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Autore: Francy_Kid    24/03/2017    4 recensioni
Chat Noir, la Belva Nera, un ragazzo che ha il potere di distruggere tutto ciò che tocca: una maledizione che lo vede essere temuto da tutti. Solo una ragazza, Marinette, sarà in grado di conoscerlo meglio e capirlo.
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•MariChat•
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INIZIATA: 9 Marzo 2017
CONPLETATA: 20 Marzo 2018
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Maestro Fu, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Cap. 3



La mattina era sempre traumatizzante per Marinette.

Siccome il pomeriggio precedente aveva creato una decina di schizzi basati sull'ibisco, la sera dopo cena –creare e liberare la mente le fece riacquistare l'appetito– l'aveva passata a sistemare le sue creazioni, decidendo quale abito avrebbe riportato su manichino e quale sarebbe rimasto per sempre su carta.

Rimase in piedi fino alle due del mattino, finché crollò sulla scrivania, svegliata dal suono della sveglia del cellulare, ritrovandosi con un foglio appiccicato sulla guancia, i capelli spettinati e due occhiaie scure sotto gli occhi.

Era davvero uno straccio, pensò mentre si guardava alla toilette che aveva in camera.

Era troppo tardi per farsi una doccia, così, dopo aver preparato i vestiti sulla chaise longue, si fiondò in bagno per darsi una sciacquata veloce, uscendo soltanto dopo cinque minuti per tornare in camera –vestita dal suo accappatoio rosso– a prepararsi per la scuola.

Per sua fortuna i capelli erano ancora puliti, siccome se li era lavati prima di andare a cenare la sera precedente, e quella mattina doveva soltanto riprendersi un po' dalla stanchezza che la richiamava verso il letto o qualunque altra superficie morbida disponibile.

O almeno, provare a non addormentarsi in classe. Ancora.

La ragazza si pettinò in due minuti, raccogliendo i capelli nel suo solito paio di codini bassi; si mise un filo di eye-liner nero sulla palpebra, un po' di mascara alle ciglia e un correttore chiaro per le occhiaie.

Solitamente non lo usava, ma non le piaceva andare in giro con due sacchi della spesa sotto agli occhi!

Vestitasi con un paio di blue jeans ed una t-shirt nera, recuperò una felpa grigia, che si legò attorno alla vita, pronta da indossare in caso avesse avuto freddo, ed un paio di Converse totalmente nere.

Chiusa la botola che collegava il salotto con camera sua, scese le scale e girò verso la cucina, notando un foglietto scritto da sua madre:

"Cari Tom e Marinette,
Purtroppo sono stata chiamata stanotte per un'emergenza al lavoro e sono dovuta correre in ospedale. Tornerò stasera tardi, forse. Non aspettatemi per cena.
Sabine♡"

La corvina, mentre leggeva, si versò un bicchiere di latte fresco e prese un croissant alla marmellata di albicocche che suo padre aveva portato dal negozio solo per lei.

La mattina era parecchio difficile fare colazione tutti assieme: sua madre, Sabine Cheng, era un chirurgo a l'Hôpital Saint-Louis, a qualche chilometro di distanza da casa loro; mentre suo padre, Tom Dupain, era uno dei più rinomati pasticceri di Parigi e lavorava nella boulangerie sotto casa.

E, ovviamente, chi non poteva nascere tra un pasticcere ed un chirurgo se non una ragazza sbadata amante della moda?

Certo, in cucina era abbastanza brava, poiché Tom le aveva insegnato parecchio, e di medicina sapeva soprattutto come curarsi durante un'influenza o cosa bisognava fare in caso di qualche incidente grazie alla madre, ma lei stessa si definiva "un ibrido mal riuscito di due geni", per poi pensare che anche lei, a modo suo, era un genio.

Un genio del ritardo, soprattutto.

Guardando l'orario sul cellulare, finì alla veloce di bere il suo bicchiere di latte, rischiando che le andasse di traverso, per poi prendere il suo zaino di scuola, chiudere la porta di casa e correre giù per le scale, entrando nel negozio dove suo padre stava lavorando.

«Buongiorno papà.» disse, alzandosi sulle punte dei piedi per dargli un bacio sulla guancia. «Ci vediamo oggi, papà.» 
«Comportati bene a scuola.» sorrise l'uomo, guardando la corvina correre verso l'uscita del negozio mentre gli diede una risposta affermativa.

La ragazza attraversò la strada proprio nel mentre che la campanella di inizio lezione suonò, facendole fare uno scatto felino fino alla porta della sua classe.

Marinette si fermò di scatto non appena varcò la soglia, piegando le gambe e tenendo le mani sulle cosce mentre prendeva fiato, cercando di ignorare i muscoli che bruciavano per lo sforzo ed i polmoni che sembravano esplodere.

«Amica, se sei così dopo una corsa di poche centinaia di metri allora dovresti fare un po' di sport.» la schernì la mora seduta in seconda fila, guardandola con un sorriso divertito.
«Guarda che io esco a correre qualche volta...» respirò, prendendo la cartella dalle spalle e camminando al suo posto, esattamente accanto alla ragazza.
«Quante volte? Due, tre al mese?»
«Alya, fammi riprendere fiato, poi ti rispondo.»

Alya era la sua migliore amica, colei sempre pronta ad aiutarla ed a sostenerla, ma non perdeva mai occasione di prenderla in giro –ovviamente in modo scherzoso–

«Mari, c'è una cosa che mi sono sempre chiesto da quando ci conosciamo: –disse il ragazzo seduto nel banco davanti a loro– come diamine fai ad arrivare in ritardo se abiti dall'altra parte della strada?!»

Nino era il suo migliore amico maschio, colui sempre pronto ad aiutarla ed a sostenerla, ma non perdeva mai occasione di prenderla in giro.

Diciamo che era la versione maschile di Alya e con meno interesse per gli scoop.

D'altronde, i migliori amici se li era scelti lei, pensò sospirando.

«Mi sono svegliata tardi.» rispose lei, prendendo il tablet che tutti usavano come quaderno e libro di testo.
«Fammi indovinare. Sei rimasta alzata fino alle due del mattino solo per sistemare dei tuoi schizzi.» disse la mora, sistemandosi gli occhiali sul naso come un detective che aveva appena risolto un mistero.
Marinette sorrise. «Ormai mi conoscete troppo bene, voi due.»

La loro conversazione fu interrotta dalla professoressa Bustier, scusandosi per il ritardo e aprendo il registro per fare l'appello.

Da quando la professoressa iniziò a spiegare la nascita del nazismo, la mente di Marinette tornò sulla figura di Chat Noir.

Non sapeva il perché, ma aveva trovato il suo comportamento parecchio strano: la Belva Nera incuriosita da una normalissima ragazza di diciotto anni.

Più ci pensava più credeva che Chat Noir non fosse poi così tanto pericoloso.

 

—•—•—

 

Alya fissò la sua migliore amica mentre dava tutta la sua attenzione allo schermo dal cellulare.

Dopo il suono dalla campanella dell'intervallo, la corvina prese in mano il telefono e digitò qualcosa, perdendosi tra le righe che, a quanto pareva, erano parecchio più interessanti che parlare con i suoi due migliori amici.

«Ora con cosa è fissata?» domandò Nino, per poi bere il succo che aveva portato da casa.
«Non ne ho la minima idea. E non voglio nemmeno entrare nella sua mente perversa.» rispose Alya, alzando la voce quel tanto che bastava da farsi sentire dalla corvina, che la ignorò.
«L'ultima volta che fece così fu dalla strana scomparsa della famiglia Agreste.»

Gabriel Agreste era un famoso stilista, che Marinette ammirava molto e stimava, mentre il figlio, Adrien, era il modello principale della casa di moda, divenuto famoso per la sua bellezza.

Circa un anno fa, però, entrambi sparirono dalla faccia della terra, facendo perdere le loro tracce; tutta la città fu in lutto per giorni e la loro villa divenne l'unico ricordo che i parigini ebbero di loro, oltre che i disegni dello stilista e gli scatti del modello, finché, dopo un paio di giorni, apparve Chat Noir: un ragazzo che vagava per Parigi e distruggeva tutto ciò che toccava.

Al suo passaggio si sentiva come i versi di un gatto e, coloro che l'ebbero visto alla luce del sole dicevano che era esattamente come un felino, occhi, coda e orecchie comprese.

Un felino parecchio arrabbiato e pericoloso.

La tristezza per il lutto venne sostituita dal terrore; tutti i cittadini avevano paura a camminare per le strade, soprattutto di notte: non era la prima volta che ci furono aggressioni –per fortuna senza morti– da quello che sembrava essere un animale selvaggio, e tutti continuavano a descriverlo come una belva dagli artigli affilati come coltelli, denti aguzzi e rivestito da una pelliccia nera.

Fu così che, assieme al nome Chat Noir, gli venne dato il nome di Belva Nera.

Alya le tolse il cellulare dalla mano, sorprendendo la corvina.

«Ehi!» esclamò lei, allungandosi per riprenderlo, non riuscendoci.
«Mari, non so che ti prende, ma io e Nino non siamo spariti all'improvviso.» rispose lei, guardando il motivo per cui l'amica era poi tanto presa. «Da quando in qua ti interessa così tanto Chat Noir?»

Marinette si riprese il cellulare, spostando lo sguardo su Nino non appena lo sentì tossire perché gli era andato di traverso il succo; il nome Chat Noir spaventava tutti, tutti tranne Alya: lei era parecchio interessata alla storia che riguardava la Belva Nera, anche se aveva fatto ricerche prendendole dai giornali e senza mai seguirlo per le vie parigine.

Non era una stupida, diceva lei per rispondere alle domande postele sul perché non avesse fatto come altre persone, cioè seguire la Belva fino al suo nascondiglio –ancora del tutto sconosciuto ai parigini–

«Ero solo curiosa, tutto qui.» rispose Marinette, premendo il tasto di blocco del cellulare e poggiandolo nella sua borsa per terra accanto a lei.
«Spero che la tua curiosità sparisca subito: Chat Noir è capace di ucciderti. È un vero e proprio mostro.» commentò Nino mentre si puliva le gocce di succo che colavano dal mento.

La corvina rimase in silenzio, decisa di non portare avanti il discorso.

Sapeva cosa pensavano i suoi amici riguardo al ragazzo che terrorizzava Parigi, così decise di continuare la sua ricerca a casa.

 

—•—•—

 

"Distrutte strade e case a Centre Pompidou. L'origine sembra essere dolosa, ma non si era mai visto nulla di simile."

"Villa Agreste in rovina. Alcuni cittadini hanno visto Chat Noir entrare ed uscire dalla casa ora in stato di abbandono."

"Parigi sotto attacco: Chat Noir distrugge strade e case della città."

"Il sindaco Bourgeois: «Dobbiamo catturare la Belva Nera.»"

Marinette fissò lo schermo del pc senza parole; era da ore che stava leggendo i giornali locali su Chat Noir e tutti dicevano la stessa cosa: che era un pericolo per tutti i cittadini.

Molte persone, già dopo la sua seconda apparizione, si trasferirono in un'altra regione dai propri parenti per scappare dalla Belva Nera, mentre gli altri rimasti venivano nel terrore, ma nessuno aveva fatto nulla per fermarlo: si erano limitati a riparare le strade distrutte ed a ricostruire le case crollate.

Tutti avevano paura di lui.

Eppure, sebbene avesse visto anche lei di cos'era capace Chat Noir, non riusciva a togliersi dalla testa il fatto che l'avesse salvata.

Presa da un improvviso senso di rabbia, chiuse tutte le schede di internet, spegnendo lo schermo e salendo sull'attico, desiderando solo prendere un po' d'aria.

Appena salì, si poggiò alla ringhiera, guardando il sole che tramontava in lontananza; rimase in quella posizione per qualche minuto, quando si sentì la presenza di una persona alle sue spalle.

Spostando lo sguardo su un vaso che aveva appeso alla ringhiera, notò subito lo spruzzino che usava per dare da bere ai fiori, prendendolo senza farsi vedere.

Certo, non era un'arma pericolosa, ma così avrebbe avuto il tempo per ripararsi in stanza.

Quando colui che la stava spiando si avvicinò abbastanza, la corvina si voltò di scatto, spruzzando l'acqua in faccia al suo aggressore.

Un sibilo di un gatto arrabbiato attirò la sua attenzione e, subito, smise di premere la levetta, sbarrando gli occhi quando vide una figura di un ragazzo dotato di coda e orecchie saltare sul tetto accanto.

No, non era possibile.

«Aspetta! Mi dispiace!» disse, ancora incredula. «Torna qui.» aggiunse, poggiando lo spruzzino a terra.

La corvina attese qualche secondo, sperando che tornasse indietro, quando, maledicendosi mentalmente, camminò verso la botola per tornare i stanza.

Solo un tonfo leggero alle sue spalle la fermarono, facendola voltare lentamente.


 

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Secondo incontro :D

Per ora i capitoli saranno di questa lunghezza, circa, poi li farò più lunghi.

Curiosi per quello che succederà?🌚

Anch'io ahahahahahahah

Ci vediamo venerdì :3

Francy_Kid

  
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