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Autore: Nao Yoshikawa    12/02/2017    5 recensioni
Raccolta di sette One Shot su Sirius Black, il mio personaggio preferito, e su sette storie d'amore con lui come protagonista.
Sirius/Hermione - Trust me, little girl
Sirius/Remus - My puppy
Sirius/Bellatrix - Evil witch
Sirius/James - The best joke
Sirius/Andromeda - Sweet star
Sirius/Harry - Reflex
Sirius/Lily - Red ruin
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Hermione Granger, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Hermione Granger/ Sirius Black, Remus/Sirius, Sirius Black/Bellatrix Black, Sirius/Lily
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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My Puppy

Tra i loro amici, Remus era certamente il più tranquillo, quello che cercava di mantenere la calma e di portare i suoi amici sulla buona strada, anche se molto spesso non veniva neanche ascoltato.
Sirius era invece, insieme a James, quello più terribile, quello più ribelle, quello testardo, combina guai, bello e dannato. Erano tante le ragazzine che stravedevano per lui, ma Sirius era sicuramente interessato ad altro.
Per quanto lui e Remus fossero diversi, erano amici, migliori amici, si completavano l'un l'altro.
Remus cercava di proteggerlo dai guai, Sirius cercava di farlo divertire e di far uscire fuori il suo lato più "spericolato"
Ma era qualcosa che andava oltre l'essere semplici migliori amici, oltre il passare il tempo insieme, oltre il volersi semplicemente bene.
Sirius e Remus erano giovani, erano ancora due bambini, ma avevano ben capito di essere l'uno attratti dall'altro. Avevano capito che probabilmente si amavano, e  non come due bravi amici avrebbero dovuto fare.
Loro si amavano come in genere un ragazzo e una ragazza facevano. Ed il primo a farsi avanti era stato proprio Sirius, che un giorno, così dal nulla, lo aveva preso e lo aveva baciato. Quella era stata la volta in cui il suo cuore aveva sussultato, la volta in cui era stato libero di stringerlo a sé quanto e come voleva, la volta in cui la loro relazione aveva compiuto un passo avanti. Non c'era stata una vera proposta, né una domanda. Semplicemente si ritrovavano sempre insieme, e malgrado sia James che Peter sapessero, quando potevano, lontano dagli occhi indiscreti di tutti gli altri, si nascondevano da qualche parte, e passavano minuti interi a baciarsi, con le labbra appiccicate, con le braccia strette l'uno al corpo dell'altro, al punto che non ci sarebbe stato spazio neanche per respirare.
Quella volta, si trovavano sulla Torre di Astronomia vuota, un incontro che li avevano portati a saltare la lezione di Trasfigurazione, un grave colpo per Remus, che era sempre così studioso e ubbidiente.
Quest'ultimo sospirò, riuscendo a liberarsi, almeno per un attimo, dalle sue labbra voraci.
"Ah, qualche volta passerò i guai per colpa tua" - sospirò.
"Tu dovresti rilassarti un po' invece - sussurrò l'altro frettoloso - e poi, cos'è più piacevole? Assistere ad una lezione noiosa o stare qui con me, tra le mie braccia?"
Remus arrossì. Dei due era il più timido, ed anche il più dolce.
"Tanto la risposta la sai già" - borbottò.
"Esattamente - disse l'altro divertito, afferrandogli il viso rovinato da delle cicatrici - spero che tu non voglia sparire di nuovo, come hai fatto lo scorso mese. Ogni volta te ne vai chissà dove ed io non so mai dove sei"
"Sì, hai ragione, scusa..." - sussurrò chinando lo sguardo. Adorava Sirius con tutto se stesso, era stato il suo primo, dolce, tenero amore, ed era certo che sarebbe stato l'unico per il resto della vita, tuttavia non era stato del tutto sincero, né con lui, né con gli altri.
"Hei, dai... non c'è bisogno di prendersela..." - lo consolò immediatamente, sapendo di quanto fosse sensibile. Remus ricambiò con un sorriso, poi si avvicinò e gli posò un altro cast bacio sulle labbra.
"Andiamo, prima che vengano a cercarci" - suggerì saggiamente quest'ultimo.
Era fastidioso non potersi comportare con naturalezza, fingere di essere nulla più che semplici amici. Ma sapevano che in caso contrario, avrebbero fatto troppo scalpore tra i loro coetanei, senza contare la disperazione da parte delle miriadi di ragazzine innamorate perse di Sirius.
Gli unici che non li avevano giudicati, erano stati proprio James e Peter che, nonostante lo stupore iniziale, avevano ben accettato la particolare simpatia fra i due. 
La giornata era passata, e Remus non aveva fatto altro che diventare più nervoso. Nervoso a causa di quel segreto che da una vita si portava dietro e che cercava ancora di tenere per sé, senza coinvolgere Sirius, che amava più di qualsiasi altra cosa al mondo. Si sarebbe accontentato di soffrire in silenzio, che creargli problemi o farlo preoccupare, anche se sarebbe stato difficile.
Arrivò la sera, e con essa, Remus scomparve, dissolto nel nulla. Tendeva a fare così da sempre, ed ogni volta che qualcuno di loro gli domandava il motivo, lui sviava il discorso, inventando scuse assai poco credibili.
E se fino a quel momento Sirius aveva fatto finta di niente, adesso la cosa cominciava a pesargli, aveva la netta sensazione che il ragazzo gli stesse nascondendo qualcosa.
Essere invadente era l'ultima cosa che voleva, ma forse era arrivato il momento di chiedere spiegazioni.
Passarono parecchi giorni che gli diedero molto da pensare e che non fecero altro che intensificare il suo malumore.
Poi, una mattina, convinto che sarebbe stata una giornata uguale alle precedenti, con molta svogliatezza Sirius uscì dal proprio dormitorio e si diresse verso la Sala Grande.
Mentre camminava, si rese ben presto conto che James stesse parlando con qualcuno. Gli ci volle qualche istante prima di rendersi conto che quel qualcuno fosse proprio Remus.
E' questo il modo di comportarsi? Sparisce come al suo solito, poi ritorna e la prima persona con cui va a parlare è James?
Questo pensiero gli attraversò la mente, ma non gli impedì di alzare una mano in direzione di Remus.
"Hei, Remus!"
Il ragazzo, in lontananza, a giudicare dalla sua espressione, non parve molto felice di vederlo. Lo vide infatti indietreggiare, e poi voltargli le spalle, modo di fare che lo sorprese non di poco.
James poi gli si avvicinò, con le mani dentro le tasche, come se nulla fosse successo.
"Beh? - domandò - che ti ha detto? Cosa è successo?"
"Niente di particolare" - borbottò l'altro alzando le spalle.
Sirius corrugò la fronte. Non solo Remus, adesso anche James faceva il misterioso. E visto che quest'ultimo non sembrava molto propenso a parlare, decise che lo avrebbe scoperto da solo. Così prese ad inseguire Remus.
"Hei, Remus, aspetta!" - esclamò. Nell'udire la sua voce, l'altro ragazzo cercò di aumentare il passo, ma fu inesorabilmente raggiunto da Sirius.
"Ti vuoi fermare?!" - esclamò arrivandogli davanti, con i capelli sul viso.
"Amh, ciao Sirius! Non ti avevo visto!"
"Ma che dici, mi hai visto chiaramente! Stai cercando di evitarmi! Sei sparito di nuovo, ti ho visto mentre parlavi con James, avresti almeno potuto avere il buon senso di avvisare me per primo...!"
"Io... mi dispiace..." - si scusò chinando lo sguardo.
"Dispiace anche a me! Ora vuoi spiegarmi che fine hai fatto? E soprattutto perché cerchi di evitarmi?"
"No, Sirius... ti prego - supplicò - davvero non c'è niente, non chiedermi niente..."
"Come sarebbe a dire "non chiedermi niente"? Penso di avere il diritto di sapere certe cose, no? Guardami!" - esclamò afferrandolo per le spalle.
"Ho detto che non c'è niente! - esclamò con un'aggressività mai mostrata prima e che sorprese lo stesso Sirius - io... scusa... scusami..."
Dopodiché se n'era andato di nuovo, sparendo dalla sua vista. Sirius avrebbe voluto capire, ma a quanto pare tutti volevano tenerlo allo scuro di qualcosa, e  ciò non gli andava bene per niente. 
A lezione, Remus si sedette lontano da lui, e per quanto cercasse di incrociare il suo sguardo, l'altro pareva evitarlo a tutti i costi. Anche dopo, durante il pomeriggio, che di solito i quattro passavano alla sala comune a parlare, scomparve un'altra volta, rinchiudendosi questa volta nel proprio dormitorio. James e Peter non sembravano molto preoccupati, o probabilmente fingevano. Sì, ne era più che sicuro, dopotutto si ricordava bene di aver visto uno dei due parlare con Remus la mattina stessa. James era stato piuttosto vago, fin troppo in realtà, e  la cosa lo aveva insospettito non di poco. Ed il solo fatto potesse sapere qualcosa che lui non sapeva, lo faceva ribollire di rabbia, gli faceva provare una morsa allo stomaco, una sensazione che non aveva mai provato e che prendeva il nome di gelosia.
"Sirius? - domandò James, sventolandogli una mano davanti agli occhi - ci sei?"
"Sì, ci sono! - rispose secco - e tu, piuttosto? Non guardarmi come se fossi io quello strano. Perchè so per certo che tu e Remus mi stiate nascondendo qualcosa!"
"Non so di cosa tu stia parlando" - rispose l'altro facendo spallucce.
"Smettila di prendermi in giro, James! - fece alzando la voce - se c'è qualcosa che non va, voglio saperla, adesso!"
"Remus te ne parlerà quando lo riterrà opportuno"
"Mi stai facendo innervosire!"
"Ragazzi! - esclamò Peter - ci guardano tutti, mi sa che stiamo dando troppo spettacolo!"
"Tsk, d'accordo, come vuoi! - esclamò - ma non crederti migliore di me, per questo"
"Sì, certo" - rispose James alzando gli occhi al cielo. Poteva capire il fastidio che il suo migliore amico provasse, ma proprio non poteva farci nulla.
Sirius si era allontanato per cercare di calmare i suoi bollenti spiriti. Aveva cercato di  non essere invadente, di essere paziente e di non intromettersi in ciò che non lo riguardava. Ma si stava parlando del suo migliore amico, della prima persona che era stata in grado di far battere il suo cuore, la persona con cui, ne era certo, sarebbe cresciuto e con cui sempre sarebbe rimasto insieme
Camminava con foga con i capelli che gli coprivano il viso. Ad un certo punto, urtò qualcuno. 
Quest'ultimo si era voltato lentamente, con gli occhi sgranati e anche un'espressione spaventata. Remus non sembrava esattamente felice di vederlo.
"Ah, eccoti qua - disse a braccia conserte - ti aspettavamo"
"Scusa... è che..."
"Non importa - dichiarò lui, facendosi avanti - tanto ormai racconti tutto al tuo caro amico James, vero? Ed io non conto più"
"Non è così! Ti prego Sirius, per me non è facile, tu non lo sai quello che ho dovuto passare!" - esclamò esasperato.
"E allora parla con me, dimmi cosa c'è che non va. Dici sempre che sono la tua persona speciale, allora parlami!"
"Io - sussurrò chiudendo gli occhi - vorrei... ma ho paura che se te lo dico... tu non vorrai più saperne di me"
"Questo non accadrebbe mai, te lo giuro! Dimmelo, ti prego"
"Preferisco non rischiare..."
"Ma..."
"Tu fai troppe domande!" - esclamò con il viso rosso. Per la seconda, Remus aveva sorpreso Sirius. In genere era sempre così calmo, tranquillo e riflessivo, e mai ostentava aggressività o modi di fare bruschi. Mentre invece, quel giorno, era successo per ben due volte.
"Va bene, come vuoi - disse a quel punto, serio come non mai - se vuoi continuare ad avere segreti con me, non posso forzarti. Ma se fossi davvero così speciale come mi ripeti sempre, allora la cosa sarebbe diversa. Devo pensare che questa è una delle tante bugie che mi dici. Perchè sì, adesso il dubbio ce l'ho. Chissà quante altre cose non mi hai detto..."
Lo sguardo di Sirius faceva quasi paura, ma Remus non cedette. Avrebbe voluto dirgli che si stava sbagliando, che l'unica paura che aveva era quella di perderlo, di rivelargli la sua vera essenza, di rovinare tutto. Ma non era un bugiardo, tanto meno un traditore.
Abbassò lo sguardo, solo per non vederlo andare via. Sapeva quanto Sirius avesse un carattere difficile e sapeva quanto fosse altrettanto difficile cercare di calmarlo o farlo ragionare quando era arrabbiato.
Ma d'altro canto, Sirius era più che convinto di avere ragione. E si sentiva anche uno stupido, perché probabilmente sentirsi gelosi o messi da parte, era inutile. Evidentemente non era così speciale, non fino a quel punto.
"Ah, quanto è stupido - borbottò fra sé e sé - non lo sopporto!"

Nei giorni seguenti, la rabbia era passata, o era più giusto dire che fosse semplicemente meno evidente. Sirius, orgoglioso per com'era, non rivolgeva neanche più la parola a Remus. Se quest'ultimo fosse venuto da lui a scusarsi, allora probabilmente avrebbe preso in considerazione l'idea di perdonarlo, ma ovviamente questo non sarebbe accaduto. Il gruppo si trovava in una pessima situazione e James aveva la consapevolezza di trovarsi in mezzo, visto che da un alto aveva Remus che contava sul suo aiuto, e  da un lato aveva Sirius che pareva volerlo fulminare con lo sguardo ogni volta.
E la loro più violenta lite scoppiò nel pomeriggio, subito dopo pranzo. Ovviamente, Sirius si era ritrovato da solo visto che oramai sia lui che gli altri tendevano a  separarsi senza problemi. Attraversò il corridoio, poi arrivò all'esterno, dove si trovava il campo di Quidditch. Poi li vide: i suoi migliori amici, James e Remus che parlavano fitto, come aveva già visto fare una volta.
Rimase a fissarli a lungo, o almeno a lui parve tanto tempo. 
Dovrei esserci io al posto suo.
Di nuovo quella fastidiosa morsa allo stomaco che tanto lo faceva sentire stupido.
E poi vide chiaramente il braccio di James circondare la spalla di Remus. Non poteva crederci, si stavano abbracciando. E non ci sarebbe stato nulla di male, considerando che erano amici, si erano abbracciati tante di quelle volte. Ma adesso era diverso. Adesso, Sirius sentiva come se qualcosa di suo gli fosse stato portato via, e  fu preso dall'ira più totale.
Non gli importava che si trattasse di James, suo compagno di mille avventure e scherzi. Era come se fosse diventato cieco.
Andò incontro ai due, che non si erano  minimamente accorti della sua presenza. Poi afferrò James da dietro, con violenza.
"Tu!" - esclamò.
"Sirius, ma che fai?!" - esclamò Remus.
"E' quello che io dovrei chiedere a voi! - esclamò - ditemi la verità, voi non siete solo amici, vero?"
"Ma sei stupido o cosa?" - domandò James sistemandosi gli occhiali.
"Non dirmi che sono stupido - ringhiò - e non credere di essere migliore di me!"
"Sei completamente fuori!"
"Ah, sono fuori? Adesso ti faccio vedere io!"
Nel dire ciò lo aveva afferrato di nuovo e lo aveva scaraventato contro il suolo. Non che la sua intenzione fosse propriamente quella di fargli male, ma aveva bisogno di dar sfogo a tutta la sua frustrazione. Lo bloccò contro il suolo, ma James ovviamente, che non era abituato a rimanere inerme, cercò di difendersi, lanciandogli un calcio. Ma l'altro pensò bene di ricambiare il gesto, e aveva fatto per lanciargli un pugno.
Remus a quel punto, che era per il quiete vivere e assolutamente non sopportava che vi fossero litigi e incomprensioni all'interno del gruppo, si portò le mani sul viso. Le parole  uscirono automaticamente dalla sua bocca.
"No, fermi! Basta!" - esclamò riuscendo ad insinuarsi tra i due e a separarli.
"Accidenti - fece James alzandosi da terra - ribadisco ciò che ho detto, sei matto!"
"E tu sei un traditore, anzi lo siete entrambi!"
A quel punto fu James ad arrabbiarsi, tanto da non riuscire più a trattenersi.
"Idiota! - esclamò - non sei neanche in grado di vedere quello che hai attorno. Remus ti adora, non fa altro che parlare di te, credo anche che ti sposerebbe! E tu vai ad insinuare che c'è del tenero fra noi?"
"Io - annaspò - voi... beh, ma io vi ho visto che...!"
"James mi stava consolando a causa del... beh, del nostro litigio" - rispose Remus, intimidito.
"Ah... davvero?" - domandò, sentendosi un totale idiota per la scenata appena fatta.
"Davvero - disse James - e per la cronaca, nessuno dei due è un traditore, né un bugiardo. In realtà sì, c'è una cosa che Remus non ti ha detto..."
Guardò l'amico, il quale fece un sospiro profondo.
"Il fatto è che... io non sono proprio del tutto umano..."
"In che senso?" - domandò Sirius inarcando un sopracciglio.
"Ah - sospirò James massaggiandosi le tempie - è meglio che ti siedi, è una storia lunga"
E così, Remus raccontò finalmente la verità sulla sua identità di licantropo, sul fatto che fosse stato morso da bambino e della terribile infanzia che aveva passato per colpa di questa sua condizione.
"E' per questo che ogni mese sparivo all'improvviso. Alla luna piena mi trasformo, e devo stare lontano da tutti, altrimenti potrei uccidere qualcuno. L'unico a saperlo era il professor Silente, è lui che mi ha in un certo senso tutelato"
"Già - borbottò James - e chiariamo che, se non lo avessi scoperto, non mi avrebbe mai detto nulla"
Sirius adesso, oltre che sentirsi un vero stupido, si sentiva anche sorpreso. Non avrebbe mai immaginato che Remus, il suo migliore amico, la persona che credeva di conoscere meglio di chiunque altro, avesse una storia simile alle spalle, ed un segreto tanto grande. Adesso capiva la sua paura ed il suo volerlo tenerlo all'oscuro di tutto.
"Che volete farci, avevo paura - rispose l'altro - James ha cercato di convincermi in tutti i modi a dirvelo, soprattutto a te, Sirius. Ma te l'ho detto... avevo paura..."
"Io.. beh, non avresti dovuto. Non ti avrei giudicato. Tu... insomma - fece distogliendo lo sguardo, con le guance arrossate - tu mi piaci e basta. Mi piaci a prescindere, e non importa se hai... questo piccolo problema"
"Oh, che gli piaci è sicuro! E' pazzo di gelosia" - lo prese in giro James.
"Smettila!" - esclamò l'altro, facendo ridere Remus.
"Però il problema purtroppo rimane - sospirò poi quest'ultimo - dovrò continuare a fare questa vita..."
James fu ad un tratto attraversato da un'idea che, ne era certo, sarebbe stata geniale.
"E' vero! - esclamò - ma questo non vuol dire che non possiamo starti accanto!"
"Te l'ho già detto. Devo stare lontano dagli esseri umani"
"E chi ha mai detto che si tratterà di esseri umani? Possiamo imparare a trasformarci in animali, così durante i tuoi periodi di luna piena possiamo stare con te senza farci ammazzare!"
"Dici sul serio?" - domandò Sirius.
"Oh, no, vi prego. Siete gentili, ma non credo che si possa fare. Passerete i guai..."
"E quando mai ci siamo preoccupati dei guai? - disse, preso ormai dalla frenesia - è un'idea geniale, ve lo dico io. Di giorno saremo i quattro irresistibile teppisti di Howarts e di notte... i quattro Animagus segreti! Mh... però... credo che ci vorrebbe un nome per questo nostro gruppo... ma sì, ci sono: "I Malandrini!". E' un nome perfetto. Ed io ne sono certo, verremo ricordati a vita per questo!"
James aveva affermato ciò con una tale solennità che aveva fatto ridere gli altri due. Remus alla fine accettò l'idea dell'amico, dopotutto, un po' di compagnia durante le sue notti di luna piena, non gli sarebbe dispiaciuta. E soprattutto, adesso tutto era tornato alla normalità, non vi erano più segreti... e Sirius era tornato come prima... più o meno.
In realtà non si sentiva esattamente in pace con se stesso. Aveva detto delle cose terribile a Remus, quando lui invece non aveva fatto altro che soffrire, e questo lo faceva sentire male. Dopottuto, la sua intenzione sarebbe stata quella di vederlo sempre felice. E malgrado fosse orgoglioso, testardo e assolutamente, non chiedeva mai scusa, aveva la sensazione che quella volta avrebbe dovuto agire diversamente. 
Arrivò dietro Remus, sgranchendosi la voce.
"Sirius - lo chiamò l'altro, gentilmente - ma guardati... ti sei graffiato una guancia"
Prima che però potesse avvicinarsi, l'altro gli diede un pizzicotto.
"Ahi, ma che...?"
"Scusa - disse chinando lo sguardo - per tutto. Non dovevo dirti quelle cose. Tu... per me sei speciale... e ... vorrei che non ci fossero segreti tra di noi.. io... ah, io non sono bravo con queste cose"
L'altro sorrise, piuttosto sorpreso.
"E' stato difficile per me tenertelo nascosto. Ma non preoccuparti, non ci sarà alcun segreto tra noi, non più. Hai la mia parola. Anche se devo ammettere che la tua gelosia non mi dispiace"
Sirius alzò lo sguardo, mostrando un'espressione fintamente offesa che serviva solo a  celare un sorriso complice. E lì, Remus capì che fosse tutto a posto, per davvero.
"Comunque sia! - esclamò indicandolo - ho trovato un nomignolo perfetto da darti quando saremo soli!"
"Ah... e sarebbe?"
"Cucciolo!" - esclamò ridendo.
"Eh?! - domandò completamente rosso - ma... ma... no! E' troppo imbarazzante!"
"Io invece dico che non ti dispiace. Qual'è il problema? E' più che azzeccato, e  poi è quello che sei, un cucciolo indifeso e tenero" - disse avvicinandolo a sé.
"Oh... dai smettila..." - sussurrò imbarazzato.
"E - aggiunse - cosa più importante. Sei mio. Memorizza questa frase, perchè credo che non la sentirai più pronunciare"
Remus sorrise, si avvicinò veloce, e gli posò un bacio fugace sulle labbra.
"Va bene, lo ammetto... il soprannome... mi piace..."
L'altro sorrise.
"Ed io ne ero certo"

Nota:
Anche questa, come la precedente, è una delle mie OTP. Adoro il "periodo" dei Malandrini, infatti credo che anche le prossime quattro saranno ambientate durante. 
Non ho molto da dire, li adoro insieme, e l'idea di un piccolo Sirius geloso fa uscire la parte più fangirl del mio animo.
Alla prossima!
   
 
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