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Autore: NotEvenChip    11/06/2017    2 recensioni
Mr. Gold possiede la maggior parte di Storybrooke, oscuro, tenebroso, con un passato turbolento, quasi tutta la città lo teme, tranne il figlio Neal.
Belle French è giovane, spensierata, determinata, ambiziosa ed in cerca di pace e tranquillità, grazie anche al suo nuovo lavoro.
Praticamente Rumbelle AU :)
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Belle, Jefferson/Cappellaio Matto, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Ruby/Cappuccetto Rosso, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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“E così hai trovato il coraggio?” Chiese Jefferson mentre con un paio di spilli in bocca, era intento a fissare un punto sulla manica di Gold.

“Si Jeff. Ora non farne un affare di stato.” Disse stancamente Gold.

“Ok, ok. Però i preservativi comprali tu.”

Gold fece un movimento brusco con la mano, cercando di afferrare l’amico, finendo col pungersi la mano.

“Brutto s…”Sibilò Gold.

“Papà?”

“Eehm si Neal? Hai finito i compiti?”

Neal annuì soddisfatto e si sedette su una delle poltrone.

“Ehilà piccolo teppista! Com’è andato il tuo pomeriggio con la tua Emma?”

Neal spalancò la bocca ed arrossì. Poi fissò minaccioso il padre.

“Papà? Glielo hai detto tu?”

“Ehi, il mio bambino ha la sua prima cotta!”

“Non sono un bambino! Ed Emma non è una cotta… Emma è…”

“Ooooh no. Lo so bene come siete voi Gold quando cominciate a parlare delle vostre donne!”

Neal si interruppe e si mise a ridere scuotendo la testa.

“Nostre donne? Io ho solo Emma!” Disse Neal confuso.

Gold e Jefferson si scambiarono uno sguardo mentre Jefferson tratteneva a stento una risata.

“Ehi, volete dirmi cosa c’è? Ho già detto che non sono un bambino! Papà?”

Gold fece cenno a Jefferson di lasciare la stanza e si avvicinò al figlio.

“Figliolo, come la prenderesti se ti dicessi che…”

“E’ tornata la mamma? Sei ancora innamorato di lei?” Chiese Neal incerto, studiando la reazione del padre.

“Oh no, no, no. Sei completamente fuori strada ragazzo mio! Ascolta… Ho chiesto alla signorina French di… uscire con me… Domani sera…” Gold si morse il labbro cercando di capire la reazione del figlio.

“Oh”

“E’ una cosa che ti disturba? Preferiresti che annullassi l’appuntamento? Non sei pronto a….”

“Emma aveva ragione! Le avevo raccontato di come diventavi tutto rosso in viso quando parlavi della signorina French e di quella sera tardi che l’hai portata al negozio ed eravate così vicini che io pensavo che…”

“Ok, ok, ok. Rallenta. Quindi è tutto… ok?”

Neal sospirò. “Mi piace la signorina French! Lei è ok! Solo… Ti ha detto di sì, vero?”

Gold rise profondamente. “Si, figliolo, mi ha detto di sì. Strano eh?”

“No! E’ solo che lei è giovane e… diversa”

“Lo so ragazzo mio, lo so. Sono più sorpreso e nervoso di te, credimi.”

Neal annuì ed abbracciò il padre.

“Ma non è che poi devo chiamarla mamma?”

Gold smise di respirare per qualche secondo. 

“Neal… Stai correndo un pochino troppo ora… Non so nemmeno se le sono simpatico o se…” Gold disse agitando le mani nel vuoto per sottolineare il concetto.

“Andrà benissimo papà! Secondo me già le piaci! Ti ha detto si!”

Gold arrossì ed accarezzò una guancia al figlio.

“Questo lo vedremo, suppongo…”

 

 

 

Mercoledì sera.

 

“Papà, smettila di torturarti quel fazzoletto da taschino. Vai bene così!”

Gold si voltò di scatto verso il figlio. Era da circa mezzora che si trovava davanti allo specchio, cercando di sembrare il più presentabile possibile.

Indossava uno dei suoi soliti completi neri, ma la camicia era blu stavolta, la cravatta era prevalentemente blu ma con delle trame bordeaux. Non se la sentiva di andare al primo appuntamento vestito completamente di nero.

“Ehi, Neal!”

“Nervoso papà?”

Gold sorrise al figlio. “Si, molto nervoso…”

“Ma tu a Belle piaci già! Diglielo!”

Gold rise sommessamente. “Neal, le cose per gli adulti funzionano un po’ diversamente, purtroppo.”

“Ecco perché i fiori, il vestito più chiaro e due litri di colonia…” borbottò Neal uscendo dalla stanza, Gold scosse la testa sorridendo. La spontaneità del figlio non smetteva mai di sorprenderlo, così opposta alla sua introversione e serietà.

Poco dopo scese le scale e finì di istruire il figlio su come comportarsi con Jefferson quella sera. Il campanello suonò e Gold andrò ad aprire all’amico.

“Eccoti qui Gold! Wow, tirato a lucido per la tua bella?”

Gold represse la voglia di prenderlo a pugni e lo fece entrare.

“Neal, Jefferson è qui! Mi raccomando, comportati bene”

“Si, lo so papà, me lo hai detto tante volte!!”

“Parlavo con Jeff, ometto. Comportatevi, tutti e due. Ci vediamo più tardi.”

Afferrò i fiori, le chiavi della macchina e con un ultimo sguardo di ammonimento, avvertì Jefferson e Neal. Si avvicinò alla macchina, appoggiò i fiori sul sedile e partì.

Puntualissimo suonò il campanello e si schiarì la voce. Era un fascio di nervi, aveva bisogno di calmarsi, cominciò a camminare su e giù, fino a che sentì il portone aprirsi, così poté salire le scale che portano all’appartamento, fu lì che vide Belle alla porta. 

Era bellissima, con un vestito blu, appena sopra ginocchio, molto semplice ma le risaltava gli occhi, i capelli ramati le scendevano dalle spalle, incorniciandole il viso.

Gli sorrise e Gold si perse.

“Ciao Robert!” 

Gold sembrò ridestarsi, le sorrise e le porse il piccolo mazzetto di fiori che le aveva preso quella mattina al negozio di fiori di suo padre.

Belle prese i fiori ed arrossì. “Grazie Robert! Non dovevi! Li trovo bellissimi”

Gold si perse nuovamente quando la vide affondare il naso in messo al mazzo di gigli bianchi che le aveva regalato. Non voleva essere da subito esplicito con una rosa rossa, aveva paura di spaventarla, così aveva optato per dei gigli, conscio del fatto che avendo lavorato parecchio con il padre, avrebbe colto a pieno il loro significato.

“Vado a metterli subito in un vaso, accomodati pure fino a che sistemo tutto!”

Gold annuì e le sorrise, poi entrò e si guardò in giro. C’erano ancora parecchi scatoloni, d’altronde era in pieno trasloco. Vide Belle prendere un vaso da uno degli scatoloni, riempirlo d’acqua e con cura metterci dentro i gigli, il tutto sorridendo, felice del fatto che avesse gradito il pensiero.

“Bene, questo è il mio appartamento, non fare caso al disordine giuro che una volta spariti gli scatoloni, sarà un pochino più spazioso!”

Gold le sorrise. “Non ne dubito, sembra già grazioso così. A proposito, sei molto bella questa sera”.

Belle arrossì furiosamente ed abbassò la testa, Gold sorrise soddisfatto, poi le allungò un braccio. “Vogliamo andare?”. Belle annuì e gli prese il braccio.

Il calore che le trasmetteva tramite tutta quella stoffa, la colonia, lo shampoo, il fatto che le avesse regalato dei fiori al primo appuntamento, era tutto inebriante. Si era sempre immaginata Gold un uomo di classe ma non si aspettava i fiori, o che la accompagnasse a braccetto e che le aprisse addirittura la portiera della macchina per farla accomodare.

“Dove mi porti?”

“Ho il presentimento che nessuno al mondo possa disprezzare la cucina Italiana… Quindi Marco’s sia!”

“Oh, non ho ancora avuto l’occasione di andarci!”

“Ti… Ti va? Se non ti piace, possiamo andare da qualche altra…”

Belle gli appoggiò una mano sul braccio per fermarlo.  “Va benissimo Robert, è perfetto così come hai pensato tu!” 

E chi avrebbe potuto resistere a quel sorrisino?

Poco dopo Gold parcheggiò davanti a Marco’s e scese ad aprire la portiera ad una sempre più imbarazzata Belle. Entrarono e Marco li accolse con un gran sorriso.

“Mr Gold! Mrs French! Che piacere! Il vostro tavolo è già pronto, se volete accomodarvi…”

Gold gli fece un cenno di ringraziamento e si incamminò con Belle verso il tavolo. Le spostò galantemente la sedia e poi si sedette di fronte a lei.

“Presumo che tu venga qui abbastanza spesso…” Ipotizzò Belle.

Gold annuì. “Quando ti parlavo di una vera cena, con vero cibo… Oltre alle mie doti culinarie, mi riferivo proprio a questo posto”

Belle rise. “Doti culinarie?”

Gold annuì soddisfatto. “Un figlio ed una vita da solitario, portano ad imparare molte cose signorina French!”

Belle si ritrovò a ridere nuovamente, non che non lo ritenesse simpatico già da prima, ma tutte le storie che si dicevano in città sul suo conto erano ufficialmente false. Robert Gold poteva nascondere qualche lato oscuro, ma era anche un uomo di una galanteria ed un umorismo particolare. Non aveva incontrato nessuno che finora le avesse regalato dei fiori, con quello sguardo timido ed insicuro, qualcuno che le aprisse la portiera della macchina e la prendesse a braccetto per portarla a cena in un ristorante carinissimo. Robert era un uomo che sicuramente era in grado di sorprenderla.

Poco dopo arrivò Marco per le ordinazioni, Gold le chiese un parere sul vino e quando lei ammise di non intendersene molto, ordinò lui per entrambi e quando arrivò la bottiglia, ne assaggiò un goccio, come da galateo, poi le versò un calice.

“Sai io… Non sono abituata a tutti questi gesti di… premura…” Allo sguardo interrogativo di Gold, continuò. “Sai, i fiori, la portiera, il vino, i ristoranti…” Aggiunse gesticolando con le mani, imbarazzata. Gold sorrise alzando un angolo delle labbra.
“Mi spiace Belle, mi spiace molto che tu abbia incontrato degli uomini che non ti abbiano fatta sentire come meriti” Improvvisamente Gold la fissò intensamente negli occhi.

Belle ricambiò lo sguardo e per più di un attimo rimasero lì a fissarsi intensamente.

Proprio quando Gold stava per afferrarle una mano sopra al tavolo, vennero interrotti dal cameriere che cominciò ad allestire la tavola. Si scambiarono un sorriso imbarazzato ed afferrarono il calice per brindare.

Dopo qualche altro minuti di attesa e discussione sul più e sul meno, il cibo arrivò e Belle non poteva che dargli ragione su quel ristorante, batteva di gran lunga gli hamburger di Granny!

Tutto filava liscio, il vino, il cibo, Robert, era tutto perfetto! Non c’erano più silenzi imbarazzanti e nonostante l’incapacità di Gold di fare grandi discorsi, se la stavano cavando piuttosto bene!

 

“E quindi Neal va bene a scuola?”

“Oh si, sono fortunato. Il mio ragazzo!”

“Sembri così orgoglioso di lui”

Gold sorrise ed appoggiò il tovagliolo, tornando a fissarla intensamente.

“Sai, Belle… Quando si è da soli, con un figlio… Ce l’ho messa veramente tutta e ne sono veramente orgoglioso!”

Belle annuì e fu lei a prendere l’iniziativa, mettendo una mano sulla sua al centro della tavola. A Gold venne l’istinto di ritirarsi, non era abituato al calore ed alla comprensione di persone che non fossero suo figlio.

“Oh, scusami… Io…”

Gold si sentì un completo idiota e chiuse gli occhi.

“No, no Belle, scusami tu io… Non ci sono abituato, m-mi dispiace…”

“Va tutto bene, non ti devi preoccupare”

Gold sospirò e le sorrise. Stava forse rovinando tutto? Perché era così dannatamente nervoso?

“Vuoi il dolce?”

“Oh sono così sazia che non penso proprio possa permettermi una fetta di dolce intera!”

“Beh, se non è un problema, possiamo dividere… Chiedo a Marco i dolci della casa…”

E con un sorriso, porse il tovagliolo che aveva appoggiato sulle gambe, nuovamente sopra la tavola e si alzò per andare a parlare con Marco.

Belle sorrise, un appuntamento così ben riuscito, nonostante la timidezza e freddezza di lui, non le era mai capitato, si sentiva benissimo ed il pensiero che quell’uomo che la stava facendo sentire così bene, altri non era che la sua segreta cotta adolescenziale, la fece sorridere ancora di più. 

“Bene, bene, bene! Che ci fa una signorina così carina seduta tutta sola in un ristorante? Aspettavi me per caso?”

Quella voce la fece rabbrividire all’istante. Alzò lo sguardo e si trovò Keith a pochi passi dalla sedia in cui prima era seduto Gold. Era tutto di nuovo così sbagliato.

“Allora? Stavi aspettando me?” Disse con fare lascivo e si sedette sulla sedia di fronte a lei.

“Keith. Cosa ci fai qui? Non sono sola e sicuramente non stavo aspettando te…”

“Oooh, la bibliotecaria ha i denti quindi”

In quel momento Gold tornò e si schiarì la voce, per far sapere a Keith della sua presenza. Keith sembrò capire il tutto ed esplose in una risata. 

“E così esci con questo vecchio? Seriamente? Tu hai scartato uno come me per uno come lui?”

Gold roteò gli occhi abbastanza innervosito dalla sua maleducazione.

Belle fissò Gold in cerca di aiuto e questo gli bastò per iniziare a parlare:” Signor Nottingham, pensavo ci fossimo capiti la volta scorsa”

Keith ghignò. “Sono del parere che la signorina trovi me seduto qui, molto più interessante”

Gold guardò Belle come a chiederle conferma e quando lei scosse la testa irritata, Gold rimase sollevato. Da dove nasce tutta questa insicurezza Robert?

“Se ne vada o la faccio sbattere fuori”

“Oh anche il vecchio qui ha ancora tutti i denti”

Gold sorrise nervosamente e posò una mano sulla spalla di Keith iniziando a stringere forte, a giudicare dal cambio di espressione.

“Questa è l’ultima volta che glielo dico, si alzi immediatamente dalla mia sedia, ci lasci in pace e soprattutto non osi avvicinarsi mai più alla signorina French o si troverà a dover dormire all’angolo di una strada a breve. Mi ha capito?”

Nottingham rimase in silenzio, e Gold strinse ancora di più la stretta, Keith mugolò dal dolore.

“Mi ha capito?”

“S-si. Si, signore.”

Sempre con la mano stretta alla spalla, Gold lo trascinò giù dalla sedia. Come poteva un uomo così minuto avere una tale forza? Belle arrossì e sospirò allo stesso tempo, ora si sentiva ancora più al sicuro.

Gold tornò a sedersi e fissò Belle. “Tutto bene? Vuoi… vuoi che ti riporti a casa?”

Belle annuì con decisione, Gold si alzò e le porse il braccio, assieme si avviarono verso Marco per pagare e salutare.

Una volta fuori dal ristorante e saliti in macchina Belle sospirò di nuovo. 

“Tutto bene Belle? Mi dispiace così tanto, io….”

“Non è colpa tua, va benissimo. Anzi, di nuovo grazie” Belle rise sarcastica. “Sembra che io non sappia fare altro che metterti nelle situazioni più scomode possibili”. Sospirò. “ Ho iniziato il mio secondo giorno in città quasi buttandoti a terra, sono caduta da una scala, hai dovuto salvarmi da uno stupido scimmione almeno due volte e tutto questo in quanto? Un paio di settimane?”

Gold rimase in silenzio ad ascoltare lo sfogo di Belle. 

“Questa sera doveva essere perfetta, tutto andava bene fino a quando quello psicopatico narcisista si presenta e rovina tutto…”

Tutto ad un tratto Belle, innervosita, uscì dalla macchina e Gold pazientemente la seguì. Come poteva essere così spaventosamente bella anche da arrabbiata?

Sorrise, mentre la seguiva silenziosamente.

“Mi spiace Robert, ho portato solo disordine nella tua perfetta routine, anche questa sera, Neal è a casa e meriterebbe di avere il padre al suo fianco…”

“Belle…”

“Io pensavo solo a riuscire a fare colpo sulla mia cotta di sempre ed invece continuo a rovinare tutto, non so nemmeno come sia possibile…”

“Cotta… cosa?”

Belle si fermò improvvisamente, rendendosi conto di aver parlato troppo.

Gold la fissava con la bocca spalancata ed un’espressione illeggibile in volto, Belle gli sorrise timidamente ed abbassò lo sguardo.

“Quindi tu…” Gold indicò prima lei con le dita e poi se stesso.

“Si, più o meno da sempre, fin da quando ero adolescente… mi dispiace, io non…”

Ad un tratto Gold cominciò a ridere di cuore, una risata che non aveva mai sentito, lo vide socchiudere gli occhi, sbilanciarsi leggermente in avanti, mettere le mani nelle tasche, i tratti del viso trasformarsi, sempre così duri e misteriosi, cambiarono completamente e Belle ne fu sorpresa. Stava ridendo di lei?

“Cristo Belle! Com’è possibile?” Riuscì a dire tra una risata ed un’altra.

“Beh… Non so cosa ci sia di così tanto divertente…” Belle si sentiva morire dentro, si vergognava da impazzire e lui stava facendo esattamente la cosa di cui lei aveva più paura, stava ridendo di lei. Spontaneamente si girò, incapace di affrontarlo, le lacrime che le pizzicavano gli occhi.

Improvvisamente Robert smise di ridere ed allungò una mano afferrando dolcemente Belle per il braccio, cercando di voltarla, ma Belle rimase immobile.

“Belle, mi dispiace, ho fatto qualcosa di sbagliato? Oh cielo io non volevo ridere di te… Stavo ridendo perché..  Davvero Belle? In piena adolescenza… uno come me?”

Belle allora decise di lasciarsi voltare e lo affrontò annuendo timidamente.

“Davvero? Niente adolescenti super muscolosi e attori di Hollywood?”

Belle scosse la testa sorridendo. Testardo di un Gold!

“Scusa, mi è scappato, non avresti mai e poi mai dovuto saperlo!”

Gold rise. “Beh, ne sono onorato, ma non la capirò mai signorina French…” le disse puntandole un dito contro. Belle decise che questo lato gioco le piaceva.

“Bene perché io mi capisco benissimo. E ti trovavo l’uomo più affascinante di tutta Storybrooke, ti trovo ancora l’uomo più affascinante di tutta Storybrooke” Aggiunse Belle con un sorrisino malizioso.

“Allora non avevo l’ombra di un capello bianco, in effetti…”

Belle si avvicinò e gli tirò una leggera sberla sul braccio, Gold ne approfittò per avvicinarla ed abbracciarla dolcemente.

“Grazie per la confidenza Belle, non preoccuparti, tra Neal ed il negozio, non mi dispiace aver conosciuto una pasticciona in più!”

Belle si lasciò andare ed appoggiò la testa sulla sua spalla, inalando il suo profumo così maschile. 

“Una pasticciona che mi stalkera da quando era bambina a quanto pare…”

Belle fece per staccarsi dall’abbraccio ma Gold rise e la tenne stretta a se, prendendole le mani e portandosele dietro la schiena, per evitare di essere colpito nuovamente. Rimasero lì per qualche minuto, con Belle che gli raccontava di qualche aneddoto della sua adolescenza, della sua cotta e Gold scuoteva la testa incredulo e rideva ad ogni nuova scoperta.

“La vita sembra giocare sporco… Un attimo prima sono una ragazzina con una cotta, poco più di dieci anni dopo, sto uscendo con la mia cotta, che ci ha messo un po’, ma si è accorta di me!”

“Eeehi! Eri solamente una ragazzina! Non avrei mai potuto vederti diversamente!”

Belle rise e lo colpì nuovamente. “Lo so, lo so! Stavo scherzando. Sei sempre un gentiluomo…”

Gold rise e la prese per mano. “La riaccompagno a casa signorina?”

Belle sorrise ed annuì. Gold le aprì la portiera della macchina e la fece accomodare, poco dopo arrivarono davanti l’ingresso dell’appartamento e Gold scese nuovamente per aiutarla a scendere dalla macchina ed attirarla a se per un altro semplice abbraccio. Non sapeva cosa gli prendeva, semplicemente non poteva farne a meno, una volta avuto il primo. Quasi immediatamente cominciarono a dondolare sul posto, senza accorgersene.

“Grazie Robert per la magnifica serata, mi spiace io…”

“Sssh… Questa cosa fra noi, è appena all’inizio e ci sono più scuse che altro nei nostri dialoghi… Grazie per avere accettato di uscire, ero così insicuro…”

“Ed invece hai scoperto che avresti potuto chiedermelo anche dieci anni fa e ti avrei sempre detto di sì!”

Gold rise e la guardò sorpreso, rimasero lì a fissarsi fino a che si avvicinarono sempre di più, un gesto naturale, negli occhi di entrambi c’era una richiesta di permesso mai verbalizzata, Belle fu la più coraggiosa ed afferrò dolcemente Gold per i lembi della giacca e lo tirò a se, azzerando la vicinanza tra loro, permettendo alle labbra di toccarsi, dapprima in un tocco leggero, poi Gold inspirò forte con il naso e cominciò a lasciarsi andare, aggrappandosi alla vita di lei e tirandola il più vicina possibile. Sperimentalmente Gold aprì leggermente le labbra per prendere  dolcemente il labbro inferiore di Belle tra le sue, ricavandone un piccolo gemito di soddisfazione dal profondo della sua gola. Accidenti se quest’uomo sa baciare! Due secondi di bacio e ho già le ginocchia traballanti!

Una mano di Gold si spostò dalla vita, accarezzandole la schiena con leggerezza, passando per la clavicola fino a raggiungere la sua destinazione, fermandosi sul collo. Belle aveva i brividi per le carezze dell’uomo e, mentre quel bacio si approfondiva sempre di più, Robert le accarezzava dolcemente il collo e con il pollice la guancia. Lei spostò le mani dal colletto della giacca alla vita, così alla cieca, nell’abbracciarlo, la mano finì sotto la giacca. Si sorprese nuovamente dal calore che quell’uomo emanava, nonostante tutti gli strati della sua armatura. Questa volta fu il turno di Gold di emettere un rumore dal profondo della gola, suono che le vibrò sulle labbra, non appena si sentì abbracciare all’interno della giacca.

Gold si staccò leggermente e fissò Belle, trovandola ancora con gli occhi chiusi e le labbra rosse dal bacio che si erano appena scambiati. Con il pollice le accarezzò la guancia e Belle aprì gli occhi, fissandoli ai suoi. Erano elettricità. Realizzarono in quel momento che sarebbe stato troppo difficile staccarsi, sarebbe stato troppo presto, così Gold si riavvicinò e si riappropriò delle labbra di Belle. Non poté fare a meno di inspirare nuovamente. Baciarla era vita, era ossigeno, era elettricità, era un’esplosione di colori, fuochi d’artificio nel cuore e nello stomaco, era niente di più bello dopo la nascita di Neal.

Il baciò si approfondì più in fretta questa volta e la mano di Gold alla vita di Belle, la strinse sempre più forte, come se avesse paura che tutta questa felicità gli svanisse tra le dita da un momento all’altro. Belle portò una mano tra i capelli di Gold, lo sognava da una vita, passare le mani tra quei capelli che sembravano così morbidi e setosi, quella sera si accorse che lo erano davvero. Quando si staccarono per riprendere fiato, Belle sorrise e Gold spostò il volto di lato per chiedere spiegazioni.

“Ho sempre sognato di farlo”

Gold non rispose, aveva ancora una mano attorno alla sua vita, l’altra piano piano la raggiunse, come per tenerla lì ancora qualche attimo, minuto, ora, per sempre.

Belle sorrise e scosse la testa. “Ho sempre sognato di baciarti, certo, come un’adolescente sogna il primo bacio perfetto, e poi ho sempre sognato di passarti una mano fra i capelli… E’ una cosa stupida lo so, ma ero solo una ragazzina, lasciami fantasticare!”

Gold rise imbarazzato. “E’ solo che non credo sia possibile… Eri poco più di una bambina ed io il mostro della città…”

“Non sei un mostro!”

Gold la guardò di traverso. “Oh lo sono eccome, mi sento in dovere di avvisarti”

Belle gli sorrise dolcemente. Aveva davanti a sé un uomo ferito più di quello che pensava, un uomo pieno di cicatrici ed oscurità, ma al tempo stesso un uomo così galante, corretto, e con un cuore pieno, colmo di amore.

“Però mi piacerebbe tanto sapere dell’altro sulla Belle adolescente che sognava di baciarmi…”

“Oh, non questa sera di certo! Mi è scappato, non avresti mai dovuto saperlo, ok?”

Gold annuì e lasciò la presa dalla vita di Belle, sentendo immediatamente un senso di vuoto impossessarsi di lui. Belle sembrò provare lo stesso quando si separarono, ma iniziò a cercare le chiavi nella borsetta per occupare le mani, che altrimenti l’avrebbero trascinato in un altro bacio.

Gold si spostò da un piede all’altro, improvvisamente nervoso ed indeciso sul da farsi.

“Beh io credo che… Ora tornerò a casa da Neal e…”

Belle si girò di scatto, cosa doveva fare? Lasciarlo andare? Farlo entrare? Cosa si aspettava?

“Oh io… Accidenti, non so come funzionano queste cose degli appuntamenti io… Ah… Credo che… Beh se vuoi entrare per un caffè va benissimo…” balbettò Belle.

Gold arrossì immediatamente ed il panico si prese nuovamente possesso di lui.

“Ah… Nemmeno io so come funziona Belle… Non esco con una donna da… Ma io credo che… Ora raggiungerò Neal a casa, si è fatto tardi e…”

“Giusto, Neal! Salutamelo tanto!”

Gold annuì. “Noi… ci rivedremo presto giusto?”

Belle annuì furiosamente. “Oh si, assolutamente si, dieci volte sì! Oh, a meno che tu non….”

“Oh no, no, no! Certo che voglio rivederti Belle!” 

Belle sorrise e gli si avvicinò nuovamente, si alzò leggermente sui tacchi per posargli un bacio sulla guancia, aggrappandosi ad un suo braccio nel processo.

“Buonanotte Robert”

Gold deglutì nervosamente, le afferrò una mano e le appoggiò il fantasma di un bacio sul dorso.

“Buonanotte Belle”

Belle arrossì ed entrò in casa, appoggiandosi pesantemente alla porta. La serata che aveva passato era stata una delle più belle in vita sua, e quel bacio… Ancora le tremavano il cuore e le ginocchia, era stato tutto perfetto o quasi.

Sentì il motore della Cadillac prendere vita ed un sorriso le dipinse le labbra. Robert Gold e i suoi baci che fanno tremare le gambe. Doveva proprio mettersi a cercare quel diario! Avrebbe potuto finalmente confermare tutto sui suoi capelli e sulle sue labbra, come segno che la vita è una gran sorpresa e non smette mai di stupirci.

Aprì la borsetta e trovò moltissimi messaggi di Ruby. Decise di risponderle che era tutto ok e che era appena tornata a casa, l’indomani le avrebbe fatto il resoconto.

Passò per la cucina e fissò il vaso con i gigli che Robert le aveva regalato e sorrise.

Purezza, candore, fierezza, nobiltà d’animo, l’uomo aveva dimostrato ancora una volta di avere gran stile. Annusò nuovamente i fiori e si diresse verso la camera da letto, sfiorandosi le labbra e pensando ancora a quel bacio con Robert. Non era mai stata baciata con così tanta passione e timidezza, trasporto e delicatezza.

Si buttò a letto ed impostò la sveglia per il giorno dopo e poco dopo si addormentò con il sorriso sulle labbra.

 

 

 

 

** Si, si, si. Lo so, è imperdonabile. Ho saltato una settimana e chiedo infinitamente scusa, ma aldilà degli impegni, questo capitolo non voleva proprio uscire! Spero di riuscire ad ingranare nuovamente con la storia, ma non temete, non ho intenzione di abbandonare!

   
 
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