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Autore: Altair13Sirio    14/02/2017    3 recensioni
Sveglia. Corri. Ruba. Mangia. Menti. Dormi.
Ripeti.
Questa è la vita della quattordicenne Riley, scappata di casa a undici anni e diretta verso il Minnesota piena di speranze. Una volta arrivata lì, però, Riley si è resa conto che quel posto che chiamava "casa" non era più tanto accogliente e sicuro per lei, e non volendo arrendersi e tornare indietro, ha deciso di andare avanti e vivere la vita a modo suo.
Così Riley ha deciso di dimenticare il passato e di diventare una persona nuova, una persona che niente ha a che fare con la Riley del passato; quella bambina che adora giocare a hockey, sempre in vena di scherzare, non c'è più. Riley ormai non prova più emozioni, e si limita a vivere per strada come una delinquente, in attesa di qualche evento che dia una svolta alla sua vita.
Allo stesso modo vivono le sue emozioni, che rassegnate, incapaci di togliere dalla testa della ragazza quell'idea che la fece andare via, continuano a occuparsi di lei nella speranza di farle fare le scelte giuste.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Riley Andersen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Riley passeggiava beatamente sul terrazzo deserto, sotto il sole del pomeriggio e il cielo sgombro da nuvole. Quel luogo era rimasto il suo posto segreto anche dopo aver lasciato la città ed essere tornata a San Francisco con i suoi; ogni volta che tornava lì passava sempre anche solo per staccare la mente pochi minuti e restarsene da sola con il cielo, l'aria… Però, diversamente da un tempo, non faceva più tutto quello per isolarsi dal mondo, per scappare, ma perché doveva riprendere le energie prima di lanciarsi di nuovo in mezzo alla folla e vivere tante avventure con i suoi amici e tutte le persone che le volevano bene.
Purtroppo, ormai quel luogo non era più tanto "segreto". << Non avevi detto che il tuo luogo segreto era quel vecchio cantiere abbandonato? >>
La voce di Andy attirò la sua attenzione e la ragazza si voltò a guardare quel gruppetto di amici sdraiati per terra a fissare con occhi rilassati il cielo azzurro. C'erano lui, Lizzie e Abigail messi in riga uno accanto all'altra, mentre Alexandra se ne stava con i fianchi poggiati a un parapetto guardando verso l'esterno e Duncan, pochi metri distante dai tre sdraiati, se ne stava seduto a terra con una bottiglia di birra in mano.
Riley fece qualche passo lento e ampio guardando in alto. << Questo è ciò che dico alla gente per non far scoprire il mio vero luogo segreto… >> Assunse un sorrisetto provocatorio cercando la reazione di Andy, senza riuscire però a intravedere alcun cambiamento nella sua espressione.
Duncan prese la parola poggiando a terra la bottiglia mezza vuota di birra. << E quindi è qui che te ne venivi tutte le volte che sparivi dalla circolazione? E che combinavi? >>
<< Facevo passare il tempo. >> Rispose prontamente Riley ostentando sicurezza. << Sapendo che avresti potuto esserci tu ad aspettarmi a casa, preferivo tornare il più tardi possibile! >> Scherzò ricordando quei giorni in cui non poteva più fidarsi di Duncan, né di nessun altro. Il ragazzo dai capelli verdi sbuffò sussurrando qualche risposta in tono sarcastico, girando la testa dall'altro lato; era strano come, dopo l'incontro della ragazza con Bad Dog e i suoi sgherri, lui fosse cambiato radicalmente: Duncan era diventato quasi come un fratello maggiore, non ci aveva più provato con Riley come aveva fatto tanto spudoratamente per quasi un anno prima di quell'evento, addirittura aveva finito per collaborare con la polizia per ritrovarla… In questo senso, Riley poteva dire di apprezzare di più Duncan, dopo che era diventato quasi soffocante negli ultimi tempi.
Una folata di vento le scompigliò i capelli corti che non raggiungevano neanche le spalle; finalmente li aveva tagliati come voleva lei, le avevano dato fastidio da quando si era riunita ai suoi genitori, ma li aveva lasciati crescere ancora un po' finché la situazione non si fosse calmata e lei non avesse trovato una sua routine. Aveva anche uno stile diverso nel vestire, con più colori e meno attenzione ai dettagli; Andy e tutti gli altri erano rimasti di stucco quando l'avevano vista indossare per la prima volta quella maglietta color arcobaleno.
<< Bella riconoscenza! >> Commentò Lizzie senza staccare gli occhi dal cielo velato. Non aveva addosso le lenti a contatto colorate, anche se non aveva abbandonato del tutto i trucchi, ma la ragazza adesso aveva un aspetto più naturale e maturo.
<< Stai zitta tu, traditrice! >> Le rimbeccò Riley con una punta di scherno. Voleva vedere come avrebbe reagito a quella provocazione.
Liz si tirò su e si mise a sedere sul pavimento del terrazzo lanciando un'occhiata infastidita a Riley. << Ti ho detto scusa mille volte! >> Sbuffò contrariata. Le era rimasta solo un'intera ciocca di capelli viola, e da quando lei e Riley erano state salvate questi erano cresciuti ancora di più.
<< E comunque lei non è voluta andare fino in fondo. >> Aggiunse Abigail mettendosi a sedere come l'amica e incrociando le gambe. Lizzie la ringraziò per il suo intervento.
<< E meno male! Dopo tutto quello che ho fatto per te… >> Riley sembrava arrabbiata, ma stava sorridendo leggermente. Liz a sua volta ghignò.
<< Forse se li avessi lasciati fare, non avrei dovuto più sentirti brontolare… >> Rispose chiudendo definitivamente la questione. Le due ragazze si stuzzicavano di tanto in tanto tirando fuori quella storia del tradimento di Liz e di come si fosse poi pentita; all'inizio Riley l'aveva chiamata "pappamolla" per essersi tirata indietro all'ultimo momento, poi avevano cominciato a dirsi chi avrebbe fatto la peggiore fine tra le due se non fossero arrivati Andy e gli altri a salvarle, e adesso Liz diceva sempre che avrebbe fatto meglio a lasciarla dov'era… Ovviamente si trattava sempre di scherzi, battute per rimanere attive e "cattive", per non "ammorbidirsi"…
Riley scoppiò improvvisamente a ridere dopo aver fissato intensamente la rivale per alcuni secondi. << Va bene, basta così… >> Disse coprendosi la bocca con una mano prima di tornare a camminare dirigendosi verso il parapetto.
<< Com'è San Francisco? >> Chiese Alex vedendosela venire incontro.
Riley piegò la testa leggermente prima di accostarsi a lei. << Tetra, fumosa… C'è un sacco di gente… Niente in confronto al Minnesota! >>
<< Ma lì si gioca a hockey? >> Chiese Liz sorridendo intrigata. Riley non aveva toccato una mazza da hockey per tre anni, dopo essere scappata di casa a San Francisco, e non aveva mai parlato della sua passione per quello sport alle sue amiche; quando avevano saputo che in realtà la ragazza adorava l'hockey avevano cominciato a stuzzicarla in ogni circostanza.
<< Oh, io lo so! >> Esclamò Duncan intromettendosi nella conversazione. << La nostra Riley è diventata capitano! >>
<< Che cosa?! >> Esclamò incredula Liz. << Scherzi? >>
Riley assunse un'espressione di sfida. << Qualcosa in contrario? >> Chiese prima di mostrare un ghigno compiaciuto.
Liz annuì vigorosamente. << Eccome! Non giochi da una vita e ora te ne vieni dicendo di essere diventata capitano di una squadra di hockey? E perché non me lo hai detto prima?! >> Le dava più fastidio il fatto che solo Duncan fosse stato messo al corrente della situazione; non le piaceva essere presa alla sprovvista.
<< Si chiama talento, dolcezza! >> Rispose Riley con tono saccente piegando in avanti la schiena e mettendo le mani ai fianchi.
Liz si voltò dall'altro lato incrociando le braccia con fare offeso. << Non è giusto, ecco! >> Commentò ignorando completamente lo sguardo di Riley, che le faceva la linguaccia alle spalle.
Alex tornò alla sua domanda originaria e sperò di ottenere qualche altra risposta questa volta:<< Ma a parte questo, ci sarà qualcosa di buono laggiù, no? >> Era molto interessata alla vita di Riley nella grande città, quasi tutti i giorni le scriveva per chiederle come fosse vivere a San Francisco, che cosa facesse per divertirsi e se ci fossero davvero tante opportunità come si diceva. Riley non poteva certo lamentarsi, ma francamente non le piaceva San Francisco e preferiva posti più isolati e aperti come quella città in cui aveva vissuto per tre anni.
<< Bè… Ho i miei genitori. Loro mi trattano sempre bene, come se non fossi mai scappata di casa, comportandomi da emerita idiota… >> Abbassò la voce sempre di più fino a quasi solo esalare un sospiro impercettibile mentre diceva questo. << E poi ci sono tante cose da fare, ma… Non mi interessa granché… >> Disse girando lo sguardo da un'altra parte. Alexandra sembrò contrariata quando diede la sua opinione sulla città.
<< E con gli studi? Sei tornata a scuola? >> Chiese Abigail interessata, curiosa sull'argomento; Riley si era sempre comportata come se la scuola fosse una seccatura immane e non volesse mai più tornarci. Lei voleva sapere se anche quello che aveva detto al riguardo era stata una bugia per costruire la propria immagine di "ragazza cattiva" oppure sotto sotto ci fosse un po' di verità…
La ragazza sfoggiò un sorriso imbarazzato, lasciando intendere di non aver ripreso a studiare. << In realtà, dopo tutto quello che è successo, possiamo dire che era un po' tardi per me… Riprendere a studiare non sarebbe stata una buona idea, e allora per non restarmene con le mani in mano ho deciso di cercarmi qualche lavoretto. >> Spiegò agitando rapidamente le mani di fronte a sé. << Ho cominciato distribuendo volantini, ma ora sono già assistente meccanico! >>
<< Meccanico? >> Chiese sorpresa Lizzie inarcando un sopracciglio. << E da quando ti piacciono i motori? >>
Riley scosse ingenuamente la testa. << Da mai. Però imparo in fretta, e non posso lamentarmi della paga, quindi… >>
Duncan prese la parola con tono apparentemente di scherno; stava sorridendo. << L'importante è che non ricominci a fregare la gente per strada… >> Le rivolse un ghigno intrigato, curioso. << Sono sicuro che ti ricordi come si fa! >>
<< E chi dovrei ringraziare per quello? >> Rispose a tono la ragazza rivolgendogli uno sguardo di insufficienza. << Piuttosto, stai tenendo le mani a posto, vero? Voi lo state tenendo d'occhio? >> Concluse rivolgendosi a Andy e alle ragazze sdraiate a terra.
Andy sorrise. << Tutto liscio come l'olio, Duncan si sta comportando come un angioletto… >>
<< E con un piccolo aiuto è riuscito anche ad estinguere i suoi numerosi debiti. >> Disse Liz con un sorrisetto provocatorio stampato sul viso. Per Riley era un sollievo sentire quelle parole sul ragazzo che per tanto tempo l'aveva portata sulla cattiva strada, ma che si era redento proprio alla fine e aveva cercato di rimediare ai suoi errori; adesso era lei quella che si preoccupava per lui.
Dopo le risposte dei due ragazzini, Duncan ghignò con sicurezza. << Dubitavi forse della mia onestà? >>
Riley rispose con un ghigno simile per prenderlo in giro. << E cosa staresti facendo per vivere, sentiamo… >>
<< Non ci crederai, ma il vecchio Jeremy stava cercando proprio un aiutante per mandare avanti il suo locale senza troppa fatica… Sai com'è, ha una certa età e con il tempo un lavoro può diventare faticoso… >> Rispose con serenità il ragazzo puntando una mano verso sé stesso con teatralità. << Non è poi così male… Piacerebbe anche a te se lo conoscessi meglio. >>
La ragazza sbuffò voltandosi dall'altra parte. << Tutto quello che so su quel tipo è che mi sparerebbe a vista, dopo tutta la roba che gli ho rubato… >> Duncan e Lizzie si misero a ridere, trovando particolarmente divertente la battuta di Riley. Gli altri si limitarono ad ammiccare. Riley abbassò lo sguardo pensierosa. << Comunque è bello sapere che sei cambiato… >> Mormorò lasciandosi sfuggire un sorriso dolce.
<< Lo stesso vale per te, peste! >> Rispose Duncan ghignando e bevendo dalla sua bottiglia.
La ragazza sorrise piena di gratitudine a quel vecchio amico e si guardò intorno; c'era una persona lì in mezzo di cui sapeva poco, nonostante si telefonassero ogni giorno e si raccontassero tante cose ogni volta. << Andy. >> Il ragazzo se ne stava in silenzio, interveniva raramente; sentirsi chiamato in causa attirò sicuramente la sua attenzione. << Tu che cosa mi racconti? Hai smesso di fare "il bravo"? >>
Il ragazzo arrossì ripensando a quando Riley lo aveva portato in giro per la città nel tentativo di convincerlo a infrangere le regole e rubare da un chiosco, a lasciarsi andare e divertirsi senza badare alla propria morale. Ricordò anche quando lei gli inveì contro dicendogli di non avere le "palle" per fare qualsiasi cosa definita "immorale". Ci mise un po' a rispondere, quindi Abbie prese la parola prima che si decidesse.
<< Andy è davvero forte! Non ci si stanca mai con lui! >> Commentò piena di eccitazione, strizzando un occhio al ragazzo.
Anche Alex disse la sua da dietro le spalle di Riley:<< Sì, tutti i giorni a scuola ci fa divertire un sacco, tra una lezione e l'altra… >>
<< Lo sai che si è iscritto alla corsa campestre? >> Aggiunse la piccola Abigail saltando dall'eccitazione sul posto. Riley non se lo aspettava; non aveva mai reputato Andy un ragazzo atletico o sportivo in ogni caso… Per questo fu un po' sorpresa.
<< Seriamente? >> Chiese ancora incerta se avere una reazione più evidente di un semplice sguardo perplesso. Andy non disse di no e continuò a far guizzare gli occhi da una parte all'altra del terrazzo, arrossendo sempre di più.
<< Sbaglio o mi hai detto tu che dovevo provare a vivere con un po' più di incertezza e meno piani? >> Disse a un tratto riuscendo ad alzare lo sguardo. << Ho pensato di fare qualcosa di nuovo, senza sapere veramente se ce l'avrei fatta o no… >>
Riley lo fissò per un attimo, sconcertata. << Hai fatto bene! >> Gli sorrise. Anche Andy le sorrise in risposta.
Liz si intromise nella discussione come se le ultime battute tra i due ragazzi non fossero esistite. << Sì, comunque stavi meglio con i capelli colorati! >> Sbuffò abbassandosi poggiando la schiena a terra e guardandolo con sguardo assonnato. << Se dovessi cambiare idea, potrei sempre prestarti la tinta per capelli… >>
Riley rise sonoramente. << Devo ammettere che hai ragione. Andy era uno spasso con i capelli blu! >> Questa volta furono solo le ragazze a ridere, mentre Andy e Duncan rimasero in silenzio a lanciarsi occhiate confuse.
Riley si voltò sospirando e poggiando i gomiti al parapetto. La vista da lì non era male e ora non doveva nemmeno più preoccuparsi di non avere nessuno con cui condividerla. In fondo che cos'era la libertà, se non c'era nessuno con cui viverla? Si voltò ricordandosi improvvisamente di una cosa. << Oh! >> Disse mettendosi una mano in tasca e sfilando una macchina fotografica digitale grigia, con sopra una striscia di carta gommata su cui stava scritto il suo nome. << Sorridete, su! >> Disse accendendola e puntando l'obiettivo verso il gruppo di ragazzi seduti a terra.
Abigail e Duncan sfoggiarono dei sorrisi smaglianti, spensierati ed eccitati, mentre Lizzie rivolse un'espressione più calma e languida alla telecamera con un sorrisetto appena accennato mentre con la spalla si sporgeva verso Andy accanto a lei; il ragazzo sorrideva normalmente, senza sforzare troppo i muscoli del viso e senza sembrare di voler esagerare. Infine, Alexandra comparve al limite dell'inquadratura dopo aver lanciato un urletto per richiamare l'attenzione di Riley e dirle di aspettare: piegò la schiena lateralmente lasciando cadere i capelli verso il pavimento e sorrise alzando una mano per salutare. Riley scattò la foto senza pensarci due volte e quell'immagine di loro su quel terrazzo, assieme e felici, rimase impressa nella macchina fotografica per sempre.
<< Bella. >> Mormorò soddisfatta Riley prima di riporre nella tasca la sua macchina fotografica. << Che ne dite se ora scendiamo da qui e andiamo a mangiare qualcosa? >> Propose infine avvertendo un colpo di vento più forte degli altri. Dal gruppo di ragazzi al centro del terrazzo si levarono consensi fumosi e qualche commento riguardo la fame in arrivo; tutti cominciarono ad alzarsi e avviarsi verso la scaletta di emergenza che li avrebbe portati via da lì.
Il primo a scendere fu Duncan, seguito da Alex ed Abbie; dovevano fare attenzione a non appesantire troppo la scala, altrimenti avrebbero rischiato di rompere tutto come quella volta che Riley e Andy stavano scappando da un agente di polizia ed erano caduti uno sopra all'altra causando la slogatura della caviglia della ragazza: per questo scendevano uno alla volta. Dopo delle due ragazze fu il turno di Lizzie, e quando furono rimasti da soli sul terrazzo, prima che Andy potesse scendere la scala, Riley lo fermò.
<< Mi rendo conto di non averti mai ringraziato in modo adeguato… >> Mormorò Riley mettendogli una mano sulla spalla per farlo voltare. Andy arrossì guardandola negli occhi.
<< Non è necessario. Avresti fatto lo stesso per me… >> Ma la ragazza lo interruppe.
<< Non intendo quello; non è perché sei tornato a salvarmi… E' per tutto quanto. >> La ragazza abbassò la mano e cominciò a intrecciarne le dita con l'altra, piena di nervosismo. << Senza di te non avrei mai capito cosa volevo… Non avrei mai visto la verità. Se non ci fossi stato tu ad aprirmi gli occhi, a quest'ora chissà cosa avrei potuto essere! Sei stato il mio salvatore, Andy, non per una sola sera… Hai salvato la mia intera vita. Sei arrivato in un momento in cui vedevo tutto grigio e
… Hai portato colore nella mia vita. >> Quelle parole vennero pronunciate con forza e coraggio, ma la ragazza sentì sempre di dover aggiungere qualcosa senza mai porre fine alla sua spiegazione. Andy dovette azzardare una risposta prima che riprendesse a parlare senza sapere cosa dire.
<< Io… Te lo avevo detto che era destino. >> Sorrise imbarazzato sperando in una reazione simile nella ragazza. Il sorriso di Riley fu molto più dolce però, la ragazza sembrò quasi sciogliersi di fronte ad Andy in quel momento.
Riley fece un passo in avanti e chiuse gli occhi dando un piccolo bacio sulla guancia ad Andy, tornando poi al proprio posto sbattendo le palpebre un paio di volte e guardandolo con serenità. << Grazie, Andy. >>
Il ragazzo, confuso e disorientato, non seppe cosa rispondere. Abbozzando un sorriso mentre la sua faccia diventava rapidamente rossa, si spostò lateralmente e disse con imbarazzo mostrando la scala:<< Prego…? >>
Riley sghignazzò divertita. << Che galanteria… >> Fece avanzando verso il parapetto. << Prima le signore dunque, eh? >> E dopo di questo scavalcò il parapetto e cominciò a scendere dalla scala con in viso uno strano sorrisetto furbo.
Andy rimase a guardarla con occhi sognanti, con la testa tra le nuvole finché non fu scesa. Sotto, nel vicolo per cui dava la scala, gli altri aspettavano guardando con i colli piegati verso l'alto. Andy ci mise un po' a connettere quando vide Riley arrivare a terra e voltarsi verso Duncan e le ragazze dicendogli qualcosa; fu quando vide tutti e cinque gli amici mettersi a correre verso la strada che gli saettò in testa un dubbio e una scarica gli corse lungo tutta la schiena.
<< Ehi! >> Urlò. << Aspettatemi! >> Scavalcando goffamente il parapetto si mise a scendere lungo la scala con rapidità, facendo attenzione a non sbattere con gambe e braccia. << Aspettatemi!!! >> Ripeté una volta a terra, quando ormai i suoi amici erano già fuori dal vicolo. Si mise a corrergli dietro con grande affanno, sicuro però del fatto che sarebbe riuscito a raggiungerli; non riusciva ad essere arrabbiato per quello scherzo, perché anche l'idea di correre dietro ai suoi amici e cercare di raggiungerli lo faceva sorridere.
Non serviva essere sdolcinati, cupi o estremamente gioiosi; bastava essere in sintonia l'uno con l'altro, avere qualche cosa da fare per passare il tempo e non stancarsi mai gli uni degli altri. Non servivano bugie per avere una relazione simile, bastavano i sorrisi, i piccoli gesti, le battute… Anche quando ci si rivolgeva parole dure non era mai sul serio, e gli scherzi si facevano proprio per mantenere viva quella sintonia che c'era tra loro.
Qualunque fosse la vita che conducevano, loro erano e sarebbero sempre stati amici.
   
 
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