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Autore: Kicca    18/04/2017    0 recensioni
Un Orchetto rovinò a terra ai piedi di Monica che osservò disgustata il ventre lacerato. Alzò lo sguardo e quello che vide la pietrificò. Il cuore iniziò a batterle ancora più velocemente. Non riusciva a credere ai suoi occhi. “Sto sognando! E’ l’unica spiegazione plausibile!” pensò non staccando gli occhi di dosso all’individuo davanti a lei. Nonostante l’oscurità riusciva benissimo a vedere due orecchie a punta che spuntavano tra la lunga e folta chioma nera.
Spero che la storia vi piaccia! Mi raccomando recensite! :D
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J. R. R. Tolkien, mentre i nuovi personaggi e luoghi sono di mia proprietà, quindi se li volete usare o prendere come spunto, prima siete pregati di chiedermelo. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

ERINTI


CAPITOLO 22: L'ATTACCO.


Era il terzo giorno di consiglio ed ancora non erano riusciti a venire a capo di nulla: chi c'era dietro l'attacco ad Imladris? Come era potuto succedere che gli Orchetti avessero scoperto il passaggio alla Valle e avessero agito indisturbati? Ma soprattutto, gli altri Popoli Liberi avrebbero fatto qualcosa a riguardo o avrebbero voltato le spalle agli Elfi per combattere quel nuovo Male? I Nani non sembravano molto propensi alla cosa, nonostante Gimli, che era diventato Signore delle Caverne Scintillanti, stesse cercando di far ragionare sia Thorin Elminpietra, Re sotto la Montagna, sia Durin VII, il Re di Moria. Anche gli Uomini sembravano restii, nonostante Re Aragorn appoggiasse a pieno una lotta unita contro il Male, ma il suo Popolo e quello di Rohan sembravano contrari. Gli Hobbit si dissero favorevoli ad aiutare come potevano.
E poi, ogni volta che facevano un passo avanti, succedeva sempre qualcosa che li faceva litigare e non riuscivano a trovare un compromesso. Iniziavano ad essere tutti molto stanchi, soprattutto Elrond. Sembrava invecchiato improvvisamente in quell'ultimo mese: l’aver visto bruciare la sua dimora mentre fuggiva, quel posto che era riuscito a far diventare un rifugio per qualsiasi viandante, e l’aver perso molti amici era stato un duro colpo. I suoi tre figli e Aragorn erano preoccupati: Arwen non lo lasciava solo nemmeno un momento da quando era arrivata lì a Rohan e aveva visto in che condizioni riversasse. E nemmeno le parole di conforto di Galadriel gli furono d'aiuto.
I cuori di tutti erano sconfortati. In molti pensavano che quel nuovo Male fosse impossibile da sconfiggere.
Il consiglio era iniziato da pochi minuti. Vi erano presenti i sovrani di Rohan e Gondor, il Principe dell'Ithilien e consorte con i rispettivi figli primogeniti per la razza degli Uomini; i signori di Imladris, Lothlorien ed Eryn Lasgalen per gli Elfi; e i più alti rappresentanti dei Nani. Mentre per gli Hobbit erano presenti Frodo Baggins, Samvise Gamgee, Meriadoc Brandibuck e Peregrino Tuc. L'argomento principale sembrava essere lo screzio avvenuto quella mattina al mercato. L'aria era pesante e sia i Nani, sia Re Eomer erano furibondi nei confronti degli Elfi e dei loro insulti. I toni erano accesi e al centro della sala vi erano Re Eomer, Re Thorin ed Elrohir che litigavano. Si alzò Re Aragorn che cercò di andare a placare gli animi. In quel momento la porta si aprì. Tutti si voltarono verso l'ingresso. La figura di Gandalf si stagliava sulla soglia ed osservava i presenti con aria furente. Era calato un silenzio sorpreso.
- Gandalf? - chiese Frodo stupito, seduto accanto ai suoi compagni Hobbit, dando voce ai pensieri di tutti i presenti.
- Ti credevamo lontano. - proruppe Elrond confuso.
Lo stregone si voltò a guardarlo e rimase stupito dal suo cambiamento fisico: il viso era magro e gli occhi grigi spenti. Si preoccupò non poco. - Sì, lo so. Invece ero più vicino di quanto possiate immaginare. - fece poi vagare gli occhi sulla sala illuminata solo dalla luce delle torce e candelabri. Soffermò lo sguardo sulle figure imponenti dei Signori di Lorien, in particolare su quelli azzurri della Dama Bianca. Si fissarono per alcuni istanti, poi raggiunse il centro della sala e posò una mano sulla spalla di Aragorn.
- Allora come mai questo ritardo? - chiese Thranduil, scrutandolo attentamente.
- Perché non mi è giunto alcun messaggio riguardo al consiglio. - rivelò voltandosi verso di lui. Ci fu un mormorio nella sala. - Ma il caso ha voluto che ne venissi a conoscenza per vie traverse. Quindi eccomi qui. -
- Beh, è bello averti con noi. - proferì sorridendogli il Re di Gondor, rincuorato dal suo arrivo.
- Non credo che la pensiate tutti così. - replicò lui – Altrimenti qualcuno non si sarebbe disturbato di fare in modo che il messaggio non mi fosse recapitato. -
Il mormorio aumentò fra i presenti. - E chi pensi sia stato? - domandò Celeborn corrugando la fronte, sorpreso.
- Non ne ho idea. - rispose lo Stregone sorridendo, poi si voltò verso coloro che erano lì accanto a lui al centro della sala – Ma prego, continuate pure il vostro futile litigio. - quindi si allontanò di alcuni passi. Lo aveva detto con tono stizzito.
I diretti interessati si guardarono frastornati. - Di… di cosa stavamo parlando? - domandò confuso Thorin guardando spaesato il figlio Durin.
Anche Re Eomer si guardava intorno come se si stesse chiedendo cosa stesse facendo lì. Aragorn li osservò interdetto. Eppure fino a poco fa stavano insultando gli Elfi. Si voltò verso lo Stregone come per chiedere spiegazioni.
- Se non sbaglio stavate insultando noi Elfi… e in special modo Romenwen e me. - rinfrescò loro la memoria Elrohir guardandoli glaciale, sembrava non essersi dimenticato dell'accaduto.
- Davvero? - chiese stupito Thorin – Non ne ricordo il motivo. - borbottò confuso.
- Spero che stiate scherzando! - esclamò l'Elfo adirato, scattando in avanti, ma Romenwen, spostatasi immediatamente al centro della stanza, gli posò una mano sul braccio per farlo calmare.
- Su caro, non ti preoccupare. Non saranno certo gli insulti di un branco di Nani che puzzano a ferirmi. - dichiarò – E neppure le parole futili degli Uomini, che sono così deboli… - disse accarezzando il braccio di Eomer. Il tono della sua voce era dolce e ammaliante. Poi si voltò verso Aragorn incrociando il suo sguardo – Povero Re di Gondor… stai cercando di far ragionare il tuo Popolo per poter aiutare la famiglia di colei che ti sta più a cuore… - continuò voltandosi verso la Regina Arwen che sedeva poco più in là. Inizialmente questa la guardò con occhi sottili e ostili, ma poco a poco il suo viso si rilassò – ma non puoi far nulla per loro. Perché lo sanno. - si voltò verso il portone puntando lo sguardo su una delle guardie - Quello che è successo ad Imladris è solo l'inizio. Il Male questa volta non risparmierà nessuno, a cominciare dalla razza degli Elfi, la più valorosa e intrepida tra tutte le razze. Una ad una cadranno. Nessuno può contrastarlo. Tutti in fondo al vostro cuore lo sapete: questa volta non vincerete. É inutile che vi affanniate a trovare una soluzione. - poi si voltò verso lo Stregone – Sei arrivato troppo tardi, vecchio mio. Voi… tutti… soccomberete. - scandì bene le ultime parole mentre un sorrisetto malefico le si formava sul viso, ma nessuno  reagì, erano tutti imbambolati ad ascoltarla inermi.
Poi accadde tutto all'improvviso: una delle guardie al portone si era avvicinata, aveva estratto la spada e si era scagliata contro Aragorn che, colto alla sprovvista, non riuscì a scansarsi. Solo che la lama della spada non raggiunse mai la carne del Re, ma cozzò contro un'altra spada. Una figura si era frapposta tra i due e mentre contrastava con la sua spada quella della guardia, gli sferrò una testata che lo fece crollare a terra dolorante. Era stata talmente veloce che nessuno aveva avuto il tempo di reagire.
- Sono stufa di sentire tutte queste cavolate! - gridò la figura che dava le spalle ai presenti massaggiandosi la fronte dolorante. Le uscì un’imprecazione. – Mi sembrava di essere stata chiara la prima volta che sono venuta qui. Non voglio più vedere quello sguardo rassegnato nei vostri occhi! - detto questo si voltò e si scoprì il capo, poi puntò la lama della sua spada alla gola dell'Elfa che sgranò gli occhi sorpresa.
- Tu! - sussurrò disprezzante.
- Sì, io! - replicò Monica, con una macchia rossa in fronte nel punto in cui aveva colpito l'uomo. Gli occhi assottigliati in due fessure erano ricolmi di rabbia - Silwen! - esclamarono alcuni sconvolti, riconoscendola. - Erdie? - sentì mormorare da altri ancora più sconvolti dei primi – Ed ora, se non vi dispiace… vorrei che raccontaste a tutti la verità. - dichiarò. Un lampo balenò negli occhi blu dell'Elfa che sembrò agitarsi. Monica sollevò un lato delle labbra, compiaciuta. Intanto stavano chiedendo tutti spiegazioni. Lei era sgattaiolata all'interno della sala poco prima, approfittando dell'attenzione di tutti puntata sullo Stregone. Poi se ne era rimasta nascosta dietro una colonna ad aspettare. Sapeva che sarebbe successo qualcosa a breve, lo percepiva: si comportavano tutti in modo strano. E non appena Morwen si era fatta avanti aveva iniziato a studiarla. Così si era accorta dello sguardo che lanciava a tutti, anche ad una delle guardie accanto al portone che vide poco dopo muoversi verso il centro della stanza, spada sguainata.
Li aveva soggiogati tutti. Anche i più potenti signori degli Elfi e Gandalf, che credeva immune.
- Quale verità? - domandò Faramir, lanciando uno sguardo ad Eowyn seduta al suo fianco.
- Chi c'è dietro a tutto quanto. - mormorò la ragazza cercando di trattenersi dal non staccarle la testa dal collo seduta stante.
- Silwen, voi lo sapete? - chiese sorpreso Glorfindel accanto ad Elrond.
- Non so di cosa stai parlando. - proferì quella continuando a fissarla negli occhi nocciola, ma sembrava alquanto interdetta e seccata.
- No? Volete che vi rinfreschi io la memoria? - chiese appoggiandole la punta della spada al collo – Chi ha organizzato l'assalto a Imladris e chi vi stava facendo mettere l'uno contro l'altro… è soltanto lei. - rivelò stringendo la mano sull'elsa dell'arma – Sei stata tu a comandare gli Orchetti e a dire loro dove passare per raggiungere la Valle di Imladris. - sussurrò mentre tremava per la rabbia – Mia cugina ti ha sentita un giorno parlare con qualcuno e dire che appena ce ne saremmo andati avresti fatto partire l'attacco. Che avresti ridotto a fuoco e cenere Imladris e avresti ucciso tutti. -
L'Elfa la guardava furente, chiuse gli occhi e restò in silenzio per alcuni istanti, poi sogghignò – Sì, lo ammetto, sono stata io. - dichiarò scatenando l'ira di tutti – Scommetto che ora stai gioendo perché sei riuscita a fermarmi in tempo e mi hai colta con le mani nel sacco, vero? Ma sappi che io sono molto più potente di quanto tu possa immaginare. - sibilò sicura di sé – Fino ad ora è andato tutto secondo i miei piani. Solo una cosa ho sbagliato… - iniziò continuando a fissarla – di non essermi sbarazzata subito di te e dei tuoi amici. - confessò mentre un'espressione furente le si dipingeva sul volto bianco – E non commetterò l'errore due volte! - urlò.
In quell'istante Elrohir sferzò un fendente contro Monica che riuscì a parare il colpo, anche se presa alla sprovvista. Lei lo guardava sconvolta mentre Elladan lo chiamava. Poi l'Elfo le sferrò un calcio sullo stomaco facendola cadere all'indietro. Nello stesso momento, Gandalf si stava fronteggiando con Morwen che sorrideva beffarda. Elrohir si scaraventò di nuovo su Monica, ma questa volta, a contrastarlo fu il fratello. - Vedi di ritornare in te! - esclamò arrabbiato.
Monica osservava i due sconvolta, poi vide una mano comparirle davanti la faccia, alzò lo sguardo e vide il viso sorridente di Glorfindel. Afferrò la mano e lui l'aiutò ad alzarsi.
- Sono felice di rivedervi, anche se avrei preferito in un'occasione migliore. - proferì.
- Lasciamo i convenevoli a dopo. - replicò lei abbozzando un sorriso.
In quel momento vide Eomer, Aragorn, Thorin, Durin, Faramir e Gandalf scagliarsi contro l'Elfa, ma in un istante erano tutti e sei a terra a diversi metri di distanza. Eldarion si precipitò ad aiutare il padre, imitato da Elboron ed Elfwine con i propri.
- Allora non mi ascoltate… ho detto che sono molto più forte di quanto possiate immaginare! - ripeté l'Elfa voltandosi verso Monica. Mosse il braccio verso di loro.
La ragazza vide Glorfindel, Elladan ed Elrohir volare all'indietro di alcuni metri, ma lei restò piazzata sui suoi piedi. Si voltò a guardarli preoccupata, ma i tre si rialzarono immediatamente. Poi ritornò a concentrarsi su Morwen che la guardava a dir poco infuriata.
Monica era confusa: a quanto sembrava, qualunque potere avesse l'Elfa, non funzionava su di lei. Ora capiva perché tutti erano stati ammaliati dalle sue parole e non lei. In pochi secondi le fu chiaro cosa dovesse fare e la sua espressione si fece determinata.
L'Elfa parve capire le sue intenzioni e spostò velocemente lo sguardo dietro la ragazza mentre questa le si scagliava contro. - Elrohir, no! - sentì gridare Elladan alle sue spalle. Il gemello le fu addosso in pochi passi e la spintonò a terra, poi sollevò la spada e sferrò il colpo, ma Re Aragorn lo bloccò con Anduril. Lei lo guardò sorpresa.
- Con questo ho ripagato il favore. - proferì – Noi terremo a bada Elrohir, voi pensate a Morwen. A quanto pare siete l'unica in grado di farlo. -
La ragazza spostò lo sguardo sull'Elfa che vide raggiungere il portone ed uscire. Gli sussurrò un grazie e si lanciò alla sua rincorsa.
Intanto Eldarion ed Elfwine avevano bloccato Elrohir che continuava a dimenarsi.
- Dobbiamo fermarla a tutti i costi! - esclamò Eomer rivolgendosi ad Aragorn.
- É potente, lo hai visto anche tu. - replicò quello, massaggiandosi la schiena dolorante.
- Non è qualcuno da sottovalutare. - si intromise Galadriel – Riesco a percepire un enorme potere. Quello che non capisco è perché non me ne sono accorta fino ad ora. -
- Perché è capace di ingannare la mente degli altri. Persino la nostra. - rispose Gandalf – Ci ha soggiogati fin dal principio. Siamo caduti tutti nel suo sortilegio. -
- Ma a quanto pare su quella ragazza non ha effetto. - proruppe Durin.
- Avevi ragione a dire che le somigliava come una goccia d'acqua. - aggiunse la Dama Bianca guardando Elrond.
- Chi è? - chiese Pipino, intromettendosi. Era rimasto particolarmente scioccato alla comparsa della ragazza. E non era l'unico. Anche i suoi amici Hobbit e molti altri.
- É una lunga storia. -  gli rispose Elrond. Poi spostò lo sguardo su Re Thranduil che lo stava fissando già da un po' - So che vorresti delle spiegazioni subito, ma ora dobbiamo pensare a Morwen e a come contrastarla. - gli rispose Elrond dispiaciuto. Sembrava aver riacquistato un po' di vigore.
Il Sire biondo affermò con il capo – Ma dopo mi devi dire tutto, visto che a quanto pare sono stato tenuto all'oscuro della cosa. - replicò abbastanza adirato.
- Non siete l'unico. - commentò Re Aragorn – Ma ora non c'è tempo. - poi si voltò verso Elrond – Possiamo fidarci di lei? -
- So cosa stai pensando, Estel, ma non so se sia il caso… - sembrava titubante.
- Amico mio, hai visto anche tu di quello che è stata capace di fare in quel duello contro di me… - Glorfindel sorrideva rassicurante – Mi ha tenuto testa dopo solo una settimana di allenamento. - Diversi paia di occhi lo guardarono stralunati. Elrond sospirò.
- Sì, possiamo. Ma secondo me le chiediamo troppo. - dichiarò Elladan.
- Potrà contare su tutto il mio sostegno. - replicò Glorfindel, determinato.
- E avrà anche il mio aiuto. - aggiunse Gandalf – Tra l'altro, mi ha raccontato che è arrivata fin qui tutta da sola, non deve essere stato facile. - questo sorprese tutti i presenti.
- In questo momento è l'unica nostra speranza. - incalzò Re Eomer.
Elrond acconsentì. Quindi Re Aragorn dichiarò che lui si sarebbe occupato della difesa dei cittadini – Non sono più agile come un tempo. - ridacchiò divertito. Arwen gli diede tutto il suo appoggio.
- Noi cosa possiamo fare? - domandò Frodo.
- Ho bisogno del tuo aiuto, Frodo. - dichiarò il Re di Gondor. Quello affermò e Sam si aggiunse: non si sarebbe separato dal suo Padron Frodo – Bene, avrò bisogno anche di te, Sam, per curare i feriti. - Merry e Pipino, invece si dissero pronti a combattere – Ragazzi… voi impedite ad Elrohir di fare qualsiasi cosa. Legatelo se necessario. – proferì rivolto ai tre giovani.
In quell'istante la terra tremò e tutti si guardarono spaventati.
- Non restiamo qui a chiacchierare, Silwen ha bisogno di noi! - gridò Elladan che si precipitò verso l'uscita seguito a ruota da Glorfindel e Gandalf.
Eomer invece ordinò alla Regina e a sua sorella di andare in un posto più sicuro, lanciando un'occhiata eloquente ad Eowyn che intuì cosa volesse dirle e sbuffò, prima di allontanarsi con la cognata.
Faramir sorrise seguendola con lo sguardo allontanarsi, poi si diresse anche lui fuori con Eomer.

Monica era riuscita a raggiungere l'Elfa poco prima, tagliandole la strada in fondo alla scalinata che portava al Palazzo. Quella però non sembrava per nulla turbata, ma la guardava con aria di superiorità.
- Non puoi fermarmi, è troppo tardi. - proferì quella ghignando.
- Ho fatto una promessa giorni fa… farò di tutto per mantenerla. - replicò la ragazza determinata.
L'Elfa si fece seria – Stai giocando con il fuoco. - dichiarò – Pensi davvero che non mi sia preparata ad un risvolto simile? Certo, pensavo di potermela cavare da sola, ma a quanto pare, devo ricorrere ad un piccolo aiuto. - detto questo allargò le braccia e in quell'istante la terra tremò.
Monica la restò a guardare sconvolta mentre cercava di tenersi in piedi, il terremoto era fortissimo. Qualche casa iniziò a sgretolarsi. Poi, pochi metri più in là si aprì una voragine e quando la terra smise di tremare, dal buco spuntò un enorme braccio marrone con artigli lunghissimi. Pochi istanti dopo fece capolino la testa della creatura che aveva una bocca piena di denti affilati. Un odore nauseabondo si diffuse tutt'intorno.
La ragazza sgranò gli occhi terrorizzata ed indietreggiò di alcuni passi. Morwen rise spietata.
La creatura uscì completamente dal buco e cacciò un urlo che riecheggiò per tutta la città. In lontananza se ne sentirono tantissimi altri: non era l'unica.
- Silwen! - gridò Glorfindel che osservava la scena preoccupato dal pianerottolo del Palazzo.
Il Troll-Talpa annusò l'aria e si voltò verso Monica, mostrando due occhi completamente bianchi. In pochi istanti le fu addosso, ma una freccia gli si conficcò nel fianco prima che la potesse colpire con gli artigli.
- Silwen, lasciatelo a noi, voi concentratevi su Morwen! - gli urlò l'Elfo biondo, ma lei non si mosse. Continuava a restare immobile a guardare la creatura a pochi centimetri da lei. Era completamente pietrificata.
- Ma guardati, ora non riesci nemmeno a muoverti dalla paura… e pensare che fino a due minuti fa eri così determinata. - la derise quella.
Il Troll-Talpa, intanto, si era strappato via la freccia dal fianco, urlò arrabbiato e ripiombò con gli artigli su di lei. Ma qualcuno si frappose fra i due e ferì al braccio la creatura. Elladan si voltò verso di lei: aveva lo sguardo assente. La chiamò spaventato, un paio di volte. Poi le posò una mano sulla spalla e la scosse. Solo in quel momento tornò in sé – Vi sentite bene? - chiese preoccupato.
Lei alzò lo sguardo su di lui, confusa – Ho… ho appena… - mormorò. Ma non fece in tempo a finire la frase che il Troll-Talpa tornò all'attacco, ma questa volta fu Gandalf a proteggerli, raggiungendoli e formando uno scudo intorno a loro.
- Grazie! - esclamarono i due all'unisono.
Anche Glorfindel era sceso a dare una mano – Tutto bene? Non è una gran bellezza, vero? - commentò abbozzando un sorriso verso la ragazza, cercando di sdrammatizzare.
Questa scosse la testa – É tutto ok. - confermò, quindi spostò lo sguardo determinato sull'Elfa che sembrava interdetta – Ce ne devono essere altri per Edoras. - riferì guardandoli preoccupata.
- Ci pensiamo noi. Sire Eomer sta radunando i Rohirrim e credo che fra poco avremo anche rinforzi di Nani e dei nostri. E ho visto Sire Thranduil recarsi a sud della città. - la tranquillizzò Elladan.
- Silwen… o come vi chiamate… - proruppe Gandalf – Vi aiuterò io con Morwen. - dichiarò poggiandole una mano sulla spalla – Ma non so quanto potrò fare visto il suo potere. - spiegò. In quel momento il Troll-Talpa tornò alla carica, ma Glorfindel andò ad affrontarlo, ferendolo ad una gamba.
- Mi farò bastare quello che riuscirete a fare. - dichiarò lei.
I tre si stupirono di quelle parole. Poi Elladan andò in aiuto dell'Elfo biondo e in pochi secondi il Troll-Talpa crollò esanime. Gandalf e Monica si pararono davanti a Morwen che li guardava con astio. - Tutto qui quello che sai fare? - domandò quello con tono di sfida.
- Non osare, Istaro… - sibilò quella. Sollevò le braccia provocando un altro terremoto. Questa volta si formarono numerose voragini intorno a loro e anche sotto di loro. Per fortuna, Monica, riuscì a scansare in tempo l'altro. Come prima, dai buchi profondi comparvero i Troll-Talpa. Elladan e Glorfindel si lanciarono un'occhiata preoccupata, non ce l'avrebbero mai fatta da soli.
- Dobbiamo impedirle di usare i poteri. - mormorò la ragazza facendo vagare lo sguardo a terra per trovare la strada più corta per arrivare a portata dell'Elfa tra le voragini e le creature. La cosa non era semplice.
- Sta cercando di tenervi il più lontano possibile. - rifletté lo Stregone.
Erano occupati a ragionare su un modo per avvicinarsi che non notarono una delle creature attaccarli da dietro. Elladan e Glorfindel erano alle prese con tre di quelle e nemmeno loro l'avevano notata.
Solo quando fu loro sopra se ne accorsero. Ma era troppo tardi. I due riuscirono ad evitare gli artigli, ma non l'impatto con l'arto e vennero scaraventati metri più indietro. Monica si ritrovò con la schiena tra la neve che fortunatamente aveva attutito il colpo. Provò a rialzarsi, ma una fitta alla spalla sinistra la fece gridare dal dolore. Si portò istintivamente una mano nel punto e quando la ritrasse era sporca di sangue. Aveva un lungo taglio. Probabilmente era stato un artiglio della creatura. Strinse i denti e rimettendosi in piedi aiutò anche Gandalf che si accorse della ferita. - Sto bene. - lo rassicurò.
Il Troll-Talpa fu di nuovo su di loro e non era solo: un altro li attaccò da dietro.
L'Istaro sfoderò la spada e andò in contro a quello davanti a loro, Monica strinse di più le dita sulla sua e si lanciò contro quello che arrivava da dietro urlando. Schivò il primo arto, ma non riuscì ad evitare il secondo. Si ritrovò di nuovo a terra metri più in là, la faccia nella neve. Si sollevò scrollando la testa, poi si voltò con aria furibonda verso la creatura che stava per colpirla con gli artigli. Ruzzolò alla sua destra e si alzò di nuovo in piedi. La sua spada era rimasta però dove era caduta quest'ultima volta. Imprecò: era l'unica arma che possedeva ed ora c'era la creatura in mezzo.
In quel momento si sentirono delle urla: erano arrivati i rinforzi. Alcuni Rohirrim avevano finalmente raggiunto il posto ed iniziarono a scagliare frecce contro i Troll-Talpa. Monica approfittò del fatto che alcune colpirono quello con cui si stava scontrando per andare a recuperare la sua spada, rischiando di venire colpita a sua volta, e si girò ad affrontarlo. Quello sembrava essersi infuriato per le ferite e dopo aver annusato l'aria, si voltò verso di lei e le fu di nuovo addosso. Questa volta, però, Monica riuscì a mandare a segno il colpo affondando l'arma nel braccio del Troll-Talpa che urlò dolorante. Provò a colpirla con l'altro arto, ma lei parò il colpo con la spada. Digrignò i denti e puntò i piedi a terra cercando di contrastarlo, ma la creatura aveva una forza sovrumana. Così si spostò velocemente lateralmente e con un bel fendente gli amputò l'arto. Un lamento disumano di dolore squarciò l'aria. Lei approfittò del momento di distrazione e lo colpì ad entrambe le gambe. Quello crollò sulle ginocchia e lei gli piantò fulminea la spada nel torace. La creatura si accasciò su un fianco. Restò a fissarla ansimante ed anche esterrefatta. Era riuscita ad abbatterne uno quasi tutta da sola. Appurato che la creatura giaceva a terra morta e dopo essersi ripresa dal leggero shock, si diresse finalmente verso Morwen che si stava allontanando dal luogo della battaglia. Fu Gandalf, liberatosi in quel momento dalla creatura con cui stava combattendo, che lanciando un incantesimo la bloccò, prima che imboccasse una via laterale. La ragazza le fu accanto in pochi secondi e mosse il braccio per colpirla, ma in quell'istante la terrà tremò di nuovo. Monica si voltò per vedere dove sarebbero comparsi gli altri Troll-Talpa, stessa cosa fecero tutti i presenti, ma questa volta non si aprì alcuna voragine. La ragazza si voltò di nuovo verso l'Elfa e notò che qualcosa non quadrava - Che diavolo… - mormorò – Gandalf! - urlò allarmata indietreggiando di qualche passo.
Ma anche lo Stregone osservava la scena sconvolto, gli occhi blu sgranati per la sorpresa. Morwen stava crescendo e cambiando forma contemporaneamente. La pelle, prima color perla, ora era diventata verdognola. Sia le dita delle mani che dei piedi terminarono con degli artigli. Questi ultimi erano diventati simili a zampe di drago e le spuntò una lunga coda di un verde più scuro, tendente al nero. Le erano rimasti solo una lunga chioma corvina e i due occhi blu, freddi, che risaltavano. Sembrava un'arpia. La ragazza restò ad osservare sconvolta quella nuova creatura che raggiungeva i cinque metri d'altezza. Un ghigno si dipinse sul volto di Morwen – É finita. - sibilò e sferzò un colpo di coda che colpì l'altra e la fece volare per diversi metri, rimbalzando a terra alcune volte.
- Silweeeeeeeeen! - urlarono Elladan e Glorfindel all'unisono. Fecero per andare a soccorrerla, ma non riuscirono a muovere nemmeno un passo: erano completamente paralizzati. Stessa cosa valeva per tutti i presenti.
- E adesso vediamo di divertirci un po'. - esclamò la creatura leccandosi le labbra compiaciuta.
   
 
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