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Autore: Haruno_Shiobana98    24/05/2017    0 recensioni
La vita di Joshodu Hojo non potrebbe essere più semplice: non è di nobili origini, vive nel Rukongai, ama da gran parte della vita la sua migliore amica, non venendone ricambiato. Il giorno in cui si Diploma all'Accademia degli Shinigami, però, segna il punto di svolta nella sua vita: dolorose e scomode verità verranno fatte emergere dal corso degli eventi, facendo capire a Joshodu di non potersi fidare di nessuno attorno a lui, nemmeno di se stesso.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Byakuya Kuchiki, Kuchiki Rukia, Zaraki Kenpachi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il resto della giornata, Josh lo passò senza fare altro; rimase a godersi il tepore del sole sotto un ciliegio, cercando di non pensare a niente. Quando si fece sera, però, dovette ritornare ai dormitori all'Accademia per passarvi l'ultima notte di sonno prima di unirsi all'11esima Brigata. O prima di morire. Non avrebbe accettato altro esito se non quei due, dalla prova del giorno dopo. Doveva farcela, in tutti i modi, o non avrebbe avuto alcun senso continuare; se avesse fallito, tanto valeva cessare di vivere.

Arrivato all’esterno della sua stanza, Josh si fermò fuori dalla porta, senza aprirla: all'interno infatti percepiva un reiatsu davvero singolare che mai aveva incontrato prima. Non era nemmeno sicuro che appartenesse ad uno Shinigami. Abbassando piano la maniglia, si fece forza ed entrò nella stanza: era vuota, e il reiatsu era sparito improvvisamente. Era dannatamente strano, doveva essere onesto. Senza abbassare la guardia, si avvicinò al letto, per poi distendercisi sopra: era estremamente stanco, nonostante non avesse faticato; probabilmente era la tensione accumulata quel giorno, o meglio quella mattina… Helen…

Voltandosi di lato, si costrinse a chiudere gli occhi e a riposare, per non pensare a lei, ma dopo poco venne svegliato da un rumore sommesso, alle sue spalle. Il reiatsu di prima era tornato a farsi sentire, molto più intenso.

Stringendo una mano sull'elsa della Zanpakuto, che aveva accanto, si voltò di scatto: davanti a lui stava una figura avvolta in uno shihakusho3 standard, comune a qualunque Shinigami, ma completamente bianco; la faccia, invece, era coperta da una maschera, la cui vista ricordò a Josh quella di un Hollow, facendolo rabbrividire.

 

-E-Ehi… da quanto sei qua? Guarda che se è uno scherzo non è divertente, chiunque tu sia.- disse il ragazzo rivolgendosi alla figura sconosciuta, tentando di ostentare coraggio. L'altro, per contro, piegò la testa di lato:

 

-Uno… scherzo?- domandò, con una voce leggermente acuta e distorta dalla maschera che aveva sul volto. Senza dire altro, estrasse una katana dal fianco e la portò in alto, sopra la testa.

 

-Questo non è uno scherzo, Joshodu Hojo. Adesso, muori. Ok?-

Subito dopo, l'essere calò la propria arma su Josh, con furia omicida; l'unica cosa che il ragazzo riuscì a fare fu gettarsi giù dal letto, evitando di poco il colpo mortale ed estraendo d'istinto la propria Zanpakuto.

 

-…Josh! Josh! Stai bene?! Josh!-

La voce femminile che aveva pronunciato quelle parole lo fece svegliare dal suo sonno, e Josh si trovò ad ansimare, sudato, nel proprio letto. Era stato… un incubo?

La ragazza che lo aveva chiamato decise di entrare del tutto, finendo di aprire la porta e camminando dentro, sebbene con passo incerto. Alla luce della luna che filtrava dalla finestra, Josh riuscì a vederne il volto: con sua sorpresa vide che si trattava di Helen.

 

-Cosa ci fai qua? – le domanda lui, mettendosi a sedere sul letto -sei in un dormitorio maschile, potresti venire punita se ti trovassero, lo sai?-

La ragazza, imbarazzata, distolse lo sguardo prima di continuare.

-Beh lo so… ma ho percepito un reiatsu molto simile a quello di un Hollow in camera tua e… insomma, ho avuto paura che ti fosse successo qualcosa. Io… ci tengo a te…-

 

-Tsk, ci tieni? Non mi pare. Altrimenti non ti saresti scordata di menzionare la tua relazione con Atèm. Chissà da quanti mesi va avanti.

 

-Senti Josh… è… è complicato- rispose lei, con aria quasi assente.

 

-Sì, è sempre complicato tenere assieme una rete di bugie una volta che inizia a sfaldarsi.- le disse lui, con voce fredda. Helen rimase qualche secondo in silenzio, ancora con aria assente, come se fosse impegnata in altri pensieri. Poi, si alzò in piedi sospirando:

 

-Senti, io amo Atèm. Non potrei mai amare te. Quello che provi è carino, ma non fa per me. Ora, devo andare. Non so davvero per quale motivo sia venuta fin qui.- la sua voce era completamente diversa, più distante ed inespressiva da pochi minuti prima e quelle parole ebbero lo stesso effetto di una coltellata in pieno petto.

 

-Ho capito. Grazie per avermelo detto. Uhm… quella è la porta. Puoi andare ora.-

A quell'invito, Helen si alzò in piedi e si avviò fuori dalla stanza, richiudendo la porta e lasciandolo solo. Lasciandosi sfuggire un gemito sommesso, Josh si distese nuovamente sul letto, chiudendo gli occhi e cercando di dormire.

 

Quando i primi raggi di sole entrarono nella stanza, andarono a lambire i bordi di un letto ormai vuoto: Joshodu si era già alzato da un paio di ore, ed era intento ad eseguire un riscaldamento fisico, prima di affrontare la sua prova di ammissione. Era consapevole che sarebbe stato un combattimento estremamente intenso e pericoloso; il suo avversario sarebbe stato un Capitano, e per quanto si potesse trattenere la loro forza rimaneva comunque su due livelli completamente diversi. Nonostante quello, Josh era pronto a dare tutto se stesso, a dimostrare che davvero voleva e poteva raggiungere i suoi obiettivi.

Quando arrivò l'ora, si incamminò verso gli alloggi dell'11esima Divisione, stringendo al fianco la sua Zanpakuto nervosamente; passava accanto alle persone senza neanche notarle, la sua mente completamente concentrata sulla battaglia imminente. Arrivò a destinazione senza quasi accorgersene: una folla di Shinigami che parlottavano tra loro riempiva lo spiazzo di fronte all'11esima Divisione, formando un cerchio al centro del quale stava il Capitano Zaraki, seduto per terra e con un'espressione annoiata sul volto.

Appena Josh fu visto, il vociare si spense subito e sul volto di Kenpachi si formò un sorriso, anzi un ghigno, di pura felicità.

 

-Allora, ci avevo visto giusto ieri. Sei abbastanza matto da poter far parte di questa compagnia! Bene! In guardia!- si alzò in piedi finite quelle parole, ed estrasse la sua spada, mettendosi in posizione. La piazzetta era diventata ancora più silenziosa di prima e dopo un momento di esitazione Josh fece un passo avanti.

 

-Ikuzo…4- sussurrò, per poi estrarre la sua Zanpakuto dal fodero. Un suono metallico si diffuse nell'aria, risuonando per qualche secondo prima di spegnersi del tutto. Appena la lama finì di uscire, Josh si sentì strano, come se un forte reiatsu lo investisse penetrando nel profondo del suo essere, mescolandosi a lui.

 

“Quindi, è questo che si prova…? Ad entrare in armonia con la propria Zanpakuto…?”

I pensieri del ragazzo furono interrotti dai movimenti del suo avversario: lentamente, si portò una mano al petto, usandola per stracciarsi l'abito e mettere a nudo la pelle.

 

-Ecco qua, Joshodu. Colpisci proprio qui. Se riuscirai a ferirmi, sarai dentro.-

Josh rimase allibito.

 

-Ma cosa…? Non posso colpire un avversario che si è arreso!-

 

-Tsk. Ho mai detto di essermi arreso? Vedila così. Vuoi entrare nell'11esima? Bene, allora questo è un ordine diretto da parte del tuo futuro Capitano.-
Nonostante quelle parole, il ragazzo rimase immobile.

-Ti ho detto di attaccare! Oppure sei un codardo?- insistette il Capitano Kenpachi.

Non sapendo cosa fare, alla fine Josh iniziò a correre verso il suo avversario, caricando il suo colpo più forte che poteva. Con un grido quasi disumano, il ragazzo calò la sua Zanpakuto sul petto di Kenpachi, con tutte le energie che aveva in corpo. Ma non lo ferì. Nemmeno lontanamente. La lama si fermò sulla sua pelle, non riuscendo nemmeno ad inciderla o a farci un taglietto. Guardandolo, il Capitano Zaraki scosse la testa, con disapprovazione.

 

-Mi sbagliavo…- iniziò a dire, rivolto al giovane. -ieri, avevo scorto nei tuoi occhi il fuoco di chi è pronto a tutto per perseguire la propria causa, ma… in questo momento, in te e nella tua lama non riesco a percepire che paura. Paura di ferire, paura di fallire, paura di uccidere. Non sei adatto per entrare nella mia squadra. E sai perché? Perché qua dentro tutti colpiscono per ferire, attaccano per uccidere ed agiscono per non fallire. Compreso il sottoscritto.-

Con una forza disumana, Kenpachi afferrò la katana di Josh, sollevandone la lama dal suo petto a mani nude e senza ferirsi minimamente.

 

-Osserva, ragazzo. Questo, è il colpo di chi non ha paura. Questo è il colpo di chi, quando attacca, lo fa per l’unico motivo logico: togliere una vita.-

Nonostante la sua stazza, l'uomo caricò un fendente con la sua spada così velocemente da tagliare l'aria sul suo percorso; senza nemmeno dare il tempo a Josh di accorgersene, scaricò tutta la sua potenza sul corpo del ragazzo, disegnando un arco della spada che andò ad incidere il petto e il braccio destro. Il sangue schizzò ovunque, lasciando un'espressione incredula sulla faccia di Joshodu.

 

-Con questo, la chiudiamo qui.- mormorò il Capitano, per poi conficcare la sua spada nello stomaco dell'ormai indifeso ragazzo, fino all'elsa; quello strabuzzò gli occhi, aprendo la bocca per emettere un silenzioso grido di dolore. Dopo che Zaraki ebbe estratto la spada, Josh crollò in ginocchio, ansimando e perdendo sangue in grandi quantità. Si sentiva sempre più debole, tanto da non riuscire nemmeno a stare dritto; non passò infatti nemmeno una decina di secondi che crollò definitivamente a terra, stringendo ancora la sua Zanpakuto.

 

-…Tsk. Mi aspettavo qualcosa di meglio, sinceramente… Bah, potete curarlo ora. Altrimenti mi sa che ci schiatta davvero, questo qua.- disse Kenpachi a degli Shinigami lì vicini, per poi voltarsi ed iniziare ad allontanarsi.

Josh non aveva più forze, il dolore che provava stava iniziando a diminuire, assieme a tutte le altre sensazioni che provava. Anche la vista si stava sfocando… o era lui che non riusciva a tenere gli occhi aperti?
Per quanto provasse a muoversi, i suoi arti non volevano rispondere ai suoi comandi; non riusciva nemmeno a lasciare la presa sulla sua spada, in quanto i muscoli di tutto il suo corpo si erano irrigiditi oltre ogni limite. Era appena cosciente di quello che stava succedendo attorno a lui: sentiva voci ovattate risuonargli nelle orecchie, e distingueva appena delle ombre muoversi.
Nonostante fosse in fin di vita, riuscì a formare un unico, singolo pensiero:

“Ho… fallito…”

 

“Ovvio che sì, amico. Nella tua vita, sei sempre stato passivo agli eventi.”

Quella voce… gli era familiare. Non proveniva da nessuna delle persone nella piazza. Sembrava quasi… venire da dentro la sua testa. E non accennava a finire il discorso.

 

“Non hai mai fatto niente per avere quello che volevi. Hai sempre aspettato che le cose ti venissero offerte: questo è il comportamento di un perdente. I veri vincenti, si prendono quello che vogliono. Non esitano. Non hanno paura di ferire. Non hanno paura di uccidere. La loro mente è concentrata solo sul loro obiettivo. E tu, Joshodu, tu sei un perdente.

Quelle parole erano dure, lo sapeva, ma… in parte erano vere. E proprio per questo lo fecero sentire a disagio.

 

“Ma io… sto morendo… non posso fare niente”

 

“Stai morendo? Che diamine, basta con le scuse! Non eri stato tu a dire ieri che eri pronto a perdere la vita? Allora, muori! Oppure alzati e mostra che forse non sei un perdente. Non completamente, almeno” rispose quella voce ai suoi pensieri, per poi ridacchiare.

 

“Io… non sono un perdente…” riuscì a pensare Josh in risposta, sempre più debolmente.

 

“Ah no? Perché disteso per terra, così sanguinante, lo sembri. Fai pena”

 

“… IO NON SONO UN PERDENTE!” sebbene non avesse più energie, la forza di quel pensiero stupì lo stesso Josh, oltre che la voce.

 

“… ah no? Allora, alzati e dimostralo. In piedi, Joshodu Hojo.”

Dopo quella frase, il ragazzo aprì gli occhi. Era ancora disteso per terra, morente, il dolore era lancinante. Ma non gli importava.

 

-Ehi, vecchio.- disse ansimante al Capitano Kenpachi, che si voltò decisamente sorpreso.

-Risparmia il fiato ragazzo, rischi di peggiorare le tue condizioni.- gli disse lui, pensando di liquidarlo in poche parole. Ma non fu così. Joshodu non perse nemmeno un secondo per rispondergli.

 

-Io non ho mai detto che questo combattimento fosse finito. E sai perché? Perché non ho vinto, né sono morto. Questi due sono gli unici finali che accetterò oggi.- in qualche modo, Josh riuscì ad urlare quelle parole, e tutta la piazza si ammutolì per l'ennesima volta, rimanendo con gli occhi incollati alla scena. Facendo perno con la sua Zanpakuto a terra e reggendosi ad essa, Joshodu si rimise lentamente in piedi, continuando a grondare sangue ovunque.

 

-Di conseguenza, vieni avanti, capitano. Noi… NOI NON ABBIAMO FINITO!-

Un'ondata di reiatsu esplose dal corpo del ragazzo, investendo il pubblico e facendo alzare un vento impetuoso in tutta la piazza. Sebbene gli Shinigami fossero quasi terrorizzati, Kenpachi sembrava entusiasta:

 

-Sì, SÌ! Lo vedo di nuovo! Quel fuoco nei tuoi occhi, esattamente come ieri! Forza ragazzo, divertiamoci!-

 

Con volto impassibile, Josh non perse tempo:

-Bakudo no yon: Hainawa.5-

 

-Beh, so che sei bravo nel Kido, novellino, ma sperare che un incantesimo costrittivo di quarto livello possa fermare un capitano come me, è una solo una grande pazzia!- gli urlò Kenpachi , ridacchiando del suo tentativo, per poi rimanere sorpreso: le corde di reiatsu gialle che si erano formate, infatti, non erano state scagliate da Josh contro il suo avversario, bensì le aveva usate per bloccare la perdita di sangue al braccio e allo stomaco, come fossero un incrocio tra delle bende e dei lacci emostatici.

 

-E adesso, Zaraki-san, mi dispiace, ma dovrò ferirla. Ne va della mia ammissione.- con un urlo non più contenente disperazione, ma pura rabbia, Josh scattò verso il suo avversario, questa volta eseguendo uno Shunpo6; riapparve alle spalle di Kenpachi, con la spada già alta sopra testa e pronta a colpire.

 

-Anata-wa owari da…7- mormorò, per poi calare la Zanpakuto su di lui. Il Capitano, ripresosi dalla sorpresa di aver visto un novellino come quello eseguire uno Shunpo quasi perfetto, riuscì a voltarsi e a parare il colpo del ragazzo con la propria katana. Appena le due armi si scontrarono, l'onda d'urto fece sbriciolare il terreno sotto di loro ed alzò una folata di vento ancora maggiore. Attorno a loro, tutti guardavano in silenzio e col fiato sospeso. Dopo essere riuscito a deviare il colpo, il Capitano Zaraki si allontanò con un balzo, uscendo dalla portata del giovane. Per qualche secondo lo guardò in silenzio, per poi parlare.

-Non male, ragazzo. Questo, questo è quello che volevo vedere. Sono felice di non essermi sbagliato su di te.- a quelle parole, la Zanpakuto cadde di mano al Capitano, finendo per terra. -ops… sai, sto diventando vecchio. Non ho più la presa di un volta… beh, se ipoteticamente fossi nei tuoi panni, penserei che sarebbe un peccato non approfittare di un'occasione simil…- prima che avesse finito la frase, Josh era già arrivato davanti a lui con uno Shunpo.

 

-Yare yare8… parli davvero troppo, per essere un vecchio.- borbottò, calando per la seconda volta quella mattina la spada sul petto dell'avversario. Quella volta, la lama penetrò di diversi centimetri, anche se Zaraki con parve risentirne. Anzi, un sorriso gli apparve sulla faccia.

 

-…benvenuto nell'11esima Divisione, Joshodu Hojo. Eheh.- gli disse, tendendogli una mano. Il ragazzo, impassibile, estrasse la spada dal corpo dell'avversario, portandola in posizione di riposo al lato del suo corpo. Con la mano libera, afferrò quella del suo nuovo Capitano.

 

-È un piacere per me. Sono felice di essere ai vostri ordini, Capitano Kenpachi.- gli rispose. Un attimo dopo, però,la sua vista iniziò a sfocarsi.

 

-U-Ugh…- gemendo, cadde nuovamente a terra, quella volta perdendo i sensi: la mancanza di sangue era diventata davvero grave e le sue ultime forze le aveva usate per riuscire superare quella prova di ammissione. Le corde di reiatsu avvolte al suo corpo si dissolsero in pochi secondi, testimoniando quanto Joshodu fosse esausto ed incapace di continuare.

 

-Tsk. Un tipetto deboluccio.- commentò Zaraki, ma questa con un grande sorriso di soddisfazione e felicità sul volto. Alla fine, quel ragazzo era andato ben oltre le sue aspettative. Facendo nuovamente cenno alla squadra medica di accorrere e rifiutando le loro cure, si avviò verso i suoi alloggi, riponendo la sua Zanpakuto nel fodero.

 

NOTE

 

3 = Shihakusho, vestito caratteristico degli Shinigami, che consiste in un kimono normalmente nero che copre una maglia bianca. In questo caso, i colori sono invertiti.

 

4 = Ikuzo (traduzione: andiamo, facciamolo, ci siamo, etc…)

 

5 = Bakudo numero 4: Hanawa (Corda Sibilante)

 

6 = Shunpo (letteralmente, "Passi Fulminei". Una tecnica di movimento che consiste nello spostarsi così velocemente da rendere impossibile all'avversario tracciare i tuoi movimenti o seguirti con lo sguardo)

 

7 = Anata-wa owari da (traduzione: Sei finito)

 

8 = Yare yare (traduzione: che noia, ma pensa te, etc...)

   
 
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