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Autore: Signorina Granger    05/04/2017    5 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Agli occhi di molti la Cimmeria Academy è solo l'ennesima scuola privata, con le sue divise perfette e i suoi brillanti e ricchi studenti. La scuola ospita i figli delle più influenti e importanti famiglie di tutto il mondo, i ragazzi più promettenti e destinati a ricoprire ruoli di spicco nella società, come i loro genitori.
Ma mai giudicare un libro dalla copertina: la Cimmeria è molto di più e nasconde dei segreti, come alcuni suoi studenti già sanno... e presto anche altri se ne renderanno conto.
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Night School '
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Salve! Mi sono ritagliata un po’ di tempo… quindi eccomi qui. 
Allora, a questo punto la storia è a metà passata, quindi vi metto un piccolo “calendario”:
 
-    15 Settembre: Primo giorno di scuola alla Cimmeria    
-    19 Settembre: Partita notturna, Jude vede Isabelle dirigersi verso la Cappella ma lei si rifiuta di dargli spiegazioni    
-    31 Ottobre: prima del Banchetto di Halloween Alastair trova Jackson morto nelle ex cantine dove la NS si allena 
-    21 Novembre: Etienne e Alexandrine vengono uccisi, la colpa viene addossata al ragazzo 
-    21 Dicembre: Ballo d’Inverno, Alastair viene ucciso 
-    9 Gennaio: Isabelle viene avvelenata ma non muore grazie a Jude, al quale rivela di agire per conto di suo zio che vuole che lei gli dia qualcosa all'interno della scuola 
-    30 Gennaio: Francisca per poco non muore nel Lago, fatta addormentare con un incantesimo ma viene salvata da Phoebe 

Mi sembra che gira e volta gli eventi più importanti siano questi… detto ciò, buona lettura!









Capitolo 25



 
Venerdì 18 Febbraio 

  
“Vuoi spiegarmi una buona volta perché mi eviti da giorni? Credevo stessimo facendo passi avanti, invece sembra che tu stia tornando indietro!” 
  
“Io non ti evito!”  
“Isabelle. Sono Jude Verrater, non il primo idiota che passa… so quando qualcuno evita qualcun altro!” 
 
Jude sbuffò, incrociando le braccia al petto e osservando la ragazza con cipiglio torvo. Isabelle, che gli stava davanti nel bel mezzo del corridoio e teneva tra le braccio un carico di libri, sbuffò e fece per superarlo e andarsene… ma il ragazzo si mosse simultaneamente e le bloccò la strada, facendola sospirare:

“Jude, levati! Questi libri pesano e mi stanno per cadere su un piede!” 
“Va bene.” 

Jude allungò le mani e le prese i libri dalle mani, senza muoversi di un millimetro e rivolgendole un mezzo sorriso:

“Ecco, ora puoi parlare.” 
“CRETINO.” 
“Vedo che sei in vena di complimenti Van Acker. In ogni caso… si può sapere perché mi eviti da quando Francisca è quasi morta?” 

Il tono del ragazzo era piuttosto accusatorio e Isabelle sbuffò, abbassando lo sguardo sui propri piedi mentre pensava a qualcosa da inventarsi. 
Ma non le veniva in mente proprio niente, così in quello che in seguito avrebbe descritto come un “attimo di follia”, decise di borbottare ciò che più si avvicinava alla verità:

“Mio zio mi ha fatto qualche domanda su di te… e non vorrei che morisse qualcun altro, Francisca ha già rischiato abbastanza.” 
 
Isabelle non ottenne risposta e alzò lo sguardo, pronta a subire le risatine del ragazzo e qualche sottile presa in giro… Jude invece la guardava con aria vagamente confusa, mentre il suo cervello si era improvvisamente resettato:

“Van Acker… stai dicendo che ti preoccupi per me?”  
No!” 
“Si invece!” 

“E invece no!” 
 
Isabelle incrociò le braccia al petto, distogliendo lo sguardo dal ragazzo mentre un’ondata di calore le faceva intuire di essere appena arrossita.
 
Maledizione, non c'è un incantesimo per controllarlo?

“Naturalmente mi sento onorato Isabelle, ma non preoccuparti, ho affrontato di peggio in passato.” 
“Cioè?” 
“Niente che al momento conti. Cosa ti ha chiesto su di me tuo zio?” 

“Dopo che hai impedito che morissi mi ha chiesto come ti chiamassi, credo si ricordi di te dal Ballo.”   Isabelle si strinse nelle spalle, continuando a tenere gli occhi verdi fissi sui piedi del ragazzo. Jude invece non disse nulla per un attimo, esitando prima di annuire: 

“Si, beh, comunque hai ragione, questi libri pesano… prego, tienili!” 

Jude sorrise e glieli mise di nuovo tra le mani, facendola sospirare leggermente: 

“Non ti offri gentilmente di portarmeli tu fino in Biblioteca?” 
“No, devo andare a dare da mangiare ad Atropo.” 
“Sei un pessimo gentiluomo, sai?”  

Isabelle sbuffò mentre il ragazzo girava sui tacchi e si allontanava ridendo prima di alzare una mano e rivolgerle un cenno di saluto: 

“Tanto meglio allora, perché non sono un gentiluomo Van Acker!” 
 
 
                                                                                       *
 
“Come mai hai quella faccia da ebete?” 
“Io? Disse quello che svolazzava a mezzo metro da terra ogni volta in cui guardava Francisca Lothbrock…” 

“Appunto, so di cosa parlo! C'è qualcosa sotto…” 

Adrianus rivolse al compagno un’occhiata sospettosa, guardandolo spalmare una quantità industriale di marmellata dentro una brioche. Lo vedeva così allegro solo quando aveva un grosso, succulento segreto tra le mani… che fosse quello il caso? 
O magari differente? 

Insomma, sembrava quasi che Jude stesse per mettersi a fischiettare…

“Jude, davvero, la tua faccia è inquietante. Che ti succede?” 
“Niente. Solo solo di buonumore!” 

“Strano, se non sapessi che è impossibile direi che sei innamorato!” 

Adrianus sghignazzò, aspettandosi di ricevere una fetta biscottata tra i capelli, una maledizione o un commento ironico… ma non arrivò proprio niente in risposta alle sue parole e l’ex Corvonero si voltò verso l’ex Serpeverde, guardandolo con gli occhi fuori dalle orbite:

PER LE MUTANDE DI PRISCILLA! DI CHI DIAMINE SI TRATT-“
“Stebbins, ti assicuro che mi stai parecchio simpatico, ma abbassa la voce o ti mostrerò come ci hanno insegnato l'anno scorso ad uccidere qualcuno usando una cravatta.” 

 
                                                                                          *

 
Sabato 19 Febbraio 


I secondi passavano, eppure nulla sembrava cambiare con il trascorrere dei minuti: intorno a lei era tutto immobile, in silenzio. L'unico rumore era sempre lo stesso, il ticchettio snervante delle lancette. 
 
L'orologio era lì, davanti a lei, quello che aveva usato milioni di volte. Ma dall’altra parte del tavolino dove era stata appoggiata la scacchiera con i pezzi in avorio di Alastair non c'era nessuno. Il vuoto. 

Isabelle guardò la scacchiera, chiedendosi cosa fare. 
Le avevano insegnato, tanto tempo prima, che gli scacchi non erano soltanto un gioco. 

Gli scacchi sono una guerra, Isabelle 

Così diceva suo padre, quando era piccola e guardava lui e suo zio giocare… e poi aveva imparato anche lei, così in fretta da lasciare stupiti entrambi.

Già, una guerra… uno scontro dove non bisognava solo muovere quelle pedine, ma prevedere le mosse dell’avversario. Logica, strategia. 

Ma come poteva prevedere una mossa, se non sapeva nemmeno contro chi stava giocando? 


“Tu cosa faresti?” 
“Io mi sbrigherei.”  
“Non sto parlando con te! Si può sapere perché ci sei sempre anche tu, piuttosto? Vorrei stare da sola con Al, se non ti dispiace!”   Isabelle sbuffò e lanciò un’occhiata torva in direzione di Jackson, che le sorrise prima di avvicinarsi alla scacchiera è chinarsi leggermente, mettendole una mano sulla spalla:

“Scusa, il mio lavoro qui non è ancora finito, temo. E non ti lascerò in pace prima di allora. Coraggio Belle, sai cosa fare infondo.” 
“No, non lo so.” 
“Io penso di sì… altrimenti non so se io lo direi, non credi?” 

Jackson sorrise e Isabelle sospirò, voltandosi verso l'amico per guardarlo con una nota quasi implorante negli occhi chiari:
 
“Jax, ti prego… dove devo cercare? Non so più dove sbattere la testa. La scuola è troppo grande, troppo antica. Come faccio a trovare qualche segno?” 

“La scuola è grande, è vero. E proprio per questi i segni sono tanti… guardati intorno Belle, la risposta è ovunque.” 




Isabelle si ritrovò a fissare il soffitto della sua camera, la voce di Jackson era ormai solo un ennesimo ricordo. Era morto da mesi ormai, ma ricordava ancora così bene la voce di quel ragazzo... forse perché l'aveva sognato molto spesso, anche se non l'aveva mai detto a nessuno, nemmeno a Phoebe. 

Spesso le capitava di svegliarsi e di non ricordare più ciò che aveva appena sognato… ma non era quello il caso. Ricordava proprio tutto…

La risposta è ovunque intorno a te

Cosa doveva voler dire? L'ennesima domanda a cui non sapeva rispondere. 

Sospirò e si tirò a sedere per alzarsi, infilarsi la divisa blu e bianca al volo per trascinarsi di sotto e fare colazione. Un’altra settimana era praticamente giunta al termine… Febbraio era volato, anzi: anche Gennaio era passato molto in fretta, a volte le sembrava che Alastair fosse morto solo un paio di giorni prima. 

Si abbottonò rapidamente la camicia bianca con lo stemma della scuola prima di infarcisci sopra il blazer blu, chiedendosi come avrebbe trascorso le settimane successive: sarebbero volate anche quelle? La fine dell'anno scolastico si stava lentamente avvicinando, dopotutto… e quel pensiero fisso era sempre lì, lampeggiante in un angolo della sua testa per tormentarla in ogni momento, anche – o specialmente – quando dormiva. 

Sbuffò leggermente e, presa la borsa già pronta con i libri, lanciò un’ultima occhiata alla finestra chiusa prima di avvicinarsi alla porta della camera: le aveva fatto visita di rado nell'ultimo periodo. Non sapeva ancora se fosse un cattivo segno o meno. 
 

                                                                                       *



Domenica 20 Febbraio, 8:30



Quando aprì gli occhi rimase perfettamente immobile, vigile e rigido per qualche istante, deglutendo a fatica mentre i ricordi del sogno da cui era appena uscito iniziavano già a confondersi nella sua testa.
Ci mise qualche secondo, ma poi realizzò con sollievo che aveva solo sognato… e che si era svegliato. Era ancora alla Cimmeria, in Inghilterra. Era lontano dalla sua famiglia, da sua nonna in primis.

Con un lieve sospiro di sollievo si tirò a sedere sul letto, voltandosi verso la lettera che era aperta e abbandonata sul comodino. L'aveva letta prima di dormire… e chissà, forse proprio per quel motivo aveva sognato sua nonna. La lettera ovviamente non glie l'aveva scritta lei ma suo padre, ma evidentemente anche sentir solo parlare della sua famiglia, della loro “attività” lo condizionava e lo portava a pensare a lei, anche solo inconsciamente. 

Sbuffò leggermente, dicendosi di non pensarci mentre si alzava di malavoglia dal letto, spinto a farlo solo dalla fame che sentiva.
Chissà se prima o poi avrebbe smesso di pensare a loro… forse tutti quei recenti avvenimenti alla Cimmeria lo stavano condizionando? 

Sapeva che a tenere sotto torchio Isabelle era suo zio, naturalmente… ma ogni tanto continuava comunque a chiedersi se non avesse a che fare con la sua famiglia. 
Per un attimo ripensò ad Alastair Shafiq, alla sua morte crudele quanto teatrale. 

E sorrise, mentre s’infilava la camicia bianca della divisa, con lo stemma della Cimmeria cucito all'altezza del cuore: si, era tremendamente nel suo stile. 
 
    
                                                                                     *


Giovedì 24 Febbraio, 24:00


Isabelle quasi correva, camminando a passo spedito sul tappeto che fortunatamente ammortizzava il rumore dei suoi passi. 
Un incontro era appena concluso, ma lei non era affatto andata a dormire… no, si era diretta invece verso l'ala ovest dell’edificio, quello dove vivevano gli insegnanti. E dove, in una delle vecchie aule, si teneva periodicamente l'incontro con tutti i membri del Consiglio e gli insegnanti. 

Incontro che era appena concluso, visto che, seminascosta dietro un arazzo, poteva chiaramente vedere molte facce note passarle davanti. Isabelle però cercava qualcuno in particolare, e solo quando vide quella familiare chioma di lisci, lucidi, capelli brizzolati abbinati ad una carnagione olivastra si azzardò a parlare a bassa voce, scivolando fuori dal suo nascondiglio:

“Zio.” 

L'uomo si voltò di scatto, rilassandosi e sorridendole prima di parlare con il tono affettuoso e pacato con cui le si rivolgeva sempre:

“Ciao tesoro… ancora sveglia? Immagino che un incontro sia appena finito.” 
“Si. Ma volevo salutarti.” 

Isabelle abbozzò un sorriso, sinceramente felice di vedere Morgan Shafiq mentre gli si avvicinava, abbracciandolo e appoggiando con sollievo il capo sulla spalla dell'uomo, lasciandosi avvolgere sia dal suo profumo familiare che dalle sue braccia.  

“Come stai Isabelle?” 
“Me la cavo. Tu invece, come stai zio?” 
“Me la cavo.” 

Le sorrise debolmente, e ancora una volta Isabelle si ritrovò a chiedersi come fosse possibile che due paia d’occhi si somigliassero così tanto. L'aveva sempre pensato, ma fino ad un paio di mesi prima non aveva mai fatto male. 

La ragazza sciolse lentamente l'abbraccio per poter guardare meglio l'uomo in faccia, parlando a bassa voce e sentendosi leggermente a disagio:

“In realtà… io dovrei chiederti una cosa.” 
“Lo sospettavo. Beh, dimmi pure… qualunque cosa per la mia figlioccia, lo sai.” 

Morgan sorrise, infilandosi le mani nelle tasche degli eleganti pantaloni neri prima che Isabelle parlasse, leggermente a disagio per ciò che stava per chiedergli:

“Io… vorrei che tu facessi qualche ricerca per me. Su delle persone. È un problema?” 
“Vedrò che posso fare. Ma perché me lo chiedi? Vorrei saperlo se tu fossi nei guai tesoro. E anche tuo padre.” 

Morgan assottigliò lo sguardo, guardandola con una vena leggermente preoccupata mentre la ragazza si affrettava a scuotere il capo, non volendosi dilungare in spiegazioni:

“No, va tutto bene. Non preoccuparti per me.” 
“Ok… mi raccomando però. Ad ogni modo, su chi devo far fare ricerche?” 

“Non ho un nome in particolare, solo un cognome. Verrater.” 


                                                                                   *


 
Lunedì 28 Febbraio 



"Che pessima cera!” 

“Grazie Phoebe. È lunedì, non sono nemmeno le 8 e tu inizi la settimana dicendo che sono orribile. Sei di grande conforto.” 
“Scusa, ma hai una faccia da funerale… hai dormito?” 

“No.” 
“Come mai?” 
“Non lo so, mia sono rigirata nel letto per ore!” 

Isabelle sbuffò, lasciandosi scivolare sulla sedia accanto a quella dell'amica con un’espressione piuttosto torva stampata iin faccia. In quello stesso istante fece la sua comparsa anche Faye, che sorridendo si avvicinò alle due e prese posto allo stesso tavolo delle amiche con una faccia perfettamente riposata e truccata:

“Buongiorno fanciulle. Che pessima c'era!” 
“Io cambio tavolo.” 

“No, non occorre… ma tieni questa, ti servirà.” Né Phoebe né Isabelle seppero bene come o da dove, ma Faye tirò fuori della cipria e la passò all’amica, invitandola ad usarla. 

“Avere delle amiche come voi rende la mia vita meravigliosa.” 
“Grazie Belle, lo sappiamo.” 
“Sai Bibi, credo che fosse ironica…” 
“Lo so, ma mi diverte prenderla in giro quando è scontrosa!” 


                       

Nel frattempo, qualche tavolo più in là, Camila si stava quasi appisolando sulla spalla di Mathieu, che invece borbottava qualcosa sul fatto che il weekend durasse sempre troppo poco per i suoi gusti. 

“Frankie, mi pass quei biscotti?” 
“Ma non puoi prenderli da solo?” 
“Lo farei, ma ho qualcuno che mi impedisce di usare il braccio!” 

Mat sbuffò e accennò all’americana, che tenendo ancora gli occhi chiusi con ostinazione borbottò qualcosa a mezza voce:

“Smettila di lamentarti Mat, voglio dormire.” 
“Fattene una ragione, abbiamo lezione tra neanche venti minuti… ma perché sei così stanca?” 

“Siamo state alzare a chiacchierare fino a tardi…” 
“Ah, ecco. Steb, che hai da ridere?” 

Alle parole del francese Francisca si voltò verso il fidanzato, che stava effettivamente sogghignando. Peccato che i suoi occhi chiari non fossero rivolti ai compagni seduti al suo stesso tavolo, bensì a qualcun altro. L’ex Corvonero si affrettò però a voltarsi verso l'amico, sorridendogli con fare angelico:

“Niente, mi diverto solo a prendere in giro qualcuno.” 
“Davvero? Chi?” 
“Non occorre che tu li sappia Frankie… ti basti sapere che è l'ultima persona che avrei mai pensato di poter deridere, un giorno.” 


Adrianus sorrise con l'aria di chi la sa lunga prima di allungare la mano verso una fetta di pane, limitandosi a strizzare l'occhio in direzione di Francisca senza aggiungere altro. 


                                                                               *


Jude fulminò Adrianus Stebbins con lo sguardo, promettendogli silenziosamente vendetta per tutte le occhiate divertite e le risatine che gli rivolgeva nell'ultimo periodo, da quando aveva sollevato la teoria “Verrater innamorato”. Mentre cercava un posto dove sedersi l'occhio gli cadde come attirato da una calamita su Isabelle Van Acker, seduta come sempre con le sue amiche… ma la ragazza sembrava piuttosto immusonita, in silenzio e apparentemente pensierosa mentre mangiava un enorme panino alla Nutella. 

Poteva forse perdere l'occasione di prenderla in giro e divertirsi? Naturalmente no…  così puntò dritto verso di lei, stampandosi il suo sorrisetto mellifluo più irritante mentre Isabelle, accorgendosene, sospirava e si chiedeva perché non ci si potesse Smaterializzare all'interno della scuola. 

“Ciao Van Acker! Che muso lungo!” 
“Se sento qualcun altro dire che sono orrenda questa mattina, giuro che diventerò tremendamente perfida. Verrater, gira al largo, non ho la forza di sopportarti.” 

Jude fu tentato di dirle che lui non la trovava per niente orribile, anzi… ma cambiò idea all’ultimo e le sorrise di nuovo, sempre più divertito:

“Lo so che infondo mi adori Van Acker!” 
“Ma non dire assurdità.” 
“Come sei scorbutica questa mattina… hai le tue cose?” 

“VERRATER VATTENE IMMEDIATAMENTE! Anzi no, me ne vado io.” 

Faye si trattenne con molta fatica dal ridere mentre Isabelle, fulminando Jude con lo sguardo, si alzava e se ne andava insieme alla sua borsa e al suo panino. 

“Jude, sei tremendo. Lasciala stare!” 

“Ma io non ho detto niente di male!”    Jude sfoggiò il tono più angelico che gli riuscì, guadagnandosi comunque un’occhiata eloquente da parte di Phoebe che si alzò per seguire l'amica:

“Certo… ma stai attento, se si potesse uccidere con lo sguardo saresti già morto. Perché quando vedi che è nervosa vieni sempre a romperle le scatole?” 
“Ma è proprio questa la parte divertente… anzi, ora vado a cercarla, non ho ancora finito. Ci vediamo in classe!” 


Jude sorrise e, superata Phoebe, ignorò la colazione per inseguire Isabelle fuori dalla Sala. In realtà voleva anche chiederle se ci fossero stati sviluppi, ma tanto valeva approfittarne anche per divertirsi. 

Phoebe invece si fermò, indecisa sé seguirlo e impedire all'amica di commettere un mezzo omicidio o lasciarlo fare… ma alla fine optò per la seconda, sorridendo leggermente e sedendosi di nuovo. 

“Sai, andrei a fermarlo… probabilmente un paio di mesi fa l'avrei fatto. Ma dopo quello che mi ha detto Isabelle sulla sua Amortentia… credo che lo lascerò fare.”
“Sei diventata una fan di Jude Bibi? Non me lo sarei mai aspettata!” 

“Una fan? Oh, no… ma voglio bene a Belle, e dopo che ha perso Al e quello che sta passando voglio che stia bene e che sia felice. Tutto qua.” 

“Come sei saggia… come mai siamo amiche, io e te?” 
“Senza di me tu faresti cazzate dalla mattina alla sera… e senza di te io sarei sempre in tremendo ritardo.” 


                                                                                        *


Aveva le gambe più corte delle sue, ma non si poteva dire che fosse lenta… Jude sbuffò, camminando con lunghe falcate mentre si guardava intorno, cercando la sua vittima preferita. 

Quando la trovò, appoggiata al muro accanto alla porta dell'aula di Pozioni, un sorrisetto si fece largo sul volto sottile del ragazzo mentre le sii avvicinava trotterellando:

“Jude, cosa sei, una persecuzione?” 
“Se anche fosse, non sono la peggiore che devi sopportare al momento… in effetti, oltre a prenderti in giro, volevo sapere se hai più saputo nulla da tuo zio. E magari mi dirai anche cosa devi cercare per conto suo. Tirarti fuori le informazioni è più difficile di cacciare una lepre.” 

In realtà aveva visto poco suo zio di recente… ma più di una volta lui le aveva chiesto di Jude, se sapesse qualcosa su di lui. E suo malgrado lei si era ritrovata ad ammettere che no, della sua vita prima della Cimmeria non sapeva praticamente nulla… nessuno sapeva di preciso perché avesse cambiato scuola in effetti. 


“Non serve che tu lo sappia.” 
“Ti potrei aiutare, Van Acker, quando lo capirai?” 
“Te l’ho già detto, devo farlo da sola… non voglio mettere nei guai nessun altro.” 

“Il tuo attaccamento nei miei confronti mi commuove, ma la tua testardaggine è sconvolgente.” 

Jude inarcò un sopracciglio, guardandola quasi come se la ritenesse senza speranza. Isabelle però si strinse nelle spalle, sorridendo debolmente a sua volta:

“Anche il tuo attaccamento mi commuove Verrater. Nessuno si sta interessando a tutto questo come te.” 

“Non farti strane idee Isabelle, non mi preoccupo per te.” 

Sbuffò, sforzandosi di convincere non solo la ragazza che gli stava di fronte, ma anche se stesso. Perché sì, lui pensava a se stesso. Non voleva certo tirare le cuoia come Shafiq o Jackson… e poi voleva capire se c'era davvero la sua famiglia o meno dietro a quella storia. 


“Come ti pare.” 
“Non usare quel tono da saputella Isabelle, dico sul serio!” 


Jude la guardò male, facendola ridacchiare di riflesso. Forse non ci credeva… e neanche lui, in effetti. 


                                                                                   *


Sebastian si passò una mano tra i capelli vagamente arruffati, sbuffando sommessamente mentre si trascinava verso l’aula di Pozioni. 
Stava pensando a quanto non vedesse l'ora che arrivassero le vacanze di Pasqua mentre svoltava l'angolo, arrivando finalmente al corridoio giusto. 

Il ragazzo si fermò all’improvviso, allontanando la mano dai suoi stessi capelli mentre si bloccava di colpo, smettendo di pensare per qualche istante. 
Rimase in perfetto silenzio mentre i suoi occhi chiari erano fissi sulle uniche due persone presenti, oltre a lui… Gli dava le spalle, ma riconobbe comunque Jude. E stava parlando con Isabelle, tenendo entrambe le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni blu. 

Spostò gli occhi su di lui, guardandola tenere le braccia conserte… ma non sembrava particolarmente nervosa o irritata. No, aveva un piccolo sorriso stampato sul viso mentre guardava Jude, come se gli avesse appena detto qualcosa che l'aveva fatta ridacchiare. 


Esitò per un attimo, restando fermo a guardarli prima di muoversi, avvicinandosi ai due.

“A quanto pare non sono l'unico ad essere in anticipo.” 

Sentendo quella voce entrambi si voltarono, mentre Isabelle tornava improvvisamente seria e impassibile come sempre e le sue braccia scivolavano lungo i fianchi, limitandosi a scrollare le spalle:

“Io sono andata via prima per fuggire da Verrater, ma mi ha trovata lo stesso.” 

Sebastian spostò gli occhi dalla ragazza per posarli su Jude, che lo stava osservando di rimando con attenzione, come se stesse cercando di capire qualcosa. 
Bas inarcò un sopracciglio di riflesso, come a volergli chiedere cosa volesse prima che Jude distogliesse lo sguardo, puntandolo di nuovo su Isabelle:

“Si, beh, non mi faccio mai sfuggire niente, lo sai. Te compresa.”
“Ci mancherebbe altro. Altrimenti non ti chiameremmo l’Oracolo.” 

A Sebastian scappò un lieve sorriso alle parole di Isabelle, che fece spallucce mentre anche Jude sorrideva di nuovo, guardandola con cipiglio divertito:

“Si, lo so che tu e Selwyn mi chiamate così. Vedi? A me non sfugge nient-“

“Si si abbiamo capito, tu vedi tutto, sai tutto, senti tutto eccetera eccetera, ormai lo sanno anche i muri!” 


                                                                                              *


“Selwyn! Selwyn!” 
“Sh!” 
“Selwyn, ascoltami! Ho una proposta da farti.” 

Phoebe si voltò verso Jude, osservandolo con aria dubbiosa: non sapeva se scappare, nascondersi o ascoltarlo. Vedendo però che la ragazza non si muoveva Jude sorrise con aria compiaciuta, parlando di nuovo a bassa voce mentre fingeva di prendere del sangue di Salamandra dal banco di Faye:

“Senti… se ti do una mano con la Pozione mi diresti una cosa?” 
“Dipende. Cosa vuoi sapere?” 
“Prima stavo parlando con Isabelle ed è arrivato Ryle. Mi è sembrato poco contento di vederci insieme… e io non sbaglio mai. È da un po’ che penso che a lui piaccia Isabelle, è vero?” 

“E io che pensavo che ormai lo sapessero anche i quadri… Jude, mi deludi.”  Faye scosse il capo, guardandolo con un piccolo sorriso stampato in faccia mentre il ragazzo spostava gli occhi su di lei, osservandola con attenzione:

“Sei sicura Cassel?” 
“Certo, è mio cugino. Perché ti interessa?” 
“Già Jude, perché ti interessa? Tu hai qualche teoria Faye?” 

“Non saprei, forse perché infondo Isabelle ti piace molto più di quanto non vorresti dare a vedere…” 

“Ho sentito il mio nome… state confabulando alle mie spalle? Se c'è Jude non mi fido.” 

Isabelle fece capolino in mezzo alle due amiche, osservando tutti e tre con aria piuttosto sospettosa… ma improvvisamente Jude si ricordò di aver lasciato il fornello acceso e fuggì a gambe levate, evitando così di rispondere anche alla provocazione di Faye. 
Phoebe sbuffò, lanciando un’occhiata omicida in direzione del ragazzo per non aver rispettato i patti aiutandola con quel maledetto intruglio… e ancora una volta si chiese perché diceva seguire quello stupido corso. 

                                                 
“Non stavamo dicendo niente Belle, tranquilla. Cercavamo solo di far ammettere a Jude che in realtà è innamorato perso di te.” 

Faye si strinse nelle spalle, parlando con una nonchalance sconvolgente per le parole pronunciate. Inutile dire che Isabelle divenne improvvisamente color ciliegia, balbettando qualcosa di poco comprensibile:

“Cosa? Lui non… io… non dire cretinate, io non gli piaccio… devo andare in bagno!” 

“Il bagno è diventato la meta delle sue fughe di recente, o mi sbaglio?” 

“Già… ma ammettiamolo Bibi, è davvero divertente vederla in difficoltà ogni tanto!” 

                                                                                   

*


“Mi spieghi, una buona volta, PERCHÉ ridi?” 

Mathieu inarcò un sopracciglio, voltandosi verso un Adrianus ridacchiante:

“Niente, è solo che mi sto divertendo molto di recente. Non lo conosci molto bene, ma Jude è la persona che da meno possibilità di essere preso in giro sulla faccia del pianeta. E ora che finalmente posso divertirmi, colgo la palla al balzo” 
“Perché, che ha fatto?” 

“Nulla, non ha fatto nulla… non ancora. Ma spero che la situazione cambi in fretta, mi sembra di guardare una delle soap che segue mia madre!” 
“Non so di cosa tu stia parlando, ma ad ogni modo ti capisco… mia madre ne guardava un sacco! La tua segue Beautiful?” 
“Non me ne parlare, è tutta un Ridge, Brooke, Taylor… Ma i Babbani non hanno altro da fare?” 

“Evidentemente no, shippano coppie a destra e a sinistra e basta… ma lo faccio anche io!” 
“Ah si? E chi?” 
“Ma come chi testa di rapa, io e Camila siamo Team Stenkie!” 

“CHI?” 


                                                                                         













………………………………………………………………………………………….
Angolo Autrice:

Buonasera! Perdonate se il capitolo è parecchio di transizione e non propriamente il massimo, ma ho messo insieme sporadici frammenti scritti nel giro di diversi giorni tra un arco dieci minuti di tempo e l'altro… il prossimo arriverà nel weekend e spero sarà migliore XD 

Devo scappare, ma spero che vi sia piaciuto! 

Signorina Granger 




   
 
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