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Autore: lost in books    06/04/2017    1 recensioni
Una maga dal misterioso passato, un giovane con una missione, un re assetato di potere. Le loro vite si intrecceranno mentre un'antica minaccia incombe sul loro mondo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Per Sandir i giorni nell’accampamento trascorrevano lenti.
Passava il suo tempo ad addestrarsi nell’uso della spada sotto lo sguardo attento di Leon e scontrandosi con lui in combattimenti amichevoli. Il resto del suo tempo lo dedicava a potenziare le sue capacità fisiche. Combattere contro il cavaliere gli aveva fatto capire chiaramente che se non avesse migliorato le sue condizioni fisiche assieme allo studio delle tecniche di combattimento non sarebbe riuscito a mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti, così aveva cominciato a correre appena sveglio per migliorare la sua resistenza  e a svolgere vari esercizi per potenziare i muscoli.
Leon era contento di lui, stava migliorando. Ora non finiva più a terra dopo pochi secondi, anche se ci finiva lo stesso, ed i suoi movimenti erano più fluidi.
Molto presto i bambini dell’accampamento, incuriositi dal giovane di cui conoscevano solo la natura di Darman ma non cosa questo implicasse esattamente , avevano iniziato ad osservare i combattimenti tra di lui e il cavaliere e così maestro e allievo si erano improvvisamente  ritrovati con un pubblico. Dopo qualche sessione di allenamento, che tenevano tutte le  mattine e i pomeriggi, alcuni dei bambini avevano cominciato a fare un vero e proprio tifo per lui, lasciandolo completamente di stucco e divertendo il cavaliere.
In quei giorni di duro allenamento, Sandir aveva avuto modo di conoscere Serena, visto che gli capitava spesso di farsi male, specialmente durante le prime sessioni.
La prima volta che si era procurato una brutta ferita al braccio sinistro Leon lo aveva accompagnato dalla donna nell’infermeria, dove Sandir aveva incontrato per la prima volta la migliore amica del suo insegnante.
Era rimasto subito stupito dal modo in cui lo trattava: aveva pensato che anche se i bambini non lo  avevano consideravano come la maggior parte degli adulti dell’accampamento, chiunque altro lo avrebbe trattato come era solito fare con la sua gente. Al contrario, invece di diffidenza e timore, nello sguardo della donna aveva trovato solo un caldo sorriso e gentilezza incondizionata.
Sandir si ritrovò a pensare a quanto fosse fortunato Leon ad avere una persona come Serena accanto, era quasi geloso della loro complicità, lui ormai non poteva più contare su qualcuno allo stesso modo. Quando Serena gli raccontò cosa era successo nel loro passato però qualunque sentimento di gelosia venne spazzato via e capì perché fossero così legati. Ma così venne anche a sapere chi fosse veramente la donna e si ritrovò in un profondo imbarazzo dato che non aveva fatto altro che parlarle in maniera informale da quando l’aveva conosciuta, cosa che però scoprì subito non le arrecava alcun disturbo, visto che, a suo dire, preferiva essere trattata come chiunque altro.
I due divennero presto amici, cosa semplice visto che ormai il giovane era diventato un frequentatore abituale dell’infermeria e, con la sua amicizia con la donna, anche le altre persone dell’accampamento cominciarono a rivolgergli la parola. In fondo Serena piaceva a tutti, per una sorta di sua capacità innata, e visto che lei lo trattava normalmente e addirittura si comportava in modo amichevole nei suoi confronti, allora questo venne visto come una sorta di segnale per gli adulti sul suo non essere pericoloso.
La sua vita era caduta in mille pezzi per colpa della missione ma ora sempre a causa sua aveva trovato due nuovi amici. Era quasi ironico.
 
Gli allenamenti non erano l’unica cosa di cui doveva preoccuparsi. Tutti erano in fibrillazione per i preparativi per la missione che attendeva lui e i suoi due compagni di viaggio.
Mentre lui era occupato ad allenarsi, la gente nell’accampamento si era prodigata a preparare provviste per il viaggio che li aspettava e dei vestiti adatti a svariati giorni di cammino.
In quei giorni non aveva avuto modo di vedere Iliana: lui era impegnato con gli allenamenti mentre lei era intenta ad altre occupazioni. Era sempre nella sua tenda e usciva solo per prendere una boccata d’aria fresca, quindi l’aveva vista solo di sfuggita e se lei si accorgeva di lui tornava subito dentro. Forse ora era lui quello che le piaceva di meno rispetto a Leon.
Aveva scoperto tramite Serena che la maga era intenta a preparare degli artefatti magici per aiutarli durante il viaggio. Aveva inoltre saputo sempre da lei che uno spirito elementale del vento si era recato nel loro accampamento a consegnare oggetti magici e materiali per la creazione di artefatti direttamente dalla Torre dei maghi. Lei gli aveva spiegato che c’erano degli spiriti, anche se pochi, che si erano impegnati attivamente per aiutare la Resistenza e alcuni di loro si occupavano di aiutare a trasportare materiali utili provenienti specialmente dai maghi loro alleati o per altri incarichi come la protezione delle basi fisse della Resistenza. Uno spirito del vento per esempio, era l’ideale per trasportare oggetti senza farsi vedere visto che poteva volare, ed era proprio uno di loro che aveva portato ciò di cui Iliana aveva bisogno per lavorare.
Per la gioia di Serena, Iliana le aveva chiesto se voleva aiutarla per velocizzare i preparativi e la giovane donna non avrebbe potuto chiedere di meglio.
“Anche se io praticamente non sono capace di aiutarla quasi in nulla, cerco di fare del mio meglio. Inoltre posso stare al fianco di una maga del suo calibro. È un’esperienza istruttiva che non ho intenzione di lasciarmi scappare” aveva detto a Sandir dopo la prima volta che aveva aiutato la maga, con gli occhi luminosi per l’eccitazione.
Era contento per lei, anche se non capiva cosa ci fosse di così emozionante nel lavorare con una persona con un caratteraccio come quello di Iliana, ma avrebbe voluto incontrare anche lui lo spirito del vento che però, una volta svolto il suo incarico, aveva subito intrapreso il viaggio di ritorno alla Torre.
Voleva chiedergli cosa stava succedendo alla Torre, come avessero preso la notizia della morte di Bog e della riuscita della missione nonostante tutto, visto che era stato per ordine del Gran Maestro che erano partiti per quel viaggio, richiamandoli in quel luogo quando ormai Bog aveva ormai smesso di insegnare e si era trasferito altrove con lui; ma evidentemente non era destino.
Per quanto riguardava Leon aveva saputo da lui che, assieme a re Tyberius, si stava occupando di studiare la situazione attuale nei vari regni e il percorso migliore da seguire per la buona riuscita della missione.
Quel giorno Leon venne a riferirgli che nel primo pomeriggio lui ed Iliana avrebbero tenuto una riunione con il re per fare il punto della situazione e che ovviamente era richiesta anche la sua presenza.
Così, dopo giorni che non vedeva la maga, sarebbe stato costretto a stare nella stessa tenda con lei. Era nervoso visto il modo in cui era andata la loro ultima conversazione. Era vero che l’aveva convinta a restare e a partire con lui e Leon, anche se non gli era chiaro come gli fosse riuscito, ma era anche palese che ora lei lo evitasse più di come evitava il cavaliere. Si chiedeva come avrebbero fatto a viaggiare assieme se non riusciva nemmeno a sopportare la loro presenza.
Con questi pensieri ad occupare la sua mente aveva deciso di allenarsi la mattina per scacciare le sue preoccupazioni e, dopo essersi dato una ripulita e aver pranzato, si recò alla riunione nella tenda del re.
Tutte le persone convocate erano già arrivate, stavano aspettando solo lui.
Al posto della scrivania si trovava una tavola rotonda più grande, circondata da sedie sulle quali sedevano Leon, il re ed Iliana, posta distante dagli altri due. L’unica sedia vuota era per lui ed era tra Leon e Iliana, cosa che rese ciò che aveva fatto per scacciare le sue preoccupazioni totalmente inutile.
“Finalmente siamo tutti. Siediti, ragazzo” disse il re, indicandogli la sedia.
Iliana continuò a fissare la tavola e lui lo perse come un buon segno, almeno non lo stava guardando male, anzi evidentemente aveva scelto di fare finta che non esistesse.
Una volta seduto guardò bene cosa c’era sulla tavola: una mappa del loro mondo e delle cartine riguardanti delle aree specifiche ad est rispetto a dove si trovavano; dei fogli su cui riuscì a scorgere un elenco di oggetti, cose che probabilmente sarebbero servite per il viaggio e degli oggetti che si trovavano vicino alla maga, che dovevano essere alcune delle cose di cui si era occupata in quei giorni.
“Possiamo cominciare” disse il re “per ricapitolare il vostro obiettivo sarà recuperare i frammenti rimanenti del Talismano di Sol. Un frammento è già in nostro possesso mentre Iliana mi ha confermato che purtroppo un altro è nelle mani del re di Anthemis…”
“Cosa?” Sandir balzò in piedi di colpo. Non era a conoscenza di questo particolare e la cosa lo turbava profondamente. Se un frammento era ad Anthemis non vedeva come fosse possibile per loro riuscire a recuperarlo.
“Purtroppo è così, Sandir. Ora ricomponiti” gli intimò il re e lui fece come gli era stato detto. Era la sua prima riunione tattica e già aveva combinato un disastro.
“Come dicevo. Un frammento si trova ad Anthemis e per la precisione si tratta di quello che originariamente era stato affidato a Dahlia”
Sandir non poté fare a meno di osservare Leon. Non riusciva ad immaginare cosa stesse passando per la sua mente, l’uomo era impassibile. Sapeva decisamente controllare le sue emozioni molto meglio di lui.
“Per quanto riguarda gli altri frammenti può aggiornarci tutti Iliana” disse il re guardando la donna che finalmente spostò lo sguardo dalla tavola e cominciò a parlare.
“Un frammento si trova nelle terre degli spiriti ed è in custodia del loro re. Come pensavo il frammento in suo possesso ha cominciato a risvegliarsi come quello che si trova qui ora. La conferma di ciò è arrivata dal re degli spiriti in persona tramite un libro comunicante che condivide con re Tyberius” disse facendo cenno al re, che aveva vicino a lui un libro come quello che Leon aveva usato per comunicare con la Resistenza quando i tre erano in viaggio verso l’accampamento.
“L’ultimo frammento invece si trova nelle mani dei Darman che come sapete sono una popolazione nomade, quindi al momento nessuno sa dove si trovi esattamente visto che a causa della guerra i Darman evitano di attraversare le terre abitate dagli umani”
Sandir sapeva, quando aveva deciso di intraprendere quel viaggio, che rivedere la sua gente sarebbe stato inevitabile, sapeva che un frammento era in possesso della sua gente, era una delle poche cose che ricordava di quando viveva ancora tra loro.
“Visto che sappiamo dove si trova il frammento in possesso degli spiriti, è lì che ci recheremo per prima cosa. D’altronde gli spiriti non hanno mai nascosto di essere i custodi di uno dei frammenti ed è quindi sicuro che anche ad Anthemis siano a conoscenza della posizione di quel frammento. Anche se ben protetto è necessario recuperarlo il prima possibile così da nasconderlo ai nostri oppositori” concluse la maga.
“Concordo. Vale lo stesso anche per voi?” chiese il re rivolgendosi alle uniche altre due persone nella tenda.
“Sono d’accordo” rispose prontamente Leon “E tu Sandir?”
Il giovane non si aspettava che la sua opinione valesse qualcosa in mezzo a persone come loro ma si rese conto che tutti attendevano una sua risposta.
“C-certamente…” si ritrovò a rispondere con un filo di voce.
“Bene, ora che la destinazione è stata decisa non resta altro da fare che discutere su come stanno procedendo i preparativi” riprese re Tyberius “Leon?”
“ Le provviste necessarie per un viaggio verso le terre degli spiriti sono pronte. Per quanto riguarda artefatti che possono tornarci utili…”
“Ho preparato gli artefatti necessari” si intromise Iliana “adesso vi mostrerò ciò a cui ho lavorato in questi giorni” detto quello la maga prese tra le mani una sorta di spilla con una pietra dal colore giallo pallido “questo artefatto farà in modo per la persona che la indossa di non essere localizzabile da nessun tipo di magia. Funziona allo stesso modo dell’incantesimo che ho usato per renderci irrintracciabili nella foresta” disse rivolta a Sandir e Leon “per quanto riguarda il nostro aspetto ho preparato questi” e sollevò davanti a tutti un anello con una pietra verde “il suo effetto è come quello di una magia per la rifrazione della luce: permette all’utilizzatore di modificare il modo in cui la gente lo vede, rendendolo irriconoscibile. Inoltre la misura dell’anello si adatta automaticamente all’utilizzatore. Con i tipi di materiali che sono arrivati dalla Torre ho potuto preparare solo due spille e due anelli ma non è un problema visto che per quanto mi riguarda posso usare la magia per ottenere lo stesso effetto. Per lo meno dover pensare a mascherare solo la mia presenza e non quelle di tutti e tre alleggerisce la quantità di energia che devo usare in caso di eventuali scontri, quindi siamo stati fortunati per ciò che è arrivato dai maghi della Torre. Detto questo, direi che resta solo da stabilire quando partire ed il percorso da seguire”
“Per quanto riguarda il percorso sarà necessario attraversare le terre del regno di Anthemis sulle quali già ci troviamo ora. Ma grazie agli artefatti preparati da Iliana non sarà impossibile. Basterà evitare il più possibile qualunque contatto con altre persone e non dovrebbero esserci problemi. Superato il regno di Anthemis, le terre degli spiriti non sono lontane” disse Leon “siamo nel regno relativamente più vicino a loro”
“Bene. Non resta che decidere quando partirete” disse il re.
“Dopodomani all’alba” propose Iliana “così avremo il tempo di assicurarci di essere pronti al meglio, ma non oltre. Non possiamo permetterci di aspettare ancora. Un’ultima cosa: mentre siamo in viaggio non chiamatemi mai Iliana ma optate per Ilia se proprio dovete chiamarmi per nome visto che è di uso comune, e naturalmente non siate formali”
Le persone nella stanza concordarono con la sua proposta e infine il gruppo si sciolse, tutti andando ad occuparsi di ciò che gli restava da fare prima della partenza.
 
L’ultimo giorno nell’accampamento trascorse tranquillo. A Sandir neanche pareva vero che il giorno seguente all’alba avrebbe lasciato quel posto che in quei giorni era diventato la sua casa. Niente era diverso, niente stava cambiando nell’accampamento. Era solo lui ad aspettarsi qualcosa, come se la partenza sua e dei suoi due compagni dovesse comportare un cambiamento nelle persone che si trovavano lì, ma nessuno dava a vedere niente.
Anche Serena si stava comportando come al solito, almeno in sua presenza, e lo stesso sembrava valere per Leon.
Una delle cose che  lui e il cavaliere fecero durante il loro ultimo giorno nell’accampamento fu quella di assicurarsi di avere dei medicinali per il pronto soccorso pronti all’uso. Non potevano permettersi di contare solo su Iliana per eventuali cure visto che non sapevano se e quando avrebbero incontrato ostacoli sul loro cammino, ed era certamente una scelta migliore far conservare alla maga più energia possibile per non trovarsi nei guai nel momento del bisogno, che lasciare tutto sulle sue spalle, come aveva già fatto presente lei.
All’ ora di cena alcuni cavalieri, amici di Leon, si fermarono a salutarlo, invece Iliana non si fece proprio vedere, preferendo cenare nella sua tenda come aveva fatto fino a quel momento.
Così giunse il giorno della partenza.
Come concordato, Sandir si svegliò poco prima dell’alba e si assicurò di avere tutto quello che avevano deciso fosse il suo carico di scorte per il viaggio. Si diede una ripulita e si mise i vestiti adatti al viaggio che gli erano stati forniti e, dopo essersi specchiato un’ultima volta sull’acqua della tinozza nella tenda, prese le sue cose e si incamminò verso il punto da cui avrebbero lasciato l’accampamento.
Prima di partire avrebbe voluto salutare la bambina che aveva parlato con lui il giorno in cui era arrivato nell’accampamento, quella che gli aveva risollevato un poco il morale in quello che per lui era stato un brutto momento, ma per tutto il tempo in cui era stato lì non era più riuscito ad incontrarla. Nonostante praticamente tutti i bambini lì presenti avessero assistito al suo addestramento, lei non si era mai fatta vedere. Aveva provato a cercarla anche il giorno prima della partenza ma non aveva avuto fortuna.
Il cielo era ancora abbastanza scuro ma la luce stava cominciando a trapelare quando raggiunse il luogo stabilito, dove i suoi due compagni lo stavano già aspettando in compagnia di re Tyberius e Serena.
Il re stava parlando con Leon e Serena mentre Iliana si teneva in disparte, quando si accorsero di lui.
“Bene, siete tutti pronti?” chiese il re rivolto ai tre.
“Sì” rispose il giovane seguito subito dopo dalla conferma dal cavaliere.
“Un attimo solo” disse invece Iliana “c’è ancora una cosa”
Detto quello da una tasca del suo nuovo mantello da viaggio tirò fuori una sorta di pendolo come quello che Leon aveva usato per sapere dove si trovassero lui e la maga quando li aveva salvati.
“Non ero sicura di fare in tempo quindi non avevo detto niente, ma ci sono riuscita. Così oltre ad un libro comunicante avremo anche un localizzatore su cui contare. Saprete sempre esattamente dove ci troviamo se lo appoggerete ad una mappa”
La maga consegnò il pendolo che aveva tra le mani a Serena e ne tirò fuori un altro che diede a Leon dicendogli “Questo lo affido a te, tanto sai già come usarlo”
Leon era rimasto palesemente stupito dal gesto della donna ma recuperò la parola e la ringraziò.
A quanto pareva, Sandir non era l’unico ad aver notato che, per quanto cercassero di non darlo a vedere, Leon e Serena non erano a loro agio per la partenza e per l’appunto Iliana aveva consegnato a loro due i localizzatori. Così entrambi avrebbero saputo dove si trovavano.
“Ora che ci penso… Serena, avevo pensato di affidare a te il libro comunicante gemello di quello di Leon, naturalmente se un incarico in più non è troppo per te. Se accetti dovrai occuparti di comunicare con il gruppo” disse il re. Se non avesse saputo che non era così, Sandir avrebbe quasi pensato che il re e la maga fossero in combutta.
“M-ma certo, posso occuparmene io” rispose la giovane.
“Perfetto. Allora è deciso, sarà Serena ad occuparsi interamente delle comunicazioni tra voi e la Resistenza. D'altronde è arrivato anche per noi il momento di prepararci ad un viaggio e sarò parecchio impegnato a coordinare i nostri spostamenti” concluse il re.
“Come?” chiese Sandir e questa volta fu Leon a rispondergli.
“Come ti ho già detto questa è una base mobile, non restiamo mai troppo a lungo nello stesso posto. Di solito le persone dell’accampamento partono in piccoli gruppi separati e in momenti diversi con un cavaliere o con soldati con una certa esperienza di combattimento per recarsi dove è più sensato per loro. Ad esempio le famiglie con bambini piccoli si recano in basi ben difese per occuparsi di produrre approvvigionamenti per tutti, mentre chi vuole combattere, dopo una breve preparazione qui, si reca sempre con un cavaliere esperto in una delle nostre basi di addestramento. Ovviamente ogni gruppo ha una copertura per non farsi riconoscere, come far parte di un gruppo di mercanti itineranti.
Le persone che rimangono qui poi si spostano verso luoghi in cui altre persone innocenti hanno bisogno di aiuto; di solito il gruppo che rimane è piccolo. Allo stesso tempo in cui si sposta questa base, altri cavalieri e uomini addestrati si spostano dalle basi di addestramento fisse per sostituire chi sta accompagnando le persone che si dirigono verso le loro nuove case; la destinazione viene decisa in precedenza in base a chi ha più bisogno, e così il ciclo si ripete”
“Capisco”
Ora era tutto più chiaro al giovane e si rese conto anche che il re e Serena facevano parte del gruppo fisso di quella base nomade e quanto fosse importante per il cavaliere sapere dove la base si trovasse. Spostarsi era un’operazione rischiosa e se li avessero scoperti sarebbe stata la fine per loro. Ma capiva anche perché il re facesse parte di quella base: la presenza del capo della Resistenza, sempre in pericolo per chiunque ne avesse bisogno, faceva capire alle persone quanto fosse disposto a rischiare per la causa, mettendosi se stesso in prima linea. Serena invece svolgeva un compito indispensabile rendendo la base irrintracciabile e quindi metteva la sua vita in continuo rischio tanto quanto quella del re.
Sarebbe stato un periodo impegnativo per entrambe le parti e poteva solo sperare che tutto andasse per il meglio.
“È ora” disse Iliana.
Serena si avvicinò a Sandir e fece una cosa a cui lui non era abituato: lo abbracciò.
“Fai attenzione e prenditi cura di Leon anche per me, mi raccomando” gli bisbigliò all’orecchio.
“Va bene” le rispose lui in un sussurro prima di sciogliere l’abbraccio.
Poi Serena spostò la sua attenzione sul cavaliere. Prima si limitò a guardarlo, cosa che fece anche lui di rimando, e poi con gli occhi lucidi lo abbracciò con una prese decisamente più salda rispetto a come aveva fatto con il giovane. Se ci avesse messo la stessa forza anche con lui probabilmente lo avrebbe stritolato.
La giovane salutò anche Iliana ma si limitò ad una stretta di mano, avendo intuito quanto la maga non fosse avvezza alle dimostrazioni d’affetto.
Poi venne il turno del re di salutarli “Fate buon viaggio e che Sol vi protegga”, e li guardò tutti  un’ultima volta.
Così i tre si voltarono a guardare la barriera e mossero i primi passi verso la loro destinazione, pronti ad uscire dalla foresta che li aveva protetti fino a quel momento, verso le terre degli spiriti.
Nascosta dietro una tenda, attenta a non farsi vedere, sbucava appena la testa di una pallida bambina dai lunghi capelli corvini intenta ad osservare la scena, sulla sua bocca un lieve sorriso.
   
 
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