie preferite), sono tutte estremamente brevi, chissà, magari vi va di darci un’occhiata.
Io come sempre vi ringrazio infinitamente di aver letto fino a qui e vi chiedo cortesemente di lasciarmi una recensione che, per me, è sempre il regalo  più grande.
Con affetto un saluto, _SalvamiDaiMostri
   
 
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