Capitolo Quattro: Eliminazione in corso
I.
Darcy
e Stormy avevano cominciato a dubitare della sanità mentale
di Icy
quando questa, nonostante fosse consapevole che tutte e tre erano
ormai in possesso del potere che avevano cercato per anni,
si ostinava a contrariare ogni loro accenno di strategia offensiva
per piegare definitivamente la Dimensione Magica al loro dominio.
“Le
vostre strategie sono inconsistenti. – diceva di continuo
– Siamo
praticamente invincibili, ma dobbiamo comunque attendere il momento
opportuno.”
Stormy,
dal canto suo, non ce la faceva più ad aspettare; doveva
continuare
a frequentare quell'inutile scuola con tutto il potere che aveva
acquisito, presentarsi alle lezioni per imparare incantesimi che
sapeva già lanciare, studiare degli stupidi libri che non le
sarebbero serviti nemmeno come arma contundente.
Cosa
stava ancora lì a fare?
Non
sarebbe riuscita a trattenere la sua necessità di
distruzione a
lungo.
La
strega dell'oscurità condivideva gli stessi pensieri, seppur
meno
violenti; anche lei, solitamente calma e paziente, aveva cominciato a
tollerare poco l'infinita attesa nelle quali le teneva la sorella.
Inoltre, nessuno era preparato allo scontro: se avessero agito in
fretta avrebbero consolidato il loro potere su Magix in tutta
tranquillità, senza alcuna complicazione.
Aspettando,
invece, le fate avrebbero avuto il tempo di organizzarsi.
Darcy
scosse la testa, sorseggiando un po' del suo infuso preferito, per
rilassare i nervi ed evitare eccessive paranoie. A
riportare a galla il discorso fu la sorella minore, ormai stufa di
cercare un modo per non annoiarsi.
“Io
ogni tanto non capisco che cazzo ti passa per la testa, Icy.”
“Passi,
Stormy. E poi sto lavorando alla
strategia, dovresti fare lo stesso.” rispose Icy, la voce
monotona
ed estremamente fredda. Aveva specificato di non essere disturbata,
mentre studiava gli incantesimi che servivano loro a generare il
più
grande esercito di tutti i tempi.
“Sono
cinque fottuti giorni che stai lavorando alla tua cazzo di strategia
senza arrivarne a una! Basta andare contro quelle fatine e farle a
pezzi, no? Cosa vuoi che facciano contro di noi, siamo troppo
potenti.”
protestò
vivamente la minore, ovviamente
per non darla vinta alla strega del ghiaccio che come risposta aveva
alzato
lentamente lo sguardo
dal libro, rivolgendo i suoi gelidi occhi penetranti verso il volto
della
sorella.
Occhi
che dicevano chiaramente 'disturbami ancora e ti
ammazzo'.
“Non
per dar ragione a Stormy, sorellina, – intervenne
Darcy – ma ci stai mettendo un po' troppo. Se
non vogliamo far sfumare l'effetto sorpresa-
“Se
hai una strategia infallibile allora mi
piacerebbe sentirla, Darcy.” la
interruppe Icy.
La
strega dell'oscurità deglutì, sistemandosi gli
occhiali con la mano
destra, il tutto senza distogliere lo sguardo dalla sorella maggiore.
“Attacchiamo
Alfea e facciamo in modo che le fatine non abbiano più un
posto in
cui nascondersi. Sono deboli al momento, credo non sia necessario
aspettare che si riorganizzino. Non saranno preparate ad un
attacco.”
spiegò in modo molto sintetico, aspettando una qualsiasi
reazione
dalla sorella; lei
si limitava a lanciarle qualche occhiata scettica, la
disapprovazione mal celata aleggiava sul suo viso.
Sembrava non la stesse nemmeno a sentire.
“Vai
avanti.” la incitò dopo
qualche attimo,
con un tono
pregno di sufficienza e superbia. Darcy non soppresse uno sguardo
pesantemente infastidito da tale comportamento e si decise a
continuare con la sua spiegazione.
“Una
volta che non avranno un rifugio cercheranno aiuto a Fonterossa. Ma
noi saremo già là.” prese un respiro,
ma il tomo nelle mani di
Icy venne chiuso con uno scatto, interrompendola
di nuovo.
“Ho
sentito abbastanza. Un
piano
simile non potrà mai funzionare. Torrenuvola non
è ancora sotto il
nostro completo controllo, non sottovaluterei un simile
dettaglio.”
“Allora
basta prendere prima Torrenuvola, cosa cambia?” si intromise
Stormy.
“Allarmeremo
le fatine e non esiterebbero ad attaccarci direttamente qui.”
Il
tono della
strega del
ghiaccio
non cambiava, ad
ogni accusa che le veniva rivolta rispondeva sempre con la solita
moderazione e pacatezza; ma lo sguardo, lo sguardo si faceva ogni
volta più freddo.
“Icy,
ma di che cazzo hai paura?! Siamo onnipotenti!”
urlò la minore,
allargando le braccia esasperata.
La reazione
che non si
aspettò fu un'esplosione improvvisa, che fece muovere la
torre come
una scossa di
terremoto,
sbalzando Stormy
dall'altra parte della stanza.
“Ho
detto di aver sentito abbastanza.”
E
poi tutto sparì.
La
boccata d'aria che entrò nei polmoni della strega delle
tempeste fu
fredda e profonda; spalancò gli occhi, tirandosi a sedere
con uno
scatto e non si stupì di aver urlato nel processo. Fece
correre i
suoi occhi sui dintorni, scoprendo il buio confortevole della propria
camera a Torrenuvola; per quanto aveva dormito, dodici ore?
Le
sembrava di essersi svegliata dopo giorni di attività
onirica
ininterrotta.
“Un
incubo?” le arrivò la voce assonnata
di Icy, che
si tirò a sedere a sua volta, spostandosi i capelli dietro
le
orecchie per poterla almeno vedere. La
riccia scosse la testa confusa, portandosi una mano alla fronte.
“Non
lo so… Non era propriamente un incubo, credo.”
“Quindi?”
“Magari
una premonizione. Ho sognato che strappavamo la Fiamma del Drago a
quella deficiente di Bloom.” sussurrò Stormy con
un ghigno
soddisfatto.
La
strega del ghiaccio la fissò per un attimo, senza muovere un
muscolo; poi si coricò di nuovo.
“Si
chiama
visione,
Stormy. Non
si tratta di un
evento negativo.”
“Sì,
sì, quel cazzo che è. Hai capito
comunque.”
II.
“Sono
ormai giorni che hanno il mio potere, che senso ha non
attaccare?”
disse
Bloom, dondolando
leggermente le gambe nel vuoto che separava il parapetto del loro
terrazzino dal grande ed elegante cortile di
Alfea.
Essere
senza poteri le
aveva fatto
focalizzare l'attenzione
su sé stessa solamente
per i primi tre giorni; poi aveva deciso che era giunto
il momento di reagire e non darla vinta alle streghe.
Avrebbe
combattuto comunque, sarebbe anche morta per la propria causa. Era
lì
da appena una settimana, ma sentiva
nel suo animo che non avrebbe permesso a nessuno
di
minacciare a tal modo così tanti innocenti senza essere
disturbato.
“Concordo,
è un comportamento totalmente illogico. Ci
avrebbero colti impreparati con
un attacco immediato.”
disse Tecna, rivolgendo lo sguardo verso il cielo di un azzurro tanto
innaturale da
ricordarle
che fosse solo una
proiezione del Quarto Ritorno come il mondo sopra al quale stava.
'Con
il Loop che va destabilizzandosi, inoltre.' avrebbe
aggiunto, se non fosse che Bloom non ricordava nulla di tutto
ciò.
Non avrebbe potuto ricordare.
La
condizione di stallo in
cui
versavano
era comunque
critica, forse più critica di un qualsiasi sbilanciamento da
una
parte o dall'altra: come se il pendolo, atto a contare i secondi con
le sue oscillazioni, si fosse fermato, scegliendo
di non compiere alcuna scelta.
Era
come un paradosso nella mente razionale della fata della tecnologia,
una situazione totalmente illogica ed incomprensibile; l'unica
ipotesi possibile
era quella che annullava tutte le sue supposizioni precedenti.
Il
Loop era dunque
il caos.
Non
aveva alcun ordine, non seguiva nessun corso; sotto all'apparenza di
ordine e di perfezione con cui riproduceva gli avvenimenti, le
interazioni e gli incontri, regnava il nulla.
Pareva
che i pilastri di tale movimento circolare, che la
fata era
andata
cercando per sedici
lunghi anni, in realtà non fossero mai esistiti. Lasciando
il
tessuto dello spazio-tempo senza un fondamento solido.
E
ora poteva essere certa che loro, le Winx, non avevano nulla a che
fare con tutto ciò; le paladine di Magix ridotte a mere
vittime di
una forza incontrollabile ed inconcepibile.
Al
momento le mancava davvero poco per gettare la spugna e
mandare al vento anni ed anni di lavoro.
Il
Dio che aveva sostituito il corso degli eventi, uccidendolo, appariva
totalmente irraggiungibile, nella confusione ed instabilità
che
imperversavano nella sua mente, creatrice di un Eterno Ritorno.
Nessun
ragionamento poteva
ricostruire esattamente tale
follia.
Ma
qualcosa la spingeva ad andare avanti, ad andare più a fondo
del
caos. Non poteva permettersi che il Loop vincesse.
“Tecna!
Mi stai ascoltando?”
Tecna
scosse la testa per riprendersi, inspirò profondamente e
rivolse di
nuovo la sua attenzione alla fata della Fiamma del Drago.
“No,
scusami. Stavo cercando di trovare la logica in tutto questo
aspettare da parte delle Trix. Puoi ripetere?”
“Aspettare
che cosa? Cosa stanno aspettando? – chiese Bloom, inclinando
leggermente la testa da un lato e spostandosi una ciocca di capelli
dietro all'orecchio sinistro – Io ti stavo parlando di
Brandon, hai
presente? Ti ho detto che l'ho già incontrato sulla Terra,
davanti a
casa dei miei genitori. Dove lui e gli altri hanno catturato il troll
che le Trix avevano mandato dietro a Stella, ricordi? Cosa dovrebbero
aspettare?”
“Bloom,
stavamo parlando della tua Fiamma del Drago. Le Trix te l'hanno
sottratta.”
La
rossa la guardò come se avesse parlato in una lingua a lei
incomprensibile.
“La
Fiamma del Drago? Tecna, io non sono ancora capace di
trasformarmi.”
“… Cosa?”
L'altra
ripeté ciò che aveva già detto, come
se la fata della tecnologia
non avesse udito le sue parole. Non poteva sapere che in
verità
echeggiavano nella sua mente dalla prima volta in cui le aveva
sentite, un insieme di parole senza significato, atte a minare le sue
capacità cognitive.
Cosa
voleva dire tutto ciò?
Una
perturbazione nel corso degli eventi andava propagandosi e
dilatandosi, non aveva il lusso di procedere a ritroso lungo il suo
percorso, riparando le proprie crepe e modificando i propri errori.
Un moto
totalmente privo di
senso.
Non
era possibile frenare una frana nel mezzo della sua caduta, ancora
meno farla indietreggiare. I principi della logica collidevano in
modo violento con il caos, si respingevano come due poli negativi di
una calamita.
I
calcoli che aveva fatto, gli studi che stava portando a termine, era
stato tutto inutile?
Forse
non tutto; ma
aveva bisogno
di conferme.
“… Vai
pure avanti. Parlavi di Brandon, giusto?”
III.
“E'
un incantesimo, Flora. – ignorando la confusione negli occhi
della
compagna, ancora turbata da come aveva fatto irruzione in camera sua,
Tecna procedette ad una spiegazione dettagliata della revisione a cui
aveva lavorato per tutto il pomeriggio – Non può
essere nulla
all'infuori di un incantesimo. Dev'essere stato creato per forza da
qualcuno di mortale, di finito. Qualcuno
che ora sta cercando di riordinarlo secondo le proprie leggi.”
“Vuoi
dire che il Loop è un incantesimo?”
La
fata di Zenith annuì, prendendo un sorso dalla tisana che
Flora
aveva insistito ad offrirle.
“E
come tale non segue il suo corso in modo lineare, seguendo un grafico
con massimi e minimi. Non ha alcun limite; chi l'ha lanciato
può
modificarlo e sostenerlo, manipolando a proprio piacimento ogni
elemento che ne è rimasto vittima.”
“Parli
di ciò che è successo alle altre,
giusto?” chiese la fata della
natura, abbassando la voce nel menzionare le sue amiche.
“Esattamente.
Nessuno ricorda cos'è successo a Torrenuvola, nessuno tranne
noi
due.”
Nominare
tali avvenimenti fece salire un intenso senso di inquietudine ad
entrambe. L'angoscia che non aveva mai abbandonato la fata di Linphea
tornava in un crescendo dissonante, un brivido freddo le percorse la
schiena; ancora una volta, non sapeva se volesse andare fino in fondo
alla faccenda o meno.
Un
nemico talmente potente da sostituirsi a Dio e prendere il controllo
del corso degli eventi poteva essere una grossa spina nel fianco. E
lei non era come Tecna, non era stata capace di ricordare lo sviluppo
dei propri poteri, non si era liberata completamente dalla fitta
trama del Loop.
Era
consapevole di esserci intrappolata, ma non di aver accettato la
propria condizione al suo interno. Era come se fosse volata in una
gigantesca ragnatela, e si ostinasse a sbattere le ali pur di
liberarsi, finendo invece sempre più legata e stanca.
Si
passò le mani sulle braccia, come a rincuorarsi per farsi
coraggio,
prima di rivolgere nuovamente il viso all'amica.
“Chi…
Chi può aver fatto una cosa simile?”
Tecna
ci pensò un momento, tuttavia era giunta alle sue
conclusioni già
quando si era separata da Bloom.
“Chi
l'ha fatto si è curato che Bloom non ricordasse che il suo
potere
fosse stato sottratto, di modo che potesse agire indisturbato. In
fondo non è così incredibile che possano essere
le Trix le
responsabili; facendo regredire la nostra forza nei vari Ritorni
potevano mantenere il Loop in tutta calma. Tuttavia ci sono alcune
prove che confermano la teoria contraria. Ad esempio:
perché, se
fossero state loro a creare il Loop, l'avrebbero compromesso
anticipando il furto dello scettro di Stella e l'estrazione della
Fiamma del Drago? I sospetti, a questo punto, potrebbero spostarsi su
qualcun altro. A meno che una delle tre non abbia deciso di agire da
sola, ipotesi abbastanza insolita per loro, ma non impossibile. I
calcoli mi confermano in maggiori probabilità la
colpevolezza di Icy
o Darcy, la percentuale di Stormy risulta molto bassa invece. Troppo
impulsiva per pianificare un mondo intero nei minimi dettagli.
Dovremmo comunque tenere in considerazioni i loro motivi per
riavviare di continuo questa epoca temporale. Motivi di cui non siamo
a conoscenza, date le nostre scarse informazioni sul loro
conto.”
“Sì,
è vero – disse Flora, appoggiando la tazza
– Ma non credo sia
qualcun altro, a minacciare la pace della Dimensione Magica in questo
momento ci sono solo le Trix.”
“Esatto.
E gli Stregoni, avendo in mano un potere simile, avrebbero di sicuro
cambiato la loro sorte nella nostra ultima battaglia.”
Anche
la fata della tecnologia appoggiò la tazza vuota,
concedendosi un
attimo di riflessione sulle conseguenze che tale ipotesi, se si fosse
rivelata veritiera, avrebbe portato.
Nulla
di sicuro, una volta arrivata a quel punto non si poteva più
tornare
indietro; ma avrebbe messo fine alla follia che governava il Loop,
una volta per sempre. Il tempo doveva riprendere a scorrere in modo
lineare, ad ogni costo.
“Quindi
cosa possiamo fare?” chiese la fata della natura con un filo
di
voce.
“Dobbiamo
confermare la mia ipotesi – rispose con risolutezza l'altra
– E
so benissimo che tipo di esperimento può esserci
utile.”
Avvertenze
e condizioni per l'uso: un esperimento è da
compiere, ma non so
se Flora sarà pienamente d'accordo. Comunque, spero si
capisca fino
a qui (in ogni caso ogni dubbio verrà chiarito con il
prossimo
capitolo.) A proposito del prossimo capitolo: attualmente sto facendo
la maturità, una volta conosciuta la data degli orali e
visto quello
che ho da portare/fare, non sono riuscita a fare molto.
Come
ho detto ad alcuni di voi nelle risposte delle recensioni, questo
capitolo era già pronto prima dell'inizio dei suddetti
esami.
Purtroppo, non si può dire lo stesso del quinto capitolo,
quindi mi
scuso in anticipo se esso arriverà con un po' di ritardo, in
mezzo
allo svolgimento degli esami non ho proprio tempo di fare altro. Di
sicuro arriverà o il cinque o il sei luglio, giù
di lì, ma
contando che quella data doveva essere quella del primo capitolo,
alla fine mi è andata anche bene.
Ringrazio
TheSeventhHeaven per aver recensito lo scorso
capitolo e, come
sempre, i lettori silenziosi che come viandanti passano di qua.
Mary