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Autore: Miky Jane Malfoy    27/02/2017    2 recensioni
-Tra le tante bugie che ti ho detto, la più importante è quella che hai scoperto questa mattina.
Come resistere? Questa notte mi hai mostrato una parte di te che non avevo mai visto, e che mi ha affascinato.
Non ero disposto a perderla, lasciandotela dimenticare. Io sono Draco Malfoy, Hermione, a me non è richiesto essere sincero, ricordi?-

Ho scritto i primi tre capitoli di questa Dramione moltissimo tempo fa: mi sono capitati in mano in questi giorni, e dopo un sacco di tempo che non mi dedicavo a una fanfiction ho posato le dita sulla tastiera e li ho rivisitati. Avevo sedici anni quando ho scritto su EFP per la prima volta, adesso, nove anni dopo, sono tornata: spero che questa storia sappia trasmettervi ciò che ha trasmesso a me. -Miky
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Ciao e rieccomi ♥
Ecco qui il terzo capitolo, nonché l'ultimo già preparato: quando ho iniziato questa storia mi sono fermata a questo punto, da adesso in poi, se la FF riscontra il vostro favore, continuerò scrivendo man mano i capitoli, cercando di non metterci troppo. Fatemi sapere cosa ne pensate, aspetto con ansia recensioni ♥ E ora vi lascio alla lettura, ci "vediamo" in fondo ♥



Respirai profondamente.
Mi sentivo come una di quelle protagoniste di film horror che i miei genitori m’impedivano di vedere da bambina, e che io sbirciavo in segreto seduta sulle scale.
Certo, camminare per Hogsmeade non era esattamente come cercare una tomba in un cimitero, o come rimanere bloccata in una villa infestata da fantasmi, però la sensazione di essere seguita, “braccata” in un certo senso, non doveva essere troppo differente da quella provata dalle mie eroine.
La lettera datami da Blaise quella mattina aveva aperto nuovi scenari in quella che – fino a quel momento – era stata la mia placida esistenza.
Non ero più la mezzosangue Granger, saccente caposcuola di Grifondoro, stimata e rispettata studentessa di Hogwarts; improvvisamente ero diventata Hermione, la nuova preda di Draco Malfoy.
Ero stata sulla bocca di tutti per gran parte della giornata, a causa di Blaise e del suo amorevole gesto di venirmi a dare il buongiorno davanti a tutta la scuola, e mi ero dovuta sorbire quella che io definisco “L’Occhiata”, con la O maiuscola, di Harry; un’occhiata che più o meno ha questo significato: “So che ti stai cacciando nei guai, fai attenzione e non costringermi ad intervenire”.
Ovviamente sia lui sia Ginny hanno collegato lo strano avvenimento con il mio bizzarro malessere del giorno precedente. Ma contrariamente a quanto mi aspettavo, Gin non ha fatto domande, passando l’intero pomeriggio a distrarmi, trascinandomi da una parte all’altra di Hogsmeade.
Eravamo solo noi due, perché – ha affermato – era tanto che non ci concedevamo una “giornata fra donne”; e così ha spedito il suo ansioso fidanzato con Ron e compagnia.
Le ero profondamente grata: lei non poteva sospettare quanto davvero ne avessi bisogno.
Il sole cominciava a calare quando entrammo da Mielandia, pronte a rifornirci di dolciumi per il resto della vita; mi fermai davanti a un cesto di api frizzole, e solo allora notai lo strano silenzio in cui Gin era caduta da qualche minuto. Un silenzio imbarazzante.
Si schiarì la voce, e mi voltai a guardarla sorpresa.
-Gin? È tutto apposto?-
Giocherellava con una ciocca di capelli, nervosamente. *Oh-Oh.*
-Herm sai, mi chiedevo se non volessi parlarmene.-
Sospirai. Chiaramente, la tregua era finita.
-Di che cosa?-
-Di Giovedì sera, di stamattina… tutti abbiamo pensato che non fosse normale. Beh, io credevo che saresti stata tu a prendere il discorso, ma dal momento che tra poco dobbiamo rientrare..-
La guardai male. Ecco a cosa le era servito il pomeriggio da sole!
-Non pensare male tesoro, anche se non fossi ossessivamente curiosa ti avrei chiesto di passare la giornata sola con me, ero convinta potesse farti bene.-
Sorrisi. Buffa capacità della migliore amica di leggerti nel pensiero, non ci avrei mai fatto l’abitudine.
-Non c’è molto da dire, Gin.-
Fu il suo turno di increspare le sopracciglia, scettica.
-Blaise Zabini si presenta al tuo tavolo, ti chiede di fare “due passi” con lui, e non c’è molto da dire?-
Arrossii, rendendomi conto che Ginny era completamente fuori strada.
-Non è come pensi, Gin! Non c’è assolutamente niente tra me e Blaise. Si insomma, lui è carino, ma era venuto solo a recapitarmi un messaggio.-
Incrociò le braccia al petto.
-Un messaggio?-
*Ops.*
-Si.-
Risposi, evasiva, allontanandomi per scegliere un altro tipo di dolce da portare via con me. Intanto, pregavo che il terreno si aprisse e mi ingoiasse, viva.
-Un messaggio di chi, Herm?-
Forse parlarne con lei mi avrebbe fatto bene. Insomma, raccontare a qualcuno quanto stava succedendo poteva essere salutare, anche se ero convinta che questo qualcuno avrebbe finito per prendermi per malata di mente.
Sospirai. Gin non mi avrebbe mollata finchè non avesse saputo la verità.
-Hermione!-
Una voce melodiosa ci interruppe, salvandomi in corner e facendo sprofondare il mio cuore nel petto: eccolo, l’attacco che per tutto il giorno mi ero aspettata.
Mi voltai già sapendo chi mi sarei trovata di fronte.
-Daphne.- La salutai, non riuscendo a trattenere un sorriso. Era radiosa, e mi chiesi come avessi fatto a detestarla tanto prima di conoscerla. Dai suoi occhi traspariva un’inaspettata dolcezza, e altrettanta innocenza. Com’era finita a Serpeverde quella ragazza?
Si sporse e mi diede un bacio sulla guancia, lasciandomi di stucco, poi salutò cordialmente anche Ginny.
-Ciao Ginny.-
Ciò che mi stupì più di tutto, fu la reazione della mia amica: sorrise genuinamente, ricambiando con naturale affetto il saluto della ragazza.
Non feci in tempo ad indagare, perché Daphne tornò a rivolgere a me la propria attenzione.
-Come stai? Ho saputo che hai avuto difficoltà, ieri.-
-A quanto pare le notizie corrono veloci.- Bofonchiai, nervosa.
Lei rise.
-Non preoccuparti, non è un pettegolezzo così succulento come credi: semplicemente hai saltato molte lezioni in un giorno soltanto e le persone ridacchiavano sul fatto che anche tu ogni tanto cedi alle malattie. Si stupivano dei tuoi comportamenti da umana.-
Sgranai gli occhi: era così che la popolazione di Hogwarts mi vedeva? Come un’aliena?
-Immagino di dover essere contenta che le ipotesi fossero tanto lontane dalla verità.-
-Al tuo posto io lo sarei.- ribattè Ginny, facendomi capire che non aveva dimenticato il nostro discorso e che l’avrebbe ripreso non appena possibile.
-Cosa fai qui da sola, Daphne?- chiesi, ignorando il brutto presentimento che mi si era annidato in fondo allo stomaco, congelandomi le viscere.
-Oh, Pansy mi aspetta qui fuori, non vuole entrare perché afferma che l’odore la farà ingrassare.- Alzò gli occhi al cielo, gesto imitato al contempo da me e da Ginny. –Ti ho vista dalla vetrina, e volevo salutarti.-
-Che gesto carino.- mormorai, affatto convinta della sua buona fede.
Lei sorrise, si sporse a baciarmi nuovamente le guance e lo stesso fece con Ginny.
-Ci vediamo a scuola allora.- si congedò, chinando elegantemente il capo, e avviandosi alla cassa con un sacchetto di caramelle in mano.
Mi voltai verso Ginny, che aveva l’espressione più scettica che avessi mai visto, e alzai le spalle. Mi sentivo il viso bollente, ed ero certa di essere rossa come una mela matura.
Come mai – dannazione – i serpeverde erano improvvisamente tanto carini con me?! Era possibile che Draco influenzasse così tutte le persone che aveva intorno?
Mentre tiravo fuori il portafoglio dalla borsa, notai una pergamena, piegata in quattro, lasciata cadere con attenzione nelle pieghe della mia tracolla. Improvvisamente, realizzai. Doveva avermela fatta scivolare li Daphne, quando si era sporta per salutarmi.
Mi sforzai di non cambiare espressione, pagai le mie api frizzole, e dissi a Gin che avevo dimenticato una cosa, mollandola alla cassa in attesa di pagare e affrettandomi verso il fondo del negozio.
Mi nascosi tra due scaffali e aprii rapidamente il foglio. Detestai me stessa per la fibrillazione dei miei movimenti, e per l’eccitazione che faceva correre la mia adrenalina.

 

La tua amica è una guardia del corpo piuttosto precaria, Hermione. E tu, d’altrocanto, sei una pessima attrice. Ti sei guardata le spalle tutto il giorno, con un’assiduità che mi fa pensare che – più che temere il mio intervento – lo attendessi con ansia.
Questa pratica dei bigliettini mi è inusuale, e al contempo mi diverte molto.
Riesco quasi a vedere la tua espressione mentre leggi le mie parole, chiedendoti come posso sapere dove ti trovi e con chi, se tu non mi hai mai visto, pur avendomi cercato tra tutti i passanti.
Comunque, non importa: non è questa la domanda di cui più ti preme aver risposta.
Sei intelligente, e sono certo che hai già dedotto da sola che questo nuovo “gioco” stuzzica il mio interesse. Non l’avevo in mente quando ti ho chiesto di partecipare al mio party, ma a un certo punto della serata ho capito che qualche ora rubata al tempo quotidiano non mi bastava più: ho visto cosa si nasconde dietro la vergine di ghiaccio di Grifondoro, e ho deciso che avrei fatto di te il mio nuovo interesse.
Quello che mi ha colto di sorpresa, è stata la tua reazione. Indipendentemente dalla furia iniziale che hai ovviamente mostrato, poi ti ho scoperta… divertita. Eccitata, direi.
E allora tira i dadi, Hermione.
Giochiamo.

D.M.


Decisi, non appena terminato di leggere la nuova missiva, che lo detestavo come non avevo mai detestato alcuno. Ma allo stesso tempo mi resi conto del sorrisetto frivolo che mi colorava le labbra, e mi affrettai a cancellarlo.
Come accidenti faceva a capire i miei stati d’animo?
-Herm?-
Sentii Ginny che mi chiamava, e cacciai il bigliettino nella borsa, afferrando il primo pacchettino che vidi sullo scaffale. Mi raggiunse un secondo più tardi.
-Eccomi!-
Esclamai, con forse troppo entusiasmo. La sua espressione scettica mi confermò che non ero stata affatto naturale.
-Bastoncini di cannella?- domandò, guardando il pacchetto che stringevo tra le dita.
-Ne vado matta.- risposi, sorridendo. Sperai che non avesse la facoltà di leggermi nel pensiero realmente, o sarei stata parecchio nei guai: detestavo la cannella.
Annuì, per niente convinta, e mi accompagnò alla cassa, mentre il mio cuore riprendeva un andamento più o meno regolare.
Quando uscimmo, la fresca aria della sera d’Ottobre mi sfiorò il viso, restituendomi un po’ di sanità mentale. Gin, al mio fianco, era assorta in un silenzio innaturale.
Non sembrava solo curiosa, era anche preoccupata. Sospirai.
-Gin?-
-Si?-
-Sto bene.- rassicurai. Mi guardai intorno, per essere certa che nessuno ci stesse ascoltando, e ripresi a bassa voce. –Avevi ragione tu, l’altro giorno. Ho partecipato ad una festa, per questo stavo così male da non riuscire a frequentare le lezioni. E i Serpeverde sono carini con me perché ci siamo conosciuti meglio, a questo.. party.-
Mi sentii immediatamente in colpa: stavo semplificando ai minimi termini gli avvenimenti. E la mia migliore amica lo capì al volo.
-E dopo sei anni di profondi dissapori è bastata una festa a convincere Blaise Zabini e Daphne Greengrass a diventare tuoi grandi amici?-
Abbassai lo sguardo.
-Herm… mi puoi dire tutto. Di cosa hai paura?-
-Non ho paura. Non esattamente. E’ solo che potresti giudicarmi.-
Si fermò e mi obbligò ad alzare gli occhi per guardarla in viso. Era seria, la chioma rossa mossa appena dal vento.
-Non pensarlo nemmeno. Io sono tua amica. Non potrei mai – MAI – giudicarti.-
Decisi che ero stata stupida. Perché non confidarmi con Ginny? Mi fidavo di lei forse più di quanto mi fidassi di me stessa. Annuii e le indicai una panchina poco lontano.
Cominciava a fare scuro, e freddo, gli ultimi studenti si avviavano verso la scuola, e non correvamo il rischio di essere ascoltate da alcuno.
Le raccontai tutto: a cominciare dallo strano incontro con Malfoy in biblioteca, continuando poi con la bizzarra offerta che mi aveva fatto. Le spiegai le motivazioni che aveva usato e quelle che avevo avuto io per accettare. Le raccontai dei vestiti, dell’aiuto di Daphne, della passaporta e della casa di campagna. Imbarazzata le dissi persino che mi aveva accompagnata in camera, e confessai il bacio che ci eravamo scambiati.
-Pensavo che sarebbe semplicemente finito tutto li.- terminai, rassegnata. – Ma mi aveva mentito. La mattina dopo io ricordavo ogni singola cosa successa. Ho ritrovato il vestito che avevo usato nel mio armadio, accompagnato da una sua lettera. E così, è cominciata la pratica dei bigliettini.
Ne aveva uno per me stamattina Blaise a colazione, e un altro me l’ha infilato nella borsa Daphne, prima.-
Ginny era sconvolta.
-Ecco perché tutti i serpeverde si avvicinavano a te, oggi!-
-Già.-
-Perché non volevi dirmi tutto questo?-
Alzai le spalle. –Ho semplicemente pensato che avresti giudicato male. Dopotutto, la mia relazione con tuo fratello è appena finita.-
Lei sgranò gli occhi e mi poggiò le mani sulle spalle. Era arrabbiata.
-Herm! Mio fratello è stato un cretino, e tu non hai alcun dovere ne nei suoi, ne nei miei confronti! Io sono dalla tua parte, in tutto e per tutto. Se fosse per lui, ti direi di continuare questo strano gioco con Malfoy seduta stante. Si meriterebbe solo di vederti insieme ad un altro, credimi.-
Intuii subito il resto del discorso, così la spronai ad andare avanti.
-…Ma?-
Lei sospirò.
-Ma non si tratta di Ron. Sono preoccupata per te. Malfoy è un viscido, un subdolo, meschino opportunista. Sei il suo nuovo giocattolino, è viziato e avido. Perseverando in questa situazione, potresti farti male.-
-Non ho intenzione di fare nessun gioco, Ginny. Sta facendo tutto da solo.-
Lei mi guardò con serietà.
-Ascoltami. So quanto può essere affascinante evadere dalla realtà. Ma non devi mai, per nessun motivo al mondo, dimenticarti chi sei.-
-Perché mi stai dicendo queste cose?-
-Perché per te è un momento particolare, tutta questa situazione ti rende fragile. E inoltre, so quanto il “lato oscuro” possa far girare la testa.-
Risi, anche se una lieve sensazione di panico mi perforava lo stomaco. Ginny mi stava facendo paura, forse perché ritrovavo una traccia di verità nelle sue parole.
-Farò attenzione, Gin. E Malfoy si stancherà di non ricevere soddisfazione ne risposta dal suo nuovo giocattolino e mi lascerà in pace, passando ad altro.-
Non sembrava convinta, ma mi sorrise, ed io mi alzai in piedi. –Ora rientriamo, si sta facendo tardi.-

 

***



A cena Gin era tornata ad essere sorridente e chiacchierona: se anche qualcosa la preoccupava, non diede a vederlo minimamente, e questo mi aiutò a gestire meglio Harry, che non aveva dimenticato la mia ritrosia nel dargli risposte quella mattina.
Era seduto di fronte a me, e ad intervalli regolari mi osservava con sospetto. Ginny, accomodata al suo fianco, lo distraeva parlando di Quidditch: gliene ero immensamente grata.
Mi ero comportata bene: non avevo guardato in direzione dei Serpeverde e avevo pensato il meno possibile a quella criptica frase con cui si era concluso il nuovo biglietto: “E allora tira i dadi, Hermione.” Ero persino riuscita a distrarmi, grazie anche ai divertenti racconti di Neville seduto affianco a me; fu il dessert a rovinare tutto.
Mi stavo gustando il mio profiterole – che i maghi e le streghe chiamavano sbuffo di puffola – quando improvvisamente mi sentii osservata, e incauta alzai lo sguardo.
Dall’altro lato della sala, un paio di occhi grigi, glaciali, mi osservavano; dal ghigno che gli disegnò le labbra dedussi il suo divertimento, e risposi al suo sopracciglio alzato con un’occhiataccia.
Prima che mi decidessi a distogliere lo sguardo, Draco si alzò in piedi, mi guardò intensamente e poi lasciò la sala.
Compresi il messaggio, e il mio cuore cominciò a battere forte. Quella situazione non mi piaceva per niente.
Lo ignorai: tornai a concentrarmi su Neville e con un sospiro di sollievo mi resi conto che nessuno aveva notato il breve scambio appena intercorso. Un quarto d’ora più tardi i miei amici si alzarono per tornare in sala comune, e io – felice di aver dimostrato quanto detto a Gin quel pomeriggio – mi apprestai a seguirli.
Eravamo al secondo piano quando, improvvisamente, inciampai.
Finii lunga distesa per terra, e rossa di vergogna osservai il laccio della scarpa, completamente slacciato. Da quando ero così distratta?
Harry e Neville si avvicinarono per aiutarmi, ma si bloccarono – funerei – a qualche passo di distanza da me. Li guardai senza capire, finché non vidi una mano bianca comparire dal nulla.
Alzai lo sguardo, stupefatta, e mi trovai ad osservare il volto candido di Malfoy.
-Dovresti fare più attenzione.- disse, sorridente. Ero talmente confusa che non riuscii a ribattere. Lui si chinò di più, afferrò la mia mano destra e mi tirò in piedi, passando poi con destrezza il braccio sinistro intorno alla mia schiena, costringendomi ad arcuarmi verso di lui. Con la mano libera mi spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Il suo volto perfetto a pochissima distanza dal mio.
Il cuore prese a battermi a una velocità folle, e le guance mi si tinsero di rosso. Era assurdo che mi sentissi così.
-Cosa.Diavolo.Stai.Facendo?- domandai, a denti stretti. Lui sogghignò e mi si avvicinò all’orecchio, per sussurrarmi qualche parola che solo io potevo sentire.
-Sei la mia nuova sfida, Granger. E ho tutta l’intenzione di vincerla.-
Mi lasciò andare, assumendo nuovamente quell’aria angelica con cui s’era presentato.
-Buonanotte, Hermione.-
Mi salutò. E senza rivolgere una sola parola ai miei amici, si voltò e si allontanò lungo il corridoio.


Spero che il seguito vi sia piaciuto, e mi prendo come sempre questo spazio per rispondere alle recensioni:

- LilyMik92: Rieccoti, ti ringrazio per aver proseguito la lettura  ♥ Spero che il nuovo incontro ti sia piaciuto ♥ a presto!

A presto, spero di sentirvi in tanti! 

  
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