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Autore: lilylunapotter02    25/07/2017    2 recensioni
Harry/Louis, accenni Liam/Zayn
Allenatore!Harry, Ginnasta!Louis
Note: Harry, 22 anni, 172 cm Louis, 17 anni, 156 cm Usa team Ispirato al film Stick It
Louis ha abbandonato una finale mondiale a squadre di ginnastica artistica facendo perdere la sua nazione e Harry è l'allenatore della VGA, la palestra dove sarà obbligato ad andare un anno dopo lo scandalo che lo portò su tutti i giornali del paese.
Genere: Erotico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Il problema si presentò quando il doppio allenamento divenne l'ordine del giorno. Allo stesso modo in cui Louis si rinchiudeva in palestra ogni giorno, mattina e pomeriggio, senza sembrare mai essere stanco, Harry aveva preso a spiare gli allenamenti del castano. Che poi spiare non era il termine corretto. Semplicemente lui controllava che uno dei suoi atleti (che avrebbe davvero potuto portare quella palestra alle stelle) non si spaccasse l'osso del collo. E che dire, quella non era poi una possibilità così  remota. Il castano sembrava non curarsi del fatto che avrebbe potuto farsi male. Spesso si riscaldava male e faceva le cose con troppa foga. Era innegabile però che Harry vedesse giorno dopo giorno Louis raggiungere livelli sempre più alti. Per non dire stellari se si prendeva in considerazione la sbarra alta. Ma in fin dei conti un oro mondiale non si smentisce mai, no? Aveva visto quel piccolo corpo volare letteralmente in aria e atterrare con la leggerezza di una farfalla, la grazia di un cigno e la decisione di una tigre. Le sue mani stringevano la sbarra come se questa fosse l'ultima cosa che lo potesse salvare. Si chiudevano precise, senza mai sbagliare una presa. E se anni prima era rimasto affascinato da quello stesso ragazzo mentre eseguiva routine alla sbarra alta, ora ne era stregato. Louis aveva quel potere più unico che raro di attirare senza volerlo su di sé tutti gli sguardi. Era magnetico. Harry avrebbe sfidato chiunque a staccare gli occhi da lui mentre eseguiva un esercizio. Neanche una modella di Victoria Screct's sarebbe potuta essere più affascinante. Beh, nel suo caso magari un modello di Calvin Klein. Un giorno si era nascosto dietro due tappetoni che in ogni caso Louis non usava mai per vedere cosa combinasse il castano e non aveva più smesso di farlo. Semplicemente aveva delle mattine intere da occupare, era la scusa che usava con se stesso. Ma la verità comprendeva ammirare quel corpo minuto piegarsi e volare. Trovava adorabile in modo in cui il ragazzo imprecava quando sbagliava qualcosa (il più delle volte gli arrivi. Capitava spesso che avesse troppa spinta). E forse in quanto allenatore avrebbe dovuto storcere il naso e correggerlo, ma davvero era impossibile non trovare dolce il modo in cui si arrabbiava con se stesso. Più di una volta avrebbe voluto uscire allo scoperto per complimentarsi per buone routine o per fargli presente che in quel modo si sarebbe rotto qualcosa (o quanto meno chiunque si sarebbe rotto qualcosa, ma Louis Tomlinson non è chiunque). Ma soprattutto avrebbe voluto andare ad abbracciarlo quando urlava cose che Harry non capiva a pieno e poi si lasciava cadere piangente in mezzo alla pedana del corpo libero. Appariva così umano, così lontano dal ragazzo pieno di muri che era di solito che faceva quasi paura tutta quella sua debolezza. E probabilmente faceva paura anche a Louis date le molte lacrime che scorrevano sulle sue guance. La prima vera volta in cui Harry entrò nella vecchia palestra mentre Louis si allenava senza nascondersi dietro ai materassoni, il ragazzo stava eseguendo una routine alle parallele. Il riccio aspettò che l'altro poggiasse entrambi i piedi a terra prima di parlare. È sempre pericoloso distrarre qualcuno mentre esegue un esercizio e lui lo sapeva perfettamente. 《Tutto bene?》chiese, come se fosse andato lì solo per chiedergli quello. Louis si girò lentamente verso la porta e Harry si sarebbe voluto scavare una fossa dove autoseppellirsi. Era petto nudo, ed era sudato. Questo avrebbe corrotto la sanità mentale di chiunque. 《Scadente vero il salto finale? Mi è venuto proprio male.》commentò il ragazzo ignorando la domanda di cortesia dell'altro. Harry annuì. 《Avresti dovuto avere un'elevazione maggiore e staccare le mani un attimo dopo.》gli fece notare, quasi con disinteresse. In ogni caso Louis non disse nulla, limitandosi a spostare il ciuffo dalla fronte e a continuare a guardare il riccio. 《Il motivo per cui ti trovi qui?》chiese alla fine, stufo del silenzio dell'altro. 《Oh, sì certo, giusto. Vickerman ha deciso di fare una gara interna. Cioè non proprio una gara.》mentre parlava gesticolava come per cercare di farsi capire meglio《Va beh, in sostanza vuole vedere un vostro esercizio, per decidere la squadra per l'IGClassic.》concluse. Louis annuì, concentrato. 《E io devo partecipare giusto?》 Harry gli fece un cenno affermativo con la testa e il ragazzo abbassò il capo, quasi sconfitto. 《Va bene.》sussurrò alla fine. Era passato esattamente un mese e mezzo dal momento in cui Louis aveva messo piede alla VGA all'esibizione ordinata da Vickerman. Ogni atleta poteva scegliere un attrezzo e Louis continuava a non essere sicuro della sua scelta. Per lui la sbarra alta era la scelta facile. La scorciatoia più comoda. E se ne sarebbero accorti tutti. Tutti avebbero notato che non era più ai livelli di una volta. Zayn portava una routine alla parallele. Louis l'aveva vista. Pochi giorni prima il moro gli aveva chiesto un parere oggettivo e doveva ammettere che non era per nulla male. Quel ragazzo aveva un vero e proprio talento per le parallele. Beh, anche quello di allenarsi a petto nudo quando un amico di Harry andava ad aiutarlo (un gran figo quel Liam, o quanto meno secondo Zayn) non era da sottovalutare. In ogni caso non era per niente sicuro di voler fare quella routine alla sbarra alta che aveva provato in modo ossessivo negli ultimi dieci giorni. Era felice di affermare che fosse quasi perfetta. Qualche piccolissima sbavatura ma nient'altro. Ma semplicemente....semplicemente il suo cuore gli diceva altro. O era il suo orgoglio? Probabilmente in quel momento coincidevano. La palestra era gremita. Alla fine Vickerman aveva chiesto loro di esibirsi prima della premiazione di una per bambini e ragazzi. Era una competizione importante. Louis ricordava di averne  preso parte svariati anni prima. Ma in ogni caso ora erano lì, tutti in fila pronti a essere applauditi. Partì un ragazzo, un certo Theo, con una routine al cavallo a maniglie. Era discreto dovette convenire il castano. Ma il suo esercizio durò troppo. Come quello degli altri peraltro. Dannato Vickerman che aveva deciso che lui dovesse essere l'ultimo a fare il suo esercizio. Era come tornare ai vecchi tempi, con tutti che aspettano la promessa della ginnastica artistica Louis Tomlinson per poterlo giudicare. A parte beh, quella non era una gara con stampa e commentatori internazionali. Era un semplice...neanche Louis sapeva come definirlo. Esibizione, sì ecco, esibizione. Anche se la stampa c'era davvero. E anche i cronisti. E Louis era sicuro che quando avrebbe messo piede nelle nuova palestra (si era riscaldato nella vecchia, lontano da occhi indiscreti) sarebbe svenuto qualcuno. Avrebbero ripreso in mano vecchie storie e tutto quanto. Ma soprattutto l'avrebbero giudicato. Non era più quello di una volta, era cambiato, una delusione. Insomma le cose che dicono sempre quando un atleta che si era ritirato decide di tornare a fare competizioni. Ma lui non voleva essere una delusione. Lui non voleva deludere nessuno. Semplicemente perché era fatto così. Non poteva ricevere giudizi negativi. Entrò nella palestra nuova (gli spalti erano gremiti, tutti gli atleti delle varie società schierati e i suoi compagni di squadra che lo fissavano) accompagnato da urla. Di stupore o cos'altro non lo sapeva. Incrociò lo sguardo di Zayn e sorrise. Era stato bravo. Aveva guardato da fuori la sua routine ed era andato molto bene. Era strano avere qualcuno che ti dice con gli occhi di credere in te prima di iniziare un esercizio, invece che sentire le solite raccomandazioni sul fatto che deve vincere. Sentiva tutti i muscoli tirare, caldi per il riscaldamento appena concluso. Si avvicinò alla sbarra alta e la scrutò. Vide con la coda dell'occhio Harry avvicinarsi, probabilmente per aiutarlo ad aggrapparsi. Fu in quel preciso istante, davanti a troppa gente dopo troppo tempo che non faceva più cose del genere, che chiuse fuori tutti i sentimenti. Non esisteva più la tristezza, la rabbia o l'euforia, c'era solo la concentrazione. Ma non voleva essere il ragazzo di una volta. E quello che stava per fare si avvicinava troppo alle sue vecchie abitudini. Lui era cambiato. E doveva dimostrarlo a qualcuno. Così con tanti, troppi, occhi puntati su di lui si allontanò dalla sbarra alta. Quella era la scelta facile, l'ancora da gettare nel momento del bisogno. Ma quell'esercizio l'avrebbe rigettato nel panorama internazionale della ginnastica artistica. Era sicuro che presto quei video che di sicuro qualcuno stava facendo sarebbero stati su internet, alla portata di tutti. Era il momento di dimostrare al mondo chi è veramente Louis Tomlinson. E forse di dimostrarlo anche a se stesso. Si avvicinò con passi veloci alla pedana del corpo libero e si cosparse mani e piedi di pece. Chiuse gli occhi e quando li ricoprì davanti a sé vedeva solo una possibile routine. Esisteva solo quella. Quell'esercizio prima o poi in fin dei conti l'avrebbe dovuto affrontare. Non lo faceva da troppo tempo eppure era stampato sotto la sua pelle.  Era come se i suoi muscoli fremessero al solo pensiero di poterlo eseguire. E forse anche lui. Quello era un peso troppo grande. Un peso che si doveva togliere. Ma forse era anche una questione sospesa tra lui e la ginnastica artistica. Era sorprendente quante cose potessero significare poche diagonali. Semplicemente tutta la sua vita. Alzò le braccia e si andò a posizionare in un angolo della pedana. Un dejá vù della stessa situazione neanche due mesi prima gli fece mancare il respiro. Ispirò a fondo prima di serrare gli occhi in una preghiera silenziosa rivolta non si sa a chi. Magari a se stesso. Ce la poteva fare. Quando iniziò la rincorsa della prima diagonale non importava che il coefficiente di difficoltà di quella routine fosse 7.100 e che lui non lo provasse da più di un anno. C'era solamente lui, lui e la ginnastica artistica. Era una danza frenetica, fatta di salti che lo facevano assomigliare alla più elegante delle aquile che spicca il volo e lavoro a terra degno di una pantera che distende i muscoli prima di attaccare. Prima di aggredire le ultime due diagonali. Veloce, sempre più veloce. Il baco da seta è cresciuto ed è diventato la più bella delle farfalle. Magnifica e fragile allo stesso tempo. La mente è vuota mente corre veloce verso la diagonale finale. C'è semplicemente lui, che fa quello che è nato per fare e che abbatte tutte le sue vecchie paure. Forse è giunto il momento di superare vecchi momenti. O quanto meno provarci. I suoi piedi si staccato da terra per l'ultima volta. È un attimo e sfiorano nuovamente terra, leggeri e precisi. Nessun saltello o passo a sporcare quella routine. C'è solo il sorriso di Louis, le braccia alzare e una piccola ferita rimarginata. Ce l'ha fatta. Non aveva neppure fatto in tempo a rimettersi la sua felpa e a sorridere a Zayn che Harry lo aveva caricato sulla sua spalla, portandolo via, lontano da telecamere e applausi. Erano stati inutili i suoi tentativi di liberarsi dalla presa ferrea del riccio intorno alla sua vita. Non riusciva neppure a capire dove stessero andando. Maledetto bastardo. Poi d'un tratto due mani si chiusero sulla sua vita e tutto il suo corpo sprofondò nella gommapiuma. L'aveva buttato nella vasca sotto le parallele asimmetriche piena di cubi di gommapiuma. Avrebbe davvero voluto ucciderlo. Come si permetteva? Si spostò il ciuffo dalla fronte e guardò il ragazzo in piedi davanti a lui. Aveva le braccia incrociate e in peso del corpo scaricato su una sola gamba. Gli occhi mandavano saette, e okay, probabilmente era lui quello che doveva preoccuparsi della sua incolumità. 《Che cazzo di esercizio era quello? Potevi fare cinque diagonali banali e sarebbero andate bene.》esordì alla fine Harry dopo momento carichi di tensione. 《Quella era la routine dei Mondiali. Sai no? Quella che non avete mai visto. E non mentire dicendo che non ti è piaciuto.》rispose piccato il castano con una punta di orgoglio nel suo tono. 《Avresti potuto farti male. Male davvero. Se sbagliavi uno solo di quei salti finivi dritto in ospedale e potevi dire addio a una carriera nella ginnastica.》 Era incazzato, Louis si aspettava quasi di vedere da un momento all'altro nuvolette di fumo uscire dalle orecchie dell'altro. 《Magari, almeno non mi avrebbero detto contro per un anno per una mia scelta per poi alla prima opportunità obbligarmi a ricominciare. Se mi faccio male ho una scusa valida per andarmene.》 《Ma visto che ora sei qui, io non ti permetterò di autodistruggerti. Pensavo che avresti avuto il buon senso di ricominciare in modo graduale dopo un lungo stop. Ma visto che da solo non ne sei capace, immagino di doverti insegnare io come si fa.》 Louis gettò la testa indietro, ridendo di gusto, come se avesse appena sentito la battuta più divertente del secolo. E forse per lui lo era. 《Buffo che me le venga a dire tu queste cose, Harry Styles. Tu che dopo un infortunio non sei mai stato più in grado di salire su delle parallele o attachatti a degli anelli senza farti venire degli attacchi di panico.》 Il riccio bocchegiò, senza parole. Non era possibile. Non era possibile che lui sapesse. Semplicemente non poteva. Quello era il suo segreto e un ragazzino di quattro anni in meno di lui e una lingua più velenosa del dovuto ne era a conoscenza. 《E tu....e tu che ne sai degli attacchi di panico?》chiese balbettando, la gola era dannatamente secca. 《Sai, non sei l'unico che guarda di nascosto gli altri alle allenarsi.》rispose Louis prima di uscire dalla palestra vecchia e lasciare lì Harry a guardare senza battere le ciglia la barra alta. Già, non era l'unico.
   
 
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