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Autore: WolfieIzzy    05/02/2017    2 recensioni
Aprile 1795. Eleanor Kenway è su una carrozza diretta a Parigi, dopo aver affrontato un viaggio partito quasi un mese prima da casa, in America. Vuole scoprire di più sulla sua famiglia. Vuole scoprire da dove viene. Vuole diventare un'Assassina come suo padre, Connor. In Francia la aspetta il suo destino, e il Maestro Arno Victor Dorian, che la addestrerà per farla diventare un'Assassina perfetta e con il quale combatterà per il futuro della Nazione. Ambientata dopo gli eventi di Assassin's Creed Unity.
NB: Questa storia cerca di essere il più possibile fedele sia ai fatti storici reali, che a quelli fittizi appartenenti alla storia di Assassin's Creed. Qualsiasi modifica apportata al "canone" storico reale e/o appartenente al mondo di AC è voluta ed è utile ai fini della storia. Buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arno Dorian, Napoleone Bonaparte, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Winston ti ha preparato bene, comunque. Si vede che avevi già delle ottime basi.' disse Arno, sedendosi sulla panca vicino a me.

'Spero di diventare brava quanto te, un giorno.' gli dissi.

Arno sorrise. 'Beh, modestamente sono un ottimo maestro.'

Ridacchiai. 'È vero. Per essere cosí giovane sei già un Maestro. Questo ti fa onore.'

'Grazie, Eleanor. Io sono felice di addestrare un'allieva come te. Conosco la storia della tua famiglia, discendi da alcuni dei più grandi Assassini di sempre.'

Abbassai lo sguardo, consapevole del peso che portavo sulle spalle. 'Credi che riuscirò a onorare il mio cognome?' gli chiesi.

'Certo che si. Hai delle potenzialità pazzesche, sai quello che vuoi, e sei una bellissima ragazza. E in più, hai me come Maestro... non ti potrebbe andare meglio di cosí.' disse, e mi diede un buffetto  sulla guancia, facendomi arrossire. Mi aveva appena fatto un complimento?

'Grazie Arno.. Maestro.' dissi, cercando di non guardarlo negli occhi. Era vicinissimo al mio volto.

'Tranquilla, puoi chiamarmi Arno. Ormai non lo fa quasi più nessuno, e mi manca sentire il mio nome pronunciato da una voce femminile...' 

Alzai lo sguardo, e scrutai la sua espressione. Sapevo che aveva avuto una relazione con una Templare, Elise De La Serre, che era morta combattendo con lui contro Germain. Si stava riferendo a lei.

'Elise, vero?' dissi. Mi scappò. 

'Si. Lei è stata l'ultima a chiamarmi così.' 
Da quello che avevo sentito grazie alle lettere che mi aveva scritto Winston, Arno aveva perso suo padre, l'Assassino Charles Dorian, da piccolo. Poi fu adottato da François De La Serre, che lo crebbe come un figlio, insieme a sua figlia, Elise appunto, che aveva la sua stessa età.

'Mi dispiace per tutto quello che hai passato, Arno.' dissi. Suonava banale, ma era sincero. 'Io, come te, non ho mai conosciuto mia madre.' 

'Grazie, Eleanor. Significa molto per me. Non sono abituato a parlare di quello che mi è successo...'

'Posso immaginarlo. E non voglio costringerti a farlo. Se non vuoi che ti faccia domande, dimmelo pure.'

Arno scosse la testa. 'No' disse, e mi spostò un ciuffo di capelli dal viso. 'Sento che mi fa bene parlarne, e che mi posso fidare di te. Magari potrai aiutarmi a non pensarci più.' non tolse il suo sguardo dai miei occhi. 

Riuscii a notare la sfumatura verde nel castano delle sue pupille, e seguendo la linea del naso, il mio sguardo cadde sulle sue labbra. Erano perfette. Ma no, non dovevo nemmeno pensarci. Mi scostai.

'È meglio che vada.' dissi. 'Ci vediamo domani.' Presi le mie cose.

Arno si alzò e si avvicinò a me per salutarmi. Mi abbracciò, e io riuscii a malapena a rispondere a quel gesto, colta di sorpresa, e quasi mi sciolsi in quei pochi secondi tra le sue braccia. 
'A domani, Eleanor. E grazie.' disse al mio orecchio. 

Gli sorrisi, e uscii dal cancello del giardino, ancora scossa dalla nostra ultima conversazione. Sorrisi tra me e me mentre mi avviavo verso la locanda: non vedevo già l'ora arrivasse il prossimo giorno di addestramento.

I giorni e le settimane successive passarono piuttosto velocemente. Arno mi addestrava in modo serio e imparai a muovermi per la città in modo veloce e con la corsa acrobatica, a scavalcare muretti, ad arrampicarmi sui tetti, a fare dei salti pazzeschi e ad usare meglio la spada, i pugnali e anche ad utilizzare una pistola. Sebbene molti allenamenti fossero stressanti e spesso noiosi, Arno mi agevolava moltissimo, aiutandomi a sviluppare uno stile di combattimento a mani nude e con le altre armi personalizzato e a migliorarlo, rendendolo sempre più fluido e adatto a me. 
Cominciavo a sentire il bisogno, pero', di andare in missione, di provare me stessa a me stessa, di combattere, di vedere i risultati di quelle settimane. 

'Continua ad allenarti così e sono sicuro che il Consiglio mi concederà di portarti in missione con me, molto presto.' mi disse una mattina Arno, mentre mi insegnava ad usare la Lama Celata per gli attacchi dall'alto. 

Avevo già rischiato di fratturarmi una caviglia un paio di volte quel giorno, lanciandomi dal cornicione del palazzo per infilzare un manichino imbottito sotto di me. Maledetto manichino. Volevo inaugurarla sul serio la mia lama celata, infilarla nella gola di qualche criminale. Sentirmi finalmente utile.

Mi rialzai in piedi per la decima volta e ritrassi la lama celata, sbuffando. 'Spero succeda presto.' 

'Arriverà il tuo momento, lionne.' 
mi fece l'occhiolino. Io gli risposi con uno sbuffo.

In quelle settimane avevo cercato di dimenticare quello che era successo al primo allenamento con la spada, ma non ci ero riuscita. Ormai Arno era diventato la mia quotidianità, non potevo evitarlo, dovevo fare i conti con quello che sembrava essere un... qualcosa, che stavo iniziando a provare per lui. 
E lui, di certo, non poteva saperlo. Non poteva e non doveva saperlo, ma... come avrei fatto a farmelo passare? Scossi la testa, mentre mi arrampicavo di nuovo sulla parete del palazzo. Mi sarebbe dispiaciuto rovinare il nostro rapporto, che era diventato di fiducia reciproca. Certo, era il mio Maestro, ma era diventato di più per me, un punto di riferimento. L'unica cosa che potevo fare per ora, era non pensare che forse mi stavo infatuando, e terminare questo diavolo di allenamento.

'Avanti, salta e attacca di nuovo. Poi per oggi abbiamo finito.'

Così feci: balzai dalla terrazza del primo piano, infilando la lama nella clavicola del manichino, e atterrai anche decentemente, con una capriola abbastanza elegante.

'Bravissima.' disse Arno, e mi offrì la sua mano per rialzarmi. La afferrai e mi tirai su. Ero distrutta.

'Vai a rinfrescarti e a riprendere fiato, ho una cosa da farti vedere che ti fará felice.' disse Arno. 
Io lo guardai dubbiosa.

'Devo avere paura?' gli chiesi.
Lui rise.

'No, assolutamente. Fidati di me. Ti aspetto nel mio studio.' disse, io entrai in casa e mi diressi verso il bagno, dove trovai una tinozza di acqua con cui mi risciacquai.

Uscii e andai nello studio di Arno, che mi aspettava seduto sulla scrivania. Appena mi vide, mi fece sedere di fronte a lui.

Da sotto la scrivania tirò fuori un pacco di lettere tenute insieme da un nastro rosso. 

'Credo che queste le debba avere tu.' disse, e me le passò. 

Lessi il nome sul bordo della prima busta: H. Kenway. 

Mi andò il cuore in gola, e guardai Arno. 'Prova a leggerne una.' disse, non togliendo il suo sguardo da me.

Quelle lettere erano di mio nonno? Ma che...?

Sciolsi il nastro e tirai fuori la prima lettera velocissimamente. 

'Boston, 1770. .... è possibile. Una pace fra Assassini e Templari... la convivenza pacifica... è ora di smetterla con questo conflitto che dura da secoli. Cerchiamo entrambi la Pace... Se solo cercassimo uno scambio diplomatico, invece di combatterci e spargere sangue senza motivo.' alzai gli occhi, e mi coprii la bocca con la mano. 
Mio nonno voleva la pace fra Assassini e Templari. 

Guardai Arno cercando risposte con gli occhi. 'Ma come...' riuscii a dire a bassa voce. 

'Queste lettere le ha recuperate Elise, a Londra, dalla sorella di tuo nonno. Le ho trovate nel baule che mi ha lasciato dopo che...' si fermò, abbassando lo sguardo. 
'Voglio che tu le abbia per un po' di tempo, e che le legga, e poi, se vorrai, le porteremo insieme al Consiglio.'

'Arno, non so cosa dire...' mormorai. 

'Non devi dire nulla. Sono felice di potertele dare, prima di portarle al Consiglio. So quanto ci tieni a conoscere l'attività di tuo nonno... le ho lette anche io quelle lettere, sapevo quanto Elise ci teneva. Lei e tuo nonno la pensavano allo stesso modo.' 

Io non sapevo veramente cosa dire. Avevo sempre desiderato conoscere meglio mio nonno, sapevo che era un Templare e che mio padre l'aveva ucciso in un duello, della sua attività negli Stati Uniti grazie a Winston, che mi aveva raccontato di lui. 
Mio padre non ne parlava quasi mai, probabilmente per il fatto che la pensava diversamente da lui sul conflitto Assassini-Templari. Io non ce l'avevo con lui perché l'aveva ucciso, quello faceva parte di qualcosa più grande di me e non avevo mai sentito il bisogno di aver conosciuto Haytham, fino ad ora. Ora avevo in mano qualcosa che mi permetteva di avvicinarmi a lui e ai suoi ideali, nonostante fosse un Templare e io stessi per diventare un'Assassina.

'Grazie, Arno... significa davvero tantissimo per me.' gli dissi. 

Lui mi sorrise. 'Sapevo che ti avrebbe fatta felice.'

Mi accompagnò alla porta, dandomi appuntamento al giorno dopo alla Confraternita, dove avrei finalmente conosciuto gli altri Adepti e Iniziati per una riunione sulla situazione della città. 



Angolo dell'autrice: 
Eccoci qui con un nuovo capitolo: Eleanor ha quasi terminato il suo Addestramento, e fra poco inizierà la sua avventura. Ma Arno ha voluto affidarle le lettere di Haytham, in cui parla di una possibile pace fra Assassini e Templari. Se avete letto il romanzo di Unity, sapete che queste lettere sono esistite davvero! Credete che sarà mai possibile una pace fra le due fazioni? Beh, noi ci vediamo al prossimo capitolo, che arriverà presto! Continuate a scrivermi cosa ne pensate nel frattempo, leggere le vostre opinioni mi rende davvero felicissima! <3 Un bacio, Izzy
  
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