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Autore: Francesca_H_Martin    23/01/2018    1 recensioni
"Era come se attraverso un singolo sguardo, un breve momento che sembrava però eterno, il ragazzo fosse riuscito a percepire tutto il dolore che Lydia stava sentendo in quell’attimo.
La guardava con una dolcezza indescrivibile.
La mano fredda di Stiles si spostò velocemente dalla tasca già stracolma del suo cappotto e si posò delicatamente sulla guancia di Lydia, provocandole involontariamente un brivido che le percorse tutta la schiena fino ad arrivare a quelle cicatrici sul collo.
—Lydia non sei più sola. Ci sono io con te, non avere paura. —
Quelle dita affusolate continuavano ad accarezzarla come se fosse un petalo delicato pronto a lasciare il suo fiore."
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kira Yukimura, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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A SERIES OF UNFORTUNATE EVENTS.





Stiles sobbalzò dal letto sorridendo.
Erano solo le sette di mattina, ma nonostante questo la felicità per ciò che era successo il giorno prima si era impossessata del suo corpo, facendolo saltellare qui e lì per la stanza come un ebete.
Perché tutto ciò che aveva vissuto con Lydia al suo compleanno era stato reale, vero?
Certo che era stato reale.
Gli sembrava così strano e assurdo.
Desiderava tutto quello da tempo immemore e finalmente averlo ottenuto lo faceva sentire…diverso. Decisamente diverso.
Si guardò allo specchio per vedere se il cambiamento interiore fosse avvenuto anche all’esterno e si rese conto che era così.
Era sempre lo stesso Stiles; capelli arruffati, come se una folata di vento li avesse scompigliati tutti, labbra costantemente martoriate a causa del freddo, ma gli occhi…i suoi occhi non avevano mai brillato in quel modo.
Emanavano una luce abbagliante, come se all’interno vi fossero racchiusi il sole e i suoi raggi.
In realtà vi era racchiuso qualcosa di ancora più bello e forte, qualcosa che era in grado di destabilizzarlo come nulla al mondo: Lydia.
Riusciva a vederla in quelle pupille color oro.
Stava sorridendo e le si era appena formata quella fossetta adorabile, quella uella qche Stiles amava più di qualunque altra cosa.
Chiuse gli occhi e sospirò.
Doveva accettarsi che tutto quello che era accaduto non fosse stato davvero solo un sogno, doveva condividere con qualcuno quei pensieri che si stavano caoticamente insinuando nella sua testa…
Scott.
Stiles aprì gli occhi e vide il suo migliore amico dormire beatamente, emettendo di tanto in tanto qualche suono dalla bocca.
Si avvicinò di soppiatto, ponendo la sua testa giusto ad un centimetro da quella dell’alpha.
Stiles sembrava irrequieto e nervoso.
Stava pensando a un modo per strapparlo via dalle braccia di Morfeo, ma ogni cosa gli venisse in mente era fastidiosa; di sicuro Scott gli avrebbe addossato la colpa e  tenuto il muso per tutta la giornata.
Sogghignando e costatando tra sé e sé quanto fosse perfido delle volte, disse l’unica cosa che  di sicuro lo avrebbe svegliato: “Mark ci sta provando con la tua ragazza, alzati!!“.
Scott sobbalzò dal letto, levandosi immediatamente la maglia del pigiama.
Si avvicinò di corsa alla porta, ma prima che potesse varcarla Stiles gli sbarrò la strada, allungando le mani per non farlo passare.
Sembrava un contorsionista buffo e incapace che di lì a poco si sarebbe rotto tutti gli arti in un secondo.
Scott lo guardò in modo interrogativo e inarcò un sopracciglio, corrugando la fronte.
—Ehm…potrei aver alterato un tantino la realtà—disse Stiles, facendo un gesto con le dita per indicare quanto piccola fosse quest’alterazione.
—Cosa vorresti dire Stiles? Che nessuno ci sta provando con la mia ragazza e quindi mi hi svegliato così presto per nulla?—il ragazzo pronunciò la frase tutta d’un fiato.
—Ti sembro una persona che possa fare una cosa del genere?—Stiles guardò intensamente Scott. Solo quando si accorse dell’espressione che l’amico aveva-a dir poco accondiscendente- ricominciò a parlare:—ok! Kira dorme beatamente e non devi preoccuparti di nessun Mark. Tra l’altro non abbiamo nessun compagno che si chiami Mark.Comunque…ti ho svegliato per una ragione, a differenza di quel che pensi. Io…—Lo sguardo di Stiles sembrava pieno di ansia e la sua voce incominciò a tremare.—Io ti ho svegliato perché ho fatto un bellissimo sogno.—Il ragazzo esortò Scott a sedersi sul letto per poter raccontare ciò che la sua mente aveva partorito.
—E tu mi hai svegliato per raccontarmi il tuo sogno? Potevi anche aspettare senza farmi prima morire d’infarto visto che non è così urgente.—disse Scott, sempre con quella sua aria da cucciolo indifeso.
—Invece è urgente! Molto urgente! Ne va della mia vita!—a queste parole, Scott inarcò un sopracciglio e strinse il braccio di Stiles, preoccupato.
—Cosa hai sognato?—
—Ho sognato che Lydia mi portava in barca e che a un certo punto mi confessava di amarmi e mi baciava. —Con queste parole Stiles cercò di leggere lo sguardo inscrutabile di Scott. La curiosità gli stava offuscando il cervello, così come la paura di scoprire che davvero si era trattato di un sogno fin troppo reale; inspirò cercando di rallentare i suoi battiti, ma facendolo perse l’equilibrio e inciampò goffamente sulla maglietta che poco prima il suo migliore amico aveva gettato a terra, cadendo sul comodino e sbattendo la testa contro la lampada.
Scott sorrise; era impossibile non farlo dopo aver assistito a quella buffa scena.
Accorse ad aiutarlo, ma Stiles si alzò da solo muovendo il corpo in modo strano, quasi come se fosse una marionetta tirato su da dei fili invisibili.
—Ti sei fatto male?—disse l’alpha, preoccupato.
Stiles lo guardò con la sua solita espressione, quella che faceva specialmente quando sentiva cose assurde e senza senso. Aveva gli occhi fuori dalle orbite e una smorfia buffa incorniciava la sua bocca.
—No, mi sono solo rotto una gamba e ho solo distrutto una lampada con la mia testa, sto benone!—il suo tono ironico era in contrasto con la linea sottile che ormai erano diventate le sue labbra.
Scott, dispiaciuto, prese del ghiaccio dal frigo e lo pose in una bustina, mettendolo sulla ferita che l’amico aveva sulla testa.
—Non era un sogno, Stiles. Lydia ha davvero fatto e detto quelle cose. Ora tocca a te. Che cosa hai intenzione di fare oggi? Magari potremmo organizzare un’uscita a quattro!!—Scott mentre parlava non si rese conto che ormai Stiles era perso in chissà quale universo. Aveva la faccia ridotta a un cencio e il colorito era cadaverico.
Scott lo prese per una spalla e iniziò a strattonarlo per ricevere un qualsiasi segno di vita.
Stiles finalmente ritornò alla realtà.
—Scusami amico. Stavo solo pensando al fatto che…ora io e Lydia usciremo insieme. Da soli. Spesso. E ci baceremo. Tanto. Sempre. Molto.—
—E’…è questo quello che fanno due persone che stanno insieme.—Scott lo guardava in modo strano e accigliato.—Sei sicuro che il colpo che hai preso non sia più grave del previsto? Ti porto in infermeria, forse è meglio.—
Stiles non sentì nulla di quello che gli aveva appena detto il suo migliore amico. Il suo cervello era rimasto alle parole “stanno insieme”; gli rimbombavano nella mente come un’eco infinito.
—Stiamo insieme. Io e Lydia stiamo insieme. Dovrei…dovrei invitarla ad uscire, quindi?—
—Stiles sei sicuro al cento per cento di stare bene? Hai avuto altre ragazze, sai come funzionano queste cose.—
—Ma nessuna di queste era Lydia Martin, capisci? Lydia.—nel pronunciare il suo nome, gli occhi gli brillarono. Scott sorrise, stringendogli una spalla.
—Già. Finalmente la stydia è diventata canon.—

***
 
                                                                                                          
 

Stiles si trovava fuori il cinema del posto.
Si guardava attorno con aria spaesata e irrequieta, le mani gli tremavano come foglie al vento.
Solo quando si girò per la millesima volta verso sinistra, una visione celestiale gli riempì gli occhi di una luce scintillante: Lydia.
Aveva quella cascata di capelli color biondo fragola racchiusi in una treccia, un vestitino forse un tantino corto per i gusti del ragazzo, anche se non poteva già sembrare geloso, d’altronde era solo la prima uscita, no?
Se avesse espresso un parere riguardo questo argomento, di sicuro  Lydia sarebbe scappata via a gambe levate.
Era bellissima, eccome se lo era.
Nonostante l’aspetto notevole, aveva qualcos’altro che attirava chiunque si trovasse nei suoi paraggi: quella semplicità e dolcezza che trasparivano dai suoi occhi, quel sorriso che faceva accapponare la pelle, quella fossetta delicata che si creava all’angolo della bocca, quel dolce profumo di buono imprigionato in una lunga scia che lasciava ogni qual volta passasse.
In quel momento sembrava un angelo.
Stiles rimase a bocca aperta per quella che sembrò un’eternità.
Solo quando Lydia si avvicinò-tanto da vedere quelle screziature d’oro colato nei suoi occhi-le sorrise a sua volta.
—Cccc…ciao Lydia.—
Perché balbettare giusto in quel momento?
—Ciao Stiles.—
Lydia lo guardò, sorridendo di nuovo.
La bacio o non la bacio? La bacio o non la bacio?
Stiles non riusciva a pensare ad altro.
Quella voglia e quel vuoto nello stomaco gli suggerivano rumorosamente di farlo il più presto possibile.
Seguì il consiglio.
Tirò la ragazza a sé e guardandola negli occhi la baciò.
Fu un bacio dolce e romantico, quelli che desideri ricevere almeno una volta nella vita, quelli che vedi in quei film strappalacrime; quelli per cui il mondo trema, i pianeti si allineano perché due anime gemelle si sono finalmente riunite dopo varie peripezie.
Appena le loro labbra si staccarono, ecco che comparve quella fossetta all’angolo della bocca di Lydia.
Stiles trattenne il respiro guardandola.
—Che ne dici di…entrare? Ho scelto un film romantico, proprio come quelli che piacciono tanto a te.—Stiles sorrise, nonostante tutto di lui stesse andando a fuoco. Le mani sudaticce e i capelli arruffati rendevano poco l’idea di quanto il ragazzo fosse agitato e nervoso.
Lydia stava per proferir parola quando tutta l’attenzione del ragazzo stranamente passò dalla ragazza ad un bambino dietro di lei che con gesti buffi lo incitava a prenderle la mano.
Era biondo con dei bellissimi occhi cangianti.
In quel momento stava ridendo guardando la goffaggine di Stiles.
L’espressione di quest’ultimo era a dir poco accigliata e furiosa. Aveva di nuovo gli occhi fuori dalle orbite e per poco dal naso non gli usciva fumo, come quei tori imbestialiti.
Come poteva essere deriso da un moccioso? Gli avrebbe dimostrato che non era una frana come sembrava.
Stiles rivolse nuovamente la sua attenzione su Lydia, la quale lo stava guardando in modo interrogativo.
—Stiles sicuro di stare bene? Mi sembri strano. Non che sia una novità, ma mi sembri più strano del solito.—Lydia inarcò un sopracciglio in attesa di risposta.
—Sto bene, non preoccuparti.—disse Stiles, prendendo velocemente la mano di Lydia e stringendola nella sua.
Appena fece questo la ragazza sorrise imbarazzata, abbassando la testa.
Stiles non aveva mai visto cosa più bella.
Lydia imbarazzata poteva essere considerata l’ottava meraviglia del mondo per lui. In realtà, semplicemente Lydia lo era.
—Entriamo che il film sta per cominciare!—disse Stiles mentre varcava la porta. Prima di farlo però, si girò un’ultima volta verso il bambino-che continuava a ridere-e gli fece una linguaccia per poi entrare, confondendosi con il buio.


***
                                                                                                   
 
 
Quel film per Stiles era davvero noioso.
D’altro canto, però, vedere Lydia così assorta e con aria sognante lo ripagava da ogni cosa.
Avevano comprato un sacchetto pieno zeppo di pop-corn, altezza quasi pari a quella del moccioso fastidioso, e ogni volta che metteva le mani per prenderne una manciata, si rendeva conto di come lui e Lydia fossero in sintonia e in simbiosi; appena inseriva quella mano ossuta in quell’involucro di plastica, ecco che la mano della banshee faceva la stessa cosa.
Come accadeva, le loro dita si sfioravano, provocando in entrambi brividi di freddo.
Ancora dovevano abituarsi a quella situazione. Per Stiles era un qualcosa di assurdo.
L’ aveva desiderato ardentemente per una vita intera e ora che finalmente era divenuto realtà, gli sembrava ancora uno scherzo, un sogno ad occhi aperti.
Eppure Lydia era lì, accanto a lui. Mano nella mano, con occhi fissi nei suoi.
Si stava avvicinando, pronta a unire le sue labbra con quelle di Stiles.
Il ragazzo tremava come una foglia.
I respiri ansimanti, la voglia di lasciarsi andare in qualcosa di più grande e proibito, il desiderio incombente di fondersi.
Erano ad un centimetro dall’altro quando, all’improvviso, il bambino che Stiles aveva visto fuori si intromise, posizionando il suo viso tra quello dei due ragazzi.
Lydia rise, mentre l’espressione di Stiles era a dir poco furiosa.
—Finalmente ce l’hai quasi fatta, ragazzino. Pensavo non le avresti mai dato un bacio. —gli occhi vispi del bimbo diventarono ancora più vispi guardando lo sguardo accigliato di Stiles.
Qust’ultimo inalò più aria possibile per non rispondere.
—Dovresti muoverti, visto che lei è bellissima. Sicuramente ci sono tanti ragazzi che le fanno la corte. —Il bimbo guardò Lydia con occhi che sembravano due cuoricini. La ragazza sorrise, mentre Stiles sentiva un fastidio allo stomaco, come se fosse attorcigliato.
—Dovresti essere all’asilo in questo momento, a giocare con i lego e non qui a dare consigli ad una persona che potrebbe essere addirittura tuo padre. —disse Stiles fiero, come se avesse dato la risposta del secolo.
Lydia stava trattenendo una risata lunga quanto il Nilo. Stiles, che lo ammettesse o no, era ancora un bambino. La ragazza amava quando questo suo lato “infantile” prendeva il sopravvento. Solo uno come lui avrebbe potuto prendersela o litigare con una persona di circa dieci anni più piccola.
Un secondo dopo un brusio di sottofondo attirò l’attenzione dei ragazzi.
Erano le persone sedute dietro Stiles che lo esortavano a fare silenzio.
Il viso del ragazzo diventò paonazzo, ancora di più vedendo il bambino prendersi gioco di lui.
Continuava a fargli linguacce e smorfie buffe solo per il gusto di irritarlo.
Stiles lo sapeva, ma lo stesso non riusciva a contenere l’immenso fastidio che stava provando in quel momento, fastidio che gli stava contorcendo le budella e che per la prima volta gli aveva fatto avere istinti omicidi verso un ragazzino insolente.
Lydia guardava la scena divertita.
Sapeva che con Stiles non si sarebbe mai annoiata.
Appena Stiles si girò verso la sua ragazza, un senso di profondo imbarazzo si impossessò del suo corpo; a che cosa stava pensando Lydia guardando quella scena? Magari al fatto che lui era troppo infantile e quindi non sarebbero mai potuti andare bene insieme?
Stiles respira. Stiles respira.
La sua mente lo esortava a calmarsi.
—Ha ragione tuo padre, sei troppo paranoico. —
Lydia pronunciò queste parole fissandolo negli occhi.
Stiles rimase a bocca aperta; era come se la ragazza gli avesse letto nella mente.
Pensandoci meglio, da sempre entrambi riuscivano a capire cosa pensava l’altro solo attraverso uno sguardo.
Era un potere speciale, tutto loro.
Quella era una delle cose più importanti, una delle cose che li rendevano Stiles e Lydia.
—Come sai…come sai a cosa…—
—a cosa stai pensando in questo momento? Facile. —disse Lydia, prendendosi una pausa alla fine della frase e poi ricominciando a parlare: —quando hai quell’espressione da ebete, ossia quando spalanchi leggermente gli occhi e hai la bocca socchiusa, vuol dire che stai pensando a qualcosa che hai fatto che potrebbe farmi imbarazzare.
Vista la situazione, non ci vuole un genio per capire a cosa ti riferisci.
Poi, dopo averci pensato e dopo essere arrivato ad una risposta, corrughi la fronte.
Quella è la fine.
Significa che hai incominciato a pensare cose assurde, del tipo “se faccio questo a Lydia non piacerò mai, non potremmo mai stare insieme, bla bla bla”. —.
Stiles sembrava un ebete.
Sapeva che Lydia lo conosceva bene, ma non pensava fino a quel punto.
In un minuto aveva descritto al meglio cosa gli era passato per quella dannata testolina.
—Sappi una cosa Stiles. Io ti amo per come sei, per ogni singola sfumatura del tuo carattere. Ti amo perché mi hai fatto capire che sono speciale così come sono, perché hai sempre avuto fiducia in me e nelle mie capacità. Ti amo perché sei così Stiles che non chiederei mai di meglio, non ti chiederei mai di essere diverso da come sei.
Non farmi ripetere queste parole sdolcinate un’altra volta perché poi significa che dovrei ucciderti e mi dispiacerebbe. —
Lydia guardò Stiles sorridendo.
Il ragazzo era perso in chissà quale mondo.
Sentire queste cose da Lydia,  Lydia Martin, lo aveva destabilizzato come non mai.
Una felicità e un’adrenalina percorsero improvvisamente il suo corpo, tanto da alzarsi in piedi e prendere la mano della ragazza nella sua.
—Se è così allora posso fare finalmente questo, volevo farlo da quando siamo entrati. —
Stiles prese la scatola di popcorn e la svutò in testa al bambino, il quale iniziò a piangere.
—Beccati questo nanetto! —gli disse con un ghigno compiaciuto.
Lydia rimase esterrefatta.
Una specie di “guardia del cinema” si avvicinò al ragazzo pronto a parlargli e a fargli chissà cosa, ma Stiles lo anticipò dicendo: “lo so, usciremo da qui immediatamente e non ci metteremo mai più piede. Anzi, utilizzate un cartello con la scritta Wanted e la nostra foto, ho sempre desiderato una cosa del…—
—Stiles! —lo interruppe Lydia con tono autoritario.
—Hai ragione Lydia, basta dilungare. Quello che volevo dire era…Au revoir! —e dicendo questo tirò Lydia a sé e cominciò a correre come un ossesso, trascinando la ragazza di qua e di là, inseguiti da quell’uomo che era più furioso che mai.
 

***
 

Stiles e Lydia finalmente erano riusciti a seminare la guardia.
Lydia prese lo specchietto che aveva in borsa e cominciò ad aggiustarsi il trucco.
—Stiles posso accettare tutto, ma queste corse improvvise e faticose no. Ne va del mio trucco. Guarda i capelli poi! Tutti arruffati! —.
Stiles roteò gli occhi.
—Se solo non ci fosse stato quel moccioso fastidioso…—.
—Se solo non ci fossero stati due mocciosi fastidiosi…—disse Lydia, posando lo specchietto nella borsa.
Stiles la guardò con espressione interrogativa.
Ci pensò un attimo su, poi aggiunse: —ah ah ah! Simpatica. —.
Lydia sorrise e gli strinse la mano.
—E dimmi,  gli appuntamenti con te saranno tutti così assurdi e…insoliti? —
—Oh, ma chi ti dice che questo è finito? Ci sono altre sorprese per te. —disse Stiles ammiccando.
Lydia si mise una mano sul viso, affranta.
—Se le altre “sorprese” sono come queste, preferisco evitare. —disse la ragazza con sguardo rassegnato.
Stiles le rispose con un’espressione a dir poco infastidita, per questo Lydia lo tirò a sé e lo baciò.
—Dopotutto Stiles Stilinski, con te non ci si annoia mai. —
Parole sussurrate all’orecchio che causarono brividi lungo la schiena del ragazzo, poi silenzio. L’unica cosa che si sentiva erano i battiti accelerati dei loro cuori.
 
 
 
TO BE CONTINUED…
 
   
 
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