Film > Pirati dei caraibi
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Autore: fiphina    18/04/2017    1 recensioni
(In revisione)
L'affascinante ed iconico Capitano Jack Sparrow stavolta è alle prese con il disperato tentativo di riportare la sua amata Perla Nera alle sue dimensioni originali, dopo che Barbanera l'aveva rinchiusa in una bottiglia. Come di consueto in tutte le sue avventure, ormai, questa impresa per il vecchio zio Jack non si rivelerà affatto " tutta rose e fiori", o se vogliamo dirlo in termini pirateschi: "tutta rum e donnicciole"! E se per Jack i guai non sono mai pochi, cosa accadrebbe se arrivasse anche a perdere la testa per la bella figlia di un certo celebre pirata di sua conoscenza?
Una sottospecie di seguito del quarto capitolo, in occasione dell'uscita del quinto film che sto aspettando come l'acqua! Non mi uccidete, è la mia prima fanfic su questo fandom!!
"Beviamoci su!!"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Sparrow, Joshamee Gibbs, Nuovo Personaggio, Pintel, Raghetti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo dieci: 

Pintel e Ragetti 

 


 

Rain era distratta mentre suo padre Barbossa le spiegava tutto il piano. 
-Rain? Rain mi stai ascoltando?- 
-Cosa? Ehm, si, si- rispose la ragazza con aria quasi assente. 
Sapeva che difficilmente poteva mentire a suo padre. 
-Rain cos'hai? Sparrow ti ha fatto qualcosa?- 
-No!- disse immediatamente, al sentire quel nome, difendendolo.
-Sono solo un po' titubante su questo piano- 
Hector aggrottò le sopracciglia, dubbioso -Perché...? Non dobbiamo ammazzare nessuno... fin'ora- 
Dovevano recarsi nel luogo indicato dalla bussola, e fu abbastanza facile a dir la verità. 
Secondo le indicazioni che la giovane aveva appreso a Londra, dovevano trovare una specie di diario per scoprire qualcosa sulla mappa. 
La navigazione durò un paio di giorni; giorni invece piuttosto freddi, ma non per il tempo, bensì per l'atmosfera tra l'equipaggio, in specie nel rapporto con Jack nonostante lei lo difendesse quando serviva. 
Un pomeriggio si trovarono di fronte ad una città estremamente familiare. 
-Londra?- esclamò Barbossa, scettico. 
-Forse la bussola ci ha portato qui perché ci ha guidati dal diario che sarebbe il mezzo per trovare la mappa... è possibile?- intervenne Rain. 
-Può essere. Bene. Fermate la nave ed ammainate le vele, ozziosi topi di sentina!- ordinò poco dopo alla ciurma, che obbedì immediatamente. 
-I pirati non sono ben accetti qui... per cui aspetteremo che cali la sera per fare quello che dobbiamo fare- 
-Si, avete ragione, padre- 
-Stai attento a dove metti i piedi, imbranato!- disse Pintel in direzione di Ragetti. 
-Aspettami- protestò l'amico, tentando di aggrapparsi al pezzo di legno decisamente molto grande per loro. 
Pintel lo aiutò. 
-Hai sentito, Ragetti?- 
Quello scosse la testa per la fatica. 
-Cosa?- 
-Uffa, ma dove accidenti hai la testa?- 
-Sulle spalle, perché?- 
-Lasciamo perdere... ehi!- 
Pintel indicò attraverso le sbarre due pirati di loro conoscenza. 
Si guardarono e annuirono. 
-Capitan Jack!- esclamò felice Ragetti. 
-Capitano!- pronunciò l'altro pirata. 
Jack continuava a guardarsi le dita. Ad un tratto si alzò. 
-Attento Pintel!- 
Per un pelo non venne schiacciato dal loro ex capitano. 
-Passiamo al piano B, tieniti forte!- concluse Ragetti, aggrappandosi al volo ad uno stivale di Sparrow, mentre costui camminava. 
-Suppongo tu vorrai avere una parte nel piano, vero Jack?- gli domandò Gibbs. 
-Una "parte" non è proprio la parole giusta... direi più profitto. Li userò come mezzo per riottenere ciò che è mio, la Perla Nera. Se dovrò collaborare lo farò, ma solo per questo, Gibbs- spiegò il capitano, concedendosi un altro goccio della bevanda dorata. 
-E Rain, cosa pensi di lei? Non ti credo se mi dici che lei ti è indifferente- 
-Sarà una pedina con Barbossa, nulla di più, questa è la vita da pirata dopotutto- 
Tuttavia Jack sentiva una strana sensazione quando pronunciava il nome di quella maledetta manipolatrice. Un qualcosa di diverso; che fosse il fatto che era la figlia di Barbossa? 
All'improvviso sentì una voce nell'orecchio. 
-Capitano!- 
-Accidenti!- imprecò Jack, sentendo i timpani sfondarsi. 
-Ma che diavolo?!- 
Iniziò a muovere la testa come se fosse ubriaco. 
Gibbs di tutto punto lo fissò perplesso. Bevve un sorso di rum per accertarsi che fosse buono e in effetti lo trovò come sempre. 
-Hai preso le pulci, o per caso hai bevuto talmente tanto rum nella tua vita, che incomincia a darti le allucinazioni?- 
-Accidenti, per tutte le monete maledette di Cortes!- continuò Jack. 
-Fermo!- gli gridò Pintel all'orecchio. 
All'istante lui si fermò: la gamba destra bloccata a mezz'aria, il braccio sinistro stessa cosa ed una smorfia sulla bocca. 
-Poggia la gambina a terra ed ascoltami- 
-Certo, mia signora- 
Detto questo fece per abbassarsi per fare un inchino. 
-Ho detto fermo, deficiente!- 
-mastro Pintel?- mormorò Jack, trovando il termine dispregiativo molto più familiare. 
-Era ora che ci arrivaste, capitano- confermò Ragetti, agitandogli una mano piccolissima davanti agli occhi. 
-Gibbs.- 
-Cosa c'è Jack?- 
-Guarda qui- 
Quello aggrottò le sopracciglia -Dove?- 
-Sul mio naso, incapace- 
-Avete un moscerino, aspettate che lo ammazzo subito!
-No!- dissero i tre all'unisono, ad occhi spalancati e con lo stesso tono di voce, fermandolo appena in tempo ed evitando che il naso di Jack divenisse una poltiglia.  
I due piccoletti sorrisero innocenti. 
-Salve- 
-Vi siamo mancati?- 

Rain era distratta mentre suo padre Barbossa le spiegava tutto il piano. 

-Rain? Rain mi stai ascoltando?- 

-Cosa? Ehm, si, si- rispose la ragazza con aria quasi assente. 

Sapeva che difficilmente poteva mentire a suo padre. 

-Rain cos'hai? Sparrow ti ha fatto qualcosa?- 

-No!- disse immediatamente, al sentire quel nome, difendendolo.

-Sono solo un po' titubante su questo piano- 

Hector aggrottò le sopracciglia, dubbioso -Perché...? Non dobbiamo ammazzare nessuno... fin'ora- 

Dovevano recarsi nel luogo indicato dalla bussola, e fu abbastanza facile a dir la verità. 

Secondo le indicazioni che la giovane aveva appreso a Londra, dovevano trovare una specie di diario per scoprire qualcosa sulla mappa. 

La navigazione durò un paio di giorni; giorni invece piuttosto freddi, ma non per il tempo, bensì per l'atmosfera tra l'equipaggio, in specie nel rapporto con Jack nonostante lei lo difendesse quando serviva. 

Un pomeriggio si trovarono di fronte ad una città estremamente familiare. 

-Londra?- esclamò Barbossa, scettico. 

-Forse la bussola ci ha portato qui perché ci ha guidati dal diario che sarebbe il mezzo per trovare la mappa... è possibile?- intervenne Rain. 

-Può essere. Bene. Fermate la nave ed ammainate le vele, ozziosi topi di sentina!- ordinò poco dopo alla ciurma, che obbedì immediatamente. 

-I pirati non sono ben accetti qui... per cui aspetteremo che cali la sera per fare quello che dobbiamo fare- 

-Si, avete ragione, padre- 

-Stai attento a dove metti i piedi, imbranato!- disse Pintel in direzione di Ragetti. 

-Aspettami- protestò l'amico, tentando di aggrapparsi al pezzo di legno decisamente molto grande per loro. 

Pintel lo aiutò. 

-Hai sentito, Ragetti?- 

Quello scosse la testa per la fatica. 
-Cosa?- 

-Uffa, ma dove accidenti hai la testa?- 

-Sulle spalle, perché?- 

-Lasciamo perdere... ehi!- 

Pintel indicò attraverso le sbarre due pirati di loro conoscenza. 

Si guardarono e annuirono. 

-Capitan Jack!- esclamò felice Ragetti. 

-Capitano!- pronunciò l'altro pirata. 

Jack continuava a guardarsi le dita. Ad un tratto si alzò. 

-Attento Pintel!- 

Per un pelo non venne schiacciato dal loro ex capitano. 

-Passiamo al piano B, tieniti forte!- concluse Ragetti, aggrappandosi al volo ad uno stivale di Sparrow, mentre costui camminava. 

-Suppongo tu vorrai avere una parte nel piano, vero Jack?- gli domandò Gibbs. 

-Una "parte" non è proprio la parole giusta... direi più profitto. Li userò come mezzo per riottenere ciò che è mio, la Perla Nera. Se dovrò collaborare lo farò, ma solo per questo, Gibbs- spiegò il capitano, concedendosi un altro goccio della bevanda dorata. 

-E Rain, cosa pensi di lei? Non ti credo se mi dici che lei ti è indifferente- 

-Sarà una pedina con Barbossa, nulla di più, questa è la vita da pirata dopotutto- 

Tuttavia Jack sentiva una strana sensazione quando pronunciava il nome di quella maledetta manipolatrice. Un qualcosa di diverso; che fosse il fatto che era la figlia di Barbossa? 

All'improvviso sentì una voce nell'orecchio. 

-Capitano!- 

-Accidenti!- imprecò Jack, sentendo i timpani sfondarsi. 

-Ma che diavolo?!- 

Iniziò a muovere la testa come se fosse ubriaco. 

Gibbs di tutto punto lo fissò perplesso. Bevve un sorso di rum per accertarsi che fosse buono e in effetti lo trovò come sempre. 

-Hai preso le pulci, o per caso hai bevuto talmente tanto rum nella tua vita, che incomincia a darti le allucinazioni?- 

-Accidenti, per tutte le monete maledette di Cortes!- continuò Jack. 
-Fermo!- gli gridò Pintel all'orecchio. 

All'istante lui si fermò: la gamba destra bloccata a mezz'aria, il braccio sinistro stessa cosa ed una smorfia sulla bocca. 

-Poggia la gambina a terra ed ascoltami- 

-Certo, mia signora- 

Detto questo fece per abbassarsi per fare un inchino. 

-Ho detto fermo, deficiente!- 

-Mastro Pintel?- mormorò Jack, trovando il termine dispregiativo molto più familiare. 

-Era ora che ci arrivaste, capitano- confermò Ragetti, agitandogli una mano piccolissima davanti agli occhi. 

-Gibbs.- 

-Cosa c'è Jack?- 

-Guarda qui- 

Quello aggrottò le sopracciglia -Dove?- 

-Sul mio naso, incapace- 

-Avete un moscerino, aspettate che lo ammazzo subito!

-No!- dissero i tre all'unisono, ad occhi spalancati e con lo stesso tono di voce, fermandolo appena in tempo ed evitando che il naso di Jack divenisse una poltiglia.  

I due piccoletti sorrisero innocenti. 

-Salve- 

-Vi siamo mancati?- 

 

   
 
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