Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: YukiWhite97    04/01/2017    1 recensioni
"Se la vita di Llweran era frenetica, quella di Legolas non era da meno".
.
"E la sua vita era cambiata poco più di sedici anni prima, quando il suo piccolo Llweran era venuto al mondo, così all'improvviso, senza che nessuno se lo aspettasse".
.
Aragorn/Legolas & molto altro.
.
Se vi piacciono le mpreg, il fluff, gli intrighi familiari peggio di "Beautiful" e gli stereotipi da liceo americano, questa è la storia che fa al caso vostro!
[Primissima fanfiction in questo fandom, siate buoni se potete ^^]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
12

I minuti passavano e parevano interminabili. Da parte di Llweran nessun cambiamento, né in meglio né in peggio. Semplicemente era statico, con gli occhi chiusi, immobile.
Legolas non si era allontanato neanche per un attimo. Aveva continuato a stringere la sua mano, nella speranza vana che si risvegliasse. E da quella posizione era irremovibile.
La sala d'attesa intanto si era riempita: Shauna stava seduta, dondolando nervosamente le gambe e mordendosi le dita.
"Non ci credo - sussurrò - è colpa mia, è tutta colpa mia. Sono io che li ho messi contro"
"Oh, andiamo - fece Una - non è colpa tua, gli incidenti capitano"
"Sì che è colpa mia! - esclamò duramente - perché se uno dei due muore... io giuro... giuro che non me lo perdonerà mai!"
Giù di lì aveva cominciato a piangere, senza riuscire a trattenersi.
Le due gemelle si erano zittite dinnanzi quella sua reazione, certe che nessuna parola avrebbe potuto consolarla.
Poco dopo, ad aggiungersi alla confusione, furono altre due persone che nessuno delle tre aveva mai visto. Si trattava di due ragazzi un po' più grandi di loro, dal bel bell'aspetto, probabilmente dovevano essere anche gemelli.
"Salve... immagino siamo tutti qui per lo stesso motivo..." - disse uno dei due.
"E voi chi dovreste essere?" - domandò Una.
"Siamo Elladan e Elrohir - rispose l'altro - la madre di Eldarion... è nostra sorella..."
"Ma... ma davvero?" - domandò osservandoli entrambi con una vaga nota di interessa. Ad Eldarion gli somigliavano anche, ma nello stesso tempo erano leggermente diversi.
"Oh, ragazzi - disse a quel punto Elrond, comparendo dal nulla - sono contento che siate arrivati"
"Abbiamo fatto più in fretta che potevamo - sospirò Elrohir - Eld come sta?"
"Meglio di quanto crediate. E' sveglio"
In quel momento vi fu un sospiro generale. Shauna si era portata una mano sul petto, sentendo quest'ultimo decisamente alleggerito.
Eldarion era sveglio, ma Llweran no. Non ancora, perché avrebbe dovuto risvegliarsi... non avrebbe potuto accettare la sua morte...

Voglio svegliarmi. Voglio svegliarmi. Voglio svegliarmi. Non voglio continuare a dormire. Devo trovare la forza per rimanere qui, per non andare, anche se fa tutto male, anche se mi sento debole. C'è chi mi vuole bene in questo mondo, non posso permettermi di andarmene.

Llweran stava lottando, anche se nessuno avrebbe potuto dirlo, nel vederlo così inerme.
Legolas, continuando a stringere la sua mano, si era ora addormentato, non era riuscito a reggere la stanchezza, o forse era semplicemente stat una sorta di arma difensiva, per evitare di sentire troppo dolore.

Apro gli occhi. Devo aprire gli occhi. Perché non ci riesco?! Io devo vivere, devo svegliarmi. Devo essere io a vincere.

Llweran sentì ad un tratto il proprio battito accelerare, così come il proprio respiro. Quasi non se lo seppe spiegare, ma era come se stesse ritrovando la forza, nemmeno lui sapeva da dove.
Poi sussultò, quasi come se avesse sognato di cadere nel vuoto.
Riuscì finalmente la forza di ricambiare quella stretta, più forte che poté.
Poiché Legolas non stava dormendo profondamente, se ne accorse, ma non ci badò molto: se lo era immaginato talmente tante volte, che pensava che ancora una volta fosse frutto della sua immaginazione.
Un altro sforzo, e poi riuscì ad aprire gli occhi, anzi, a spalancarli.
Era sveglio. Voltò piano il capo verso destra, scorgendo Legolas, il quale teneva ancora gli occhi chiusi. Era rimasto lì per tutto il tempo, lo aveva sentito, e di questo gliene sarebbe stato grato.
"Papà - bisbigliò debolmente - sono qui... sono sveglio..."
Nell'udire la sua voce, il più grande si svegliò all'improvviso. Spalancò gli occhi nel vederlo, tuttavia rimase anche parecchio interdetto.
"Io... sto sognando - sussurrò - e che bel sogno..."
Il più piccolo non potè fare a meno di ridere.
"Non stai sognando, sono veramente sveglio!" - esclamò con più forza.
"Tu... sei sveglio veramente?"- domandò con voce tremula.
Llweran annuì, e quando finalmente Legolas si convinse che ciò che aveva davanti non era un sogno, trovò il coraggio di abbracciarlo come aveva mai fatto. Llweran ricambiò il gesto, felice del fatto che fosse sopravvissuto.
"Temevo che non ce l'avresti fatta! Ho temuto il peggio!" - esclamò Legolas non riuscendo a trattenere le lacrime, questa volta di gioia.
"Mi hai detto di lottare, ed io l'ho fatto"
"Mi hai sentito?" - domandò sorpreso.
"Ho sentito ogni cosa. Grazie per essere rimasto"
L'altro sorrise, accarezzandogli il viso.
Aragorn capitò davanti alla porta proprio in quell'istante. Per tutto il tempo, era stato in pensiero sia per lui che per Llweran.
Adesso che però aveva visto quest'ultimo vivo ed in forze, la paura se n'era andata.
Sorrise nel vedere quei due abbracciarsi, trattenendo a stento le lacrime della commozione. Llweran si accorse di essere osservato, e quando lo guardò, fu ben felice di vederlo.
"Ciao Aragorn!" - salutò allegramente.
Ciò che egli avrebbe veramente voluto, era andare lì ed abbracciarlo, perché era suo figlio, e aveva bisogno di fare ciò. Ma fu costretto a trattenersi.
"Ciao Llweran - lo salutò a sua volta - sono felice di vedere che stai bene"
"Sono felice anche io! - esclamò - ma... insomma... Eldarion... lui..."
"Oh, lui sta bene. E' sveglio"
"E' sveglio?! - esclamò saltando giù dal letto - devo andare subito da lui!"
"Fermo! - esclamò Legolas - non puoi ancora alzarti!"
"Ce la faccio! - esclamò a fatica - ho bisogno di parlare con lui!"
Nel momento in cui si era svegliato, tutto gli era tornato alla mente, il loro litigio, le parole dette. Non gli importava più di niente però, l'importante era che fosse vivo, che stesse bene, perché era come un fratello per lui, e non avrebbe sopportato l'idea di perderlo.
A fatica, arrivò alla stanza di Eldarion, che si trovava poco distante dalla propria. Lì scorse Shauna, le gemelle, Arwen, e i due gemelli Elladan e Elrohir. La ragazza, nel vederlo, gli andò immediatamente incontro, circondandoli il collo con le braccia.
"Llweran! - esclamò - sei sveglio, sveglio! Non ci posso credere, sei qui, ma... cosa fai in piedi?"
"Beh, anche a me spetta fargli visita, non trovi?" - domandò allegramente come sempre.
Il biondo sollevò poi lo sguardo, fino a scorgere l'amico. Quest'ultimo pareva stare bene, non aveva ferite gravi, a parte un braccio rotto, ma l'espressione diceva tutt'altro.
Si sgranchì la voce, avvicinandosi.
"Hei..." - sussurrò.
"Llweran. Stupido, non dovresti sforzarti così tanto" - disse distogliendo lo sguardo.
"Non preoccuparti per me, sto bene. E sono felice che anche tu stia bene"
"Pff, perché ti preoccupi per me? Dopo tutto quello che ti ho detto..."
Llweran a quel punto cambiò completamente espressione. Aveva reagito in modo strano per tutto il tempo, cercando di mascherare i propri dubbi e le proprie preoccupazioni. Adesso però stava cedendo, e ciò si sarebbe dimostrato un bene, perché aveva proprio bisogno di piangere.
"Non me ne frega niente, d'accordo?! - esclamò - non mi importa se mi hai insultato, se mi hai preso a pugni o quello che vuoi! Ho avuto paura che potessi morire, mi sono preoccupato più per te che per me! E lo sai perché?! Perché sei il mio migliore amico, sei un fratello per me! E non ti posso perdere, hai capito?!"
Le sue parole lo colpirono profondamente. Llweran non gli aveva mai parlato in quel modo, e adesso, come se non bastasse, lo stava anche facendo sentire in colpa.
In colpa perché lo aveva odiato, senza nessun motivo, in colpa perché lo aveva accusato solo per rabbia. Ma era chiaro che entrambi fossero vittime di un segreto. Ed il fatto che fossero realmente fratello, spiegava il perchè del loro legame così stretto.
Si asciugò gli occhi, impedendo ad una lacrima di scivolare via. Non piangeva mai, ma adesso sarebbe stato impossibile non farlo.
"Tu dovresti odiarmi..."
"Io non ti odierei mai. Ma se tu mi odi va bene così. L'importante è che stai bene"
"Io... io non ti odio - ammise - ti voglio bene. E se... tu e Shauna vorrete stare insieme... beh, per me va bene..."
"Ma...!"
"Te lo devo. Dopotutto, se non mi avessi seguito, non saresti quasi morto"
Le sue labbra si erano curvate in un sorriso, e da quel semplice gesto Llweran capì che fosse tutto a posto. Poi lo abbracciò. 
Raramente si erano abbracciati nel corso degli anni, e si chiesero anche il perchè.
Shauna sospirò felice. Era contenta che quei due fossero tornati amici, che stessero bene entrambi. Dopotutto, aveva bisogno di tutti e due, nella sua vita.
"Scusate, scusate, permesso!" 
La voce che giunse poco dopo al loro orecchio, fu molto familiare.
Tauriel, con il fiato corto, era arrivata fino a loro, con il suo solito modo di fare molto brioso.
"Oh, Llweran! - esclamò afferrandogli le guance - non appena ho saputo sono venuta subito! Sono così felice che tu stia bene!"
"Tauriel? - domandò a fatica - come... come facevi a saperlo?"
"Io... io l'ho avvisata..." - disse timidamente Sabia.
"Che?! - sbottò Una - pff, bella mossa!"
"Ho avuto una paura tremenda! - esclamò la ragazza con un certo fare teatrale - ma l'importante è che tu stia bene - si rivolse poi ad Eldarion, il quale la guardava in cagnesco - oh, e ovviamente è importante che anche tu stia bene, sì!"
"Grazie" - borbottò l'altro.
"Beh, direi proprio che tutto adesso andrà per il meglio! - esclamò il biondo - spero che ci riprenderemo presto, così potremo tornare a scuola e giocare a basket, abbiamo un campionato da vincere!"
Eldarion però, nell'udire la parola "basket", si era intristito ulteriormente, e l'amico ci aveva fatto caso.
"Ho detto qualcosa che non va?" - chiese.
"No, Llweran... è solo che - sussurrò - io... io non potrò più giocare a basket..."
"Che cosa?! - esclamò - ma che stai dicendo?! Certo che puoi, tu sei il nostro capitano! Potrai giocare, non è vero?!"
Il suo sguardo aveva poi incrociato quello di Arwen, la quale aveva scosso il capo.
"I medici hanno detto che per come si è fratturato l'osso del braccio, non sarà più in grado di giocare, o almeno non come faceva prima"
"Eh... eh?" - domandò flebilmente. Si sentì ad un tratto debole. Eldarion non poteva rinunciare al suo sogno, non poteva, giocare a basket era sempre stata la sua grande ambizione.
"Ma non puoi arrenderti! - esclamò - non puoi farlo! Era il tuo sogno!"
"Era il mio sogno, per l'appunto - bisbigliò - io vorrei Llweran, ma non posso!"
Il suo tono era duro, segno che sicuramente controbattere sarebbe stato inutile. Non trovò più la forza di aggiungere altro. Ora capiva il suo tanto cattivo umore, adesso capiva... no, non capiva nulla. Perché Llweran aveva avuto più fortuna, e se solo avesse potuto, avrebbe preferito donargli un po' di quella fortuna che aveva avuto, pur di vederlo felice.

Alla fine Legolas, come al solito, non era stato ascoltato. Tuttavia era felice che Llweran stesse bene e che avesse chiarito con Eldarion.
Si lasciò andare ad un sospiro: erano andati vicino dallo sfiorare una tragedia, ma per fortuna si era risolto tutto.
Aragorn gli arrivò alle spalle. Nell'avvertire la sua presenza, il biondo si voltò, scorgendo la sua espressione che in realtà non parlava chiaro.
"Stanno bene tutti e due - sospirò - non posso crederci, poteva finre così male..."
"Ma non è successo" - rispose sommesso.
"Non sembri molto felice, in realtà - notò - sei ancora preoccupato?"
Aragorn fece per aprire bocca: non era solo preoccupato, era anche confuso. Fino a quel momento, aveva come vissuto in una bolla di vetro che era adesso stata spezzata. La realtà lo aveva letteralmente investito, mettendo in pericolo i suoi figli.
Prima che però potesse dire qualcosa, una giovane dottoressa li interruppe.
"Scusate. Voi siete parenti del paziente della camera n. 12?"
"Parla di Boromir? - domandò Legolas - ecco... no, siamo suoi amici. Lui... lui non ha parenti in vita, che io sappia..."
"Possiamo vederlo?" - domandò Aragorn.
"La situazione purtroppo è andata solo a peggiorare - sospirò la donna - temo che non ci sia più nulla da fare"
"Che cosa?! - esclamò l'altro - ma cosa significa, voi dovreste provare a salvarlo!"
"Aragorn! Lo scusi, è nervoso"
"Ci abbiamo provato, ma non c'è più niente da fare - ripeté - se volete vederlo... fate pure. Forse è il caso che lo salutiate come si deve"
I due si guardarono negli occhi, sentendo il proprio cuore fermarsi. Non riuscivano ad idealizzare il fatto che Boromir stesse per morire, ma non appena lo videro, immediatamente divenne tutto incredibilmente reale.
Lui stava lì, steso, irriconoscibile in viso a causa delle ferite subite. E stava soffrendo, era evidente.
Amici... Legolas dubitava che egli lia vrebbe ancora visti come tali.
"Boromir" - chiamò piano.
L'altro sollevò lo sguardo, sorpreso nel vederli.
"Voi... voi... qui?"
"Non è il caso che ti sforzi - disse Aragorn - i medici ci hanno detto che le tue ferite sono molto gravi"
"E come potrebbero non esserlo? Il camion mi ha investito in pieno. I ragazzi... loro..."
"Loro stanno bene. Stanno bene tutti e due..."
"Ah - boccheggiò - sono contento di ciò - si rivolse poi a Legolas - tuo figlio è insistente e insopportabile proprio come te"
"Sì, lo so - rispose il biondo con un sorriso amaro, non riuscendo a trattenere le lacrime - Boromir, mi dispiace. Mi dispiace se per colpa mia ti sei sentito sempre messo in secondo piano, mi dispiace di non aver capito prima..."
"No - ansimò debolmente - no... sono io... sono io che ho tutte le colpe. Io, perché non ho fatto altro che provare invidia, perché tu... tu sei forte"
"Forte, io? Ma che dici..."
"Probabilmente deve essere dovuto al fatto che sono sul punto di morire e non ragiono più con la testa" - affermò, trovando la forza di sorridere.
"Hei - disse Aragorn - non morirai"
"Non sono uno stupido, Aragorn - sussurrò - mi spiace andarmene così.Forse avrei potuto comportarmi meglio, con entrambi. Ti ho amato veramente, Aragorn. E Legolas... mi spiace per tutto ciò che ti ho detto.."
Il biondo gli afferrò istintivamente la mano, mentre Aragorn gli stringeva l'altra.
Anche per loro, tutto ciò che di male c'era stato, sembrava essere stato cancellato.
"Non andare... noi siamo un gruppo, siamo sempre stati insieme!" - esclamò Legolas.
"Beh, si vede che d'ora in poi dovrete fare a meno di me. E tu, Aragorn... non sei mai stato bravo con le questioni d'amore... non fartelo sfuggire, mi raccomando..."
Sorrise, e subito dopo tossì. Si abbandonò con il capo sul cuscino, poi esalò un lungo e sofferente respiro.
"Boromir..." - lo chiamò debolmente il biondo.
La linea sul monitor che segnava i battiti del cuore però, adesso era piatta.
Aragorn mollò la presa dalla sua mano. Non avrebbe pianto, non era da lui, al contrario di Legolas, che di lacrime quel giorno ne aveva versate anche troppo.
I due si spostarono poi in corridoio. Il biondo si sedette, poggiando i gomiti sulle ginocchia e le la fronte sulle mani, mentre Aragorn, tramite un giro di telefonate, avvisò gli altri circa ciò che era appena successo.
Non riuscivano a credere che se ne fosse andato.
Aragorn gli si avvicinò, sedendoglisi accanto.
"Gli altri saranno qui a momenti"
"Io non ci posso credere - sussurrò - non posso crederci. Se solo non avessimo litigato, tutto ciò non sarebbe successo..."
"Siamo in due allora a sentirci in colpa. Io sono il maggior responsabile, perché avrei dovuto badare un po' di più ai suoi sentimenti, ed invece...
Probabilmente, se non ci fossimo rimessi insieme, tutto ciò non sarebbe successo"
Legolas alzò immediatamente lo sguardo.
"Che vuoi dire?"
L'altro sospirò. Con tutto ciò che era successo, dove avrebbe avuto la forza per continuare a mantenere segreta quella relazione?
"Io... credo che forse è meglio se ci prendiamo una pausa"
Il biondo si sentì raggelare il sangue nelle vene. La stessa scene, le stesse parole, le stesse sensazioni di sedici anni prima.
"Una pausa?! - domandò stringendo i pugni - perché? E' per Boromir?"
"No... no, no, no - rispose - è soltanto che... la situazione per adesso è delicato. Eldarion... lui è molto scosso, ha appena saputo che non potrà più giocare a basket. Lui... e Arwen, anche lei è sconvolta, entrambi hanno bisogno di me, e Llweran ha bisogno di te"
"Cosa stai cercando di dire?" - domandò duramente.
"Sto cercando di dire che per il momento è meglio che ci dedichiamo ognuno alle nostre famiglie!"
"Io e Llweran siamo la tua famiglia! - esclamò prontamente - cazzo, non ti importa niente di lui?"
"Ti prego, non gridare" - lo supplicò.
"No, invece adesso parlo io! Sedici anni fa mi hai detto le stesse identiche cose, che dovevi pensare alla tua famiglia, e adesso che cambia? Nulla! Io dico che è l'ennesima scusa!"
"Non è così! Io tengo ad entrambi..." - sussurrò facendo per afferrargli un braccio.
"Non toccarmi! - esclamò - sta lontano da mio figlio, hai capito?! Tu non ci sei mai stato, per te c'è sempre stata solo l'altra famiglia! Sta lontano da entrambi, ti odio!"
Finalmente aveva tirato fuori tutto, gli aveva detto chiaramente ciò che pensava, che corrispondeva poi a verità.
Lui non era un oggetto, né un passatempi. Era stato male tante di quelle volte, che adesso si era come congelato.
Aragorn, dal canto suo, non aveva trovato la forza di replicare. Se l'era meritato, ma su una cosa Legolas si era sbagliato: non era vero che non gli importava nulla.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: YukiWhite97