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Autore: Martocchia    14/08/2017    1 recensioni
Ojos de Cielo è il racconto di un amore, di due ragazzi, ma anche la storia di una canzone e di quante sue simili essa possa contenere. Questo è il racconto di come la musica possa radicarsi così in profondità da diventare linguaggio e linfa vitale, legame di un amore fresco come le rose bagnate dalla rugiada.
I primi capitoli potrebbero lasciarvi un po' interdetti, ma vi invito a proseguire, ad andare oltre ciò che appare e ad immedesimarvi nei personaggi che ho creato, i quali non sono poi tanto lontani dalla realtà...
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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~~I giorni trascorrono sereni e super-indaffarati, fra verifiche, interrogazioni, studio pazzo, mille impegni in oratorio e naturalmente gli incontri per la preparazione del musical. Come promesso, ogni settimana pranzo con Luca, quando le giornate sono belle sulla nostra panchina soleggiata, quando piove in una delle nostre due classi. È diventata una piacevole abitudine, che mi fa sentire meno sola in questa scuola, che, da quando le mie amiche sono all’università, mi sembra tanto triste. Inoltre ho l’opportunità di conoscere meglio questo ragazzo così intrigante. È diverso da tanti ragazzi che conosco e che frequentano il liceo: pur arrivando da una grande città come Milano ed essendo chiaramente attraente, è una persona semplice, modesta, che non si cura affatto dell’apparenza e, anzi, non sopporta i tipi vanitosi e snob. È solare, allegro, premuroso e inaspettatamente goffo e impacciato in alcune occasioni. Fa battute, mai volgari, e cerca di essere spontaneo, ma si vede che, come me, combatte con una forte timidezza e vi riesce, molto meglio di me.
Ma è il suo amore per la musica a colpirmi particolarmente, forse perché sembra tanto simile al mio. Canta meravigliosamente e suona sia la chitarra che il piano. Si capisce che non è un principiante, deve aver studiato per svariati anni, ma ciò si è rivelata una fortuna, infatti mi ha insegnato la postura corretta per permettere alla mia voce di uscire più piena possibile e tutti quegli strani esercizi di riscaldamento, per non rischiare di rimanerne senza dopo quattro canzoni. Cantare insieme a lui è davvero stupendo, sia perché le nostre voci sembrano mescolarsi in un’armonia dolcissima, sia perché mi spinge a dare il massimo, a superare i miei limiti, a raggiungere con disinvoltura note che prima toccavo con voce tremula e sottile.
Per quanto riguarda Marco… beh, con mia grande sorpresa, ha chiesto scusa a Luca, il quale, dopo un attimo di silenzio e di sguardi ancora infuocati, gli ha stretto la mano in segno di pace. Seppur con qualche difficoltà iniziale, poiché Luca non sembrava fidarsi troppo di lui, i due ragazzi hanno iniziato a costruire qualcosa di simile a un’amicizia. Passano diverso tempo insieme a chiacchierare, scherzare e a prendere bonariamente in giro la sottoscritta per la mia goffaggine. E pensare che all’inizio sembrava dovesse scoppiare una rissa tra quei due!
Con me il rapporto sembra essere decisamente più sereno, ma ancora non parliamo molto, forse è troppo tempo che non lo facciamo e le cose da dirci sono così tante che sceglierne una da cui cominciare è un’impresa troppo ardua per entrambi. Confido nel fatto che prima o poi il discorso verrà fuori da solo e che le divergenze, le incomprensioni, possano appianarsi per permettere a un’amicizia di rinascere dalle ceneri di un rapporto finito piuttosto male.

Siamo ormai a inizio novembre, il freddo inizia a farsi sentire, sempre più prepotente, e ormai io e Luca mangiamo sempre in classe, di fianco a un calorifero, anche se sono più le volte che non va che quelle in cui emana un minimo di tepore ristoratore.
L’incontro che ci attende è particolare: i professori ci hanno informato che devono darci un annuncio e tutti noi ragazzi non sappiamo se essere preoccupati o esaltati dalla cosa.

-Secondo te cosa avranno da dirci i prof oggi? – mi chiede Luca finendo di masticare l’ultimo boccone del pranzo e sedendosi sul banco davanti a me.
-Non ne ho idea… Spero non siano cattive notizie: diversi ragazzi non vengono più alle prove e non siamo moltissimi… - rispondo, portando le ginocchia al petto e appoggiandovi sopra la testa, stanca.

-Effettivamente è vero, ma non penso che si tratti di questo. Sono sicuro che la novità sarà positiva! – ribatte sorridendo, pieno del suo solito ottimismo. Poi addolcisce lo sguardo e allunga una mano per accarezzarmi i capelli. Apro gli occhi, appena chiusi per farli riposare un poco.
-Sembri esausta. Non starai esagerando un po’? Fai così tante cose… -.

-Non preoccuparti, ci sono abituata. E poi, anche volendolo, non riuscirei a rinunciare a nessuna delle cose che faccio: le amo tutte troppo. Ho solo bisogno di dormire un po’. -.

-Perché non vai a casa per oggi? Ti copro io con i prof. – mi propone, osservando con preoccupazione il mio viso stanco.

-Proprio oggi che ci devono dare grandi novità? Neanche per sogno! – esclamo – Tranquillo, non sto male. Quando ho scelto di partecipare al musical sapevo benissimo quali sacrifici avrei dovuto fare. Però sei molto dolce a preoccuparti così per me. – aggiungo sorridendo, notando il suo disappunto nello sguardo, ora tramutatosi in imbarazzo.

-Insomma… Sei mia amica… Ovvio che mi preoccupi… - biascica portando una mano alla nuca.

Rido divertita, beccandomi una sua occhiata sbilenca.
-Comunque mi è venuto in mente che prima delle vacanze natalizie ci sarà la Giornata della Cultura: forse ci parleranno di questo… -.

-Può darsi… Ma perché? -.

-Mmm… Non so. È solo un’idea. – rispondo incerta. In realtà so benissimo cosa potrebbe significare, ma l’idea mi mette troppa ansia per poterla prendere seriamente in considerazione. La faccia di Luca mi fa capire che non è convinto dalla mia risposta, ma stranamente non cerca di estorcermela.

Non è passato molto tempo che entriamo in Aula Magna. I professori sono già sul palchetto ad aspettare che arrivino tutti. Noi siamo fra gli ultimi a prendere posto. Dopo qualche minuto, infatti, incominciano a parlare:
-Buon pomeriggio, ragazzi! Come vi abbiamo preannunciato oggi ci sarà una bella novità! Sono sicuro che siate tutti molto curiosi di sapere di cosa si tratta… Lascio l’onore alla collega. – inizia il prof, lasciandoci tutti con il fiato sospeso.

-Sei proprio cattivo a lasciarli sulle spine! – continua l’altra guardandolo male. – Comunque, ragazzi, come sapete l’ultimo giorno di scuola prima della pausa natalizia si svolgerà la Giornata della Cultura. – “Oh, no.” Penso, rigirando il mio anello al dito, nervosa. –Bene, avremo un nostro spazio, qui in Aula Magna. In queste settimane prepareremo un piccolo spettacolo, soprattutto canoro, ma accompagnato anche da coreografie che TUTTI, compresi i cantanti, dovranno imparare. Metteremo su uno spettacolo molto in stile Glee! – conclude tutta eccitata. Nella sala esplodono i commenti entusiasti, mentre io mi sento morire: “Odio avere ragione” penso sprofondando sempre più sulla sedia. Di fianco a me sento Luca gemere e farfugliare: -Odio ballare… -. “Ah, perché sai fare anche questo?!”.

Il resto dell’incontro lo trascorriamo scegliendo quali brani cantare, mentre i ballerini incominciano a montare coreografie che poi insegneranno anche a noi e agli attori. Luca sembra essersi tirato su di morale, anzi, è pieno di energia e idee. E io che pensavo di avere un compagno nella mia depressione… Ora sembra il più preso da tutta la faccenda. Io cerco di lasciarmi trascinare dalla sua eccitazione, ma la preoccupazione si è impossessata di me e figurarsi se lui non se ne accorge! Mentre ci prepariamo per uscire mi si avvicina, si appoggia a una sedia e mi scruta, come in attesa che gli dica qualcosa.
Sospiro alzando gli occhi al cielo e chiedo:
-Devi dirmi qualcosa? -.

-Tu lo sapevi, vero? O almeno, avevi sospettato che si trattasse di questo. -. Mi ha beccata, accidenti…

-Sì… - rispondo incerta.

-E perché prima non mi hai detto nulla? E non mi dire perché non ne eri sicura. – dice guardandomi severamente prima che possa ribattere.
L’opzione più semplice è arrendermi: tanto in un modo o nell’altro prima o poi riuscirà a farmelo dire comunque.

-Perché l’idea mi spaventava troppo. – affermo alla fine, risedendomi. –Te l’ho detto: non amo mettermi in mostra e l’idea di esibirmi in questo modo mi terrorizza. Non sono per niente abituata! Sono troppo timida e goffa per poterlo fare. Speravo di riuscire a migliorare pian piano per il musical, ma così presto… Non so se ce la faccio… - Abbasso gli occhi, piena di vergogna.

-Ehi, non c’è bisogno di vergognarsi. È naturale avere paura del palcoscenico, soprattutto le prime volte. – mi rassicura, poi afferra delicatamente il mio mento fra indice e pollice e lo alza affinché i nostri occhi si incontrino. I suoi zeffiri blu mi lasciano ancora una volta senza fiato, con la sensazione di potermici perdere dentro. –Clara, fidati della tua voce. È splendida, tu sei splendida. Andrà tutto bene. – Sono sicura che il mio viso sia rosso porpora in questo momento, ma non provo neanche a muovermi: sono incatenata al suo sguardo. –Ti aiuterò, anche con il ballo se necessario, per quanto non lo sopporti. Qui però c’è bisogno di una terapia d’urto e ho già in mente qualcosa decisamente in stile Glee. – La sua espressione birichina non promette nulla di buono… - Settimana prossima c’è un’assemblea d’istituto, vero? – Annuisco. Dopodiché si allontana per parlare con i professori. No, la sua espressione non mi piace affatto.

Anzi, onestamente la odio!
Siamo stati convocati per un incontro straordinario del musical e gli insegnanti ci hanno lanciato un’altra bomba: settimana prossima, prima dell’assemblea di istituto in palestra, ci esibiremo in un brano coreografato.
-Questa è un’occasione per rompere il ghiaccio e affrontare la paura del palcoscenico. Faremo vedere a tutta la scuola cosa sapete fare! Inoltre è una buona occasione per fare pubblicità al laboratorio: chissà, magari a qualcuno vedendovi verrà voglia di unirsi a noi! -.
La nausea mi assale: era questo che intendeva Luca con terapia d’urto?! Altro che occasione per fare pubblicità, è la volta buona che faccio una figuraccia davanti a tutto il liceo!
-Bene, ora mettiamoci al lavoro! Abbiamo tanto da fare e poco tempo per cui dobbiamo essere efficienti. La canzone è Don’t Stop Believing e i nostri solisti saranno ovviamente Clara e Luca. -.
“Almeno conosco la canzone…” penso alzandomi dalla sedia e avvicinandomi a Luca, fulminandolo con lo sguardo. Appena vede la mia espressione indietreggia intimorito.
-Sospettavo non ti sarebbe piaciuta la novità… -.

-Ah sì? – ribatto, incrociando le braccia al petto e avvicinandomi ancora a lui.

-In mia difesa, questo era l’unico modo per farti affrontare la tua paura. – Devo ammettere che non ha tutti i torti. Potrebbe anche aiutarmi…

-Ok, potresti avere ragione, ma avresti potuto consultarmi. – dico addolcendo appena il tono.

-Per sentirmi dire di no? – ribatte lui, smettendo di indietreggiare. Sto per rispondere che non è vero che avrei rifiutato la proposta così, ma ancora una volta devo ammettere che ha ragione.

-Uff… è inutile discutere con te… Alla fine hai sempre ragione tu. – Ride alla mia espressione scocciata. – La canzone l’hai scelta tu? -.

-Ovviamente. Ti piace? -. Gli sorrido.

-Tantissimo. -.

-Ne ero sicuro. – dice, facendomi l’occhiolino.

-Ma non pensare che questo basti a farti perdonare! – esclamo facendo la finta offesa. Ride ancora e poi mi passa i fogli con testo e spartito. È ora di mettersi a lavorare e devo dare il meglio di me se non voglio fare una brutta figura.

Angolo dell'Autrice

Ehi! Sono Marta, l'autrice di questo racconto.
Mi scuso per non essermi fatta viva prima, ma finisco per pubblicare i capitoli sempre ad orari indecenti e non ho mai le forze di aggiungere altro... Sorry!!!
Spero che per adesso il racconto vi stia piacendo! 
Lo considero un po' il mio bimbo, ci sono molto affezionata, soprattutto perchè ci ho messo dentro tanto della mia vita (in particolare quanto riguarda il mio amore per il canto).
Spero davvero che tutto ciò si possa percepire dal testo e mi piacerebbe che anche voi mi daste qualche vostra impressione sulla storia. Ne sarei  davvero felice!
So che devo migliorare tanto, ma spero prima o poi di poter pubblicare qualcosa di ciò che scrivo...
Grazie di cuore a chi sta leggendo il mio racconto e a chi vorrà lasciare una recensione!

Buon Ferragosto a tutti!
Marta

 

   
 
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