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Autore: lullublu    18/02/2017    0 recensioni
Intorno al XIII secolo, come tutti noi sappiamo, nasce un famoso pittore di nome Giotto.
Quel che molti di voi non sanno, è che non fu solo un'artista...
Questa è la sua storia.
Genere: Comico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: G, Giotto
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
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4 Dopo essere andati via dal castello di Lampo insieme al principe, Giotto e G se ne andarono girovagando senza meta e senza scopo, fino a quando G non si scocciò e decise di parlare al pittore dei suoi dubbi.
"Primo, adesso dove andiamo? Non abbiamo neanche realizzato l'ultimo desiderio di Franco" disse la pecora.
E come al solito, il pittore non fu molto d'aiuto.
"Chissene, ho dei guanti fighi e non mi servono più i proiettili. Un amico... una pecora... mi serve solo la mala e sto a posto" ci pensa poi un attimo per capire se ha dimenticato qualcosa poi aggiunge "ah, sì ho anche un fidanzato a distanza".
"Primo..." insistè G "ma Franco...".
"Stai cercando di far questione?" lo rimbeccò il biondo fissandolo male.
"No Primo, è che Franco le voleva bene.."
Allora il Primo si spazientì.
"E che cazzo ne so io che voleva, non me l'ha detto!" urlò.
"Devo essere ancora trascinato?" intervenne inutilmente Lampo che però fu ignorato dall'arrivo (chissà come, dato che non avevano lasciato alcun indirizzo), di una lettera.
"E' arrivata una lettera, Primo" disse G, nel caso gli altri due non avessero visto la lettera cadere praticamente dal cielo.
"Leggila pecora" ordinò annoiato Giotto, lasciando cadere la lettera a terra senza nemmeno scomodarsi per raccoglierla.
G raccolse la lettera e cominciò a leggerla....
                                                                          Caro Giotto

So che è passato poco tempo, ma spero che tu non mi abbia già dimenticato.
Volevo dirti che io e Cimabue abbiamo trovato il diario di Franco, era pieno di sangue...
e il suo più grande desiderio era di fare una famiglia!
E a dir la verità piacerebbe anche a me...avere una famiglia...
                                                             Rispondimi presto... il tuo caro fidanzato
                                                                                Kozato <3

"Tsk, che idiota" commentò la pecora dopo aver letto la sdolcinata lettera.
"Wa io non sarei mai riuscito a scrivere tanto, troppa fatica yawn" rispose il principe.
Giotto dopo aver ascoltato con interesse decise il suo nuovo obbiettivo.
"Allora faremo una famiglia! Una famiglia mafiosa!".
"Ma Primo... non sarà pericoloso?" chiese G.
"Io sono il boss ovviamente" continuò Giotto pieno di sè, ignorando la propria pecora.
"Io mi annoio" provò inutilmente a lamentarsi il principe dai capelli verdi.
"No! Tu resterai a fare la famiglia!" decise il pittore.
"Ma io mi scoccio" continuò il principe " adesso con il mio nuovo piccione super accessoriato manderò un messagino a corte e mi farò venire a prendere".
"Io posso fare il braccio destro del boss" pensò G.
"Solo se ti occupi di questo impiastro" gli rispose Giotto riferendosi a Lampo.
"Subito primo! Lo picchierò finchè non accetta" disse l'uomo pecora.
Ma tali misure non si dimostrarono utili, dato che il principe accettò non appena ebbe sentito la minaccia.
E così, per la sua gioia, G passò da pecora a braccio destro.
Tuttavia c'era ancora una questione da risolvere.
"E adesso dove andiamo?" chiese Giotto.
Ed in quel momento arrivò un altro messaggio tramite un piccione (e ciò spiega da dove fosse arrivata la lettera precedente).
Nel messaggio, stavolta di Cimabue, c'era scritto questo:

Giotto, so che Kozato ti ha mandato una lettera, ma ha dimenticato di scriverti
 che devi andare a Napoli dagli Angiò, lo doveva fare Kozato ma deve finire l'affresco
di Franco.
                                                                       Con affetto Cimabue
                                                           ps: salutami lo sporco animale

Questa nuova lettera però, non ebbe su Giotto l'effetto della precedente.
"E che palle, devo fare tutto quanto io? E poi chi sarebbe 'lo sporco animale'?" si lamentò il biondo.
"Lavoro?" si allarmò Lampo "nononono io sono un principe!".
"E sia...incamminiamoci" si arrese Giotto, forse perchè si era accorto che i suoi danari stavano terminando.
"Scusami" s'intromise G, sempre acuto nell'accorgersi dei problemi "ma come faremo a raggiungere Napoli? E' lontanissima".
Ma Giotto aveva la risposta anche a questo e dopo aver pronunciato le parole 'mi piacciono i treni', i tre vennero trasportati a Napoli da un treno (benchè nel 1300 essi non esistessero).
"PRIMO! LEI E' STUPEFACENTE!" si congratulò G, stupefatto di essere arrivato a Napoli in così poco tempo.
"Lo so" si vantò Giotto.
Ma i nostri eroi non sapevano dei pericoli che correvano, e di fatto vennero derubati poco dopo da dei mariuoli.
Ce l'avrebbero fatta a riprendere le loro cose?
O sarebbero arrivati senza nulla dagli Angiò?
Lo scopriremo nel prossimo capitolo.




  
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