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Autore: Eilan21    28/03/2017    8 recensioni
Svezia, 443 dC. Con la morte del re, la successione al trono è incerta. La gloriosa Stirpe del Drago, che ha governato la Svezia per oltre trecento anni, rischia di estinguersi e precipitare il paese in un'era di guerre e anarchia. Tutte le speranze di un popolo sono riposte in Arianrhod, l'ultima erede della casata reale, una bambina di soli quattro anni.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Antichità, Medioevo
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Dragons





Gareth, Morcant e Domaldr strisciarono silenziosamente lungo i muri di pietra, affacciandosi ad ogni angolo per assicurarsi di non essere visti. Il buio fitto era loro d'aiuto, e le uniche torce che gettavano un po ' di fioca luce nell'oscurità erano quelle in mano alle due guardie all'ingresso della casa.

Gareth attese che le sentinelle fossero voltate, poi fece un cenno col capo ai suoi compagni, scivolando alle spalle del nemico.

Con un solo rapido gesto afferrò la testa della prima guardia e gli tagliò la gola. Domaldr fece altrettanto con la seconda guardia, ed entrambi gli uomini crollarono a terra senza emettere un suono, inzuppando il terreno del loro sangue zampillante.

Ce ne sono altri dentro?” sussurrò Domaldr.

Ho paura di sì. Entriamo con prudenza e, se necessario, agiamo allo stesso modo”, rispose Gareth indicando i due uomini morti a terra.


Spero che tu abbia una buona ragione per avermi fatto chiamare nel cuore della notte”, disse Owainn mettendo piede nella stanza di Arianrhod.

Lei se ne stava in piedi, le braccia lungo i fianchi, l'atteggiamento calmo e e sereno.

Volevo parlarti”, disse semplicemente.

Owainn avanzò verso di lei con un'espressione di giubilo.

Vuoi dire che hai riflettuto sulla mia generosa proposta?”

L'ho fatto, sì”, disse Arianrhod scostandosi una ciocca di capelli dal viso. “D'altronde non ho avuto altro da fare che pensare.”

Mi dispiace, so che questa stanza non è adatta a una donna di rango come te. Ma quando sarai mia moglie non ti farò mancare mai nulla, te lo giuro...”

Arianrhod alzò una mano per bloccarlo. “Sì... non ne dubito”, disse con un sorriso forzato. “Ed ora sono pronta a darti la mia risposta... a una condizione, però.”

Owainn la guardò sorpreso. “Quale condizione?”

Lei gli si avvicinò guardandolo negli occhi. “Ma devi giurare di dirmi solo la verità.”

Te lo giuro”, mormorò Owainn, rapito dall'ondeggiare dei suoi fianchi.

Arianrhod si fermò solo quando il suo volto fu a pochi centimetri da quello dell'uomo. Lo vedeva che Owainn era completamente ammaliato da lei. La fissava cercando disperatamente di trattenersi dal baciarla. Almeno finché lei non le avesse posto la domanda che le stava tanto a cuore.

Enid sapeva?”

C-cosa?”

Enid sapeva che mi avevi tradita? Ne era al corrente?”

Owainn scoppiò in una risata liberatoria. Dal modo serio e solenne con cui lei aveva parlato ed agito si era aspettato chissà quale complessa richiesta; chissà quale difficile condizione per acconsentire a sposarlo. Rispondere a quella domanda invece non gli costava nulla ed era anche dannatamente semplice.

Quella sciocca di mia sorella? No! Lei ti adorava. Se avesse saputo che ero stato io mi avrebbe ucciso con le sue stesse mani!”

Bene”, sorrise lei, posandogli una mano sulla guancia. “Era tutto quello che volevo sapere.”

Lo attirò a se, come se volesse baciarlo, e Owainn l'assecondò docilmente.

Quello che si aspettava era di assaporare finalmente la dolcezza delle sue labbra, qualcosa che attendeva da tempo immemore. In quei pochi attimi immaginò come sarebbe stato essere sposato con lei, con la donna dei suoi sogni, avendo anche i mezzi per condurre una vita agiata. Stava per ottenere tutto ciò che aveva sempre agognato: ricchezza, potere... e lei.

Tutto si sarebbe aspettato tranne che sentire la mano di lei scivolargli dietro al collo, tirarlo bruscamente verso di sé ed essere colto talmente alla sprovvista di non avere il tempo di reagire. Sentì se stesso gridare di dolore e crollare sul pavimento, con un pezzo di legno acuminato che gli spuntava dal collo.

Arianrhod lo osservava dall'alto, immobile, il petto che le si alzava e si abbassava rapidamente. Aveva temuto di non farcela, di non riuscire a mantenere il sangue freddo. E invece c'era riuscita.

Owainn era steso a terra, il sangue che zampillava dalla ferita al collo gli imbrattava le mani, con le quali cercava freneticamente e alla cieca di sfilarsi il pezzo di legno che gli lacerava la carne; quel pezzo di legno che Arianrhod aveva passato ore e ore a rendere più acuminato affilandolo contro le sbarre di metallo della sua cella.

Presto le grida dell'uomo avrebbero attirato le guardie e Arianrhod sapeva di doversi muovere in fretta se voleva approfittarne per scappare.

Frugò in fretta addosso ad Owainn, ignorando gli insulti che lui le lanciava inframmezzati a improperi di ogni tipo. Trovò il suo coltello di pietra e lo osservò per un attimo. Sapeva che la ferita che gli aveva inflitto non era mortale, perché la sua improvvisata arma di legno non possedeva l'affilatura di una lama di metallo o di pietra. In quell'attimo considerò di risparmiarlo. Ripensò a Enid, a Owainn quando era bambino... a quando erano stati tutti bambini insieme, e avevano giocato, riso, pianto, condiviso ogni cosa, contato gli uni sugli altri. A quando avevano preso due cavalli senza permesso dalla stalla di Eachann e avevano cavalcato fino al bosco, e a come Owainn si era preso la colpa per tutti per evitare che i suoi amici venissero puniti. A quando lui e Enid, nel giorno di festa, camminavano fino alla fattoria solo per portare agli amici un cestino con le pere del loro albero. Ma poi ripensò a cosa l'uomo che si dibatteva davanti a lei sul pavimento era stato capace di fare al suo migliore amico. E tutta la sua pietà svanì.

Si chinò su di lui e guardandolo negli occhi annebbiati gli sussurrò. “Questo è per Ciaran e per i miei genitori.” E gli tagliò la gola. Owainn si portò entrambe le mani al collo, agonizzando. In pochi attimi non rimase più in lui alcuna stilla di vita.

La porta si aprì e Arianrhod strinse l'elsa del pugnale con dita convulse. Deglutì:si augurò a sopravvivere e di guadagnarsi la via verso la libertà, chiunque si fosse trovata davanti.

Il sollievo la sopraffece quando si accorse che si trattava di Gareth, seguito da Morcant e Domaldr. Si gettò tra le sue braccia e lui la strinse.

Grazie agli dei!” esclamò il cavaliere. “Stai bene? Sei ferita?”

Arianrhod si rese conto di essere macchiata di sangue sul viso, sui capelli e sul corpetto.

Scosse la testa, gli occhi lucidi di lacrime. “Non è il mio sangue”, lo rassicurò.

E' il suo?” chiese Domaldr indicando Owainn steso in una pozza di sangue. Arianrhod annuì di nuovo, cercando di ripulirsi il viso dal sangue.

Noi che credevamo di salvarti... e invece ti eri già salvata da sola!” commentò Gareth, strappandole un debole sorriso.

Non sarei così ottimista cavaliere”, lo ammonì Morcant. “Dobbiamo affrettarci se vogliamo che le guardie dall'altra parte della casa non si accorgano di niente.”

Andiamo”, disse Gareth uscendo con circospezione, la spada sguainata. Arianrhod lo seguì, stringendo ancora il pugnale. Domaldr e Morcant li imitarono.

Dove sono le guardie?” chiese Arianrhod scrutando il corridoio deserto.

Sono lì”, rispose Domaldr indicando dei corpi stesi a terra che lei non aveva notato.

Li avete uccisi tutti?”

Solo quelli necessari. Ce ne sono molti altri dall'altra parte ma abbiamo preferito agire in silenzio e non metterli in allarme.”

Se riusciamo ad evitare di essere visti ci risparmieremo un inutile battaglia”, disse Gareth, facendo loro cenno di seguirlo. I quattro camminarono raso muro e riuscirono ad uscire all'aria aperta.

La notte era mite e il cielo puntellato di stelle luminose. Una brezza lieve increspava le cime degli alberi e Arianrhod inalò a pieni polmoni. Il profumo era quello della libertà. Era la prima volta che veniva rinchiusa e, seppure tutta la faccenda non era durata che un giorno e mezzo, la principessa ora sapeva che cosa significava essere privati della libertà. La morte era di gran lunga preferibile ad una vita in una cella. La morte sarebbe stata preferibile anche ad un matrimonio con Owainn. Anche se non fosse riuscita a ucciderlo e fuggire, lui non l'avrebbe mai avuta. Piuttosto avrebbe posto fine alla propria vita.

Il gruppo si diresse verso i cavalli e montò silenziosamente in sella. Morcant stavolta dovette salire dietro Domaldr, perché Arianrhod salì sul cavallo di Gareth.

Improvvisamente si levarono voci concitate e grida alle loro spalle, e i quattro seppero che la fuga della prigioniera era stata scoperta. La rabbia che si intuiva in quelle voci era diretta agli assassini dei compagni morti, e tutti loro lo percepirono chiaramente.

Ora dobbiamo muoverci”, incitò Gareth. “Sei pronta?” chiese ad Arianrhod che gli cingeva la vita. Lei annuì e appoggiò la guancia sulla sua schiena, come se volesse assorbire il suo calore.

Ci verranno dietro!” gridò Domaldr allarmato.

Noi saremo già lontani quando si accorgeranno di quale direzione abbiamo preso”, rispose Gareth. “Dobbiamo tornare dai nostri soldati e poi via verso l'accampamento. Morcant... ho bisogno di te per trovare la giusta direzione il prima possibile.”

Conta su di me, cavaliere.”


***

Quando giunsero all'accampamento, alle prime luci dell'alba, il primo gruppo di ricerca non aveva ancora fatto ritorno.

Ad accoglierli, oltre ai cavalieri e ai guerrieri del Piccolo Popolo, c'erano solo Östen, visibilmente preoccupato, e Ragnhild, che cacciò un urlo non appena vide Arianrhod. Precipitandosi verso di lei, la la prese letteralmente fra le braccia non appena Gareth l'ebbe aiutata a scendere di sella. La giovane danese non aveva mai visto la sua amica ridotta in quello stato: pallida, provata, esausta e coperta di sangue.

Per tutti gli dei, cosa ti hanno fatto? Vieni, vieni con me cara! Ti porterò nella tua tenda”, disse facendola appoggiare al proprio braccio e scortandola via prima che qualcuno degli uomini avesse il tempo di pronunciare una parola.

Ragnhild scostò il lembo di stoffa che costituiva l'apertura della tenda e portò dentro Arianrhod, aiutandola ad adagiarsi sulla sua brandina.

Aspettami qui”, le disse, scostandole i capelli dalla fronte, “ti porterò subito dell'acqua per lavarti.”

Ma non ebbe nemmeno il tempo di uscire che quasi si scontrò con Gerda che stava entrando in quel momento.

La ragazza era fuori di sé per la preoccupazione.

Mi hanno... mi hanno detto che era qui! Cosa le hanno fatto? La mia signora!” disse pronta a correre da Arianrhod.

Ragnhild la bloccò appena in tempo.

Non so cosa le abbiano fatto, Gerda”, le disse sottovoce. “Ma ti prego, non chiederle niente finché non ne sapremo di più.”

Va bene, milady. Ma ora fatemi andare da lei, ve ne prego. Devo prendermene cura, devo...”

Certo. La tua signora ha bisogno di te, a partire da subito. Ha bisogno di acqua per lavare via il... sangue. E forse anche di qualcosa da mangiare e da bere.”

Subito! E le preparerò anche uno dei miei decotti calmanti. Ho raccolto diverse erbe nei dintorni che ho messo ad essiccare. Tornerò in un baleno!”

Corse via e tornò poco dopo per aiutare Arianrhod a lavarsi e a cambiarsi. La principessa rifiutò il cibo, dicendo di non avere fame, ma trangugiò tutto d'un fiato il decotto di Gerda, facendo una smorfia di disgusto.

E' amaro come il fiele”, si lamentò.

Lo so mia signora, ma vi farà bene. Vi aiuterà a riposare.”

E sotto lo sguardo preoccupato di Ragnhild e Gerda, Arianrhod si abbandonò ad un sonno profondo e ristoratore.


Quando si svegliò era trascorsa quasi l'intera giornata e il sole, che ricordava ai suoi albori, stava già scomparendo dietro le colline ammantate d'erica.

Gareth e Östen andarono a farle visita e la trovarono in compagnia di Gerda e Ragnhild, che non avevano lasciato il suo fianco per un istante.

Stai meglio?” le chiese Östen afferrando la prima sedia libera e sedendosi accanto alle donne. Gareth lo imitò.

Credo di sì. Sono felice che Gareth mi abbia trovata.”

Il merito è soprattutto di Morcant”, precisò Gareth, “senza di lui forse non ti avremmo mai trovata in tempo.”

Allora lo ringrazierò. E anche Domaldr. Se non fosse stato per voi ora sarei morta... o nelle mani di Ale.”

Siamo talmente felici di riaverti con noi, Arianrhod”, le disse Ragnhild prendendole le mani.

Siamo state talmente in pena”, aggiunse Gerda.

Vi ringrazio: voi siete le persone più care che ho al mondo. Non potrei essere più fortunata di così. Come va il tuo braccio Östen? Gerda mi ha detto che sei stato ferito nell'imboscata...”

E' una sciocchezza, ma sarebbe andata molto peggio se Gareth non fosse rimasto con me. Spero di essere presto di nuovo in forma per poterti servire ancora.”

Continuarono a parlare per qualche minuto, e Arianrhod mise al corrente anche l'amico di ciò che le era successo durante la prigionia. A nessuno però, aveva detto una parola su Owainn e su ciò che aveva fatto. Per tutto il tempo Gareth rimase in silenzio, ma Östen lo vedeva fremere d'impazienza sotto un'apparente maschera di calma.

Lo osservò per qualche momento, poi si rivolse alle donne.

Lady Ragnhild, Gerda... che ne dite di andare a fare due passi?”, disse in tono inequivocabile.

Ma certo”, disse Ragnhild alzandosi. “Vado a vedere se Hrolf e il duca sono tornati.”

I tre uscirono e Arianrhod sorrise nell'accorgersi che le mani di Gerda e Östen si sfiorarono quando i due credettero di non essere notati.

Gareth attese qualche attimo prima di parlare. Seguì con lo sguardo una falena che svolazzava intorno alla torcia piantata nel terreno, rischiando di bruciarsi le ali in ogni momento.

Infine trasse un profondo respiro e disse: “Arianrhod... chi era quell'uomo?”

Lei si voltò a guardarlo: aveva gli occhi lucidi, ma non versava lacrime.

Dovevo immaginare che lo avresti chiesto”, disse con un sorriso dolce amaro. “Tu mi conosci più di chiunque altro, Gareth, e non posso nasconderti i pensieri che mi turbano. Era Owainn, un mio amico d'infanzia, e il più caro amico di mio fratello Ciaran.”

E' stato lui che...?”

Arianrhod annuì. “Avrei dovuto darti ascolto fin dall'inizio quando tentavi di mettermi in guardia da qualcuno a me vicino. Giuro sugli dei che non sarò mai più così ingenua!”

Ti ha fatto del male?” chiese Gareth deglutendo visibilmente. Aveva davvero paura a porle quella domanda, ma doveva sapere.

No, non mi ha toccata. Sto bene... e anche il bambino sta bene”, gli sorrise lei.

Gareth la strinse a sé, sollevato. “Povero amore mio... so quanto deve essere doloroso per te. Ma hai compiuto la tua vendetta: i tuoi genitori sarebbero fieri di te.”

Ne sei sicuro? Me ne vergogno, ma per un attimo ho pensato di risparmiargli la vita. Non sarebbero fieri di me per questo.”

E invece io credo che lo sarebbero ancor di più”, disse Gareth. “Come lo sono io. Se la compassione non facesse parte di te non potrei amarti così tanto.”

Rimasero in silenzio per qualche minuto, semplicemente appagati di essere l'una tra le braccia dell'altro.

Improvvisamente Arianrhod si staccò da lui, come colpita da una rivelazione.

Ma certo!”, esclamò battendosi la mano sulla fronte.

Cosa c'è?”

Quando ero ad Avalon”, spiegò Arianrhod eccitata, “Viviana ebbe una visione per me, nel Pozzo Sacro. Mi disse che un giovane guerriero mi avrebbe tradito, e lì per lì non capii a chi si riferisse. Non compresi neppure il vero significato di quell'appellativo, ma ora lo comprendo... il nome Owainn nella nostra lingua significa 'giovane guerriero'. Era a lui, era ad Owainn che la profezia si riferiva.”


***


Il secondo gruppo di ricerca era tornato all'imbrunire ed era stato messo subito al corrente degli incredibili sviluppi. Il duca si era assicurato di persona che la sua sovrana stesse bene, e le aveva fatto una paterna lavata di capo sull'imprudenza e sull'eccessiva fiducia. Arianrhod intuì che stava rimproverando soprattutto se stesso e accettò tutto con un mezzo sorriso sulle labbra. Poi Fjölnir andò dritto da suo figlio.

Gareth sapeva che presto o tardi avrebbe dovuto rendere conto a suo padre di ciò che aveva fatto, e il pensiero più angosciante per lui era di perderlo proprio ora che lo aveva ritrovato. Di sicuro sapeva di averlo deluso, e questo fu ancora più palese quando notò l'espressione del suo volto.

Figlio mio, io avevo fiducia in te.”

Nel suo tono c'era più stanchezza e rassegnazione, che rabbia.

Ma tu hai tradito la mia fiducia, hai tradito il tuo voto... e hai tradito la Svezia.”

Padre, so di averti deluso. Me ne vergogno profondamente... ma io la amo.”

La ami? Non fatico a crederlo, Gareth. Ma questo non ha importanza. Lei doveva essere sacra e inviolabile per te, e tu le hai messo un bambino in grembo! Ho addirittura riposto in te abbastanza fiducia da darti il compito di convincerla a sposare Hrolf... che idiota sono stato!”

Ti prego di credermi quando ti dico che ho fatto tutto il possibile per convincerla a sposarlo....”

Non ti credo!”, gridò il duca. “E quel bambino non potrà mai essere altro che un bastardo, è questo che volevi per tuo figlio?”

La voce di Gareth era gelida, bassa, quando parlò. “Era questo che tu volevi per me, padre?”

Fjölnir si bloccò, come se qualcosa lo avesse colpito. Tra padre e figlio calò un silenzio carico di tensione.

Hai ragione”, disse infine il duca con voce colma di stanchezza. “Io sono l'ultima persona al mondo che dovrebbe parlarti di questo.”

E avvolgendosi nel mantello, si allontanò, il capo chino e la schiena curva, come se fosse stata caricata di un grosso peso.





Angolo autrice: Ciao a tutti! Che ne pensate del nuovo capitolo? Devo dire che si è chiuso in un modo che neanche io mi sarei aspettata, in modo molto triste per me. Ma ho fiducia che presto il duca accetterà la situazione e Gareth perdoni suo padre (perché in fondo, per quanto lo ami, il rancore per essere stato abbandonato da piccolo è ancora vivo in lui). E niente, spero vi sia piaciuto e vi mando un grande abbraccio!

Ci vediamo alla prossima

Eilan




   
 
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