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Autore: Noeru    11/02/2017    0 recensioni
Gli piaceva davvero essere stato lì? Non se lo stava chiedendo per la prima volta.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andrew McGregor, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L'ultimo eroe alternativo '
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"La perturbazione non sembra volerci dar tregua..."
Girò una resistente manopola e raddrizzò un'antenna storta finché il suono non divenne quanto più nitido possibile, sperando nella stessa fortuna di fronte al Tesco Express
"...Da adolescente cantavo tenendo la voce più bassa per somigliare a Bob Dylan e Jim Morrison; credevo la mia fosse troppo acuta e ogni giorno incrociavo le dita affinché il tanto citato dai libri e certificato sviluppo delle corde vocali nella pubertà dei ragazzi accadesse, ma invano."
In effetti al primo ascolto, Liam gli era parso un teenager a livello canoro, o un venticinquenne volendo esagerare.
Nel parlare invece aveva mantenuto intatto un forte accento scozzese a differenza di Sir Stuart, che si ostinava ad imitare la Regina sfociando spesso nel ridicolo e disapprovando Andrew cercasse di apprendere quel nuovo linguaggio.
Nella band non nascondevano le loro diversissime inflessioni linguistiche: Dan, sebbene nato nel Regno, non differiva da chi aveva appena lasciato l'est, Gad Thomas non mancava mai di inserire qualche parola in ebraico nelle già sintetiche risposte e Jed era in grado di cantare come un vero country man cresciuto in una città senza nome fra campi di granoturco.

Insieme ad una televisione a tubo catodico avente lo schermo granuloso, la vecchia radio ancora funzionante era l'unica traccia tecnologica in quell'abitazione dalla quale Andrew uscì con grande coraggio per accompagnare Alice a messa e ad acquistare il giornale, temendo in edicolanti dotati d'occhio falconesco.
"Il resto è giusto" si assicurò.
"Proprio su tutte le copertine!" L'anziana era frastornata dalle innumerevoli facce del ragazzo fisse su qualsiasi acquirente si fermasse lì.

Persino sui settimanali di caccia era più preda di fagiani e volpi e probabilmente stavano addestrando cani su cani al fine di rintracciarlo, ma ormai aveva perso ogni traccia di odore della magione.

"Andrew, Andrew, Andrew...Il nostro santo protettore..." La signora non distolse lo sguardo da lui mentre si accomodava a tavola dopo l'apparecchiatura.
Gli occhi brillavano dietro mezzelune vitree, le dita scorrevano sul dorso della mano solcato da ossa, macchie e vene in rilievo: "Era molto religiosa la tua famiglia?"
Sir Stuart e Lady Elizabeth erano fra i molti ad appellarsi a Dio esclusivamente nel momento del bisogno o in caso di richieste particolari.

"Fa' che Andrew vinca questo set!"
"Che il mio cappellino non passi inosservato al ricevimento!"
"Te ne prego, mandami in porto gli affari!"


Andrew non aveva mai sentito la necessità di affidargli i propri successi. Se gli andava bene era il magico potere del colpo di fortuna, altrimenti era la sfiga.
"Shai?" Sbadigliò Alice, sul punto di addormentarsi sopra alla poltrona preferita: "Lo shpirito shanto ci asshiste shensha noi she ne accorgiamo...Per eshempio, incroshando le noshtre shtrade..."
Il gatto si precipitò ad impastarle il grembo, seguendola nel consueto riposino pomeridiano.
Quanti anni poteva avere? Aveva abbondantemente superato i settantacinque.
La fatica del vivere si faceva già sentire; il mal di gola non era migliorato affatto dai pochi giorni spesi insieme nonostante i rimedi assunti con regolarità.

Cercando di fare meno rumore possibile, il fuggiasco si apprestò a riempire un tegame arrugginito e metterlo sul fuoco mentre sul tavolo disponeva una finissima tazzina a fiori contrastante con le sue grezze mani inasprite dalle intemperie ed i calli chitarristici.
Aspettando l'ebollizione si spostò nelle altre, deserte stanze ricche di vestigia di tempi felici: una bambina vivace in mezzo alla natura, un gruppetto di donne sorridenti con un vinile dei Beatles, un vecchio cappellino ed una scatola di cosmetici scaduti accanto ad un vasetto di riso impolverato.
Quel mattino in chiesa erano soltanto loro due ed il prete e a dispetto del suo ateismo si era fatto convincere ad accendere un'augurale candela a Sant'Andrea affinché i suoi sogni si realizzassero.
Nello specchio opaco avvolto in plastica comparve improvvisamente una figuretta arancione miagolante: "Cosa vuoi, micio?"

Aveva perso vent'anni; ogni oggetto in quella camera era abbandonato nel limbo della vecchiaia e la bambola di porcellana adagiata sulla sedia a dondolo contribuiva a rendere inquietante l'atmosfera.
"Hai fame?" Si apprestò a riempirgli la ciotola di gelatinoso manzo, ma il felino saltò in braccio alla padrona di casa.
Immobile, forse ancora profondamente addormentata: "Alice..."
La vecchia non rispose.
Provò a scuoterle delicatamente una spalla, ma si lasciò cadere interte sul bracciolo destro.

Il polso non rimandava niente e non era udibile alcun respiro.
Nulla funzionò per rianimarla.
Con un amaro dispiacere nel cuore, Andrew la depose sul suo letto; almeno una buona azione aveva coperto i suoi ultimi giorni fra i vivi, contrariamente a chi moriva abbandonato nella propria meschinità. Una persona appartenente a nessuno aveva avuto la fortuna di incontrare qualcuno nelle medesime condizioni.
La solitudine, etichettata massimo isolante, aveva unito due generazioni opposte.

Magari stava già parlando a MaryAnne di quel giovane così simile all'uomo da lei amato il cui viaggio ancora non era finito.

Quale sarebbe stata la prossima tappa?
   
 
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