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Autore: Midluuna    20/05/2017    1 recensioni
"Cosa ne sarà di me, d'ora in poi?"
Questa era l'unica cosa che fui in grado di pensare, poco di perdere la mia coscienza e anche me stessa. Morire è incredibilmente triste e, probabilmente, la peggior cosa è che non hai nemmeno il tempo di rendertene conto.
Un grido soffocato mi fece riacquisire la coscienza.
Sentii il suo piccolo corpo affondare giù.
"Così... il mio sacrificio, la mia battaglia sono stati inutili? No... no! Non voglio diventare la sua tomba! Non lo permetterò!"
In pochi istanti, tutto divenne nero. L'unica cosa che riuscii a vedere, era un volto bianco sorridermi in modo inquietante.
E la bambina aprì gli occhi.
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Alphys, Nuovo personaggio, Sans, Un po' tutti, Undyne
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Il dolce profumo delle rose si diffondeva nell'aria del giardino. Esse decoravano le colonne ai lati dell'altare. Il chiacchiericcio degli invitati rendeva l'atmosfera ancora più festosa e vivace. Era davvero una bella giornata primaverile. Lei iniziò ad avanzare verso l'altare, dove la figura della sua amata l'aspettava, girata di spalle. Tutti i suoi amici si voltarono a guardarla sorpresi e felici. Alphys indossava un candido abito che da sotto il seno si apriva in un'ampia e soffice gonna che ricordava un fiore. Lei rispose a quei sguardi calorosi con un sorriso imbarazzato, che poi nascose portandosi una mano al muso. Quest'ultima era coperta da un morbidissimo guanto bianco che arrivava a metà avambraccio. Undyne indossava un abito smoking color crema con rifiniture rosa pallido, ed i suoi capelli leggermente ondulati, rifiniti con qualche piccola treccina, erano legati in una elegante coda alta.
Alphys sentì il proprio naso pizzicare, probabilmente per via di tutto quel polline nel giardino. Così si portò le mani al musetto e starnutì. Per un momento le sembrò girare la testa. Scosse il capo e guardò istintivamente le mani: fra le sue dita aveva dei piccoli fiorellini azzurri. 
Quei maledetti fiori.
La lucertola alzò lo sguardo, e lo spettacolo macabro che ebbe davanti ai suoi occhi le gelò l'anima: il cielo azzurro era diventato cremisi e al posto degli invitati c'era soltanto polvere. Alphys si guardò attorno con gli occhi pieni di orrore e il cuore che le batteva all'impazzata, voltandosi dal lato opposto dell'altare.
- No... no!- mormorò con una voce flebile- Ti prego, no!
In quell'istante, avvertì da dietro le sue spalle, come una pugnalata, un ghigno simile ad uno stridio. Le sembrò che il suo cuore avesse cessato di battere per un momento. Tremante, si voltò lentamente verso la fonte del suono. Undyne era sempre lì, di spalle, e teneva le braccia dietro la schiena. Lo sguardo di Alphys cadde sulle mani congiunte, e impallidì ancora di più quando notò che queste ultime si stavano sciogliendo. Spalancò la bocca per urlare ma non uscì alcun suono. Fece qualche passo indietro, e la sua sposa si voltò lentamente, e ciò che Alphys vide le fece salire le lacrime agli occhi, mentre la nausea si fece strada nel suo ventre: la faccia di lei aveva quasi del tutto perso forma, e l'unica cosa riconoscibile in quel viso trasfigurato era un largo sorriso inquietante.
- Perché fai quella faccia?- domandò Undyne, mentre allargava le braccia dall'aspetto ormai irriconoscibile- Cosa c'è? Hai per caso paura di me?
Alphys aveva coperto il muso con le sue zampe, che bagnava con le lacrime che versava, assistendo impotente a quella scena. Provò a dire qualcosa, ma la voce le morì in gola, mentre il suo abito appassiva come un fiore, tingendosi di nero.
- Dimmi Alphys...- disse lei, continuando a mostrare i suoi denti affilati con quel sorriso agghiacciante- Perché sono morta? Avanti, dimmelo... perché?
La lucertola serrò i denti e le risposte furono le lacrime, mentre sentiva il suono del vetro che si crepa da sotto i suoi piedi. La terra si aprì sotto di sé e lei cadde gridando senza voce.
Alphys si svegliò di soprassalto, ricoperta di sudore e lacrime. Restò a fissare il buio del suo laboratorio con affanno, mentre avvertiva il suono statico e familiare dei macchinari. Poi si toccò il braccio sinistro, e sentendo il freddo del metallo sotto le sue dita sospirò incupita.
“No... questo non è un sogno.”

La bambina si guardò attorno, con affanno. Lei non aveva idea di quanto avesse corso, ma era stanca e non si trovava più in quella stanza. Ora era in un'altra camera, più spaziosa, con altre foglie ingiallite sul pavimento. Notò qualcosa non troppo distante da lei.
Qualcosa che brillava.
Stupefatta, riconobbe la luce. Era lo stesso bagliore che aveva visto prima. “O questa è un'altra allucinazione, oppure ciò che ho visto prima era reale” pensò, avvicinandosi alla luce dorata. Tesa, lei prese un respiro profondo, dopodiché tese la mano verso la luce. Chiuse gli occhi.
Stesso calore.
Stessa sensazione
Stessa parola.
La bambina sgranò gli occhi, allontanandosi bruscamente dalla fonte della luce che era già scomparsa, aggrottando le sopracciglia. “Va bene. E' un'altra allucinazione, sono letteralmente impazzita” pensò, ma in quel momento sentì un suono provenire da vicino.
- Ribbit...
Lei sobbalzò lanciando un gridolino, poi si voltò verso la fonte del suono e fece un espressione sorpresa: dinanzi a lei c'era una strana creatura il cui aspetto ricordava una rana, però era più grande, con qualche macchia azzurra sulla pelle grigiastra. L'aspetto del mostriciattolo era particolare e curioso, però non sembrava essere una minaccia.
- Huh... quindi, uhm... c... ciao?- mormorò, sudando un pochino. Lei non aveva idea di cosa fare in quel momento. La creatura la guardò con una strana espressione, poi si abbassò, pronta a fare un grande balzo. La ragazzina impallidì.
- Oh... no...
La bambina evitò l'attacco abbassandosi, poi si voltò verso il froggit, stringendo fra le mani lo strumento che Toriel le diede. 
“Va tutto bene... Andrà tutto bene... Devo soltanto mostrare questo... uhm... coso!” pensò, mostrando il bastoncino con su attaccato il pezzo di carta dove vi era scritto “PIETA'”. 
- He... Hey!- disse con una voce scossa, mentre anche il suo corpo stava tremando- Io... Io non voglio farti del male, vedi? Quindi per favore, smettila di fare co- la ragazzina non fece in tempo a terminare la frase, perché il froggit la colse di sorpresa, saltando e rimbalzandole sulla faccia, e lei cadde all'indietro urlando. Fortunatamente si protesse dalla caduta con i gomiti, ma l'impatto non fu comunque affatto piacevole. Lei si lamentò per il dolore, coprendosi il viso con una mano. Poi guardò il mostro, aggrottando le sopracciglia. Sembrava stesse per attaccare di nuovo. “Non ha funzionato...” lei pensò alzandosi in piedi, pronta ad evitare l'attacco che seguì. Lo schivò come poté, poi mostrò di nuovo il cartello con su scritto “PIETA'”. Ma non funzionò neanche questa volta.
- Accidenti! F-Forse non lo sto usando nel modo giusto...- disse mordendosi il labbro -Scusa, m-ma non mi lasci altra scelta! 
Così lei alzò lo strumento e colpì sulla testa il froggit. La creatura barcollò un po', poi scosse la testa. La bambina lo guardò, un po' dispiaciuta- S... Scusa, però mi stavi attaccando... Non ho avuto altra scelta, guarda cosa hai fatto alla mia faccia!
Lei indicò il rossore nel mezzo del suo viso, dove si stava formando un livido. Il froggit la guardò con una strana espressione, poi gridò indignata. Poco dopo balzarono fuori altri froggit che, con un espressione davvero arrabbiata, affiancarono colui che li aveva chiamati a sé. La ragazzina fece un grande, sudato sorriso.
- Uh-oh...- mormorò. Poi si voltò ed iniziò a scappare, correndo più veloce che poteva, mentre l'esercito di froggit la seguiva. In quel momento il telefono squillò. Lei prese l'oggetto dalla tasca e rispose.
- P-PRONTO?!- rispose urlando, con voce terrorizzata.
- P... Pronto? Sono Toriel, ma... che cosa sta succedendo, piccola?- domandò l'altra, con tono di voce preoccupato.
- I... IO... STO SCAPPANDO DA UN ESERCITO DI RANE!
- … MA CHE C... Oh santo cielo! Come può essere accaduto?!
- N... Non lo so!- rispose la ragazzina, ansimando- Io... Io...
- Non sei uscita dalla stanza, vero?- domandò la capra, con tono severo.
- Uh... ehm... n-no... ?
- …
- V-Va bene, va bene! Me ne sono andata dalla stanza! Ma c'era qualcosa là dentro! E non sembrava amichevole!- gridò, continuando a correre senza sapere dove stesse andando. 
- E' impossibile, sai? Non ci sono mostri in quella stanza!
- Vorrei crederti! Ma giuro di aver visto qualcosa, penso fosse quel fiore!
- … Oh, no! Tieni duro bambina mia! Sto tornando e andrà tutto bene! Non preoccuparti!- Toriel chiuse la chiamata con queste parole, mentre la ragazzina stava raggiungendo un'altra piccola stanza. Dopo essere entrata nella camera, lei si guardò alle spalle col fiatone. Le rane non erano più lì, lei era al sicuro. Sospirò sollevata, ponendo una mano sul petto. Poi guardò avanti ed ebbe un altro attacco di cuore.
Un'altra luce dorata brillava di fronte a lei, vicino a un tavolo con del formaggio attaccato lì chissà da quanti secoli.
- C... Cosa?! Io... Non capisco... Cos'è questo bagliore?!- si disse fra sé e sé, avvicinandosi adessa – Che cosa signi... huh?
Lei smise di parlare, sentendo un rumore provenire dalla stanza successiva. Sembrava essere della musica. Si avvicinò all'altra stanza, e ciò che vide la lasciò a bocca aperta: un fantasmino blu era sdraiato nel bel mezzo della stanza, bloccando l'uscita. Stava dormendo, e indossava delle cuffie, un berretto scuro e degli occhiali da sole. Avvicinandosi, notò che la musica che aveva sentito precedentemente proveniva dalle cuffie. Queste erano nere, con l'immagine di un teschio bianco stampata su una di esse.
Una volta abbastanza vicina, lei si guardò attorno per trovare un altro modo per superare la creatura, ma non c'era nulla da fare. L'unica cosa che poteva fare era provare a svegliare il fantasma, sperando che questo non l'avrebbe attaccata. 
- Ehm... he... hey... ?- lei mormorò insicura, tendendo la mano verso lui- Mi scusi, potrebbe... huh... svegliarsi?? Io dovrei andare avanti...
Il fantasma sussultò un po', voltandosi dall'altra parte- ...
“Uh, cosa faccio?” pensò lei, sospirando “Devo insistere...”- He... Hey... Per favore, potresti svegliarti? Devo andare nell'altra stanza...
La creatura dinanzi ai suoi occhi si voltò ancora, mormorando qualcosa- Huh... non sono dell'umore giusto... scusa... 
Mentre diceva quelle parole, qualcosa sotto i suoi occhiali da sole brillava: qualcosa a forma di note musicali. Le note musicali fecero capolino dagli occhiali ed iniziarono a fluttuare nell'aria, in direzione della ragazzina. Lei le evitò scansandosi di lato. Non sapeva se fossero u attacco o no, ma pensò fosse meglio non rischiare. 
- O... oh, andiamo!- disse nervosa, stringendo i pugni- Devo andare! Non posso aspettare! Svegliati e basta!
La ragazza fece per spingerlo un po', ma non funzionò. La sua mano attraversò il fantasma, toccando l'aria. In quell'istante, il fantasma aprì un po' i suoi grandi occhi azzurri. Lui guardò il braccio che aveva perforato il suo corpo impalpabile, poi guardò la bambina.  
Lei impallidì- Oh... Io...- poi tolse la mano da lui, nascondendola insieme all'altra dietro la schiena- … Scusami. Ma... ostruisci il passaggio. E io devo...
- Oh no.- disse lui, guardandola- Capito. Non preoccuparti.
Il fantasma si alzò sotto lo sguardo stupito della ragazzina. 
“Wow... è stato più semplice di quanto pensassi” sospirò sollevata. Poi gli sorrise – Qual'è il tuo nome?
- Sono Napstablook. E tu?
- Io... uh...- lei scosse la testa, intristendosi- Non riesco a ricordarlo. Non... Non so perché, forse per la caduta...
- Oh wow. Allora sei un umano, vé?
- S-Sì. Non ricordo neanche come ho fatto a cadere qui... - disse lei, per poi impallidire- Tu... tu non vuoi combattere, v-vero?
- Cosa. Perché dovrei attaccarti? Sembri una brava persona.- disse lui, con tono rilassato, ma anche distaccato- Comunque non preoccuparti amica, è normale avere questi problemi dopo una caduta del genere. Quindi scialla.
Lei sorrise. Il tipo era strano e aveva un modo buffo di parlare. Non sembrava affatto una minaccia di cui preoccuparsi. 
- Devo andare adesso. - disse lui- E' stato bello conoscere un nuovo compare. Ci si vede.
- A più tardi!!- rispose lei, agitando la mano, ma il fantasma era già scomparso.
La bambina sospirò nuovamente, vedendo la via finalmente sgombra. Cominciò a camminare, ma una vocina venne dietro di lei.
- EY.
Lei saltò in aria per lo spavento, per poi voltarsi senza fiato verso la fonte del suono, nascondendosi verso il cartello che le aveva dato Toriel.
Il fiore dinanzi a lei guardò il pezzo di carta che la ragazzina gli stava mostrando, poi esplose in una fragorosa risata. 
La piccolina esclamò shockata- T-TU!
- AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH! Questo... questo è uno scherzo, vero??! E'... pfffft... ahahahahahh!
Lei serrò i denti, mentre sul suo viso si stava formando un espressione arrabbiata- Potresti smetterla? Smettila di ridere!
- Ahahahahah! Scusami tesorino, ma non riesco a resistere!- continuò a ridere, poi sbuffò. Flowey guardò la ragazzina con un sorriso provocatorio- Bene bene... vedo che hai continuato a comportarti innocentemente, che non hai ancora ucciso alcun mostro. Davvero credi che le cose funzionino in questo modo, monella?
- C-Cosa?! Questa storia? Ancora?! Io non voglio far male a nessuno, nessuno dovrebbe fare una cosa del genere...
- Sì, sì, però... però dimmi. Perché un intero esercito di mostri ha tentato di ucciderti?- domandò lui, senza smettere di sorridere. La ragazzina alzò un dito, pronta a controbattere, ma non sapendo cosa dire si bloccò.
Il fiore scosse la corolla, per poi chiudere gli occhi- Tu sai già la risposta, vero? Te l'ho già detto. Questo mondo è uccidere o essere uccisi, e tu non puoi far nulla per cambiare questa regola! 
La bambina strinse forte il bastoncino fra le sue mani tremanti, come se si stesse proteggendo con uno scudo.
- Huuh... avanti, rilassati! Non voglio ucciderti adesso, perché tanto, se continuerai a comportarti in questo modo non sarà necessario.- disse lui, svelando un sorriso agghiacciante.
La ragazzina spalancò gli occhi, smettendo di tremare per un momento- … C... Che cosa?
- Lo capirai presto, mia piccola perdente senza nome!- disse Flowey, ghignando- Già, questo potrebbe essere il tuo nuovo nome! Perdente! Perdente... Sfigata? … Oh! SFIGGHY! Suona molto bene per me!
Il fiorellino iniziò a ridere rumorosamente, per poi sparire sotto terra. Quando lei stava guardando lo spazio dove Flowey era scomparso, un suono di passi veloci catturò la sua attenzione. Quando si voltò ciò che vide fu Toriel, che si avvicinava a lei correndo. Si sentì subito al sicuro. 
- Eccomi qua piccola, stai be- la capra non fece in tempo a finire la frase, perché si coprì la bocca con le mani facendo un espressione spiacevolmente sorpresa- Oh santo cielo! Cosa è successo alla tua faccia?!
La ragazzina si toccò la faccia, per poi fare un'espressione piena di dolore: il livido. La sua faccia si era gonfiata nel punto in cui la rana le era balzata addosso, e faceva molto male. Chinò la testa con le mani sul viso, con le lacrime agli occhi, mentre il naso le pizzicava per il dolore. 
- Mi... Mi dispiace.- disse Toriel con una smorfia triste sul viso, mentre i sensi di colpa le attanagliavano il petto- Non avrei dovuto lasciarti sola... Io... Io non so cosa dire...
- E'... è tutto apposto, non preoccuparti- rispose la bimba, strofinandosi gli occhi- Ma per favore, la prossima volta, non lasciarmi sola... okay? 
Toriel fece un sorriso triste e la strinse delicatamente a sé in un abbraccio- Non farò mai più una cosa del genere, non preoccuparti. Ed ora, sbrighiamoci! Andiamo a casa mia, così potrai riposarti e potrò fare qualcosa per quella ferita.
La bambina annuì silenziosamente e la seguì. Dopo qualche stanza arrivarono in uno spazio aperto, con un grande albero spoglio al centro. Un po' più in là c'era una casetta dall'aspetto accogliente. Quando si avvicinò all'entrata, notò una luce dorata accanto alla porta. Ciò fece rabbrividire la bambina, mentre la capra continuava a camminare tranquilla.
“Ancora questa luce.” pensò, mordendosi il labbro “E' ovunque, e sembra che io sia l'unica ad essere in grado di vederla. Ma... a cosa servirà mai?”
Lei raggiunse quel bagliore con la mano, nuovamente, mentre il calore della luce la faceva sentire meglio. Dopo qualche istante, la luce si dissolse lasciando nella sua mente la stessa parola, “Frisk”, e, per qualche ragione, ricordò di come quel fiore l'aveva presa in giro. Ricordò ciò che aveva detto. “Se continuerai a comportarti in questo modo, non sarà necessario”. Quelle parole le avevano lasciato un bruttissimo presentimento. 
- … Bambina? Stai bene?- domandò preoccupata, Toriel- Se vuoi giocare con le foglie è okay, però è meglio se entri dentro. Così potrai riposare e... c'è anche una bella sorpresa per te!
La donna sorrise calorosamente ed entrò in casa. La piccolina guardò Toriel sparire dietro l'entrata, poi spostò lo sguardo sull'oggetto spartano che Toriel le diede.
Sospirò.
- Io... non penso di aver ancora bisogno di questo. 
La ragazzina lasciò cadere a terra lo strumento PIETA', poi entrò in quella casa.
   
 
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