Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: NotEvenChip    20/08/2017    3 recensioni
Mr. Gold possiede la maggior parte di Storybrooke, oscuro, tenebroso, con un passato turbolento, quasi tutta la città lo teme, tranne il figlio Neal.
Belle French è giovane, spensierata, determinata, ambiziosa ed in cerca di pace e tranquillità, grazie anche al suo nuovo lavoro.
Praticamente Rumbelle AU :)
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Belle, Jefferson/Cappellaio Matto, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Ruby/Cappuccetto Rosso, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A Cora Mills non sfuggiva mai nulla. Non dimenticava un viso, un gesto, un discorso. Sembrava essere una calamita per i dettagli. Grazie a questo potere, riusciva a distruggere chiunque le si parasse davanti.

A Cora Mills non era sfuggito di vedere Gold con il volto terrorizzato, attraversare la strada e raggiungere quella bambinetta della French. Di cosa hai paura, Robert?

Questa volta è stato anche fin troppo semplice trovare il tuo punto debole.

Appunto per la facilità della situazione, decise di prendersela con calma e giocarsela molto bene. Robert Gold avrebbe rimpianto le scelte fatte, Cora Mills non è una donna che si rifiuta facilmente.

Aprì il pacchetto di sigarette e ne pescò una, la appoggiò tra le labbra e la accese. Ne aspirò una boccata profonda e buttò fuori il fumo, sentendo un immediato sollievo, poi sorrise. 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Papà? Posso saltare gli spinaci per cena? Non mi vanno tanto…”

Gold parve rifletterci un attimo, poi appoggiò la forchetta sul suo piatto e fece il giro del tavolo avvicinandosi al figlio.

“ E come credi di poter diventare forte e muscoloso?”

“Con la palestra! Non di certo con gli spinaci!”

A quel punto Gold con un’abile mossa lo alzò dalla sedia e se lo mise in spalla.

“Ma sei così magro, come fai ad avere tutta questa forza?” urlò Neal. “Io sono anche grande adesso!”

Gold sorrise sotto i baffi. “Non sono mai entrato in palestra in vita mia, se non per riscuotere l’affitto.”

“Ok, ok, finirò gli spinaci, ho capito! Ora mettimi giù!”

Gold rimise a terra il figlio e gli scompigliò i capelli, per poi sedersi nuovamente sul suo posto di fronte a lui.

Neal mangiò disgustato un boccone di spinaci, quando si fermò e fissò il padre, che con calma stava finendo la sua cena.

“Papà?”

Gold alzò lo sguardo e guardò il figlio negli occhi. “Dimmi figliolo”

“La signorina French è la tua fidanzata adesso?”

Gold per poco non si strozzò con il vino. “Co-cosa?”

Neal rise e scosse la testa. “Io pensavo che… La cena fosse andata bene… Si, insomma, sei di buon umore quindi…”

Gold nascose un sorriso, il figlio aveva notato il suo buon umore, era questo l’effetto di una cena con Belle?

“Si figliolo… Non ti nascondo che sembra essere andata molto bene… Solo che… Le cose tra adulti sono un pochino più…”

“Stupide” Commentò Neal, con la bocca piena.

“Come? E non parlare con la bocca piena”

“Ma si..”  Aggiunse Neal, deglutendo e roteando la forchetta per rendere il concetto. “Vi piacete, l’hai portata in un bel ristorante, dovreste stare assieme, come i fidanzati veri”.

Gold rise alla semplicità del figlio. Non aveva effettivamente tutti i torti, ma le cose non andavano proprio così, certo, c’erano stati dei baci molto significativi e tutto sembrava filare liscio… Ma avevano bisogno di ancora tempo, era tutto troppo nuovo ancora.

“La tua logica non fa una piega, ometto. Ma se pensavi di distrarmi con la signorina French in maniera da non finire gli spinaci, sottovaluti il tuo vecchio.”

Neal rise. Era proprio quello che cercava di fare, evidentemente era ancora troppo piccolo per ingannare il proprio papà.

“E tu che mi dici di Emma?”

Ora fu il turno di Neal di soffocare ed arrossire. “Credo bene… Lei… Mi è sempre vicina e mi aiuta a scuola e io la proteggo da chi la vuole prendere in giro” Disse alzando le spalle, come se per lui fosse un discorso molto normale. Gold non lo riteneva un discoro normale, per Gold era molto importante quello che faceva Neal per Emma, difenderla da chi la prende in giro, farsi aiutare con i compiti… Il figlio gli stava dando una dimostrazione semplice di quello che dovrebbe essere volersi bene, bene veramente.

Piano piano riuscì a finire gli spinaci e Gold lo ricompensò con del gelato, prima di spedirlo in stanza per prepararsi per la notte.

Si sedette sul divano con un bicchiere di whiskey. Neal aveva ragione, gli sarebbe piaciuto che la situazione con Belle fosse più chiara e più semplice, ma ci sarebbe stato tempo per tutto… Forse avrebbe dovuto invitarla a cena a casa, farle conoscere meglio Neal… Ma dall’altro lato era ancora tutto troppo rischioso, non poteva permettere di farla entrare nella vita del figlio, se tra loro niente era ancora sicuro.

Neal si sarebbe affezionato e sarebbe stato sicuramente difficile spiegargli le situazioni dei grandi. 

Tirò fuori il telefono dalla tasca e si decise a mandare un messaggio a Belle: 

-Ti stavo pensando… In attesa di rivederti presto, Buonanotte xx

“Papà? Perché hai quella faccia? E’ un messaggino della signorina Freeeench?” Lo canzonò Neal, entrando in pigiama nella stanza.

Gold premette Invio, sorrise e mise via il telefono, aspettando che il figlio si avvicinasse per prenderlo e farlo sedere di scatto sulle propria ginocchia, stringendolo in una forte morsa. Neal cercò di divincolarsi, ma il padre era troppo forte, così tra le risate, si arrese al solletico.

“Bene, ora che hai pagato la conseguenza per la presa in giro a tuo padre, fila a letto!”

Neal si voltò nell’abbraccio del padre e lo strinse a sua volta. Gold affondò il volto nel collo del figlio, non erano ormai molti i momenti di tenerezza fra i due, Neal continuava a ricordargli di quanto fosse cresciuto e di conseguenza le coccole non erano più desiderate come una volta. Quelle volte che Neal si esponeva, Gold ne approfittava il più possibile.

“Buonanotte papà” Sussurrò Neal, avvertendo che il momento delle tenerezze era finito, Gold sorrise ed annuì, lasciando la presa.

“Buonanotte figliolo”

Gold guardò il figlio incamminarsi verso le scale, per poi scomparire nella sua camera, quando un “bip” lo avvertì dell’arrivo di un nuovo messaggio.

  • Buonanotte Robert. Grazie del pensiero, ti penso molto anche io. A presto  ;)

Robert sorrise e passò un dito sullo schermo del cellulare. Che cosa stava diventando? Un adolescente alla prima cotta?

Finì il suo whiskey ed andò a coricarsi a letto.

 

 

 

 

 

 

Il mattino seguente, riprese la solita routine, si alzava presto, si preparava impeccabilmente ed andava a svegliare Neal. Scendeva a preparare la colazione e si sarebbe preso gioco di Neal, una volta sceso con la solita espressione che aveva ogni mattina. Andava ad accendere la macchina e lo accompagnava a scuola, poi si dirigeva o da Granny per un caffè al volo o direttamente al negozio.

Quella mattina era leggermente in ritardo, quindi si diresse direttamente a lavoro.

Parcheggiò l’auto e si voltò verso la porta d’ingresso, notando una figura che lo attendeva. Gold scese dalla macchina e la chiuse, cercando di mantenere la calma.

“Cora.” Ringiò Gold.

“Oh Robert caro! Come sono felice di vederti!” Dicendolo, non aveva nessunissima intenzione di iniziare un contatto fisico con Robert, ma non poté fare a meno di notare che dalla porta della biblioteca stava uscendo una trafelata French con una pila di libri in mano. Cora era tutto fuorché stupida, subito ne approfittò per lanciarsi al collo di Gold e trattenerlo in un abbraccio molto forte.

Gold si irrigidì immediatamente, ma non se la sentì di cacciarla con malo modo. Tuttavia non ricambiò la stretta della Mills.

Cora si sentì osservata e ne approfittò per nascondere il viso nel collo di Robert, in maniera da fare sembrare l’abbraccio molto più intimo, nonostante Gold non stesse affatto collaborando.

 

 

 

 

 

Dall’altra parte della strada a Belle caddero tutti i libri dalle mani. Sospettava ci fossero cose che non sapeva di Robert e la signora Mills, ma di certo non immaginava… qualunque cosa ci fosse in quel momento davanti ai suoi occhi.

Vide la donna stringersi ulteriormente a lui, affondare il volto nel collo di Robert e sentì qualcosa bloccarle lo stomaco. Ma certo, cosa poteva volere da te uno come Robert Gold. Lui aveva bisogno di una donna sofisticata ed acuta come la Mills, di certo non una piccola bibliotecaria che ha appena confessato di avere una cotta per lui da quando era ragazzina. 

Ruby! Ruby nutriva dei sospetti da un paio di giorni, fatalità dal rientro in città della Mills! Che sapesse qualcosa? Ricacciò indietro le lacrime e si affrettò a raccogliere i libri che le erano caduti. Per fortuna, in tutto ciò, Robert era di spalle o le avrebbe dato della goffa… Oh ma che razza stupida era stata! Credere a quelle belle parole, a quei bei vestiti, a quei baci mozzafiato… Scosse la testa e rientrò a riappoggiare i libri in biblioteca, decisa ad andare a parlare con Ruby. 

Quando uscì, l’abbraccio era sciolto, ma la Mills lo teneva ancora per il bavero della giacca, fingendo di metterglielo in ordine. Belle capiva sempre meno, perché chiederle di uscire e poi darsi appuntamento con quella donna, proprio davanti alla biblioteca, dove lei poteva vedere tutto? Per fortuna non poteva vedere l’espressione di Robert, non avrebbe retto nel vederlo felice con un’altra donna.

Si voltò e si diresse verso Granny’s a passo velocissimo.

 

 

 

 

Gold si stancò delle moine della Mills e le afferrò i polsi, che ancora scorrevano su e giù per la sua giacca.

“Cosa vuoi Cora?”

Cora sorrise nel sentirsi afferrare i polsi con tanta fermezza, lanciò uno sguardo veloce dall’altra parte della strada e vide la French incamminarsi a passo velocissimo verso il centro città. Era sicura che avesse visto tutto, la sua vendetta stava correndo così liscia che Cora non poteva esserne più che compiaciuta!

“Oh, vedo che ce l’abbiamo ancora un po’ di passione, Robert” ghignò Cora.

Robert le lasciò le mani di scatto e la oltrepassò per cercare di aprire il negozio.

“In cosa posso esserti utile? Altrimenti sai benissimo che sono una persona molto occupata e devo lavorare…”

Cora rise e lo seguì dentro al negozio. “Niente di che, mio caro. Sono tornata in città da un paio di giorni e non avevo ancora avuto l’occasione di passare a salutare il mio più caro e vecchio amico…”

Gold sbuffò una risata sarcastica. “Non siamo mai stati amici Cora. Lo sai bene”

“Oh lo ricordo molto bene Robert” Disse con occhi sognanti, come ad alludere a qualcosa. Si avvicinò ulteriormente e gli passò una mano sulla guancia. “Questi occhi… Così simili a…”

Ma Gold le afferrò di nuovo il polso e lo trattenne, visibilmente infastidito. “Cosa vuoi dirmi Cora? Così simili a… Chi?”

Cora sorrise ed abbassò lo sguardo, la sua mano ancora trattenuta da Gold sulla sua guancia. Poteva sentirne il calore, poteva annusare la sua familiare colonia, vedere il suo petto andare su e giù freneticamente. Stava quasi per rispondere quando la campanella alla porta suonò e vi entrò un trafelato Jefferson.

“Gooold! Apprezzerai il mio essermi svegliato presto per…” Jefferson si interruppe di scatto quando si voltò e notò la scena di fronte a lui. Tutto era molto fraintendibile. Gold con il fiatone e che tratteneva la mano della Mills che si trovava appoggiata sulla sua guancia.

I due si staccarono immediatamente. “Oh, il sarto strano, ancora amici voi due eh?”

“Buongiorno signora Mills” salutò cauto Jefferson. Con un’occhiata provò a cercare Gold, senza riuscirci.

Gold aveva lo sguardo abbassato ed un’espressione parecchio corrucciata.

“Beh, vedo che al momento sei impegnato, a presto Robert!” E così facendo, lanciò un ultimo sguardo ai due uomini nella stanza ed uscì.

Gold aveva ancora lo sguardo basso, l’unica cosa che era cambiata, era il respiro, ora non più affannoso.

“Cos… Cos’ho appena visto Robert?” Chiese Jefferson, appoggiando lo scatolone che stava portando. Gold non rispose subito. Dopo qualche secondo di silenzio, incrociò lo sguardo di Jefferson.

“Assolutamente niente” Disse freddo.

“Come assolutamente niente. Sono entrato e quella donna ti stava chiaramente troppo vicino, ti schiacciava contro al bancone, aveva una mano su di te e tu… Non lo so sinceramente, cosa stavi facendo Robert? Pensavo che Belle… Pensavo ti piacesse lei…”

Gold rimase in silenzio. “Oh capisco… Cora è tornata e voi due fino a pochi anni fa facevate…”

“Certo che mi piace Belle!” Rispose finalmente Gold. “Da quando è arrivata Belle, mi sento come se non avessi mai capito nulla dell’amore fino a quando l’ho incontrata…”

“E quindi con Cora… Stai facendo pratica?”

Gold sbuffò e guardò storto Jefferson. “Non ho bisogno di… Beh… Non era quello che stavo facendo.”

Jefferson gli fece cenno di continuare il discorso… Gold sospirò.

“ Ogni volta che torna in città, fa dei commenti strani su… Regina…”

“E ora cosa c’entra Regina… uomo, tu e i tuoi segreti mi farete venire il mal di testa, potresti almeno prepararmi una tazza del tuo straordinario the?”

Gold annuì e si spostarono nella stanza sul retro. 

Una volta che ebbero la tazza di the in mano, Gold riprese. “Regina… Da quando suo padre è morto, Cora mi lancia strane battute, sai che io e lei siamo stati… amanti per parecchio…”

“Certo che lo so, devo ancora capire cosa ci trovassi in quella vecchia arpia… Lei tuttavia…” Disse Jefferson squadrando l’amico dalla testa ai piedi.

Gold sorrise, solitamente ignorava quella battute dell’amico, ma in quel momento era proprio quello che ci voleva per alleggerire la tensione.

“Che tipo di frecciatine ti manda?”

“Beh… Sulla… Sulla paternità di Regina per esempio…”

Jefferson per poco non fece cadere la tazzina. “Stai scherzando?”

Gold scosse la testa. 

“E tu? Cioè, potrebbe essere vero?”

“Io… Io sono abbastanza convinto di no, insomma, non mi assomiglia come mi assomiglia Neal…”

“Sento che sta per arrivare un ma…” Jefferson chiuse gli occhi.

“Ma…” Puntualizzò Gold, prima di continuare. “ a quell’epoca eravamo… beh ci vedevamo… spesso.”

“Santo Cielo Gold. “

“Già” Gold abbassò nuovamente la testa.

“E quindi prima…”

“Si. Mi stava nuovamente provocando”

“Ma tu…”

“Oh, no… Io no…”

Jefferson sospirò. “Quindi Belle…”

Gold annuì con forza. “Oh si. Belle. Senza ombra di dubbio.”

Jefferson sorrise e finì il proprio the. 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Ruby ti devo parlare! Hai due minuti?” 

Ruby si guardò in giro ed annuì, fece poi cenno a Belle di raggiungerla all’uscita sul retro.

“Da quando hai saputo del mio appuntamento con Gold, sei diventata strana nei suoi confronti, ieri quando ci hai visti in biblioteca, sembrava fossi arrabbiata… Da quando sono tornata in città, non avevi fatto altro che spingermi verso questa relazione, ora è cambiato qualcosa…”

“Belle..” cercò di fermarla Ruby.

“Cosa… Cosa sai di Cora Mills?” Chiese Belle titubante.

“Cora Mills? la madre del sindaco?” Chiese Ruby non capendo il nesso.

Belle annuì. “Proprio lei… Di lei e… Gold…”

Ruby capì ed annuì. “Beh… Lei e Gold, da quello che so, sono sempre stati amanti, fin dal liceo, sono sempre stati un po’ altalenanti… Il tutto era segreto fino alla morte del marito di Cora, poi i due cominciarono ad uscire assieme e, Santo Cielo se facevano paura quei due assieme!”

Belle annuì, L’amica aveva appena confermato i suoi sospetti. C’era qualcosa tra i due. Si era visto benissimo qualche minuto prima, doveva solamente averne la conferma. 

“Grazie Ruby.” E velocemente abbracciò l’amica e si incamminò nuovamente per la biblioteca. 

Appena fuori da Granny, le lacrime cominciavano a pungerle gli occhi, non poteva, Robert non poteva averla presa in giro così. Erano usciti solamente una volta, ma la loro connessione… Non poteva essere tutto finto. L’aveva sentita l’elettricità scorrerle giù per la colonna vertebrale ad ogni sguardo, ad ogni tocco, ad ogni bacio. Belle si perse sempre di più nei suoi pensieri, con il terrore che quella connessione fosse tutto frutto della sua immaginazione, che Gold in realtà stesse giocando.

Talmente presa da quei pensieri negativi che non si accorse di essersi quasi imbattuta in qualcuno con un vestito nero, appena girato l’angolo.

“Eeehi bellezza! Dove pensi di andare così di fretta?”

Jefferson. Per un attimo aveva temuto di essersi imbattuta in Gold.

Belle cercò di nascondere le lacrime e di sorridere a Jefferson, quando una voce alle spalle di Jefferson li fece voltare entrambi.

“Belle!” 

Decisamente non era la sua giornata fortunata. Le sembrava strano in effetti che Jefferson andasse in giro da solo, senza il suo amico.

Sembrava così felice di vederla, il volto gli si era illuminato, la stava raggiungendo a braccia semi aperte, incerto se lei fosse già aperta alla possibilità di abbracciarlo davanti a quasi tutta la città. Belle, infatti, non aveva nessunissima voglia di abbracciarlo. Belle aveva voglia di schiaffeggiarlo e tornare al suo lavoro, tra le lacrime.

Gold notò che Belle abbassò lo sguardo e si spostò, quindi riabbassò le braccia.

“Belle? C’è qualcosa che…”

“Devo andare, Ciao Jefferson e… scusami” Fu una cosa velocissima, Belle gli passò di fianco, evitando di guardarlo negli occhi. La cosa lo ferì talmente tanto che provò a chiamarla di nuovo, ma come si aspettava, lei non si voltò. La vide stringere le braccia attorno a se’ e scomparire nella sua biblioteca.

“Wow” commentò Jefferson. “Avevi detto che le cose andavano a gonfie vele tra voi due!” Ma notando lo smarrimento di Gold, capì che molto probabilmente neanche God stesso capiva cosa stesse succedendo. “ Eeeed ovviamente non sai cos’hai combinato. Tipico… Quando si decide di stare con le donne…” Commentò Jefferson guardando l’amico di traverso, che aveva appena staccato gli occhi dalla biblioteca per guardarlo negli occhi.

Gold scosse la testa e fece cenno all’amico di proseguire. Aveva notato gli occhi gonfi di lacrime, impellente era la voglia di correre da lei e cercare di consolarla, ma evidentemente non era quello che voleva, se si era comportata così. Probabilmente più tardi gli avrebbe dato delle spiegazioni e lui l’avrebbe stretta forte ed asciugato le lacrime. Con il cuore leggermente pieno di preoccupazioni, proseguì per la sua strada, Jefferson capì la difficoltà dell’amico e gli diede una pacca sulle spalle, prima di incamminarsi nuovamente.

 

 

 

 

 

**

kegkrengkrnrto!! Questi due! Io ci provo anche a proseguire la loro storia, ma a loro piace mettersi nei casini e soprattutto NON parlare! Grazie a tutti quelli che seguono e recensiscono questa storia, siete molto più di quelli che mi aspettavo! Grazie, grazie, grazie!!! 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: NotEvenChip