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Autore: miky923    30/04/2017    4 recensioni
La storia narra le vicende di Naruto proprio come nell'anime/manga, ma con situazioni, eventi e incontri diversi.
Scusate per l'orribile prologo, spero tanto che la storia vi piaccia. Lasciate una recensione (positive e negative).
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Kurama, Naruto Uzumaki, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao a tutti! Mi dispiace un casino per il terribile ritardo nell’aggiornare, ma a causa degli impegni di lavoro non sono mai riuscito a trovare il tempo. In più ogni cosa che riuscivo a scrivere non mi piaceva per niente e la rifacevo da capo.

Spero tanto che questo capitolo vi possa piacere e vedrò di aggiornare al più presto possibile!!!

 

 

“Se ne è andato.” Disse Akitsu con voce piatta vedendo il letto dell’ospedale vuoto.

“Si.” Rispose semplicemente Haku.

“Ehmm...” Cercò di dire il secondo occupante della camera attirando l’attenzione delle due ragazze.

Rock Lee era stato ricoverato poco dopo Naruto al seguito dello scontro con Gaara. Le sue condizioni erano molto peggiori rispetto a quelle del biondo.

“Ha detto che avrebbe trovato un modo per liberarsi di un sigillo ed è corso fuori.” Continuò sorridente ricordando la scena accaduta poco fa.

“E sai dove andava?” Domandò Haku ricevendo un cenno negativo dal ragazzo.

“Non importa non sarà difficile trovarlo. Andiamo!” Esclamò Akitsu partendo di corsa.

La ragazza di ghiaccio osservò per qualche secondo Rock Lee disteso a letto prima di chinare il capo in segno di ringraziamento.

“Grazie, spero che tu riesca a rimetterti.” Disse in tono serio prima di andarsene anche lei.

‘Spero anche io.’ Pensò Rock Lee volgendo lo sguardo fuori dalla finestra.

 

Esterno del villaggio.

 

Naruto posò le mani sulle ginocchia respirando affannosamente, sentendo ogni muscolo di gambe e braccia tremare.

“Forza Naruto ancora non basta.” Disse Yoken.

Il biondo guardò la volpe a tre code davanti a lui e fece un cenno con il capo. Deglutendo tornò con la schiena dritta e le gambe leggermente divaricate. Congiunse le mani davanti a se con entrambi gli indici e i medi alzati e cominciò a tirare fuori il chakra dal suo corpo. Come le volte precedenti in cui compì questa azione il chakra iniziò a fluire lentamente in piccole dosi, crescendo di intensità man mano che veniva estratto. Poco in disparte si trovavano Kin e Zabuza che osservavano. Naruto le aveva spiegato di come dentro di lui fosse rinchiuso il Kyuubi. Le descrisse la sua personalità, di come fosse la sua forma umana. Le raccontò di come fu lei a insegnargli le basi per diventare un ninja, e sempre grazie al demone volpe di come avesse invocato Yoken e Akitsu, e anni dopo riportato in vita Zabuza e Haku.

“Ancora scossa per quello che hai sentito?” Domandò Zabuza senza distogliere gli occhi dal biondo.

La ragazza scosse la testa in senso negativo.

“Stavo solo pensando.” Rispose riportando l’attenzione sul ragazzo della sua età.

Dopo non aver trovato nessuno in grado di sciogliere il sigillo impresso da Orochimaru, Yoken propose di provare a romperlo con la forza. Il sigillo posto dal quarto hokage era fatto in modo che in maggior difficoltà si trovasse Naruto, maggiore era la quantità di chakra di Kurama a entrare in circolo. L’idea era di portare Naruto a consumare fino all’ultima goccia di chakra che avesse, e se funzionava come programmato il chakra del demone sarebbe riuscito a filtrare oltre il sigillo rompendolo. Un tale sforzo avrebbe portato alla morte chiunque a causa dei danni che si sarebbero creati ai canali del chakra, ma Naruto non avrebbe dovuto correre rischi eccessivi grazie all’effetto curativo del chakra della volpe.

“Cosi, ancora un piccolo sforzo!” Esclamò Yoken vedendo il chakra blu di Naruto diventare rosso.

Il ragazzo richiamò il chakra con maggior impegno venendo completamente avvolto dal chakra demoniaco. Questo durò per pochi secondi, finché Naruto non cadde all’improvviso a terra svenuto. Yoken gli fu subito sopra controllando il suo stato, raggiunto immediatamente dagli altri due. Il biondo giaceva a terra incosciente, ma il chakra rosso continuava a fluire lento e costante fuori di lui avvolgendolo. Zabuza guardò con sguardo indagatore il ragazzo, chinandosi poi su un ginocchio e afferrando la maglia di Naruto scoprendogli il ventre. A risaltare sullo stomaco di Naruto era il sigillo creato dal quarto hokage, mentre non c’era più nessuna traccia di quello imposto da Orochimaru.

“Ci è riuscito?” Domandò Kin confusa.

“Si. Sembra che il sigillo si sia spezzato. Ora Kurama penserà a guarire il ragazzo da qualsiasi danno.” Rispose Yoken sollevato.

“Bene sono contenta.” Dichiarò Kin sollevata.

 

Interno del sigillo.

 

L’interno del sigillo fatto dal quarto hokage era composto dalla stessa fogna di sempre. Le pareti scivolose sulle quali scorreva dell’acqua, il soffitto talmente alto che non si riusciva a vedere a causa della scarsa illuminazione, e il pavimento allagato. Dietro le enormi sbarre d’acciaio che costituivano la prigione del Kyuubi si trovava la volpe in forma umana. Questa volta invece di rendere l’aspetto della stessa età di Naruto, optò per prendere la forma di sedici anni. Voleva divertirsi un po con il ragazzo facendolo imbarazzare come riusciva Akitsu.

“Ce ne hai messo di tempo per sciogliere questo sigillo da niente.” Disse Kurama con un ghigno da presa in giro.

Naruto sbattè un paio di volte le palpebre prima di rendersi conto di dove si trovasse. Realizzato ciò il ragazzino in una sfocatura arancione oltrepassò le sbarre e si buttò contro Kurama a braccia aperte. Kurama ridacchiò e posò la mano sinistra tra i capelli biondi di Naruto e la mano destra sulla schiena, muovendola in senso orario accarezzandolo. In un secondo tutta la voglia che aveva di prendersi gioco del moccioso scemò via.

“Su su non serve fare cosi.” Cercò di rassicurarlo parlandogli dolcemente.

Naruto in risposta premette la testa contro il suo petto e aumentò la stretta con cui la stringeva.

“Non dirmi che ti sono mancata cosi tanto. Sei stato solo pochi giorni senza sentirmi.” Continuò accarezzandogli a testa e afferrando piano e rilasciando i capelli più volte.

Non ricevendo ancora alcuna risposta Kurama si mordicchiò il labbro aspettandosi una reazione del genere. Era sicura che Naruto aveva sofferto molto la sua mancanza, in fondo era lei che lo beffeggiava, rassicurava e accudiva ogni giorno da quando si erano incontrati, e sempre lei gli aveva tenuto compagna durante le interminabili notti colme di incubi e vecchi ricordi. Per il ragazzo, quelli che furono pochi giorni di separazione dovevano apparire lunghi e senza fine.

“Ora sono qua. Non me ne vado più.” Tentò di rassicurarlo ancora una volta.

“Davvero?” Domandò senza staccare il volto dal petto.

“Davvero Naruto.” Rispose staccandosi da lui.

Posandogli l’indice sotto il mento gli alzò il volto cosi che la guardasse dritto negli occhi.

“Ora torna alla realtà e fai un clone. Credo di riuscire a fare una piccola sorpresa che gradirai.” Disse in tono di comando facendogli l’occhiolino.

“Un clone?”

“Ancora qua? Muoviti e fai quello che ho detto.” Ordinò ridacchiando e posando le mani sul petto spingendolo via con la forza degna di un demone.

 

Campo erboso.

 

Naruto si alzò di scatto come una molla, come se la spinta che gli aveva dato Kurama al suo spirito la avesse subita anche il corpo fisico.

“Iniziano a darmi la nausea.” Borbottò tra se il ragazzo riferendosi al passaggio tra la realtà e il piccolo mondo al suo interno.

“Non iniziare a lamentarti troppo.” Lo riprese la volpe a nove code.

“Si signora.” Rispose ironico con un ampio sorriso.

Risentire chiaramente la voce di Kurama nella sua testa gli ridiede il senso di sicurezza che aveva perso senza accorgersene dopo l’incontro con Orochimaru. Ancora seduto e con il sorriso stampato in volto Naruto fece una x con gli indici e i medi.

“Tecnica della moltiplicazione del corpo.” Disse a bassa voce evocando la tecnica.

Dopo che il solito sbuffo di fumo che precedeva il clone si fu diradato Naruto riuscì a vedere chiaramente il suo clone. Lunghi capelli rossi che si spostavano leggermente con il vento, il viso delicato e abbellito da un sorriso divertito, gli occhi rossi accesi come due rubini, la carnagione chiara e priva di qualsiasi imperfezione che invitava a essere sfiorata solo guardandola. Le curve sinuose del petto erano coperte da un top grigio che lasciava in mostra il ventre tonico e allenato, e sopra di esso una giacca nera a maniche corte anch’essa lunga quanto il top. Le gambe lunghe erano coperte da dei pantaloni neri come la giacca, con diverse tasche all’altezza delle cosce e una più piccola dove era il polpaccio destro. Ai piedi portava delle semplici scarpe, simili a quelle che usava lui.

“Aspetta cosa?!” Naruto squadrò ancora una volta dalla testa ai piedi e al contrario il suo clone cercando di capire cosa non andasse.

Dopo un’altra rapida occhiata gli occhi di Naruto si ampliarono in stato di shock.

“K-kurama?”

“Ci sei arrivato eh? Certo che quando ti impegni sai essere davvero lento.” Lo prese in giro non cambiando il sorriso che aveva avuto da quando era comparsa.

“Non è… Cioè come… Tu eri dentro… E ora stai...” Naruto iniziò a farneticare senza sosta troppo confuso.

Kurama si mise a ridere di gusto vedendo il ragazzo andare in tilt cosi facilmente.

“Calmati adesso… Semplicemente quando Orochimaru ha imposto il sigillo, seguito poi da quello di Kin, quando sono stati sciolti hanno indebolito il sigillo originale fatto dal quarto hokage. Ora riesco a far passare anche la mia coscienza insieme a una piccola parte del mio chakra.” Spiegò rapidamente per poi ricominciare a ridere di gusto vedendo l’espressione ancora più confusa di Naruto.

Adesso il ragazzo sembrava totalmente in panico, come quando un animale si trova davanti ad una creazione dell’uomo mai vista prima.

“Kurama?” Domandò ancora non del tutto convinto.

“Terra chiama Naruto. Quanto ci vuole perché il tuo piccolo cervellino registri che sono davvero io?” Domandò afferrando la guancia sinistra del biondo con il pollice e l’indice tirandola.

“Ok ok sei tu ho capito!” Disse ad alta voce sfuggendo alla terribile presa della ragazza.

Massaggiandosi la guancia dolorante Naruto osservò ancora una volta Kurama. Anche se gli aveva appena spiegato come facesse ad essere davanti a lui stentava ancora a crederci. Se avesse saputo prima che poteva succedere questo sarebbe andato anni fa a cercare Orochimaru. A distrarlo dai suoi pensieri fu lo scrosciare dell’acqua, simile al rumore che faceva una cascata ma questo durò solo qualche secondo. Guardandosi intorno Naruto vide che era nello stesso punto dove era svenuto. Il campo d’erba in cui si trovava era fuori dal centro abitato di Konoha, era quasi completamente avvolto da un fitto bosco fatta eccezione per una piccola parte bagnata da un fiume. Proprio in quella zona Naruto riuscì a scorgere Haku e Kin. Per qualche motivo entrambe erano fradice dalla testa ai piedi.

“Vedo che ci danno sotto con l’allenamento.” Fischiò Kurama guardando le due ragazze.

“Allenamento per cosa?” Domandò il biondo confuso.

“Per l’ultima prova d’esame. Contando i giorni che sei rimasto svenuto all’ospedale dopo l’incontro con la ragazzina Yamanaka, e i giorni in cui ti ho tenuto sedato mentre riparavo i canali di chakra che avevi distrutto per sciogliere il sigillo...” Iniziò la ragazza contando sulle mani attentamente.

“Direi che il torneo sarà tra tre giorni.” Concluse pacatamente.

Passarono un secondo, due secondi, tre secondi. Naruto prima restò in un silenzio contemplativo, poi gli occhi si spalancarono di colpo e iniziò a boccheggiare in cerca delle parole che non trovava. A fermare quella che sarebbe stata l’ennesima reazione di panico del ragazzo fu la mano di Kurama, che prontamente si piazzò sulla bocca di Naruto tappandogliela.

“Prima che dici una sola parola ti dico che non ci saranno problemi. È vero che per l’esame volevo che imparassi ad usare la spada che avevi comprato, ma visto il tempo ridotto mi limiterò ad insegnarti tre tecniche.” Disse Kurama.

Vedendo che il ragazzo sembrava essersi calmato spostò la mano dalla sua bocca. Prima di poter dire una parola Naruto si interruppe osservando curioso le due ragazze ancora sulla riva del fiume. Kin aveva appena lanciato quella che sembrava una piccola sfera in acqua e aveva congiunto le mani come si fa per evocare una tecnica. Ad un tratto la superficie del fiume iniziò a vibrare leggermente, trasformandosi presto in uno scontro di onde nate dal nulla, esplodendo in fine con un boato soffocato in una colonna d’acqua. Haku compì diversi segni con le mani e una leggera nebbia avvolse la zona. L’acqua sollevata da terra si bloccò a mezz’aria e iniziò a brillare. Con uno sguardo più attento Kurama notò che l’acqua non brillava di luce propria, ma che al contrario si era congelata e perciò rifletteva la luce del sole. Haku riuscì a mantenere l’acqua in quello stato per poco più di cinque secondi prima che la tecnica si sciolse. L’acqua ricadde nel letto del fiume nel suo stato originale creando una grande onda che uscì dagli argini lavando le due ragazze per quella che sembrava la centesima volta quel giorno.

“Wow...” Disse Naruto a bocca aperta ancora sorpreso per ciò che aveva visto.

Kurama al contrario non disse nulla e guardò le due ragazze. Kin potrebbe aver usato una specie di bomba, simile alle campanelle usate alla fine della seconda priva d’esame, solo che in questo caso invece di creare un leggero suono lo ha fatto esplodere con forza. Questo spiegherebbe come si sia potuta muovere tanta acqua insieme e il perché aveva percepito anche il terreno vibrare. Quella che però aveva destato di più la sua attenzione era Haku. Sapeva già che la sua affinità più grande era con il ghiaccio, basta vedere la tecnica innata che possedeva, ma nonostante questo era incredibile che riuscisse a congelare una tale massa d’acqua e a tenerla sospesa in aria anche se per poco. Anche i ninja più esperti avrebbero fatto fatica a fare ciò, figuriamoci in cosi giovane età e senza nessuno che la allenasse in quel elemento.

“Kurama?” Chiamò Naruto attirando la sua attenzione.

“Si?”

“Sembravi pensierosa.” Iniziò Naruto.

“Ah niente, stavo solo pensando che quelle due sono piuttosto brave nel loro campo.”

“Vero vero. Dai andiamo da loro.” Disse Naruto afferrando Kurama all’altezza del gomito e tirandosela dietro.

“Hey Kin, Haku!” Salutò entusiasto Naruto raggiungendo le ragazze.

“Ti sei svegliato!” “Ben svegliato Naruto.” Risposero al saluto in contemporanea.

“Ho visto quello che avete fatto. Siete fortissime!” Esclamò il biondo con lo stesso entusiasmo di un bambino.

Invece di rispondere le due ragazze rimasero in silenzio. Haku si era irrigidita impercettibilmente osservando la ragazza a fianco di Naruto. Anche se la aveva incontrata una sola volta e il suo aspetto era quello di una gigantesca volpe a nove code gli occhi erano gli stessi, di un colore rosso acceso che non si sarebbe potuto vedere negli occhi di nessuna altra creatura. Anche Kin era rimasta pietrificata, lei a differenza di Haku non aveva idea di chi fosse la ragazza dai capelli rossi, ma riusciva a percepire la forza che emanava. L’atmosfera che si respirava in sua presenza era simile a quella che si provava al cospetto di Orochimaru, anzi questa era ancora più pesante di quella del suo maestro, ma anche se sembrava cosi forte mancavano quei sentimenti sadici e malati che avvolgevano sempre il ninja leggendario.

“Ragazze?” Domandò Naruto piegando leggermente la testa di lato non ricevendo risposta.

“Oh giusto non mi conoscono in questo aspetto!” Disse Kurama facendo sparire il sorriso divertito che gli era comparso sulle labbra.

“Io sono il Kyuubi, o per meglio dire Kurama.” Disse rivolgendosi di più a Kin che a Haku.

“Questo è un clone di Naruto in cui ho inserito la mia coscienza e il mio chakra. Sono riuscita a fare ciò perché a causa di tutte le modifiche che ha ricevuto il sigillo che mi conteneva.” Spiegò vedendo il dubbio nei volti delle ragazze.

“E devo ringraziare solamente te se ciò è possibile, probabilmente il solo sigillo di Orochimaru non sarebbe bastato.” Disse con un sorriso volpino a Kin.

“Ora Naruto andiamo dall’Hokage. Visto che dobbiamo fare le cose in grande all’ultimo esame vediamo di farle come si devono.” Disse rivolgendo il sorriso al biondo.

“Va bene allora andiamo subito, non vedo l’ora di imparare le tecniche che hai detto prima. Ci vediamo dopo!” Disse contento iniziando subito a correre in direzione del villaggio.

“Per quanto riguarda voi.” Disse a bassa voce il demone a nove code.

In un lampo fu dietro le due ragazze e le avvolse con le braccia intorno alle spalle.

“Cercate di essere un po più rilassate in mia presenza.” Disse emettendo un leggero sospiro nelle loro orecchie.

“Detto da me vi può sembrare assurdo, ma ci tengo a voi.” Continuò usando un tono di voce serio ma dolce.

“S-Scusa.” Disse Kin.

Sembrava quella delle due più a disagio e forse per questo riuscì a parlare per prima.

“Immagino ci vorrà del tempo… Ci vediamo presto.” Salutò lasciando andare le due ragazze e incamminandosi verso il punto dove Naruto si era fermato e si stava sbracciando per attirare la sua attenzione.

“Ehmm… Ci aiuteresti negli allenamenti domani?” Domandò Kin.

Essendo l’ultima arrivata nel clan Kin si sentiva l’obbligo di cercare di legare almeno un minimo con tutti quanti, anche con il temibile Kyuubi, specialmente dopo che fu lei a porgere la mano in segno di pace.

“Davvero?” Domandò sorpresa Kurama voltando solamente di poco il volto, nascondendo il sorriso che le stava comparendo dietro una ciocca di capelli.

“Si. Ci sarebbe molto utile allenarci con qualcuno più forte di noi, cosi da poter dare il massimo senza trattenerci.” Continuò Haku, principalmente per lo stesso motivo di Kin, ma anche perché in se provava un forte desiderio di misurarsi con il demone.

“Hey Kurama muoviti!” Urlò Naruto che continuava a saltare e a dimenare le braccia.

“Si si arrivo! Bhe perché no, anche io sono curiosa di sapere cosa siete in grado di fare. Ciao ciao.” Salutò infine e raggiunse Naruto con la stessa velocità con cui si era spostata alle spalle delle due ragazze precedentemente.

Dopo aver visto i due compagni sparire tra gli alberi le due ragazze si rimisero ad allenarsi sul fiume.

 

Palazzo dell’Hokage.

 

L’ufficio del terzo Hokage era occupato al momento da quattro persone. Seduto alla scrivania si trovava Hiruzen che fumava dalla sua pipa con una espressione seria in volto, davanti a lui in piedi si trovavano Kakashi e Anko, mentre seduto sulla finestra si trovava un uomo con lunghi capelli bianchi.

“Ancora nessuna novità Hiruzen. I miei informatori non lo hanno avvistato da nessuna parte, è certo però che l’Akatsuki non si è ancora mossa.” Disse l’uomo seduto sulla finestra.

“Capisco Jiraya. Voi due avete notizie?” Domandò il terzo hokage alle due persone di fronte a lui.

“No. Mi aspettavo che Naruto venisse a chiedermi di addestrarlo per la terza prova appena dimesso dall’ospedale, ma non lo ho mai incontrato.” Rispose Kakashi.

“Io ho cercato per le strade di Konoha, volevo ringraziare quel moccioso dell’aiuto contro Orochimaru ma non sono riuscita a trovarlo da nessuna parte.” Rispose Anko scuotendo la testa.

“Capisco. Mi domando dove possa essere finito.” Sospirò Hiruzen in pensiero per il piccolo biondo.

Ad un tratto qualcuno bussò alla porta e attese risposta.

“Avanti.” Disse il vecchio Hokage voltando la testa in direzione della porta.

Ad entrare fu il ninja che stava di guardia all’ingresso del palazzo.

“Signor Hokage, Uzumaki è...” Iniziò a parlare venendo interrotto subito da Hiruzen.

“Fallo entrare.” Rispose prontamente l’uomo.

“Si signor Hokage.” Disse infine uscendo dalla stanza.

Un secondo dopo entrò Naruto mostrando un sorriso sgargiante.

“Ciao vecchio! Hey ci sono anche Kakashi e la donna serpente, da quanto tempo.” Salutò contento il biondo scalmanato.

“Naruto dove eri finito? Sei sparito per parecchio tempo.” Chiese Hiruzen mostrando un’espressione di sollievo, lasciando passare il termine con cui era stato chiamato.

“Ehehe alla fine sono riuscito a rompere il sigillo fatto da Orochimaru, dopo sono rimasto svenuto per un paio di giorni.” Ridacchiò Naruto grattandosi dietro la testa.

‘Vorrai dire un paio di settimane.’ Corresse Kurama tornata all’interno della sua prigione

“Diciamo pure un paio di settimane.” Si corresse da solo il biondo sentendosi in imbarazzo.

“Sono felice, ma la prossima volta avvisa.” Lo rimproverò in tono gentile l’hokage.

“Ehmm si ecco…” Cominciò titubante.

“Volevo chiederti un piacere vecchio.” Continuò incerto.

“Certo dimmi figliolo.”

“Ecco… Per la terza prova non voglio essere riconosciuto come ninja di Konoha, ma come ninja di Whirlpool. Lo stesso per Haku e Kin.” Terminò cercando di affondare il capo tra le spalle sentendosi a disagio.

Hiruzen lo stava fissando con occhi spalancati, Anko e Kakashi lo squadravano interessati e lo stesso faceva quello strano tipo seduto alla finestra.

“C-ci vorrà un po ma credo di poterlo fare. È una richiesta piuttosto insolita da fare. Hai qualcosa in mente?” Domandò il terzo hokage.

“Si.” Rispose Naruto sentendosi più rilassato vedendo che il vecchio uomo non era arrabbiato.

“Io voglio ricostruire il villaggio da cui provengono gli Uzumaki e il mio clan. Kurama ha detto che ci vogliono molti fondi per fare una cosa del genere, per questo quando Zabuza è entrato a far parte del mio clan e ha saputo questo ha fatto in modo che il mio nome risaltasse tra quelli dei ninja degni di nota. Cosi molti daimyo saranno curiosi di vedermi, e quando gli avrò impressionati con delle mosse strabilianti al torneo verranno a richiedere i servigi al mio villaggio, cosi potrò recuperare i fondi che servono.” Spiegò con una semplicità degna di un ragazzino.

Tu si che sai come dare poche informazioni.” Sospirò Kurama ironicamente.

“Wow, è un piano piuttosto… Wow.” Disse Anko per prima cercando di elaborare tutte le informazioni che aveva sentito.

Era convinta che quel moccioso fosse un totale stupido, ma dopo aver sentito cosa voleva fare e perché iniziava a ricredersi.

“Che mosse strabilianti userai Naruto? Se serve sarei contento di aiutarti.” Disse Kakashi sperando di essere utile in qualche modo.

“Kurama ha detto che dovrò imparare tre tecniche, due create da mio padre e una che sapeva usare solo mia madre.” Rispose incerto.

Durante il tragitto fino al palazzo la volpe gli aveva spiegato le tecniche e in grossomodo cosa facevano, ma non riusciva proprio a ricordarsi il nome. In più gli aveva anche accennato chi altro aveva passato le eliminatorie, e quali tattiche avrebbe dovuto usare per affrontarli.

“Le tecniche dei tuoi genitori? Ti ha detto chi sono?” Domandò Hiruzen nervoso.

“No, quando l’ho chiesto a Kurama ha risposto che deve rimanere segreto finché non sarò abbastanza forte.” Rispose sbuffando.

Il terzo Hokage annuì sollevato.

“Ora scappo ci vediamo!” Disse fiondandosi verso la porta e uscendo.

“Hiruzen, chi è questa Kurama nominata dal mio figlioccio? È forse la sua fidanzatina?” Domandò con un sorrisetto l’uomo seduto alla finestra.

“Non proprio Jiraya.” Rispose l’hokage pensando ad un modo semplice per spiegargli chi fosse.

 

Strada di Konoha.

 

“Allora cosa facciamo ora?” Domandò Naruto curioso a Kurama.

Stiamo andando al negozio dove hai preso la spada, abbiamo bisogno di materiale per il torneo. Spero solo che possa procurarcelo.”

“Serviranno per le mie nuove tecniche?” Domandò Naruto eccitato.

Ahaha diciamo di si.” Rispose Kurama divertita.

Arrivato al negozio Naruto varcò la porta facendo suonare il campanello appeso su di essa. Dietro al bancone al lato della porta si trovava Tenten intenta ad affilare la lama di un kunai con una specie di sasso levigato.

“Mh? Oh hey Naruto, come stai? Non ti ho visto più da dopo la seconda prova.” Disse la ragazza con un ampio sorriso posando i suoi attrezzi.

“Molto meglio, te invece? Avevo sentito che avevi passato lo scontro, non dovresti essere a prepararti?” Domandò ricambiando il sorriso.

“Non me lo dire, è tutto il mese che mi alleno senza sosta. Sono qua solo qualche giorno per aiutare mio padre, visto il grande afflusso di persone dovute al torneo avremmo più clienti del solito.” Rispose sospirando.

“Dov’è tuo padre?” Domandò curioso guardandosi intorno.

“È andato a prendere qualcosa appena prima che tu entrassi.” Rispose con una scrollata di spalle.

“Hai saputo chi ti è capitato come primo avversario vero? Si tratta di Neji, è un vero genio del combattimento e non credo avrai molte speranze.” Continuò in tono serio.

“Non preoccuparti, sono pieno di sorprese.” Rispose il ragazzo mostrandole il pollice alzato.

“Se lo dici tu.” Rispose la ragazza poco convinta.

“Comunque ti serve qualcosa?” Domandò Tenten appena prima che suo padre uscì da dietro i scaffali del negozio.

“Ecco qua ragazzo. La spada è tornata al suo antico splendore, ma spetta solo a te farla brillare in battaglia come una volta.” Disse l’uomo robusto posando sul tavolo una scatola di cartone rettangolare.

Sia Naruto che Tenten guardarono confusi la scatola. Il contenitore era di piccole dimensioni, più alto rispetto allo spessore di una spada ma molto più corto.

“Fantasitco! Pensavo ci volesse molto più tempo. Avrei bisogno anche di alcuni kunai, un tipo molto particolare e che nessuno usa.” Disse Naruto ripetendo le parole dette da Kurama quando gli spiegò cosa doveva comprare.

Ken aggrottò la fronte pensieroso prima di annuire.

“ Tenten mostragli l’elenco dei kunai.” Disse l’uomo alla figlia.

La ragazza tirò fuori da sotto il bancone un libro piuttosto spesso e lo aprì davanti a Naruto.

“Qua sono illustrati tutti i kunai in circolazione, alcuni non sono in vendita nel nostro negozio, ma siamo in grado di forgiali noi stessi se ce ne fosse bisogno.” Spiegò Tenten.

Naruto sfogliò lentamente il libro guardando attentamente tutte le immagini. Ogni pagina conteneva il disegno di un kunai con le relative misure di lama, impugnatura e tutte quelle misure che rendevano tanti kunai simili tra di loro unici. A fianco del disegno era riportato di che materiale fosse composto ogni parte dell’arma e come doveva essere forgiato.

Eccolo!” Esclamò Kurama facendo fermare Naruto.

“Ecco è questo qua.” Disse Naruto indicando la pagina interessata.

“Che strano non lo ho mai visto, e dire che conosco praticamente ogni arma di questo negozio, tu lo hai mai visto Papà?” Domandò Tenten interessata, guardando il disegno del kunai a tre punte.

Ken si spostò a fianco della figlia guardando anche lui l’illustrazione dell’arma, osservando poi il ragazzo.

“Quanti te ne servono?” Domandò l’uomo.

“Sulla ventina.”

“Saranno pronti domattina all’alba.” Disse Ken rimettendo il libro a posto.

“Avrei bisogno anche di alcuni copri fronte con lo stemma del paese del vortice prima del torneo.” Chiese nuovamente Naruto, sentendosi in soggezione davanti l’uomo.

“D’accordo.” Rispose l’uomo.

Tenten guardò stupita il padre sorpresa di vederlo acconsentire cosi facilmente. Spesso l’uomo era attento ad accettare richieste del genere, sopratutto quando riguardavano oggetti che andavano fabbricati su ordinazione a causa del loro prezzo.

“Perfetto grazie mille! Ora devo proprio andare, ci vediamo domani!” Disse Naruto con un ampio sorriso e uscendo dalla porta.

Tenten ridacchiò all’esuberanza del biondo e si sporse poi vicino al padre vedendolo pensieroso.

“C’è qualcosa di strano con questo ordine?” Domandò curiosa.

“No… Dovrei avere ancora gli stampi da qualche parte.” Disse più a se stesso che alla figlia tornando dietro gli scaffali del negozio.

 

Esterno.

 

Mi piace quell’uomo. Sa benissimo che sono rinchiusa dentro di te, e ha accettato ugualmente di aiutarti con tutto. Sono certa anche che ha capito anche chi sono i tuoi genitori. Dovremmo vedere se vuole fare parte anche lui del clan, un fabbro del suo calibro aiuterebbe enormemente.”

‘Sarebbe fantastico, ma sicura che sappia che sei rinchiusa in me? Mi ha sempre trattato meglio di tutti gli altri negozianti.’

Sicurissima, tutti quelli che hanno vissuto durante il mio attacco ne sono a conoscenza. Dai adesso è meglio tornare a casa, sono certa che Akitsu ti stia cercando ovunque a quest’ora.” Disse Kurama sorridendo pensando a quanto sapesse essere apprensiva la volpe nera.

 

Poco lontano.

 

Le cose si fanno interessanti.” Disse Matatabi al suo contenitore.

“Facciamo rapporto ad A per stasera. Domani lo osserveremo ancora.” Rispose Yugito alzandosi dalla sua postazione sul tetto e saltando via utilizzando i palazzi come rampe.

  
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