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Autore: xxlili_luna    27/01/2017    3 recensioni
Lord Voldemort non è mai esistito, i genitori di Harry sono ancora vivi. Hermione e Draco si sono sempre odiati e insultati. Ma se sotto quegli insulti e quelle occhiataccie si fosse per tutto il tempo nascosto qualcosa di più? Durante l'estate, in cui saranno costretti a passare insieme si renderanno conto di provare qualcosa l'uno per l'altro. I due si sforzano di mantenere la loro relazione segreta ma qualcuno li scoprirà. Malfoy riuscirà a confessare veramente cosa prova per lei e cambierà, oppure rimarrà il solito?
Dal testo:
- Cosa vuoi, Malfoy?
- Rilassati Granger, voglio solo prendere un bicchiere d'acqua, come te. - rispose sorpassandomi e prendendo effettivamente un bicchiere. Mi voltai feci per andarmene quando sentì la voce di Malfoy dietro di me. - Comunque bel pigiama. - disse mi voltai e lo vidi appoggiato al bancone che mi squadrava. Arrossí violentemente [..] e me ne tornai in camera mia.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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UNA NOTTE DA SOGNO
Pov Hermione
Soggiorno
Stavo seduta sul divano, le gambe piegate di fronte a me, un libro sulle ginocchia. Era stato strano trovarlo nella biblioteca di quella casa, dato che era un libro babbano. Era una storia romantica ambientata secoli fa. Era di un certo William Shakespeare e si intitolava Romeo e Giulietta. Era da quella mattina che non vedevo Malfoy e sotto sotto un po' mi mancava, ma scacciai subito quei pensieri e tornai a concentrarmi sul libro. Da quel pomeriggio non ero ancora riuscita a parlare con Ron per sistemare le cose. Ero sicura che non volessi più stare con lui e che io avessi sbagliato a non dirgli la verità, ma aveva sbagliato anche lui a non lasciarmi parlare. Non volevo interrompere i nostri rapporti, insomma lui era stato uno dei miei migliori amici per anni, prima di essere il mio ragazzo, e volevo che tornassimo a essere per lo meno amici, anche se non mi davo troppe speranze. 
Quella mattina a pranzo i nostri genitori ci avevano detto che eravamo stati tutti invitati a un ballo organizzato da una certa Cammille Wood, che si sarebbe tenuto la sera dopo. Io, mia madre e Narcissa ci eravamo messe d'accordo per andare a fare shopping il giorno dopo, prima del ballo. Non conoscevo bene questa Camille, sapevo solo che era una cugina alla lontana dei Malfoy, all'inizio non aveva praticamente niente, erano poveri, ma poi lei ha conosciuto un uomo molto ricco e si erano sposati. 
- Hermione? - mi chiamò mio padre facendomi alzare lo sguardo verso di lui. Mi stava guardando sorridente, quel suo sorriso che mi faceva sorridere a mia volta. Mamma diceva sempre che ero uguale a lui e io non potevo non darle ragione. 
- Ciao papà! - dissi sorridendo. Lui si avvicinò a me e si sedette nel poco spazio libero dalla mie gambe sul divano. - Che succede? 
- Niente piccola. Volevo solo chiederti un favore. 
- Certo! - feci mettendo un segno al libro e poggiandola sul tavolino posto lì accanto. 
- Okay, ma deve essere un segreto, non devi dirlo a nessuno, né a Lucius, né a Narcissa, né a Draco e soprattutto non devi dirlo alla mamma. - raccomandò lui facendosi serio. Annuì decisa cominciando a farmi sempre più curiosa. - Bene. Ho pensato... bè in realtà è da un po' che ci penso e vedi... vorrei rinnovare le promesse con la mamma. - disse lui sorridendo appena. Sgranai gli occhi dalla sorpresa, la bocca leggermente aperta. Poi mi ripresi dalla sorpresa e mi buttai su di lui abbracciandolo forte. 
- Papà è bellissimo! - esclamai mentre lui ricambiava l'abbraccio. Quando ci staccammo avevamo di nuovo il sorriso sulle labbra. 
- E... vorrei che tu trovassi un modo di chiederglielo in grande stile ma non troppo. Insomma come una festa privata, capisci? - disse lui con uno sguardo speranzoso. 
- Certo che capisco. - risposi e in quel momento, mi venne in mente una bella idea, però avevo poco tempo per organizzare il tutto e dovevo correre. - Ho un'idea, sono sicura che le piacerà, anzi piacerà a tutti! - dissi balzando in piedi. Mi stirai la gonna di jeans con le mani e afferrai il telefono, le chiavi di quella casa e mi diressi verso la porta. 
- Dove vai Hermione? - mi fermò papà prima che potessi uscire. 
- Vado a preparare tutto! Dì agli altri che sono uscita, dovrei tornare per l'ora di cena, spero. - dissi frenetica, ero su di giri dall'eccitazione. - Ti voglio bene. 
- Anch'io! - urlò in risposta lui prima che chiudessi la porta. Scesi di corsa le scale del portico e corsi verso la fine della città. Mi smaterializzai e riapparsi a Godrix Ollow. C'era molta gente per la strada, i vecchi e pesanti mantelli erano stati o sostituiti da mantelli più leggeri oppure tolti, alcuni negozi erano già chiusi, il distributore di castagne era stato sostituito da uno di gelato. Camminavo velocemente verso il negozio che stavo cercando, sperando con tutta me stessa che ci fossero. Appena ci arrivai notai subito che la porta era chiusa ma sapevo anche che loro, più o meno, vivevano in quel negozio quindi non mi perdei d'animo e bussai alla porta. 
Dopo qualche secondo qualcuno mi venne ad aprire. 
- Ciao Hermione! Che ci fai qui? - mi salutò il primo dei gemelli abbracciandomi. Ricambiai il calore e abbracciai anche l'altro. 
- Ciao ragazzi! Posso entrare? 
- Certo. - risposero in coro facendosi da parte, entrai nel negozio. L'ambiente aveva sempre quella luce soffusa che d'inverno lo facevano sembrare sempre più cando, e adesso c'era un bel frescolino. Mi voltai di nuovo verso di loro, lievemente nervosa. Mi sentivo orribile a chiedere a loro due un favore dopo che io e Ron, loro fratello, ci eravamo lasciati così in malo modo. 
- Allora... avrei bisogno del vostro aiuto per una cosa. Ma se non volete vi capisco - aggiunsi frettolosa. - insomma, dopo quello successo tra me e Ron... 
- Hermione. - la interruppero in coro. - Sei nostra amica, anche se non esci più con nostro fratello. 
- Grazie. - feci molto più sollevata. Bene, quindi non avevo perso i miei amici rossi. - Allora vi spiego la situazione. Mio padre vuole rinnovare le promesse di matrimonio con mia madre e mi ha incaricato di trovare un modo originale per chiederglielo e organizzare il tutto. 
- Perfetto per te. - commentò Fred. 
- Lo so! - feci come se fosse una cosa ovvia, e infatti lo era. - Comunque io ho già una super idea ma ho bisogno del vostro aiuto. 
- Certo. - fece George. - Che ti serve? 
- Ecco... avete presente quei fuochi d'artificio magici che una volta hanno formato che scritta il cielo? - chiesi speranzosa e quando li vidi annuire, sorrisi. - Bene, mi servono quelli. 
- Dovrei averli in magazzino. - disse Fred allontanandosi, dopo poco però chiamò suo fratello per farsi aiutare e così rimasi da sola. Sia i gemelli che Ginny mi avevano detto che saremmo rimasti amici incondizionatamente dalla mia relazione con Ron. Ero contenta di questo, dato che erano come fratelli per me, ma ero anche molto dispiaciuta del fatto che Ron non avesse neanche provato a telefonare o a mandarmi un gufo. Prima di metterci insieme eravamo migliori amici e adesso, non pretendevo di tornare ad avere il rapporto che avevamo prima, ma speravo che almeno tornassimo a essere amici. Speranza vana, ma com'è quel detto babbano? La speranza è l'ultima a morire. 
- Eccoci. - sentì la voce dei gemelli e mi voltai verso di loro, allontanandomi dai miei pensieri. Tenevano un grande baule, uno lo teneva da una parte e l'altro da quel l'altra. La deposero davanti a me e l'aprirono rivelando tantissimi piccoli e grossi razzi. Ce n'erano un centinaio e tutti avevano dimensioni e colori diversi. Alla fine quei due estrassero una paio di quei razzi abbastanza piccoli. 
- Sono questi? - chiesi incuriosita. 
- Sì. Uno per ogni due parole. A te quante te ne serve? 
Contai nella mente quante parole c'erano nella frase cllasia e dissi - Tre. 
- Okay. - dissero in coro chinandosi di nuovo e afferrando un altro piccolo razzo. - Senti... se vuoi possiamo venire noi a innescarli e te li possono programmare. 
- Programmare? - chiesi di nuovo curiosa, quei due erano veramente incredibili. 
- Sì. La frase. Cosa vuoi che venga scritto in cielo? - chiese George prendendo un foglio e una piuma per scrivere. Gli dissi la frase e lui la scrisse velocemente. - Allora dove si terrà questa super dichiarazione? 
- Domani sera ci sarà un ballo al Wood Manor. Sarà lì. Sapete più o meno dov'è? 
- Sì conosco quel posto. - esclamò Fred. 
- Perfetto! Allora ci vediamo lì alle dieci e mezza. - dissi sorridendo felice. 
- Va bene. Ci vediamo lì! - dissero in coro sorridendo a loro volta. Li abbracciai di nuovo entrambi e uscì dal negozio con aria soddisfatta. Li avrebbero portati loro due i fuochi. Non mi era mai piaciuto affidarsi completamente a qualcuno ma di loro mi fido ciecamente. Prima di tornare a casa decisi di fare un giro per quella città magica, godendosi semplicemente tutto. 
Pov Draco
Appena rientrato a casa noto subito che la Granger non c'è. Aveva lasciato un libro sul tavolino davanti al divano e la sua borsa non c'era. 
- Ciao Draco! - mi salutò mia madre passando per il soggiorno per andare in cucina. Ero tornato appena in tempo per mangiare. Quel giorno l'avevo preso per me, per poter schiarirmi un po' le idee sulla Granger e su tutto quello che era successo durante quei giorni e il risultato era stato di avere ancora più confusione in testa. Pian piano scesero anche gli altri adulti. Mi sentivo un po' a disagio a stare lì senza di lei al mio fianco e in una parte remota del mio cuore sperai che tornasse al più presto. 
- Dov'è Hermione? - chiese sua madre parlando a nessuno in particolare. 
- Mi ha detto di dirvi che doveva uscire. - rispose frettoloso suo padre continuando a leggere il giornale che aveva in mano. Ma colsi immediatamente il suo tono di voce lievemente più tremante rispetto al solito, lo stesso che aveva lei quando nascondeva qualcosa. Voltai lo sguardo verso la Signora Granger e la vidi fissare con gli occhi ridotti a fessura suo marito. 
- E sai dov'è andata?
- No, questo non me lo ha detto. - rispose senza distogliere lo sguardo dal giornale. Feci saettare di nuovo lo sguardo verso sua moglie e la vidi sorridere appena. - Che c'è? - chiese innocente l'uomo alzando finalmente lo sguardo verso di lei. 
- Granger! - esclamò voltandosi. - Tutti uguali! 
E un secondo dopo la porta d'ingresso si aprì ed Hermione entrò nella cucina sorridendo radiosa. Sembrava molto felice per qualcosa ma quella mattina non l'avevo vista, quindi mi presi il tempo per squadrarla per bene. Quando raggiunsi i suoi occhi incontrai il suo sguardo caldo. Non staccai gli occhi dai suoi, e neanche lei sembrava intenzionata a farlo ma sua madre la chiamò e lei fu costretta a voltarsi verso di lei. - Allora, dove sei stata? 
- Ehm... avevo una cosa da fare. - rispose lei, la voce che le tremava lievemente, esattamente come suo padre poco prima. Solo in quel momento mi resi conto di quanto lei fosse simile a suo padre. Avevano il carattere molto simile e lo stesso meraviglioso sorriso.
- Siete proprio uguali voi due! - esclamò la Signora Granger sorridendo appena. Hermione si scambiò un occhiata complice con suo padre prima che entrambi tornassero a guardare lei. 
- Tecnicamente sono anche tua figlia. - disse Hermione sorridendo appena. 
- E con questo cosa vorreste insinuare? - chiese la donna facendo la finta offesa. 
- Niente... - risposero in coro i due sogghignando. Erano proprio una bella famiglia, molto diversa dalla mia. 
La cena trascorse tranquilla, tra una chiacchiera e una risata. Alla fine della cena Hermione andò in salotto e prese il libro che stava leggendo prima e, insieme a me, andammo in camera nostra. Lei andò a cambiatsi e quando uscì mi persi di nuovo a guardarla. Distolsi subito lo sguardo, prima che se ne accorgesse, e andai in bagno. Mi spogliai rimanendo in boxer e uscì dal bagno, ritrovandomi una Hermione mezza nuda con indosso il suo pigiama che lasciava ben poco all'immaginazione. Leggeva un libro, il libro che avevo trovato sul tavolo quando ero tornato, inconsapevole di essere così tremendamente sexy. 
- Allora? Cosa indosserai domani sera? - le chiesi buttando mi sul letto accanto a lei. 
- Non lo so ancora. - rispose con aria indifferente continuando a leggere. Okay, era ancora arrabbiata con me.
- Va bene... allora cosa stai leggendo? - chiesi cambiando argomento e cercando di sbirciare ma lei me lo impedì portandoselo al petto. 
- Un libro babbano. Non credo ti interesserebbe. - rispose secca ma da quella angolazione riuscì a leggere lo stesso il titolo. 
- Romeo e Giulietta. Mmm... non ti facevo così romantica. - commentai sogghignando malizioso. 
- Tu l'hai letto? - chiese evidentemente stupita. 
- Una volta. - risposi godendomi quell'espressione così stupita. I nostri visi erano molto vicini e il mio cuore aveva cominciato a battere lievemente più forte del normale, era da tempo che non mi avvicinavo così a lei, se non conto quel bacio rubato mentre lei dormiva, e stranamente mi mancava. 
- Ti prego non dirmi come finisce. - sussurrò, anche lei sembrava agitata da quella vicinanza. 
- Certo... - dissi avvicinandomi ancora un po'. 
- Che stai facendo, Malfoy? - chiese in un sussurro. In realtà non lo sapevo neanche io cosa stavo facendo ma era come uno strano bisogno che avevo di lei. 
- Se vuoi che mi fermi devi dirmelo adesso. - sussurrai a un millimetro dalle sue labbra. Avevo gli occhi puntati sulle sua labbra schiuse, e lei non disse niente. Mi avvicinai di più annullando quella distanza e la baciai. 
Pov Hermione
Non sapevo cosa stavo facendo, ma era come se avessi un bisogno fisico di lui. Mi lasciai baciare e ricambiai immediatamente il bacio, concedendo l'accesso alla sua lingua nella mia bocca. Infilai le mani tra i suoi capelli di seta e strinsi alcune ciocche tra le dita. Intanto le nostre lingue erano impegnate in una danza sensuale che mi faceva andare fuori di testa. Sentivo il cuore scoppiare, l'emozione alle stelle. I baci di Draco erano un misto di passione e sensualità pazzesca. Sentì la sua mano allontanare il libro chi avevo abbandonato sul letto e cadere a terra, non me ne preoccupai, poi cominciò ad accarezzarti le gambe nude, partendo dal ginocchio fino alla coscia. Sospirai sulle sue labbra per quelle carezze e lo sentì sogghignare lievemente prima che le nostre bocche tornassero incollate. Mi afferrò un fianco e con uno scatto fulmineo mi portò a cavalcioni su di lui. Lasciai i suoi capelli e feci scendere le mani sul suo petto perfetto, mentre lui continuava ad accarezzarmi la gamba. Ci staccammo per un secondo con il fiatone ma tempo due secondi e mi rituffai sulle sue labbra, rosse e gonfie. La mia razionalità era andata a farsi fottere e con lei anche tutto quello che mi aveva fatto Malfoy in quegli anni. In quel momento esistevamo solo io e lui. 
Una mano mi stringeva un fianco, l'altra scostò la canottiera e andò a toccare la pelle nuda. Un brivido di piacere seguito da un altro sopsiro accompagnò quelle carezze continue. Draco si scostò delle mie labbra e scese sul collo, cominciando a baciarlo e a leccarlo, avidamente. Mi sentivo morire dal piacere! Non volevo che smettesse, anzi. 
La sua mano arrivò al seno, coperto dal reggiseno che scostò un minimo per avere un piccolo accesso. 
- Granger... sicura? - lo sentì sussurrare la mio orecchio. Annuì decisa, anche se non sapevo se sarebbe stata una buona idea o meno, ma in quel momento non mi importava. Per la prima volta nella vita non volevo pensare alle conseguenze che ci sarebbero state, volevo godermi quel momento così com'era, e anche il fatto che Draco me l'avesse chiesto mi piacè. Lo sentì sorridere lievemente contro il collo e con uno scatto fulmineo mi sfilò la canottiera. Cercai di coprirmi imbarazzata ma lui mi bloccò le braccia. Mi riportò sotto di sé e scese a baciarmi il petto, poi l'incavo tra i seni e infine in ventre arrivando all'inizio dei pantaloncini. Risalì lentamente e riprese a baciarmi il collo mentre con la mano cercava di farsi spazio tra di me e il matrrasso, inarcai la schiena aiutandolo e lui mi sganciò il reggiseno, buttandolo da qualche parte nella stanza. Lasciandomi una scia di baci roventi cominciò a baciare un seno, mentre torturava con una mano l'altro. Prese tra le labbra un capezzolo e gemetti forte, mentre lui continuava quella piacevole tortura. Alla fine tornò sulle mie labbra e mi baciò con la stessa intensità con cui l'aveva fatto prima. Afferrò l'elastico dei pantaloncini e li fece scendere, a separarci solo le mie mutandine e i suoi boxer. 
- Sicura? - mi chiese di nuovo. 
- Sì. - risposi decisa incitandolo  continuare. Lui afferrò un lembo delle mutandine e me le sfilò nello stesso istante in cui toglievo  lui i boxer, solo con mano più tremante. Era lui l'esperto di queste cose, non io. Ora che eravamo pelle contro pelle, riuscì a capire veramente perché tutte le ragazze gli correvano dietro. 
- Sei bellissima. - sussurrò lui. Io sorrisi lievemente prima  di tirarlo a me e baciarlo di nuovo. Lui allungò una mano e afferrò la bacchetta e fece un incantesimo contraccettivo prima di scivolare con una spinta secca dentro di me. Gemetti di nuovo contro le sue labbra, mentre lui cominciava  muoversi dentro di me senza timore. Spinte forti e decise che mi facevano andare fuori di testa. Dopo poco cominciai ad assecondarlo, muovendo a mia volta il bacino. Lo sentì grugnire di piacere e si avventò di nuovo sul mio collo, succhiandolo. 
Raggiungemmo l'orgasmo insieme, baciandoci per soffocare le grida. Non volevamo che i nostri genitori ci sorprendessero a fare sesso. Affondò il viso nell'incavo del mio collo per riprendere fiato, avevamo entrambi il fiatone ed eravamo sudati fradici. Quando il respiro di entrambi tornò regolare si buttò dall'altra parte sdraiandosi. Mi tirò a se e mi strinsi al suo petto. Incredibile a dirsi, ma mi sentivo a casa tra le sue braccia, e ci addormentammo così. 
Il giorno dopo mi svegliai un po' indolenzita ma stavo stranamente bene. Draco era ancora al mio fianco e dormiva profondamente. Lo osservai dormire, i lineamenti rilassati, le palpebre che tremavano lievemente. Mi sporsi e gli diedi un piccolo bacio a fior di labbra. Quando feci per staccarmi, però, le sue mani si strinsero ai miei fianchi e mi tirò di nuovo a se. 
- Buongiorno. - sussurrai sorridendo. 
- Buongiorno. Questo sì che è un bel risveglio. - commentò baciandomi di nuovo a fior di labbra. 
- Ci dovremmo rivestire. I nostri genitori ci stanno aspettando giù. - dissi non molto convinta, dato che avrei preferito mille volte rimanere chiusa in quella stanza con lui per tutto il giorno più che andare con mia madre e Narcissa a fare shopping. Sapevo già che alla fine, con una scusa gentile, le avrei cacciate entrambe  e, via telefono, mi avrebbe aiutato Ginny. 
- Non possiamo rimanere ancora un po' qui? - chiese richiudendo gli occhi lasciando la testa sul cuscino. 
- Vorrei, non sai quanto. Ma se non andiamo noi, potrebbero venire loro, e sinceramente non mi va di beccarmi uan sfuriata da parte di mia madre per il fatto di non essere più vergine prima del matrimonio. - dissi sospirando. 
- I tuoi genitori credano che tu sia vergine? - chiese Draco improvvisamente interressato, aprendo completamente gli occhi ghiacciati che però brillavano di una luce che non gli avevo mai visto con nessuna, tranne che con me. 
- Sì. - risposi in un sussurro. Mi sentivo molto imbarazzata e lui lo capí subito perché mi prese il mento tra le dita e mi fece voltare verso di lui. 
- Ehi. Non c'è niente di male. Anche i miei credono che abbia perso la verginità da poco, siamo più o meno sulla stessa barca. - disse sorridendo appena. Non mi ero mai accorta di quanto fosse bello quando era sereno. 
- Sì... solo che tu ti sei portato a letto mezza scuola, mentre io l'ho fatto solo una volta, con questa due. - reicai io lievemente acida ma comunque divertita. 
- Vero. - disse lui sorridendo lievemente. Ci baciammo un altra volta prima di rialzarci. Draco mi lasciò il primo turno per il bagno, e mi feci una doccia veloce. Mi avvolsi in un asciugamano e uscì dalla stanza, trovandolo di fronte a me con un piccolo sorriso malizioso sulle labbra. Cercando di non guardarlo a lungo, dato che era ancora completamente nudo, andai verso l'armadio e quando anche lui entrò in bagno, mi vestì. Indossai della biancheria pulita, una canottiera bordeaux con la scollatura in pizzo e un paio di jeans neri. Quando mi voltai lo vidi uscire dal bagno con addosso solo un asciugamano stretto in vita. Andò al suo armadio e prese alcuni vestiti, ossia un paio di boxer, una maglietta nera e un paio di jeans. Prima che si spogliasse di fronte e me, di nuovo, mi voltai  presi le mie scarpe, che infilai in un secondo.
La mia razionalità cominciava pian piano a tornare, eppure, non mi pentivo minimamente di quello che era successo tra me e Draco. Inoltre era un bene che fosse tornata, dato che la forza di sbirciare era tanta, ma riuscì a trattenermi dall'andare lì e aiutarlo  a rivestirsi, solo per poter ammirare un altro po' il suo corpo. 
Una volta che entrambi fummo vestiti, uscimmo mano nella mano dalla stanza diretti di sotto. Questa volta, però, il nostro tenerci per mano era vero, e cavolo se lo era. Avevo comunque paura di chiedergli esattamente qual'era il nostro rapporto dopo... bè quello che era successo stanotte. Insomma era stata una cosa da una notte  via, oppure stavano insieme adesso? L'unica cosa che volevo appurare con lui era che non sarei mai stata come una di quelle sgualdrine che si portava a letto ogni volta che voleva. Se a lui andava bene, bene. Ma se no, allora poteva anche scordarsi di me, e a quel punto avremmo ripreso il rapporto che avevamo prima. Su questo ero più che sicura, e non sarei tornata indietro neanche pregata. 
Va bene, il capitolo, forse, è un po' corto ma volevo lasciare un po' di spazio  questi due. E poi morivo dalla voglia di scrivere la loro prima notte insieme. Ho voluto che Hermione si lasciasse andare un po' perché nei libri è un po' troppo rigida e razionale, e ho voluto che almeno una volta la sua razionalità( come ha detto lei) andasse a farsi fottere. 
Grazie per aver letto questo capitolo e scusate il ritardo ma sono stata presa da altre due Dramione che sto scrivendo. Lo so sono una completa pazza ma mi piace aprirmi tante strade. 
Voglio assolutamente ringraziare tutti quelli che hanno aggiunto la mia storia alle preferite, o alle seguite. Soprattutto chi recensisce, e voglio ringraziare in modo speciale Lili321 per le sue meravigliose recensioni, che, corte mi fanno venire voglia di continuare a scrivere anche se non ho molte idee. 
Grazie a tutti e ci vediamo al prossimo capitolo! 

UNA NOTTE DA SOGNO




Pov Hermione
Soggiorno




Stavo seduta sul divano, le gambe piegate di fronte a me, un libro sulle ginocchia. Era stato strano trovarlo nella biblioteca di quella casa, dato che era un libro babbano. Era una storia romantica ambientata secoli fa. Era di un certo William Shakespeare e si intitolava Romeo e Giulietta. Era da quella mattina che non vedevo Malfoy e sotto sotto un po' mi mancava, ma scacciai subito quei pensieri e tornai a concentrarmi sul libro. Da quel pomeriggio non ero ancora riuscita a parlare con Ron per sistemare le cose. Ero sicura che non volessi più stare con lui e che io avessi sbagliato a non dirgli la verità, ma aveva sbagliato anche lui a non lasciarmi parlare. Non volevo interrompere i nostri rapporti, insomma lui era stato uno dei miei migliori amici per anni, prima di essere il mio ragazzo, e volevo che tornassimo a essere per lo meno amici, anche se non mi davo troppe speranze. 
Quella mattina a pranzo i nostri genitori ci avevano detto che eravamo stati tutti invitati a un ballo organizzato da una certa Cammille Wood, che si sarebbe tenuto la sera dopo. Io, mia madre e Narcissa ci eravamo messe d'accordo per andare a fare shopping il giorno dopo, prima del ballo. Non conoscevo bene questa Camille, sapevo solo che era una cugina alla lontana dei Malfoy, all'inizio non aveva praticamente niente, erano poveri, ma poi lei ha conosciuto un uomo molto ricco e si erano sposati. 


- Hermione? - mi chiamò mio padre facendomi alzare lo sguardo verso di lui. Mi stava guardando sorridente, quel suo sorriso che mi faceva sorridere a mia volta. Mamma diceva sempre che ero uguale a lui e io non potevo non darle ragione. 


- Ciao papà! - dissi sorridendo. Lui si avvicinò a me e si sedette nel poco spazio libero dalla mie gambe sul divano. - Che succede? 


- Niente piccola. Volevo solo chiederti un favore. 


- Certo! - feci mettendo un segno al libro e poggiandola sul tavolino posto lì accanto. 


- Okay, ma deve essere un segreto, non devi dirlo a nessuno, né a Lucius, né a Narcissa, né a Draco e soprattutto non devi dirlo alla mamma. - raccomandò lui facendosi serio. Annuì decisa cominciando a farmi sempre più curiosa. - Bene. Ho pensato... bè in realtà è da un po' che ci penso e vedi... vorrei rinnovare le promesse con la mamma. - disse lui sorridendo appena. Sgranai gli occhi dalla sorpresa, la bocca leggermente aperta. Poi mi ripresi dalla sorpresa e mi buttai su di lui abbracciandolo forte. 


- Papà è bellissimo! - esclamai mentre lui ricambiava l'abbraccio. Quando ci staccammo avevamo di nuovo il sorriso sulle labbra. 


- E... vorrei che tu trovassi un modo di chiederglielo in grande stile ma non troppo. Insomma come una festa privata, capisci? - disse lui con uno sguardo speranzoso. 


- Certo che capisco. - risposi e in quel momento, mi venne in mente una bella idea, però avevo poco tempo per organizzare il tutto e dovevo correre. - Ho un'idea, sono sicura che le piacerà, anzi piacerà a tutti! - dissi balzando in piedi. Mi stirai la gonna di jeans con le mani e afferrai il telefono, le chiavi di quella casa e mi diressi verso la porta. 


- Dove vai Hermione? - mi fermò papà prima che potessi uscire. 


- Vado a preparare tutto! Dì agli altri che sono uscita, dovrei tornare per l'ora di cena, spero. - dissi frenetica, ero su di giri dall'eccitazione. - Ti voglio bene. 


- Anch'io! - urlò in risposta lui prima che chiudessi la porta. Scesi di corsa le scale del portico e corsi verso la fine della città. Mi smaterializzai e riapparsi a Godrix Ollow. C'era molta gente per la strada, i vecchi e pesanti mantelli erano stati o sostituiti da mantelli più leggeri oppure tolti, alcuni negozi erano già chiusi, il distributore di castagne era stato sostituito da uno di gelato. Camminavo velocemente verso il negozio che stavo cercando, sperando con tutta me stessa che ci fossero. Appena ci arrivai notai subito che la porta era chiusa ma sapevo anche che loro, più o meno, vivevano in quel negozio quindi non mi perdei d'animo e bussai alla porta. 
Dopo qualche secondo qualcuno mi venne ad aprire. 


- Ciao Hermione! Che ci fai qui? - mi salutò il primo dei gemelli abbracciandomi. Ricambiai il calore e abbracciai anche l'altro. 


- Ciao ragazzi! Posso entrare? 


- Certo. - risposero in coro facendosi da parte, entrai nel negozio. L'ambiente aveva sempre quella luce soffusa che d'inverno lo facevano sembrare sempre più cando, e adesso c'era un bel frescolino. Mi voltai di nuovo verso di loro, lievemente nervosa. Mi sentivo orribile a chiedere a loro due un favore dopo che io e Ron, loro fratello, ci eravamo lasciati così in malo modo. 


- Allora... avrei bisogno del vostro aiuto per una cosa. Ma se non volete vi capisco - aggiunsi frettolosa. - insomma, dopo quello successo tra me e Ron... 


- Hermione. - la interruppero in coro. - Sei nostra amica, anche se non esci più con nostro fratello. 


- Grazie. - feci molto più sollevata. Bene, quindi non avevo perso i miei amici rossi. - Allora vi spiego la situazione. Mio padre vuole rinnovare le promesse di matrimonio con mia madre e mi ha incaricato di trovare un modo originale per chiederglielo e organizzare il tutto. 


- Perfetto per te. - commentò Fred. 


- Lo so! - feci come se fosse una cosa ovvia, e infatti lo era. - Comunque io ho già una super idea ma ho bisogno del vostro aiuto. 


- Certo. - fece George. - Che ti serve? 


- Ecco... avete presente quei fuochi d'artificio magici che una volta hanno formato che scritta il cielo? - chiesi speranzosa e quando li vidi annuire, sorrisi. - Bene, mi servono quelli. 


- Dovrei averli in magazzino. - disse Fred allontanandosi, dopo poco però chiamò suo fratello per farsi aiutare e così rimasi da sola. Sia i gemelli che Ginny mi avevano detto che saremmo rimasti amici incondizionatamente dalla mia relazione con Ron. Ero contenta di questo, dato che erano come fratelli per me, ma ero anche molto dispiaciuta del fatto che Ron non avesse neanche provato a telefonare o a mandarmi un gufo. Prima di metterci insieme eravamo migliori amici e adesso, non pretendevo di tornare ad avere il rapporto che avevamo prima, ma speravo che almeno tornassimo a essere amici. Speranza vana, ma com'è quel detto babbano? La speranza è l'ultima a morire. 


- Eccoci. - sentì la voce dei gemelli e mi voltai verso di loro, allontanandomi dai miei pensieri. Tenevano un grande baule, uno lo teneva da una parte e l'altro da quel l'altra. La deposero davanti a me e l'aprirono rivelando tantissimi piccoli e grossi razzi. Ce n'erano un centinaio e tutti avevano dimensioni e colori diversi. Alla fine quei due estrassero una paio di quei razzi abbastanza piccoli. 


- Sono questi? - chiesi incuriosita. 


- Sì. Uno per ogni due parole. A te quante te ne serve? 


Contai nella mente quante parole c'erano nella frase cllasia e dissi - Tre. 


- Okay. - dissero in coro chinandosi di nuovo e afferrando un altro piccolo razzo. - Senti... se vuoi possiamo venire noi a innescarli e te li possono programmare. 


- Programmare? - chiesi di nuovo curiosa, quei due erano veramente incredibili. 


- Sì. La frase. Cosa vuoi che venga scritto in cielo? - chiese George prendendo un foglio e una piuma per scrivere. Gli dissi la frase e lui la scrisse velocemente. - Allora dove si terrà questa super dichiarazione? 


- Domani sera ci sarà un ballo al Wood Manor. Sarà lì. Sapete più o meno dov'è? 


- Sì conosco quel posto. - esclamò Fred. 


- Perfetto! Allora ci vediamo lì alle dieci e mezza. - dissi sorridendo felice. 


- Va bene. Ci vediamo lì! - dissero in coro sorridendo a loro volta. Li abbracciai di nuovo entrambi e uscì dal negozio con aria soddisfatta. Li avrebbero portati loro due i fuochi. Non mi era mai piaciuto affidarsi completamente a qualcuno ma di loro mi fido ciecamente. Prima di tornare a casa decisi di fare un giro per quella città magica, godendosi semplicemente tutto. 




Pov Draco




Appena rientrato a casa noto subito che la Granger non c'è. Aveva lasciato un libro sul tavolino davanti al divano e la sua borsa non c'era. 


- Ciao Draco! - mi salutò mia madre passando per il soggiorno per andare in cucina. Ero tornato appena in tempo per mangiare. Quel giorno l'avevo preso per me, per poter schiarirmi un po' le idee sulla Granger e su tutto quello che era successo durante quei giorni e il risultato era stato di avere ancora più confusione in testa. Pian piano scesero anche gli altri adulti. Mi sentivo un po' a disagio a stare lì senza di lei al mio fianco e in una parte remota del mio cuore sperai che tornasse al più presto. 


- Dov'è Hermione? - chiese sua madre parlando a nessuno in particolare. 


- Mi ha detto di dirvi che doveva uscire. - rispose frettoloso suo padre continuando a leggere il giornale che aveva in mano. Ma colsi immediatamente il suo tono di voce lievemente più tremante rispetto al solito, lo stesso che aveva lei quando nascondeva qualcosa. Voltai lo sguardo verso la Signora Granger e la vidi fissare con gli occhi ridotti a fessura suo marito. 


- E sai dov'è andata?


- No, questo non me lo ha detto. - rispose senza distogliere lo sguardo dal giornale. Feci saettare di nuovo lo sguardo verso sua moglie e la vidi sorridere appena. - Che c'è? - chiese innocente l'uomo alzando finalmente lo sguardo verso di lei. 


- Granger! - esclamò voltandosi. - Tutti uguali! 


E un secondo dopo la porta d'ingresso si aprì ed Hermione entrò nella cucina sorridendo radiosa. Sembrava molto felice per qualcosa ma quella mattina non l'avevo vista, quindi mi presi il tempo per squadrarla per bene. Quando raggiunsi i suoi occhi incontrai il suo sguardo caldo. Non staccai gli occhi dai suoi, e neanche lei sembrava intenzionata a farlo ma sua madre la chiamò e lei fu costretta a voltarsi verso di lei. - Allora, dove sei stata? 


- Ehm... avevo una cosa da fare. - rispose lei, la voce che le tremava lievemente, esattamente come suo padre poco prima. Solo in quel momento mi resi conto di quanto lei fosse simile a suo padre. Avevano il carattere molto simile e lo stesso meraviglioso sorriso.


- Siete proprio uguali voi due! - esclamò la Signora Granger sorridendo appena. Hermione si scambiò un occhiata complice con suo padre prima che entrambi tornassero a guardare lei. 


- Tecnicamente sono anche tua figlia. - disse Hermione sorridendo appena. 


- E con questo cosa vorreste insinuare? - chiese la donna facendo la finta offesa. 


- Niente... - risposero in coro i due sogghignando. Erano proprio una bella famiglia, molto diversa dalla mia. 




La cena trascorse tranquilla, tra una chiacchiera e una risata. Alla fine della cena Hermione andò in salotto e prese il libro che stava leggendo prima e, insieme a me, andammo in camera nostra. Lei andò a cambiatsi e quando uscì mi persi di nuovo a guardarla. Distolsi subito lo sguardo, prima che se ne accorgesse, e andai in bagno. Mi spogliai rimanendo in boxer e uscì dal bagno, ritrovandomi una Hermione mezza nuda con indosso il suo pigiama che lasciava ben poco all'immaginazione. Leggeva un libro, il libro che avevo trovato sul tavolo quando ero tornato, inconsapevole di essere così tremendamente sexy. 


- Allora? Cosa indosserai domani sera? - le chiesi buttando mi sul letto accanto a lei. 


- Non lo so ancora. - rispose con aria indifferente continuando a leggere. Okay, era ancora arrabbiata con me.


- Va bene... allora cosa stai leggendo? - chiesi cambiando argomento e cercando di sbirciare ma lei me lo impedì portandoselo al petto. 


- Un libro babbano. Non credo ti interesserebbe. - rispose secca ma da quella angolazione riuscì a leggere lo stesso il titolo. 


- Romeo e Giulietta. Mmm... non ti facevo così romantica. - commentai sogghignando malizioso. 


- Tu l'hai letto? - chiese evidentemente stupita. 


- Una volta. - risposi godendomi quell'espressione così stupita. I nostri visi erano molto vicini e il mio cuore aveva cominciato a battere lievemente più forte del normale, era da tempo che non mi avvicinavo così a lei, se non conto quel bacio rubato mentre lei dormiva, e stranamente mi mancava. 


- Ti prego non dirmi come finisce. - sussurrò, anche lei sembrava agitata da quella vicinanza. 


- Certo... - dissi avvicinandomi ancora un po'. 


- Che stai facendo, Malfoy? - chiese in un sussurro. In realtà non lo sapevo neanche io cosa stavo facendo ma era come uno strano bisogno che avevo di lei. 


- Se vuoi che mi fermi devi dirmelo adesso. - sussurrai a un millimetro dalle sue labbra. Avevo gli occhi puntati sulle sua labbra schiuse, e lei non disse niente. Mi avvicinai di più annullando quella distanza e la baciai. 




Pov Hermione




Non sapevo cosa stavo facendo, ma era come se avessi un bisogno fisico di lui. Mi lasciai baciare e ricambiai immediatamente il bacio, concedendo l'accesso alla sua lingua nella mia bocca. Infilai le mani tra i suoi capelli di seta e strinsi alcune ciocche tra le dita. Intanto le nostre lingue erano impegnate in una danza sensuale che mi faceva andare fuori di testa. Sentivo il cuore scoppiare, l'emozione alle stelle. I baci di Draco erano un misto di passione e sensualità pazzesca. Sentì la sua mano allontanare il libro chi avevo abbandonato sul letto e cadere a terra, non me ne preoccupai, poi cominciò ad accarezzarti le gambe nude, partendo dal ginocchio fino alla coscia. Sospirai sulle sue labbra per quelle carezze e lo sentì sogghignare lievemente prima che le nostre bocche tornassero incollate. Mi afferrò un fianco e con uno scatto fulmineo mi portò a cavalcioni su di lui. Lasciai i suoi capelli e feci scendere le mani sul suo petto perfetto, mentre lui continuava ad accarezzarmi la gamba. Ci staccammo per un secondo con il fiatone ma tempo due secondi e mi rituffai sulle sue labbra, rosse e gonfie. La mia razionalità era andata a farsi fottere e con lei anche tutto quello che mi aveva fatto Malfoy in quegli anni. In quel momento esistevamo solo io e lui. 
Una mano mi stringeva un fianco, l'altra scostò la canottiera e andò a toccare la pelle nuda. Un brivido di piacere seguito da un altro sopsiro accompagnò quelle carezze continue. Draco si scostò delle mie labbra e scese sul collo, cominciando a baciarlo e a leccarlo, avidamente. Mi sentivo morire dal piacere! Non volevo che smettesse, anzi. 
La sua mano arrivò al seno, coperto dal reggiseno che scostò un minimo per avere un piccolo accesso. 


- Granger... sicura? - lo sentì sussurrare la mio orecchio. Annuì decisa, anche se non sapevo se sarebbe stata una buona idea o meno, ma in quel momento non mi importava. Per la prima volta nella vita non volevo pensare alle conseguenze che ci sarebbero state, volevo godermi quel momento così com'era, e anche il fatto che Draco me l'avesse chiesto mi piacè. Lo sentì sorridere lievemente contro il collo e con uno scatto fulmineo mi sfilò la canottiera. Cercai di coprirmi imbarazzata ma lui mi bloccò le braccia. Mi riportò sotto di sé e scese a baciarmi il petto, poi l'incavo tra i seni e infine in ventre arrivando all'inizio dei pantaloncini. Risalì lentamente e riprese a baciarmi il collo mentre con la mano cercava di farsi spazio tra di me e il matrrasso, inarcai la schiena aiutandolo e lui mi sganciò il reggiseno, buttandolo da qualche parte nella stanza. Lasciandomi una scia di baci roventi cominciò a baciare un seno, mentre torturava con una mano l'altro. Prese tra le labbra un capezzolo e gemetti forte, mentre lui continuava quella piacevole tortura. Alla fine tornò sulle mie labbra e mi baciò con la stessa intensità con cui l'aveva fatto prima. Afferrò l'elastico dei pantaloncini e li fece scendere, a separarci solo le mie mutandine e i suoi boxer. 


- Sicura? - mi chiese di nuovo. 


- Sì. - risposi decisa incitandolo  continuare. Lui afferrò un lembo delle mutandine e me le sfilò nello stesso istante in cui toglievo  lui i boxer, solo con mano più tremante. Era lui l'esperto di queste cose, non io. Ora che eravamo pelle contro pelle, riuscì a capire veramente perché tutte le ragazze gli correvano dietro. 


- Sei bellissima. - sussurrò lui. Io sorrisi lievemente prima  di tirarlo a me e baciarlo di nuovo. Lui allungò una mano e afferrò la bacchetta e fece un incantesimo contraccettivo prima di scivolare con una spinta secca dentro di me. Gemetti di nuovo contro le sue labbra, mentre lui cominciava  muoversi dentro di me senza timore. Spinte forti e decise che mi facevano andare fuori di testa. Dopo poco cominciai ad assecondarlo, muovendo a mia volta il bacino. Lo sentì grugnire di piacere e si avventò di nuovo sul mio collo, succhiandolo. 
Raggiungemmo l'orgasmo insieme, baciandoci per soffocare le grida. Non volevamo che i nostri genitori ci sorprendessero a fare sesso. Affondò il viso nell'incavo del mio collo per riprendere fiato, avevamo entrambi il fiatone ed eravamo sudati fradici. Quando il respiro di entrambi tornò regolare si buttò dall'altra parte sdraiandosi. Mi tirò a se e mi strinsi al suo petto. Incredibile a dirsi, ma mi sentivo a casa tra le sue braccia, e ci addormentammo così. 


Il giorno dopo mi svegliai un po' indolenzita ma stavo stranamente bene. Draco era ancora al mio fianco e dormiva profondamente. Lo osservai dormire, i lineamenti rilassati, le palpebre che tremavano lievemente. Mi sporsi e gli diedi un piccolo bacio a fior di labbra. Quando feci per staccarmi, però, le sue mani si strinsero ai miei fianchi e mi tirò di nuovo a se. 


- Buongiorno. - sussurrai sorridendo. 


- Buongiorno. Questo sì che è un bel risveglio. - commentò baciandomi di nuovo a fior di labbra. 


- Ci dovremmo rivestire. I nostri genitori ci stanno aspettando giù. - dissi non molto convinta, dato che avrei preferito mille volte rimanere chiusa in quella stanza con lui per tutto il giorno più che andare con mia madre e Narcissa a fare shopping. Sapevo già che alla fine, con una scusa gentile, le avrei cacciate entrambe  e, via telefono, mi avrebbe aiutato Ginny. 


- Non possiamo rimanere ancora un po' qui? - chiese richiudendo gli occhi lasciando la testa sul cuscino. 


- Vorrei, non sai quanto. Ma se non andiamo noi, potrebbero venire loro, e sinceramente non mi va di beccarmi uan sfuriata da parte di mia madre per il fatto di non essere più vergine prima del matrimonio. - dissi sospirando. 


- I tuoi genitori credano che tu sia vergine? - chiese Draco improvvisamente interressato, aprendo completamente gli occhi ghiacciati che però brillavano di una luce che non gli avevo mai visto con nessuna, tranne che con me. 


- Sì. - risposi in un sussurro. Mi sentivo molto imbarazzata e lui lo capí subito perché mi prese il mento tra le dita e mi fece voltare verso di lui. 


- Ehi. Non c'è niente di male. Anche i miei credono che abbia perso la verginità da poco, siamo più o meno sulla stessa barca. - disse sorridendo appena. Non mi ero mai accorta di quanto fosse bello quando era sereno. 


- Sì... solo che tu ti sei portato a letto mezza scuola, mentre io l'ho fatto solo una volta, con questa due. - reicai io lievemente acida ma comunque divertita. 

- Vero. - disse lui sorridendo lievemente. Ci baciammo un altra volta prima di rialzarci. Draco mi lasciò il primo turno per il bagno, e mi feci una doccia veloce. Mi avvolsi in un asciugamano e uscì dalla stanza, trovandolo di fronte a me con un piccolo sorriso malizioso sulle labbra. Cercando di non guardarlo a lungo, dato che era ancora completamente nudo, andai verso l'armadio e quando anche lui entrò in bagno, mi vestì. Indossai della biancheria pulita, una canottiera bordeaux con la scollatura in pizzo e un paio di jeans neri. Quando mi voltai lo vidi uscire dal bagno con addosso solo un asciugamano stretto in vita. Andò al suo armadio e prese alcuni vestiti, ossia un paio di boxer, una maglietta nera e un paio di jeans. Prima che si spogliasse di fronte e me, di nuovo, mi voltai  presi le mie scarpe, che infilai in un secondo.
La mia razionalità cominciava pian piano a tornare, eppure, non mi pentivo minimamente di quello che era successo tra me e Draco. Inoltre era un bene che fosse tornata, dato che la forza di sbirciare era tanta, ma riuscì a trattenermi dall'andare lì e aiutarlo  a rivestirsi, solo per poter ammirare un altro po' il suo corpo. 

Una volta che entrambi fummo vestiti, uscimmo mano nella mano dalla stanza diretti di sotto. Questa volta, però, il nostro tenerci per mano era vero, e cavolo se lo era. Avevo comunque paura di chiedergli esattamente qual'era il nostro rapporto dopo... bè quello che era successo stanotte. Insomma era stata una cosa da una notte  via, oppure stavano insieme adesso? L'unica cosa che volevo appurare con lui era che non sarei mai stata come una di quelle sgualdrine che si portava a letto ogni volta che voleva. Se a lui andava bene, bene. Ma se no, allora poteva anche scordarsi di me, e a quel punto avremmo ripreso il rapporto che avevamo prima. Su questo ero più che sicura, e non sarei tornata indietro neanche pregata. 




Va bene, il capitolo, forse, è un po' corto ma volevo lasciare un po' di spazio  questi due. E poi morivo dalla voglia di scrivere la loro prima notte insieme. Ho voluto che Hermione si lasciasse andare un po' perché nei libri è un po' troppo rigida e razionale, e ho voluto che almeno una volta la sua razionalità( come ha detto lei) andasse a farsi fottere. 
Grazie per aver letto questo capitolo e scusate il ritardo ma sono stata presa da altre due Dramione che sto scrivendo. Lo so sono una completa pazza ma mi piace aprirmi tante strade. 
Voglio assolutamente ringraziare tutti quelli che hanno aggiunto la mia storia alle preferite, o alle seguite. Soprattutto chi recensisce, e voglio ringraziare in modo speciale Lili321 per le sue meravigliose recensioni, che, corte mi fanno venire voglia di continuare a scrivere anche se non ho molte idee. 
Grazie a tutti e ci vediamo al prossimo capitolo! 

   
 
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