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Autore: Spensieratezza    18/03/2018    6 recensioni
Sequel della storia "L'ultima riga delle favole." e quarta storia collegata al ciclo delle fiabe.
Questa storia racconta il dolcissimo legame tra Jared e suo fratello Dean. Una storia romantica e struggente, piena di sentimento.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Come nelle favole'
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Quando Will se ne fu andata un’altra volta, Jared cominciò a raccontare a Jensen tutto quello che aveva provato e visto, prima con il fatto della strana lingua misteriosa e poi sullo strano flashback dell’acqua.

I due ragazzi però avevano un concetto diverso, per quanto riguardava il timone di precedenza!

Jensen era rimasto traumatizzato dallo scoprire che Jared aveva ricordato o immaginato di essere dentro una bara e voleva ovviamente continuare a parlare di questa cosa, mentre Jared, proprio perché era una cosa terribile e provata in prima persona, voleva fare di tutto per non pensarci e concentrarsi così sul fatto della lingua misteriosa e si arrabbiò del fatto che Jensen non sembrava prendere troppo sul serio quella storia.
 
“Non stai ascoltando! Non stai prendendo sul serio quello che ti sto dicendo, lo sento!” disse Jared scocciato.

“Maledizione, Jared, mi hai appena detto che hai ricordato o immaginato di stare affogando in una bara sott’acqua! Secondo te, a quale notizia posso pensare di dare la precedenza? Ragiona anche tu!!” disse Jensen scazzato.

Jared si passò una mano tra i capelli, esasperato. Il concetto delle loro età, le loro VERE età, era stato tutto un turbinio confuso di ricordi, di consapevolezza più o meno fittizia e di illusioni. Nel mondo della bella e la bestia, lui aveva 22 anni e Jensen 26, eppure, forse per via del suo stato “bestiale”, sembrava Jensen quello più piccolo.

Dopo che Jensen lo fece tornare al suo stato umano e spezzò la maledizione della bestia, Jensen era tornato ad avere 17 anni e quindi probabilmente anche lui ne aveva 17, visto che frequentavano incredibilmente la stessa classe!

Passarono due anni e arrivarono ad averne 19, ora però, si trovavano in un limbo spazio temporale in cui, continuavano a cambiare l’età in base ai ricordi, ma, quando si ritrovavano insieme, a parlare della cosa, avevano rispettivamente Jensen 16 anni e Jared 20.

Eppure, in quel momento, Jared si sentiva molto più piccolo di Jensen, rimproverato da quello che dava tutta l’aria di essere il più grande.
 
 

“Jensen, ascoltami. Ascoltami, per dio. Non capisci che, è tutto collegato? Quello che ho visto..riguardava ME, okay? Mi hai già detto che non ricordi di aver detto nessuna parola STRANA, in questo ricordo che, riveli di aver vissuto anche tu. Sto parlando della sera del ballo, concentrati, Jens, ti prego.” disse Jared, sperando che il suo compagno gli avrebbe dato ascolto.

Jensen dava l’aria di voler protestare ancora, quindi Jared ci riprovò:

“Ascolta, questa parola segreta, potrebbe nascondere ALTRO. Potrebbe portarci all’altro grande mistero e cioè scoprire che cosa mi è successo davvero e  chi ha cercato di uccidermi, facendomi affogare, ma ho bisogno di tutto il tuo aiuto e la tua collaborazione, per risolvere l’arcano, ti prego.”

Jensen sospirò. Capì che Jared aveva ragione.
 
“Va bene. Iniziamo da quel giorno, di che cosa vuoi parlare?” disse Jensen.

“Cominciamo da quanti anni avevamo...se era il ballo della scuola, io avrei dovuto avere 18 anni..tu 14, giusto?” chiese Jared.

“Sì, esatto.”

“Per capire perché quel ricordo è tanto importante, dobbiamo cercare di ripercorrere quel ricordo, cercando qualche stranezza…vediamo..tu cos’hai provato quel giorno?” gli chiese Jared.

“Camminiamo, vuoi? Sono un po’ nervoso. Stare qui mi mette a disagio.” Disse Jensen, indicando la serra e così uscirono sul giardino esterno, che era illuminato da un sole caldo.
 
 
“Okay” disse Jensen, respirando l’aria esterna. “ Beh, io..ero già innamorato di te, ovviamente ed ero geloso all’idea che tu..”

“Aspetta un attimo…già? Avevi 14 anni.” disse Jared basito.

Jensen si spostò un po’ a disagio. “Credo che abbia cominciato ad infatuarmi di te verso i tredici anni..o forse è stato sempre così…il mio però era un amore puro, come accade sempre nei ragazzini di quell’età..”

“Ok, ok, vai avanti..”

“Io ovviamente mi ero accorto del tuo nervosismo e della tua ansia crescente..quando sono riuscito a mettere da parte la mia accecante gelosia, capìì che tu eri molto depresso e decisi di venire al ballo. Non avevo davvero bisogno di una scusa. Anche i famigliari dei ragazzi erano invitati..e c’erano altri miei amici, ma confesso di esser venuto con la speranza che tu facessi esattamente quello che hai fatto..invitarmi a ballare. Non ricordo nessuna parola misteriosa e questo è tutto.”
 
Jared rimuginò tra sé e sé, chinandosi per toccare un fiore viola.

“Questo dimostra solo una cosa..”
“E cioè??”

“Che la cosa riguarda solo me.”

“Non capisco, Jared.” disse Jensen.

“Non è qualcosa che ci accomuna. Ti ho chiesto di parlarne, perché la parola che io ho sentito e che tu non ricordi, potrebbe essere una sorta di codice, un anagramma, una parola magica o qualche altra cosa. Ho pensato che qualsiasi cosa fosse, l’avessimo decisa insieme. Come una parola in codice, ma se tu non ricordi di averla pronunciata, ci sono solo due possibilità. O hai dimenticato tu quella parola, o sono io ad averla dimenticata. Il fatto che non suona comprensibile al mio udito e il fatto che tu non la ricordi, ha solo due possibilità. O tu non sei in grado di ricordarla, o io non sono in grado di ricordare quello che tu hai detto in lingua comprensibile. Il fatto però che io sento questa parola e tu NO, mi induce a pensare che riguarda me direttamente.”

“Certo che riguarda te, Jared. Eravamo d’accordo che ormai tu fossi convinto e sicuro che io ti stessi chiamando con il tuo nome. In fondo hai sentito questa parola anche nell’altro ricordo, no?” disse Jensen.

“Sì, ma…non ha senso! “ disse Jared.  “Insomma, sarebbe più comprensibile se fossi al TUO POSTO, perché tu prima eri Dean e ora sei Jensen, no? Insomma, ti sei reincarnato in quello che sei ora, cioè Jensen. Se io fossi al tuo posto, sarebbe abbastanza normale che ora avessi qualche difficoltà a capire qual è la mia vera identità, io non ho dovuto reincarnarmi, perché non sono morto. A causa di quello che è successo con gli spiriti maligni, a causa dei numerosi incantesimi che hanno finito per trasformarmi nella bestia, io..sono rimasto giovane. Eppure io sono quello che sente la parola misteriosa, tu NO.”
 
Jensen ci pensò su.  “Possibile che ti chiamassi AMORE? Magari eravamo fidanzati già allora e non lo ricordiamo?” chiese Jensen.

“Escluderei questa ipotesi. Noi non ci siamo mai messi insieme, Jensen. Mi hai rivelato di amarmi solo in punto di morte.”

“Questo non è propriamente vero…una volta te l’ho gridato." Disse Jensen.

“Cosa? Non è vero!” si ribellò Jared.

“Non ricordi..non importa..ricorderai, presumo. Siamo qui per questo.” disse Jensen. “Tornando alla lingua aliena, Io direi che il tuo primo pensiero era giusto. Magari la parola che hai sentito, non era davvero il tuo nome, ma una parola magica, o una parola in codice che usavamo spesso. Magari dicevo Merda o fagottino, era magari una parola in codice per dire: siamo nella merda!”
 
Jared fece una smorfia. “E questo cosa c’entrerebbe con il secondo ricordo?”

“Magari era una parola così famosa che conoscevano in tanti!”

“Jensen, no, no, no! è una parola che significa TANTO. Me lo sento. È per questo che io non riesco a sentirla o a capirla. Credo che entrambi siamo d’accordo sul fatto che l’incomprensibilità della parola, nasconda altro. È come un ricordo mascherato. Non sento davvero la parola per quello che è davvero e ciò dimostra solo una cosa, che sono IO che devo sentirla. Il fatto che tu la sciorini con così tanta disinvoltura ma non ti accorga di star parlando una lingua aliena, vuol dire solo una cosa. Che stavolta sei un telespettatore inconsapevole.

Jensen lo guardò con tanto d’occhi.
“Sono un che cosa?”

“Quel ricordo non era fatto PER NOI. Capisci? Era PER ME e solo per me, per farmi capire delle cose. Will ha cercato di spingermi ma io non ho capito ancora e ha dovuto darmi una spinta. Mi ha fatto rivivere un orribile ricordo, nella speranza di scuotermi e nonostante ciò, io NON RICORDO ancora, di aver vissuto una cosa del genere. Non abbiamo scoperto niente di nuovo, eccetto il fatto che quella parola misteriosa è comparsa per ben DUE VOLTE, una volta addirittura in un momento che io NON RICORDO.”
 
“Okay..” disse Jensen, strofinandosi il viso. “Ci sono ormai solo DUE possibilità, Jared.”

“Dimmele. Oramai non mi stupirei più di niente.”

“La prima possibilità è che tu sia stato ipnotizzato. Sì, non fare quella faccia..dopo tutto quello che abbiamo passato, credi sarebbe una ipotesi tanto inverosimile? Sei stato ipnotizzato, magari proprio dalla fata malefica ed è per questo che senti lingue aliene veleggiare nell’aria, magari stavi uscendo fuori di testa, magari era lo scopo della fata….per quanto riguarda la storia della bara sott’acqua, proprio perché eri sotto quell’effetto malefico, non ricordi che magari ha cercato di ucciderti. La cosa strana è che neanche io ricordo mai una cosa del genere,  quindi , arriviamo alla seconda ipotesi..”

“Dimmi..”

“La seconda ipotesi, è che tu prima di essere Jared, eri qualcun altro.”

Gli occhi di Jared si allargarono ancora di più.

“Che c’è? In fin dei conti io sono stato Dean e ora sono JENSEN, nessuno più di me può credere alla reincarnazioni e alle vite passate, è così assurdo che tu prima di essere stato Jared, fossi qualcun altro?”

“Io non…non voglio neanche pensarci! È troppo assurda questa cosa. Non posso sostenere anche questo.” si ribellò Jared.

“Mmm..mi sa che questa lunga riflessione non ha portato a molti risultati.” Disse Jensen.

“Lo credo anch’io, quindi perché non arriviamo direttamente alla rivelazione di Will? Ci ha sganciato una bella bomba lei.” Disse Jared.
 
“Già..la fata che ci ha aiutati e che pensavamo fosse dalla nostra parte, alla fine ci odia? O comunque odia me..ma certe cose non mi tornano. Se mi odiava così tanto, perché finse di volermi aiutare, quando sono stato trasformato in una bestia?”
 
“Un giorno si presentò da me una fata. Mi disse che sapeva quello che avevo fatto. Diceva che mi ero erogato da solo a giudice a boia, che credevo di essere un Dio, ma che il fatto che volessi distruggere il male, non significava che amavo l’amore. Era stato il mio odio a rendermi grande e ora dovevo dimostrare di essere in grado di amare. Amare davvero.”

Jensen chiese allora:

“In che modo?”

“Mi diede una rosa magica. Mi disse che sarebbe stata la mia linfa vitale, responsabile anche della mia dualità. L’uomo e la Bestia. Il ragazzo che ero stato, sarebbe apparso come un principe delle nevi, da un cuore gelido. La bestia avrebbe rappresentato un animale. La furia di un animale che ha capovolto il mondo per ottenere quello che voleva e poter soggiogare tutti. Ogni giorno, sarei stato per metà umano e metà bestia. Sarei vissuto eternamente giovane ma eternamente condannato a questa trasformazione, sarebbe cessata solo se avessi trovato qualcuno che mi amava. Quando chiesi il perché di questo castigo, mi venne detto che non avevo capito niente. La fata non mi stava castigando ma premiando. La negatività che io cercavo di distruggere, estirpandola dal corpo delle persone, veniva a ricercarmi per attaccarmi. Non poteva però entrare dentro di me perché ero protetto dal siero, ma questo paradossalmente mi esponeva ancora più al pericolo. La negatività infatti se non poteva entrarmi dentro, poteva diventare vendicativa e tentare allora di uccidermi.”

“Può farlo?” chiese Jensen esterrefatto.

“Ricevetti numerosi attacchi notturni da presenze nel cuore della notte. Credevo fossero spiriti e invece era il male che cercava un rifugio e sapeva che ero stato io a scacciarlo, quindi se la prendeva con me. Purtroppo io potevo solo scacciarlo ma non ucciderlo. Quello avrebbe dovuto farlo il siero ma non potevo più ricrearlo in laboratorio. Mi mancavano i mezzi. Non ero più uno scienziato.”

“Mmm…siamo rimasti alla fata..” disse Jensen. che lottava per mantenere il filo del discorso.

“La fata mi disse che solo maledendomi, mi avrebbe salvato. Infatti solo accettando una punizione per quello che avevo fatto, potevo placare l’ira del cosmo e degli spiriti della Terra.
Se essi vedevano che pagavo un prezzo, mi avrebbero lasciato vivere…e il prezzo era che per quanta negatività estirpassi, il mio corpo si sarebbe abbruttito, ma potevo comunque tornare bello in certe ore del giorno. Avrei potuto liberarmi di questa maledizione solo se avessi trovato qualcuno da amare. Allora gli spiriti non avrebbero potuto più toccarmi.”
 
 

“L’ha fatto per castigarti, fingendo di volerti aiutare.” Disse Jensen.

“Ma perché? Eravamo già separati. Non aveva bisogno di farlo. Tu eri morto, Jensen!” disse l’altro.

“Will continuava a dire che la fata aveva fatto tutto questo per separarci!” disse Jensen.

“Ciò significa che lei credeva che non eravamo ancora separati, senza il suo intervento. Come se io…potessi tornare da te.”

“Ma io SONO TORNATO da te, Jared.” disse Jensen.

“è stato solo…per un puro tripudio di coincidenze e quasi un miracolo, che tu abbia ricordato chi eri. Lei non poteva prevederlo. In ogni caso non c’era bisogno di fare tutta la pantomima dell’incantesimo della bestia.”
 
“Magari..è stata così addolorata quando sono morto, che ha voluto salvare e preservare la persona che amavo. Senza di lei tu saresti morto…e..” Jensen tacque all’improvviso.

“Will disse che la fata ha fatto tutto questo per separarci! Se io fossi morto..temeva che ci saremmo rincontrati??” chiese Jared con stupore e sgomento.

“Tutto questo non ha senso..io ho riavuto comunque una vita, dopo la morte…e…”

“Hai avuto una vita…tuo fratello Misha! Era tornato, assieme a noi, la fata l’aveva fatto tornare! Era un suo regalo, ricordi?”
 
Fin dal momento che Jared aveva fatto il nome di Misha, Jensen aveva assunto un’espressione perplessa e confusa, via via sempre più stranita, man mano che concludeva la frase.

“Chi?”
Jared era sgomento.



“Jensen, stai scherzando?? Tuo fratello Misha! Hai pianto per lui, temevi che stesse per morire di tubercolosi, quando eri con me al castello della bestia, non ti ricordi??”

“Io..io non….forse..Misha!” disse, colpito da un flash improvviso. “Dov’è?? Cosa gli è successo?” chiese Jensen d’un tratto spaventato.

Quel comportamento spaventava Jared molto di più di tutto il resto, anche se non avrebbe dovuto spaventarlo, visto che perfino lui, si era scordato del fratello di Jensen. Almeno fino a quel momento.
 
Un pensiero orribile poi, colpì Jared in pieno petto. Forse in realtà lui non era mai diventato La bestia. Forse lui aveva sognato TUTTO. Aveva sognato la fiaba, aveva sognato il ritorno di Dean come anima reincarnata, perché troppo era il dolore di averlo perso. Forse aveva cercato di uccidersi per via del TROPPO DOLORE. Forse alla fine qualcuno lo aveva salvato!

No! Non avrebbe potuto sopportare, non avrebbe potuto sopravvivere a quel dolore. Si sarebbe ucciso piuttosto. Non avrebbe potuto sopportare di perdere Dean un’altra volta. No, non questo. Non di nuovo.
 


“Posso sentire i tuoi pensieri, Jared.” rivelò Jensen. Solo in quel momento, Jared si accorse che aveva afferrato Jensen, per il colletto della maglia e sembrava un pazzo, con gli occhi pieni di lacrime.

“Perdonami, io non so che cosa mi sia preso.”

“Io sì. Non fingere con me, Jared. “
“Che cosa?”

“Lo posso sentire da come mi guardi, da come stai piangendo. Stai arrivando alla mia stessa conclusione. Che forse io non mi sono mai reincarnato, così come tu non sei mai diventato la bestia. Quel tuo sogno in cui sei sott’acqua. È stato la tua tomba d’acqua, sei finito in coma e hai sognato tutto.”

“NO.”

“Un bellissimo, meraviglioso sogno, in cui noi due ci rincontriamo e siamo finalmente felici e insieme. Un’altra possibilità per noi, dove non siamo fratelli e dove possiamo amarci. Ma ora stai morendo, Jared. O ti stai risvegliando. E il sogno..è finito.” Disse Jensen.
 

“NO.”

SCIAFF


Uno schiaffo rivolto a Jensen.

Jared non voleva farlo, ma troppa era la rabbia.

Jensen a malapena girò la faccia. Rimase impassibile, allora Jared gliene diede un altro e stavolta barcollò un po’.
SCIAFF
 
Un terzo schiaffo e Jensen cadde a terra.



Jared si inginocchiò e lo afferrò per la maglia. Era iroso. Neanche quando era la bestia, era arrivato a sentirsi così arrabbiato.
 
“Non puoi dire certe cose..”

“Jared..o sono morto..e tu stai vivendo questa cosa da solo..oppure sono diventato un fantasma e hai coinvolto entrambi in questo SOGNO, perché tu non riesci..a lasciarmi andare..”

“Non è vero.”

“Questa cosa non può continuare. Non possiamo continuare a vivere in questo limbo di immaginazione e sogno. Questa dimensione, questo sogno si sta sgretolando. Sta marcendo, ucciso da un’ossessione. Ti amerò per sempre, ma tu ora devi – lasciarmi – andare.”
 
Parlava a fatica, per via del dolore, dell’anima e degli schiaffi ricevuti.



Jared, incurante e privo di ogni compassione ormai, gli diede un altro schiaffo.
 
“E guarda che ci sto prendendo gusto! Non costringermi a dartene altri! Dopo tutto quello che abbiamo passato, tu sei OBBLIGATO a credere in noi, ME LO DEVI.”

“Jared…”

Devi credere che tutto quello che abbiamo passato, è reale e non è un’illusione. Me lo devi, ti prego. Abbiamo salvato tuo fratello dalla consunzione, ti ricordi? Non puoi averlo dimenticato!”
 
Jensen scosse la testa e cercò di sorridere, con le lacrime agli occhi.

“Quello che io ricordo, non è mio fratello. “
“Cosa?”

“L’unico fratello che io abbia mai avuto, è anche l’unico che avrei voluto avere e il Cielo, mi ha accontentato, donandomi questa grazia. Non c’è niente che avrei desiderato di più al mondo.”

E sul finire di queste parole, accucciato tra le sue braccia, Jensen gli diede un dolce bacio, mentre le sue guance si rigavano di lacrime.
 
E i due ragazzi scomparvero un’altra volta.
 
 






















Note dell'autrice: 

ora vorrete tutti rincorrermi con un bastone, lo so!! xd lasciate prima che vi dica una cosa! Il fatto che i due siano arrivati a questa conclusione, non significa che la loro conclusione sia giusta. Ammetto che non avevo contemplato questo capitolo e che nonostante la mia ritrosia per l'angst, mi è piaciuto davvero TANTO. Se ci pensate, il fatto che sia stato tutto un SOGNO di Jared, perchè non poteva vivere senza il fratello, è terribile e stupendo! Voi mi conoscete però,per quanto posaa sembrare stupendo, è anche qualcosa di già visto in varie opere e io se c'è una cosa che odio, è essere banale e ripetere cose già viste ^_^ in più ho anticipato che ci saranno ancora molte sorprese, anzi, già tremo, perchè visto che ci saranno altri flashback e tutto il dramma c'è stato ora, non so come potrò andare avanti xd ma ci provo! Ho mal di testa perchè sto capitolo sono TRE ORE che lo sto scrivendo. Sta storia sarà la mia rovina xd

ps allego anche i capitoli dove si parla di Misha, per chi non si ricorda del fratello di Jensen, che compare solo tre volte nella mia prima storia

CAPITOLO 19 : jensen vede Misha nello specchio https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3499189&i=1

CAPITOLO 20 a casa di Misha:

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3499589&i=1

IL RITORNO DI MISHA:

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3510306&i=1

PS ovviamente Misha sapeva tutto. Alla fine era stato informato che erano in un nuovo mondo..nel prossimo si spiega ma se non avete voglia di leggere anche l'altro, prossimamente vi farà un piccolo riassunto xd scusatemi per il capitolo molto lungo xd ma non saranno tutti così!

ps ringrazio TEAMFREEWILL per avermi illuminato ul fatto che il ballo della scuola si fa quando si ha diciotto anni..io non lo sapevo xd
   
 
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