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Autore: Sylvia Naberrie    13/08/2017    2 recensioni
Soraya Keto, ex Padawan del maestro Sifo-Dyas, è tornata al Tempio Jedi, stavolta da Cavaliere.
È venuta ad assistere alle Prove degli Iniziati e solo uno di loro sarà il suo futuro allievo.
Ma non tutto sarà rose e fiori. Il Consiglio manderà Soraya ad indagare nel sistema Hutt sulla scomparsa di una famiglia di mercanti, in una disperata caccia al tesoro in pianeti dove la criminalità è all'ordine del giorno.
Riusciranno Soraya e la sua Padawan a portare a termine la missione?
Genere: Angst, Science-fiction, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Dreams and Revenge'
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CAPITOLO 24
"IL CADETTO"


Soraya venne spinta con forza su una sedia, le sue braccia vennero tirate indietro da un uomo alle sue spalle e le mani legate con una corda. L'uomo alle sue spalle, terminato di legarle le mani, si avvicinò per toglierle le spade laser dalla cinta.
Lo stesso venne fatto alla sua Padawan che lanciava sguardi truci agli uomini che osavano avvicinarsi a lei.
Noal stava in piedi di fronte a loro, la mano dell'uomo che sembrava essere il capo di quella banda stringeva la spalla del bambino, che tremava impaurito e fissava Soraya con gli occhi sbarrati e in cerca di conforto.
La maestra stava studiando la situazione. Davanti a loro, oltre al loro capo, vi stavano circa una decina di uomini, sette di loro che imbracciavano dei fucili, senza però fortunatamente puntarli su loro. Oltre a loro, si trovavano Exun e l'uomo che avevano seguito e grazie al quale avevano trovato quel posto.
L'uomo la guardava tra il furioso e il nervoso, ma Soraya riusciva a sentire la paura che dominava l'uomo, che lo faceva tremare.
Nihall cominciava ad agitarsi e, senza guardarla, Soraya fece uso della Forza per mandarle un messaggio telepatico. Non era ancora un'esperta di quell'uso della Forza, ma ci provò.
'Non muoverti, Padawan. Stai ferma e non usare la Forza, a meno che non te lo dica io', pensò intensamente Soraya. Non ci fu nulla da fare, Nihall continuava a muoversi e a tentare di slegarsi.
'Stai ferma!', gridò risoluta nella sua testa Soraya.
E a quanto pare la seconda volta funzionò, il messaggio doveva essere stato recepito da Nihall, la quale infatti smise di agitarsi e si girò di scatto a guardarla, gli occhi spalancati. Soraya rimase impassibile a guardare negli occhi l'uomo che aveva orchestrato la loro cattura.
"Cheng, è lei la donna che è venuta da te, al mercato?", chiese l'uomo senza girarsi verso il suo interlocutore. Era impegnato in quella battaglia di sguardi con la maestra Jedi.
Cheng si torturò le mani e si sitemava nervosamente il cappello, come se avesse una sorta di tic. Deglutì.
"Sì", l'uomo si schiarì la gola, "sì, capo", disse poi con voce flebile e leggermente tremante.
"Ne sei sicuro?", continuò l'altro.
"Sì, capo sicurissimo. Ricordo anche la zabrak e... quel bambino", riferì con più sicurezza Cheng indicando Noal con la testa.
"Grazie, Cheng..."
L'uomo alzò il braccio libero, che imbracciava una pistola, e con uno scatto fulmineo, stavolta guardandolo, gli sparò in fronte.
Exun e Noal, al suono dello sparo, fecero un salto di paura, Exun guardando Cheng, disteso a terra con un buco sulla testa e un rivolo di sangue che stava lentamente colando dalla sua fronte, con sconcerto e paura, Noal con terrore, piangendo silenziosamente e tremando visibilmente. Gli altri uomini restarono impassibili.
"Grazie per esserti fatto seguire, cane bastardo", continuò l'uomo con disprezzo, sputando sul compagno morto.
Soraya sentì la vita dell'uomo scivolare via nell'attimo in cui il proiettile l'aveva raggiunto. Era morto sul colpo.
Nihall cominciò ad avere paura. Sarebbero mai uscite vive di lì? Il cuore le batteva all'impazzata
"Quanto a voi, maestra Jedi, cosa dovrei farne?", disse il capo avvicinandosi a Soraya, alzandole il mento con la pistola.
"Suppongo dobbiate lasciarci andare. Il Consiglio Jedi sa che siamo qui e manderà degli Jedi a prenderci"
Vide gli occhi dell'uomo tremare, ma subito dopo il suo sguardo tornò sicuro e strafottente come prima.
"È un bluff. I vostri amici Jedi non sanno che siete stata catturata. Non avete fatto in tempo ad avvisarli", replicò, con un sorrisetto compiaciuto.
"Non ne sarei così sicuro, fossi in voi. Se non sentiranno notizie mie entro stasera, manderanno i rinforzi. Sanno dove mi trovo, sanno le coordinate di questo luogo e non esiteranno a circondarlo e a catturarvi o a uccidervi tutti, se sarà necessario", ribatté sprezzante Soraya. L'uomo tentennò. Lo vide fare una smorfia di rabbia e imprecare sottovoce, allontanandosi da lei.
Poi si mise con la mano che impugnava l'arma sul fianco, la pistola con la canna sottosopra.
"Ho ucciso io Othar Wung. Ho circondato io il suo palazzo e l'ho assediato, insieme agli altri Jedi. Non vi conviene mettervi contro di me", continuò la maestra, determinata. L'uomo la guardò con la coda dell'occhio.
Poi si parò di nuovo di fronte Soraya, spingendo Noal in modo che fosse bene in vista e puntò la canna sulla tempia del bambino.
Soraya perse un battito del cuore ma si sforzò di rimanere immobile, lo sguardo impassibile.
"Ucciderò il moccioso", la minacciò, mettendola alla prova.
"Non vi conviene"
"E perché no? Voi non potrete impedirmelo", continuò lui mellifluo, spingendo di più la pistola sulla testa di Noal. Il bambino teneva gli occhi stretti e chiusi e le lacrime scorrevano sul suo viso senza far rumore.
"Io forse no. Ma il mandante del suo rapimento sì. Se avesse voluto ucciderlo l'avrebbe fatto subito invece di mandarlo da Wung, non credete?", rispose Soraya usando lo stesso tono dell'uomo.
Lo vide di nuovo tentennare e poi puntare la pistola sulla sua fronte. Vide Nihall guardarla impaurita.
"Ucciderò te. Sono sicuro non ci siano direttive sull'argomento" "Non sottovalutare la potenza di uno Jedi. Abbiamo la Forza dalla nostra parte"
Alla parola Forza, il capo rise, roteando gli occhi.
"Hai mai sentito parlare della Jedi Satele Shan? Ne dubito. Riusciva a deviare la lama di una spada laser con le mani grazie alla Forza. Credi che un proiettile sia diverso?"
"Le tue mani sono legate"
"Non capisci. Non servono le mani. Serve la Forza"
L'uomo la fissò iracondo. Spostò l'arma da Soraya a Nihall, che andò in iperventilazione per la paura. Soraya ruppe la sua maschera di imperturbabilità, mostrando uno sguardo di rabbia e furore che Nihall non aveva mai visto.
"Tu prova a torcerle anche solo un capello e morirai qui, all'istante, senza poter dire una sillaba!", sibilò furiosa.
L'uomo spinse il cane della pistola.
Soraya si concentrò e bloccò il proiettile dentro la pistola. Il capo di quella banda mise l'indice nel grilletto. Soraya si concentrò e incastrò di più il proiettile, facendo uso della Forza. La sua fronte cominciava a imperlarsi di sudore. L'uomo parlò.
"Troppo tardi"
E presse il grilletto.
Un'esplosione si concentrò sulla mano dell'uomo che gridò di dolore. Nihall spinse di lato la testa, tentando di coprirsi il viso. Soraya era concentrata nell'uso della Forza e cominciava ad essere esausta.
Aveva provato a concentrare l'esplosione solo sulla mano che teneva la pistola, in modo che non ferisse né lei, né Nihall e nemmeno Noal. Ma cominciava a non farcela più. Era una delle tecniche avanzate della Forza e non aveva abbastanza esperienza per poterlo tenere a lungo.
Un attimo prima che l'esplosione si estinguesse, il campo di forza che Soraya aveva creato si disperse e schegge, sangue e calore si propagarono nella stanza. L'onda d'urto fece cadere Nihall all'indietro, con tutta la sedia a cui era legata.
L'uomo invece lasciò cadere a terra ciò che rimaneva della pistola, mentre con la mano, quella sana, si strinse il polso dell'altra, mutilata dall'esplosione.
Gemiti e grida di dolore uscirono dalle sua labbra e alcuni uomini di andarono incontro mentre altri alzarono i loro fucili contro Soraya.
"Torius! Capo!", gridarono gli uomini preoccupati.
Torius con la spalla li allontanò e lanciò uno sguardo di morte a Soraya.
"Non pensate a me! Sparatele e uccidetela!", gridò fuori di sé. "Ciò che ho fatto a te lo farò a tutti voi!", li ammonì Soraya, cercando di non dar loro a vedere quanto fosse stremata.
Gli uomini tentennarono, guardando la mano disfatta di Torius.
"È un bluff! Uccidetela, ho detto!"
Gli uomini puntarono su di lei ma nessuno sparò.
"Se ci lasciate andare, ce ne andremo via da questo pianeta", disse Soraya.
"Tu non te ne andrai viva da questo pianeta!", latrò Torius.
"Lasciateci andare", insisté Soraya, fissandolo intensamente.
L'uomo la guardò furioso.
"Lasciatela andare", ripeté, poco dopo, in trance. Gli uomini lo guardarono confusi, ma non osarono controbbattere. Uno di loro le slegò.
"E ora, Exun. Vorrei che tu venissi con noi", riferì Soraya, tendendogli la mano.
Il ragazzo la guardò confuso.
"No. Il mio posto è qui ormai. Sono un membro dei DK. Sono loro la mia famiglia ormai"
"E io? Non conto niente, fratellone?", pianse Noal. Gli occhi di Exun si intristirono.
"No"
A quella parola Noal indietreggiò, guardandolo con gli occhi già colmi di lacrime.
"Ma... Noi siamo la tua famiglia! Io, Leah, Akij, mamma e papà..."
"Loro non sono la nostra famiglia!", sibilò furioso Exun.
"Che dici? Certo che sono la nostra famiglia!"
"No. Siamo stati adottati, io e te. Quando eravamo piccoli. Tu eri troppo piccolo per ricordartelo. E io lo avevo rimosso dalla memoria. Ma Yiram e Xander non sono i nostri genitori. E Leah e Akij non sono nostre sorelle. E ti dirò di più. L'uomo che tu chiami padre era un mercante di schiavi! Di bambini schiavi! Aiutava il mercato nero di minori a trasportare bambini come noi da una parte all'altra della galassia per venderli come schiavi e sfruttarli! Avere un padre del genere mi disgusta! Non voglio avere più nulla a che fare con loro, per me sono morti!", gridò Exun con veemenza.
Noal lo ascoltò incredulo scuotendo la testa.
"Non ti credo...", biascicò sconvolto.
"Credici Noal. E non tornerò a casa. Quello di dividerci è stato il miglior regalo che potessero farmi!"
Le spalle del bambino furono scosse dai singhiozzi.
"Exun... No..."
"Addio, Noal"
Exun si girò e scomparve in una stanza lì adiacente.
"Fuori!", gridò Torius. Degli uomini li spinsero a forza fuori dalla struttura. La porta dietro di loro si chiuse.
In mezzo alla strada, Soraya si girò.
"Ridateci le spade laser!", gridò furente.
Ma nessuno rispose.

"Maestra è vero ciò che ha detto Exun?"
Erano ritornate nella loro stanza.
Soraya era nervosa, quegli uomini tenevano le loro preziose spade laser. Sarebbe dovuta tornare lì a riprendersele, senza si sentiva scoperta, vulnerabile, nuda.
Si girò verso la Padawan.
"Non ora, Nihall"
"Io però lo vorrei sapere...", si inserì timidamente Noal. Soraya lo guardò indecisa se rivelare la verità o meno.
Sospirò.
"Quell'uomo che lavorava per Wung, quello con cui ho parlato nell'hangar di Ganath, mi ha rivelato di conoscere Xander Fong. E che effettivamente trasportava i bambini che dovevano essere venduti come schiavi. Speravo non fosse vero, più che altro per voi, te e i tuoi fratelli", spiegò Soraya rivolgendosi a Noal.
Il bambino la guardò triste e demoralizzato.
"Non sono i miei veri genitori?"
"No"
Noal guardò Nihall e si stupì di non vederla sorpresa.
"Tu lo sapevi?", le chiese.
"Sì, Noal. Tua mamma ce l'ha detto molto tempo fa"
"Non me l'hai mai detto...", mormorò deluso il bambino. Nihall si sentì in imbarazzo e a disagio per aver mentito per tutto quel tempo al bambino.
Noal tirò su con il naso e si distese su un letto, dando loro le spalle.
"Maestra, perché ci siamo fatti catturare? Potevamo sconfiggerli! Perché si è arresa?", sussurrò frustrata Nihall.
"Hai molto da imparare Padawan. Soprattutto a riconoscere i tuoi limiti. Ho riconosciuto i nostri e non volevo vi ferissero. Arrendersi era la soluzione migliore", spiegò severa Soraya.
"Ora però hanno le nostre spade...", borbottò Nihall.
"Ce le riprenderemo. Non so come, ma lo faremo"

"Chiamatemi Exun"
"Sì, capo"
L'uomo fece un inchino e sparì dalla vista di Torius.
Questo era nel suo ufficio, sistemandosi una benda sulla mano e digrignando i denti per il dolore. La sua mano aveva subìto una grave ustione e la carne in alcuni punti era diventata nera e aveva perso la percezione del tatto.
Avrebbe catturato quella Jedi e l'avrebbe uccisa, giurò su se stesso che l'avrebbe fatto.
Dopo che l'aveva mutilato si era anche preso gioco di lui usando quella strana magia chiamata Forza, riuscendo a scappare.
Torius si maledì per la propria debolezza. Non sarebbe capitato una seconda volta.
Guardò con rabbia le tre spade laser che stavano in bella vista sulla sua scrivania. Avrebbe voluto distruggerle ma sarebbero state un ottimo bottino insieme alla testa di quella donna.
In quel momento entrò il suo tirapiedi che stava trascinando Exun da lui il quale lo guardava con timore, sbirciando la sua mano mutilata.
"Exun, caro. Vieni, ragazzo mio", lo chiamò a sé con voce falsamente affettuosa. Con un gesto mandò via l'uomo. Si alzò dalla sua postazione e andò a sedersi su uno dei divanetti in pelle verde che si trovava nel suo ufficio. Con una pacca invitò Exun a sedersi accanto a lui. Titubante, il ragazzo obbedì.
"Perché mi avete chiamato?", chiese sospettoso Exun.
"Tranquillo ragazzo mio! Stiamo solo parlando! Come ti senti?"
"Bene...", Exun lo guardò senza capire. Gli chiedeva come stava?
"Perfetto. Come ti sei sentito nel rivedere tuo fratello?"
"Io... Non capisco dove vuole arrivare..."
"Rispondimi"
"Ecco... Triste e arrabbiato allo stesso tempo, ma perc-"
"Capisco, capisco", lo interruppe Torius.
"Sai, dopo tutto quello che è successo oggi io... Vorrei potermi veramente fidare di te. Capisci, no?"
Exun annuì poco convinto.
"Beh, devi superare una specie di prova. Nulla di preoccupante! Dovrai solo svolgere un piccolo compito, per vedere se sei degno di rientrare nella Dha Kyr'am, la setta del Veleno Oscuro. Tu vuoi farne davvero parte, vero Exun?", chiese minaccioso Torius.
"Io...sì, certo..."
"Bene. La tua prova ti aspetta nel piano più profondo del palazzo. Segui Shun e lo troverai", concluse Torius, alzandosi e dando una pacca sulla schiena del ragazzo.
Exun, poco convinto uscì dall'ufficio e trovò l'uomo che aveva nominato Torius.
E lo seguì fino alle profondità di quel palazzo maledetto.



















































































Angolo dell'autrice

So bene che vorreste avere la mia testa su un piatto d'argento per la lunga attesa a cui vi ho costretti... 😔
Vi chiedo umilmente scusa. Tante cose sono successe da poco più di un anno fa. Amicizie che mi hanno definitivamente detto addio, gente nuova che è arrivata, migliori amici e compagni di banco di liceo che si sposano... E io sono finalmente entrata all'Università nella facoltà che sognavo! Sono stata impegnata prima con i test, poi gli esami e poi con i tirocini e gli esami. Di tutto e di più. La vita mi ha risucchiato nel suo vortice e l'ispirazione tardava a venire. Sul serio, ero bloccata, pur sapendo cosa dovesse succedere, non sapevo COME farlo succedere. Comunque, adesso sono qui, sperando che voi possiate perdonarmi e leggermi come un tempo!
Bene, in questo capitolo facciamo ancor più la conoscenza di Exun, il figlio più grande. E anche un po' cattivello, ha spezzato il cuore del suo vero fratello. Chissà qual è questa prova a cui vuole sottoporlo Torius. Inoltre facciamo la conoscenza di due pratiche della Forza poco conosciute!
Satele Shan è la ragazza con i due codini che si vede nei trailer del videogioco uscito qualche anno fa, "Star Wars: The Old Republic". Diciamo che mi sono innamorata di questa donna.
La telepatia non è un dono poi così raro tra Jedi. Si dice che potessero usarlo quei Maestri e Padawan che fossero veramente in sintonia. Soraya e Nihall non sono proprio in sintonia, ma ci stanno lavorando ;)
Bien, per qualsiasi cosa contattatemi pure! Anche per insultarmi per la lunga assenza, so di meritarmelo.
Vi lascio qualche link utile, in caso vogliate seguirmi o insultarmi in anonimo ^^"

Il prossimo aggiornamento è previsto per giorno 3 Settembre.
Grazie a chi non ha smesso di seguire questa storia!
A presto!
Vostra

Sylvia Naberrie
   
 
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