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Autore: LazySoul    19/09/2017    1 recensioni
Hermione Jane Granger si trova in cella, imprigionata nella sua stessa scuola e costretta ai lavori forzati ed a giornalieri interrogatori e torture. Ma dove è finito Draco Malfoy? il ragazzo di cui si è innamorata e che gli aveva promesso di salvarla?
Dal I capitolo:
Sapevo cosa aspettarmi, ogni volta era più o meno simile alla precedente: domande su domande che mi venivano poste dalla voce stridula della “Signora”, che altro non era che Bellatrix Lestrange, il mio mutismo che la faceva andare su tutte le furie, minacce di morte, torture, dolore... tanto dolore, ma poi finiva e io mi ritrovavo scaraventata nella mia cella a leccarmi le ferite come un animale.
Sì, all’incirca era sempre la stessa storia.
Era come andare dal dentista, ed io lo sapevo bene dato che entrambi i miei genitori lo erano: ti sedevi sul lettino, soffrivi un po’ nel momento del controllo o dell’impianto dell’apparecchio o di qualsiasi altra “diavoleria babbana” per avere una dentatura perfetta, ma poi finiva e tu sapevi che non sarebbe durato molto il dolore, che presto sarebbe passato...
Attenzione: Questo è il sequel di un'altra storia: "Mai Scommettere col Nemico"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Luna Lovegood, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Lavanda/Ron, Lucius/Narcissa, Pansy/Theodore
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mai Scommettere col Nemico'
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23. Captives

 



Quando mi sollevai in piedi, uscendo dal mio nascondiglio da dietro al letto, Malfoy mi lanciò contro un mantello, che usai per coprire le mie gambe nude.

«Qualcuno mi vuole rispondere?», chiese Zabini, spazientito, mentre si passava una mano tra i capelli.

«Nott è entrato senza preavviso, ho dovuto pietrificarlo per evitare che facesse domande a cui non potevo rispondere», disse Draco, guardando con rammarico la figura immobile dell'amico.

«Abbiamo il diadema», ci informò la voce delicata di Luna, facendo un passo avanti e porgendo il gioiello a Malfoy.

Feci il giro del letto, raggiungendoli e ammirando la tiara perduta di Priscilla Corvonero.

«Dove l'avete trovata?», chiesi, cercando di ignorare il corpo pietrificato di Theodore Nott a pochi centimetri di distanza.

«Nella Stanza delle Necessità, ci ha suggerito dove andare la Dama Grigia», spiegò Luna, sorridendo.

«Pensi che il veleno di un solo dente basti per distruggere entrambi?», chiese Malfoy, allineando sul tavolo la coppa, il diadema e la zanna di Basilisco.

«Lo spero», ammisi, legando il mantello intorno alla mia vita come un pareo, stanca di tenerlo su con le mani.

«Cosa ne facciamo di Theo?», chiese Zabini, osservando con la fronte corrugata il ragazzo pietrificato accanto al letto.

«Forse dovremmo chiamare anche Pansy», dissi: «Dovremmo informarla che Harry e l'Ordine attaccheranno questa notte».

«Devo avvisare anche i miei genitori», aggiunse Draco, recuperando dal suo baule delle pergamene e un calamaio.

«Cosa ne facciamo di Theo?», ripeté Zabini, questa volta con un tono di voce a dir poco spazientito.

Io e Malfoy ci guardammo negli occhi; capii dalla sua espressione che non aveva idea di come rispondere alla domanda del moro.

Mi voltai verso il Senrpeverde pietrificato, effettivamente la sua presenza era inquietante.

«Se lo spostassimo in bagno?», proposi e, sentendomi un po' in colpa per ciò che avevo appena detto, aggiunsi: «Altrimenti possiamo farlo tornare alla normalità e provare a spiegargli ogni cosa, potrebbe voler stare dalla nostra parte».

Malfoy scosse la testa, sembrava combattuto: «E se così non fosse? Mi dispiacerebbe dover praticare un Obliviate su di lui».

«Non sapremo mai come reagirebbe se non gli raccontiamo ciò che sta succedendo», propose Zabini, incrociando le bracci al petto.

«Prima dobbiamo distruggere gli Horcrux», dissi, indicando il tavolo e i tre oggetti allineati.

«Dobbiamo anche avvisare i miei genitori e Pansy», aggiunse Malfoy, mostrando le pergamene e il calamaio ancora tra le sue mani.

Zabini tirò fuori la sua bacchetta e con un incantesimo di levitazione trasportò il corpo pietrificato di Nott fino al bagno: «Io e Luna cercheremo di spiegare a Nott cosa sta succedendo, voi fate quello che dovete fare. Se ci dividiamo i compiti faremo prima».

Annuimmo all'unisono, d'accordo con il piano di Blaise.

Malfoy si sedette al tavolo e iniziò subito a scrivere, con la sua calligrafia nervosa, un breve biglietto per Pansy.

Con tutto il coraggio che avevo in corpo, strinsi tra le dita la zanna di Basilisco e la sollevai dal tavolo, occhieggiando con sguardo titubante prima il diadema e poi la coppa, indecisa su quale distruggere prima.

«Cosa diavolo sta succedendo?!», sentii gridare Nott, subito zittito, da Zabini: «Ti slegherò quando avrò finito di spiegarti ogni cosa, la stanza è insonorizzata, quindi puoi urlare quanto vuoi, Theo, nessuno ti può sentire».

Lanciando un'occhiata nervosa a Malfoy, notai come avesse quasi finito anche il messaggio indirizzato ai suoi genitori.

Ero l'unica che non stava facendo quello che avrebbe dovuto, così presi un profondo respiro e decisi di iniziare con la coppa.

Premetti la punta del canino contro il freddo metallo dell'oggetto, usando tutta la forza che avevo in corpo. Un urlo agghiacciante riecheggiò nella camera. Avevo la pelle d'oca e gli occhi sbarrati.

La coppa sembrò prendere fuoco, avvolta da fiamme che la consumarono in brevi istanti. L'urlo si affievolì fino a scomparire, lasciando dietro di sé qualche goccia di un liquido nero a macchiare il tavolo accanto alla coppa ormai irrimediabilmente distrutta.

Spostai lo sguardo, incontrando quello sconvolto di Malfoy: «Stai bene?», mi chiese, scrutando poi la zanna che ancora tenevo in mano.

«Penso di sì», risposi, cercando di regolarizzare il mio respiro e il battito impazzito del mio cuore.

«Breedy», chiamò Malfoy, mentre sigillava le pergamene che aveva terminato di scrivere.

Quando l'elfo domestico apparve, Draco gli consegnò le missive, dandogli istruzioni: «Vanno consegnate al più presto, una alla Parkinson e l'altra ai miei genitori, chiaro?»

Breedy annuì e fece un breve inchino, per poi scomparire con un sonoro 'pop'.

Appena rimanemmo soli nella stanza, Malfoy mi raggiunse e mi sfilò la zanna dalla mano destra, appoggiandola sul tavolo, prendendomi poi il viso tra le mani, in modo da far scontrare i nostri sguardi: «Sei sicura di star bene?», mi domandò, la preoccupazione nel suo volto era ben visibile.

Annuii: «Mi ha colto alla sprovvista», ammisi, lasciando che le mani di Draco mi sfregassero le spalle, dandomi conforto.

Si sentivano dal bagno le voci di Zabini e Nott, intenti a discutere, ma non riuscivamo a cogliere di cosa stessero parlando.

Appena riuscii a calmare il battito impazzito del mio cuore, tornai a impugnare la zanna.

«Vuoi che lo faccia io?», chiese Malfoy, appoggiando le mani sulle mie spalle e rimanendo alle mie spalle, per darmi conforto.

«Ce la faccio», lo rassicurai, prima di pugnalare il diadema di Priscilla Corvonero.

Questa volta ero pronta all'urlo che si sprigionò dall'oggetto delicato, ma non al liquido che somigliava in modo inquietante a sangue e che cominciò a sgorgare, creando una pozza sul tavolo.

Feci un passo indietro per la sorpresa, scontrando la schiena contro il petto di Malfoy.

Tutta la magia nera che impregnava i due oggetti fino a pochi secondi prima scomparve, dissolvendosi come una nube nera nell'aria della stanza, senza lasciare tracce dietro di sé.

Presi un profondo respiro e lasciai che le braccia di Draco mi avvolgessero in un abbraccio: «Ce l'hai fatta», mormorò al mio orecchio, lasciando un bacio lieve contro la mia guancia destra.

Annuii, grata della sua presenza alle mie spalle e delle sue braccia che mi sostenevano. Mi sentivo debole dopo la massiccia dose di adrenalina che aveva viaggiato nel mio organismo fino a pochi secondi prima.

«Ora dobbiamo solo aspettare che Sfregiato...», lasciò la frase in sospeso, allontanandosi da me con un gemito di dolore. Mi voltai verso di lui, cercando di capire cosa stesse succedendo.

Il volto di Malfoy era contratto in una smorfia di dolore, mentre premeva la mano destra sul suo avambraccio sinistro.

La porta del bagno si spalancò, Blaise ne uscì con un'espressione colma di sofferenza, quanto quella di Draco.

«Il Marchio», disse Zabini: «Il Signore Oscuro ci sta chiamando».

«Potty deve essere entrato nel perimetro del castello», aggiunse Draco, scoprendo il braccio sinistro, in modo da osservare il Marchio Nero, il quale sembrava pulsare, mentre i contorni si erano arrossati.

«La battaglia è iniziata», gli diede ragione Zabini, mentre dal bagno si sentiva Nott imprecare.

Il volto pallido di Luna emerse dal bagno, gli occhi azzurri sbarrati: «Cosa facciamo?»

Sperai che il mio sangue freddo, quello che mi aveva aiutato più di una volta nelle difficili circostanze in cui mi ero trovata con Harry e Ron, decidesse di darmi nuovamente una mano.

Aggrottando le sopracciglia, pensai a cosa sarebbe stato meglio fare.

Fissai i miei occhi su Zabini: «Nott è con noi?»

Il moro sospirò e scosse il capo: «Pensa che siamo dei pazzi a voler tradire il Signore Oscuro».

Annuii, dispiaciuta, una bacchetta in più non ci avrebbe fatto male nelle circostanze in cui ci trovavamo.

In quell'istante la porta della camera di Draco si spalancò, facendo entrare una scocciata Pansy Parkinson: «Svegliarmi alle dieci passate di notte con un elfo domestico è davvero troppo, Malfoy», disse la mora, chiudendosi la porta alle spalle in modo brusco: «Ho rischiato di avere un infarto».

Zabini alzò gli occhi al cielo: «La solita esagerata», borbottò.

«Harry sta attaccando il castello per liberarlo dal gioco di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato», le spiegai, cercando di farle capire che il motivo per cui era stata svegliata era piuttosto serio.

Pansy sbuffò: «Questo lo so, ho letto la lettera», spostò lo sguardo su Malfoy: «Anche se decifrare la tua pessima calligrafia è stato piuttosto difficile», si lamentò, con una smorfia in volto.

«Qualcuno ha intenzione di liberarmi?!», urlò la voce di Theodore Nott, facendoci sussultare tutti quanti.

La Parkinson aveva gli occhi fuori dalle orbite: «Che ci fa Theo qua?», chiese, prima di sbriciare oltre la porta del bagno, dove Nott era stato legato nella vasca.

«Pansy?», chiamò lui: «Non dirmi che sei anche tu dalla loro parte, sei per caso impazzita?»

La mora sospirò: «Mi dispiace, Theo», poi chiuse la porta del bagno: «Qual è il piano?», chiese, voltandosi verso di me.

In quell'istante mi resi conto che altre tre paia di occhi erano puntate su di me.

Mi chiesi distrattamente quando ero diventata il leader indiscusso del gruppo e sospirai.

«Dobbiamo liberare i prigionieri e qualcuno deve togliere il ricordo di ciò che è appena accaduto a Nott», dissi, dirigendomi verso l'armadio di Draco per recuperare dei pantaloni; non avevo intenzione di girare per il castello con un mantello a mo' di gonna.

Una volta vestita, tornai a guardare gli altri.

Pansy sollevò la mano, richiamando la mia attenzione: «Mi occupo io di Theo».

Annuii: «Bene, noi allora ci occupiamo dei prigionieri».

Fissai la Parkinson per qualche secondo, chiedendomi se sarebbe stata effettivamente in grado di cancellare la memoria al ragazzo che amava.

«Dobbiamo proprio cancellargli la memoria?», chiese Luna, i grandi occhi azzurri che osservavano dubbiosamente la porta del bagno.

«Cosa proponi?», domandai, indossando il mantello, per proteggermi dall'aria pungente.

«Non possiamo semplicemente lasciarlo qua?», suggerì la Parkinson.

Non ero sicura che fosse la migliore idea del mondo, ma non avevamo tempo da perdere in sottigliezze simili; se loro erano convinti che non ci fosse bisogno di togliergli la memoria, per me andava bene.

«Come preferite», dissi, scrollando le spalle e dirigendomi verso l'uscita: «Andiamo».

Draco era alle mie spalle, mi seguiva a ogni passo come se fosse stato la mia seconda ombra; con la bacchetta sfoderata e un'espressione concentrata in volto. Dietro di noi seguivano Blaise, Luna e Pansy.

Quest'ultima non sembrava particolarmente contenta di perdere le sue preziose ore di sonno, ma aveva anche lei la bacchetta sfoderata e sembrava abbastanza agguerrita, così smisi di preoccuparmi e mi concentrai su ciò che mi circondava.

La sala comune di Serpeverde era vuota. L'unico movimento giungeva dalle fiamme del camino, che illuminavano fiocamente l'ambiente, proiettando le nostre ombre sulle pareti della stanza.

Non udivamo nessun suono e non eravamo sicuri che quello fosse un buon segno.

Quando uscimmo in corridoio, la situazione in cui venimmo catapultati era completamente differente, tanto che Malfoy fece un paio di passi avanti, facendomi scudo col suo corpo.

C'era un gruppo di tre Mangiamorte che ci dava le spalle e si stava dirigendo verso la Sala Grande, urla e rumori di oggetti infranti giungevano fino a noi; facendoci realizzare di essere davvero nel bel mezzo di una battaglia.

Aspettammo, in silenzio, di essere soli, lasciando che il trio vestito di nero scomparisse nel buio del corridoio, prima di dirigersi verso la direzione opposta.

La cucina si trovava oltre il dipinto di una natura morta a pochi passi dalla sala comune di Serprverde; vi ero stata un paio di volte con Harry gli anni passati per andare a fare visita a Dobby e Winky e per cercare di promuovere la mia associazione per la tutela degli elfi domestici - C.R.E.P.A. - ma nessuno era sembrato particolarmente entusiasta della mia campagna.

Attraverso la cucina era possibile raggiungere la lavanderia e quindi il luogo dove erano rinchiusi i prigionieri.

Una volta arrivati davanti al quadro, superai Malfoy, iniziando a fare il solletico alla pera, così da far aprire il passaggio.

All'interno delle cucina il caos regnava sovrano; gli elfi erano agitati e non riuscivano a stare fermi, muovendosi lungo i tavoli e cercando un posto dove potersi nascondere. Breedy comparve subito accanto a noi, facendo un inchino: «Le lettere sono state consegnate».

«Ben fatto», disse Malfoy, annuendo distrattamente: «Breedy, abbiamo bisogno del tuo aiuto».

«Qualsiasi cosa», rispose l'elfo, inchinandosi nuovamente.

«Dobbiamo liberare i prigionieri, sai quanti Mangiamorte sono rimasti di guardia?», chiese Draco, muovendo alcuni passi lungo la sala, seguito a ruota da tutti noi.

«Tre o quattro», rispose Breedy, seguendoci lungo la sala.

Appena svoltammo l'angolo, diretti verso le celle, ci trovammo a pochi metri da due Mangiamorte che stava parlando tra loro in modo concitato. Ci bloccammo, cercando di non fare rumore, ma ormai si erano resi conto della nostra presenza, voltandosi nella nostra direzione con le bacchette sfoderate.

Il primo impulso era quello di armarmi a mia volta di bacchetta e lanciare loro contro qualche incantesimo, ma essendo utile quanto una babbana in quel frangente, decisi di appiattirmi contro il muro, lasciando che fossero Draco, Blaise e Pansy a occuparsi della minaccia.

«Pietrificus Totalus!», esclamò Malfoy, bloccando uno dei due Mangiamorte; mentre Zabini si occupava dell'altro, disarmandolo e imprigionandolo con un incantesimo Incarceramus.

Dato che le prigioni erano disposte lungo due corridoi paralleli, suggerii di dividerci in due gruppi: io, Draco e Breedy da una parte e Luna, Blaise e Pansy dall'altra.

«Sono d'accordo», disse Draco, mentre Luna non sembrava del tutto convinta: «Non ci converrebbe stare tutti uniti?»

«Divisi saremo più veloci a liberare i prigionieri», feci notare, mettendo tutti d'accordo.

Senza aspettare oltre ci dirigemmo verso i corridoi delle celle, facendo attenzione agli elfi domestici che continuavano a correre alla ricerca di un nascondiglio sicuro.

A guardia dei corridoi trovammo altre due guardie, riuscimmo anche questa volta a sfruttare l'elemento sorpresa, cogliendoli impreparati e schiantandoli entrambi.

Raggiungemmo i corridoi, dividendoci.

Draco non perse tempo, iniziando a lanciare l'incantesimo "Alohomora" ad ogni porta che incontrava, mentre io sbriciavo all'interno per controllare che gli occupanti stessero tutti bene.

Liberammo un paio di Tassorosso del secondo anno, Dean Thomas - che guardò me e Draco come se fossimo stati degli alieni, chiedendoci spiegazioni - e due Corvonero uno del primo e l'altro del terzo anno. Breedy intanto era rimasto all'inizio del corridoio a controllare che i Mangiamorte schiantati rimanessero a terra, pronto a chiamarci in caso contrario.

In una delle celle trovammo il Professore Lumacorno, che borbottava tra sé e sé, seduto su uno scomodo giaciglio.

«Signorina Granger!», esclamò appena mi vide, sollevandosi in piedi e venendomi incontro con passo malfermo. Si bloccò sui suoi passi quando si rese conto che accanto a me c'era Malfoy.

«Non si preoccupi professore, siamo qui per liberarla», lo rassicurai, facendogli segno di raggiungerci.

Una volta fuori dalla cella, Lumacorno sembrò tranquillizzarsi, cercando di mostrare il suo lato migliore agli studenti che avevamo liberato, nascondendo la sua paura.

La cella successiva era vuota; al centro dell'ambiente vi era soltanto uno scatolone, contenente una ventina di bacchette.

Gli studenti che avevamo liberato esultarono, accalcandosi intorno al contenitore e spintonandosi tra loro, il Professor Lumacorno si prese l'incarico di distribuire i legni, cercando di calmare i ragazzi, mentre io e Malfoy continuavamo ad aprire le celle.

Un paio erano vuote, mentre l'ultima conteneva una signora di spalle, che riconobbi solo quando si voltò, puntando i suoi occhi profondi nei miei. La Professoressa McGranitt, col volto più scarno di quanto ricordassi e un vestito viola scuro sporco e rovinato, ci guardava con stupore e meraviglia, mentre si sollevava a sedere sul giaciglio di stracci che occupava.

«Signorina Granger? Signor Malfoy?», disse, la voce piena della sicurezza che l'aveva sempre caratterizzata. Era bello sapere che per quanto il corpo sembrasse sconfitto, il suo spirito invece era ancora forte e pronto alla guerra.

«Minerva!», esclamò Lumacorno, comparendo accanto a noi, portando con se lo scatolone contenente le bacchette che ancora non erano state rivendicate: «Che piacere rivederla!»

La professoressa McGranitt osservò stranita l'espressione raggiante dell'uomo, prima di sollevarsi in piedi e raggiungerci con la fredda eleganza che la caratterizzava: «Peccato che le circostanze non siano delle migliori», disse lei, passandosi una mano tra i capelli, dove la sua usuale acconciatura severa era sostituita da una crocchia disordinata.

«Cosa sta succedendo?», chiese la McGranitt, dopo aver recuperato la sua bacchetta e aver fissato me e Malfoy dritto negli occhi.

«Harry accompagnato dall'Ordine sta attaccando il castello», dissi, seguendo la professoressa lungo il corridoio; stavamo tornando in lavanderia, dove speravamo di trovare anche Luna, Blaise e Pansy.

La McGranitt annuì, un debole sorriso a incresparle le labbra: «Hogwarts tornerà in mani sicure».

In quell'istante, vedemmo comparire di fronte a noi Breedy, gli occhi enormi sembravano colmi di paura: «Mangiamorte», disse semplicemente, indicando la fine del corridoio a qualche metro di distanza.

La McGranitt e Dean Thomas, seguiti da Draco e Lumacorno, si misero in posizione di difesa, mentre procedevano cautamente. Io rimasi indietro, con lo scatolone delle bacchette e i piccoli di Tassorosso e Corvonero, che sembravano terrorizzati.

Nascosi tutti dentro una delle celle, sbirciando attraverso la porta per tenere d'occhio la situazione esterna.

Una morsa mi stringeva lo stomaco in modo fastidioso, l'ansia mi stava consumando come la fiamma sciupava la cera della candela. Le mani mi tremavano, mentre fissavo la schiena di Malfoy a pochi passi e la rigidità della sua postura.

«Moriremo?», chiese la vocina sottile di una bambina di Tassorosso, mentre si stringeva alla sua compagna di casa.

«No, non moriremo», cercai di rassicurarle, sfoggiando un sorriso tirato che sperai interpretassero come fiducioso. I miei occhi si posarono su Breedy, accanto a me e pronto a difendermi da qualsiasi male; i suoi occhi sembravano adombrati dal mio stesso timore.

Il rumore di urla mi fece voltare nuovamente verso la porta; oltre le spalle di Malfoy riuscii a vedere un paio di Mangiamorte duellare con la Mcgranitt e Lumacorno; i professori ebbero la meglio.

Draco si voltò, cercandomi, quando i nostri sguardi s'incrociarono vidi chiaramente il sollievo sul suo volto stanco.

Uscii dalla cella, facendo segno a Breedy di rimanere: «Proteggili, sono troppo giovani per combattere e per il momento questo è un posto sicuro».

Raggiunsi Malfoy, intrecciando la mia mano destra alla sua sinistra, provando conforto dal contatto con la sua pelle: «Dobbiamo trovare un posto sicuro per i bambini», dissi, indicando alle nostre spalle.

Draco annuì: «Pensi che camera mia possa andare bene?», propose, mentre seguivamo i professori nella lavanderia.

«Con Theo?», chiesi, con una smorfia in viso.

Malfoy scosse la testa, pensieroso: «Hai ragione, non ci avevo pensato».

In quell'istante Zabini, Luna e Pansy sbucarono dal secondo corridoio, seguiti dal professor Vitius, Cho Chang, Palma Patil, Colin Canon, Susan Bones e una bambina del secondo anno di Grifondoro.

Porsi loro la scatola contente le bacchette, mentre la McGranitt si assicurava con occhiate preoccupate che stessero tutti bene.

In quell'istante un pensiero improvviso mi fece voltare verso Draco, preoccupata: «La Greengrass?»

Malfoy sembrò in apprensione quanto me, mentre si voltava verso la cella dove si trovavano i più piccoli e diceva con tono concitato a Breedy di recuperare Daphne, ovunque lei fosse e portarla da noi, dove sarebbe stata maggiormente al sicuro.

Breedy scomparve con un sonoro 'pop', mentre i professori discutevano su cosa fosse meglio fare in quel frangente e i ragazzi cercavano nella scatola la propria bacchetta.

«Non possiamo rimanere qua», tuonò la McGranitt: «Dobbiamo cercare un luogo sicuro dove nascondere i più piccoli», continuò, guardando con aria pensierosa Lumacorno: «Inoltre dobbiamo pensare ai feriti, il fatto che per il momento non ce ne siano non vuol dire che non ce ne saranno».

Vitius annuì, alzando in aria la bacchetta: «Sono assolutamente d'accordo».

«Propongo di dirigerci verso le cucine, ci faremo dire dagli elfi cosa sta succedendo», propose la McGranitt, dirigendosi con passo spedito verso la porta che l'avrebbe portata verso la sua meta, seguita dagli altri professori e gli studenti. Io, Draco e Susan accompagnavamo i più piccoli, mentre Pansy chiudeva la fila.

Breedy tornò pochi secondi dopo con un'assonnata Daphne Greengrass: «Cosa sta succedendo?», chiese la ragazza, sbadigliando, mentre sistemava la vestaglia che indossava, in modo da coprirsi meglio.

«Siamo sotto attacco Daph», le disse Blaise, osservando contrariato la sua mise: «Ti sembra il caso di combattere così svestita?»

La bionda sollevò il capo, mettendo in mostra il suo collo bianco: «L'elfo mi ha messo fretta, ho indossato la prima cosa che ho trovato».

Dean Thomas, con un sorriso malizioso in viso s'intromise: «Stai dicendo che sotto alla vestaglia non indossi niente, Greengrass?»

Daphne lanciò uno sguardo a dir poco annoiato al Grifondoro: «Temo non lo saprai mai, Thomas».

In quell'istante la voce melodiosa di Padma, così simile a quella della sorella, li zittì: «Non abbiamo tempo da perdere in discussioni inutili».

Daphne fissò i suoi occhi chiari e scaltri in quelli scuri e tenaci di Patil: «La continueremo in altro momento allora», mormorò, facendole l'occhiolino.

Mi voltai verso Draco, che sorrideva maliziosamente, mentre Pansy alle mie spalle sembrava a dir poco senza parole.

La battaglia si stava rivelando più interessante di quanto avessi pensato.

 

 

*****

Ciao a tutti! 🤗

Ho finito proprio ora di scrivere questo capitolo e non mi sembrava giusto farvi aspettare fino a sabato per poterlo leggere (inoltre mi devo ancora far perdonare per i mesi di inattività), quindi eccomi qua! 😁🎉

Come avete letto gli Horcrux sono stati quasi tutti distrutti, e si è formata una specie di Suicide Squad molto particolare che non so nemmeno io da dove sia spuntata fuori, composta da: Hermione, Draco, Blaise, Pansy, Luna, Daphne, Padma, Dean, Susan, Colin e Cho, guidati dalla McGranitt, Vitius e Lumacorno. Ce la faranno i nostri eroi? 🤔

Fino a questo momento non avevo mai pensare che vi avrei effettivamente fatto leggere qualche scena tra Padma e Daphne, convinta che non sarei riuscita a inserirle, invece ce l'ho fatta e spero vivamente che vi sia piaciuta! 😉

Il prossimo capitolo arriva entro sabato 23 Settembre e sarà, penso, il penultimo o, al massimo, terzultimo.

Detto ciò vi saluto e vi do appuntamento a sabato! 😘

Un bacio,

LazySoul

  
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