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Autore: Briseide12    03/02/2017    0 recensioni
Com'è la vita di Hermione, prima di Hogwarts? Come scopre di essere una strega? Cosa prova per Draco Malfoy?
In questa storia analizzeremo strato per strato, le mille sfaccettature di Hermione Granger.
Genere: Commedia, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Feci appena in tempo ad asciugarmi le lacrime che il treno si fermò e la consueta voce metallica annunciò l’arrivo nella magica scuola. Tutti si accalcavano fuori dal treno e l’aria fredda della notte ci accolse tra le sue braccia in compagnia della fredda ed orribile umidità del lago. Era buio e non potevamo vedere i dettagli del castello, ma intriganti lucine evidenziavano le sue piccole finestre che come piccoli occhi comparivano in lontananza. Avevo perso di vista Neville nella folla e non conoscevo nessuno, ma con il classico animo delle persone socievoli mi guardai intorno speranzosa e vidi Ron e Harry, i ragazzi che avevo conosciuto durante la ricerca.
Rispetto a tutti mi sembravano persone alla mano e simpatiche e li rivolsi un saluto e mi avvicinai emozionata, Harry era cordiale, mentre Ron alzava gli occhi per qualunque cosa dicessi o semplicemente facessi notare. Doveva ringraziarmi se non andava in giro con un evidente macchia di sporco sul naso, invece lo aveva solo infastidito. Sbuffai e mi guardai intorno e il ragazzo biondo platino mi fissava in un angolo, vicino a degli alberi, mentre aspettavamo la nostra guida.
Quando un rumore assordante di passi e una chioma cespugliosa, emerse in tutta la sua statura presentandosi come Hagrid il nostro guardacaccia e per via speciale guida della giornata.
Per me fu un sollievo, distaccarmi da quello sguardo e concentrarmi sulle istruzioni impartite dalla nostra guida.
In poco tempo, nonostante il freddo mi ritrovai su una barca insieme a persone diverse dalle mie recenti amicizie…la cosa sconvolgente era che le barche si muovevano da sole in mezzo al lago di pece nera e strane creature sembravano osservarci dai suoi fondali. Uno dei ragazzi insieme a me nella barca era sicuro di aver visto qualcosa nell’acqua e sporgendosi più del previsto si ritrovò tra le umide braccia dello specchio acquoso. Cominciò a urlare senza freni e sembrava che davvero nell’acqua ci fosse qualcuno, mormorii sinistri e gutturali provenivano dalle sue profondità e il senso di terrore si diffondeva, trasformandosi in panico. Presi la bacchetta e feci levitare fuori dall’acqua il malcapitato, quest’ultimo mi guardò con ammirazione ringraziandomi di cuore e i miei occhi incontrarono lo stupore e il rispetto di tutti, incluso il ragazzo biondo platino che aveva visto ogni cosa dall’inizio.
Delle ragazze presero a parlarmi durante la traversata, chiedendomi di quale famiglia magica fossi, una delle due si presentò come Pansy della famiglia Parkinson ed io mi presentai a mia volta, ma quando specificai che non provenivo da nessun casato magico e con fierezza aggiunsi che i miei genitori erano babbani….quest’ultima schifata ritrasse la mano e almeno per lei, non ero più speciale.
Conquistammo l’altra sponda come naufraghi la terra promessa e stanchi e completamente zuppi da quella densa umidità, fummo accolti dal calore del castello. Ci avviamo per le scale e incontrammo la nostra insegnante McGrannit, la adoravo a pelle.
Ricomparve Neville, felice di aver trovato il suo rospo vicino la mano della nostra nuova professoressa.
Entrammo nella sala grande e le candele nel soffitto e il cielo stellato, mi pervasero di emozione anche se sapevo che il cielo era solo un’illusione.
Il ragazzo platino, si avvicinò a me e senza farsi notare mi sfiorò le nocche della mano e mi disse che ero stata fantastica poco prima al lago, arrossii lentamente e cercai di mantenere un distacco per la ferita che mi aveva impresso poco prima nel treno.
Mentre ero immersa nelle mie emozioni, il mio nome fu chiamato e come prima sorteggiata avevo gli occhi di tutti puntati addosso.
Chi per curiosità, chi per capire cosa si dovesse fare o cosa sarebbe accaduto, mi fissavano con un unico sguardo studiando i miei passi. Ripetei a me stessa di stare calma e sentendo che le mani cominciavano a sudarmi, sperai che nessuno dovesse stringermi la mano.
Uno sgabello, al centro di un palco su cui ero stata invitata a salire, era occupato da un cappello vecchio e bitorzoluto. Mi guardai intorno e la McGrannit mi venne in aiuto, prese il cappello e mi invitò a sedere..io mi calmai seduta lì ed aspettavo quello che sarebbe accaduto. Forse un quiz magico, oppure delle domande sulla mia origine o una dimostrazione di qualche incantesimo. Senza che potessi pensare altro, mi ritrovai sulla testa quel cappello che cominciò a parlare con voce acuta nella mia testa, ma capivo che nessun altro poteva sentirlo. Rifletteva e ragionava ad alta voce diceva che avevo ingegno da vendere, ma anche estremo coraggio e con una voce interrogativa mi disse: “Corvonero o Grifondoro?”. Io pensai che stesse ragionando ancora per conto suo, ma in realtà cercava la mia risposta e pensai che volevo solo un luogo, dove nessuno si sarebbe schifato sapendo che avevo genitori babbani. Quando il pensiero sorse nella mia mente, il cappello gridò a gran voce “Grifondoro”.
Scesi dal palco e il ragazzo platino mi disse “Peccato, Granger!”.
Ascoltai con molta attenzione tutti i nomi, finchè non seppi il suo : Draco Malfoy.
   
 
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