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Autore: emylee    16/01/2017    1 recensioni
Harry ha iniziato il suo sesto anno già stanco di tutto e di tutti, e mentre sembra che Voldemort si sia preso una vacanza lontano dalla sua testa, Harry sospetta che abbia lasciato il compito di ucciderlo a qualcosa che non fa parte né dei Mangiamorte, né di tutto il resto delle minacce che incombono su di lui.
In ogni caso, Malfoy c'entra sempre.
E fu proprio per quello scontro che le sue giornate si trasformarono e non erano più opache.
Perché fu in quel momento, nell'istante in cui i capelli perfettamente pettinati di Malfoy solleticarono le sue narici, che iniziò a starnutire.
E starnutire.
E starnutire.
E starnutire ancora.
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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VI


«Harry! Ma dove eri finito?! Prima mi dici che dovevo toglierti il trucco prima di andare a dormire, e poi invece sparisci e non ti fai vedere per tutta la notte! Si può sapere che hai combinato?»
Harry deglutì, dopo la sfuriata di Hermione. «Mi sono addormentato in bagno» ammise.
La ragazza, seduta sulla poltrona rossa della Sala Comune, lo fissò apprensiva, mettendo da parte il libro che stava sfogliando in sua attesa. «Stai bene, Harry?»
«Vuoi la verità, Hermione?» Lei annuì, e lui sentì un vago senso di déjà-vu. «Non sono mai stato meglio. Ho dormito almeno otto ore di fila senza neanche avere un misero incubo. Non mi sono svegliato urlando, né in una pozza di sudore, né sanguinando dalla bocca perché mi sono morso la lingua. Ho dormito... normalmente.»
Hermione sorrise e gli fece posto sul bracciolo della poltrona, in modo che si sedesse accanto a lei. «Era l'ora, Harry, che ti decidessi a farti una bella dormita. Certo, magari sarebbe stato meglio se ti fossi trovato un posto un po' più comodo, ma...»
«Sono stato comodo» la interruppe, per poi arrossire al ricordo di quello che era successo poco prima che cadesse addormentato come il peggiore degli amanti.
Dio, si era addormentato sulla spalla di Malfoy! Di Draco Malfoy! E la cosa strana era che si sentiva benissimo, vivo e vegeto, e non solo per la nottata passata a dormire come non la passava da mesi, ma soprattutto perché era sopravvissuto, era incolume, dopo una notte passata con Draco Malfoy.
Una notte passata con Draco Malfoy.
Merlino, come suonava male come frase.
Sentiva vagamente lo sguardo indagatore di Hermione sul suo viso che, ne era sicuro, stava andando a fuoco.
«Harry? Devi dirmi qualcosa?»
«Vorrei ma... uhm, non so come la prenderesti.»
Hermione sbuffò. «Non devi avere paura di dirmi niente, lo sai. Sono o non sono tua amica? Sono qui per aiutarti, ascoltarti e consigliarti, se vuoi.»
«Sei la mia migliore amica, Herm.»
La ragazza si intenerì – e capì anche che quello era un pallido tentativo di sviare il discorso, inutilmente perché lei, anche se con più dolcezza, lo ignorò e continuò con il terzo grado. «Cosa devi dirmi, Harry?»
«Ecco...» si grattò la nuca, nervoso. «Ecco, mi sono addormentato in bagno con... ehm, uh, qualcuno, e, vedi, ero con... uh.»
«Con Malfoy, Harry?»
«Sì, esatto... eh?» Harry sgranò gli occhi e si disse che riusciva sempre a stupirsi, ogni volta, della sagacia di Hermione. Soprattutto quando Hermione sembrava decifrare i suoi balbettii con quello che voleva effettivamente dire. «Ok, non ti chiederò come diamine tu sia riuscita a capirlo, e passerò direttamente alla parte dove ti dico: non so che mi è preso. Lui era in bagno, e io mi sono addormentato sulla sua spalla, tutto qui, nulla di eclatante.»
«Hai dormito sulla sua spalla?»
«Sì, io...» si fermò, rendendosi conto della gaffe. «Ho detto più di quello che volevo dire. Essere amici con Hagrid ha i suoi difetti.»
Hermione scoppiò a ridere, finendo con persino asciugarsi delle finte lacrime ai lati degli occhi, mentre Harry voleva soltanto venir inghiottito dal pavimento e sparire dalla circolazione una volta per tutte. Il mondo avrebbe dovuto aspettare un altro Prescelto – forse avevano tempo, dato che Voldemort sembrava davvero essersi preso un anno sabbatico – perché lui aveva appena deciso di vivere come gli struzzi. Trovarsi un pezzettino di terra abbastanza confortevole dove infilarci la testa e restarci per tutto il tempo che gli restava.
«Harry,» lo chiamò Hermione, posandogli una mano su una gamba e distraendolo nei suoi tentativi di organizzare un viaggio per intraprendere la carriera da eremita, «va tutto bene, Harry. So che ti piace Malfoy dall'episodio dell'Amortentia, questo non ha fatto altro che confermare i miei dubbi.»
«Perché li chiami dubbi?» sbuffò Harry, leggermente più tranquillo, «I tuoi dubbi vengono sempre, sempre confermati. È frustrante, ma non saprei come andare avanti senza di te.»
«Arruffianarmi non cambierà la situazione.»
«Lo so» sospirò, «Ma è comunque la verità.»
«Quindi? Cosa vuoi fare in proposito? Hai finalmente capito che hai una cotta stratosferica per il tuo nemico numero due – il numero uno sappiamo benissimo chi è – il quale, dubito fortemente, ma è un potenziale Mangiamorte?» Prima che potesse risponderle, Hermione continuò, «E che probabilmente ce l'ha a morte con te perché hai sbattuto ad Azkaban suo padre e che, non dimentichiamolo perché è un dettaglio essenziale, lui è un Purosangue e tu, ahimé, un Mezzosangue che lui ripudia con tutto il suo intero ed egocentrico essere?» Riaprì di nuovo le labbra, ma lei lo interruppe di nuovo, «Anche se devo ammettere che se non ti ha schiantato ripetutamente dopo che gli hai dormito sulla spalla, mi dà a pensare che, forse, ma forse, non ti odia poi così tanto. O gli hai fatto solo fin troppa pena. Cosa ha fatto quando ti sei svegliato?»
Quando alla fine Hermione aspettò una risposta e gli diede il permesso di parlare, Harry non seppe che dire. Cosa aveva fatto quando si era svegliato? Beh. Niente. Non aveva fatto niente.
«Niente,» ribadì ad alta voce, «non c'era quando mi sono svegliato.»
E ci era rimasto anche piuttosto male quando, solo appena mezz'ora prima, si era svegliato infreddolito sul pavimento del bagno del primo piano senza il calore e la morbidezza che lo aveva accompagnato per tutta la notte. Per un piccolo attimo temette di essersi sognato tutto – anche perché lo aveva pure sognato, perdinci, aveva sognato Malfoy che gli accarezzava i capelli! – ma subito scacciò quel pensiero, perché ricordava tutto fin troppo nitidamente, nonostante durante la loro conversazione non fosse poi così sveglio. Le sensazioni provate, purtroppo, le sentiva ancora attaccate alla pelle come il sudore dopo una partita di Quiddich.
Ora che era riposato e sveglio, l'imbarazzo per tutta la situazione con l'altro ragazzo gli piovve addosso con violenza come il getto freddo e forte dell'acqua della doccia. Come aveva fatto, nei giorni scorsi, a non curarsene molto? Adesso non sapeva neanche come guardarlo negli occhi.
Soprattutto dopo quello che gli aveva detto il giorno prima.
Quale poteva essere un buon posto per poter vivere a tutti gli effetti come uno struzzo? Uno zoo?
«Non vorrei fare la saccente come al mio solito, ma credo che dovresti parlargli.»
«Certo, Hermione, lo farò.»
Magari tra qualche anno.


Hermione lo aveva mandato subito a fare una doccia, dicendogli di strofinarsi per bene il viso perché gli erano rimasti dei residui di trucco. Poco, ma c'era ancora. Non ricordava di esserselo tolto, ma forse era stato lo stesso Malfoy, quando l'aveva asciugato dopo il suo poco consono bagno, ad avergli tolto quella roba alla meno peggio.
Infondo, non avrebbe permesso di appoggiarglisi contro con il rischio di lasciargli un qualsiasi stupido segno, che fosse indelebile o no.
In ogni caso, si fece una veloce doccia, notando subito un odore differente che, però, subito scomparve non appena il getto d'acqua l'aveva colpito. Era l'odore di Malfoy, un misto tra vaniglia e menta, un odore fresco e dolce. Aveva avuto l'odore di Malfoy addosso e si sentiva terribilmente a suo agio. Ci aveva dormito. Ci aveva dormito bene.
Un po' gli dispiacque notare che l'odore se n'era andato, una volta uscito dalla doccia. Adesso sentiva solo quello del suo bagnoschiuma, quello di una sottomarca Babbana con il quale a malapena ne spiccava l'odore.
Si sentì un po' scemo, mentre si asciugava, ad annusarsi. Chissà se anche Malfoy, la sera prima e la notte appena trascorsa, aveva avuto il suo odore addosso per tutto il tempo.
Affiancò Hermione, Ron – il quale era stato l'ultimo a svegliarsi – e Ginny per andare in Sala Grande.
«Ginny, mi dispiace per ieri sera. Mi sono addormentato in bagno... non volevo abbandonarti da sola alla festa, te lo assicuro!»
«Harry, calmo» ridacchiò Ginny, e mentre entrarono nella Sala Grande gli avvolse il braccio intorno alle spalle, «va tutto bene, anzi, sono contenta che tu sia riuscito finalmente a dormire, anche se si tratta pur sempre del pavimento di un bagno.»
«Oh, ma non è stato così male, vero Harry?»
Guardò male Hermione, imporporandosi senza alcun pudore. Forse era un segno che doveva dirlo anche a Ron e a Ginny? Dire poi, cosa? Della cotta? Proprio come Hermione, anche loro due credevano già dall'episodio dell'Amortentia che avesse una cotta per Malfoy, quindi, forse, doveva solo dar loro la conferma.
Anche se Ron non l'avrebbe presa molto bene. Come gli aveva già detto, appunto, il problema non era che la sua cotta fosse un maschio, ma che fosse proprio Malfoy.
Sentì pizzicare piacevolmente dietro la schiena, e riconobbe subito lo sguardo di Malfoy perforargli la nuca. Ormai riusciva a sentirli proprio fisicamente i suoi occhi, quando si posavano su di lui. All'improvviso, non li sentì più, e decise di lanciargli un'occhiata solo dopo essersi seduto al suo posto al tavolo dei Grifondoro. Lo vide chino sul suo piatto, le posate ancora intatte. Non riusciva a vederlo dritto in volto, ma sembrava teso. Anche da quella distanza riusciva a vedere i pugni stretti delle mani e immaginare le unghie conficcate nei palmi.
Ecco, lo sapeva. Si era pentito di avergli prestato la spalla. Magari adesso si sentiva male perché sentiva i suoi germi da Mezzosangue attaccati sulla pelle, o forse era rinsavito e si stava mentalmente cruciando per non avergli lanciato qualche Maledizione Senza Perdono quando ne aveva avuto l'occasione. Lo capiva, più o meno. Per quel poco che lo conosceva, era strano che non fosse già al cospetto di Voldemort con un Draco gongolante accanto pronto a ricevere la sua ricompensa.
«Harry, mi passi il latte?»
Sbatté le palpebre, tornando al suo tavolo e dando attenzione a Ginny. «Che? Il latte?»
«Sì, Harry, accanto a te. Me lo passi?»
Harry annuì, ricambiando il sorriso con il quale Ginny lo ringraziò.
Un rumore di stoviglie sbattute zittì metà degli studenti della Sala Grande – Corvonero, per di più, i Serpeverde semplicemente ignorarono la faccenda nata proprio al loro tavolo. Harry se ne accorse perché ormai tendeva ad avere sempre la sua attenzione in quel preciso punto del tavolo Serpeverde e vide subito Draco in piedi, con le mani tremanti che stringevano il legno – l'odore dei tavoli della Sala Grande – e guardava con occhi di fuoco i suoi compagni. La Parkinson e Zabini ridacchiavano sottovoce e lui tremava di rabbia.
Incomprensioni tra serpi, eh?
Quando ormai nessuno più badava allo scatto d'ira di Draco, questi scavalcò la panca senza aver toccato cibo e marciò fumante verso la porta.
Hermione gli sfiorò un braccio, «Lo insegui? Io gli porterei una mela.»
Fissò Hermione come un bambino fisserebbe i genitori che gli stavano dicendo che quell'anno era sulla lista dei bambini buoni di Babbo Natale e che poteva aprire i suoi regali. Felice come una Pasqua.
E saltellando come il coniglio pasquale, afferrò una mela e corse dietro Draco.




Spazio Autrice:
Salve! Eccomi con un nuovo capitolo, decisamente di passaggio perché non succede niente di particolare.
Ma è comunque importante perché, proprio come i precedenti capitoli, ci sono delle piccole cose che torneranno più avanti. Seguite che poi vedrete XD
Ringrazio chi segue/precerisce/ricorda e ovviamente sottolineo di nuovo che se mi lasciate qualche commentino non fa male né a voi né tantomeno a me XD
Grazie <3

Emily


  
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