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Autore: Vale03    26/03/2017    0 recensioni
Annabeth prima di conoscere Percy viveva al campo,ma l'arrivo di una lettera la convince a cominciare a studiare in una scuola in inghilterra.
nel frattempo Aracne vuole vendicarsi su Atena e cerca di convincere i figli della dea a rivelare i suoi punti deboli.
Annabeth preoccupata per un'imminente guerra decide di fermarla.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Dopo qualche ora passata a riflettere, mi alzai per prendere le mie cose e preparami per partenza, andai all’ingresso del campo dove c’era Chirone che mi aspettava assieme a un uomo.
L’uomo era alto circa due volte un uomo normale e almeno cinque volte più grasso. Sembrava semplicemente troppo per essere vero, e aveva un aspetto terribilmente selvaggio: lunghe ciocche di ispidi capelli neri e una folta barba gli nascondevano gran parte del volto; ogni mano era grande come il coperchio di un bidone dei rifiuti e i piedi, che calzavano stivali di cuoio, sembravano due piccoli delfini.
Chirone mi guardò con un sorriso facendomi segno di avvicinarmi, lo feci e quando fui abbastanza vicina da sentire l’odore dell’uomo anche lui mi sorrise.
-Il mio nome è Rebus Hagrid, insegno a Hogwarts, sono guardiacaccia e custode delle chiavi di Hogwarts. -
-il suo compito sarà quello di portarti a comprare tutto il necessario per la tua istruzione…- disse Chirone
Alle loro spalle notai una motocicletta, rimasi a bocca aperta sperando di non dover andare in Inghilterra con quella.
Hagrid capì la mia preoccupazione e mi disse: -è una motocicletta babbana modificata, è in grado di volare.-
-Che significa… babbana? -
Lui mi guardò, si gratto la fronte poi diede uno sguardo a Chirone e mi disse: -I babbani sono persone…senza poteri magici. –
-ok ma…devo seriamente volare su… Quella?- non volevo offendere Hagrid,ma l’idea di volare sopra una motocicletta non era il massimo, l’ultima volta che salii su una motocicletta fu con Luke e Talia, l’anno scorso e non è stata una bella idea.
Luke cercò di azionare la motocicletta ma appena accesa essa cadde in una buca e si ruppe.
Era di suo zio…non credo che gli abbia mai più prestato qualcosa da quel giorno.
Hagrid mi rassicurò, forse un po’ offeso dal mio tono di voce e dalle mie parole –No useremo una passaporta…-
Rimasi stranita, l’ennesima parola che non conoscevo, non volevo fare altre domande.
Seguì Hagrid fino a una piccola radura con al centro una piccola statuina, molto probabilmente era un soprammobile comune con un incantesimo.
Hagrid mi disse di avvicinarmi alla statuina e prenderla quando lui me lo avrebbe detto.
-tre… due… uno…ora! -
Entrambi prendemmo la statuina.
Mi sentii come un gancio appeso all’ombelico strattonarmi e vortificando violentemente, nel giro di qualche secondo mi ritrovai a terra, non più nella raduna ma per terra, ai piedi una donna, in pieno paese.
Avrà avuto su una sessantina d’anni, aveva i capelli crespi e ricci che non le arrivavano alle spalle, distinti da ciocche marroni e bionde, mi scrutava coi suoi piccoli occhi neri e teneva rigidamente le mani serrate in due pugni, le sue labbra sottili e rosse erano chiuse in una smorfia di disprezzo.
Io e Hagrid ci alzammo in piedi e ci allontanammo piano piano dalla donna.
-Chi era quella? –Chiesi incuriosita a Hagrid.
 Prima di rispondermi, si girò per controllare se fossimo abbastanza distanti da lei, non prometteva nulla di buono, poi mi disse: -È Madame Spark, non è una persona molto socievole, meglio non mettersela contro. –
Mi guardai attorno e solo allora mi resi conto di dove ero finita: il paese era pieno di negozi, alcuni vendevano abiti, altri telescopi e bizzarri strumenti d'argento che io non avevo mai visto prima; c'erano vetrine stipate di barili, contenenti milze di pipistrello e pupille di anguilla, pile traballanti di libri di incantesimi, penne d'oca e rotoli di pergamena, boccette di pozioni e globi lunari, sembrava quel tipo di luogo strano dove nella sua pazzia ti sembrava di nella normalità.
Non riuscivo più a capire nulla, volevo scoprire di più di quel mondo.
Tirai fuori la busta dove al suo interno vi erano le cose che dovevo comprare, andai con ordine, per prima cosa serviva una divisa e dove potevo acquistarla?
Chiesi ad Hagrid e lui mi porto di fronte a un negozio con l’insegna “Madame Malkin: Abiti per tutte le occasioni”, mi disse di entrare da sola poiché lui doveva ritirare i soldi che mia madre mi aveva riservato alla Gringott, una banca per i maghi.
Entrai nel negozio e dissi a Madame Malkin, suppongo fosse lei visto che il negozio si chiamava così, cosa mi servisse, lei mi guardò con lo sguardo illuminato, mi prese per un braccio e mi portò davanti a uno specchio, agitò una bacchetta e un metro da sarta prese vita e iniziò a prendermi le misure.
Successe tutto in un secondo, avevo quasi paura di non riuscire a pagare dal momento che Hagrid non era ancora arrivato, sospirai era fuori dalla porta che stava per entrare.
Mi diede delle monete e mi disse: - prelevato alcuni galeoni che tua madre aveva riservato per te, mi disse personalmente di darteli il giorno in cui saresti andata a Hogwarts. -
Rimasi stupefatta, aspettai ad uscire prima di farli la domanda fatidica: -Hai conosciuto mia madre?-
lui sorrise, poi mi disse che mia madre spesso veniva sulla terra per fare accertamenti che il mio soggiorno ad Hogwarts possa essere organizzato, fu così che la conobbe.
Sospirai, è venuta sulla terra per organizzare il futuro senza mai pensare che io volessi vederla, avere anche solo un rapporto madre figlia a distanza, vederla anche solo una volta, capire se avevo preso da lei, guardarla negli occhi e dirle come andavano le cose al campo, con Luke e Grover, anche se sapeva già tutto.
Non mi aspettavo gran che, ha fatto quello che sul momento poteva fare, ma mi piacerebbe conoscere colei che mi ha dato il titolo di mezzosangue.
Tirai nuovamente fuori la lettera e scorsi sul prossimo oggetto: una bacchetta.
Chiesi nuovamente a Hagrid dove potevo trovarla e mi indicò un negozio con l’insegna “Olivander”, poi mi disse che si sarebbe dovuto allontanare per comprare i libri di testo e il resto.
Entrai nel negozio: rimasi a bocca aperta, una serie di scatole impilate una sopra l’altra, in una piccolissima stanza.
Entrò un signore dai capelli grigi e occhi castani dicendo di essere Garrick Ollivander, gli dissi che avevo bisogno di una bacchetta, mi squadrò attentamente poi prese una scatola da una pila dietro di lui, la aprii al suo interno vi era una bacchetta, mi disse di agitarla, lo feci ma non successe nulla di disse di riprovare con una che aveva preso da una scatola situata sotto la scrivania, riprovai, ma non successe nulla.
Un po’ perplesso mi squadrò nuovamente e prese una bacchetta custodita nella zona più alta del negozio, mi guardò teso dicendomi di riprovare con quella.
La agitai e un oggetto si spostò delicatamente.
Mi guardò dicendomi di stare attenta.
Dopo aver pagato mi incamminai verso la porta ma mi fermò: -Quella bacchetta è fatta di legno di Carpino con un nucleo di cuore di drago e una punta cuore di aracnide, una rarità. Nessuna bacchetta è mai stata forgiata con questa combinazione. Simboleggia l’unicità di una persona, e non come mago né come babbano. –
Uscii dalla porta riflettendo su quelle parole.
Semidea e strega.
Vidi Hagrid fuori dal negozio che mi stava aspettando, disse che doveva andare a prendere un'altra persona il giorno seguente e che il treno per Hogwarts sarebbe partito fra due giorni.
-Ti accompagno in un luogo- mi disse –dormirai lì per sta notte…-
Annuì e mi feci accompagnare, non sapevo dove, ma ciò che importava era avere quattro muri e un letto.
Mi accompagnò in una zona composta da sole case, i colori dei muri si ripetevano a ritmo di blu, rosso, verde e giallo, ma in fondo alla via vi era una villa interamente costituta da marmo chiaro e muri rosa, il che non mi faceva impazzire come stile, la osservai a lungo poiché era impossibile non notarla con tutta quella spudorata ricchezza, Hagrid lo notò: -Quella villa appartiene ai Dixon una popolare famiglia inglese di purosangue, hanno una figlia della tua età, non è il massimo: viziata e ossessionata dal colore rosa.  Non mi ricordo il nome ma è meglio starle alla larga, tutti i suoi familiari sono appartenuti alla casa dei serpeverde e odiano i babbani.-
Lo guardai un po’ stranita scossa da alcune sue parole, quali purosangue, serpeverde e babbani.
Gli chiesi cosa significassero e lui mi rispose: -I purosangue sono persone con nati con entrambi i genitori maghi, i babbani sono coloro che non hanno poteri magici. Per quanto riguarda i serpeverde…-
Una voce lo interruppe: -Hagrid? Già qui? – mi girai e vidi una ragazza a qualche metro da noi, dimostrava la mia età, aveva i capelli lisci e corti, biondo platino, i suoi occhi chiari e verdi riflettevano la mia immagine, le lentiggini coprivano gran parte del volto.
Si avvicinò a me scrutando ogni mio dettaglio, poi chiese ad Hagrid chi fossi, lui un po’ titubante le disse il mio nome poi, rivolgendosi a me mi disse che lei si chiamava Jennifer e avrebbe frequentato il primo anno come me.
-Jennifer- disse Hagrid –tu che sai già dove alloggerete questa notte, perché non la accompagni tu? Così posso già andare a prendere Harry… –
Lei acconsentì e mi portò di fronte a una casetta in pietra, mentre Hagrid si allontanava.
La casetta era piccola quasi minuscola non poteva contenere più di due stanze, il legno che componeva il tetto era rovinato e consumato, la porta invece sembrava nuova, senza nessun difetto.
Entrammo, mi ero sbagliata la casa internamente era enorme, piena di stanze l’ingresso era un lungo corridoio che portava in varie camere da letto.
-Come mai ci sono così tante camere? - chiesi mentre lei mi faceva strada.
-Molti ragazzi, quando i genitori non possono portarli ad Hogwarts il giorno stesso, vengono affidati qui…passano uno o due giorni e poi si parte per Hogwarts. Tu da dove vieni? Non dall’Inghilterra vero? –
-No, vengo da New York. Si capisce molto?-
-Si, il tuo accento è strano, ma ancor più strano è il fatto che tu sia stata accettata ad Hogwarts pur essendo americana, normalmente sono molto rigidi su questo. -
-Davvero? Non pensavo ci fossero distinzioni di questo tipo…-
Mi indicò una stanza e mi disse che sarebbe stata la stanza che avremmo condiviso per quella notte.
Non era molto grande ma riusciva a contenere due letti, un armadio, due comodini e la porta verso il bagno.
Mi indicò il mio letto e misi subito la mia valigia sotto di esso.
Ci sedemmo e iniziammo a parlare…
-Allora tu da dove vieni?- le chiesi.
-Io vengo da Edimburgo-mi disse timidamente- sono un po’ in ansia-
-Per domani? –
-Si, non voglio essere smistata nei “Serpeverde”.-
-Scusa… ma cosa sarebbero?-
-Quando entriamo a Hogwarts veniamo smistati in casate in base al nostro carattere: i coraggiosi nei Grifondoro ; pazienti e leali nei Tassorosso ; intelligenti nei Corvonero e…per me i più temuti…coloro che hanno un lato oscuro…coloro che vengono smistati nei Serpeverde.-
Fra me e me pensai che, visto che ero figlia di Atena, dea della saggezza, sarebbe stato ovvio che io venissi smistata nei Corvonero.
-Perché dovresti avere paura? - le chiesi –Non mi sembri cattiva e poi non penso che sia così grave essere smistati lì…-
Lei mi interruppe alzando la voce:- E invece sì! Tutti coloro che sono stati smistati nei Serpeverde non solo avevano un lato oscuro ma anche un futuro oscuro! Non voglio questo! Voglio essere come la mia famiglia: leale fino alla fine, come mia madre! Lei è rimasta leale con mio padre fino alla fine, fino alla sua morte…Sarà anche stata senza poteri ma se fosse stata una strega sarebbe stata smistata nei Tassorosso…ed è questo che voglio per me! – una lacrima le scese pian piano sul viso –Fu un Serpeverde a uccidere mia madre…-
Mi avvicinai a lei e la abbracciai.
“i Serpeverde sono davvero così cattivi?” pensai.
La guardai e poi mi staccai da lei, lei voleva parlarne, anche solo per sfogarsi e lei mi disse: - Mia madre faceva parte di una associazione dei maghi, mi raccontava poco niente di ciò che faceva in quella associazione, solo che trattava di magia, ma lei non era una strega…solo dopo la sua morte scoprii che lei aiutava a smascherare i maghi…ma era un’infiltrata. Lavorava per maghi leali pur essendo lei una babbana, era leale con loro. Ma un giorno un mago Serpeverde credendo che lei lo volesse smascherare la uccise senza pietà. – scoppiò in lacrime e ma volle continuare a parlare riversando l’argomento su di me:- E i tuoi genitori? – mi chiese.
-Non lo so…- gli dissi – Non ho mai conosciuto mia madre, mio padre non ha proprio accettato il mio arrivo…-
- Mi spiace… anche tua madre se ne andata?-
-Non proprio…è stata costretta a lasciarmi…-
-È terribile! Ma l’avrai vista almeno una volta!–
-No…ma spero di conoscerla… da lei ho ereditato parte di me…-
-Hai dei fratelli?-
-Si due fratellastri da parte di mio padre e…- ci riflettei un attimo, non era il caso di dire che ne avevo molti anche da parte di mia madre-Tu invece? –
-Si uno più piccolo e uno più grande…Ma con il maggiore non vado molto d’accordo…-
-Come mai? -
- Lui è un…- si guardò attorno, come per controllare che nessuno la potesse ascoltare poi bisbigliò: -È…un…maganò… e mi odia per il fatto che io non lo sono…-
Ci pensai un attimo e provai a collegare le due cose…si doveva trattare di un tipo di mago o un babbano? Vidi che l’argomento non era tra i migliori e lo cambiai: -Tu sai già fare qualche incantesimo?-
Lei mi guardò con un sorriso e tirò fuori dal suo zaino la sua bacchetta e puntò verso di me :-ne vuoi vedere alcuni?-
Annuì.
Lei spostò la bacchetta verso un libro sul suo comodino e pronunciò: -ACCIO!-   il libro magicamente si spostò verso di lei.
-So solo questo…ma mi riesce piuttosto bene-mi disse appoggiando il libro sul comodino.
Parlammo ancora per qualche oretta poi ci addormentammo.
Quella notte andò tutto bene.
Niente incubi.
Niente ragni.
Niente Aracne.
   
 
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