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Autore: Signorina Granger    14/03/2017    5 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Agli occhi di molti la Cimmeria Academy è solo l'ennesima scuola privata, con le sue divise perfette e i suoi brillanti e ricchi studenti. La scuola ospita i figli delle più influenti e importanti famiglie di tutto il mondo, i ragazzi più promettenti e destinati a ricoprire ruoli di spicco nella società, come i loro genitori.
Ma mai giudicare un libro dalla copertina: la Cimmeria è molto di più e nasconde dei segreti, come alcuni suoi studenti già sanno... e presto anche altri se ne renderanno conto.
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Night School '
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Capitolo 21: Amortentia 

 
Venerdì 15 Gennaio 



“Bibi?”
Phoebe?”
Sono le 8!” 

Faye Cassel sbuffò, guardando l'amica dormire della grossa come se la ritenesse senza speranza. 

Fortunatamente era andata in camera sua per vedere se fosse sveglia… ma Phoebe Selwyn aveva sempre avuto il sonno piuttosto pesante e ancora non era riuscita a svegliarla. 
Stava quasi prendendo in considerazione l'idea di fare un qualche incantesimo per buttarla giù dal letto quando la porta della camera si aprì, rivelando una Isabelle già pettinata e con la divisa addosso.

“La Bella Addormentata è ancora nel mondo dei sogni?”
“Si. Qualche idea?” 

Isabelle sfoggiò un piccolo sorriso prima di avvicinarsi al letto dell’amica, rubandole delicatamente dalle mani il cuscino che stava stringendo mollemente prima di appiopparle una cuscinata in testa, facendola mugugnare:

“Andate via…”

“Non ci pensiamo neanche! Alzati pigrona, abbiamo lezione! Faye, a te l'onore.”

Faye sorrise allegramente, prendendo il cuscino dalle mani dell'amica prima di imitarla e colpire la povera Phoebe sulla spalla, che sbuffò e seppellì la faccia nel cuscino, borbottando che aveva delle amiche orribili:

“Non voglio! Odio Pozioni!”  

“Anche io sono frana Phoebs, faremo schifo insieme! O magari mio cugino ci farà copiare, con un po’ di fortuna…”  

“Coraggio, Stuart ha detto che oggi avremmo preparato qualcosa di “particolare”… non sei curiosa?” 

Isabelle sorrise, provando a scostare le coperte dal corpo dell'amica ma senza grandi risultati, mentre Phoebe borbottava che non gliene fregava un fico secco delle Pozioni, particolari o meno.


                                                                                      *


Jude stava mescolando quasi pigramente, osservando la Pozione che ribolliva nel calderone con aria svogliata: e pensare che lui aveva sperato di preparare un qualche veleno, o roba simile… quello sì, sarebbe stato divertente ed interessante. 
Invece eccolo lì, alle prese con un filtro d'amore… quasi gli veniva da prendersi in giro da solo per l'assurdità della situazione.


Se non altro però lui riusciva sempre a preparare correttamente qualunque cosa… altri non avevano la stessa fortuna. 


“Ok… che colore dovrebbe avere, alla fine?” 

“Una specie di sfumatura perlata, credo… beh, ormai il dado è tratto. Tiriamo le somme.”  

Isabelle inarcò un sopracciglio e, in perfetta sincronia con Faye e Phoebe, sollevò il coperchio dal suo calderone… e a quel punto Faye sbuffò, imprecando a mezza voce prima di parlare con un tono decisamente seccato:

“Grandioso, la mia è verde! Phoebs, ti prego dimmi che hai fatto un disastro anche tu…”

“Se ti può consolare la mia è viola! Odio questa materia…”. Phoebe sbuffò, coprendo di nuovo il calderone con stizza mentre Isabelle, seduta in mezzo alle due, si tratteneva dal ridere e Sebastian sorrideva mentre passava accanto al loro banco:

“Signore, volete fare tutti i colori dell’arcobaleno?”

“Gira al largo Bas! Anzi, no. Renditi utile e dacci una mano a mettere a posto questo disastro! In genere non me ne fregherebbe nulla, ma voglio sentire la mia Amortentia!” 


Faye sbuffò, incrociando le braccia al petto mentre Sebastian invece continuava a sorridere, fermandosi davanti alla cugina con le mani dietro la schiena:

“Hai dimenticato la parolina magica…” 

“Se intendi “Stupeficium” tra poco sarai accontentato. Dai Bas, aiutami!”  

Faye sfoggiò gli occhioni imploranti e dopo un attimo di esitazione Sebastian annuì, guardandola con affetto e leggero divertimento: probabilmente era una delle pochissime persone che avrebbe aiutato in tutto e per tutto e la ragazza lo sapeva, anche se il cugino difficilmente lo avrebbe ammesso: 

“E va bene… la mia è pronta, ma prima di annusarla bisogna lasciarla a riposare per un po’, quindi ti darò una mano mentre aspetto. Cosa faresti, senza di me?” 


                                                                                 *


“Smettila di fare quella faccia da saputello!” 
“Io non ho nessuna faccia da saputello, sei solo invidiosa perché l'ho preparata in meno tempo di te.” 

Adrianus sorrise con aria soddisfatta e per tutta risposta Francisca lo fulminò con lo sguardo… o almeno provò a tenergli il muso per più di un minuto, fallendo miseramente mentre il ragazzo ridacchiava:

“Non fare quella faccia, lo sai che ho ragione!” 
“Sei sempre il solito… la prossima volta ci impiegherò meno tempo di te, stanne certo!” 


Frankie fulminò il ragazzo con lo sguardo mentre sollevava il coperchio dal suo calderone, sorridendo con soddisfazione nel trovare la Pozione pronta: sfumatura perlacea, vapore che saliva a spirale… se l'era sempre cavata bene in Pozioni ma anche Adrianus, e facevano quasi a gara praticamente da sempre, da quando il ragazzo si era trasferito alla Cimmeria.  


Anche l’ex Corvonero sollevò il suo coperchio, rivolgendo un sorriso quasi di sfida a Francisca prima di puntare gli occhi sul filtro d'amore quasi con curiosità: chissà cosa avrebbe sentito annusandola…  

Quella domanda se la stavano ponendo più o meno tutti nell'aula ormai piena di vapore, chi più e chi meno... ma ormai buona parte della classe stava per soddisfare quella curiosità, anche se Phoebe e Faye stavano ancora sistemando le loro Amortentie con l'aiuto di Sebastian e di Isabelle. 


“Credo che ora possiamo annusarle… vai tu per primo?” 
“Perché io?”

“Beh, visto che tieni tanto a sottolineare che “l'hai finita prima tu” mi sembra doveroso! Coraggio Steb… cosa c'è, hai paura di quello che potresti sentire?” 


Questa volta il turno di sorridere con una nota quasi beffarda fu di Francisca, facendo borbottare al ragazzo di non aver paura proprio di un bel niente. 
Lei di sicuro non ne aveva… sapeva già che avrebbe sentito qualcosa ricollegabile a lui. 


                                                                                  *
 

“Cami! Attenta con il peperoncino!” 

Mathieu sospirò, allungando al contempo una mano per bloccare quella dell'amica: Camila era brava in Pozioni, parecchio anche… ma a volte tendeva a non seguire particolarmente le ricette. 

L'americana infatti sbuffò quasi con aria annoiata, mettendo giù la polvere rossa prima di borbottare qualcosa:

“Non trovi che a volte sia davvero noioso seguire tutte queste ricette, questi schemi prestabiliti? È bello sperimentare!”

“Certo, ma forse non è il caso di giocare al Piccolo Chimico in classe…”

“Che cos’è il Piccolo Chimico?”

“Una specie di gioco Babbano… non so, mia sorella lo adora.”

Il francese si strinse nelle spalle mentre Camila riprendeva a mescolare pigramente, guardandosi intorno e chiedendosi che cosa avrebbero sentito i compagni… un lieve sorrise le comparve sulle labbra quando puntò gli occhi sul banco occupato da Adrianus e Francisca, certa che avrebbero sentito l'uno il profumo dell'altro. 

“Va bene, per questa volta seguirò il tuo consiglio… e la ricetta. Ma solo perché sono curiosa, chissà che cosa sentirò… l'anno scorso non l'abbiamo preparata ad Ilvermorny, eravamo indietro con il programma.” 
 
“Ottima idea, così magari non farai esplodere il calderone…”

“Lo dici solo perché hai paura di bruciarti le sopracciglia! Ad un mio ex compagno è capitato, poverino!”

“C'è poco da ridere, è orribile restare senza sopracciglia!”   Mathieu rabbrividì alla sola idea mentre Camila si faceva scappare una risatina nell'immaginarsi l'amico in quelle condizioni, guadagnandosi di riflesso un’occhiata vagamente torva che la portò a sorridergli con aria angelica. 

“Tranquillo… come ho detto, seguirò la ricetta.”

“Brava. Piuttosto, non trovi che sia ironico il fatto che tua sorella sia una frana in Pozioni mentre tu saresti forse la migliore della classe se spesso non ti divertissi a… sperimentare?” 

Camila rivolse una breve occhiata in direzione di Phoebe, seduta qualche banco più indietro con le sue amiche, prima di stringersi nelle spalle e tornare a concentrarsi sulla sua Amortentia:

“Beh… lo hai detto tu: ironia della sorte. Chissà, magari le darò ripetizioni.” 

“Dubito che te lo chiederà mai… mi sembra una tipa abbastanza orgogliosa.” 

“Mai dire mai, Mat… e ora pensa alla tua Pozione, su!” 


                                                                                      *
 

“Dite che adesso possiamo annusarla? Ho quasi paura di sollevare il coperchio e di scatenate una specie di eruzione…” 

“Rilassati Faye, grazie al mio indispensabile aiuto sei salva… la mia ormai è a riposo da un po', dovrei sentirne l'odore. MA PRIMA voglio sapere cosa sentirai tu, sono curioso.”  

Faye rivolse al cugino un’occhiata in tralice, suggerendogli silenziosamente che forse era curioso più che altro su ciò che avrebbe sentito la ragazza seduta accanto a lei… oppure lo stesso Sebastian quasi temeva quello che avrebbe potuto sentire nella sua Amortentia.

La ragazza però ebbe il buon senso di tenere quei pensieri per sé e si rivolse invece alle amiche, sorridendo leggermente mentre metteva una mano sul manico del coperchio:

“D'accordo… sentiamo un po’ che cosa amiamo.” 

In perfetta sincronia Phoebe, Faye e Isabelle sollevarono i rispettivi coperchi per sentire le varie fragranze rilasciate dal vapore della pozione. 

Phoebe aveva quasi paura di non sentire nulla e aver quindi sbagliato tutto un’altra volta, ma tirò un sospiro di sollievo quando un primo profumo familiare le invase le narici: lavanda, seguito immediatamente da quello che la ragazza riconobbe facilmente come il profumo della pergamena che tanto amava… spesso quando doveva fare i compiti o scrivere una lettera prendeva un rotolo e lo avvicinava al naso per sentirne il profumo. 
 
Il terzo odore era molto probabilmente quello dolce della frutta mischiato a Pan di Spagna e ad una qualche crema… un piccolo sorriso le increspò brevemente le labbra: in effetti le torte alla frutta erano sempre state le sue preferite. 


Faye chiuse anche gli occhi per concentrarsi meglio, carica di curiosità. Riconobbe subito quell’odore quasi acre della legna arsa ma che a lei era sempre piaciuto per qualche inspiegabile motivo, seguito dal profumo quasi frizzante caratteristico dell'aria quando stava per scoppiare un temporale. Sentì anche un terzo odore ma ci mise leggermente di più ad identificarlo, sorridendo quando si rese conto di sentire il profumo dolce della crema solare che usava sempre in Estate.  



“Che cosa hai sentito?” 

La voce di Sebastian la portò a riaprire gli occhi, stringendosi nelle spalle mentre sfoggiava un piccolo sorriso enigmatico:

“Segreto… tu invece, non vai ad annusare la tua?” 

“Hai così tanta fretta di liberarti di me? Va bene, va bene, vado…” 

Bas roteò gli occhi prima di avvicinarsi di nuovo al suo banco… ma non prima di aver lanciato una fugace occhiata in direzione di Isabelle, che però non se ne accorse visto che aveva gli occhi puntati sulla sua Amortentia e la fronte leggermente corrugata mentre cercava di distinguere i vari odori che stava sentendo insieme.
 
“È una fragranza davvero unica… se potessi, la imbottiglierei e la utilizzerei davvero come profumo!” 

Faye sorrise prima di chiedere a Phoebe cosa avesse sentito, il tutto mentre Isabelle restava ancora in silenzio: con l'olfatto non era mai stata una cima, ma l'anno prima con la Night School aveva fatto un po’ di pratica e grazie anche allo studio prolungato di Pozioni per anni il senso aveva finito con l’assottigliarsi.

Non fece nessuna fatica a riconoscere il profumo piacevolmente familiare, quasi confortante della cannella, la sua spezia preferita… unita a quello più dolce dei tulipani e della vaniglia. Ci mise leggermente di più a capire cosa fosse il quarto profumo che sentiva, e quando accadde sgranò leggermente gli occhi verdi prima di chiudere in fretta il calderone con il coperchio. 

“Beh, che hai sentito?” 

“Cannella, vaniglia… e tulipani. Tu invece?” 

“Torta alla frutta, lavanda e pergamena… Belle, hai una faccia un po' strana, sembra che tu abbia visto un vampiro mangiare una cipolla.” 

“MA CHE RAZZA DI PARAGONE È?!” 

Faye inarcò un sopracciglio ma Phoebe le rivolse un’occhiata eloquente, suggerendole di lasciar perdere e di concentrarsi sull’amica che teneva ancora la mano stretta sul manico scuro e ruvido del coperchio ormai un po’ arrugginito. 
 
“Belle? Se non hai riconosciuto qualcosa puoi benissimo risentirla…” 

Phoebe fece per allungare una mano per sollevare il coperchio, ma Belle scattò quasi come una molla e puntò gli occhi sull’amica, affrettandosi a scuotere il capo mentre le guance le si tingevano di una lieve sfumatura di rosso.

“No, non serve. Ho sentito abbastanza. Ma perché fa così caldo?” 

“Io sto benissimo. Belle… hai sentito qualcos’altro, per caso?” 


Faye sfoggiò un sorrisetto divertito, preparandosi già ad indagare mentre Isabelle si affretta a a scuotere il capo, mollando la presa sul coperchio quasi come se si fosse scottata:
 
“No, o almeno non mi sembra proprio… vado un attimo in bagno.” 


Prima di dare tempo alle amiche di chiederle qualunque altra cosa Isabelle se la filò, lasciando Faye e Phoebe a guardarsi con un due sorrisetti divertiti stampati in faccia:

“Perché ho la sensazione che abbia sentito anche una quarta essenza?” 


                                                                                       *

 

“Dai, dimmelo!” 

“Un momento! Voglio identificare tutto per bene… Come mai sei così curioso Steb?” 

Francisca sfoggiò un piccolo sorriso mentre lanciava un’occhiata in direzione del ragazzo, che non disse nulla anche se la risposta aleggiò comunque nell'aria: del resto lo sapevano entrambi, il motivo di tanta curiosità… non c'era bisogno di sottolinearlo. 

“Ok, vediamo… direi cioccolato.” 

“Non l'avrei mai immaginato…”  

“Ehy! Niente commenti, o non saprai mai quello che sto sentendo.” 


Adrianus sfoggiò un sorriso colpevole e le fece cenno di continuare, cucendosi le labbra e ripromettendosi di non parlare… ma era davvero parecchio curioso, moriva dalla voglia di sapere se Frankie avrebbe sentito qualcosa di riconducibile a lui da quando erano entrati nell'aula un'ora prima. 

Assicuratasi che il ragazzo non l'avrebbe più interrotta Francisca riprese a parlare, assumendo un’espressione vagamente accigliata:

“E poi… menta, forse anche rugiada.” 
 
“Altro?” 

“C'è qualcos’altro, in effetti… non so, è strano ma credo che sia torta di mele.” 

Francisca sfoggiò un’espressione confusa per qualche istante, mentre invece un sorriso piuttosto ampio si faceva largo sul volto di Adrianus. Poi a Frankie si accese come una lampadina, portandola a voltarsi istintivamente verso di lui mentre l’ex Corvonero aveva già allungato le mani per prenderle il volto, fregandosene improvvisamente dell'essere in classe mentre la baciava. 


Immediatamente un coro di commenti, fischi, esortazioni a scambiarsi effusioni da un'altra parte si diffuse per la stanza e Stuart invitò la classe a fare di nuovo silenzio… ma intuendo cosa avesse spinto Adrianus Stebbins a baciare la sua compagna di banco non disse niente ai due, decretando che visto l'argomento della lezione poteva anche chiudere un occhio.  


Francisca si allontanò di un paio di centimetri da Adrianus prima di sorridergli, leggermente rossa in volto mentre parlava a bassa voce:

“Sbaglio o la torta di mele è la tua preferita?” 

“Certo… dovresti sapere ormai che ne mangio a quintali. Non mi stupirebbe di sentirne il profumo anche nella mia Amortentia.” 
 
Adrianus sfoggiò un sorriso quasi allegro prima di baciare la punta del naso della ragazza, intuendo che quello che gli aveva appena detto Francisca lo avrebbe reso di buon umore per tutto il resto della giornata. 

“Beh, fai la prova del nove allora.” 

Francisca accennò al calderone del ragazzo, che annuì prima di avvicinarcisi leggermente, lasciando che il vapore che saliva a spirale dal calderone gli stuzzicasse leggermente le narici. 

Ed eccola anche per lui, la torta di mele che tanto adorava fin da bambino… seguita dal profumo dei libri, da quello fresco delle serre e anche da quello del calderone, che ormai aveva assorbito un po' di molte tra le Pozioni precedentemente preparate. 


Non ci mise molto nemmeno ad identificare il quinto profumo che sentì, voltandosi verso Francisca con un lieve sorriso stampato in faccia: 

“Libri, torta di mele, serre… ma dimmi Frankie, il muschio bianco ti dice qualcosa?” 


Il turno di sorridere spettò alla ragazza questa volta, gli occhi verdi quasi animati da un luccichio mentre annuiva, non sapendo improvvisamente cosa dire: muschio bianco… il suo profumo. 


                                                                                      *

 
“Vediamo… Cioccolato, vaniglia…” 

“Cos’è, la ricetta per una torta?” 

Mathieu scoccò un’occhiata eloquente in direzione di Camila, intimandole di non fare commenti mentre la ragazza sfoggiava un sorriso quasi angelico, incapace di trattenersi dal prenderlo un po’ in giro:

“Beh, vista la tua smisurata passione per i dolci non mi stupirebbe…” 

“Come stavo dicendo… cioccolato, vaniglia e credo cera.” 

“Ok, ora tocca a me!”  Camila sorrise mentre sollevava il coperchio dal suo calderone, avvicinandosi leggermente al vapore per sentirne l'odore: 

“Caffè, tè verde…” 

“E poi sono IO quello che sente solo alimenti, vero?” 

“È diverso, queste cose si bevono, mica si mangiano! A meno che tu non sia una specie di erbivoro che mangia foglie, certo… scusa, dicevi sul fatto che io ti interrompo?” 

Camila sfoggiò un piccolo sorriso che venne ricambiato da un “touchè” appena mormorato dall’amico, prima che l'americana identificasse anche il terzo odore che sentiva:
 
“Il terzo è decisamente l'odore delle tempere.” 
“Tempere? Perché, dipingi?” 

“Sì, qualche volta.” 

Camila si strinse nelle spalle mentre richiudeva il calderone e Mathieu sorrise, guardandola con curiosità:

“E cosa disegni? Il tuo fantastico amico Mathieu, per esempio?” 

“In realtà no… ma posso sempre farti un ritratto, se vuoi.” 

“Non credo che sarà mai carino quanto me, ma grazie… ahia! Perché mi hai dato la pergamena in testa?” 

 
                                                                                         *


Con una faccia da funerale visibile dallo Spazio Isabelle si lasciò cadere di nuovo sulla sua sedia, guardando il calderone che le stava davanti con espressione tetra: in bagno si era persino fatta una specie di predica davanti allo specchio, dicendosi che doveva per forza aver sentito male, aveva frainteso… insomma, si era sbagliata. 

Doveva essersi sbagliata. 
Faye si era avvicinata a Sebastian e stava parlando con il cugino, forse chiedendogli che cosa aveva sentito nella sua Amortentia… approfittando di quel momento di quasi solitudine Isabelle allungò una mano per sollevare il coperchio e sentire di nuovo i profumi, dicendosi che non l'avrebbe sentito.


Cannella, tulipani, vaniglia… ma anche qualcos’altro.


Ma porca… 


Si trattenne dall’imprecare a voce alta e richiuse il coperchio con un gesto secco, guadagnandosi un’occhiata scettica da parte di Phoebe: l'amica inarcò un sopracciglio e la guardò con le braccia conserte, avvicinandolesi:

“Belle… che hai sentito?” 
 
“Ne parliamo dopo Bibi...”  Isabelle sbuffò leggermente, non avendo nessuna intenzione di dire una cosa del genere nel bel mezzo della lezione, dove tutti potevano sentirla. 

“Ok… ma ne parleremo, stanne certa. Sai Belle, mi sono resa conto che quest'anno è tutto così strano che non si parla quasi più delle solite cose da ragazze… tipo cosa si è sentito in un filtro come questo.” 

Phoebe sorrise leggermente, quasi con una nota divertita: moriva dalla voglia di sentire la sua amica parlarle a cuore aperto, per una volta. 


                                                                                   *


“La smetti di fare quella faccia da saputella?” 
“Io che faccio la saputella nell'aula di Pozioni? Impossibile.” 

“Lo sai che voglio dire… sembra quasi che tu sappia già che cosa ho sentito, anche se non te l'ho detto.” 

“Beh, dimmi allora… che cosa hai sentito Bas?” 


Faye sfoggiò un sorriso angelico e Sebastian le scoccò un’occhiata leggermente torva, ma le rispose comunque con un tono neutro, quasi amareggiato:

“Inchiostro, erba appena tagliata, libri nuovi… e qualcos’altro.”  

“Ovvero?” 

“Non lo so, qualcosa di dolce. Fiori, magari.” 

Sebastian si strinse nelle spalle, continuando a tenere gli occhi fissi sulla pozione perlacea e rifiutandosi di guardare la cugina, che gli sorrise con inusuale dolcezza prima di parlare a bassa voce, sapendo che il cugino forse non aveva identificato di che fiori si trattasse, ma di sicuro si era reso conto di dove aveva già sentito quel profumo. 

“Bas… Isabelle ama i tulipani, dice che a casa sua, in Olanda, ce ne sono a centinaia in Primavera e in Estate. E usa molto spesso un profumo ricavato proprio dall’estratto di quei fiori. So che sai di che profumo parlo… senti quello?” 

Sebastian non disse niente per un attimo, ma Faye vide comunque la mascella del cugino serrarsi per un istante prima che Bas parlasse con voce piatta:

“Forse dovresti tornare al tuo posto, Faye.” 

“Andiamo Bas, sono io!” 

Faye roteò gli occhi e lo guardò quasi con aria esasperata, ma quando capì che lui non avrebbe detto altro sbuffò e lo accontentò, girando sui tacchi per tornare dalle amiche. 

Vedendo che Isabelle era tornata sorrise, guardandola con aria vagamente divertita mentre le si avvicinava:

“Ah, ecco la fuggitiva… ti sei ripresa dallo shock di aver sentito il profumo di chissà chi?” 
 
“Io non… come… oh, finitela di fare le pettegole!” 


                                                                                      *


“Sai, quando vi ho visti baciarvi stavo per far apparire magicamente dei petali per lanciarveli… che carini!” 

Camila sorrise, arruffando affettuosamente i capelli castani di Francisca, che rise di rimando prima di scostarsi leggermente:

“Grazie… tu invece, che cosa hai sentito?” 

“Caffè, tè verde e tempere.” 

“Ti piace dipingere? Anche a me non dispiace… mi fai vedere qualche tuo disegno?” 

“Con piacere, ma non adesso… devo fare urgentemente una cosa prima di sera!” 

Camila sorrise, strizzando l'occhio all'amica prima di trotterellare via, lasciando Francisca a chiedersi che cosa volesse fare in quell'ora buca. 

Anche se forse, riflettendoci, era quasi meglio non saperlo. 
 

                                                                                             *


“Se devo essere onesta, non capisco perché la fai così tragica.” 

“Come perché? È una tragedia eccome, è terribile! Il tempismo, ma anche il mio… gusto. Ma perché mi complico la vita da sola?” 

Phoebe sorrise leggermente, guardando l'amica sparare ad uno dei bersagli, colpendolo perfettamente al centro. 
Approfittando dell'ora buca dopo la doppia ora di Pozioni Isabelle l'aveva trascinata di sotto, dove si allenavano… e in previsione dell'incontro della sera successiva aveva iniziato a sparare a destra e a sinistra, forse più per sfogare la tensione che per allenarsi effettivamente.

“Non vederla in modo così negativo… ti dirò, a me sembra quasi… divertente.” 

“Divertente un corno Bibi! È una specie di tragedia, mi ci voleva solo questa. Come se non avessi già abbastanza cose a cui pensare…” 

Isabelle sospirò, passandosi nervosamente una mano tra i capelli raccolti in una coda mentre contrariamente Phoebe continuava a sorridere, come se trovasse davvero la situazione comica. 

Un altro colpo risuonò nell’ampia stanza mentre Phoebe si avvicinava all'amica, guardandola con leggera curiosità:

“Se devo essere sincera… io sono sorpresa, ma tu non lo sembri poi molto. Che cosa pensi di fare?” 
 
“Proprio un bel niente. Come ho detto, ho altro a cui pensare… e poi forse mi sono sbagliata, magari non è il suo profumo.” 

“Ti prego, ma ti senti? Non convinci neanche te stessa! Solo tu sai cosa hai sentito Isabelle… nessun altro può dirtelo. Ma ti prego, sii sincera con te stessa.” 


Phoebe diede una leggera pacca sul braccio dell'amica, lasciandola continuare a colpire il povero bersaglio mentre Isabelle malediceva mentalmente il Fato per averle riservato un susseguirsi di situazioni assurde… già, le mancava solo quello. 


Ironico. Poteva quasi sentire la risata di Jackson e vedere l'espressione ammutolita di Alastair. Peccato che non ci fossero più per condividerlo con lei. 


                                                                                   *


Faye Cassel stava percorrendo il corridoio ormai familiare, anche se non sarebbe dovuto esserlo, del Dormitorio Maschile quando per un attimo si bloccò, le sopracciglia scure sollevate e gli occhi sgranati.

La ragazza sbuffò sommessamente, roteando gli occhi e riprendendo a camminare con passo ancora più rapido… evitando accuratamente di fermarsi per dire qualcosa o anche solo indugiare con lo sguardo sulla compagna di classe che stava camminando nella sua direzione opposta.  

Faye si fermò davanti alla porta della camera di suo cugino, sollevando una mano per bussare… o meglio, prendere quasi a pugni la porta. Sentendo un pigro invito ad entrare la ragazza aprì la porta, lanciando un’occhiata quasi seccata al ragazzo che era in piedi davanti alla scrivania, intento a rovistare in un cassetto.

“Ti prego, dimmi che non sai perché ho appena incrociato Mackenzie in corridoio con la camicia mezza sbottonata.” 

“Perché mi fai domande se sai già la loro risposta?” 

Faye sbuffò, prendendo la camicia del cugino dalla sedia per lanciargliela e suggerirgli con lo sguardo di infilarsela. Sebastian obbedì ma poi riprese a cercare qualcosa nel cassetto, finendo col tirare fuori un pacchetto di sigarette prima di sedersi sul letto.

“Ne vuoi una?” 

“No, grazie.” 

“Mi spieghi perché hai quella faccia? Da quando in qua sei diventata una specie di bacchettona?” 

“Non sono una bacchettona, idiota! Ma mi da fastidio quando fai così… non ti sei portato a letto praticamente nessuna da quando Al è morto, e cominciavo quasi a pensare che forse avresti lasciato perdere questa pessima abitudine… Mackenzie Bas, davvero?” 

Faye sfoggiò un’espressione e un tono che quasi trasudavano disgusto mentre Sebastian si limitava a guardarla, parlando solo dopo qualche istante:
 
“Perché sei venuta qui?” 

“Volevo chiederti come stavi, se volessi parlare con me… ma vedo che continui a reagire a modo tuo. Mi dispiace che tu stia male, davvero, ma non credo che continuare a farti tutte quante ti farà piacere di più ad Isabelle.”

“Te l'ho già detto una volta Faye… aspetto che mi passi. Succederà, prima o poi.” 

“Come ti pare. E smettila di fumare qui dentro, se ti scoprono ti sospendono!” 

“Ti prego, l'unica nota positiva di essere figlio di mio padre è l'essere intoccabile… non sospenderebbero mai un Ryle.” 

Sebastian sbuffò leggermente e Faye sospirò, guardandolo quasi con esasperazione prima di prendere la maniglia della porta:

“Ti conosco, so che fai sempre come ti pare… ma dammi retta Bas, non è così che smetterai di pensare a lei.”

“Nessuno ti ha chiesto pareri, Faye… lo hai detto tu, faccio quello che mi pare, e gradirei che la smettessi di fare come mia madre.” 

“BENE. Me ne vado, ma tu resti comunque un idiota... gli unici momenti in cui diventi migliore sono quando sei con me o con Isabelle, ma oggi ti stai davvero superando.” 


Faye gli lanciò un’ultima occhiata vagamente torva prima di uscire dalla stanza e chiudersi la porta alle spalle con un gesto secco, lasciandolo di nuovo solo e avvolto solo dal silenzio. 
Infondo lo sapeva, sua cugina aveva ragione.  

Ma era molto più facile continuare sulla stessa strada piuttosto che cambiarla. 


                                                                                             *


“To’, guarda chi si vede… ne devo dedurre che hai finalmente preso una saggia decisione e hai capito che ritirarti era una cazzata?” 

“Io prendo un sacco di decisioni giuste, tanto perché tu lo sappia.”

“Certo… come quando hai detto a Sebastian di venire a chiamare me, per esempio.” 


Jude sorrise mentre Isabelle gli lanciò un’occhiata torva, intenta a sistemare le pistole insieme a Phoebe. In effetti alla fine Isabelle aveva parlato con Oldman e aveva ritirato la sua decisione, anche grazie alla “spintarella” che suo zio le aveva dato. Era passata una settimana, e lui non si era più fatto vivo… forse era un buon segno? 

“Comunque… che fate qui, cercate di diventare più brave di me con le armi da fuoco?” 

“Oh no Verräter, non oseremmo mai avvicinarci al tuo alto livello… no, Isabelle aveva solo voglia di sfogarsi un po' dopo stamattina, vero tesoro?” 

Phoebe sorrise e lanciò un’occhiata divertita in direzione dell'amica, che invece la fulminò con lo sguardo: quello era esattamente il genere di frasi da non dire in presenza di Jude, e lo sapevano… beh, tutti e tre. 
 
Il ragazzo infatti sfoggiò il suo mezzo sorriso obliquo e si avvicinò di un paio di passi ad Isabelle, tenendo le mani dietro la schiena quasi come a voler fare l'angioletto della situazione:

“Perché Isabelle, che è successo stamattina?” 

“Assolutamente nulla, Phoebe vaneggia, è allergica al metallo delle armi e dice cavolate.” 

“Ma io non sono affatto allergica alle armi!” 

Phoebe sbuffò, parlando quasi con tono da protesta mentre Isabelle le suggeriva con lo sguardo di darle corda. Phoebe roteò gli occhi e prese le pistole che avevano usato, borbottando che andava a metterle a posto per evitare qualche sonoro rimprovero da parte di Jefferson la sera successiva. 


“Dai Isabelle… che è successo? Non dirmi che hai sentito qualcosa di sospetto nella tua Amortentia!” 

Jude sgranò quasi teatralmente gli occhi, trattenendosi dal ridacchiare quando Isabelle sbuffò, scivolando dalla sedia dove si era seduta per allontanarsi leggermente dal ragazzo, come se non volesse restare vicino a lui. 

“Devo dire che non ti facevo così pettegolo… ma se anche fosse, non sono affari tuoi!” 

“Lo prendo come un bel sì… vediamo, chi potresti aver sentito...” 

Jude inclinò leggermente il capo, continuando ad osservarla e usando un tono dubbioso che contribuì solo a farla innervosire, quasi come se temesse che potesse davvero indovinare. 

"Difficile, sotto questo punto di vista non sei molto facile da comprendere, anche se ho pensato a lungo che tra te e Shafiq ci fosse qualcosa oltre l'amicizia… Magari Ryle?”  

“Sebastian? Perché lo pensi?”  Isabelle sollevò il capo per guardarlo, parlando con un tono quasi affrettato mentre decideva di ignorare completamente la parte riguardante Alastair.

“Beh, non è difficile immaginare che LUI abbia sentito qualcosa di ricollegabile a te… e non mi stupirebbe neanche tanto se tu dovessi ricambiarlo. Insomma, le ragazze come te finiscono sempre con i ragazzi come lui.” 

Jude si strinse nelle spalle come se stesse parlando di un puro dato di fatto, mentre invece Isabelle aggrottò la fronte come se non avesse capito del tutto le sue parole:

“Che intendi con “le ragazze come me” e “i ragazzi come lui”?” 

“Si, insomma…” 


Ecco, si era scavato la fossa da solo. In effetti era una cosa che pensava da anni, ma forse dirlo ad alta voce non era stata una grande idea…  


Isabelle continuò ad osservarlo con aria confusa per qualche istante, prima che le labbra le si stendessero in un sorriso che di rado, se non mai,  il ragazzo aveva visto da quando Alastair era morto: 

“Jude… è una specie di modo contorto per dire che sono bella?” 

“Tu? Bella? Ma per favore, sei inguardabile. Anzi, mi chiedo perché non vai in giro con un cartone in testa…” 

Jude sbuffò, incrociando le braccia al petto e parlando con un tono quasi seccato mentre Phoebe compariva accanto a lui praticamente dal nulla, con un sorriso stampato in faccia… quello di chi la sa lunga:


“Isabelle preferirebbe darsi in pasto ai leoni piuttosto che ammetterlo, ma credo proprio che tu abbia ragione Verräter…” 

“Beh, se Selwyn mi da ragione domani vedremo qualche asino cadere dal cielo.” 

“Simpatico come sempre… dicevo, stando a quello che mi ha detto Faye il nostro Bas potrebbe aver sentito il profumo di una certa testona rompiscatole nella sua Amortentia.” 

“Quale profumo?” 


Jude e Isabelle parlarono in perfetta sincronia, entrambi voltandosi di scatto verso Phoebe. La ragazza si strinse nelle spalle, parlando come se la risposta fosse ovvia:

“Ma come quale… quello a base di tulipani che usi quasi sempre, Belle!” 

“Ah, si… me lo faccio inviare da casa. Comunque sappiate che siete peggio di un branco di vecchie comari, lasciate stare sia me che Bas, per favore!” 

Isabelle sbuffò e superò entrambi per uscire dalla sala, forse perché non le andava particolarmente di continuare a parlare di quel maledetto filtro d'amore che le aveva rovinato la giornata, anche se era riuscita a prendere una O. 

Phoebe roteò gli occhi e andò dietro all'amica, ma Jude rimase nella stanza senza muoversi per qualche secondo, gli occhi fissi su un punto imprecisato davanti a lui:

Tulipani… quando Phoebe l'aveva detto gli si era praticamente accesa una lampadina.


“Ah… Jude?”    Nel sentire una voce il ragazzo ritornò improvvisamente alla realtà, voltandosi verso la porta già aperta dove si erano fermate entrambe le ragazze. Isabelle teneva la maniglia, ma si era voltata verso di lui e sembrava che volesse dirgli un’ultima cosa mentre sorrideva leggermente: 

“Si?” 

“Riguardo a prima… grazie. E comunque, neanche tu sei male.” 


                                                                                         *


Nel sentire bussare alla porta Mathieu era scivolato di controvoglia dalla poltrona per andare ad aprire: in realtà aveva invitato ad entrare chiunque avesse bussato, ma il suo visitatore non si era degnato di aprire la porta. 

Il francese spalancò la porta e inarcò un sopracciglio nel trovarsi davanti al nulla. Cos’era, uno scherzo di qualche cretino del primo anno? 

Mat fece per chiudere la porta e tornare al suo relax, stava scrivendo una lettera per la sorellina Sophie, quando fortunatamente abbassò gli occhi, trovando qualcosa abbandonato sul pavimento in parquet davanti alla sua porta. 
Immediatamente il ragazzo sorrise, chinandosi per leggere il biglietto color giallo canarino, scritto con una penna rosa flou… non c'era la firma, ma con quella scelta di colori forse neanche serviva.

Per il ritratto temo che dovrai aspettare un po’, ma intanto ti ho preparato un’altra sorpresa...  ho usato la tua ricetta preferita! Senza la cera, ovviamente.


Mathieu si trattenne dal ridere mentre ripiegava il biglietto giallo e se lo infilava in tasca, raccogliendo la tortiera chiusa che qualcuno aveva lasciato davanti alla sua porta. Si chiuse la porta della camera alle spalle e fece planare la tortiera direttamente sulla sua scrivania prima di avvicinarcisi in fretta, curioso di sollevare il coperchio e vederla con i suoi occhi. 

Inutile dire che una mezza risata riempì la camera quando il ragazzo si ritrovò a guardare una torta… al cioccolato e alla vaniglia. 


                                                                                  *


Sedette davanti alla scrivania, ma per una volta non degnò neanche di un’occhiata al suo violino, agli album o ad uno de suoi tanti, preziosi quaderni neri. 
Suo padre gli aveva mandato dei “documenti importanti” quella mattina e probabilmente avrebbe dovuto leggerli… ma non subito. 
Jude mise invece una mano nella tasca dei pantaloni blu, tirando fuori una piccola fialetta, uguale a quelle che teneva nel cassetto.

Visto che ne aveva vuotate un paio la settimana prima salvando Isabelle quella mattina aveva pensato di portasene una a lezione, visto il commento che Stuart aveva fatto precedentemente su quello che avrebbero dovuto preparare.

Inizialmente era stato scettico, ma poi aveva pensato che un filtro d'amore poteva sempre tornare utile… così, dopo aver preso la sua ennesima E in Pozioni, si era preoccupato di prelevare un po’ dell’Amortentia da lui stesso preparata. 

Sollevò leggermente la fialetta, osservandolo il liquido perlaceo in controluce.

In effetti era un po’ indeciso, da una parte era curioso… dall'altra aveva quasi paura a sentirne il profumo un'altra volta. 

Sbuffando leggermente, dicendosi di non fare l'idiota e che era solo una Pozione, Jude stappò la fialetta con un gesto secco e l’avvicinò leggermente al naso.

La prima cosa che sentì fu, esattamente come quella mattina, il profumo quasi familiare e rassicurante del legno del suo violino. A seguire sentì l'odore pungente dell'aria gelida che aveva sentito a Berlino tempo prima, insieme al profumo dei suoi fiori preferiti, quelli di Belladonna che usava anche per creare la cera del suo violino. 

Nell’insieme il profumo era così gradevole che avrebbe potuto restare a sentirlo per ore, probabilmente… era gradevole e rassicurante, lo rimandava incredibilmente alla sua famiglia.

Il violino, che suonava da anni e che sapeva essere stato uno strumento molto amato dalla madre… così come i fiori di Belladonna, che anche lui aveva sempre apprezzato e che usava spesso. Aveva persino chiamato il suo corvo Atropo, parte del nome scientifico di quella pianta velenosa…

E poi c'era l'aria fredda di Berlino, memore di quel giorno che aveva passato in compagnia di suo padre come, per una volta, una famiglia vera e come tutte le altre. 

Nell’insieme era dolce, grazie alla Belladonna probabilmente… ma anche grazie a qualcos’altro, il profumo di un altro tipo di fiori che sentiva. A lezione non aveva capito di quale si trattasse, ci era arrivato solo dopo, quando Phoebe Selwyn li aveva menzionati. 

Tulipani 

Jude sospirò, affrettandosi a chiudere la fiala per poi lasciarla insieme alle altre. Il ragazzo sbuffò, passandosi nervosamente una mano tra i capelli neri mentre puntava gli occhi sul vetro della finestra, quasi chiedendosi se avrebbe visto Isabelle un’altra volta proprio lì, davanti a lui. 


“Riguardo a prima… grazie. E comunque, neanche tu sei male.” 


Ripensando a quelle parole Jude sentì una sensazione strana, quasi di calore, invaderlo. 
Sgranò gli occhi e sollevò lentamente una mano per sfiorarsi una guancia, pregando di sbagliarsi: eppure aveva davvero caldo al viso.

Possibile? No… insomma, lui era Jude Verräter. Lui NON arrossiva, mai. 


Eppure, sentiva proprio quei fiori. E continuava a sentire anche le parole di Isabelle. 

Sospirò, chinando il capo e prendendosi la testa tra le mani, chiedendosi perché volesse così tanto complicarsi la vita da solo.

Ma porca…















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Angolo Autrice: 

Si lo so, vi avevo detto che non avrei aggiornato subito… ma il capitolo era mezzo pronto e lasciarlo lì a fare la muffa mi si stringeva il cuore! 
Spero che leggere un capitolo decisamente più leggero, magari più tenero vi abbia fatto piacere… ogni tanto servono anche a me questi capitoli XD 

Come sempre grazie per le recensioni… a presto! 

Signorina Granger 
   
 
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