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Autore: Danmel_Faust_Machieri    15/03/2017    1 recensioni
Sword Art Online e i Souls Game: questa serie vuole provare a coniugare queste due componenti.
Io e il mio coinquilino abbiamo seguito Sword Art Online affascinati dall'idea su cui è stato costruito: l'essere intrappolati in un gioco. Purtroppo siamo rimasti delusi dalle potenzialità inespresse di questo anime. Essendo anche due Souls Player recentemente ci è venuta un'idea: un mondo simile a quello di SAO con un universo narrativo come un Souls. Ci è sembrato qualcosa di interessante: abbiamo creato i personaggi, studiato le meccaniche di gioco e la lore. Naturalmente ci saranno citazionismi più o meno espliciti e ci auguriamo che possa essere un'idea di vostro gradimento.
Naturalmente ci teniamo alla vostra opinione quindi non fate i timidi e fate sentire la vostra voce :)
Siamo Danmel_Faust_Machieri e Djanni e vi auguriamo buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A qualche ora di cammino dalla sede principale della gilda del Sangue di Drago si trovava un piccolo paesello di nome Granim al centro del quale un enorme mulino faceva perennemente roteare le sue grandi braccia. La gilda Vitriol uscì in quel momento dalla porta del mulino.
"Spiega un po'… Come hai fatto a piazzare uno specchio all'interno di questo mulino?" domandò Alessandro a Nicolò mentre cercava di pulire l'armatura dalla farina che si era accumulata sopra di essa.
"Ho chiesto… O meglio… Io e la mia follia abbiamo chiesto a Mecho di piazzare uno specchio in ogni piano. Al terzo piano ne ha piazzato uno qui e uno nella sede del Sangue di Drago" spiegò il bardo sbattendo via dal cappello la polvere bianca.
"Quello che hai usato per comparire l'altro giorno giusto?" chiese Camilla.
"Esattamente" rispose il bardo toccandosi il naso con l'indice sinistro come nel gioco dei mimi.
"E dimmi caro Sherlock" iniziò a dire Lorenzo adirato per la farina che l'aveva ricoperto all'interno del mulino "Perché non abbiamo usato quello specchio al posto di questo immerso in un inferno bianco?!"
"Semplice mio caro Ingravallo" rispose Nicolò canzonando l'amico "Perché comparire proprio alla sede del Sangue di Drago in questi giorni non è proprio la migliore delle idee"
"Certo… Zarathustra potrebbe ancora voler sapere qualcosa riguardo la sconfitta del boss del quarantottesimo piano…" propose Riccardo pensieroso.
"Esattamente" confermò il bardo aprendo il proprio menu.
"Ed ora cosa stai facendo?" continuò a domandare la maga vedendo l'amico aprire l''inventario nella pagina degli accessori. Dopo un istante sul volto del ragazzo comparve la Maschera del folle e, nello status di lui, la barra della follia cominciò pian piano a riempirsi.
"Che cazzo fai!?" urlò a gran voce Camilla terrorizzata dalla ricomparsa di quell'oggetto che già le aveva sottratto Linton e che aveva rischiato di sottrarle anche Nicolò. Come lei anche gli altri ragazzi guardavano l'amico con il terrore dipinto sl volto non riuscendosi a spiegare il perché di quel gesto. Intanto Nicolò faceva vagare lo sguardo simile ad un corvo che alza lo sguardo verso il cielo e indica con il becco dei punti lontani.
"Guarda; è lì" disse Teresa comparsa accanto al ragazzo indicando un pilastro di luce verde "In bocca al lupo tesoro" e, prima che Nicolò si potesse togliere la maschera facendola svanire nel nulla, lei gli diede un bacio sulla guancia.
Il ragazzo guardò la maschera che ora teneva in mano e, mentre i suoi amici emettevano un sospiro di sollievo, lui sbuffò un semplice sospiro. 
"Cosa diavoli ti è saltato in mente?!" ricominciò ad urlare la maga.
"Eh?" fece il bardo confuso "Ah! Dici per la maschera? Beh non ho ancora individuato per bene dove si trova il dungeon in cui è rinchiuso l'Arconte e quindi devo utilizzare la Maschera per orientarmi" e mentre diceva questo la sua barra della follia svanì dopo essersi svuotata.
"Ah… E non c'è… Insomma, non c'è un altro modo per localizzare il dungeon?" chiese Camilla preoccupata per l'esito che avrebbe potuto avere quel continuo indossare la Maschera.
"Temo proprio di no" Sospirò Nicolò dopo aver riposto l'oggetto nel suo inventario "Comunque il dungeon si trova in questa direzione; seguitemi"
Così i ragazzi si avventurarono attraverso una fitta foresta in cui il nemico più pericoloso che si poteva incontrare era un lupo solitario che anche un giocatore di livello 12 sarebbe stato in grado di fronteggiare. Dopo una mezz'ora buona di cammino, Nicolò dovette ri-indossare la maschera per essere sicuro della strada e così accadde altre 3 volte, finché i cinque non giunsero davanti ad una roccia che ricordava un immenso smeraldo e sulla quale erano presenti cinque serrature poste una accanto all'altra.
"Questo è l'ingresso" disse Nicolò studiando la strana pietra.
"Ma servono delle chiavi!" esclamò Alessandro.
"Oggi le intuizioni brillanti le sprechiamo…" sospirò Lorenzo chinandosi sulla pietra accanto al bardo.
"Aspettate un attimo!" esclamò Camilla "Noah ha dato a me e a Ale una chiave che doveva essere utilizzata in un dungeon su questo piano! Potrebbe essere la chiave che serve ad aprire questo dungeon!" aggiunse mentre apriva il menu estraendone le chiave.
"E quando Noah vi avrebbe fatto questo regalo?" domandò Riccardo con la voce rotta dalla gelosia. Tutti i ragazzi in quel momento si voltarono a guardare il chierico incuriositi da quel modo di fare. Camilla probabilmente era la più sorpresa del gruppo e ciò giustificò anche la risposta timida che diede al ragazzo "Beh… Ce l'ha lasciata qualche mese fa… Dopo una missione che abbiamo svolto insieme…"
Sentendo l'aria farsi pian piano più pesante Lorenzò intervenì dicendo "Ebbene… Questa chiave speciale cosa dice?"
"Eh… Ah sì!" rispose Camilla riprendendosi dalla sua distrazione "La descrizione recita così:
Chiave di smeraldo;
questa chiave racchiude l'enigma che permette di accedere al dungeon speciale del piano 3.
Per provare a risolvere l'enigma inserite la chiave nella toppa centrale"
Direi che c'è poco da fare" e così dicendo la ragazza inserì la chiave nella toppa centrale.
Subito le altre quattro serrature iniziarono a disporsi intorno alla quinta formando così i vertici di un quadrato ed una scritta apparve sotto alla serratura centrale. La scritta diceva "Aprite le serrature secondo l'ordine corretto".
I ragazzi si guardarono confusi finché Riccardo non disse "Beh… Mi sembra un po' poco per risolvere l'enigma…"
"A meno che non ci siano altre indicazioni altrove" suggerì Lorenzo.
"Sì ma dove?" domandò il chierico guardandosi intorno.
"Beh abbiamo la pietra e la chiave e se l'indizio non è nella pietra…" Iniziò dire Nicolò.
"Sarà nella chiave!" concluse Lorenzo osservando la chiave. Sull'impugnatura di questa infatti era presente un piccolo decoro che raffigurava una specie di saetta con una freccia presente sul punto più basso.
"Tana!" esclamò Lorenzo.
"Allora lasceremo a Conan Doyle l'onore di risolvere l'enigma" disse il bardo sorridendo.
"Molto gentile" sorrise il monaco e così girò la chiave prima nella serratura in altro, poi in quella sulla destra, poi quella di sinistra ed infine quella in basso. Dopo che il ragazzo ebbe tolto la chiave dalla serratura la pietra inizia a mutare forma come se fosse stata una strana macchina e così rivelò delle scale smeraldine che proseguivano sottoterra.
"Beh…" disse Nicolò mentre switchava il bastone da pesseggio con la sua falce "Credo che sia il momento di partire!"

"Quindi voi non sapete assolutamente che fine ha fatto la gilda Vitriol?" domando in maniera abbastanza scocciata Zarathustra a Tempesta e Salazar.
"L'ha già detto Salazar e ora te lo ripeto anche io: ci hanno solo detto che partivano per una missione, non hanno aggiunto altro"  rispose sorridente il guerriero.
"Non è da loro andarsene senza dire nulla" commentò ad alta voce il nuovo generale.
"Ah lo so!" disse con fare falso-sorpreso il mago "Gabél e Hamlaf hanno sospeso le loro lezioni alla scuola e Symon ha affidato ad Antigone ogni sua mansione… Potrebbero stare via molto a lungo dati questi presupposti…"
Zarathustra guardò il mago con aria indispettita "… Per quanto riguarda Feril invece sapete qualcosa?"
"Il fuggiasco?" domandò Salazar "No, non sappiamo nulla"
"Quanto ci dovremmo fidare di voi?" domandò Kratos stanco dal modo di fare dei due giocatori.
"Siccome siete venuti voi a fare domande dovete fidarvi a priori di noi" rispose con la sua solita logica il mago zittendo sull'istante il paladino.
"Mpfui…" sbuffò Zarathustra alzandosi dal tavolo "Grazie per il tempo che ci avete concesso" e così dicendo si diresse fuori dalla stanza circolare seguito subito da Kratos. I due giocatori percorsero le vie della sede finché non uscirono all'aria aperta dove Ezio li stava aspettando.
"Allora?" domandò subito il ladro.
"Niente… Secondo me sanno qualcosa ma non hanno intenzione di dire nulla" rispose palesemente adirato Kratos.
"Ascolta Ezio voglio che tu e altri due giocatori andiate alla sede della Vitriol a cercare un qualche indizio. Kratos tu stanziati nella città più vicina a questo luogo e tieni d'occhio Tempesta e Salazar… Secondo me ci nascondono qualcosa" Ordinò in maniera categorica il nuovo generale.
Nel mentre Tempesta e Salazar stavano seguendo i movimenti dei tre da una finestra dopo essersi spostati in una stanza del secondo piano.
"Allora… Cosa han detto?" domandò Feril che era seduto su una sedia davanti ad uno scrittoio.
"Ci hanno chiesto se sapevamo qualcosa riguardo al boss sconfitto qualche giorno fa e poi ci han fatto delle domande riguardo gli altri" spiegò Tempesta mentre seguiva i tre giocatori allontanarsi dalla loro sede.
"Inizieranno a tenerci d'occhio…" disse Arcoas mentre carezzava la testa di Floren.
"Lo temo anche io… E converrà anche avvisare Orpheus e gli altri… credo che a giorni potrebbero fargli una bella sorpresa…" sospirò Salazar mentre apriva già l'elenco dei contatti e iniziava a scrivere un messaggio al bardo.
"Fermati Salazar!" lo interruppe prontamente Feril tenendogli fermo il braccio.
"Cosa c'è?" domandò lui sobbalzando.
"Se a Zarathustra dovesse venire l'idea di controllarvi le chat e trovasse dei messaggi inviati a Orpheus o agli altri membri della Vitriol non credi che potreste passare dei seri problemi?" osservò sapientemente Feril.
"Già… Hai ragione…" approvò il mago cancellando tutto quello che aveva già scritto "Ma allora come facciamo a metterli in guardia?"
Feril si limitò a ridere "Se conosco bene quell'insopportabile bardo avrà già pronto un piano per ogni evenienza del genere" così anche gli altri tre annuirono e tornarono alle loro faccende.

I componenti della gilda Vitriol percorsero le scale smeraldine nella più completa oscurità per poi venir accecati da un'improvvisa luce. Al termine di quelle scalinate si trovava un'immensa grotta scavata sottoterra all'interno della quale si era formata un'immensa foresta sopra alla quale una roccia bianca emanava un'intensa luce. Sembrava un'oasi primordiale, un mondo di pura natura. Quando i ragazzi iniziarono a muoversi all'interno di quel mondo con le loro facce sbalordite davanti a loro comparve il nome di quel luogo: "Boschetto di smeraldo"; era un nome che probabilmente alludeva al verde che regnava in quell'area ma quando gli amici si avvicinarono agli alberi capirono la realtà che si celava al di là di quel nome: le foglie degli alberi, i cespugli e persino alcuni ciuffetti d'erba erano dei veri e propri smeraldi di forme e di gradazioni di verde diverse.
"Ma se da qui ci portiamo a casa un albero diventiamo ricchi!" esclamò Alessandro cercando inutilmente di staccare una foglia dal primo albero al quale si era affiancato.
"Dubito che sia così facile" osservò Riccardo mentre analizzava un ciuffo di smeraldo.
In quello stesso momento, dal bosco, uscirono tre lupi dal pelo verde e che presentavano lungo la schiena una serie di aculei realizzati con lo stesso minerale che regnava per tutta quell'area.
"Cos'è? Il comitato di benvenuto?" rise Lorenzo mentre si metteva in posa pronto a combattere, così, non appena un lupo gli saltò addosso, il monaco lo atterrò sferrandogli in pieno ventre un pugno avvolto nelle fiamme. Gli altri due lupi vennero combattuti da Alessandro e Nicolò.
Lorenzo diede subito le spalle al lupo appena abbattuto "Bah! Questi nemici sono un po' troppo scarsetti…" ma nel momento stesso in cui il ragazzo ebbe concluso la frase venne azzannato ad una spalla dal feroce animale. 
"Brutto stronzo!" urlò il monaco sorpreso per l'attacco subito.
"Non prenderli sotto gamba!" urlò Nicolò all'amico mentre bloccava le fauci di un lupo con il bastone della sua falce.
"Sono più pericolosi di quello che sembrano!" aggiunse Alessandro mentre colpiva con un fendente discendente l'avversario proprio sul muso. 
Passò circa un minuto prima che i tre scontri si poterono risolvere e tutti e tre i giocatori riportarono qualche ferita; Riccardo subito si prese cura di tutti e così i ragazzi poterono ripartire. Esplorarono quel luogo in lungo e in largo incontrando i nemici più assurdi: enormi farfalle con le lei formate da gemme preziose, gorilla con mani e piedi di smeraldo ed infine degli pterodattili con il becco e le ali di minerali.
"Tutti questi nemici si stanno rivelando più tosti del previsto" osservò Camilla mentre beveva una pozione per ripristinarsi parte del manna.
"Beh Noah l'aveva detto" disse Alessandro rinfoderando l'ascia bipenne.
"Nico, sai quanto è distante da qui quello che stiamo cercando?" domandò Riccardo rivolgendosi al bardo.
"Ve lo dico subito" e dopo aver trafficato col suo inventario Nicolò indossò nuovamente la Maschera del Folle. Tutti lo guardarono sempre con la stessa preoccupazione che avevano poco prima.
"Manca poco" disse Teresa comparsa accanto al ragazzo "Altri duecento metri in quella direzione e ci siete"
Nicolò si tolse la maschera dal volto e ripeté ai compagni quello che gli aveva appena detto il riflesso di Teresa. Seguendo quelle indicazioni giunsero davanti ad un piccolo altare sul quale era poggiato un'oggetto.
"Deve essere lui!" esclamò Alessandro ma, in quel momento stesso, un enorme golem formato unicamente di grandi smeraldi si frappose tra i cinque ragazzi e l'altare.
"E lui deve essere il custode" osservò Lorenzo preparandosi a combattere come sempre. Fu uno scontro veramente duro, le armi sfregavano contro il minerale formando scintille di divezzo  colore mentre le fiamme di Lorenzo e la magia Arcana di Camilla si rifletteva sulla superficie lucida del nemico creando degli impressionanti giochi di luci; i pugni del nemico invece alzavano zolle di terreno, ribaltavano alberi e facevano indietreggiare i ragazzi nonostante le proprie difese. Lo scontro terminò senza particolari difficoltà, una volta abituatesi alla forza dei nemici i ragazzi sapevano quanto potevano "giocare" con loro.
"Maremma maiala!" esclamò a gran voce Lorenzo mentre si stendeva a terra.
"Già… Ormai saremo qui da circa tre ore…" osservò Alessandro dopo aver guardato uno degli orologi che gli aveva regalato Orias.
Riccardo si avvicinò all'altare e afferrò il ciondolo con il grande smeraldo che si trovava sopra all'altare.
"Di cosa si tratta?" domandò Camilla guardando il chierico.
"Si chiama "Cuore della Foresta" ed è…" ma il chierico interruppe subito il discorso quando comparve una notifica nel suo menu dei messaggi; lo aprì e, dopo aver letto il contenuto di questo, si rivolse a NIcolò e disse "Nico, è il momento"

Enzo si aggirava in maniera furtiva vicino alla sede della gilda Vitriol giungendo davanti alla porta di quest'ultima, sapeva che all'interno di essa non c'era nessuno e quindi iniziò a camminare con più sicurezza e nonchalance . Il ladro si avvicinò alla porta, estrasse il suo set da scassinatore dal suo menu ed iniziò a divertirsi con la serratura. Dopo qualche secondo la porta si aprì e Enzo iniziò a guardare all'interno della casa se poteva vedere qualcosa di sospetto.
"La prossima volta potresti almeno fare la cortesia di bussare" disse una voce poco avanti rispetto al ladro. Lui sobbalzò istantaneamente e dopo aver fatto vagare lo sguardo in qua e in là vide seduto sopra ad una poltrona Hamlaf con un libro in mano. Il monaco chiuse il libro e si alzò in piedi "Perché stai cercando di entrare in casa nostra?"
"Io… Pensavo… Voi…"iniziò a balbettare il ladro spiazzato da quella comparsa.
"Spero che non sia stata un'idea del generale questa effrazione" riprese Lorenzo con fare accusatorio. Ezio iniziò ad indietreggiare come se fosse stato sotto attacco.
"Direi che a questo punto parlerò direttamente con il generale domani e vedremo cosa farne di uno come te" e così dicendo il ragazzo si rimise a sedere, riprese in mano il libro e aggiunse "Ah, già… Ora che esci chiudi per bene la porta".
Ezio se ne andò con la coda tra le gambe chiudendo dietro a se la porta con un forte tonfo, procedette lungo il vialetto calciando via i sassolini finche uno di questi non colpì di striscio una grande tartaruga che fluttuava nel giardino e lo osservava. Ezio non ci fece troppo caso, uscì dal cancellato e provò a lasciarsi quella figura di merda alle spalle temendo per le conseguenze future.
   
 
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