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Autore: Signorina Granger    12/02/2017    6 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Agli occhi di molti la Cimmeria Academy è solo l'ennesima scuola privata, con le sue divise perfette e i suoi brillanti e ricchi studenti. La scuola ospita i figli delle più influenti e importanti famiglie di tutto il mondo, i ragazzi più promettenti e destinati a ricoprire ruoli di spicco nella società, come i loro genitori.
Ma mai giudicare un libro dalla copertina: la Cimmeria è molto di più e nasconde dei segreti, come alcuni suoi studenti già sanno... e presto anche altri se ne renderanno conto.
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Night School '
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Capitolo 14: Sogni e congetture 

 
Il sogno non si occupa mai di inezie; non permettiamo alle quisquilie di disturbarci nel sonno.
I sogni apparentemente innocenti si rivelano maliziosi, quando ci si sforza di interpretarli.
 -Sigmund Freud



Teneva gli occhi chiusi, quasi incredibilmente rilassata mentre l'erba le solleticava leggermente il viso, insieme a qualche chiocca di capelli castani che l'aria muoveva. 
In effetti non faceva poi così freddo, per essere Dicembre... strano.

Francisca aprì gli occhi, e si accigliò leggermente quando trovò il cielo che la sovrastava diverso da come lo aveva lasciato poco prima, quando aveva chiuso gli occhi: era buio... o meglio, il cielo era scuro, pullulante di stelle, ma intorno a lei tutto sembrava illuminato a giorno, anche se dalla flebile è grigia luce che caratterizzava l’inverno in Inghilterra.

“Mi chiedo ancora come si possa arrivare a tanto.” 

“La bontà è in ognuno di noi Frankie, ma anche il male... e non è difficile tirarlo fuori, sai? Basta trovarne la chiave, girarla e sfruttarla a proprio vantaggio.”

Frankie si voltò verso Alexa, stesa sul prato accanto a lei... la rossa teneva gli occhi fissi sul cielo, ma sembrava che non lo stesse vedendo realmente, come se stesse pensando a qualcos’altro.

“Strano. È già buio?” 

“Nei sogni molte cose non hanno senso, Frankie. O forse infondo ce l'hanno, ma siamo troppo limitati per coglierlo... guarda.” 

“Che cosa?”

“In alto, tesoro. Guarda in alto.”


                                           
Guarda in alto 


Francisca aprì gli occhi con quelle parole che ancora le echeggiavano nella testa, ed era così concentrata su quello che non si rese neanche conto di non essere nel suo letto.

La ragazza rabbrividì leggermente, sprofondando ancora di più sul cuscino e sistemando il piumone per coprirsi meglio... sfoggiò persino un debole sorriso sollevato mentre chiudeva gli occhi:

Ah, che bene che si sta qui sotto 
Ma che ore sono?  È già mattina? Ma cosa ho fatto ieri sera?

Frankie riaprì gli occhi, improvvisamente più lucida e di conseguenza più confusa... solo in quel momento si rese conto di non essere in camera sua. E a giudicare dal cielo che riusciva a scorgere dalla finestra non era affatto mattina, quanto più tardo pomeriggio.

Confusa, la ragazza si voltò, rigirandosi sul materasso mentre realizzava anche che era in Infermeria... probabilmente si sarebbe alzata per andare a chiedere perché fosse finita lì – forse aveva sbattuto la testa da qualche parte e non lo ricordava? – ma l'idea svanì quando si ritrovò davanti ad Adrianus, che era seduto accanto al letto e aveva gli occhi puntati dritti su di lei.

“Ciao, Steb! Che ci faccio qui?”

Frankie sorrise leggermente, ma cambiò espressione quando colse il cipiglio visibilmente poco allegro del ragazzo, che la stava osservando con aria decisamente contrariata, le braccia conserte:

“Razza di stupida. Ti sembrano cose da fare?” 

Oddio. Cosa ho fatto? 

Frankie sgranò gli occhi e, non essendo decisamente abituata a vedere il ragazzo arrabbiato, si ritrasse leggermente per sprofondare ancora di più tra le coperte, come a voler sparire mentre invece Steb le si avvicinava, guardandola con stizza:

“Se non fossi arrivato io... Dio, ma ti pare di metterti a dormire fuori con il freddo che fa? Eri congelata!” 

“Mi sono addormentata? Ah già, ero andata... beh, sono un po' stanca in effetti.” 

Francisca sfoggiò un sorriso colpevole mentre si alzava, mettendosi a sedere sul letto mentre si rendeva improvvisamente conto di avere una borsa dell’acqua calda infondo al letto che le scaldava i piedi... e Adrianus le piazzò anche una tazza di thè in mano, lanciandole un’occhiata come a dirle che non ammetteva repliche. 

“Dai Steb, sto bene!” 

“Mi fa piacere, ma mi hai fatto prendere un infarto! Insomma, dopo tutto quello che è successo vedere qualcuno sdraiato per terra non è il massimo.”

Il ragazzo sbuffò debolmente, parlando con un tono tetro mentre Frankie beveva un sorso di thè incandescente prima di sorridere debolmente, abbassando le mani che tenevano delicatamente la tazza per appoggiarla sulle sue gambe.

“Me ne rendo conto, mi dispiace... ma dormire è un diritto umano! E poi forse sono stata lì più del necessario, ma mi sembra davvero di averla accanto a me quando sono davanti a quella lastra. Forse è un po’ patetico, ma è così.”   Frankie si strinse debolmente nelle spalle, abbassando gli occhi sulla tazza prima di bere un altro sorso di thè, mentre invece Adrianus le sorrise prima di spostarsi, sedendosi sul letto davanti a lei e improvvisamente addolcito dalle sue parole:

“Non è patetico Francisca, è normale che ti manchi. Ma non lo rifare più, mi sono spaventato.” 

“Che melodrammatico, vuoi solo farmi sentire in colpa!” 

“No... davvero.”   Adrianus aggrottò per un attimo le sopracciglia prima di allungare una mano e mettergliela sul viso, accarezzandole appena una guancia con il pollice.
Francisca invece restò perfettamente immobile, arrossendo leggermente come le succedeva sempre mentre quasi non osava muoversi, gli occhi fissi sul ragazzo seduto davanti a lei. Adrianus invece spostò gli occhi chiarissimi da quelli della ragazza, puntandoli quasi con insistenza sulla sua bocca mentre smetteva di accarezzarle il viso e il pollice si spostava sulle sue labbra, disegnandone il contorno lentamente.
Francisca, che aveva quasi smesso di respirare, deglutì a fatica mentre Adrianus le si avvicinava, fermandosi a pochi millimetri dal suo viso ed esitando prima di spostarsi e darle un bacio su una guancia prima di ritirarsi quasi frettolosamente:

“Beh, meglio che vada... ci vediamo a cena?” 

Il ragazzo si schiarì la voce e si alzò dal letto, mentre Frankie lo osservava con aria stralunata, ancora abbastanza rossa sulle guance mentre annuiva leggermente, quasi confusa:

“Si, certo.” 

“A dopo allora. Non combinare guai mentre non ci sono.”

Lo guardò incamminarsi verso la porta, non potendo sapere di come il cuore di Adrianus stesse battendo, forte quanto il suo.
Una volta di nuovo nel corridoio l’ex Corvonero sbuffò sommessamente, passandosi una mano tra i capelli castani prima di allontanarsi mentre Francisca puntava gli occhi verdi sulla sedia dove quando si era svegliata lo aveva trovato...

Più il tempo passava e più era confusa, sotto ogni aspetto.


                                                                                 *


“Hai preso il suo fascicolo? Ci hai trovato niente dentro?” 

“No, niente di rilevante... ma ora se non altro so qualcosa in più sulla sua famiglia e sul suo passato.” 

Alastair inarcò un sopracciglio, trattenendosi dal sottolineare che se Jude avesse voluto sapere qualcosa della famiglia di Isabelle avrebbe potuto benissimo chiedere a lui direttamente... ma qualcosa negli suggerì che a Jude piaceva arrangiarsi quando giocava a fare il Detective e decise saggiamente di lasciar perdere.

Jude chiuse il fascicolo di Isabelle, lasciandolo con noncuranza sulla sua scrivania prima di puntare gli occhi sul vetro della finestra, osservando il panorama che aveva riportato in qualche disegno un mucchio di volte. 

“È figlia unica, giusto?” 

“Sì.” 

“Sai Shafiq, sto iniziando a considerare un’ipotesi... potrebbe essere che in qualche modo stia facendo qualunque cosa stia facendo perché costretta da qualcuno. Insomma, tu la conosci meglio di me, ti sembra malleabile?” 

Alastair quasi sorrise a quella domanda, scuotendo il capo quasi con aria divertita:

“No, decisamente. È quasi impossibile convincerla a fare qualcosa che non vuole fare.” 

“Si, l'avevo intuito... ma forse qualcuno lo sta facendo. E deve esserci un motivo considerevole se lei asseconda qualcuno. Sempre che le cose stiano così, ovviamente.” 

“Belle non è una cattiva persona Verräter. È un po’ fredda a volte ma non farebbe del male a nessuno... No, io credo che la stiamo costringendo a fare qualcosa... ecco perché è sempre così distante. Non può parlarmene.” 

“Potrebbe essere... e come potrebbero tenerla in pugno? Minacciandola? O magari mettendo in mezzo qualcuno a cui tiene molto.” 

Jude sposto gli occhi dalla finestra per puntarli verso il suo interlocutore in modo piuttosto eloquente, tanto da far accigliare Al:

“Dici che abbiano messo in mezzo... me?” 

“Perché no? Insomma, sono già morte tre persone. E tu qui sei la persona che ama di più... Pensaci Shafiq, magari Jackson è stato ucciso per dimostrarle che ne hanno la possibilità. Per farle capire che lo faranno ancora, se lei non fa qualunque cosa vogliano che faccia. Ha senso.” 

“Spiegherebbe perché mi evita.” 

“Esattamente. Che giorno è oggi?” 

“Il 9.” 

“Mancano meno di due settimane al Ballo... e in genere chi vuole tornare a casa per le vacanze lo fa il giorno successivo, no? Se lei ti chiederà di tornare a casa per le vacanze Alastair, allora saprai che ho ragione.’ 


                                                                                     *


Chiuse il libro con un gesto secco e deciso, lasciandolo sul tavolo quasi con espressione frustrata. 
Possibile che non ci fosse proprio un bel niente di utile, in mezzo a quella montagna di libri? 

Sospirò e ne prese un alto dal mucchio che aveva creato, aprendolo e andando all’indice... come sempre sperò che fosse la volta buona, ma qualcosa le diceva che ancora una volta non avrebbe avuto neanche una risposta. 

“Da quando ti interessi a questo genere di libri? Insomma, non lo fa nessuno.” 

Isabelle non alzò neanche gli occhi dal libro, sfogliandolo per andare al capitolo che le poteva interessare e limitandosi a stringersi leggermente nelle spalle:

“Beh, lì hanno messi qui per un motivo immagino... ogni tanto qualcuno li dovrà pur leggere.” 

Dal rumore dei pesi sul vecchio pavimento lucido e freddo Isabelle intuì che le si stesse avvicinando, ma continuò a non alzare gli occhi.
Quelli di Sebastian invece guizzarono sui libri che la ragazza aveva portato sul tavolo... che ci doveva fare?

“Beh, capirei uno... ma tutti? Ci hanno dato una ricerca da fare per Storia e non me ne sono accorto?” 

“No. Curiosità personale.” 

Sebastian inclinò leggermente il capo, continuando a guardarla con lieve confusione: per la maggior parte del tempo era sulla difensiva quando parlava... il che non aiutava a smorzare l'idea che ci fosse qualcosa che non andava.

“Che cosa stai cercando allora, se posso chiedere?” 

La domanda di Sebastian la fece esitare per un attimo, portandola a chiedersi se lo sapesse davvero, che cosa stesse cercando. 

“Qualcosa sulla scuola, su quando è stata fondata, sulla sua struttura... magari anche sul fondatore, non saprei.” 

“Strano modo di passare il tempo libero, ma contenta tu... Visto che non ho di meglio da fare ti aiuto.” 

“Oh, ti prego no, non vorrei che trascurassi le tue amiche per causa mia... non è che ti manda Jude, vero?” 

Isabelle finalmente lo guardò, accigliandosi con aria sospettosa tanto da farlo sorridere mentre scuoteva il capo:

“No! Perché dovrebbe mandarmi lui?” 

“Lasciamo perdere... se vuoi aiutarmi fa pure, ma se te ne esci con una delle tue solite frasi stile “so che vorresti essere come me” o “grazie al cielo sono come sono” ti bandisco dal tavolo.” 

“Che paura.” 

L’occhiata torva di Isabelle lo fece sorridere, sfoggiando la fossetta che tanto piaceva a praticamente tutte le ragazze della scuola. 
In effetti non era solito offrirsi di dare una mano a qualcuno, se non poche persone come Faye e Alastair... ma anche per lei avrebbe fatto un’eccezione, ovviamente. 


                                                                              *


“Ah, ecco il principe azzurro... come sta Francisca?” 

“Bene... si era addormentata. Ma come si fa ad addormentarsi con questo freddo?” 

Adrianus sbuffò sommessamente, abbandonandosi sul divano accanto a Jude in Sala Comune, mentre per una volta l’ex Serpeverde non stava scarabocchiando sul suo quaderno, ma disegnando quasi distrattamente.

“Beh, dipende dai punti di vista. A me piace il freddo... e poi credo che quando si è parecchio stanchi ci si addormenterebbe ovunque.” 

Adrianus non commentò ma lanciò comunque un’occhiata eloquente al compagno, trattandosi dal chiedergli che cosa combinassero di notte. Già, lui tecnicamente non avrebbe dovuto sapere niente. 

“Si, beh... che cosa disegni?” 

“Affari miei. Com’è andata con Francisca?” 

“Affari miei.” 

Jude sorrise leggermente, guardando il ragazzo con aria quasi divertita mentre Adrianus, sospirando sommessamente, appoggiava il mento su una mano e puntava distrattamente gli occhi sul camino acceso, la testa visibilmente da un’altra parte.

Jude si trattenne dal ridere mentre, dopo aver taciuto per un po’, parlava di nuovo con un tono piuttosto vago e disinteressato:

“Pensi a Frankie?” 

“Mh.” 

“Secondo me ti piace.” 

“Mh... cioè no. No, non mi piace.” 

“Si invece.”

“No non è vero.” 

“Ma chi pensi di prendere in giro... Manca poco al Ballo, già vi vedo che fate i piccioncini sulla pista...” 

Adrianus sbuffò e lanciò un cuscino addosso al ragazzo, colpendolo in piena faccia e facendolo ridacchiare: poteva tirargli tutto quello che voleva, sapeva comunque di avere ragione.


                                                                              *


Mathieu si chiuse la porta alle spalle e andò a sedersi sul letto, pensando ancora a quello che aveva detto Jude. 
Quindi l'aveva fatto davvero... Etienne aveva scritto quelle cose. Ma non voleva dire poi molto, non era decisamente difficile convincere qualcuno a scrivere qualcosa...

Si era ritrovato, suo malgrado, a dover spiegare per bene a Jude le dinamiche che avevano portato all’espulsione di Etienne qualche mese prima: si, aveva ridotto molto male un loro compagno di scuola... ma chiunque avesse conosciuto Etienne Lacroix sapeva che non l'avrebbe mai fatto senza motivo, e infatti il ragazzo che aveva pestato di brutto non era proprio uno stinco di santo.

Mathieu sbuffò, passandosi una mano tra i lisci capelli scuri e ricordando quei giorni caotici, pieni di ansia... Estelle Rodriguez aveva anche parlato con la Preside, aveva provato a spiegare a Madame Maxime che Etienne aveva solo voluto aiutarla. Sfortunatamente però nessuno aveva potuto fare molto, visto che il padre di Jerome Poitiers era nel Consiglio di Beauxbatons e si era accuratamente preoccupato che Etienne venisse espulso.

Lui sapeva che Etienne non aveva fatto male a nessuno alla Cimmeria, ma molti suoi compagni di scuola non potevano dire lo stesso. E ormai la notizia era di sicuro arrivata anche fino alla loro vecchia scuola, e non voleva nemmeno immaginare tutte le voci che stavano girando sulla sua morte, sul suo presunto omicidio-suicidio.

Gli dava fastidio pensare che il suo amico fosse stato mal visto è punito già una volta... non sopportava che anche da morto il suo nome venisse ricordato in quel modo.

Mathieu pensò alla famiglia di Etienne, ai suoi genitori, ai suoi fratelli... tutti Babbani, eccetto suo fratello Laurent. 
Non voleva neanche immaginare che cosa stessero provando. 

Continuando a torturarsi le mani il francese sbuffò appena prima di parlare a bassa voce, completamente solo nella stanza ma sperando comunque che lui potesse sentirlo:

“Non verrai ricordato così. Te lo prometto ET.” 


                                                                                 *


“So che sono morte delle persone, so che è orribile... ma è tutto così triste ultimamente! Perché non mi racconti qualcosa di bello?” 

Camila sfoggiò un sorriso allegro mentre si sedeva accanto a Francisca, che stava provando a fare i compiti ma una nuvoletta a forma di Adrianus sopra la testa glielo impediva.

La mora si voltò verso la compagna, annuendo e chiudendo il libro prima di sospirare leggermente: si era arresa, quel pomeriggio non avrebbe combinato un bel niente.

“Beh... che cosa vuoi sapere?” 

“Non saprei... dimmi di te e Steb!” 

“Ma... non c'è niente da dire! Perché tutti sono convinti del contrario?” 

“Beh, perché lui ti piace. Lo diceva anche Alexa... e anche tu gli piaci molto.” 

Camila sorrise con l'aria di chi la sa lunga, attirando ovviamente l'attenzione dell’amica:

“Perché lo dici?” 

“Perché sì, si vede. Insomma, si preoccupa sempre per te e scatta come una molla ogni volta in cui Ryle ti fa le moine. Oh, non vedo l'ora di vedervi insieme al Ballo, sarete carinissimi!” 

“Non andremo insieme al Ballo.” 

“COME NO?” 

Camila sgranò gli occhi, guardandola quasi con orrore mentre Frankie abbassava lo sguardo, stringendosi leggermente nelle spalle e parlando con tono amareggiato:

“Per favore. Lui non verrà con me, andrà con una altissima, biondissima e bellissima... tipo Mackenzie.” 

“Mackenzie è una... beh, non lo dirò ad alta voce. Smettila di sminuirti Frankie, sei molto carina! E poi lui ti adora. Che le biondissime, altissime, levissime e quant’altro vadano a quel paese!” 

Il tono risoluto di Camila la fece quasi ridere, anche se sapeva perfettamente che molte ragazze anche di un anno o due più piccole morivano dalla voglia di andare al Ballo con Adrianus Stebbins... o in alternativa con Alastair Shafiq e Sebastian. E con Jackson... già, gli anni precedenti Jackson non aveva mai avuto difficoltà ad invitare una ragazza. 

“Dai, parlami del Ballo... sai, non lo abbiamo mai fatto ad Ilvermorny! Ed è un peccato, dev’essere bellissimo.” 

Il sorriso di Camila la fece annuire, non riuscendo a non sorridere nel ricordare il Ballo, da sempre amatissimo da tutta la scuola.

“Si, lo è. Il Salone delle feste in genere è chiuso, lo aprono per quella sera... è immenso, è tutto illuminato, ma ogni anno cambiano le decorazioni. E poi ci sono un mucchio di persone, invitano anche il Ministro o ex allievi che sono diventati famosi. L'anno scorso c’era la Nazionale di Quidditch, se non ricordo male. Invitano anche molti genitori, in effetti... ex allievi della scuola o quelli comunque degni di nota. E poi beh, c'è il Consiglio.” 

“Però, sembra affollato... ma ci sono tutti gli studenti?” 

“No, solo dal quarto anno. Altrimenti sarebbe davvero TROPPO affollato. Comunque, non so se ci verrò.” 

“Ma devi venire, è il tuo ultimo anno qui... non puoi saltare proprio quest’anno. E poi mi dovrai spiegare per bene chi è chi, raccontarmi tutti i pettegolezzi e le storie che circolano. Non puoi mancare e sono sicura che Steb sarà d'accordo con me.” 

Camila sorrise, parlando con il tono di chi ha preso una decisione e non ha alcuna voglia di cambiare idea: non glielo domandò, ma era abbastanza sicura di intuire il motivo dei tentennamenti della ragazza e allungò una mano per metterla sopra quella di Francisca, parlando con il tono più dolce e gentile che le riuscì:

“Io credo che  vorrebbe che tu andassi e che ti divertissi... possibilmente con Adrianus, visto che Alexandrine sprizzava “Stenkie” da tutte le parti.”

“Stenkie? Che cavolo è? ... Oh Merlino, avete fatto anche la ship?!” 

“Certo! Io e Mat!” 

Camila scoppiò a ridere di fronte alla faccia sgomenta di Francisca, che sospirò e borbottò qualcosa come “i francesi e gli americani sono matti” prima di tentare di concentrarsi di nuovo sui compiti.

Una parte di lei però sapeva che Camila aveva ragione... le sembrava quasi di sentire la voce di Alexandrine intimarle di andare al Ballo e di divertirsi. Anche per lei, che non c'era più.


                                                                                  *


“Ah, eccoti qui! Sei stata in Biblioteca tutto il pomeriggio, davvero?” 

Phoebe inarcò un sopracciglio, guardando la sua migliore amica come se la ritenesse matta. Isabelle però annuì, stringendosi nelle spalle mentre sedeva tra lei e Faye, che si trattenne dal ridere mentre parlava a sua volta:

“Mi hanno detto che eri con mio cugino. Che avete fatto?” 

“Si è offerto di aiutarmi, in effetti è stato strano. Sai per caso se ha sbattuto la testa da qualche parte o, più probabilmente, sta organizzando una specie di scherzo alle mie spalle?” 

“No, non che io sappia. Secondo me sei troppo dura con Bas, Belle. Insomma, forse dovresti conoscerlo un po’ meglio.” 

“So che siete molto legati, ma non puoi negare che sia piuttosto menefreghista, in genere. Dice spesso che non gli importa di cosa pensi
 la gente o di molte persone in generale, a parte forse te e i suoi amici.” 

Isabelle lanciò un’occhiata eloquente in direzione di Phoebe, come a volerle chiedere di darle corda mentre Faye rideva sotto i baffi, trattenendosi dall’informare l’amica che si, Sebastian era piuttosto menefreghista, ma in realtà gli importava non poco di quello che pensava LEI.

In effetti Faye, che aveva sempre amato il Ballo, quell'anno non vedeva proprio l'ora che arrivasse... e non solo per divertirsi come era solita fare, ma anche per ridacchiare e assistere alle mosse di suo cugino. 

“Che ci vuoi fare Belle, è fatto così. Comunque rilassati, non credo che stia tramando per farti un qualche scherzo... insomma, sa che Alastair lo ucciderebbe, in quel caso.” 

“Probabile. Piuttosto, voi avete intenzione di andare al Ballo con qualcuno?” 

Phoebe inarcò un sopracciglio, rivolgendosi più che altro ad Isabelle dato che già sapeva la risposta che le avrebbe dato Faye, che infatti emise una mezza risata e sorrise con gli occhi luccicanti:

“Io non vado mai con un accompagnatore Phoebs, lo sai. No, credo che farò come sempre e mi divertirò sul momento.”

“Una vera tragedia per tutti i ragazzi che muoiono dalla voglia di venirci con te...”. Il tono sarcastico di Phoebe venne colto da Isabelle, che però ebbe il buonsenso di restare in silenzio, ma non da Faye, che si strinse nelle spalle con noncuranza prima di abbassare gli occhi sulle sue unghie:

“Si, beh, se ne faranno una ragione.” 

Phoebe roteò gli occhi ma decise di lasciar perdere e si rivolse invece ad Isabelle, guardandola con un sopracciglio inarcato:

“E tu, Belle?” 

“Sai che non amo questo genere di occasioni... No, non credo. A meno che...” 

“A meno che cosa?”  Phoebe e Faye parlarono all’unisono mentre Isabelle spalancava gli occhi con aria teatrale, mettendosi anche una mano sul cuore e allungando l'altra verso Phoebe:

“Phoebe, vuoi venire al Ballo con me?”  Faye sbuffò appena, scuotendo il capo prima di tornare a concentrarsi sulle sue unghie perfettamente limate mentre Phoebe annuiva, cercando di non ridere: 

“Ma certo! Mi farai da accompagnatore, ti ringrazio.” 

“Ehy, perché devo fare io l'uomo?” 

“Beh, perché tu sei più alta.” 

“Di neanche 10 cm!” 













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Angolo Autrice:

Salve! 
Come sempre grazie mille per le recensioni, mi fa piacere sapere che non vedete l'ora di leggere del Ballo... vale anche per me, non vedo l'ora di scriverlo! *ride tra se* 
Questo capitolo è decisamente meno tetro del solito ma poveri OC, ogni tanto devo dargli un po’ di sollievo... anche se dubito che la pace durerà, in ogni caso.
Il prossimo capitolo sarà l'ultimo prima del Ballo, dovrebbe arrivare in settimana...
Anche se di passaggio spero che questo vi sia piaciuto, ci sentiamo presto con il seguito u.u

Signorina Granger 

   
 
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