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Autore: Candy11    17/02/2017    0 recensioni
Febbraio 1988, nasce Martin Arnaud.
Ho deciso di inserire la storia di questa ragazza, che, in un universo diverso dal nostro, è qualcuno. Qualcuno che tutti conoscono e amano. Martin è una ragazza arrivata dal basso e diventata una persona realizzata, che è riuscita ad inseguire e raggiungere il suo sogno: diventare attrice.
Durante la narrazione presenterò Martin a 360°, una personalità amabile e in continuo mutamento. I suoi amori, le sue passioni, le sue fatiche, i suoi momenti di difficoltà.
Nella storia sono presenti vari cross-over e personaggi quali Chris Evans, James Franco, Wes Anderson, Ryan Reynolds, Blake Lively ...
E' solo la storia di una ragazza, ma forse vale la pena leggerla.
*** vorrei precisare che il contesto è quello di un "universo parallelo" in cui la nostra Martin esiste e col tempo diventerà una stella del cinema... Le situazioni che la circondando, le date etc. sono il più possibile attinenti a quelle reali 🙂 ***
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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CAPITOLO 24 – TOM HIDDLESTON
 

 
Tom era un così bravo ballerino. Era elegante, raffinato, bello e carismatico e si muoveva davanti a me a ritmo di musica. L’effetto del Martini iniziava a farsi sentire e cominciai a lasciarmi andare anch’io. Non ero e non sono mai stata una grande ballerina, anzi. Mi lasciavo guidare da lui.
Quando la canzone cambiò, mutò del tutto anche il ritmo, diventando un lento. Tom mi guardò, come a chiedermi di rimanere in pista con lui. Si avvicinò a me e mi posò una mano sul fianco e l’altra raggiunse la mia.
Eravamo vicinissimi, sentivo il suo respiro veloce, leggermente affannato dal ballo un po’ più scatenato di prima. Io appoggiai la testa sul suo petto e fui totalmente coinvolta nel movimento e guidata dai suoi passi decisi ed esperti.
“Cosa ti porta a Londra?” chiese ad un certo punto.
“Vacanza”, risposi.
“Ti piace qui?”
Pensai che di posti più belli ce n’erano a palate, ma anche che per fare bella figura potevo cominciare complimentando la sua città. “è meravigliosa”, dissi.
“O la ami o la odi, la vecchia cara Londra”, dichiarò con un tenerissimo e sensuale accento britannico, “è una città che ti coinvolge totalmente” continuò. Sì, Londra, era proprio quello che mi coinvolgeva così tanto…
 Io gli sorrisi e rimasi zitta, non volevo esagerare troppo nei complimenti che non ritenevo poi così veri.
“Stai girando qualche cosa?” chiese per fare conversazione.
“Sono in un periodo di pausa, ma ho scoperto di essere abbastanza stakanovista e che questa nullafacenza mi fa andare fuori di testa”, gli dissi, un po’ più onesta.
“Ogni tanto qualche momento per se stessi è più che lecito”, mi passò una mano fra i capelli, “ti vedi con qualcuno?” mi domandò. Questa domanda mi cadde addosso come un masso enorme. No, non mi vedevo con nessuno ed era quello che volevo. Ma allora perché provavo l’irrefrenabile desiderio di uscire con lui? Volevo tanto che lui mi chiedesse di uscire… ma ecco che, come un pressante uccello del malaugurio, mi venne in mente Chris. Che ogni volta finissi nella stessa situazione con i ragazzi per colpa di Chris? Perché, purtroppo, dovevo ammettere a me stessa che rischiavo di far finire molte storie amorose andando avanti di quel passo. Chris qua, Chris là… come potevo non pensarlo?
“No, nessuno” gli sorrisi dolcemente. Questo, nel gergo delle ragazze single, friendzonate e tristi vuol dire: “quindi chiedimi di uscire, sono vulnerabile e annoiata!” vediamo se finirà come con Ryan anche stavolta, mi dissi fra me e me.
“Capisco, ti prendi una pausa proprio da tutto eh?” rise e nel frattempo la canzone era terminata.
“Già…” ero delusa, che aspettava a fare la sua mossa? Che si sentisse già con qualcuno? Ci allontanammo dalla pista e ci fermammo ad un tavolo, stracolmo di cibo. Afferrai un muffin e iniziai a mangiarlo. Era una delle poche cose che mi sembrava commestibile a primo impatto.
“Ehm… senti Martin”, disse guardandomi con quei bellissimi occhi azzurri. Era un ragazzo altissimo, mi risultava quasi difficile guardarlo bene in faccia, d’altronde, c’erano più di una 30ina di centimetri di differenza fra noi due.
Io lo guardai con fare interrogativo e cercai di mandare giù il muffin un po’ troppo stopposo.
“So che rimarresti in Inghilterra per poco, ed è per questo che mi permetto di essere così sfacciato, ma volevo sapere se per caso ti andava di uscire con me una di queste sere” disse educatamente.
Io gli sorrisi e buttai il muffin nel bidone avvicinandomi un bicchiere di non-so-cosa e bevendo. Lui sorrise, un po’ ansioso in attesa di una risposta.
“Volentieri, Tom” dissi prendendo dalla borsa un foglietto e una penna dal tavolo delle firme. Scrissi il mio numero e glielo diedi. Soddisfatto, lui sorrise e lo conservò in tasca.
“Ora scusami, ma devo trovare le mie amiche” dissi.
Lui annuì, “certamente”, si avvicinò e mi afferrò una mano baciandola di nuovo, “è stato un enorme piacere, Martin” disse.
Io arrossii e gli sorrisi “piacere mio”, risposi. Mi allontanai, lasciandolo alla sua serata.
 
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“Martin! È tutta la sera che ti cerchiamo”, disse Vanessa avvicinandosi a me insieme a Blake.
“Io cercavo voi!” dissi mentendo.
“Che fine avevi fatto?” mi domandò Blake.
“Non potrete crederci ragazze” sorrisi.
Le ragazze drizzarono le orecchie e si avvicinarono, curiose e assetate di gossip.
“Tom Hiddleston mi ha abbordato al bar e, dopo aver ballato un lento insieme, mi ha chiesto di uscire!!” dissi saltellando come un’adolescente.
“Non. Posso. Crederci!” esclamò Vanessa, “sei una calamita per gli uomini”, rise.
“Forse gli faccio tenerezza, mi vedono così piccola e bassa…” bofonchiai ridendo.
Blake era un po’ contrariata e non disse nulla. Io la guardai confusa.
“Che c’è?” domandai.
“Hai appena rotto con un ragazzo e già sei tra le braccia di un altro…” mi disse. Che stesse cercando di dire… che ero un po’ zoccola? Rimasi un attimo di sasso e arrossii. “Che intendi dire?” le chiesi.
“Mi sembrano atteggiamenti un po’ affrettati” mi disse.
“Detto da te che credevi che uno come DiCaprio ti avrebbe voluto sposare…” risposi un po’ acida.
“Ma come osi?” si era offesa, ma, d’altronde, anche lei aveva offeso me. “Non solo prendi in giro Ryan per dimenticare Chris, ora pretendi pure di fare la morale a me? Io cerco solo qualcuno con cui stare bene, non come te, che ti basta qualcuno che ti distragga per passatempo” mi disse.
Mi pietrificai. Era questo che stavo facendo. Era così vero che mi venne da piangere. Ma come potevo comportarmi in quel modo? Mi resi conto che il mio atteggiamento, per quanto involontario, era uno schifo. Ero attratta da Tom, allora perché pensavo a Chris? Ero attratta anche da Ryan e comunque pensavo a Chris. L’unica mia eccezione è stata James. Quei tempi, eccessivi, estremi e nocivi, mi mancavano quasi. Questa mia maturità nell’ambito delle relazioni e sessuale aveva portato solo guai. Desideravo tanto tornare indietro e cercare di far funzionare le cose con James fin dall’inizio, non diventare mai amica di Chris e di vivere tranquilla. Ma sarebbe stato davvero quello di cui avevo bisogno?
La vita va presa così, come accade e come ti viene data. Dovevo fare fronte a quello che stava succedendo e, se fossi caduta, mi sarei dovuta rialzare senza battere ciglio. È così che sono cresciuta ed è così che farò. Pensai.
“Se è questo che credi di me, allora non credo di voler continuare a parlare con te” le risposi trattenendo le lacrime e uscendo dalla sala.
Mi diressi verso l’uscita, alla disperata ricerca di un taxi. Notai con la coda dell’occhio Vanessa discutere con Blake. Che stesse prendendo le mie difese? Non m’interessava. Non era importante e non mi serviva.
Dopo qualche minuto un taxi passò e mi feci portare all’albergo.
 
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Dormii nel mio letto, tra un incubo e un altro. Verso le 2:00AM le ragazze tornarono e io feci finta di non notarle. Il mattino dopo, alle 7:00AM mi alzai e, senza farmi sentire, sgattaiolai fuori.
Iniziai a visitare la città da sola.
Non ero in vena di stare con loro. Vanessa non aveva colpe, ma sarebbe stato meglio se fosse rimasta con Blake anche perché il mio interesse era di conoscere Londra, non i suoi negozi.
Lasciai sul letto un biglietto: “Sono in giro per Londra, non so quando e se torno, stasera ESCO CON TOM”.
 
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Stasera alle 8:00PM sono da te, signorina” il messaggio era di Tom e mi arrivò sulle 12PM. Abbozzai un sorriso. Poi pensai di rispondergli invitandolo a mia volta a fare un giro con me per la città.
E se anticipassimo? Tu e io in giro per Londra? Mi puoi fare da cicerone ;)”  risposi.
Dimmi dove e quando
Sto andando a pranzare al The Ledbury, mi raggiungi?
Sarò lì a breve, devo passare dello studio a ritirare dei copioni e sono da te
 
Contenta, mi avviai verso il ristorante. Ero determinata a vivermi questa giornata e questo appuntamento al massimo, lasciando da parte tutti i pensieri negativi.
 
Al ristorante chiesi un posto per due e attesi Tom per prenotare. Dopo venti minuti arrivò, con in mano un enorme copione e sul volto un ancora più grande sorriso.
“Perdonami, ti ho fatta aspettare” disse dispiaciuto.
“Stai tranquillo, sono qui da poco” lo rassicurai.
Ordinammo in fretta, entrambi stavamo morendo di fame. Chiacchierammo e scherzammo. Era serio, acculturato e pacato, con lui si conversava benissimo e la cosa più bella era poter parlare di arte, cinema, musica, danza e chi ne ha più ne metta. Era appassionato di così tante cose che per forza dovevamo trovare delle passioni comuni! E, in più, sapeva così tanto che una conversazione con lui era come riempirsi il cervello d’interessantissime informazioni.
Passammo la giornata correndo da un museo all’altro e non facevamo che parlare e parlare e parlare e…
 

 
In un momento di pausa dal camminare, ci ritrovammo seduti davanti ad un gigantesco muro, ricoperto di quadri. Sospirai, allietata dalla giornata, dall’atmosfera e dalla sensazione di leggerezza che provavo nel non pensare a niente.
“Tutto bene?” mi chiese.
“Benissimo” sorrisi.
“La sai una cosa?”, disse, io mi voltai a guardarlo, incitandolo a continuare, “in mezzo a tutti questi capolavori, l’unica cosa da cui non riesco a staccare gli occhi sei tu”
Il respiro mi si mozzò, rimase spezzato in due. Spalancai gli occhi che probabilmente iniziavano ad assumere la forma di un cuore e sorrisi.
“Tom, così mi fai arrossire”, dissi.
“Se ti dessi un bacio sarei un maleducato?” mi domandò, appoggiando un braccio intorno a me.
“Un po’ affrettato” dissi seria.  Lui si ritrasse leggermente ma si fermò quando vide che stavo ridendo. “Saresti un perfetto gentiluomo” mi corressi sorridendo.
Lui si avvicinò e posò le sue morbide labbra sulle mie, come al solito un po’ screpolate.  Il suo lungo e forte braccio mi passò dietro la schiena e mi tirò a sé. Appoggiò l’altra mano sulla mia guancia e io le appoggiai sul suo viso.
Fu un bacio così “intellettuale”, in mezzo a tutti quei dipinti. Ci sentimmo soli in mezzo alla marea di turisti, solo lui ed io. E in quell’attimo, non pensai davvero a niente. 
   
 
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