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Autore: emylee    09/01/2018    2 recensioni
Harry è il nuovo Professore di Difesa contro le Arti Oscure, in una Hogwarts piena di ragazzini masochisti che non vedono l'ora di essere portati in Infermeria.
Forse perché tutti, ma proprio tutti, sono innamorati di Malfoy. E chi non lo è, d'altronde?
«Beh, lei potrebbe insegnare al Professor Potter alcuni incantesimi di guarigione, così non ci sarebbe bisogno di venire fin qui per un graffio, no? Magari potrebbe farglielo vedere –cioè, voglio dire, mostrargli gli incantesimi, ecco, dopo le lezioni? Magari dopo cena? Nelle sue stanze?»
Ci fu un silenzio surreale dopo quelle parole.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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«Potter, ma che diavolo...?»

La Preside McGrannit aveva appena terminato il suo discorso, e l'intera Sala Grande era caduta in un silenzio surreale, rotto soltanto da quel sussurro – non tanto sussurrato però – di Draco, che per la prima volta si era seduto al suo fianco durante la colazione.

Harry, distrattamente, si chiese quando Draco Malfoy era diventato soltanto Draco. Forse da quando lo aveva fottutamente abbracciato. Quel gesto sicuro alzava di una tacca la loro relazione, e chi amici si chiamavano per cognome? Draco non era dello stesso parere, però, considerando che lo aveva ancora chiamato Potter. Era una cosa sua peculiare, almeno.

La Sala Grande espolse con un grande boato dopo minuti di interminabile silenzio. Gli studenti urlavano tra loro, e fu solo l'urlo più forte della Preside a zittirli tutti con un: «Silenzio!» da far concorrenza a quelli di Silente.

«Ho parlato con la Pres– con Minerva ieri sera. Sono riuscito a farle notare che i suoi studenti, a quanto pare, in mia presenza perdono il loro spirito di sopravvivenza e si trasformano in pazzi masochisti. Solo dopo averle raccontato vari episodi, però, mi ha creduto, e ha accettato, infine, la mia richiesta.»

«E la tua richiesta era questa?»

Harry lo guardò dritto negli occhi, incurante al momento del caos che regnava intorno a loro e alle parole di Minerva. Aveva le sopracciglia aggrottate e lo guardava con un cipiglio... arrabbiato? Stizzito? Non ebbe tempo sufficiente per riconoscerlo. «Non proprio. Avevo chiesto di essere licenziato, non esonerato temporaneamente, ma immagino di non poter pretendere di più al momento.»

«Sì, certo.» Draco fece una smorfia irritata, «Senti, so come far terminare questa sequenza ridicola di adolescenti, come dici tu, masochisti.»

Harry pensò di non aver capito bene. «Come?»

«So cosa vogliono!» Draco alzò gli occhi al cielo, «Se gli diamo quello che vogliono, la smetteranno.»

«...e perché non me l'hai detto prima?»

«Perché non ne ero sicuro.» Per un attimo, gli sembrò di avere davanti a sé la visione di un Draco Malfoy che arrossiva. «E non chiedermi se adesso lo sono o no perché non otterrai risposta, Potter, quindi lascia perdere tutto e seguimi in Infermeria. E assicurati che tutti gli studenti ti vedano.»

Harry pensò di non aver capito bene, di nuovo. «Cosa?»

Ma Draco non gli rispose. Si alzò semplicemente dalla sua sedia, con la sua snervante eleganza innata, e senza aver toccato cibo sparì infilandosi nelle porte secondarie.

Cosa doveva fare, adesso? Draco aveva detto di raggiungerlo in Infermeria e, soprattutto, di farsi vedere mentre lo faceva. Odiava non capire, odiava restare all'oscuro di tutto ma, più di tutto, odiava sentirsi agitato – Merlino, manco fosse un appuntamento! – per una così semplice richiesta. Senza pensarci troppo – non era conosciuto come quello che agiva senza pensare, dopotutto? – si alzò, anche lui senza neanche toccare cibo, oltrepassò il tavolo degli insegnanti e attraversò la Sala Grande passando tra i tavoli degli studenti. Studenti che, al suo passaggio, iniziarono a confabulare tra loro e lo fissarono lungo tutto il tragitto.

Non sarebbe dovuto essere qualcosa di nuovo, era abituato fin dai suoi tempi di Hogwarts agli sguardi e alle chiacchiere, ma forse poteva evitare di dare così tanto nell'occhio in quel momento, considerando anche che fino a quel momento non avevano fatto altro che parlare del suo ritiro (temporaneo). Pessima mossa.

Pessima mossa, ma efficace almeno.

Eveline Thomphin, dal tavolo dei Grifondoro, lanciò varie molliche di pane a Ashlynn Finnin, che a sua volta, dal tavolo Tassorosso, squittì parole incomprensibili che solo Erwin Henderson dei Corvonero riuscì a decifrare. Quando la voce si sparse, Herbert Anterberry si girò appena verso il tavolo dei Serpeverde e disse solo, «Chi è con noi?»

Sbuffando sonoramente, un ragazzino del terzo anno, Aloysius Seward, si alzò e seguì, malvolentieri, gli altri rappresentati delle Case. Prima o poi gli sarebbe toccato, lo sapeva bene. Anche loro Serpeverde adoravano il nuovo professore di Difesa, ma erano del tutto disinteressati al piano ideato dagli altri sciocchi studenti. Ma ormai c'erano dentro, e non potevano tirarsi indietro.

Almeno c'era un lato positivo: le Case erano unite, per una volta.


«Allora? Qual è il motivo? Che devo fare?»

L'Infermeria era vuota – ovvio, dato che le lezioni di Difesa, quel giorno, non c'erano – e da una parte, Harry si sentì in colpa di aver tolto quel poco di lavoro che Draco aveva. A parte qualche incidente a Pozioni e a Quidditch e qualche bambino dei primi anni febbricitante, la maggior parte delle giornate erano piene e movimentate solo grazie alle lezioni di Difesa – ? – di Harry.

«Gli studenti non sono innamorati di me.» disse Draco, appoggiandosi con le mani su di un lettino, come se questo fosse una scrivania, «Sono innamorati di noi.»

No, non aveva capito. «Come prego?»

«Credo tu sia l'unico, che sa di questa storia, che ancora non si è reso conto di niente. Potter, ormai sono palesi nelle loro intenzioni! Basta solo ascoltare per bene cosa dicono ogni volta che siamo qui. O devo per caso ricordarti di quel Corvonero che voleva che io te lo facessi vedere? Quindi, la soluzione è semplice. Non c'è tempo per alcun corteggiamento, di questo me ne dispiaccio, ma non possiamo fare altrimenti.»

No, non aveva capito. Ancora. «Come prego?»

«Devo essere brutale, Potter?» Al cenno affermativo – ma confuso – di Harry, Draco Malfoy allora si avvicinò, dopo aver lanciato un sguardo fugace al portone dell'Infermeria, si piegò per arrivare all'altezza di Harry e lo baciò.

Una mano degna di un pianista di Draco scivolò, leggera, lungo la schiena fino ad arrivare alla nuca, dove spinse la testa un po' di più contro le sue labbra, mentre l'altra affondò tra i suoi indomabili capelli, e ad Harry girò la testa, quando gli massaggiò lo scalpo e mosse la bocca contro la sua, alternando guizzi di lingua qua e là, ma senza oltrepassare le labbra. Fu proprio Harry a spronarlo a dargli di più, aprendosi totalmente a lui e stringendogli le braccia al collo. Merlino, era meraviglioso. Erano farfalle quelle che sentiva nello stomaco? O erano i Nargilli o cose del genere, esseri che solo Luna sarebbe riuscita a vedere? Forse doveva andare a trovare l'amica e farsi fare una disinfestazione completa.

Ma in quel momento, oh, non voleva essere da nessuna parte tranne che lì, tra le braccia di Draco. La sua lingua, per l'amor del cielo, era la cosa più piacevole che aveva mai sentito nella sua bocca. E ciò diceva tutto.

Si staccò solo quando la porta dell'Infermeria e cinque studenti non caddero come pere sul pavimento. Notò appena la bacchetta di biancospino di Draco sguainata e puntata contro di loro.

«I vostri genitori non vi hanno insegnato che è maleducazione origliare?» disse Draco, scocciato. «Prima o poi finirete con il vedere troppo.» aggiunse, con un sorrisetto.

«Era quello che volevam– mph!» Henderson fu zittito con una gomitata da Seward e da una mano sulla bocca di Anterberry, mentre le due ragazze sospiravano deluse (probabilmente per non essere riuscite a vedere di più, neanche un filo di pelle era stato scoperto!).

«Oh, scusate, non sapevamo assolutamente che foste qui, davvero!» squittì Finnin, «Abbiamo mangiato qualcosa di poco buono, a colazione, deve averci fatto male, abbiamo dolori vari allo stomaco e...»

«Tutti e cinque?»

«Io no.» Seward scrollò le spalle, alzando una mano, «Io sto bene, sono stati loro a trascinarmi qui.»

«Traditore! Non dovevamo fidarci di un Serpeverde!» berciò Thomphin, incrociando le braccia sotto il seno.

Harry, rimasto zitto fino a quel momento, finalmente capì. Chi lo conosceva bene, sapeva che, purtroppo, per determinate cose non era un tipo particolarmente sveglio. Infine, però, di solito ci arrivava, soprattutto quando gli si veniva sbandierata in faccia la verità. In quel momento, Harry capì.

Era un complotto.

Draco ne era a corrente? L'aveva baciato solo per questo?

Lasciò la presa sul suo collo – che non si era reso conto di starlo ancora stringendo – e si incupì. Se ne accorsero tutti, tranne che Draco, evidentemente, dato che lui, invece, non sembrava intenzionato a lasciare la presa sui suoi fianchi.

Gli studenti si zittirono, e deglutirono in contemporanea.

«Siete in punizione, tutti e cinque.»

«Ma...! Professore...!»

«Vi voglio questo fine settimana nella mia aula, troverò qualcosa da farvi fare. Altrimenti il Professor Lumacorno non sarà troppo dispiaciuto nel mettervi a pulire i suoi calderoni. Ora, le vostre lezioni stanno per iniziare.»

Se ne andarono, mogi, e quando sparirono dopo aver superato il portone dell'Infermeria, Draco partò subito all'attacco e cercò di baciarlo di nuovo.

A malincuore, stavolta lo fermò, «Draco...»

«Mh, potrei abituarmici. Dovrei chiamarti Harry? Suona così strano. E banale. Meglio Potter.»

«Draco, non sono gay.» Cazzo.

Tutto il Mondo Magico, tutto, conosceva che Harry non fosse gay. Ma neanche etero. Dopo che Il Profeta lo aveva immancabilmente sgamato a pomiciare con un Babbano, Harry era stato costretto a lasciare un'intervista al Cavillo – l'unico giornale del quale Harry era sicuro che non avrebbe mai e poi mai scritto stupidaggini su di lui ma solo le sue testuali parole, seppur con i classici commenti tutti made in Luna –. Quindi, perché aveva detto una cosa del genere? Stupido. Stupido. Stupido!

«Hai un modo strano di non esserlo.» Draco alzò un biondo sopracciglio.

«Beh, non lo sono. Mi piacciono le donne. Anche gli uomini. Ma anche le donne.» Alla faccia confusa e incredula di Draco, specificò: «Non sono gay.»

«Sei bisessuale.»

«Sì. Quindi non gay.»

«E quindi...» Draco gli parlò piano, come se stesse parlando con un bambino che non capiva bene la sua lingua. Si sentì punto – e un po' ferito – nell'orgoglio, ad essere preso così in giro. Una vocina nella sua testa, però, gli disse che se l'era meritato, dato che aveva fatto la figura dell'idiota. «...quale sarebbe il problema?»

Ecco, qual era il problema? Harry si guardò attorno, cercando un appiglio, un qualcosa che rispondesse a quella domanda, ma non vide da nessuna parte la testa cespugliosa di Hermione. Stavolta non sarebbe arrivata lei a preparargli un bigliettino con su scritto cosa dire di non sbagliato. «Eh, ehm...»

«Ho inteso. Lascia perdere, Potter.»

Bene. Era finita. Prima ancora di cominciare. «Draco, aspett–»

«Non c'è bisogno che sforzi il tuo cervellino nel delucidarmi in tutto questo. Sembra che io non sia di tuo interesse.»

Oh, non poteva essere più lontano dalla verita. «Oh, non puoi essere più lontano dalla verità.» ripeté anche ad alta voce, giusto per sottolineare a se stesso che, diamine, era attratto da Malfoy, aveva una cotta per Malfoy neanche avesse tredici anni e, soprattutto, bastava solo un altro gesto come quello della scorsa mattinata – il fottuto abbraccio – per innamorarsi e cadere ai suoi piedi. Questo, fortunatamente, non lo disse ad alta voce, o poteva già iniziare a scavarsi la fossa perché si sarebbe di sicuro sotterrato.

«Potter, non riesco a seguirti. Va oltre le mie capacità, evidentemente.»

«Sono io che non riesco a seguirti!» sbottò allora, trovando finalmente le parole – giuste? Chissà – da dirgli, «Fino al bacio andava tutto bene, poi è successo il teatrino e non ci ho capito più niente! L'hai fatto solo per metterti in mostra? L'hai fatto davvero solo per dare un taglio alle gite sanguinarie dei miei alunni?»

«No, idiota!» Draco mosse aggraziatamente una mano in movimenti circolari, restando per un po' in silenzio come se stesse cercando le parole per sottolineare qualcosa di talmente ovvio che non ne aveva bisogno, di parole. «Ho... colto l'occasione?» Ne uscì fuori come una domanda.

«Hai colto l'occasione.»

«Oh, andiamo, non venirmi a dire che ancora non capisci! Era una scusa! Una scusa per baciarti, va bene? Felice? Sì, sì, dimmi pure quanto da Serpeverde è stata questa mossa, sputami addosso tutto il veleno che vuoi, in ogni caso è stato stupido da parte tua cascarci!»

Scoppiò a ridere, e, davvero, non si accorse di quanto tempo era che non rideva così, saranno stati forse mesi, da quando aveva lasciato gli Auror. Si portò le mani sulla pancia e si piegò, ridendo così forte da mettersi persino a piangere. Non poté fare a meno di pensare a quando Draco aveva riso allo stesso modo, ed era sembrato così elegante e raffinato, mentre lui, in quel momento, sembrava più uno scaricatore di porto che altro. Ma non importava. Merlino, non riusciva più a respirare!

Quando la crisi isterica sembrò passare – se non fosse per qualche risolino qua e là che piano piano scemava – guardò Draco dritto in faccia e lo vide con un'espressione così esterrefatta che non poté fare a meno che ridere di nuovo. Aveva lasciato Draco Malfoy a fissarlo a bocca aperta! Quando sarebbe ricapitata una cosa del genere? Perché non aveva una macchina fotografica dietro, quando serviva?

Si sporse verso di lui per baciarlo, ma la mano pallida di Draco lo fermò. «Ho cambiato idea. Stupido da parte mia provarci. Davvero, Potter, possiamo far finta che io non abbia fatto niente? Mi hai appena riso in faccia.»

Harry gli diede un pizzicotto e finalmente lo baciò.

Salvo poi ridergli nella bocca.


«Professor Potter?»

In fila indiana, calmi e remissivi come mai erano stati prima, Ashlynn Finnin, Herbert Anterberry, Erwin Henderson e Eveline Thomphin entrarono nell'aula di Difesa contro le Arti Oscure, a capo chino. Harry li fissò uno ad uno, poi si schiarì la voce. «Manca uno di voi.»

«Sono qui.» Aloysius Seward alzò una mano e apparì da dietro Anterberry. Il Serpeverde era la metà del Corvonero, quindi aveva sperato ardentemente di passare del tutto inosservato – dato che lui, in quella storia, non voleva neppure entrarci!

«Stupido Serpeverde.» Thomphin mugugnò sottovoce.

«Bene, segutemi. Per un bel po' di ore aiuterete il Signor Malfoy a rimettere in ordine tutti i letti dell'Infermeria e riempire le ampolle delle Pozioni terminate.»

Camminarono tutti in silenzio per i corridoi di Hogwarts diretti verso l'ala ospedaliera, ma ad un certo punto, uno degli studenti lo chiamò. «Professore...»

«Sì, Anterberry?»

«Ieri non si è presentato alle lezioni, siamo stati tutto il tempo con Gazza o a fare lezioni extra con il Professor Lumacorno. Quindi è vero che non insegnerà più? Non era una finta per... non farci fare più... quella cosa?»

«Quale cosa?» chiese Harry, gli angoli della bocca che tiravano pericolosamente all'insù.

«Sì, quella cosa... con il Signor Malfoy.» Anterberry scrollò le spalle.

«Stavamo cercando di farla mettere insieme a lui, Professore.» aggiunse Henderson.

La mano di Seward che si schiaffeggiò la fronte rimbombò per tutto il corridoio.

Harry si fermò davanti alla porta dell'Infermeria, ma non l'aprì. Si girò verso i suoi alunni e incrociò le braccia al petto, sperando di essere riuscito a tener su uno sguardo minaccioso. «E cercare di farvi fuori vi sembrava una buona idea per... cosa? Fare i Cupidi?»

«Non avevamo altra scelta! Non vi parlavate a meno che non c'era uno di noi ferito in Infermeria, quindi...!»

Seward gli tirò una gomitata, «Henderson, vuoi stare zitto?!»

«Ma perché farlo?»

«Perché siete così carini insieme, Professore!» Finnin sospirò, giungendo le mani all'altezza del cuore, «C'era tutta quella tensione sessuale tra voi!»

«Morgana, sono circondato da idioti...» Seward quasi non scoppiò a piangere.

«Volevamo solo farla felice, Professore.» Thomphin raccolse tutto il suo coraggio e lo guardò dritto negli occhi, «Sembrava così... triste, quando è venuto qui. Riusciva a sorridere davvero solo quando era qui insieme al Signor Malfoy, ogni volta che le faceva presente che uno di noi era stato troppo stupido a distrarsi per guardare il suo sedere piuttosto che a difenderci.»

«E lo ripeterò ancora.» Fece la sua entrata trionfale Draco, aprendo le porte dell'Infermeria come se aprisse le porte del Paradiso. O dell'Inferno, dipende. «Chi ha guardato il sedere di Potter mentre venivate qui?»

Anterberry alzò una mano senza pudore.

«Adesso sparite che ho da fare.» sbottò Draco, scacciando i ragazzi via con una mano e afferrando Harry con l'altra, trascinandolo dentro all'Infermeria proprio come se Ade in persona lo stesse trascinando negli Inferi. Lo sapeva che quelle erano le porte dell'Inferno!

«Ma...!» provò a fermarlo Harry, «Sono in punizione!»

«La loro punizione è quella di non assistere a quello che sto per farti.» disse, tranquillo. Poi aggiunse, guardando uno ad uno gli studenti: «Non osate farvi male o ammalarvi o quelchessia, perché non voglio essere disturbato fino a domani mattina. Chiaro? Poi il vostro amato professore sarà tutto vostro, quando avrò finito con lui tornerà ad insegnarvi come mai aveva fatto prima.»

Con un occhiolino e un sorriso che di rassicurante non aveva niente – ma che fece squittire Ashlynn Finnin in modo preoccupante – Draco chiuse le porte dell'Infermeria contro le loro facce.

Aloysius stava quasi iniziando a sperare che finalmente tutta quella storia avesse trovato la parola fine, ma Ashlynn – doveva aspettarselo, maledizione! – chiese: «Proviamo ad origliare?»

E quando gli altri tre – meno Aloysius, ovviamente – risposero in coro: «Proviamo ad origliare!», riuscì infine a capire che al peggio, in fondo, non c'era mai fine.






Note autrice:

Ed ecco la seconda parte! Mi sono divertita molto a scrivere questa cosuccia, ne sono piuttosto soddisfatta!
Anche qui, ovviamente, di sicuro ci sarà qualche errore che purtroppo non ho notato, ma tra qualche ora mi metto e correggerò anche quelli dello scorso capitolo! Ringrazio molto a chi ha recensito <3
Mi farebbe molto piacere sapere i vostri pensieri a riguardo, ma innanzitutto ringrazio chi l'ha seguita (nonostante sia stata così breve) e per chi l'ha preferita e ricordata, vvb (?)
Spero tanto di tornare presto! (specialmente con quelle da terminare XD)

Emily.

  
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