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Autore: katyjolinar    15/08/2017    0 recensioni
Nella scienza l'effetto farfalla si riscontra quando, tentando di riprodurre un esperimento, si cambia un particolare apparentemente insignificante, e alla fine si ottiene uno stravolgimento inaspettato.
Noi conosciamo la storia dei nostri eroi. Ma cosa succederebbe se un particolare apparentemente insignificante cambiasse?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando Hiccup si svegliò era ormai notte fonda.
Le erbe di Gothi lo avevano messo KO, probabilmente aveva esagerato col dosaggio, così aveva dormito per l'intera giornata. Si mise seduto, strofinandosi gli occhi e guardandosi intorno; Astrid dormiva ai piedi del suo giaciglio, avvolta nella sua coperta, mentre suo cugino si era sistemato sotto la finestrella, insieme a Testa Bruta, accoccolata contro il petto del moro con la coperta tirata su fino al naso.
Prese la protesi e la indossò, quindi si alzò e prese in braccio la bionda ai suoi piedi, adagiandola sul proprio letto e facendole una carezza, senza svegliarla. Tempo prima si era ripromesso di cercare di riconquistarla, ma non avrebbe più potuto farlo, perché doveva pensare prima di tutto al bene di Berk. Questo significava dover trovare una moglie adatta nelle isole vicine, allo scopo di creare un'alleanza.
Le aggiustò la coperta, premuroso, e si avvicinò al tavolo, su cui i suoi amici gli avevano lasciato la cena, ovvero un pezzo di focaccia, un pezzo di stoccafisso e un boccale di birra; per fortuna ci avevano pensato, perché la medicina gli metteva una fame pazzesca ogni volta!
Mangiò tutto, senza neanche sedersi, e poi decise di uscire a prendere un po' d'aria.
La luna era alta in cielo e illuminava l'oceano, così che i marinai della loro barca potessero seguire l'astro per non rischiare di perdersi. Hiccup si avvicinò al suo drago, che dormiva nel suo angolo, e gli diede una pacca affettuosa sulla testa; l'animale aprì gli occhi, leccandogli affettuosamente la mano prima di tornare a dormire, strappando un sorriso al suo Cavaliere. Il ragazzo gli diede un'altra pacca affettuosa sul fianco e si avvicinò al parapetto della nave per osservare le deboli onde del mare, leggermente increspato dal loro passaggio.
"Era ora che ti svegliassi!" esclamò la voce di Moccicoso, alle sue spalle "Hai dormito parecchie ore."
"Colpa di quelle erbe." si giustificò il castano, voltandosi per guardare il cugino "È uno degli effetti collaterali di quella roba."
L'altro lo affiancò, osservando la grande distesa d'acqua, pensieroso.
"Astrid ci ha riferito il motivo di questo viaggio." confessò. 
Il capotribù non rispose, continuando a guardare di fronte a sé, e il moro continuò a parlare, serio.
"Se mi permetti di darti il mio parere, penso che sia la cretinata più grossa che potessi fare." disse.
"Non ho chiesto il tuo parere." rispose Hiccup, senza muoversi dal suo posto.
"Dovrebbe interessarti, invece." insistette Moccicoso "Perché ti sei fissato di volere per forza una moglie da un'altra isola?"
"Perché è il mio dovere." spiegò il giovane capo, voltandosi verso il cugino "Un capotribù deve avere una moglie che lo aiuti nelle sue faccende, e questa deve essere di un rango pari a lui, possibilmente parente di un altro capotribù, o in alternativa che appartenga a una classe sociale elevata."
"La classe guerriera di Berk è subito al di sotto del capotribù." osservò il moro "E la tua guardia del corpo ne fa parte."
"So cosa stai per dirmi, Moccicoso. Non posso farlo, lei mi odia." lo interruppe il leader di Berk.
"Disse colui che qualche tempo fa è stato beccato dal sottoscritto a slinguarsela nella bottega..." borbottò l'altro.
"Non accetto prediche da uno che non ha neanche il coraggio di ammettere di essere innamorato dell'ultima ragazza che si è portato a letto." lo zittì Hiccup, zoppicando verso la porta. Non aveva più voglia di discutere, non a quell'ora, né di quell'argomento: quella era la sua decisione e non sarebbe cambiata.
Moccicoso non si mosse, rimanendo sul ponte ancora per mezz'oretta, per pensare. La situazione era davvero difficile, suo cugino sembrava proprio impazzito, per questo doveva trovare il modo di farlo tornare sulla retta via, per il bene suo, di Astrid e di tutta Berk.
Ma cosa poteva fare? Da solo non poteva agire, soprattutto senza niente su cui lavorare; si passò una mano sul volto, esasperato, e tornò alla loro cabina.
Appena passò la porta si guardò intorno.
Hiccup e Astrid erano stesi sull'unico letto della stanzetta, dormivano entrambi, dandosi le spalle a vicenda. Il ragazzo sospirò, da quello che vedeva sarebbe stato un lavoro difficile, qualsiasi cosa avrebbe dovuto fare in futuro per loro.
Si avvicinò a Testa Bruta, ancora avvolta nella coperta fino al naso, e si stese accanto a lei, liberandola con calma, per potersi coprire anche lui.
"Ho freddo..." si lamentò la bionda, a bassa voce, ancora mezza addormentata.
"Ti scaldo io." rispose lui, stendendosi meglio e abbracciandola con fare protettivo, mentre lei si accoccolava contro il suo corpo, facendo un leggero mugugnio di approvazione.
La osservò, ripensando a quanto detto dal cugino quando erano sul ponte. Era innamorato di lei? Non ne era certo, ma di sicuro provava un forte affetto per quella ragazza apparentemente pazza e scatenata che nascondeva un gran bisogno di amore.
Le baciò la fronte, mentre lei lo stringeva, sorridendo serena. Doveva essere sincero: non aveva mai pensato a Testa Bruta come una possibile compagna di vita, non coscientemente, almeno. Però si ricordò del mattino dopo che era successo il fatto, ai suoi primi pensieri; era la prima volta che, dopo aver fatto l'amore con una ragazza, aveva voglia di rifarlo di nuovo con lei, perché si era sentito bene, pienamente appagato. Perché si era sentito completo.
Sorrise. Sì, forse Hiccup aveva ragione, forse era davvero innamorato di lei e, molto probabilmente, era ricambiato.
E forse tutto questo poteva essere utile per aiutare Astrid.
Posò un bacio sulle labbra della giovane, che aprì gli occhi e lo fissò, assonnata. 
"Credo di aver capito cosa possiamo fare per far tornare in sé Hiccup." disse.
"Cosa?" domandò l'altra, incuriosita.
"Forse non dovremmo più essere amici, io e te." spiegò, guardandola negli occhi "Forse dovresti essere la mia ragazza."
Lo sguardo della giovane, dapprima confuso, passò per un momento al terrorizzato, per poi trasparire solo felicità. Sì, Moccicoso aveva intuito bene: era ricambiato.
La baciò di nuovo, tenendola stretta finché non si fu di nuovo addormentata.
Suo cugino si stava rivelando un idiota sul campo sentimentale, e certamente questo gli avrebbe dato una scossa, ma al momento voleva solo essere felice per sé stesso e per Bruta.
   
 
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