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Autore: kounchan    23/03/2017    0 recensioni
Allora ragazzi miei, girovagando su internet e leggendo alcune citazioni é partita l'idea.
Voi mi date una citazione e una coppia, poi io ci scrivo su una storia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era in un piccolo bar sulla strada di casa a godersi una cioccolata calda in quella fredda giornata di gennaio.
Aveva i capelli legati in una coda alta e un cappotto rosso che copriva il vestito arancione che aveva indossato quel giorno, per quell'avvenimento speciale, che alla fine si era rivelato un fiasco.
Un ragazzo l’aveva invitata a uscire, elogiando la sua bellezza semplice e pura, ma si era rivelato un maschilista egocentrico, che pensava solo al denaro e alla fama.
Non era neanche male come aspetto, alto, i capelli biondo cenere e gli occhi verdi come i prati estivi, si chiamava Greg, ed era un imprenditore di successo. Si erano incontrati durante una missione, lui era il mandante e lei era andata insieme al team shadow gear ad aiutarlo per ritrovare un prezioso oggetto, misteriosamente sparito. Dopo la missione e dopo avergli dato la loro ricompensa, il giovane imorenditore l’aveva fermata e le aveva porto un mazzo di rose rosse, invitandola ad uscire a cena assieme. Lei, tutta contenta, aveva accettato.
Erano usciti assieme qualche giorno dopo, quando lui era andato a Magnolia per affari e ne aveva approfittato per una cena galante in un ristorante di lusso con la giovane maga dai capelli turchesi.
L'aveva coperta di complimenti ed era stato un vero gentiluomo, almeno finché il cameriere ancora inesperto gli aveva fatto cadere addosso un vassoio colmo di pietanze, macchiandogli l’abito elegante; allora si era messo a sbraitare contro il poveretto, gridando che quel completo gli era costato un occhio della testa e non aveva intenzione di pagare il conto di una tintoria per togliere quelle macchie dalla camicia bianca e dai pantaloni scuri. Inoltre aveva preteso che il proprietario del ristorante gli pagasse l’intera somma del vestito e che gli desse qualcosa di decente da indossare, perché in giro così non poteva certo andare.
Dopo questo, Levi si era alzata ed era andata alla cassa, pagando il conto e uscendo in fretta, senza che lui neanche si accorgesse della sua assenza.
E ora era lì, seduta in quel bar, ancora vestita in modo elegante, a sorseggiare la sua cioccolata, guardando i fiocchi di neve cadere. 
Finita la cioccolata, si alzò dal tavolo, lasciando i soldi sotto la tazza e uscendo fuori, sotto i candidi fiocchetti, sempre più numerosi.
Tornò al dormitorio e si svestí, indossando qualcosa di comodo e mettendosi a leggere uno dei suoi tomi appassionanti.
Lesse fino a notte fonda, quando si addormentò con la luce accesa, sdraiata sul davanzale.
Il giorno dopo tornó in gilda e salutó tutti calorosamente, come sempre, avvicinandosi al suo solito tavolo.
Sobbalzó quando notó che anche qualcun altro era seduto lí.
Si avvicinò per vedere meglio chi fosse e venne colta da una certa dose di rabbia quando capí che seduto al tavolo, ad aspettare lei probabilmente, c'era Greg.
<< Levy-chan, lo conosci? È venuto qui e ha chiesto di te, farneticando su qualcosa che doveva farsi perdonare, così l'ho fatto sedere lí e gli ho detto di aspettarti…mi sembrava parecchio agitato >> le disse Mira, passando con un vassoio dietro di lei.
Annuì e le sorrise, come a dirle “Va bene, grazie”.
Prese un grosso respiro e si avvicinò, magari voleva davvero scusarsi…d'altronde non avevano avuto modo di parlare molto e c'erano molte possibilità che fosse solo nervoso.
Si sedette davanti a lui, posando la borsa sulla panca.
<< Oh, Levy, mi dispiace per il mio comportamento increscioso di ieri, non so cosa mi sia preso, quello non ero io…spero potrai perdonarmi >> le disse, tutto d'un fiato.
 
<< Cosa ti è preso? Lasciarmi andare via a quel modo…non te ne sei neppure accorto! >> fece lei, un po’ arrabbiata, ma alla fine contenta, perché era andato  a scusarsi.
<< Lo so, mi spiace! Ma ero nervoso perché avevo appuntamento con una delle più belle creature mai viste su questo pianeta… >> rispose, enfatizzando le ultime parole.
Levy arrossì, sorridendo leggermente.
Lui le pose una mano sulla sua, che era appoggiata al tavolo.
<< Sei così carina quando arrossisci… >> mormorò, con un sorriso dolce.
E allora la giovane fata si sciolse. Era così simile ai personaggi dei libri che amava leggere. Quasi perfetto.
Lui era un principe e lei una serva, e quella poteva essere la storia d'amore tra un ricco e una povera, come uno di quei tomi che aveva letto da bambina.
 
Intanto, mentre i due parlavano dolcemente, in un tavolo non troppo lontano, era seduto un certo dragon slayer che sgranocchiava dei bulloni, guardando i due con un misto di nervosismo e curiosità.
<< Ohi, Mira. Chi è quello che parla con il gamberetto? >> chiese alla diavolessa, fermandola con una mano.
<< Oh, un certo Greg…è venuto qui chiedendo di lei…ha detto che voleva scusarsi con Levy-chan per qualcosa >> rispose, sorridendo come sempre.
Gajil strinse spasmodicamente il contenitore dei bulloni, ringhiando sommessamente.
Come si permetteva di parlare con il gamberetto? E di toccarle anche una mano!
Sentì Mira ridacchiare e allontanarsi.
Si alzò in modo brusco dalla panca e uscì con passi pesanti dalla gilda, dopo aver preso una missione casuale.
 
 
<< Vogliamo uscire? Questa volta andrà meglio, promesso >> disse Greg, dopo essersi alzato e aver porto la mano a Levy.
Lei gli sorrise e afferrò la mano, alzandosi.
Uscirono insieme, sfiorandosi le spalle di tanto in tanto.
<< Hai fatto colazione? >>
<< No…infatti ho un certo languorino >> rispose la ragazza.
<< Bene >>
La accompagnò in un piccolo e grazioso bar nella via principale di Mangolia.
<< Volete ordinare? >> chiese la cameriera, avvicinandosi al tavolo con un taccuino e una penna.
<< Si, certo. Due cioccolate calde e due brioches >> disse il ragazzo, sorridendo affabile a Levy.
<< Allora? Parlami un po’ di te…ti va? >>  le chiese Greg.
Passarono il resto della mattinata così, tra una chiacchiera a l'altra. 
Levy scoprì che la sua compagnia era veramente piacevole e, quando uscirono al parco e si sedettero su una panchina, iniziando a parlare di libri, una passione comune, Levy si convinse che avrebbe voluto continuare a uscirci, e magari, dopo qualche tempo, arrivare a qualcosa in più.
Ma un avvenimento la dissuase da questi pensieri.
Dopo aver passato una splendida mattinata e dopo un buon pranzo in un ristorantino elegante, mentre la riaccompagnava alla gilda, un gruppetto di ragazzi li avevi bloccati, chiedendo a Greg il portafoglio.
Questo, inizialmente, si era opposto, frapponendosi fra loro e Levy.
Ma quando i delinquenti avevano tirato fuori un coltello, Greg era fuggito, lasciando la ragazza sola…di nuovo.
Per lei non fu difficile liberarsi di quei tizi con la sua magia, ma la rabbia crebbe in lei, che tornó in gilda sbattendo il portone, infuriata.
<< Levy-chan? >> fece, avvicinandosi alla giovane scripter, Mira.
<< Lo odio! Lo ODIO! >> fece, nervosa, stringendo i piccoli pugni.
<< Chi odi? >> chiese dolcemente la cameriera.
<< Greg! Lo odio! Mi ha lasciata sola di nuovo! Eppure sembrava cosi dolce e forte e…ed era così carino e mi diceva così tante cose belle… >> mormorò alla fine.
<< Sai, Levy…a volte chi dice tanto, fa poco… >>
<< Eeeh…lo so…o almeno, l'ho scoperto >> 
<< Eppure, chi dice poco, fa tanto >> disse ancora l’albina.
<< Cosa intendi? >>
<< Non t’ama chi amor ti dice, ma t’ama chi guarda e tace >>
La ragazza guardò la diavolessa stranita, piegando leggermente il capo di lato, mossa che le permise di vedere, in un tavolo non lontano, Asuka con i suoi genitori, Alzak e Bisca.
Si divertivano, giocavano assieme e ridevano, ridevano tanto.
Levy non poté fare a meno di pensare che quella coppia, anzi, quella famiglia, fosse perfetta.
E provó un po’ d'invidia. Un giorno anche lei avrebbe voluto una famiglia e dei figli e un marito amorevole e gentile, che l’amasse tanto, davvero.
Non voleva qualcuno che fosse solo parole dolci, ma niente di concreto, anzi, forse avrebbe preferito qualcuno che non le diceva spesso di amarla, ma glielo faceva capire a piccoli gesti.
Con questi pensieri in testa, uscì dalla gilda, tornando al dormitorio.
Era sovrappensiero, quando una banda di tizi le si paró davanti, bloccandole il passaggio.
Non poté fare a meno di notare che fossero gli stessi ridi di quel pomeriggio, stavolta armati di mazze e spranghe di ferro.
Si avvicinarono minacciosamente e lei indietreggiò.
Doveva pensare in fretta, ma il suo cervello in quel momento era paralizzato, le ricordava una scena già accaduta.
Il primo giovane con una mazza, caricò il colpo, alzando la mazza sopra la sua testa.
Lei chiuse gli occhi, aspettando il colpo e il dolore, ma invece sentì il rumore di un pezzo di legno che si spezza una volta colpita una sbarra di ferro.
Aprì gli occhi e vide una schiena possente, fasciata da un mantello nero.
<< Cos'è, il damerino ti ha già mollata? >> fece la voce gutturale e ringhiante di Gajil.
Lei abbassò lo sguardo, mormorando un sì poco convinto.
<< E voi? Attaccate un gamberetto indifeso? >> ringhiò, colpendoli uno ad uno e finendo ben presto il lavoro.
Fece tornare la mano normale e si spolverò il mantello.
<< Stai bene, gamberetto? >> le chiese, quasi dolcemente, porgendole la mano.
<< Sí, sto bene >> rispose lei, un po’ frastornata.
<< Ora torniamo al tuo dormitorio, ok? >>
<< Ma tu non puoi entrare! >>
<< E chi ha detto che sarei entrato? >> rispose lui, con un ghigno sul volto.
La ragazza arrossì violentemente.
<< Non è che sei tu che vuoi che io entri? >> fece, malizioso, avvicinandosi al suo viso e schiacciandola contro il muro.
<< S-stupido Gajil…se-sei troppo vi-vicino… >> balbettò la turchina, abbassando gli occhi a terra.
Il ragazzo si allontanó, girandole le spalle.
<< Allora? Hai intenzione di startene lí ed essere attaccata di nuovo? >> le disse, un po’ sgarbato.
<< N-no… >> mormorò, sorridendo con lo sguardo ancora basso.
“ Non t’ama chi amor ti dice, ma t’ama chi guarda e tace “ 
Forse aveva capito.
 
Angolo autrice:
Ok, penso sia il capitolo più lungo che io abbia mai scritto, ma questa citazione mi piaceva parecchio.
Ora, la storia è un po’ banale, ma a me piaceva così…
Sta di fatto che a breve revisionerò tutti i capitoli, aggiungendo all'inizio la citazione e la fonte della stessa.
Eee…niente, ringrazio tutti per le recensioni e per aver letto la storia (il primo capitolo è arrivato a quota mille!!! )
E basta, ciao a tutti, bacionissimi, kounchan 🐱
P.s.: Mi scuso se il capitolo é tutto attaccato, ma ho pubblicato dal telefono...prossimamente lo aggiusterò, promesso.
   
 
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