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Autore: annalisa93    24/06/2017    0 recensioni
Questa storia non è mia, ma di una mia amica, il suo profilo ufficiale lo trovate su wattpad : https://www.wattpad.com/user/ChiBa93
GENERE: sentimentale, thriller, mistero, psicologico, urbanfantasy.
Diciassette ragazzi.
Diciassette anime diverse, ognuna con il proprio passato, con le proprie fragilità e con le proprie aspettative per il futuro.
Diciassette cuori destinati ad incontrarsi e a scontrarsi.
Diciassette persone che si ritroveranno ad indagare su una serie di misteriose scomparse e sull'inquietante morte di una giovane liceale, avvenuta quarant'anni prima.
N.B: Questa storia è una light novel, ovvero un romanzo con illustrazioni in stile manga
Genere: Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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«Non ci credo. Ti sei inventato tutto. Tu che salvi la vita ad una persona?»

Sakura conosceva molto bene David e non riusciva a credere fosse in grado di trovarsi una ragazza e di essere romantico, lui che era sempre stato un eterno bambino, burlone e giocherellone. Così guardò Emma in cerca di una smentita. Ma gli occhi della ragazza dicevano tutt'altro. No, non ci poteva credere. Sempre aveva pensato di conoscere David più di chiunque altro, ma adesso saltavano fuori lati del suo carattere che per lei erano nascosti e non le restava altro che accettare il fatto che, in realtà, non sapeva tutto dell'amico.

«Così hai salvato un bambino e ti sei pure trovato una ragazza carina?! E bravo Dave!» Pronunciare a voce alta quelle parole le rendeva più facile ammettere la verità. Poi guardò Nathan, che non si era per niente scomposto di fronte al racconto dell'amico. Lui sì che lo conosceva bene. L'amicizia che lo legava a David affondava le proprie radici nel periodo dell'asilo, la loro era un'amicizia profonda e consolidata. Lei, invece, non aveva mai avuto un'amica del cuore con cui condividere i propri segreti, aveva avuto amici e amiche con cui si era divertita, ma di cui in realtà non si era mai fidata fino in fondo, gli unici di cui realmente aveva imparato a fidarsi erano stati proprio David e Nathan. Forse era anche per questo che, nonostante fosse contenta per lui, in fondo al cuore provava dispiacere pensando che Dave si fosse fidanzato, provava dispiacere sapendo che Emma, col suo viso dolce e con i suoi gentili modi fare, si fosse presa il suo migliore amico. L'amicizia certo sarebbe stata la stessa, ma il tempo da passare insieme sarebbe sicuramente diminuito. In fondo era giusto così, anche Dave doveva trovarsi la ragazza, di certo non poteva rimanere single tutta la vita solo per lei. E lei doveva accettarlo. Così, da ragazza matura, cercò di scacciare i pensieri egoistici che fino ad allora le avevano riempito la testa, si alzò dalla sedia e andò ad abbracciare Emma. «Benvenuta nella nostra città!» Disse sorridendo. «Se hai bisogno di qualcosa chiedi pure, sarò felice di aiutarti.»

«Grazie, Sakura, sei molto gentile.» Emma le prese la mano. «Ho veramente bisogno di un'amica in questo momento.» Le sorrise con gratitudine.

«Ma certo, conta su di me! Farò qualsiasi cosa per renderti questo soggiorno piacevole.» Disse con convinzione Sakura. «Volete qualcosa?» Chiese poi rivolgendosi agli altri due. «Vado a prendervelo io.» Aspettò che Nathan e David decidessero poi, dopo aver memorizzato l'ordinazione, si diresse al bancone.

«Aspettami, Sakura!» Le urlò David. «Ti aiuto, altrimenti non riuscirai a portare tutto a destinazione.» In un baleno fu da lei.

«Grazie per le belle cose che hai detto a Emma.» Le bisbigliò all'orecchio.

«Figurati, farei di tutto per la ragazza del mio migliore amico.» Gli rispose lei. David sorrise. Il suo era un sorriso di gratitudine. «Piccoletta, sei davvero una persona speciale.» Disse mettendole la mano attorno al collo e tirandola a sé, quasi soffocandola. «Dave, lasciami che così affogo!» Protestò lei. Lui non se lo fece ripetere due volte e la lasciò in modo brusco. «A proposito, devo darti una cosa» Velocemente frugò nelle tasche e dopo poco ne tirò fuori una spilla. «Tieni, questa l'ho presa per te» Disse porgendola alla ragazza. «L'ho vista e ti ho subito pensato.» Sakura la osservò incantata.

«Dave, ma è bellissima!» Si trattava di un fiore di ciliegio di un vivo color rosa adagiato su una cornice circolare di fili d'oro tempestati da brillanti rosa. «La metto subito sulla giacca della divisa.»

«Divisa?»

«Sì, non lo sapevi? Quest'anno il liceo scientifico ha deciso di utilizzare le uniformi. I colori che avrebbero rappresentato la scuola sono stati scelti tramite votazione da parte di tutti gli studenti. Come vedi, hanno vinto il rosso e il nero.» Spiegò, indicando i vestiti che aveva addosso. «Poi, ogni indirizzo di studio avrebbe avuto una divisa caratteristica, rispettando, però, i colori.» Fece una pausa. «Ognuno poteva proporre la sua idea per l'uniforme affiggendone una foto su una bacheca apposita, poi la proposta che avrebbe avuto più voti sarebbe diventata la divisa ufficiale dell'indirizzo.»

«Non ci posso credere!» David era stupito. «Immagino che, come tutte le idee che partono dal Vallisneri, anche questa si sia diffusa tra le altre scuole.» Nel pronunciare quelle parole sbiancò. «Non voglio sapere cosa hanno deciso all'ITIS.»

Sakura scoppiò in una fragorosa risata «Domani andrai a scuola e scoprirai che hanno deciso di vestirsi da Pokémon!» Al pensiero di tutti quei ragazzi vestiti da Pikachu la ragazza si piegò in due dalle risate.

«Non dirlo neppure per scherzo!» David stava sudando freddo. «Ho paura ad andare a scuola domani.» Il suo sguardo si posò sulla spilla che aveva regalato a Sakura.

«Posso mettertela io?»

«Certo, come vuoi.» La ragazza restituì la spilla all'amico. David la prese e si piegò in avanti per applicare la spilla sulla giacca dell'uniforme di Sakura.

«Ecco fatto!» Esclamò dopo alcuni minuti.

«Grazie.» Sakura lo abbracciò e gli stampò un bacio sulla guancia.

«Di nulla, piccoletta!» Il ragazzo si alzò e prese uno dei due vassoi appoggiati sul bancone, Sakura prese l'altro e insieme si diressero nuovamente al loro tavolo.

«Certo che se stai via tre mesi quando torni ti senti spaesato! Guardate quanto è cambiato questo posto!» Esclamò David mettendosi a sedere e guardandosi intorno. In effetti il locale era cambiato molto dall'ultima volta che c'era stato. Le pareti bianche avevano lasciato il posto a pareti color crema che garantivano al locale un'illuminazione naturale. I proprietari lo avevano ristrutturato riprendendo come modello i bar ottocenteschi europei, i bar in cui si riunivano gli intellettuali del tempo. In particolare, il locale s'ispirava al famoso bar delle Folies-Bergère dipinto da Manet. Per questo non potevano mancare gli enormi e pesanti lampadari di cristallo che pendevano dal soffitto, gli ampi tavoli in marmo, le panche e le sedie in legno scuro di ciliegio con cuscini in velluto rosso. Lo spazio era distribuito per lo più in lunghezza, anche se il locale era stato costruito su due piani. La parete che dava sulla strada presentava enormi vetrate, mentre sull'altra, chiamata Wall of Fame, erano appese le foto dei clienti che più si erano distinti nel mondo del crimine, intervallati da enormi specchi che moltiplicavano lo spazio interno. Il locale terminava, oltre il bancone, con uno specchio che occupava tutta la parete di fondo, su cui si rifletteva il piano superiore, delimitato da una balaustra in marmo e a cui si accedeva salendo una scala, anch'essa in legno di ciliegio.

L'occhio di David cadde sulle foto della Wall of Fame. «Ragazzi, ma avete visto?! Ci siamo anche noi!» Nel costatare ciò il ragazzo fu percorso da un fremito di euforia. «Nate, c'è pure tuo padre!» Poi, osservò una a una le foto «Certo che in bianco e nero sembriamo molto più affascinanti!»

«Già, io sembro una donna di classe, elegante come Audrey Hepburn.»

«Mpf, Audrey Hepburn! Ma Fammi il piacere.» Nathan si lasciò sfuggire un sorrisino divertito. «Ma se quando cammini mostri la grazia di un elefante!»

La ragazza si bloccò un istante, giusto il tempo di rielaborare ciò che aveva appena sentito, poi la reazione non tardò ad arrivare. «Sei uno stronzo! Come ti permetti di offendermi in questo modo di fronte ad una ragazza che abbiamo appena conosciuto!» Stava per dirgliene quattro, ma venne interrotta dalla suoneria del cellulare di Nathan. Il ragazzo, con la sua solita calma glaciale, estrasse il cellulare dalla tasca e rispose. Dall'altra parte si udiva solo un respiro ansimante.

«Pronto, chi è?»

«Aiuto...» A parlare fu una tremante voce femminile.

«Chi parla?» La voce di Nathan acquistò vigore e potenza.

«Scuola...» Fu la risposta sconnessa, poi il silenzio. Aveva riattaccato.

Nathan rimase col cellulare in mano. Sul viso aveva un'espressione attonita.

«Nate, che è successo?» Gli chiese Sakura preoccupata.

«Dobbiamo andare a scuola. Subito.» Disse riponendo il cellulare nella tasca della giacca. Il suo tono era freddo e deciso.

«Non abbiamo tempo da perdere, c'è una ragazza in pericolo.» Aggiunse alzandosi dalla sedia e prendendo il giacchetto e lo zaino a tracolla. Sakura, David e Emma, allarmati dalle parole dell'amico, fecero lo stesso e senza perdere altro tempo sfrecciarono fuori dal MisteriX Café. David, prima di uscire però, gettò un'occhiata al tavolo e, attratto dalla brioche ancora integra dell'amico, non perse l'occasione di prenderla e di infilarsela furtivamente nello zaino.

«Che c'è?» Emma aveva visto tutto e lo stava guardando allibita «Le avventure mi mettono fame» Si giustificò cercando di assumere un'espressione innocente. Lei non commentò, si limitò ad incitarlo a muoversi, gli altri due erano già spariti.

 

Angolo annalisa93
Buon pomeriggio a tutti!
Ecco qua la terza parte del primo capitolo :)
Spero che la storia vi stia piacendo e poi volevo ringraziare tutti coloro che la stanno leggendo, grazie!
A sabato prossimo :)

   
 
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