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Autore: Switch    17/07/2017    7 recensioni
Zootopia.
Luogo dove predatori e prede vivono in perfetta armonia.
O almeno, così era all'inizio.
Molto, molto tempo prima. Prima che i predatori venissero umiliati e degradati.
*
Nick Wilde ha imparato a sottostare alle leggi ingiuste di Zootopia, ma non vuol dire che non possa fare del suo meglio per migliorare la vita dei predatori, a modo suo.
Ma tutto attorno a lui si innalza un fitto complotto e si ritrova a dover indagare per riscattare il suo "buon" nome e forse anche quello dei predatori. Con l'aiuto di una rigida e diffidente poliziotta. O meglio sotto la sua supervisione.
Un poliziesco dai toni noir, che denuncia un mondo cupo e abietto, dove la giustizia non è uguale per tutti.
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Furry, Tematiche delicate
Capitoli:
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Nel piccolo monolocale si lavorava senza sosta.

Da una parte c'era Nick che cuciva rapidamente i batuffoli di imbottitura su una base di tessuto, usando un ago malandato raccattato dal fondo di un cassetto; dall'altra Judy, carta e penna alla zampa, gli occhi che saettavano dallo schermo del portatile al foglio, riportava meticolosamente le parole della mail, controllando ossessivamente che fosse tutto giusto.
Di tanto in tanto, sollevavano la testa e si scambiavano un'occhiata fugace e un breve sorriso, che poteva dire tutto o niente, poi ritornavano in fretta ai loro compiti.
C'era la pressione del tempo, non potevano rimanere ancora per molto lì dentro, si sentivano esposti a sapere che qualcuno conosceva la loro ubicazione, seppure avendoli avvisati potesse essere un alleato.

Non seppero per quanto tempo lavorarono, ma ad un tratto esultarono simultaneamente di gioia: Nick abbandonò il costume sul letto e si avvicinò immediatamente a Judy, sbirciando al di sopra della sua spalla.
Hai scoperto il messaggio?”
Gli occhi di Judy scintillavano, il suo nasino rosa fremeva.

Penso di sì. Ricordi l'oggetto della mail? Cernita.”

Gli mostrò la pagina scarabocchiata, le parole segnate e cancellate.
Non vuol dire selezionare qualcosa tra tante?” domandò Nick un po' confuso.
Sì, esatto. E quindi se ci pensi vuol dire scartare delle cose tra tante. Mi sono ricordata di quando da piccola facevo giochi di enigmistica coi miei fratelli e-”
Sul serio? Per divertirvi facevate giochi di enigmistica?” lo interruppe Nick con un sopracciglio alzato e un ghigno sul muso.
Judy rollò gli occhi al cielo e poi gli mandò un'occhiataccia prima di continuare.

In enigmistica la cernita è uno schema di doppio scarto, vuol dire che le lettere uguali si cancellano due a due, finché non restano lettere uniche e quindi un messaggio!”

Ora le cancellazioni sulla pagina avevano più senso, ma non le lettere rimaste, cerchiate per risaltare sulle altre.
Pitoaz?” lesse Nick titubante, pronunciandola come se fosse una parolaccia. “Che cavolo di messaggio sarebbe? Se è una parola straniera siamo fregati, io parlo solo il volpese.”
Judy sorrise divertita.

Deve essere un codice o una-”
Si bloccò, spalancando gli occhietti viola folgorata da un'improvvisa ispirazione. Cliccò in fretta sul pc, chiudendo la pagina della mail, frugando tra le cartelle finché non trovò il file bloccato.

O una password!” concluse trionfante.

Digitò le lettere nello spazio vuoto della schermata e premette invio: la pagina si caricò per qualche attimo, poi apparve una scritta che non si era aspettata e che smorzò immediatamente il loro entusiasmo:
Errore, password errata. Hai ancora due tentativi a disposizione.”
Un brivido li percorse da capo a piedi.

Forse non era la password per questo file” tentò Nick. Judy scosse la testolina, gli occhi ancora fissi sullo schermo.
No, sento che è la strada giusta. Abbiamo un messaggio cifrato e un file bloccato, è ovvio che siano connessi, ma sto sbagliando qualcosa.”

In silenzio ricontrollarono la mail e le parole, assicurandosi di non averle trascritte male nella fretta e aver così pregiudicato il messaggio, ma tutto combaciava e le lettere finali erano proprio quelle.
Pitoaz. Pitoaz, Pitoaz” ripeté Nick, sentendo il suono sulla lingua alla ricerca di qualche significato nascosto.
Continuava a non avere senso, tuttavia.

E se-” esordì Judy, prendendo il foglio di carta. “Se lo anagrammassimo? Non riesco a ricordare bene, ma mi pare che alla fine si dovessero anagrammare le lettere rimaste per trovare una parola di senso compiuto.”
Provarono tutte le combinazioni possibili, scomponendo in sillabe, agglomerando a tre a tre, spostando le lettere avanti e indietro, ma alla fine solo una parola sembrava avere senso:

Topazi.”
Ok, non so cosa c'entri, ma almeno è una parola vera” disse Nick, facendo spallucce.
Allora proviamo?”

Judy digitò la nuova parola lentamente, solo un po' dubbiosa, le labbrucce strette mentre aspettava l'esito.
La pagina si caricò nuovamente e la stessa schermata apparve dopo qualche secondo:

Errore, password errata. Hai ancora un tentativo a disposizione.”
Il panico si fece sentire prepotentemente.

Ok, forse... forse è meglio che stacchiamo un attimo e pensiamo bene. Se sbagliassimo ancora, probabilmente non potremmo più provare o il file si distruggerebbe o-”
Ok, James Bond, non credo proprio che il CD prenda fuoco se sbaglieremo” rimbeccò Judy sarcastica, rollando gli occhi al cielo.
Anche se forse, un pochino di possibilità c'era eccome.

Comunque, il consiglio era ottimo in quel momento di stress, perciò si allontanarono un momento dal pc, rimuginando a fondo: Judy percorreva a piccoli passetti il poco spazio a disposizione, mentre Nick controllava distrattamente il suo costume, in realtà assorto sulla parola misteriosa.
Le lettere sono giuste, abbiamo già controllato. E sono sicura che bisogna anagrammarle per ottenere la parola giusta, ma nessuna ha senso. Manca qualcosa, ma cosa?” farfugliava la coniglietta senza freno, sempre più frustrata.

Nick aggiustò un punto di cucito in una parte che non lo convinceva, mentre le parole di Judy si facevano strada dentro di lui. In effetti, sembrava sempre che mancasse qualcosa, risposte, prove, consigli, aiuti... mancava sempre qualcosa.
Mancava qualcosa.
Mancava qualcosa!
I suoi occhioni verdi si spalancarono e quando Judy si voltò lo trovò così, immobile con gli occhi spalancati a fissare il vuoto, mentre cercava di afferrare un'idea.

È giusto: manca qualcosa. Nella parola! Passami il foglio!”

Judy si fiondò a prenderlo, spronata dal suo tono urgente e poi rimase lì al suo fianco a guardarlo mentre scarabocchiava.

Sin dall'inizio, la parola mi era sembrata familiare, aveva un suono conosciuto, ma non sapevo perché. Se aggiungiamo due O e anagrammiamo, viene fuori...”
Zootopia” lesse Judy stupita. “Ma non ha senso, non ci sono le due O in più, non può essere, a meno che... a meno che, non sia stato fatto apposta!”
Si guardarono, entrambi emozionati, entrambi sulla stessa lunghezza d'onda.

Sì, perché nella cernita le due O si eliminavano necessariamente l'una con l'altra, un piano perfetto per confondere chiunque fosse entrato in possesso della mail e avesse provato a decifrarla.”
Anche un programma di decriptaggio sarebbe caduto nella trappola, molto furbo!”

Si avvicinarono in fretta al pc, ma Judy si bloccò con le zampine a mezz'aria sui tasti, timorosa.
Siamo sicuri? Sicuri sicuri?”
Nick allungò una delle sue zampe e digitò la prima lettera, premendo delicatamente sulla sua.

Sicuri.”
Judy aggiunse il resto con un po' più di baldanza, poi premette invio e trattenne il respiro, ignara che anche Nick, lì al suo fianco, lo stesse facendo.

La pagina si caricò per la terza volta, e forse era il magone, ma sembrò metterci secoli: poi, lo schermo bianco diventò improvvisamente nero e dopo un secondo un video partì in automatico, mostrando un caribù in camice da laboratorio seduto ad una grande scrivania.

Ciao, Renato” disse il dottore, la sua voce era molto profonda e calma. Lo sguardo invece era spaventato, con profonde occhiaie sotto gli occhi castani.
Se stai guardando il video significa che sono sparito dalla circolazione, e spero di essere riuscito a scappare, perché l'altra alternativa è che sono morto.
Non sono stato completamente sincero con te, mi vergognavo molto a raccontarti tutto quello che avevo fatto, me ne vergogno ogni giorno; dirmi che non avevo una scelta non mi ha alleviato la coscienza.
Sai già che in seguito alla modifica dei collari, questi possono ora essere tracciati: non c'è un predatore in tutta Zootopia che si possa nascondere, ormai.”

Judy e Nick si scambiarono una breve occhiata sorpresa e spaventata e le zampe di lui corsero inconsciamente al collo; avrebbero commentato la fortuna che li aveva colpiti nel momento in cui Judy aveva deciso di toglierglielo, se Tarandus non fosse in procinto di continuare.

Ovviamente so che è sbagliato, ma sembrava un male minore. Quello che non ti ho raccontato è molto, molto più grave. A mia discolpa posso dire solo che allora non sapevo a cosa servisse la modifica richiesta.
Nell'aggiornamento dei collari è stato inserito non solo un tracciatore, ma anche un distorsore: è un programma che agisce sul possessore, ancora non so in che modo, ma che serve ad alterare lo stato mentale. Potrebbe farlo impazzire, potrebbe renderlo aggressivo, potrebbe perfino ucciderlo. Basterebbe solo premere un piccolo pulsante e ogni predatore della città sarebbe spacciato, senza possibilità di scampo.
Non ho prove a riguardo, non ho potuto impossessarmene: nel momento stesso in cui hanno capito che sospettavo qualcosa, mi hanno tagliato fuori. Ma so dove trovarle. Nell'ufficio del sindaco, dietro un quadro, c'è una cassaforte: all'interno ci sono delle chiavette con tutti i dati e tutte le prove: c'è tutto, nomi e conversazioni, studi e progetti. E il telecomando.
La combinazione è 3171984. Ho faticato molto per trovare queste informazioni e so che mi costeranno la vita, se mi trovano.
Ma mi fido di te, solo di te.”

A quel punto il dottore sembrò crollare sotto il peso di tutto quello e si incurvò, stanco, molto stanco, passandosi una zampa sul viso mentre prendeva un grande sospiro.

Non avrei mai voluto invischiarti in tutto questo, ma so che hai amici che possono aiutarti. So che c'è qualcosa di grande, in movimento. So che se non faremo niente succederà qualcosa di brutto ai predatori. Prendi quelle prove e ferma tutto questo, ripara al mio errore, ti prego.
E per favore, stai attento. Addio, Renato. E grazie.”
Il video si interruppe, ma lo schermo rimase nero.

Gli occhi di Judy erano attraversati da un velo umido e anche Nick sembrava turbato.
Nel silenzio la ventola del computer sembrava la turbina di un aereo.
Non avevano mai conosciuto Tarandus, ma sapevano che sorte gli era toccata, e vederlo, sentirlo, conscio di quello che gli sarebbe successo, senza poter fare nulla per cambiarlo, era triste e ingiusto. Lui e Manchas erano finiti in qualcosa più grande di loro e forse nessuno dei due aveva mai saputo la sorte dell'altro, anche se per ironia erano morti praticamente nello stesso istante.
E adesso in tutto quello c'erano finiti loro e la fine avrebbe potuto essere la stessa.

Nick spezzò per primo il silenzio, schiarendosi la gola dall'emozione; Judy sussultò e si voltò a guardarlo e per la prima volta, nei suoi occhioni viola lesse la paura.
Rimasero così per un istante.

Non riesco a crederci.”
I collari.”
Il sindaco!”
Tracciati, che scandalo!”
Non è possibile.”
E il distorsore per fare impazzire i predatori!”
Lo sguardo di Judy si addolcì un secondo.

Sono contenta di avertelo tolto, ancora più di prima” confidò, sincera.

Nick si passò una mano sul collo, di imbarazzo, e le sorrise grato.
Se tutto questo è vero, e non vedo perché Tarandus avrebbe dovuto mentire a Manchas, la cosa è molto grave. I predatori sono in pericolo. E c'è il sindaco dietro a tutto, ma non capisco perché sia stato messo in mezzo io.”
Tu sei il perfetto capro espiatorio, è evidente che chi ha creato quel programma ha intenzione di usarlo e non vuole essere incolpato: e qui entri in scena tu. Un predatore, con un parco clandestino per i predatori in cui i collari sono disattivati: attribuire tutto a te è facilissimo, probabilmente il primo omicidio e poi quello di Tarandus servivano a incastrarti e creare la base per l'accusa finale.”

Ma non abbiamo prove per scagionarmi, se non recuperiamo il materiale dentro la cassaforte. Ma questo vuol dire...”
Entrare nell'ufficio del sindaco” finì Judy per lui, ugualmente preoccupata.
Se già entrare di nascosto nell'ufficio del sindaco dovesse essere difficile, di certo in una giornata come quella doveva essere praticamente impossibile: tutto il Palm Tree Hotel era di certo sotto controllo totale della polizia, in vista delle celebrazioni del ventennale.

Col tuo costume avremmo più possibilità, no?”

Nick infilò il travestimento e no, non avrebbero avuto più possibilità.
Lui sembrò notare il suo mutismo e aprì le braccia, come un'esortazione.

Allora?”
La sua testa era il doppio del normale, una nuvola candida e così fissa da sembrare panna montata, che confondeva i suoi tratti somatici: il finto manto spuntava anche fuori dal colletto e dai polsi del grande cappotto nero che fortunatamente nascondeva l'assenza di zoccoli. Sembrava uno zucchero a velo con gli arti e due scintillanti occhi verdi.

Judy non sapeva se ridergli in faccia o piangere.
Perfetto, sul serio” riuscì a dire miracolosamente.
Riuscì a vedere il sopracciglio di Nick alzarsi sarcasticamente anche sotto l'imbottitura.

Sul serio? Non mentire, so che stai mentendo. Come sto, carotina?”
Lei si lasciò scappare un sorriso, presa in castagna.

Ok, ok, da vicino si vede benissimo che è finto. Hai una testa di imbottitura di piumone!” rise incredula, “Ma se non ti avvicini troppo a qualcuno, andrà tutto bene.”
Dobbiamo solo andare dall'altra parte della città senza incontrare nessuno, allora... facile” commentò Nick, ondeggiando il testone cotonoso. “E si muore già di caldo, qua dentro, a Sahara Square sarà terribile.”

Nonostante le lamentele, la paura, quello che sentivano e l'incertezza della riuscita, dovettero mettere tutto nel piccolo bagaglio che si portavano dietro e lasciare quel rifugio sicuro, alla ricerca della verità.
In quello che sembrava dovesse essere il viaggio più lungo della loro vita.


Bogo parcheggiò e rimase un attimo poggiato al volante, pensieroso.
Benché fosse ancora a Downtown, la parte più costosa e ambita di Zootopia, dove si trovava in quel momento era tutto fuorché alla moda. O sicuro. O pulito.
A ridosso del confine con il Rainforest District, la zona era umida, ombrosa, semi-abbandonata e degradata: le case erano piccole e basse, attaccate una all'altra così che le stradine non erano altro che stretti viottoli, molti dei quali senza via di uscita. La polizia non passava spesso da quelle parti e la sola vista della sua macchina d'ordinanza era bastato a far sparire chiunque dalla circolazione.
Quando scese si diede comunque una rapida occhiata intorno, giusto per essere sicuro che non fosse una trappola. Vide solo un montone che si allontanava, già un piccolo puntino bianco.

L'indirizzo fornitogli era poco più avanti, alla fine di un vicolo in discesa: quando arrivò suonò il campanello, ma si chiese cosa avrebbe mai potuto dire se qualcuno avesse risposto.
Salve, uno sconosciuto che gioca al cappellaio matto mi ha dato questo indirizzo, mi può dire cosa sa di una volpe fuggiasca e di una coniglia poliziotta scomparsa?”
No, non aveva senso. Come tutto quello che stava facendo, del resto.
La sua mente andò solo una volta a Clawhauser, che in quel momento probabilmente era sotto le grinfie della T.U.S.K. Lo stomaco si strinse per un attimo.

Suonò di nuovo, con un po' più di insistenza. Gettò veloce uno sguardo a destra e sinistra e poi, non vedendo cosa altro potesse fare, buttò la porta giù.
Non aveva più tempo per giocare e se qualcuno lo aveva mandato lì, doveva essere importante.
Ci vollero tre spallate poderose, inferte a denti stretti per resistere al dolore, per farla saltare dalla guida: si aprì cigolando, con un colpo secco.
L'interno era un buco maleodorante e ingombro di sporcizia, pareva una tana di un accumulatore seriale, c'era caos ovunque.

Facendo attenzione entrò con la zampa sulla pistola, per sicurezza. E per lo stesso motivo si annunciò e chiese se ci fosse qualcuno. La sua voce si spense subito, senza risposta.
L'ambiente era tutto lì, perciò escluse che qualcuno potesse essere nascosto all'interno e dopo un'occhiata al bagno più piccolo che avesse mai visto in vita sua, ne fu certo. Allontanò la mano dall'arma e ispezionò l'area, confuso su cosa potesse mai trovare lì e arrabbiato con sé stesso per aver creduto ad messaggio anonimo.

Si accorse immediatamente del piumone squarciato e dell'imbottitura sparsa un po' ovunque, ma in quel caos non era di certo la cosa più strana, perciò non ci fece caso: quello che lo interessò, tra tutto il ciarpame, era il volantino di una pizzeria un po' stropicciato poggiato sul divano letto aperto e sfatto, con noncuranza.
Lo prese e lo studiò, sorpreso nel trovare una fitta serie di parole nel retro, segnate e risegnate, cancellate, per poi trovare in fondo, in una grafia diversa, la scritta 'Zootopia'.
Ma la prima grafia era indubbiamente di Hopps. Aveva letto troppe volte i suoi zelanti rapporti dei casi per non riconoscere le sue lettere tondeggianti.
Era un indizio? Un messaggio per lui?
No, Hopps non sapeva di certo che sarebbe arrivato. Ma era sicuramente stata lì.

Uscì dall'appartamento come una furia, veloce come non era mai stato prima e si guardò di nuovo attorno, trafelato; non c'era nessuno. Scattò in avanti per la via, nella direzione inversa in cui era arrivato, seguendo un istinto, forse, qualcosa che il suo subconscio aveva già inteso prima di lui.
Il suo sguardo angosciato si posò su un puntino candido in lontananza e qualcosa scattò nella sua mente.
Ridusse la distanza in un attimo, anche troppo per un bufalo di quarantacinque anni che si lamentava in continuazione degli acciacchi, ma l'adrenalina gli scorreva nelle vene e non vedeva che quel punto bianco di cotone diventare grande, sempre più grande via via che si avvicinava.
La pistola era già nella zampa, ma razionalmente non sapeva quando l'avesse presa.

Ferma, Wilde!”

Il cotonoso batuffolo si congelò dalla paura, incapace perfino di girarsi ad affrontarlo.
In un secondo un paio di occhi viola e grandi, pieni di risoluzione e sfida, lo fronteggiarono con rammarico, insieme al foro di una pistola.
Judy Hopps stava puntando l'arma contro il suo capitano.
Non l'aveva nemmeno vista arrivare, non sapeva nemmeno da dove fosse spuntata, non c'era un attimo prima, ma in quel momento era tra lui e Wilde, ritta in tutti i suoi novanta centimetri scarsi, orecchie escluse, con la sua pistola di ordinanza puntata dritta sulla sua faccia.

Hopps” riuscì a dire e il suo tono poteva dirsi sorpreso quanto confuso. E anche enormemente sollevato nel vedere la sua agente sana e salva.
La palla di cotone si mosse appena e voltò la testa e Bogo riuscì a vedere tra le cuciture mal fatte lo sguardo colpevole e impaurito di Wilde.
Non guardava lui, era fisso sulla piccola coniglietta che gli faceva da scudo.

Hopps, abbassa la tua pistola!” ordinò Bogo, riprendendo compostezza.
Nick è innocente, capitano” rispose Judy, la voce deferente in contrasto con le sue azioni. Le sue zampe non vacillarono nemmeno per un attimo dalla posizione.
Nick? Ti sei lasciata coinvolgere?”

La domanda suonò come un'accusa alle lunghe orecchie di Judy, ci sentì dentro accuse sporche che non venivano da Bogo, lo sapeva, ma dai pregiudizi di Zootopia.
Non è come sembra.”
Gli hai tolto il collare!”
Nick è innocente!” ripeté convinta, quasi rabbiosa. Disperata.

Non sembrava nemmeno la stessa Hopps con cui aveva parlato la mattina prima. Poteva essere stata plagiata fino a quel punto? Conosceva gli effetti della Sindrome di Stoccolma, ma non poteva essere scattata così in fretta... o sì?
Tanto da gettarsi davanti alla sua pistola per proteggere Wilde col suo corpo? Non da proiettili sedativi o altro, ma da proiettili veri, che penetravano la carne da parte a parte, mortali.
E Hopps lo sapeva bene.

Abbassa la tua arma e parliamone, allora” propose come ultima risorsa, se poteva convincere la sua poliziotta a collaborare.
Conosco il suo tono da mediatore, non funziona come me. Io e Nick adesso ce ne andiamo.”
Non scappare, Hopps, non costringermi a spararti.”
Non mi costringa a farlo per prima, capitano.”

Nick era pietrificato. Osservava senza nemmeno respirare lo scambio tra i due poliziotti, lo scontro tra due parti nel giusto, eppure diametralmente opposte.
Sentiva la sua fine vicina, sempre più vicina, e voleva solo scappare e nascondersi per sempre.
Ma era pronto ad arrendersi per salvare Judy.

Fece un passo in avanti, la pistola di Bogo si sollevò su di lui, per istinto, e Judy reagì immediatamente alla minaccia: una detonazione riempì l'aria e il capitano indietreggiò di un passo, sorpreso.
Un dardo scintillava nel suo collo nerboruto, piccolo ma nocivo.
Nell'unico secondo di lucidità prima che le pupille si dilatassero, i suoi occhi mostrarono stupore e amarezza, poi la pistola cadde a terra dalle zampe molli e il corpo massiccio seguì con un tonfo.

Il sedativo non era forte abbastanza da addormentare uno della sua statura, sarebbe rimasto cosciente, ma lo avrebbe intorpidito e rallentato quel tanto che bastava alla loro fuga.
Judy non riusciva a distogliere lo sguardo dall'unico suo occhio visibile, confuso e arrabbiato; la mano con la pistola era mollemente al suo fianco, l'altra zampina sulla bocca, sconvolta lei stessa dal suo gesto.

Mi dispiace, capitano. Mi dispiace.”

Lo mormorò come una nenia, per alcuni istanti. Poi la zampa di Nick la prese per un polso e iniziò a portarla via, quasi di peso.
Uscì dal suo stato di trance quando erano già distanti qualche metro e lei si voltò verso di lui, rapidamente.

Andiamo a prendere le prove! Glielo giuro, capitano. Torneremo con le prove!” urlò con tutta l'aria dei piccoli polmoni.
Divenne un piccolo puntino, sempre più piccolo.

Mi dispiace!” fu l'ultima cosa che Bogo sentì prima che sparissero dalla sua vista, lasciato lì a fissare un pezzo di strada e uno di cielo, entrambi sfocati.




Note:
Buona sera a tutti.

Nuovo capitolo e finalmente le due parti della storia hanno un punto di contatto, anche se breve e intenso: capitano e sua sottoposta si tengono sotto tiro e infine Judy spara a Bogo. Se avete notato lei ha ancora la pistola a sedativi, mentre il capitano ha proiettili veri; diciamo che ho pensato che generalmente hanno quelle a sedativi o a taser, ma che in casi speciali e pericolosi, come questo, vengano attrezzati con proiettili veri. Judy ha reagito per prima, ma io non credo che lui avrebbe mai sparato davvero, non vuole far loro del male.

La pista è fresca e sembra promettente, adesso ai due fuggiaschi tocca vedere dove li porterà.

Alla prossima, vi abbraccio forte, fortissimo.


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