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Autore: TeamFreeWill    15/07/2017    7 recensioni
Storia ambientata tra la 10*14 e la 10*15.
Le parole di Caino risuonano ancora nella mente di Dean, lui ne è sconvolto e il marchio lo tormenta. :)
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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“Dean! Non lo farai” sostenne il minore alzandosi e mettendosi di fronte a lui, fissandolo.

“Sam questa cosa è più forte di me…se mai dovessi arrivare a tanto preferisco morire…” disse sconvolto il biondo, passandosi le mani sui capelli, nel viso il dolore puro.

“Sei forte Dean!” disse appena in tempo Sam, prima che il fratello lo spingesse via lontano, gridando di dolore e tenendosi il braccio.

Il marchio infuocato come non mai pulsava, bruciava, rideva, lo incitava a prendere il tagliacarte sulla scrivania e a squarciare la gola all'uomo di fronte a lui.

“No no no!” urlò, mentre un'altra visione lo stava catapultando nel dolore di quel ricordo che ancora bruciava di vergogna. Ma stavolta era diversa. Era vissuta in prima persona.
 

- Lui con il martello in mano insegue Sam per i corridoi claustrofobici del Bunker, sadico. Ride. La voce lo incita. E lui cede. Colpisce e colpisce sempre più forte il fratello sulla tempia. Sente il sangue caldo colare sulla sua mano. Poi lo vede. Il corpo morto del fratello steso a terra in un lago di sangue. "Finalmente l'hai fatto” dice la voce. Il martello cade a terra con un tonfo metallico. Sul suo viso sente le goccioline di sangue del fratello. -
 

"Dean calmati per favore!!" si preoccupò Sammy avvicinandosi a Dean. Cercò di calmarlo, ma il biondo era sotto shock. Era sconvolto, in pieno panico, il terrore puro.

Stava tremando quando, all’improvviso, s’inginocchiò sconfitto, ripetendo continuamente il nome del fratello, stringendosi le spalle.

 
- Intrappolato nella sua mente Dean grida disperato “ Sam… Sammy. Che ho fatto!. Che ho fatto!" abbracciando il corpo del fratello, nella cui tempia campeggiano le ferite mortali. "Ti ho ucciso!!!” –
 

"Dean per favore non ascoltare il Marchio" disse Sammy inginocchiandosi di fronte a Dean e prendendogli il viso tra le mani costringendolo a guardarlo, costringendolo a incatenare i suoi occhi verdi nei suoi multicolore.

"Sono qui. Ascoltami" parlò dolcemente. E Dean lo guardò, gli occhi spalancati, spaventati.
 

- Nell’incubo che vive nella sua testa Dean piange, vuole morire. Nella disperazione più totale sente una voce lontana che diventa sempre più forte. Si guarda attorno confuso. Poi si sofferma ad ascoltarla meglio. E’ dolce questa. Non è come l'altra. L’ascolta. Infonde pace quella voce.-
 

"Dean sono vivo. Toccami" continuò il minore dolcemente, sorridendogli.

Il maggiore con queste parole alzò una mano verso il viso del fratello e quando l’intero palmo fu completamente appoggiato sul viso di Sam, iniziò ad accarezzarlo, subito lentamente poi sempre più velocemente. Era vero. Non aveva ucciso il suo amato fratellino.

“Sammy. Non ti ho ucciso. Dio ti ringrazio!” disse sollevato e ritornando lentamente alla realtà.

“No, lo so che non mi faresti mai del male” rispose Sammy sorridendo. Il maggiore lo abbracciò di slancio, stringendo possessivo. Poteva sopportare visioni di morte, di distruzione, di omicidi, ma vedere lui stesso uccidere Sammy andava oltre la sua sopportazione. Piuttosto si sarebbe ucciso se mai fosse arrivato a quel punto. E lo avrebbe fatto.

“Dean mi stai stritolando” disse il minore ridendo. Il maggiore si staccò subito biascicando un “scusa”, poi si alzò seguito dal minore, facendosi comunque aiutare.

"Ti sei ripreso Dean?” continuò a questo punto il moro seguendo con lo sguardo il fratello che si sedette invece sul letto di peso.

“Bisogna” confermò guardandolo. La schiena ricurva e i gomiti appoggiati alle ginocchia. Guardò il fratello alzando appena la testa. Sammy era rimasto in piedi, sul viso ancora un’espressione preoccupata.

“Lo sai che con me puoi parlarne. Tu mi hai aiutato quando Lucifero mi tormentava. Mi hai consigliato il trucco della mano…magari se anche tu…insomma...la butto lì ...te la premessi…finché non troviamo un’altra soluzione…eviteresti che il bastardo ti prenda a calci in culo” disse il moro cercando di convincerlo.

“Io non ho bisogno di premermi la mano, perché sei tu la mia mano! Sei quello che mi riporta alla realtà. L’ho capito in questo momento e se questa cosa me lo fa combattere e mi fa resistere tanto meglio” affermò Dean grato, sorridendo. Forse una speranza c’era. Forse era questa la forza che doveva trovare in lui per resistere, come gli aveva detto Sammy qualche settimana prima.

“Dean…” disse solo il minore con gli occhi lucidi, andando ad abbracciarlo, emozionatissimo. “Cerca di dormire ora ok? Recupera le energie perché ora hai un aspetto orribile…Io vado a finire un po’ di ricerche su quei libri e sul web. Ti aiuterò, è una promessa! Ah sì, domani sera ti straccerò a carte! Allora buonanotte jerk” disse ancora il moro staccandosi e sorridendogli.

“L'importante è crederci Sammy! Ti farò il culo a Poker, anche per questo mese sarai Samerentolo!" disse con un sorriso strafottente! Poi, serio, continuò "Bè notte bitch…Però, per quanto riguarda la ricerca della cura, non scervellarti troppo” rispose di rimando il maggiore, mentre Sammy battibeccò testardo con la sua miglior bitch face “Ho la sensazione che vedremo apparire Deanerentolo! Ah si! Come ti ho detto prima, la speranza è l’ultima a morire! E la cura al tuo problema la troverò” e uscì dalla stanza chiedendosi la porta alle spalle, lasciando il maggiore  ammutolito. Quanto era testardo Sammy!

Il moro ritornò in camera sua determinato più che mai a portare a termine il suo obbiettivo. Ce l’avrebbe fatta!

Ma nelle settimane successive Dean stette sempre peggio e nemmeno l’aggrapparsi al minore con tutte le sue forze riuscì a impedirgli di avere scatti d’ira o visioni oscure o immaginarsi mentre uccideva l’amato fratello. La voce del Marchio era sempre più assordante nella sua mente.

Inesorabilmente l’infausto segno stava, lentamente, schiacciandolo in tutti sensi sotto il suo peso.

Lui oramai aveva accettato la realtà e anche il suo destino, tranne uccidere il fratello. Quella cosa lo faceva soffrire giorno e notte e aveva iniziato a pensare a un piano d’emergenza prima di arrivare a tanto, ma se lo tenne per sé. Non lo confidò né a Sam né a Cass.

Comunque il suo fratellino era troppo testardo e non si arrendeva. Lui non voleva accettare che non ci fosse una cura. Una qualsiasi cazzo di cura.

E’ per questo che gli disse, mentre si dirigevano a Feyetteville per un caso, che ora l’unico modo era andare avanti e continuare a cacciare finché ne fosse stato in grado, ma che aveva comunque bisogno che lui fosse presente e non perso in inutili ricerche che non portavano a niente. Glielo disse serio, sperando che capisse, che comprendesse, che accettasse.

Sammy non rispose. Si limitò solo a fare un impercettibile segno con il capo e a deglutire. Ma lui era un Winchester. Non si sarebbe mai e poi mai arreso.

Poteva dire e fare quello che voleva suo fratello, ma lui una cura l’avrebbe trovata. Eccome se l’avrebbe trovata. Costi quel che costi. Doveva salvarlo e l’avrebbe fatto. Lo avrebbe salvato dal Marchio di Caino.



Note autrice
Grazie per avermi coretto gli errori, Lilly ^^
Grazie a chiunque ha avuto la pazienza di leggerla. Ciao a tutti.
  
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