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Autore: X_girl    02/04/2017    1 recensioni
* "Maestro." iniziò "Sono venuta da lei perché volevo aiutare in qualche modo, cosa posso fare?!"
Lo stregone si mostrò contento e rispose:
"Ho affidato a mago Merlino il compito di supervisionare l'allenamento dei nuovi maestri del keyblade: tu e Lea."
"Lea?" chiese la ragazza, quel nome le era completamente nuovo.
"Intende Axel." spiegò Topolino.
"COSA?!" Kairi fece un balzo indietro per la sorpresa. Quell' Axel??
"E' una persona per bene adesso!" assicurò allegramente il re "Ci ha persino aiutato a salvare Sora!"
La ragazza corrucciò la fronte, non del tutto convinta. *
Gli allenamenti di Kairi e Lea si prospettano movimentati, riusciranno i due a superare i problemi passati e a collaborare?
Una piccola fanfiction che spero vi incuriosisca e vi faccia sorridere, essendo Lea il mio personaggio preferito volevo mettere su carta( be si fa per dire ) le mie fantasticherie di come la sua strada per diventare un maestro del keyblade sarebbe incominciata. Tra lui e Kairi è solo friendship ma non si possono porre limiti all'immaginazioe e questo è un paese libero e... o lasciatemi perdere! Spero solo che vi piaccia, buona lettura!
Genere: Azione, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axel, Kairi, Lea, Riku, Saix
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Kingdom Hearts, Kingdom Hearts II
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La vera forza: il sapere e la saggezza


I giorni scorrevano gli uni sugli altri rapidamente e i ragazzi erano così immersi nell'allenamento che si dimenticavano del tempo che passava.

I loro incantesimi erano ora rapidi e potenti e presto il loro apprendistato sarebbe terminato.

Consci di ciò, Kairi e Lea assaporavano ogni momento con Merlino, Artù e Anacleto come se fosse l'ultimo.

Il mago continuava a stupirli con l'originalità delle sue magie, ad esempio una volta li aveva tramutati tutti in pesci e avevano rischiato di essere divorati da un luccio.

Un'altra volta ancora, li aveva trasformati in scoiattoli e avevano dovuto seminare scoiattoline e scoiattolini sotto il giogo dell'amore primaverile. Lea e Kairi erano riusciti a ritrasformarsi in umani da soli per fortuna, invece Artù aveva dovuto aspettare che il mago finisse la sua lezione sull'amore per tornare ragazzo, ed era scappato di albero in albero terrorizzato mentre Lea se la rideva della grossa.


Il discorso sull'amore aveva molto colpito i due più giovani.

La castana pensava a Sora,  alla sua voce pimpante e al suo sorriso ampio e luminoso. Sospirava molto in quei giorni e litigava spesso con Lea che la prendeva in giro.

Tuttavia quella mattina Kairi si era svegliata di ottimo umore; Merlino aveva concesso ai due ragazzi un giorno di riposo come premio per il loro impegno e lei non vedeva l'ora di stare un po' con Artù. Lo aveva preso sotto la sua ala con spirito materno e le piaceva rendersi utile aiutandolo nei suoi studi.

Il ragazzo stava ricopiando le lettere dell'alfabeto che Anacleto, precettore severo ed esigente ma anche burberamente dolce, aveva scritto in bella grafia sulla lavagna. Come faccia un gufo a scrivere non lo so, non chiedetemelo.

“Guarda, Merlino! So scrivere!!”

“O, si, si! Non c'è male ragazzo!”

Inteneriva il cuore vederlo emozionato in quel modo. Kairi applaudì raggiante.

“Bravissimo, Artù!”

Il bambino le sorrise felice.

Per un attimo tutto scomparve dai suoi pensieri, pieni dell'immagine di Sora.



Kairi, rispiegami questo esercizio ti preeeego!”

Di nuovo!? Uff, e va bene...”

Sora sei irrecuperabile!”



Le capitava spesso di studiare con lui e Riku sull'isola e guardare Artù le faceva ricordare quei momenti con tiepida nostalgia.

“Ehm...Anacleto? Hai visto per caso quel modello di, uhm, macchina volante?” interruppe Merlino.

“Ah, ah, ah, ah! Non voglio avere niente a che fare con i tuoi pastrocchi futuristici!”

Alla parola macchina volante il volto del bambino si era acceso di curiosità e Lea, che sonnecchiava steso sul pavimento, spalancò gli occhi, sveglio come non mai.

“Che è quella cosa lassù?”

Merlino guardò dove gli avevano indicato e proprio sopra l'alto cappello blu vi era il modellino in legno di uno dei primi modelli di aeroplano. Artù lo fissava rapito.

Se solo potessi mostrargli la Gummy Ship di Sora, Pippo e Paperino!

“Vuoi dire che l'uomo volerà un giorno o l'altro?”

Anacleto sbuffò qualche critica amara sulle invenzioni degli uomini, non che avesse tutti i torti, sostenendo che se gli uomini fossero stati destinati a volare sarebbero nati con le ali.

“Te lo dimostrerò, sta a guardare!”

Così il mago iniziò a girare l'elica anteriore del modellino, prese una bella rincorsa e lo lanciò dalla finestra, però l'aereoplano non volò: la barba di Merlino era rimasta attorcigliata all'elica!

Anacleto rise così forte da rimanere senza fiato, mentre l'amico brontolava piccato che avrebbe funzionato, se non fosse stata per quella stupida, inutile barba.

“Un giorno l'uomo volerà, ti dico!Io ci sono stato: l'ho visto!”

“Oh, lo spero proprio!” sospirò Artù, guardando il cielo

“Ho sempre sognato di volare: di essere un uccello, di vagare per il cielo!”

Merlino, sorridendo con gli occhi, si avvicinò di soppiatto al ragazzo facendo cenno agli altri di stare zitti .

Agitò silenziosamente la bacchetta e sussurrò un incantesimo e Artù sembrò dissolversi lasciando il posto a un fringuello ocra e giallo.

Lea e Kairi spalancarono stupiti la bocca e, prima ancora che potessero ricomporsi, il mago trasformò anche loro. Kairi era ora un piccolo pettirosso castano con le piume rosate sul piccolo petto, Lea era un picchio con il piumaggio dalle calde tonalità del rosso.

La ragazza era senza parole (sempre ammesso che fosse ancora in grado di pronunciarle).


Presto sentì le risate allegre degli amici, che saettavano nel cielo seguendo le indicazioni di Anacleto.

“Aspettatemi!” cinguettò.

L'adrenalina le fece deporre ogni paura e con un balzo si librò in aria.

Il vento la sospinse subito verso l'alto e si sentì leggera, con una tenue sensazione di vuoto allo stomaco. Aveva voglia di ridere e di urlare di gioia!

“YAHOOOOO!!”

Non si era mai sentita così libera in vita sua!

All'inizio non era molto sicura nei movimenti, ma appena ci ebbe preso un po' la mano volò più in alto per ammirare il panorama. I boschi e i campi alla luce del tramonto erano spettacolari e sentì il cuore scaldarsi.

“Cavolo!”

Lea l'aveva raggiunta e ora i suoi occhi smeraldini luccicavano apertamente.

“Non pensavo fossi un fan del tramonto.” gli disse.

“Vuoi scherzare!? Io lo adoro! Anzi, sai cosa ci vorrebbe adesso?Un bel gelato salmastro!”

Rise.

Rimasero a fissare l'orizzonte per un po'. Si sentiva a suo agio con lui, come se lo conoscesse da sempre, e forse per via del carattere allegro del rosso, non pensava mai alla loro differenza d'età.

Se solo quel momento avesse potuto durare persempre!


Tutto a un tratto la pace fu rotta da delle urla, era Artù che gridava con tutta la voce che aveva in corpo!

Svelti, volarono da lui e videro che era inseguito da un enorme rapace, con gli artigli prominenti e occhi dorati che bramavano il sangue della loro preda.

Anacleto provava a seguirli, ma non era abbastanza veloce “Entra nella foresta! Entra nella foresta!”

Urlavano Kairi e il gufo; subito il giovane scese in picchiata, ma il falco era sempre più vicino e i suoi artigli incombevano sul fringuello; stava per afferrarlo ma Lea, veloce come un fulmine, si gettò addosso al predatore, ingaggiando una lotta!

“Va! Lo fermo io!”

Il rosso fronteggiava il nemico beccando e graffiando, il rapace però era molto più grande e forte di lui, lo attaccava con ferocia, usava anche le ali per sbilanciarlo e presto non riuscì più a evitare i colpi dell'enorme volatile, che gli squarciò un'ala con inaudita violenza!

Precipitò.

Kairi terrorizzata si catapultò verso di lui

“LEA!”

Come in trance si ritrasformò in umana, giunse le mani e pronunciò l'incantesimo del teletrasporto;

l'impatto con il terreno fu brusco, la castana rotolò per qualche metro, tuttavia si rialzò subito, con il cuore in gola e il sangue che pompava nelle tempie.

“Lea! Lea!! LEA!” chiamò piangendo, ma nessuna risposta.

Vagando tra le felci Kairi cercava la sagoma dell'amico, un groppo che le opprimeva la gola.

Finalmente lo vide, disteso a terra e ricoperto di foglie; il piccolo petto si alzava e riabbassava freneticamente. Si asciugò le lacrime: doveva agire subito.

Non era sicura che fosse una buona idea ritrasformarlo in umano, quindi pose le mani sul corpicino e pronunciò un semplice incantesimo curativo.

“Xion?”

Sussultò. Lea la stava guardando semicosciente.

“No. S-sono io, K-Kairi” singhiozzò “Va tutto bene...Artù ha raggiunto la foresta, starà bene, anche tu starai bene!” mise della determinazione nella voce. Non avrebbe lasciato che un suo compagno perdesse un'ala-braccio davanti ai suoi occhi!

Stupido!Stupido!Stupido incosciente!

“Grazie...Kairi.”

La ferita sembrava andare meglio ma la ragazza intimò al rosso di non muoversi, non che sembrasse averne l'intenzione comunque.

Raccolse delicatamente il picchio. Nelle sue mani sembrava piccolo e fragile.

Tirò su col naso e si fece forza. Gli alberi tutt'intorno a loro sembravano agitati ed era sicura che se avesse seguito le loro indicazioni sarebbe riuscita a trovare gli altri e Merlino avrebbe controllato che Lea stesse bene. Lo avrebbe senz'altro aiutato. Poteva essere fastidioso a volte, ma non voleva che gli succedesse niente di male, non proprio ora che avevano iniziato a fare amicizia.

Camminò più veloce possibile, schivando rami e radici; più avanzava più la vegetazione si faceva aspra e inospitale. Gli alberi la guidarono ad una sinistra catapecchia e le dissero di non entrarvi per alcuna ragione, lei li ringraziò e vide finalmente Anacleto che sorvolava la foresta ed era appena atterrato lì vicino.

“Anacleto!” gridò.

Il gufo, che guardava concitato all'interno della baracca, si voltò di scatto.

“Ragazza!!”

Le volò incontro, appoggiandosi sulla sua spalla. Subito rivolse uno sguardo preoccupato a Lea e si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.

“Così hai salvato la pellaccia, ragazzo!!” nonostante le parole burbere, il suo tono era dolce.

Il rosso sembrava aver ripreso le forze, l'incantesimo iniziava a fare effetto, sorrise.

“Già! Grazie a Kairi. “

Poi lanciò qualche occhiata intorno a se, rimanendo sempre seduto tra le mani della ragazza.

“Dov'è Artù?”


“Lo scricciolo è finito nella tana di quella baldracca di Maga Magò. Una megera! Merlino è andato dentro a salvarlo.”

Proprio in quel momento la porta si spalancò e ne uscì l'anziano mago, aveva un passo bellico e sguardo furioso, impugnava la bacchetta con foga.

Davanti a lui vi era una vecchia tozza e grassoccia, aveva i capelli ritti e unti e gli occhi malvagi, era Maga Magò.

Anche Artù uscì, volando agitato verso di loro.

Sembrò tranquillizzarsi un poco quando vide il familiare picchio rosso salutarlo allegramente.

“Lea! Stai bene! Oh, ero così preoccupato!” gridò il fringuello abbracciandolo.

Il rosso ridacchiò imbarazzato, restituendo l'abbraccio.

Si girarono poi verso i due maghi.

“Vogliono fare una battaglia di magia, Anacleto come funziona?”

“E' una battaglia di cervelli: si trasformano in cose diverse e cercano di distruggersi a vicenda.” spiegò il gufo.

“D-d-distruggersi?!”

“Sta a vedere ragazzo, te ne farai un'idea.”

Il gufo sembrava molto rilassato, forse per la fiducia che aveva nel talento di Merlino.


I due si erano fermati e la befana aveva preteso di essere lei a dettare le regole del gioco.

“Ah! Regole un corno! Vuole fare le regole solo per il piacere di infrangerle!” protestò Anacleto.

La strega gli rivolse uno sguardo sprezzante e iniziò a elencare le sue condizioni.

“Regola uno: solo animali, e , regola due, niente roba fantastica come...chessò, draghi verdi! Regola tre: non scomparire!” gracchiò, spostando gli occhiali al mago.

“Regola quattro: non barare!!” replicò infastidito.

La vecchia scopa bofonchiò qualche va bene poco convincente.

Alla fine i due sfidanti si misero schiena contro schiena, e iniziarono a camminare senza voltarsi indietro, contando i passi esattamente come nel film Mezzogiorno di fuoco.

Ma prima ancora che il duello iniziasse, Maga Magò aveva già iniziato a barare, violando le sue stesse regole, infatti aveva smesso prima di avanzare ed era scomparsa.

“Merlino! E' scomparsa!” avvertì Artù.

Si girò per protestare ma alle sue spalle era comparso un enorme coccodrillo rosa che con uno schiocco aveva serrato le sue fauci fameliche .

Il mago era riuscito a trasformarsi appena in tempo, era dentro il suo alto cappello, rinchiuso nella morsa della strega. Lei baldanzosamente infilò dentro la zampaccia, ma la sua espressione vittoriosa si tramutò presto in dolore e lanciò gridando una tartaruga blu, che le aveva appena morso il ditone.

Subito venne inseguito dalla rettilessa e si tramutò in un agile coniglio appena in tempo per sfuggire alle sue zanne, anche se ci rimise la coda. Subito la strega si trasformò in una volpe e iniziò a seguirlo.

“Presto, trasformati in qualcosa di più grosso!”

“No !! Qualcosa di più piccolo!”

Le due bestie entrarono in un tronco cavo, era impossibile vedere chi aveva la meglio.

Le risate stridule di Magò riecheggiavano agghiaccianti, poi il silenzio.

“Merlino?Niente sparizioni!!” chiamò la maga.

Il blu però si era trasformato in un bruco ed era sgattaiolato fuori senza farsi notare.

Un occhiaccio spiò dalla fessura e lo vide.

“Ooooh!” Le risate ripresero, mutate in uno starnazzare scomposto e assordante. Era una gallina.

Merlino diventò un tricheco, schiacciandola, lei diventò un'elefantessa spingendolo, e poi lui un topolino, che astutamente spaventava il pachiderma, ma altrettanto svelta lei indossò i panni di un gatto e poi un serpente e Merlino cercò di strangolarla tramutandosi in granchio.

Lei allora cambiò forma con quella di un rinoceronte e cercò di sbatterlo contro un albero, giù per un precipizio; ma Magò aveva fatto il passo più lungo della gamba! Il mago era scampato alla sua furia e lei si era impigliata nel tronco, svelto si era tramutato in capra e con una potente incornata, l'aveva buttata giù dal burrone.

Stavano per esultare, quando un mare di fuoco rese l'aria incandescente e un enorme drago ruggì.

“Perdirindira Magò! Avevi detto niente draghi!!”

“Ho detto forse niente draghi viola?! L'ho detto!!?” sputò fiammate addosso a Merlino, che saltava schivando i colpi. Si tramutò di nuovo in topo e si nascose in una tana, ma la draghessa vi soffiò dentro e afferrò al volo i povero topino.

“Ah ah! Ho vinto! Ho vinto!!”

“Quell'orribile vecchia strega! Io...io le caverò gli occhi!!” Artù cercò di gettarsi furibondo su di lei ma Anacleto lo trattenne: non era ancora finita!

Tra gli artigli del mostro infatti non vi era niente.

“E' sparito!”

“Oh, oh...non sono sparito sono solo molto, molto piccolo.” Ridacchiò .

Era chiaramente la voce di Merlino, ma era impossibile capire da dove venisse.

Sono un germe di una malattia molto rara, mi chiamo Malaclipcalopterosis... e tu mi hai preso Magò!”

“Cosa!?”

Anacleto iniziò a ridere mentre il drago impallidiva, si riempiva di bolle e poi tremava, e poi avvampava...e poi si ritrovarono tutti nella catapecchia a misurare la febbre a Maga Magò.


Tranquilla Magò, ti passerai e vedrai che sarai più bella...ops! Più brutta di prima!!”

La megera iniziò a strillare e a lamentarsi.



“Sei stato davvero grande Merlino!” esclamò Artù, una volta usciti” Ma potevi restare ucciso!”

“Ne è valsa la pena, ragazzo. Se ne hai tratto qualche insegnamento.”

Il fringuello avvicinò pensoso l'ala al becco.

“Il sapere e la conoscenza sono la vera forza.” recitò.

“Questo è vero.”


All'improvviso sentirono il suono di una porta sbattere con fragore.

“Torna qui Merlino!Non abbiamo ancora finito!” strillò stridula la voce della strega.

Giallognola e piena di pustole, Magò di appoggiava all'uscio, il volto coperto dai capelli unti,

ancora determinata a distruggere il mago.


“Magò, non hai alcun senso di autoconservazione?Guarda come sei ridotta!

Non sei certo nella condizione di combattere ancora.”


“Oh, è una sfida? Adesso vedrai, oh se lo vedrai! Vedrai...vedrai...”

In quel momento la strega alzò lo sguardo; la vista dei suoi occhi li fece sussultare:

erano gonfi e sanguinolenti , di un color oro marcio innaturale che sembrava corrodere ogni cosa su cui si posasse.

Kairi aveva già visto quegli occhi prima.


“Magò, cosa hai fatto?”


Alle spalle della vecchia si aprì un varco d'oscurità, da cui uscì un uomo incappucciato;

la sua veste era nera come il petrolio, nel buio l'unico tratto che riusciva a distinguere era un iride dorata, lo stesso colore di quelle di Maga Magò.


La ragazza riconobbe subito l'uomo come un membro dell'Organizzazione XIII ed evocò il keyblade, mettendosi davanti ad Artù come uno scudo.


“Xigbar!”


Anche Lea aveva richiamato l'arma, ora stava alla sua destra.


“Cosa ci fai qui?”


L'uomo ghignò selvaggiamente.

“Oh, Axel, Axel, Axel...Come hai potuto tradire l'Organizzazione? Pensavo dessi più valore alla tua vita, e alla tua amicizia con Saix. Oh, a quel povero ragazzo si spezzerà il cuore! Oh aspetta...

Lui non ne ha uno!”


Rise sguaiatamente, e Kairi pensò che gli sarebbe piaciuto fargli saltare un dente o due. E poi quale amicizia con Saix? Le uniche volte che li aveva visti insieme quell'uomo spaventoso gli stava dando la caccia!


Non cascarci! Ti sta solo provocando! Pensò, sperando che il messaggio arrivasse all'amico.


“Ancora non hai rinunciato alla tua carriera da cabarettista Xigbar?

Qui nessuno riderà alle tue squallide battute, d'altronde, gli unici a ridere sono quelli che lavorano per te, e non mi sembra di vederne nessuno qui in giro.

Oh, e comunque, il mio nome è Lea. Got it memorized?


“Spavaldo come sempre vedo.”

Appoggiò una mano sul capo della maga, rimasta silenziosa fino ad allora; al suo tocco i suoi tratti si deformarono, l'oscurità l'avvolse distorcendone la figura: era diventata un hertless.


“Anacleto, porta Semola al sicuro!” gridò Merlino, sguainando la bacchetta.

“No Merlino! Io rimango con te! Non vi lascerò qui da soli con questo mostro!!” singhiozzò.

“Kairi!!”

Lea la chiamò. Dalla sua espressione capì che aveva un piano.

“Dobbiamo occuparci dell'heartless per primo! Non so quale sia l'obbiettivo dell' Organizzazione, ma se sconfiggiamo Magò è probabile che Xigbar si ritiri.”


“Ho capito!”

La ragazza si voltò verso l'anziano stregone e gli rivolse un'occhiata decisa.

“Merlino lascialo a noi!Siamo i prescelti del keyblade, è il nostro dovere occuparci di questi mostri;

tu proteggi Artù !”

“Ma!”

“Merlino” occhi azzurri come il cielo e profondi come lo spazio “per favore.”


Lui sospirò.

“E va bene! Questi giovani d'oggi...ma lasciate che vi curi con la mia magia: durante il combattimento non avrete tempo di farlo da soli!”


“Gotcha!!”


Lea lanciò una coltre di fiamme contro Magò, colpendola a quella che sembrava una zampa.

Il mostro ruggì e cercò di artigliarlo, ma Kairi usò un incantesimo che fece crescere degli enormi rampicanti che le bloccarono il braccio. L'heartless iniziò a contorcersi gridando e con un rumore agghiacciante due enormi ali demoniache sbucarono sulla sua schiena; le sbattè con forza alzando un vento travolgente; la castana chiamò ancora in suo aiuto la vegetazione, costruendosi un tunnel fino al nemico e iniziando a colpirlo alle caviglie.

All'improvviso si sentì sollevare e le radici del suo rifugio si sradicarono di botto.

Magò la stringeva in una morsa soffocante e l'aveva portata all'altezza di un muso da rettile.


“Kairi!!” Lea provò a raggiungere il braccio della bestia ma i suoi colpi non riuscivano a farle mollare la presa; Kairi cercò di divincolarsi scalciando e gridando invano.

“Lasciala andare brutta strega!!”

Un piccolo fringuello saettò addosso al mostro, beccandogli gli occhi; esso emise un grido straziante e mollò la ragazza, che cadde a terra dove Merlino aveva fatto comparire un materasso.

Il giovane volò al sicuro approfittando della cecità di Magò, ritornando sul cappello del mago.


Dovevano agire subito! Kairi pronunciò un incantesimo di paralisi trasformando le gambe dell'heartless in radici, Lea invece evocò un turbine di fuoco che lo avvolse mentre danzava intorno al mostro che, divorato dalle fiamme ruggiva.

Era il momento dell'attacco finale!

Saltò più in alto che potè sferrando un micidiale fendente!


Come a rallenty, il mostro cadde all'indietro facendo tremare il terreno, e si dissolse in tanti fiotti oscuri.


Kairi si voltò ansimando.

Insieme a Magò anche Xigbar era scomparso.

Sentiva il sudore colarle sul viso e il cuore pompare adrenalina nelle sue vene. Era coperta di polvere ma non aveva nessuna ferita, grazie alla magia di Merlino.

Sembravano stare tutti bene.


“E'...è scomparsa.”

Artù volò sulla spalla della ragazza, asciugandole il volto con le piume soffici.

“Si...”La vittoria lascia un sapore amaro in bocca.


“Un nessuno, così come un heartless, è un essere vuoto perciò, alla sua morte, non può fare altro che svanire e diventare nulla.”

Lea fissava il fumo nero salire verso il cielo, le iridi smeraldine perse nell'orizzonte.

“Ma, se il loro cuore viene aperto, essi possono tornare ad essere interi, e riacquistare il proprio cuore. Anche se solo un maestro del keyblade è in grado di fare ciò.”

Kairi deglutì.

“Torniamo al castello.”




“Su, mangiate ragazzi. Dopo questa brutta avventura, un bel thè caldo è quello che ci vuole!”

Merlino stava versando il liquido ambrato nelle tazze di tutti.

Aveva apparecchiato un piccolo tavolino nella torre, e si stavano rifocillando in silenzio.

Artù fissava i due ragazzi con gli occhi spalancati e non proferiva parola.

La loro copertura era saltata: li aveva visti usare il keyblade. Non che fosse un problema certo, ma la situazione era incerta, nessuno sapeva cosa dire.

Tranne Anacleto che aveva sempre da ridire su qualcosa, come il thè troppo caldo, i biscotti troppo duri eccetera eccetera...


“Voi due siete cavalieri?”

Coff coff! Aiut...ahahah...non respiro...cof, cof!!”Lea si strozzò con i biscotti, iniziando a ridere.

“Lea insomma!!” Kairi gli battè la mano sulla schiena e gli infilò a forza il suo thè in bocca, più che altro peggiorando la situazione.

“Oh, be...più o meno.” rispose sorridendo mentre teneva fermo il rosso con tutta la sua forza.

“Kairi !Glu glu lasciami!!”

“Non avevo mai visto una donna cavaliere prima d'ora.”

“Oh, ma ce ne sono! Ehm, se non sbaglio le chiamano amazzoni!”

“Che forza!” sospirò sognante Artù. Lea aveva uno strano colorito violaceo e finalmente la castana si ricordò di lasciarlo andare.

“Mi piacerebbe essere un cavaliere! Andare all'avventura, uccidere draghi!”

“E perché no?” ammiccò.

“Perché io sono solo un orfano.” Sembrò perdere tutto il suo entusiasmo.

“E un cavaliere deve avere sangue nobile.”

Kairi gli mise una mano sulla spalla.

“Artù, quello che hai fatto la fuori, quando mi hai salvata dal drago, è stato il gesto più nobile che io abbia mai visto: non da cavaliere, ma da eroe.

“Lo pensi davvero?”

“Certo ragazzo!” Merlino si avvicinò e lo guardò paterno.

“La nobiltà è un valore dell'animo, non è decisa dalle tue ricchezze ma da ciò che hai dentro.”

Il biondo sorrise.

“Detto ciò; Lea, Kairi, avete dimostrato grande coraggio e abilità e una profonda conoscenza degli incantesimi. Non potrei essere più fiero di voi.”

Si guardarono.

“Questo vuol dire...che siamo promossi?”

Il vecchio sorrise con gli occhi.

“A pieni voti.”


“Evviva!! Ce l'abbiamo fatta! Ce l'abbiamo fatta!!” la castana saltellò euforica, aggrappandosi al collo di Lea.

“Ce l'abbiamo fatta!!”

Lui ghignò.


“Ho ricevuto un messaggio da Yen Sid ieri.” Merlino ora era serio. “Dice che quei teppisti, ehm, com'era? L'associazione tredicesimo, la confraternita dei tredici? I tredici organizzatori?”

“L'organizzazione XIII?”

“Oh, si! Proprio quella! Ecco, l'Organizzazione XIII sta tramando qualcosa, e visto che sia Sora che Riku sono in missione, ha bisogno di voi per risolvere la faccenda.”

“Questo vuol dire...che devono andare via?” chiese triste Artù.

Lea si inginocchiò davanti al ragazzo e gli scompigliò i capelli.

“E si, il dovere ci chiama. Ma non ti preoccupare, finchè ci ricorderemo gli uni degli altri, rimarremo amici e saremo sempre legati.”

Kairi annuì.

“Torneremo a trovarti, e per allora farai meglio ad essere diventato un cavaliere provetto!”

“Eh, io?Un cavaliere?”

“Perché non un re?” disse Lea “Io ti ci vedrei.”

Il ragazzo arrossì e farfugliò qualche scusa, dicendo ma no è impossibile e agitando le mani.

Allora ridendo, Lea e Kairi evocarono i keyblade e li puntarono al cielo che si riempì di luce.


“A presto amici, ci rivedremo senzaltro!”


E così scomparvero nel bianco accecante, partendo alla volta del palazzo di Yen Sid.







Angolo dell'autrice


Oh, mio Dioooo! Non posso crederci siamo già al 4 capitolo!! Com'è possibile che io ci metta così tanto tempo a scrivere capitoli così corti!?

Vabbè guarda, lasciamo stare.

Confesso che questo capitolo è stato abbastanza difficile da scrivere, non so se mi è venuto bene...

L'Organizzazione XIII è tornata all'attacco con un nuovo piano, forse, più o meno.

Dal prossimo capitolo compaiono i nostri cari cattivoni e le cose si faranno più complicate, almeno lo saranno per me da scrivere.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia tenuto un po' col fiato sospeso, un po' vi abbia divertito .

   
 
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