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Autore: Shade Owl    20/03/2017    1 recensioni
In una città del nord del Montana vivono tre ragazzi delle superiori: Xander, gracile e anemico; Jo, appassionato di fumetti; Alis, secchiona e occhialuta.
Tre nullità da due soldi, buoni solo per gli scherzi e poco altro.
Tre nullità a cui il destino ha riservato una svolta totalmente inaspettata.
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per un’altra settimana il “Ragazzo che Faceva Paura”, come l’aveva soprannominato Jo, rimase lì al suo posto, imperterrito, a leggere il suo giornale. Era già lì quando Xander e i suoi amici arrivavano a scuola, ed era ancora lì mentre se ne andavano, proprio come aveva detto Nadine, e nonostante passasse tutto il suo tempo in quel punto non sembrava intenzionato a fare amicizia con nessuno: chiunque gli rivolgesse la parola veniva beatamente ignorato, mandato al diavolo o allontanato, spesso anche di malagrazia. I ragazzi più grandi, gli stessi che solitamente sfottevano Xander, cominciavano ad irritarsi per l’atteggiamento di superiorità di quello strano tipo, e sempre più di frequente li si poteva sentire scambiarsi sussurri inviperiti su di lui.
Loro tre si tennero bene al largo da tutto questo, già abbastanza impegnati a starsene fuori dai guai senza il bisogno di immischiarsi in faccende a cui erano estranei. Inoltre, da quando quel silenzioso lettore di giornali aveva cominciato a farsi vedere, le prese in giro erano diminuite: i ragazzi della squadra di football erano troppo impegnati ad avercela con lui per badare a loro. Questo poteva essere considerato solamente come un netto miglioramento, che lo rese stranamente più simpatico, anche se non meno strano o, per certi versi, inquietante.
Poi, un giorno, accadde qualcosa di totalmente inaspettato che dimostrò loro come, assurdamente, la più stupida delle idee possa dar vita a qualcosa di molto più grande.
Era una giornata grigia e fredda, di autunno inoltrato tendente all’inverno, una di quelle giornate che fanno rimpiangere il caldo e le zanzare dell’estate (okay, forse le zanzare no), specialmente in uno stato del nord come il loro, dove la temperatura scendeva parecchio, avviandosi verso novembre. Xander, Jo ed Alis, come ogni mattina, stavano entrando a scuola, gettando un’occhiata di sbieco al Ragazzo che Faceva Paura, il quale non aveva ancora cambiato il suo abbigliamento, apparentemente immune al freddo incipiente, e passando per raggiungere il portone sentirono uno stralcio di conversazione provenire da un piccolo gruppetto di studenti poco lontano da loro:
- … alla prossima gli spacco la faccia… magari così la pianta di insultare…-
Xander gettò loro un'occhiata di sbieco, sentendo una strana fitta nel petto: forse era preoccupazione, ma non ne era sicuro.
- Mi sono proprio rotto…- sbuffò uno dei ragazzi di quel gruppo - Questa volta sul serio… lo faccio nero…-
- Sì, anche io… oggi?-
- Sì… dopo la scuola, che non c’è nessuno…-
Stavano progettando di aggredirlo, era evidente. Si erano stancati di sentirsi trattare male e di vederlo lì, e volevano fargliela pagare.
Si impose di ignorare la questione, non essendo affari suoi, ma qualcosa, nel fondo della sua mente, gli disse che non sarebbe stato giusto. In fondo, almeno involontariamente, quel tipo lo stava aiutando.
Si fermò a poca distanza dal gruppo di ragazzi, sentendosi un po' stupido, e si schiarì la voce.
- Scusate?- disse.
Nessuno lo degnò di attenzione.
- Ragazzi!- insisté - Sentite, lo so che non sono affari miei, ma… non fa nulla di male. Basta che lo ignoriate, no?-
Alle sue spalle sentì Jo ed Alis gemere, mentre il branco gli rivolgeva finalmente un po' di attenzione.
- Scusa, Vampiro… stai parlando con noi?- chiese uno dei ragazzi, suscitando qualche risatina.
Si chiamava Thomas Bull, ed era il capitano della squadra di football. Grosso, alto e stupido, fin dal primissimo giorno in cui si erano conosciuti aveva deciso che ficcargli la testa nel water fosse un gran divertimento. Inutile dire che non erano proprio amici.
Era il classico adolescente pompato, dai capelli castani tenuti su col gel. Aveva le spalle larghe, il petto massiccio, e nonostante avesse solo sedici anni raggiungeva già il metro e settanta. Era alto, grosso, non bellissimo ma sicuro di sé, che a scuola rappresentava l'aspetto più importante. Sopra i vestiti portava la giacca coi colori della squadra.
Mentre il suo sguardo color fango lo squadrava, Xander si sentì venire meno: non aveva intenzione di farlo arrabbiare, ma una parte di lui non voleva nemmeno lasciare che se la prendesse con una persona che nemmeno conosceva.
- È solo che mi sembra inutile prendersela così.- si giustificò, scegliendo con cura le parole - Non capisco proprio che fastidio vi possa dare: sta solo leggendo, non mi pare una cosa grave. E poi è un totale estraneo, probabilmente presto se ne andrà. Non ne vale la pena, no?-
Bull scosse la testa.
- Non pretendo che una nullità come te possa capire, ma non possiamo lasciare che un estraneo ci tratti con un atteggiamento così arrogante per poi fargliela passare liscia.- spiegò - Se non ha il coraggio di parlarci…-
- Tu parli di coraggio, ma volete affrontarlo in…- contò velocemente - … dieci contro uno? Proprio una grande audacia, mi sembra.-
Le parole gli erano uscite di bocca prima che potesse rendersi conto di cosa stava effettivamente dicendo. In un'altra situazione non le avrebbe mai pronunciate, e anzi si sarebbe totalmente estraniato dalla conversazione, come sempre faceva.
Tuttavia, l'impeto di rabbia che lo aveva colto era stato tanto breve e intenso quanto improvviso e inatteso. Di conseguenza, prima di poter erigere le sue solite difese, si era ritrovato a dire qualcosa di veramente molto stupido.
Immediatamente Bull si avvicinò a lui con gli occhi che mandavano lampi, afferrandolo per la giacca prima che lui potesse scappare via, facendogli cadere lo zaino e rovesciando i libri a terra.
Alle sue spalle Alis trattenne rumorosamente il respiro e Jo si fece avanti per dare manforte all’amico, imitato però dai compagni di Bull. La rissa era sul punto di scoppiare, e le possibilità non erano a loro favore. In quel preciso momento, per fortuna, risuonò la voce di Nadine:
- Che sta succedendo, qui?-
Era scarmigliata, e teneva lo zaino solo per una spallina, la giacca che le stava scivolando di dosso: si era certamente precipitata lì non appena si era accorta di quanto stava per accadere, attraversando di gran carriera la strada per fermare sul nascere la catastrofe.
Tutti si immobilizzarono per un istante: era risaputo che Bull aveva una cotta per lei da anni (nonostante i suoi continui rifiuti).
Forse sono salvo… Pensò Xander.
Bull ebbe un'altra breve esitazione, come se stesse riflettendo intensamente. Alla fine si sciolse in un sorriso fasullo.
- Niente.- rispose con disinvoltura, lasciando stare Xander - Stavamo solo parlando.-
- Ceeeerto…- mormorò Nadine, sarcastica - E immagino che avessi afferrato Xander solo per essere sicuro che ti sentisse bene, vero?-
- Gli stavo chiedendo di portarti un messaggio.- si giustificò, scrollando le spalle - Sabato sera, a Morning Hill. Tu e io. E non puoi dirmi di no.-
- Ma pensa, è proprio la risposta che volevo darti, invece…- sbuffò Nadine, spingendolo verso l'ingresso.
Mentre la ragazza lo oltrepassava, Xander si chinò a recuperare i libri, subito aiutato da Alis e Jo..
- Grazie.- mormorò, rivolto a Nadine.
Lei non gli rispose, entrando a scuola. Mentre si rialzava per seguirla, Xander vide qualcosa che lo costrinse a girarsi di nuovo: il Ragazzo che Faceva Paura non aveva solo alzato gli occhi dal giornale, ma si era anche staccato dalla moto. In quel momento era ben ritto in piedi, e stava guardando fisso fisso Xander, con uno sguardo talmente penetrante che sembrava passarlo da parte a parte.

Jo sbadigliò sonoramente.
- Che stanchezza…- borbottò - Ho proprio voglia di farmi una bella dormita…-
- Domani abbiamo biologia.- gli ricordò svogliatamente Xander - E se non passiamo il test ci giochiamo il corso.-
- Speriamo di no!- esclamò Alis, assumendo un’aria terrorizzata - Tremo a quello che mi farebbero i miei se dovessi ripetere l’anno!-
- A te?- sbuffò lui - Ma se sei l'unica che non frequenta mai i corsi estivi! Pensa a quello che faranno a noi!- scosse la testa - A sentire i miei genitori, la fotosintesi clorofilliana mi condizionerà tutta l’esistenza…-
- Già.- concordò Xander - Certe volte la scuola è proprio una…-
Purtroppo, i suoi amici non seppero mai cosa fosse la scuola: mentre metteva un piede sulle strisce pedonali per attraversare, uno scooter gli passò davanti con la velocità di un fulmine, evitando di travolgerlo solo per un pelo.
- EHI!- gridò, incespicando indietro, mentre Jo ed Alis si affrettavano ad aiutarlo.
Il veicolo frenò sgommando e tornò indietro, facendo un’inversione ad U che lasciò i segni delle ruote sull’asfalto, mentre altri quattro o cinque centauri lo raggiungevano. Sul suo casco c’era un adesivo a forma di testa di toro.
- Bull…- brontolò Xander, rialzandosi - E ti pareva…-
Non sembrava che fosse capitato lì solo per una toccata e fuga, perché non appena fu tornato indietro spense il motore e si tolse il casco, avvicinandosi a piedi al trio. In giro c’erano ormai soltanto pochi ragazzi che si erano attardati dopo la fine delle lezioni, ma non ci volle tanto per vederli sparire: nessuno prendeva mai le loro difese.
La giungla selezionava solo i più forti.
Bull, rabbioso e ringhioso come quella mattina, si mise di fronte a Xander, così vicino che quasi lo spingeva con il vasto petto, a cui Xander faticava ad arrivare. Vedendosi davanti quella montagna di muscoli il ragazzo sentì le gambe chiedere a gran voce di essere usate per scappare immediatamente, ma non riuscì a muoverle. Quasi gli venne il torcicollo per restituire l’occhiata che l’altro gli lanciava.
- Oggi ti sei salvato per un pelo, sai?- disse Bull, guardandolo dall’alto in basso - Piccolo verme… Ora ti insegno io a fare l’arrogante con me…-
Xander sentì odore di alcool nel suo alito: doveva aver passato le ultime ore in qualche anfratto a bere birra e a lamentarsi di qualcosa.
- Bull, io…-
Non fece in tempo a finire la frase, incassando di malagrazia un pugno dritto sullo zigomo che gli accese tante lucine davanti agli occhi e lo mandò lungo disteso sul marciapiede.
Visse la caduta come al rallentatore, sentendo a malapena il grido di Alis e le proteste furiose di Jo, mentre il dolore arrivava lentamente al cervello, lasciandolo piuttosto intontito.
Toccò il suolo con una pesantezza sproporzionata alla velocità di caduta, o almeno così gli parve. Senza lasciargli il tempo di riprendersi completamente, Bull lo afferrò per il colletto e lo trasse in piedi.
- Hai capito che non devi immischiarti in cose che non ti riguardano, sgorbio?-
- S… sì.- borbottò - Sì, ho capito, Bull! Io…-
- Tu sei in un mare di guai, nanerottolo!-
- Bull, mollalo!- protestò Jo, mentre due dei suoi grossi amici lo spintonavano indietro con Alis.
Il ragazzo fece un sorrisetto malefico, ignorandolo.
- E ora cosa farai?- chiese, serrando le nocche per colpirlo di nuovo - Adesso non c’è Nadine a proteggerti, o sbaglio?-
- No.- disse una voce aspra e ostile, mentre una mano afferrava il polso di Bull - Però ci sono io.-
I due si voltarono: il Ragazzo che Faceva Paura era intervenuto.

Scusate il ritardo, sono tornato stanotte all'una e ho passato la giornata al lavoro.
Ringrazio NemoTheNameless, Easter_huit, NEON GENESIS KURAMA ed Elgul1, che mi stanno seguendo, e do un bentornata anche a Kira16, che a sua volta conosce molto bene Sangue di Demone e ha cominciato a seguirla un'altra volta.
A presto!

 

   
 
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