Chapter
9 - Fifty
shades of Donald Duck – A fragmentary segment of a passage of
a fragment of a
piece of something
Cloud
è lì in attesa
sotto il lampione nell’autostrada fra i mondi. Ogni tanto lo
illuminano i fari
di una gummiship solitaria, che passa via rapida. I suoi occhi azzurri
si
perdono sull’asfalto che va a confondersi con
l’oscurità all’orizzonte.
Un’altra
gummiship si
avvicina, e lui sa cosa deve fare. Scopre una coscia e la espone
all’aria con
fare seducente; la gamba raggela all’aria invernale, e le
scarpe aperte tacco
dodici non proteggono dal freddo.
Si
aspetta che la
gummiship passi via come le altre, ma questa non lo fa. Questa accosta
e
abbassa il finestrino. Ne sporge il muso animalesco
dell’ignobile cane
antropomorfo che sta al posto di guida.
“Ehi,
bellezza…”, gli fa
Pippo, “che bella mercanzia che abbiamo, Yuk!”
“Grazie”,
risponde Cloud
con finta allegria, nascondendo in un sorriso la repulsione per
quell’abbietto
individuo.
“Io
e il mio amico, qui”,
dice Pippo indicando un papero antropomorfo seduto sul sedile
posteriore,
“cerchiamo divertimento. Le tariffe?”
“Bocca
venti a testa, cinquanta
servizio completo.”
Pippo e
Paperino
ridacchiano:
“Ma
è pochissimo, Yuk!
Che poverina che sei!” la deride Pippo, mentre Paperino
starnazza allegramente;
“Dai, salta su, troietta!”
Cloud
continua a fingere
un sorriso mentre sale sul sedile posteriore della gummiship, che
riparte. Accanto
a lui c’è Paperino, che gli mette subito una mano
sulla coscia e inizia ad
accarezzarla in su e in giù, riservando a Cloud sguardi
libidinosi. Cloud
scopre di essere più a disagio del solito, e non riesce a
togliersi dalla testa
l’impressione di aver già conosciuto quelle due
bestie, ma non ricorda dove.
Nonostante tutto, sorride ancora.
Come sono arrivato a questo punto?, si domanda in silenzio. Se lo domanda ogni volta
che un cliente lo prende su, ma la verità è che
lui lo sa bene come ci è
arrivato a quel punto. Non ha mai potuto dimenticare
quell’appuntamento con Don
Corneo, che aveva risvegliato l’oscurità nel suo
cuore: la passione per la
sottomissione e la violenza. Cloud lo aveva solo intuito, allora, ma
adesso lo
sa con certezza: gli piace essere sottomesso, picchiato, umiliato;
vuole
sentirsi un oggetto a letto, proprio come lo aveva trattato Don Corneo.
E si
odia così tanto per questo. Deve vivere una doppia vita: di
giorno è un potente
guerriero sempre con la situazione sotto controllo, ma di notte Cloud
diventa
una puttana. E gli piace. E non riesce più a farne a meno.
Anche quando a
trattarlo come una puttana è un sudicio animale
antropomorfo.
Ma
nessuno sa
sottometterlo davvero come vorrebbe lui… per questo cerca quella persona…
l’unico che sappia davvero fargli provare quel
proibito piacere.
Paperino
adesso gli
accarezza i capelli, leccandosi lentamente il becco e stando attento a
non
pungersi le dita.
“Ehi,
Paperino! Cerca di
trattenerti fino a quando non arriviamo in Motel, Yuk!”
Paperino
sghignazza, poi
fa, rivolto a Cloud:
“Sai,
carina, dobbiamo
dirti la verità… non ti abbiamo preso su soltanto
per il nostro divertimento
carnale.”
Cloud
sussulta,
spaventato. Era forse finito nelle grinfie di pericolosi maniaci?!
“Ehi,
non essere
spaventata… Vedi, avremmo solo bisogno di chiederti
un’informazione.”
“Ah”,
fa Cloud, più
rilassato; “di che si tratta?”
“Vedi,
c’è una persona
che non troviamo più, un nostro vecchio, diciamo…
compagno di merende. Lo
abbiamo perso di vista al monte Olimpo, ma ci è stato detto
che l’hanno visto
nella tua zona…”
“Non
ricordo tutti quelli
che frequentano la mia zona”, risponde Cloud.
“Oh,
ma lui si nota, si
nota molto… Non è vero, Pippo?”
“Gawrsh,
se si nota!”
“Ha
i capelli a punta,
proprio come i tuoi, ma castani. Ha piedoni enormi e un gigantesco
aggeggio con
cui picchia sulla gente…”
L’attenzione
di Cloud si
risveglia.
“…
che è a forma di
chiave e si chiama keyblade.”
L’attenzione
di Cloud
torna a livelli basali.
“Non…
non credo di
ricordare nessuno così”, risponde.
L’espressione
di Paperino
si fa rabbiosa.
“Forse
faresti meglio a
pensarci un po’ su, troietta!”, ingiunge,
“non ti abbiamo certo scelta per il
tuo culo cadente! Noi abbiamo bisogno di trovare questa
persona!”
Cloud
è spaventato, ma al
contempo non può fare a meno di provare quel sottile
piacere... Quel papero
nudo dalla vita in giù sarà pure senza pene, ma
ha autorità. Gli piace.
“Io…
io non lo so dove si
trova, non l’ho mai visto, giuro! A parte forse in un altro
capitolo del
videogioco, ma lo sapete che la continuity in Kingdom Hearts
è un po’ creativa!”
Paperino
lo guarda male.
Non è contento.
“Sei
proprio… sicura?” la
mano di Paperino gli afferra la spalla, la tiene molto stretta. Gli fa
male. L’altra
mano agita minacciosamente uno scettro magico a forma di dildo. Cloud
prova dolore,
paura ed eccitazione insieme.
“Forse…
forse so chi
potrebbe averlo visto!”
“Ora
ragioniamo. Visto,
Pippo? Te l’avevo detto che non avremmo neanche dovuto
picchiarla!”
“Yuk!
Hai sempre il tuo
tocco, Paperino!”
“Bene,
puttanella,
parla”, continua l’anatra.
“Il
mio… Il mio datore di
lavoro, Ade. Se qualcuno sa qualcosa, è lui. Dovete
parlare con lui!”
“Sapevo
che ci saresti
stata utile”, dice Paperino.
“Gawrsh,
Paperino,
dovremo parlare con Ade? Non è un tipo facile con cui
trattare…”
“Forse
la nostra
signorina qui potrà darci qualche dritta anche su quello,
non è vero?”
Cloud non
risponde. Il
senso di autorità emanato dal papero lo eccita da matti.
“Sono
sicuro che potrai
darci ancora molte altre informazioni utili, ma
prima…”
Il volto
di Paperino si
avvicina a quello di Cloud, i loro respiri si confondono.
“...
Direi che è arrivato il
momento di divertirci, bellezza.”
“Farai
l’amore con me,
adesso?”, gli domanda Cloud.
“Io
non faccio l’amore”,
risponde Paperino; “io starnazzo. Forte.”
Questo capitolo serviva a mettere definitivamente
a tacere coloro che continuano a pensare che Kingdom Hearts sia un
gioco per
bambini. Come vedete, cari lettori, Kingdom Hearts ha una storia molto
seria e
matura, e non ha paura di entrare nel merito di tematiche complesse e
scottanti, come il dramma dei personaggi di Final Fantasy costretti a
vendere
il proprio corpo.