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Autore: Signorina Granger    15/02/2017    5 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Agli occhi di molti la Cimmeria Academy è solo l'ennesima scuola privata, con le sue divise perfette e i suoi brillanti e ricchi studenti. La scuola ospita i figli delle più influenti e importanti famiglie di tutto il mondo, i ragazzi più promettenti e destinati a ricoprire ruoli di spicco nella società, come i loro genitori.
Ma mai giudicare un libro dalla copertina: la Cimmeria è molto di più e nasconde dei segreti, come alcuni suoi studenti già sanno... e presto anche altri se ne renderanno conto.
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Night School '
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 Capitolo 15: Quiete... o quasi 
 
Lunedì 14 Dicembre 


Aveva freddo, e il fiato stava iniziando a mancarle dopo quasi un'ora passata a correre in mezzo agli alberi. 
Rabbrividì ma continuò a muoversi, consapevole grazie all’esperienza che non doveva fermarsi: il freddo sarebbe solo aumentato. 

Si ostinavano a farli muovere all’aperto senza curarsi di procurargli qualcosa per ripararsi dal freddo… anzi, sembrava che lo facessero apposta per temprarli. 
Malgrado la situazione non proprio piacevole un lieve sorriso le increspò il volto, ricordando quando l'anno prima la freddolosa Isabelle aveva cercato di portarsi dei guanti e uno scaldacollo di nascosto all’incontro ma Jefferson l'aveva beccata e glieli aveva sequestrati fino alla fine della stagione. 

Continuando a correre respirò profondamente, formando una nuvola con il fiato caldo mentre saltava per evitare di inciampare in una radice sporgente sul terreno. In genere quando correvano facevano semplicemente il giro del parco della scuola… ma durante i “giochi” andavano nel bosco. E se da una parte tutto si faceva più divertente, dall'altra era molto più difficile stare al passo. 

Phoebe continuò a correre, tendendo le orecchie per cercare di sentire i passi dei compagni: sentiva qualcuno correre dietro di lei, probabilmente erano tutti sparpagliati nei dintorni… la ragazza si era appena chiama per evitare di andare a sbattere dritta contro un ramo basso quando si fermò, inchiodando bruscamente e rischiando di finire sul suolo ghiacciato. 

Phoebe Selwyn deglutì, respirando affannosamente e tenendo i grandi occhi puntati su un punto davanti a lei… un albero, uno dei faggi che delineava la vicinanza al piccolo ruscello che attraversava il bosco. 

Rimase immobile per qualche istante, finché non sentì dei passi affrettati alle sue spalle, seguiti da una voce leggermente allarmata: 

“Perché ti sei fermata?”

“Ho visto… credo di aver visto un uomo. Lì… due attimi fa. Ma è scomparso.” 

“Un uomo?” 

Faye inarcò un sopracciglio, avvicinandosi all'amica e fermandosi proprio accanto a lei, fissando a sua volta lo sguardo sul punto indicato da Phoebe.
Esitò per un attimo istante ma poi la ragazza prlò di nuovo, voltandosi verso l'amica:

“Te lo sarai immaginato… insomma, qui non ci si può Smaterializzare, non si può sparire. Siamo tutti molto stanchi Phoebs… ma se fossi in te continuerei a correre, non voglio essere battuta dai Blu… specialmente da Bas. Ci vediamo alla base.” 

Faye diede una pacca sulla spalla dell'amica prima di superarla, riprendendo a correre e sparendo in fretta nel buio… ma Phoebe esitò, parlando con un filo di voce:

“No… c'era.” 

Silenzio. 

La ragazza deglutì, affrettandosi a correre per seguire l'amica fuori dalla radura… strano, improvvisamente non si sentiva più tanto sola. 


                                                                               *
 

Respira 
Corri 
Salta 


L'aria le sferzava il viso, e anche se continuava a tremare continuava a correre, muovendosi velocemente e continuando a zigzare, cambiando direzione ogni due per tre… tutto per non farsi prendere. 

Il cappuccio nero della felpa era sollevato, coprendole il capo… in realtà più che per mera strategia l'aveva tirato su perché aveva freddo, ma agli altri avrebbe fatto credere il contrario probabilmente.

Deglutì, schivando un ramo mentre il battito era decisamente accelerato rispetto al normale, udendo distintamente i passi che la seguivano, proprio alle sue spalle… e la spingevano ad andare ancora più veloce, scivolando in mezzo agli alberi come faceva da anni. 

Non manca molto
Corri 

Le sue gambe si muovevano ormai automaticamente, e stava cominciando a chiedersi se sarebbe stata in grado di fermarsi o se sarebbe andata a sbattere dritta contro un tronco… Accelerò, ma anche i passi rapidi dietro di lei, insieme ai fruscii sulle foglie quasi cristallizzate dal freddo.

Non le era mai piaciuto quel gioco. E soprattutto, lo odiava quando si trovava in svantaggio e perdeva.

Si chinò per schivare un ramo e automaticamente rallentò per una frazione di secondo… fece per scattare con quel poco di fiato e di forze che le rimanevano ma si sentì afferrare bruscamente da dietro, cacciando un piccolo urlo quando si ritrovò a cadere. Gemette per un istante per il bruciore al ginocchio ma si zittì all’istante quando qualcuno la fece voltare, mettendola a pancia in su.

Aveva trattenuto il fiato quasi rendersene conto, e sentì un macigno sollevarlesi dal petto quando si ritrovò a guardare nei familiari occhi castano-verdi di Alastair, che scoppiò a ridere mentre la teneva per le spalle. Isabelle rabbrividì, sibilando che era un idiota prima di schiaffeggiarlo sulla spalla, rimettendosi a sedere lentamente… probabilmente non aveva idea dello spavento che le aveva fatto prendere. 

“Scusa, non ho resistito… ti ho spaventato? Non avevi capito che ero io?” 

“No…”

“Strano… facciamo questo gioco da bambini, ricordi? In estate perlustravamo la prateria vicino a casa mia.” 

Alastair le sorrise allegramente, allungando una mano per darle un buffetto sulla guancia mentre il battito di Isabelle tornava lentamente a rallentare, mentre la ragazza teneva ancora gli occhi fissi sull’albero davanti a lei, sentendo ancora l’adrenalina in corpo e riprendendosi dal mezzo infarto che aveva avuto. 

Già, se lo ricordava… le sarebbe piaciuto tornare a quei giorni, magari. 

“Belle? Tutto bene? Dai, era solo uno scherzo… scusa.” 

“Non fa niente. Ma sei comunque un imbecille… ho perso dieci anni di vita.” 

“Melodrammatica, con tutte quelle che mi hai combinato tu! In ogni caso ti ho ufficialmente presa, dobbiamo tornare indietro. Ti sei fatta male cadendo?” 

“No.”

Isabelle si alzò, ignorando il dolore alla gamba sinistra e iniziando a seguire Alastair nella direzione opposta, quasi sollevata che per quella sera il gioco fosse finito… da quando quella storia era cominciata le metteva addosso una gran ansia, sentendosi continuamente osservata e in pericolo, esattamente come i suoi compagni. 

Al la prese per mano, conducendola tra gli alberi mentre Isabelle continuava a guardarsi intorno, camminando il più velocemente possibile:

“Hai fretta?” 

“Si… ho freddo. Secondo me vogliono farci morire tutti assiderati o di broncopolmonite. Frankie è ancora bloccata a letto con l'influenza, credo…” 

“Speriamo che nessuno faccia la sua stessa fine allora.” 

“Lo spero, tra una settimana c'è il Ballo… e non voglio sentire i piagnistei di Faye se dovesse perderlo causa malattia.” 

Isabelle piegò le labbra in una smorfia e Al rise leggermente, capendo perfettamente a cosa si riferisse l'amica mentre lasciava la sua mano per metterle un braccio intorno alle spalle, appoggiando il capo contro il suo mentre continuavano a camminare insieme in mezzo agli alberi… e sotto gli occhi di qualcuno, come Isabelle immaginava. 


                                                                            *

Continuava a trattenersi, ma stava facendo così tanta fatica che a breve avrebbe ceduto, lo sapeva: era combattuto tra il ridere, farle una foto o semplicemente sedersi accanto a lei e stare a guardarla per un po'. 

Frankie dormiva della grossa, rintanata sotto le coperte come faceva sempre, tenendo le gambe piegate e sembrando ancora più piccola di quanto già non fosse… senza contare che non si riusciva a vederle perfettamente il volto, visto che era coperta letteralmente fino al naso e poteva scorgere i suoi occhi chiusi, la fronte e i capelli scuri che le ricadevano intorno al viso. 

In effetti avrebbe potuto fotografarla, così da poterla ricattare per tutta la vita… in realtà non era ridicola quanto più adorabile, ma Frankie continuava ad essere convita di essere orribile mentre dormiva.

La febbre appena passata e il calore accumulato sotto il piumone le avevano colorito leggermente le guance di rosso, e Adrianus cercava disperatamente di non ridere e di dirle che sembrava quasi Heidi… preferì invece avvicinarsi con passo felpato al letto della ragazza, chiedendosi se lo avrebbe ammazzato nel trovarlo di prima mattina in camera sua. C'era stato solo pochi giorni dopo la morte di Alexa, e anche se non era passato molto tempo era ben felice che Francisca stesse decisamente meglio rispetto a quei giorni. 


In effetti non la vedeva da due giorni, lei lo aveva bandito dalla sua camera sostenendo che non voleva attaccargli l'influenza che si era presa per colpa delle corse all'aperto notturne… anche se in realtà non aveva nessuna voglia di farsi vedere dal ragazzo con la “faccia da influenza”. 

“Frankie?” 

Adrianus allungò una mano per sfiorarle una spalla, parlando con un filo di voce per svegliarla con delicatezza… ma la reazione della ragazza lo spiazzò: Francisca spalancò gli occhi, permettendogli di guardare quelle iridi verdi per un istante… poi Adrianus sentì una mano afferrargli il polso e due secondi dopo tutto andò all’incontrario. 

Non seppe mai come con precisione, ma si ritrovò bello disteso sul tappeto della camera di Francisca Lothbrock, con la mano della ragazza ancora stretta sul suo polso e l'altra che gli teneva il braccio, mentre lei era sgusciata fuori dal letto a velocità della luce e ora era accucciata sopra di lui.

“AHIA!” 

Le pupille di Frankie si dilatarono quando realizzò CHI aveva appena atterrato, inarcando un sopracciglio come se non capisse:

“STEB? Cosa ci fai qui? … Oddio, ma perché mi devi sempre venire a trovare quando sono appena svegliata e in condizioni pietose?” 

In un batter d'occhio Francisca si era alzata, allontanandosi da lui e lasciandolo con il braccio dolorante e indolenzito.

“Da quando sei diventata un ninja? Ma perché l'hai fatto? E perché non riesco a muovermi…” 

“Scusami, ma stavo facendo un sogno dove un branco di rapinatori mi inseguivano… beh, se tu avessi bussato non sarebbe successo, maleducato!”  Frankie sbuffò, mettendosi le mani sui fianchi e quantomeno provando a fare l'arrabbiata, anche se ovviamente Steb rese vano ogni suo tentativo:

“Non ti volevo disturbare, ma volevo venire a salutarti…” 

Adrianus sfoggiò gli occhioni da cucciolo, parlando con un tono vagamente grave che la fece sorridere, gongolando leggermente:

“Ah si? Ti mancavo?” 

“No. Mi mancava il tuo pigiama con le nuvolette.” 

Steb sfoggiò un sorrisetto mentre Frankie sgranava gli occhi con orrore, ricordandosi di essere ancora in pigiama e calzini prima di correre, nascondendosi in bagno dopo aver appellato divisa e trucchi:

“Ma perché mi devi sempre vedere con la mia faccia peggiore… avverti la prossima volta!” 

“Scusami, ti manderò una comunicazione scritta, così avrai tutto il tempo di farti bella… Ti metterai la camicia da notte di pizzo Frankie?” 

“No, non la spreco per te! E ora vado a cambiarmi, oggi devo tornare a lezione o rimarrò disastrosamente indietro.” 

Mentre finalmente Steb riusciva a rimettersi in piedi sgranò gli occhi, voltandosi di scatto verso di lei mentre la ragazza ridacchiava prima di sparire dietro la porta, lasciandolo di nuovo solo:

“Come sarebbe a dire? Per chi la useresti allora?” 

Solo quando Frankie sparì dal suo campo visivo Adrianus Stebbins si ritrovò a darsi dell’idiota, rammentando all’improvviso il motivo per cui era andato da lei oltre che salutarla e chiederle come stesse.

“Merda…” 


                                                                           *


Diversi tra i suoi compagni probabilmente stavano sonnecchiando sopra i loro calderoni, ma Jude Verräter no, nessuno poteva avere dubbi su questo: le lezioni di Pozioni erano da sempre le sue preferite, anche ad Hogwarts… in effetti aveva sempre trovato Piton un po' strano, e spesso si era chiesto il perché di quella faccia perennemente seria e impassibile. 

Ormai però si trovava dall'altra parte del Regno Unito e il naso adunco del professore, nonché direttore della sua Casa, non era più un suo problema… anche se era sempre stato il primo della classe e non aveva mai avuto problemi con l'insegnante, in effetti. 


Jude aveva un sorriso stampato in faccia, quella smorfia che secondo molti era vagamente inquietante, un po’ perché non erano troppo abituati a vederla, probabilmente… ma al ragazzo non importava poi molto e continuava dritto per la sua strada, divertendosi come suo solito parecchio nelle ore di quella materia. 

“Perché sei COSÌ allegro? Mi dai quasi fastidio…” 

Sebastian sbuffò, parlando con un tono vagamente seccato mentre continuava a mescolare il contenuto del suo calderone svogliatamente, come se in quel momento avrebbe pagato qualunque cifra pur di tornare a dormire: era pur sempre lunedì, e non aveva dormito quasi niente la notte prima, oltre ad aver corso per il bosco e preso un gran freddo. 

“Che cosa c'è di strano ad essere allegri quando si studia la propria materia preferita? Mi sono sempre piaciute, le Pozioni.” 

Jude sorrise, continuando a gongolare mentre il compagno di banco si limitava a sospirare, scuotendo leggermente il capo come se proprio non lo capisse:

“Anche a me piace molto Pozioni, ma non riesco proprio a sorridere a quest’ora, di lunedì, dopo quello che abbiamo fatto ieri… è più forte di me.” 

Jude si strinse nelle spalle, continuando a mescolare lentamente… in realtà per lui quella era una specie di passeggiata rilassante, anche se il livello di difficolta era abbastanza elevato lui aveva passato un sacco di tempo a divertirsi con gli intrugli. Si divertiva a mischiarli, a fare esperimenti, a creare qualcosa di nuovo di tanto in tanto… Jude Verräter aveva diverse passioni, e forse alcune erano considerate strane da molti suoi conoscenti ma non gli importava granché. 

“Questione di punti di vista, suppongo. Se non altro ieri sera abbiamo vinto, non sei felice di aver stracciato tua cugina?” 

Sebastian annuì con un cenno del capo, ma a Jude non sfuggì neanche la mascella del ragazzo che si era serrata per un istante… e gli occhi di Sebastian non erano quelli di chi era soddisfatto, infondo. 
No, c'era qualcos'altro… lo sentiva, e in effetti Sebastian era sempre molto lieto di vincere, ma la sera prima l'aveva fatto comunque con una buona dose di amarezza dopo aver visto Alastair tornare alla loro base, il capanno del vecchio giardiniere, tenendosi incollata Isabelle. 

Jude osservò il compagno di banco per un istante, chiedendosi che cosa ci fosse che non andava e ripromettendosi di indagare a riguardo, mentre qualcuno seduto nella fila di banchi accanto si voltava nella loro direzione, stracciandosi per attirare l'attenzione di Sebastian. 

“Ti chiamano, Ryle.” 

Bas alzò gli occhi, trattenendo una risata beffarda quando vide sua cugina congiungere le mani, implorandolo di aiutarla come faceva spesso e volentieri: ironico, ma mentre lui era piuttosto bravo e adorava Pozioni, Faye non l'aveva mai sopportata. 

“Dammi una mano!” 


“Cosa mi dai in cambio, cuginetta?” 

“Ti risparmierò una sberla per la tua assenza di gentilezza… andiamo Bas, per favore!”


Jude sfoggiò un sorrisetto divertito, e anche Isabelle, seduta accanto a Faye, sorrise debolmente di fronte alla scena mentre dietro alle due ragazze Alastair quasi dormiva sul banco e Adrianus cercava di svegliarlo prima che il prof se ne accorgesse. 

Inutile dire che alla fine dell'ora Jude si era portato a casa una E, e Faye grazie all'aiuto prezioso del cugino riuscì a strappare una A. 


                                                                                  *


“Sei sicura di essere guarita, vero? Insomma, non vorrei prendere l'influenza a mia volta…” 

“Tranquilla, sto bene. E poi mi hai chiesto tu di aiutarti, no? Manca una settimana, devi imparare in fretta…” 

“Certo, ma… perché dobbiamo farlo proprio qui? Mi sento quasi osservata!” 

Camila si morse un labbro, guardandosi intorno quasi con lieve nervosismo: Frankie l'aveva portata nell’ingresso, davanti alla doppia rampa di marmo… l'americana dava le spalle alla porta a doppia anta chiusa ed era invece rivolta verso le scale, con il rosone che faceva filtrare pochissima luce, proiettandola sul centro del pavimento liscissimo ormai corroso da tutti i piedi che l'avevano attraversato. 
Le due ragazze si trovavano proprio lì, in piedi una di fronte all'altra… e alle parole dell'amica Francisca si strinse debolmente nelle spalle, parlando come se fosse una cosa ovvia:

“Abbiamo imparato tutti qui… è una specie di tradizione. Uno dei primi studenti della Cimmeria era un ragazzo egiziano, e quando si diplomò compose una musica che dedicò alla scuola… viene suonata al Ballo ogni anno, ed essendo un po' particolare bisogna saperla ballare, è un po’ diversa dal valzer normale.” 

“Stai dicendo che vi mettono davvero qui ad esercitarvi?” 

“Si, al quarto anno… Tranquilla, ci siamo solo noi. Allora, per partire se non sbaglio devi metterti al centro esatto del rosone… credo che inizialmente le feste si tenessero qui, e Orion Gallagher apriva le danze partendo sempre da questo punto.” 

“Così da essere sotto la luce, in pratica?” 

“Sotto gli occhi di tutti, sì… dicono che fosse alquanto egocentrico. In ogni caso coraggio, ricordati di contare i passi… devi seguire la direzione precisa, dopo i primi sei, dopo aver fatto la mezza giravolta, ti dovresti fermare proprio dove sono io.” 


“Ok…” 


Le due finirono col ridere parecchio, facendo non pochi tentativi finché Camila non riuscì a ricordarsi la combinazione giusta, fermandosi sotto la circonferenza proiettata dal rosone nel punto giusto.

“Ma che brava… si, sei meglio di me, io sono parecchio imbranata. Vedrai, con la musica è più facile.” Frankie sorrise, dando una pacca affettuosa sul braccio di Camila che annuì, sperando che avesse ragione e di non fare una clamorosa figuraccia una settimana dopo, al Ballo.

L'americana alzò gli occhi, posandolo sul rosone per l'ennesima volta: l'aveva colpita molto fin da subito, dal primo giorno… non ne aveva mai visti di così grandi e belli. 

“Bello, vero? In primavera la luce è più forte e tutto il pavimento diventa colorato..
 Anche quando è buio è bello, parecchio suggestivo.”   Frankie sorrise, posando a sua volta gli occhi sul rosone, frammentato in tanti pezzi di vetro… era piuttosto particolare in effetti a causa di un dettaglio: al centro erano allineati tre frammenti di vetro lasciati trasparenti, di forma circolare e disposti perfettamente in fila. 

“Frankie, tecnicamente non si dovrebbe andare in giro di notte…” 

“Ops.” 

Frankie sorrise con aria colpevole e Camila roteò gli occhi prima di ricambiare, osservandola con improvvisa curiosità nel rendersi conto di un dettaglio che aveva momentaneamente scordato:

“Piuttosto… non ti ho più chiesto se Steb ti l'ha domandato.” 

‘No… te l'ho detto Cami, non è così matto da voler andare al Ballo con una perfetta imbranata! Coraggio, smettila di spettegolare e proviamo di nuovo.” 

Frankie si strinse nelle spalle con finta noncuranza, facendo cenno a Camila di riprovare… l'americana non disse niente ma si accigliò leggermente, non credendo minimamente né che alla compagna non importasse né che Adrianus la pensasse così. 

No… qualcosa le diceva che presto Francisca avrebbe fatto una chiacchierata con Steb.


                                                                         *


“Credo che tu abbia dimenticato questo.” 

Isabelle, che aveva appena sistemato un paio di libri su uno scaffale, si voltò di scatto nel sentire una voce alle sue spalle, puntando gli occhi verdi sull’album che Jude le stava porgendo.

“Grazie.” 

La ragazza lo prese prima di lasciarlo sul tavolo, continuando a mettere a posto i libri che aveva sfogliato. Incuriosito, Jude inclinò leggermente il capo per leggere un paio di titoli, accigliandosi di conseguenza:

“Perché leggi libri sulla scuola?” 

“Perché tutti me lo chiedono? È una cosa così strana.” 

“Un po’… comunque dalla tua faccia e dal tono irritato dubito che tu abbia trovato qualunque cosa stessi cercando. Sai Isabelle, io ho sempre pensato che qui, come ad Hogwarts, non tengano poi molto di interessante… secondo me le informazioni più attendibili sono di la.” 

Jude sorrise con aria angelica, accennando col capo in direzione del Reparto Proibito e facendo accigliare Isabelle, che guardò il compagno con aria scettica:

“Perché dovrebbero tenere questo genere di libri lí?” 

“Non saprei… ma gli originali avranno circa l'età della scuola, no? Quindi diversi secoli… saranno importanti e delicati, dei cimeli. Magari li tengono sott’occhio per pura che si possano rovinare. Ma le mie sono soltanto supposizioni, ovviamente. Carini i tuoi disegni, anche se un po' cupi di recente.” 

Jude accennò all’album prima di girare sui tacchi e avviarsi verso l’uscita della Biblioteca, mentre alle sue spalle Isabelle apriva lentamente il quaderno per posare gli occhi sul primo foglio: raffigurava una sagoma completamente colorata con il carboncino… era distesa, molto probabilmente morta visto tutto il sangue che la ragazza ci aveva disegnato intorno. 

Sospirò leggermente e lo richiuse, chiedendosi se stava o avrebbe funzionato… Jude avrebbe capito, almeno in parte, guardando i suoi disegni? Stava cercando di dirgli qualcosa, questo al ragazzo era ben chiaro… non credeva minimamente che potesse dimenticarsi il suo prezioso album in giro per ben due volte. 


Stava forse per morire qualcun altro? 

Era questa la domanda che frullava nella testa del ragazzo quando uscì dalla Biblioteca, trovando come d'accordo Alastair ad aspettarlo, appoggiato al muro e tenendo le braccia conserte.
Quando lo vide Al inarcò un sopracciglio, avvicinandosi al compagno di un paio di passi:

“L'hai trovata?” 

“Si, e dentro… perché dovrebbe cercare informazioni sulla scuola?” 

“Non ne ho idea, ma dubito fortemente per mera curiosità personale…” 

“Ti ha più chiesto di tornare a casa per le vacanze?” 

“No. Magari stiamo prendendo un granchio e io in realtà non c'entro…”

I due s’incamminarono lungo il corridoio ed entrambi rimasero in silenzio, mentre rimuginavano sulle parole di Alastair: Jude ne dubitava, mentre il diretto interessato più che altro ci sperava… ma mancava ancora una settimana alle vacanze, forse Isabelle poteva ancora chiederglielo e confermare i loro dubbi. 


                                                                        *


“Ti dico che c'era…” 

“Oh, andiamo… ti stai creando un mucchio di paranoie da sola! Rilassati!” 

Faye sbuffò, prendendo un cuscino prima di lanciarlo addosso a Phoebe, appollaiata su una poltrona davanti al camino acceso che illuminava e scaldava la Sala Comune ormai buia a causa della scarsissima luce. 

Phoebe si scostò con lieve irritazione, intimando silenziosamente all'amica di piantarla mentre qualcuno si avvicinava al duo, sorridendo e lasciandosi cadere sul divano accanto a Faye, mettendole un braccio intorno alle spalle e appoggiando i piedi sul pouf:

“Di che parlate fanciulle?” 

“Phoebs è convinta di aver visto un uomo… ieri notte, nel bosco.” 

“Magari era solo Jefferson… o Oldman.” 

“È quello che cerco di spiegarle da tutto il giorno, ma sembra convinta che ci sia qualcosa sotto… magari non hai visto nessuno, forse siamo solo troppo suggestionati da tutto quello che è successo.” 

Faye si strinse nelle spalle, invitando l'amica a smettere di pensarci ma senza ottenere grandi risultati. 
Il silenzio calò per qualche istante tra i tre finché Bas non lo ruppe, rivolgendosi alla cugina e chiedendole se avesse visto Alastair. Quando Faye rispose di averlo visto insieme a Jude per poco la mascella di Sebastian non si snodò fino a toccare il pavimento della stanza: da quando quei due passavano del tempo insieme o anche solo parlavano normalmente? 

“Si, in effetti sono rimasta sorpresa anche io…” 

“Io l'ho già detto una volta… qui le cose vanno in modo strano, quest'anno.” 

Phoebe puntò gli occhi sul camino con insistenza, riflettendo tra sé mentre Faye sbuffava leggermente:

“Si, beh, non siamo gli unici… ad Hogwarts Harry Potter sta tirando su un gran polverone con la storia di Voi-Sapete-Chi, ne stanno succedendo di tutti i colori di recente.” 

“Di che parlate?” 


La voce di Isabelle portò le tre paia di occhi su di sé mentre la ragazza sedeva sul bracciolo del divano, senza prendere posto accanto a Sebastian e Faye. Il ragazzo si strinse nelle spalle, puntando però gli occhi su di lei… e nonostante il tono noncurante il suo sguardo trasudava curiosità:

“Parlavamo di Jude e Alastair… liabbiamo visti insieme prima. Che tu sappia sono diventati amici? Ah, e poi Phoebe sostiene di aver visto un uomo nel bosco ieri notte.” 


Tutti e tre avevano puntato gli occhi su di lei e Isabelle dovette sforzarsi per restare impassibile… per non scivolare dal bracciolo e sgranare gli occhi per la sorpresa.
Sia per la prima che per l'ultima parte della frase…

“Ehm… no. Insomma, non che io sappia. Da quel che ne so io, ad Al Jude non piace molto.” 

“Beh, magari ha cambiato idea… per quel che ne sai, magari di recente è successo.” 

Faye si strinse nelle spalle, lanciando però un’occhiata significativa all'amica. Isabelle decise di ignorare la frecciatina, non ne aveva proprio il tempo anche se era consapevole che gli amici non stessero apprezzando molto il suo atteggiamento scostante nei confronti di Alastair. 
Si concentrò invece su Phoebe, puntando gli occhi sulla sua migliore amica prima di avvicinarlesi:

“Bibi… davvero hai visto un uomo nel bosco?” 

“Si. E per favore non ripetere anche tu che è stato solo per la stanchez-“

“No, ti credo. Me lo descriveresti?”

Phoebe si accigliò mentre si voltava verso l'amica, chiedendosi il perché della sua curiosità… era felice che le avesse creduto, certo, ma comunque le sembrava strano. E poi il timbro di Isabelle trasudava un leggero nervosismo, la conosceva troppo bene per farsi incantare.

“Io… è scomparso molto in fretta Belle, ed era buio. Ma aveva i capelli scuri, e mi è sembrato alto.” 

Isabelle annuì debolmente, alzandosi e avvicinandosi alla finestra come in trance, senza dire niente o guardare nessuno dei tre compagni. 
Faye e Bas si scambiarono un’occhiata incerta, chiedendosi silenziosamente che cosa stesse pensando la ragazza mentre Isabelle appoggiava una mano sul vetro, il palmo completamente aperto. 

Gli occhi verdi di Isabelle finirono sul bosco, scrutandolo attraversò la finestra leggermente appannata dal freddo.

Quindi era lì che si nascondeva 


“Non preoccuparti Phoebs… ti credo.” 


                                                                          *


“Ciao! Hai visto Steb per caso?” 

“Si, era qui fino a poco fa… ma poi ha smesso di fare finta di niente e si è deciso ad andare a cercare Frankie… dici che ce la farà ad invitarla?” 

Mathieu sorrise, immensamente divertito dalla situazione mentre Camila annuiva, sedendosi accanto a lui e sorridendo di rimando:

“Spero di sì… lei ovviamente ci spera, ma nega e fa finta di niente.” 

“Ovviamente.” 

Mathieu sorrise, scuotendo leggermente il capo prima ti tornare a concentrarsi sui compiti di Pozioni: per essere un Corvonero Adrianus Stebbins era parecchio ottuso.

Camila si chiese se quella sera stessa a cena Frankie l'avrebbe raggiunta saltellando, felicissima per annunciarle che Adrianus glie l'aveva chiesto… lei ci sperava, moriva dalla voglia di vederli insieme al Ballo. 

Anche se, riflettendoci, aveva qualcosa da fare anche lei: 


“Mat?”

“Mh?” 

“Vuoi venire al Ballo con me?” 


                                                                                    *


Ma dove si era cacciata? 
Sbuffò, stanco di perdere tempo, di rimandare: ma chi voleva prendere in giro? 
Voleva andarci con lei, ne era consapevole… mancava una settimana dopotutto, ma ci pensava già da giorni. 

A quanto sembrava però il fato non era dalla sua parte, visto che non riusciva a trovarla… e non voleva chiederglielo a cena, davanti a tutti… già, in effetti si stava chiedendo a cosa avrebbe fatto se gli avesse risposto di no.

In un batter d'occhio la testa di Adrianus Stebbins si riempì di dubbi, mentre continuava a percorrere il corridoio del Dormitorio femminile quasi di corsa:

E se mi dice di no? 
Magari non ci vuole venire con me! 
Magari ci va già con qualcuno…


Quando però la vide tutte le voci fastidiose si dissolsero nel nulla, ritrovandosi a sorridere con lieve nervosismo mentre la guardava uscire dalla sua camera, avviandosi quasi trotterellando verso di lui.

“Ehm… ciao Frankie.” 

“Steb? Sbaglio o ultimamente tu giri spesso da queste parti?” 

“Si, beh, ti cercavo.”   Frankie inarcò un sopracciglio, guardando il ragazzo andarle incontro con un paio di lunghe falcate, fermandosi davanti a lei guardandola dall'alto in basso, gli occhi chiarissimi che lasciavano trapelare un po' di nervosismo:

“Davvero? Che cosa c'è?” 

“Beh… negli ultimi giorni non ti ho vista perché stavi male e non ti volevo disturbare. Perciò te lo chiedo solo ora… ti va di venire con me al Ballo?” 


Francisca Lothbrock esitò, certa di aver capito male.
Aprì la bocca. Poi la richiuse. 
Sentì per un attimo Camila dirle “te l'avevo detto”, sentì una parte di lei esultare.
Mentre Adrianus continuava ad osservarla con sempre più scetticismo man mano che i secondi passavano, Francisca si chiese cosa dire, cosa rispondergli…

E pensare che fino a qualche tempo prima era sicura che un momento così non sarebbe mai arrivato…

“Ecco… i-io…” 

Ma perché balbettava sempre nei momento in cui NON avrebbe dovuto farlo? C'erano dei momenti in cui voleva scrivere a sua madre e rimproverarla per tutti i difetti che le aveva trasmesso. 

“Frankie? Se non ti va basta dirlo, non ti preoccupare.” 

“No, non è che non mi va… è solo che non ero sicura di venirci, tutto qui. Però ci verrei con te, certo.” 

Frankie abbozzò un sorriso e Adrianus ricambiò, sentendosi improvvisamente molto più leggero mentre alzava una mano per accarezzarle il viso:

“È per Alexa, vero? Sei davvero molto dolce Frankie, ma conoscendola sono sicuro che ti manderebbe al Ballo a calci nel sedere, se necessario. Non pensi?” 

Francisca si ritrovò suo malgrado ad annuire e dopo un attimo di esitazione sorrise, prendendo il ragazzo sottobraccio per condurlo fuori dal corridoio, verso la Sala da Pranzo per andare a cena insieme:

“Si, probabilmente è così. Non so perché tu sia così matto dall’averlo chiesto a me quando un sacco di ragazze mi picchierebbero per prendere il mio posto… ma contento tu!” 


Frankie sorrise e si strinse nelle spalle, continuando a camminare a passo spedito mentre Adrianus la seguiva, limitandosi a guardarla con cipiglio divertito senza dire nulla: come faceva a non rendersi conto che lui era più che felice di averla tutta per sé per qualche ora? 


                                                                         *


Alastair Shafiq rabbrividì, stringendosi nella giacca foderata che aveva avuto il buonsenso di indossare, tenendo la bacchetta nella tasca e un’altra giacca nell’altra. 

Quando aveva visto il biglietto con la sua inconfondibile calligrafia non aveva esitato neanche per un attimo, aveva aperto la finestra ed era salito sul tetto… ed ora eccola lì, al solito posto, distesa sul cemento con lo sguardo rivolto al cielo buio e puntellato di stelle. In città non si potevano vedere ma lí, in campagna, era tutta un’altra storia… di notte il cielo sopra la Cimmeria era una manto luccicante, e ad Alastair Shafiq le stelle erano sempre piaciute molto, tanto da restare ad osservarle molte volte nel corso degli anni passati lì.

Il ragazzo si avvicinò all’amica, sedendosi accanto a lei e sbuffando nel notare che, come da manuale, Isabelle non si era curata di mettersi una giacca. Le porse quella che aveva portato in più e lei gli sorrise, abbassando il cannocchiale per prenderla:

“Grazie.” 

“Una volta o l'altra mi spiegherai perché ti ostini a non coprirti.” 

“Adoro le tue giacche, e so che mi porti sempre questa… ma è un segreto.” 

“Capisco…”


Alastair sospirò, stendendosi accanto a lei e senza dire niente per qualche istante. La curiosità però era tanta e alla fine il ragazzo cedette, ponendole la fatidica domanda:

“Che cosa c'è Belle? Perché mi hai chiesto di venire qui?” 

Isabelle, che era tornata ad osservare le stelle con il piccolo cannocchiale che aveva rubato un paio d'anni prima dallo studio di suo padre, esitò prima di parlare, abbassandolo lentamente.
Alastair continuò ad osservarla con occhio critico: il fatto che fosse restia a parlare gli faceva capire che Isabelle doveva dirgli qualcosa… e qualunque cosa fosse doveva averci riflettuto su parecchio. 

“Ecco… tra una settimana c'è il Ballo, e dopo si tornerà o meno a casa per le vacanze.” 

Alastair rimase in silenzio ed immobile, osservandola in attesa crescente… ma il suo battito era improvvisamente accelerato: ecco, lo sapeva. Sapeva cosa stava per dirgli.
Ma continuava a sperare di sbagliarsi.

“Ecco… perché non torniamo a casa quest'anno? Insomma, dopo tutto quello che è successo forse sarebbe meglio staccare un po’ la spina, non credi?” 

Isabelle si voltò verso di lui, guardandolo negli occhi per la prima volta da quando lui l'aveva raggiunta sul tetto, sul piazzale esattamente sopra la Sala delle feste… 

“Perché me lo chiedi? Noi in genere restiamo qui.” 

“Lo so… lo so. Ma non ti piacerebbe stare un po’ insieme come prima, senza un mucchio di pensieri e preoccupazioni?” 

Certo che gli sarebbe piaciuto… ma questo confermava l'ipotesi di Jude. A quanto sembrava qualcuno stava davvero minacciando la sua Isabelle, ecco perché  voleva sparire momentaneamente dalla circolazione. 

“So che c’è qualcosa che ti preoccupa, Isabelle… perché non me ne parli?” 

“Solo perché ti voglio bene, devi tenerlo a mente. Dimmi invece, che cosa complotti insieme a Jude, parlando di cose da raccontare?” 

“Non girare il coltello, Isabelle… qualunque cosa io faccia, è dettata dalle TUE azioni.” 

Alastair contorse la mascella, sputando quelle parole quasi con rabbia prima di alzarsi e allontanarsi, lasciandola di nuovo sola… e senza averle dato una risposta, anche se sapevano entrambi che non avrebbe mai acconsentito, che voleva andare fino in fondo in quella storia, senza permetterle di scappare. 

Isabelle sospirò, stringendo il cannocchiale tra le mani prima di sollevarlo, puntandolo sul cielo per cercare l'unica costellazione che conoscesse: era sempre stata pessima in Astronomia, ma Al l’adorava e spesso aveva cercato di insegnarle qualcosa..
Ma Isabelle riusciva a distinguere praticamente solo la Cintura di Orione, la più semplice.

“Lo so,  non smetterà mai di dispiacermi per questo .” 


                                                                                *


Si avvicinò alla scrivania, sorridendo debolmente alla fotografia prima di allungare una mano, sfiorando l'immagine con le dita.
Quanto avrebbe voluto che fosse lì… 

“Sapessi quello che è successo stasera… mi sembra quasi di sentirti ridere ed esultare. Vorrei poterlo condividere con te.” 

Un sorriso amaro increspò il volto di Francisca mentre osservava l'immagine di Alexa ridere insieme a lei, abbracciate e felici. Avrebbero mai immaginato, all'epoca, che quell’anno le cose sarebbero andate in quel modo? 

No… nessuno avrebbe potuto immaginarlo. 

Frankie sorrise, costringendomi ad essere felice… e lo era, in effetti. 
Sentiva solo che qualcosa mancava.












………………………………………………………………………………………..
Angolo Autrice:

Buonasera! 
Ebbene sì, questa volta ho messo il turbo… ma ultimamente ho davvero molte idee per questa storia, tanto vale approfittarne! 
Nel prossimo capitolo ci sarà, ovviamente, il Ballo… non vedete l'ora suppongo, spero che vi piacerà XD 
Anche qui sono stata piuttosto buona e non ho traumatizzato nessuno, né voi né gli OC… ma durerà? 

Mah… vedrete nel weekend con il seguito, immagino! 

Signorina Granger 

   
 
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