Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Infinity19    24/06/2009    28 recensioni
Draco riesce a fare chiarezza nei sentimenti che cela nel cuore grazie ad Harry, che tornato bambino, lo considera il suo Principe dei sogni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il piccolo Harry e il principe Draco 21 EFP N.A. Nel caso aveste cominciato a leggere da qui, vi comunico che ho aggiornato contemporaneamente il cap 20 e 21, quindi vi consiglio di aprire prima l'altro capitolo! Un abbraccio, Infinity19



Il piccolo Harry e il principe Draco


CAPITOLO 21


Quando Draco ed Harry uscirono dalla Sala Comune, insieme ai Serpeverde del settimo anno, per recarsi a lezione, trovarono ad attenderli Hermione, Ron e Neville.
“Buongiorno!” Salutarono i tre Grifondoro.
“Ciao!” Ricambiò gioviale il piccino, che contento camminava mano nella mano con il suo Principe.
“Buongiorno!” Risposero cortesemente al saluto le restanti Serpi, tranne Draco che infastidito invece se ne uscì: “Ma sempre tra i piedi voi tre?” La stretta con cui teneva il bambino si fece più forte.
“Beh, di certo non siamo venuti qui per vedere te, Malfoy! Piuttosto per sapere perché il piccolo Harry non è salito a colazione stamattina.” Fece con sguardo battagliero il giovane Weasley, che però perse ogni sua baldanza nel momento in cui vide disegnarsi un ghigno ferino sul viso della bionda Serpe.
E quando il biondino, con estrema soddisfazione, gliene raccontò il motivo, il rosso Grifondoro imprecò tra sé rimpiangendo di non essersi fatto gli affaracci suoi, divenendo verde d'invidia perché in sette anni che si conoscevano a lui, il suo migliore amico, Harry non glieli aveva mai cucinati i biscotti, figuriamoci poi preparargli la colazione e portargliela addirittura a letto.
E mentre i due continuavano a battibeccare tra loro, il piccolo Potty dall'animo molto sensibile si avvide però di una cosa strana.
“Daphne, ma hai pianto? I tuoi occhi sembrano tanto tristi!” Il bimbo constatò sinceramente preoccupato, tanto che la ragazza fu sul punto di scoppiare a piangere di nuovo, perché quel bambino era davvero bellissimo e dolcissimo e quella mattina, nelle parole accorate e disperate di Draco, aveva avuto più che mai chiara la percezione che non sarebbe rimasto con loro per sempre. E lei non voleva, perché le sarebbe mancato tantissimo.
Ma la mano che delicata Theo le poggiò su una spalla le diede un grande conforto e le impedì di crollare.
“No, Potter. Non ti preoccupare. Daphne sta bene, le è solo entrata un po' di polvere negli occhi.” Nott provò a rassicurare il piccino.
“Davvero?” Domandò poco convinto Harry.
“Sì!” Confermò con un sorriso la ragazza.
“Però ti fa male non è così?” Il bambino insisté, intuendo che comunque qualcosa non andava.
“Un pochino sì.” Ammise allora la Greengrass.
“Mmm...” Fece pensieroso il piccoletto. “Ma se ti do un bacino, ti passa?”
“Oh sì, sono sicura di sì!” Esclamò ora con un ghigno la Serpeverde, osservando lo sguardo omicida di Draco nell'udire quella proposta.
“Potty, non ci provare!” Disse infatti possessivo il biondino, prendendoselo in braccio, per evitare che potesse avvicinarsi all'amica. “Ricordi vero, di chi sono tutti i tuoi baci?” Chiese poi geloso.
“Tutti tuoi!” Harry rispose deciso, dandogliene uno sulla guancia avanti ad un Ron sconvolto e ad un Hermione deliziata.
“Ma non è giusto Malfoy! Anch'io voglio il mio bacio!” Si lamentò la Greengrass intendendo che ne voleva uno dal piccolo Harry, ma il piccino al contrario propose contento, credendo d'aver trovato un'ottima soluzione: “Oh, ma può dartelo Theo! Proprio come quello di ieri!”
Al ricordo del bacio scambiatosi il giorno precedente, nell'ora di Difesa contro le Arti Oscure, la bionda Serpeverde e il moretto arrossirono miseramente.
“E perché proprio Theo, Potter?” Domandò una divertita Bullstrode, curiosa di conoscere la risposta del piccino, il cui limpido sguardo era capace di leggere nei cuori delle persone.
“Oh perché Theo guarda Daphne, proprio come Blaise guarda Neville!” Spiegò semplicemente Harry, come se la cosa fosse tanto ovvia.
Zabini e il giovane Paciock, che inconsapevolmente stavano camminando uno di fianco all'altro, lanciandosi occhiatine furtive e timidi sorrisi, nel sentirsi nominare sussultarono a vicenda, credendo di essere stati scoperti.
“E cioè come un innam...” Proseguì il bambino, la cui frase fu però interrotta da Theo e Blaise, le cui mani si erano posate contemporaneamente sulla sua bocca, digrignando entrambi a denti stretti: “Sta zitto, Potter!”
Ma il bimbo riuscì a liberarsi da quelle mani, aiutato da un Draco inviperito coi suoi compagni, e soffermata la sua attenzione su qualcos'altro, agitato chiese: “Principe! Principe! Cos'è quella stanza?”
Malfoy seguì con attenzione la direzione del suo sguardo. “Oh, quella è l'aula di Pozioni, Potty, il cui insegnante è il professor Piton.”
Il piccino annuì, ricordandosi perfettamente di quel professore dai neri vestiti, bui quasi quanto la sua aula, e dagli occhi tristi, triste proprio come gli sembrava la sua classe priva di sgargianti colori, che aveva incontrato la mattina precedente nella Sala Comune dei Serpeverde.    
“Comunque la vedrai meglio più tardi, dato che alle ultime due ore abbiamo anche lezione di Pozione.” Continuò Draco.
Per tutto il tragitto poi, prima che i due gruppetti si dividessero, sia i tre Grifondoro che i Serpeverde gli descrissero un po' il professore, i primi attaccandolo apertamente i secondi, il Principe soprattutto, difendendolo dalle calunnie dei rosso-oro.
Harry ascoltò tutto molto interessato, finché Ron se ne uscì con: “Piton odia a morte i Grifondoro, quindi sta attento Harry!”
“E perché mai?” Domandò confuso il bimbo. “Io sono un Serpeverde, mica un Grifondoro!” Esclamò gongolante, mostrando orgoglioso, per l'ulteriore infelicità del rossino ma la gioia di Malfoy, il suo stemma verde col serpente argentato.
“Weasley però potrebbe aver ragione, Draco.” Rifletté preoccupata la Greengrass. “Lo sai benissimo anche tu quanto Piton lo detesti. Potrebbe approfittarne per far del male al piccino.”
“Non ti ci mettere anche tu, Daphne! Vi ho detto che Potty non è lui!” Il biondo Serpeverde sibilò adirato. “E vedrete che lo capirà anche Severus.” Aggiunse invece sorridendo, ora rassicurante, ad un piccoletto sempre più perplesso.
Hermione allora rallentò il passo e afferrò per una manica la divisa di Blaise. “Zabini, dimmi se devo preoccuparmi o meno. Perché mai Malfoy continua a ripetere che quel bambino non è Harry Potter?”
Il moro Serpeverde le sorrise amaramente. “Perché ama a dismisura quel piccino e non può ammettere di provare lo stesso anche per l'adulto.”
La riccia Grifondoro sbarrò all'inverosimile gli occhi, ricevuta la conferma di quanto già in parte sospettava.
“Comunque non c'è da temere per il momento: per eliminare la confusione di Draco stiamo già provvedendo noi. L'unico problema è che ancora non abbiamo capito il motivo per cui Potter non ricorda nulla di questa storia, né come fare per fargli tornare la memoria.”
“Già, neanch'io riesco a darmene una spiegazione, ma credo di avere la soluzione giusta affinché Harry ricordi.” Hermione affermò con sguardo deciso. “Se per te va bene, magari più tardi ne possiamo discutere insieme ai tuoi amici.”
Il ragazzo la guardò indeciso se fidarsi o meno. “Prima di fare accordi è meglio che tu sappia però, che il nostro reale scopo è quello di rendere felice Draco e questo prevede che Potter scelga lui e non la Weasley.” Blaise volle mettere in chiaro.
“E il mio desiderio invece è quello di rendere felice Harry.” Disse con espressione seria la grifoncina. “E io voglio che lui possa scegliere liberamente la persona giusta per la sua vita futura, con la consapevolezza però che non c'è solo Ginny, ma anche Malfoy, o chiunque altro ci tenga veramente a lui e che lo ami al di sopra di ogni altra cosa.”
Il Serpeverde ghignò. “A me sta bene!” Disse stendendo la mano alla Granger in un gesto che sanciva la loro unione per la realizzazione di quello scopo 'quasi' comune.
“Sta bene anche a me.” Confermò la ragazza stringendo saldamente la mano del moretto.
“Tanto...” Blaise si espresse sicuro. “... se Potter ricorderà anche solo un decimo di quanto idiota Draco si sta comportando con quel bambino, non ho alcun dubbio che sceglierà lui!”
Hermione non rispose, si limitò semplicemente ad osservare i sorrisi sinceri che si scambiavano il piccolo Harry e il suo Principe Draco e il suo cuore le sussurrò dolce che anche lei la pensava esattamente come Zabini.


La prima ora di lezione dei Serpeverde, quel Venerdì mattina, era Trasfigurazione insieme ai Tassorosso.
Quando la professoressa McGranitt riprese avanti a tutta la classe Draco Malfoy, perché non le aveva consegnato le due ricerche assegnategli, il piccolo Harry si sentì in dovere di prendersi le sue responsabilità.
“Nonna Mc ti prego: non lo sgridare! È tutta colpa mia!” Lo difese con forza. “Ieri il Principe Draco stava studiando, ma io l'ho distratto costringendolo a leggermi le fiabe, dato che da solo non ne sono ancora in grado!” Il piccoletto disse tutto dispiaciuto.
Ma nell'udire di quel gesto tanto dolce e inaspettato del biondino nei suoi confronti, le romanticissime Tassorosso sospirarono estasiate, le Serpi al contrario arrossirono mortificate. Minerva invece sorrise compiaciuta.
“E poi mi ha portato in un grande campo pieno di bandiere colorate e mi ha insegnato a volare sulla scopa.” Il piccino raccontò eccitato. “E oggi mi ha detto che mi spiegherà anche le regole di un gioco bellissimo, dal nome difficile, che però fanno solo i maghi e che mi insegnerà poi, personalmente, a prendere il boccino.” Continuò sempre più emozionato.
I Serpeverde allora si girarono tutti verso di il giovane Malfoy con sguardo omicida, i Tassorosso invece se ne innamorarono totalmente, proclamandolo idolo indiscusso della loro Casa, la professoressa di Trasfigurazione con estrema soddisfazione, invece di toglierglieli, gli assegnò al contrario cinquanta punti per, Harry non capì bene, essere stato la vera causa delle vittorie a Quidditch dei Grifondoro degli ultimi sette anni.   
Draco imbestialito cercò in tutta l'ora, essendo il più odioso possibile con tutti, di perdere quei cinquanta punti.
Non fu accontentato.
La seconda ora era Erbologia con i Corvonero, i quali, dopo aver constatato il giorno precedente quanto potente fosse la magia di Malfoy, perché in grado di attraversare incolume la barriera magica creata dal Salvatore del Mondo Magico, assunsero per tutto il tempo nei confronti della bionda Serpe un atteggiamento del tutto reverenziale, a tratti quasi servile.
Il piccolo Harry, quando invece vide l'immensità e la varietà di fiori che conteneva la serra della professoressa Sprite, gentile le domandò se poteva prenderne qualcuno. La donna, avvinta dalla dolcezza del bambino, gli diede il permesso di raccoglierne quanti ne voleva e di farsi aiutare dai suoi compagni Serpeverde.
Aiuto che in effetti era essenziale, dato che gli innocui e bellissimi fiori, dagli sfavillanti e sgargianti colori, che più attiravano l'attenzione del piccino, appartenevano quasi sempre a piante velenose e nocive, di cui era necessario ed indispensabile conoscerne le caratteristiche.
Quando il bimbo indicò un fiore rosso dall'intenso profumo di fragola, nessuna Serpe osò però avvicinarglisi perché consapevoli delle proprietà estremamente orticanti e irritanti delle sue foglie.
“Avanti, non lamentatevi e continuate a raccogliere i fiori per il mio bouquet.” Sogghigno sfacciato Draco, che tra i Serpeverde era l'unico a non far nulla, dato che Harry non poteva sopportare che il suo Principe si sporcasse le mani di terreno.
“Oh, ma questi fiori non sono per te!” Il piccino gli disse serioso, donandogli però una bianca Gardenia che aveva raccolto lui stesso.
“E per chi sarebbero allora?” Domandò geloso il biondino.
Il bambino rispose un po' rosso in viso, e quando le Serpi udirono a chi erano destinati quei fiori seguirono successivamente le indicazioni del piccolo in silenzio e senza più protestare. Persino Draco decise di dare una mano.


Erano finalmente giunte le ultime due ore di lezione che i Serpeverde avrebbero dovuto condividere con i Grifondoro.
Avrebbero perché l'ora di Pozioni era già cominciata da cinque minuti, ma, per l'irritazione e l'indignazione di Piton, in aula erano presenti solo i rosso-oro.
Quei mentecatti, indegni di portare lo stemma di Salazar Serpeverde se si lasciavano abbindolare dalle moine di quel marmocchio, erano in evidente ritardo.
E quando fecero finalmente la loro comparsa, con i capelli scarmigliati e le divise in disordine, il professore assottigliò pericolosamente lo sguardo.
“Trenta punti tolti a Serpeverde!” Sibilò mellifluo, andando contro la sua stessa politica di premiare sempre e comunque i verde-argento. “Cinque per il ritardo e venticinque perché mi sembrate un branco di Grifondoro!” Aggiunse con espressione disgustata.  
I rosso-oro non osarono protestare per l'evidente insulto nei loro confronti, consapevoli che adirato com'era in quel momento, Piton a loro di punti ne avrebbe tolti invece il triplo.
“E ora ricomponetevi e andate immediatamente a sedervi ai vostri posti!!!” Il professore tuonò imperioso, notando la nera capigliatura di Potter nascosta dietro la divisa di un fin troppo calmo Malfoy.
“Draco tu dovrai lavorare ad una diversa pozione insieme alla Granger. Troverai tutto l'occorrente ai primi banchi. Gli altri invece,
seguite le istruzioni che stanno scritte sulla lavagna!” Ordinò perentorio. “E il primo che osa fiatare resterà in punizione con me fino a Natale!” Minacciò infine, dopodiché Severus tornò a lavorare concentrato sulla complicata e difficile pozione che bolliva sulla sua cattedra.
Nell'aula scese realmente il silenzio, interrotto solo dai tipici rumori che producevano i vari strumenti in fase di lavorazione, cosa questa che però insospettì parecchio il pozionista, il quale si azzardò ad alzare per un attimo lo sguardo dall'antico libro che stava utilizzando e a dare un'occhiata in giro per controllare che stesse facendo, o più probabilmente tramando alle sue spalle, quella piccola peste. Ma tra gli alunni, e nemmeno vicino a Malfoy, ne trovò alcuna traccia.
Ma dove diamine si era cacciato quel piccolo impiastro? Non finì neanche di pensare quella frase che Piton si sentì tirare per la veste.
Abbassò lo sguardo e si ritrovò a rimirare un fascio di fiori colorati sorretti da un Potter che... Piton inarcò confuso e allibito un sopracciglio... che si stava goffamente chinando a lui con il capo.
“Che scherzo è questo, Potter? E che diamine significano questi fiori?” L'uomo domandò in tono tagliente.
“Questi fiori sono un regalo per te!” Il piccino rispose sereno e senza alcuna paura per l'atteggiamento in apparenza tanto ostile del professore, perché convinto che quel suo modo di porsi era dovuto unicamente all'eccessiva timidezza tipica di tutti i Serpeverde. “Con la speranza che con i loro brillanti e vivaci colori e il loro dolce profumo tu possa provare tanta gioia e allegria.”
Il bimbo sorrise luminoso e Piton, più che dal colore dei fiori, rimase completamente abbagliato dal verde smeraldo dei suoi occhi... gli stessi di Lily.
Severus fu costretto a distogliere lo sguardo. “Gioia? Allegria? Potter! Ma lo sai io chi sono?” Digrignò tra i denti, convinto che probabilmente nessuno glielo avesse spiegato: in quel caso infatti, avrebbe provveduto personalmente e non nel migliore dei modi.
“Sì! Sì!” Harry rispose sicuro, tornando in posizione retta. “Tu sei il Capo indiscusso di tutti i Serpeverde e tutti loro ti devono ubbidire, persino il Principe Draco!” Piton aggrottò le sopracciglia. Ok, forse sapeva chi era, ma allora perché quel bambino non era per nulla intimorito da lui?
“Tu sei il nemico numero uno dei Grifondoro, che hanno tutti un'immensa paura di te! Neville ad esempio, solo al sentirti nominare, trema tutto!” Piton non resistette e, con un ghigno compiaciuto, lanciò il suo sguardo più torvo verso Paciock, il quale, quando incrociò i suoi occhi, fu sul punto di svenire.
“Ron invece pensa che sei ingiusto e crudele e che le tue punizioni sono le più spietate e cattive di tutte.”
Il rosso Grifondoro sbiancò, già immaginando la sicura vendetta di Piton che da quelle parole sarebbe seguita, e atterrito gemette: “Harry, ma da che parte stai?”
“Però in realtà ti rispettano e ti stimano molto. Hermione infatti ritiene che, nonostante i tuoi capelli unti e la faccia da pipistrello, tu sia un ottimo e capace professore.” Harry continuò, dimostrando vero quel detto babbano che diceva che i bimbi sono la bocca della verità. La Granger si pentì amaramente di essersene completamente dimenticata quella mattina, quando lei e i suoi amici gli avevano descritto il professore di Pozioni.  
Severus invece sogghignò: stranamente, e succedeva raramente, si stava sinceramente divertendo.
Appuntandosi quindi mentalmente di farla pagare al più presto ai quei presuntuosi Grifondoro, con espressione, adesso per nulla contrariata, invitò poi la piccola peste a continuare con la sua descrizione.
“Tu sei il professore di Pozioni e i sotterranei sono il tuo regno, su cui governi incontrastato.” Il viso del pozionista era sempre più compiaciuto e soddisfatto.
“Tu sei un combattente valoroso che ha difeso, in una lunga e ingiusta guerra, a rischio della vita e tanta sofferenza, le persone  buone da un mago cattivissimo.” Il bimbo concitato riportò quanto, in poche parole, gli avevano raccontato Daphne e Theo.
“E poi sei il padrino del Principe Draco, che ti vuole tanto bene e che ti difende sempre quando qualcuno parla male di te.”
Piton ormai non stava più sorridendo e il suo volto era tornato di nuovo serio, mentre al centro del petto qualcosa, di cui da tempo aveva dimenticato l'esistenza, cominciò a dar segni di vita, iniziando a battere sempre più forte.
“Tu sei Severus Piton... il Re dei Serpeverde!” Concluse il piccino con orgoglio, ripetendo l'inchino con il capo.
Severus a quell'ultima e inaspettata affermazione ci rimase totalmente di sasso e per la prima volta in vita sua non seppe come replicare.
Il suo sguardo esterrefatto e scioccato si posò allora su Malfoy e gli altri verde-argento e, per la sua enorme sorpresa, trovò che anche tutti loro si stavano inchinando con il capo a lui, riconoscendo come vere le parole di quel bambino.
Piton non lo immaginava, ma da quel momento in poi fino al suo ultimo giorno di scuola, e di vita, tutti i Serpeverde avrebbero continuato a salutarlo così, legittimando in quel modo, ad Hogwarts e a tutto il mondo magico, il riconoscimento che gli aveva attribuito il valoroso e prode eroe, Harry Potter.
“Visto che sapevo chi sei, Re Severus?” Il bambino fece infine gongolante, con un candido e genuino sorriso. “Adesso, allora li accetti i miei fiori?” Chiese però incerto e con lo sguardo supplice.
Piton glieli strappò praticamente di mano, sibilando minaccioso: “Ora, però: SPARISCI POTTER!!!”  
Ma fu invece con estrema delicatezza e attenzione che li posò poi in una boccetta vuota, che utilizzò come vaso.
Draco giurò d'aver intravisto per un attimo le, di solito pallide ed inespressive, guance del suo padrino, tingersi di un tenue rosa.
E quella fu l'ennesima riprova che il suo piccolo Potty non era Harry Potter, ma al contrario un bellissimo Angelo, capace di compiere dei veri e propri miracoli, venuto dal cielo per restare per sempre con lui...
Il piccino glielo aveva promesso...
Il biondino sfiorò con delicatezza i bianchi petali della Gardenia che aveva appuntato dove prima c'era stato il suo stemma...
Sì... per sempre insieme...




  
Leggi le 28 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Infinity19