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Autore: Soul_s24    04/06/2018    4 recensioni
[What if?] [Katsudeku/Bakudeku] {VILLAIN!Deku}
"Potresti farcela anche senza poteri? No, mi dispiace. È qualcosa che non posso dirti."
E se Midoriya Izuku, preso dallo sconforto a causa delle parole di All Might, non provasse a salvare Bakugou, ma sprofondasse nella disperazione più totale?
«Perchè la speranza è l'ultima a morire, ma la prima ad uccidere.»
!WARNING: ANGST-ANGST EVERYWHERE- AND OOC!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La canzone che ho ascoltato durante la stesura del capitolo, se voleste ascoltarla anche voi: https://youtu.be/scd-uNNxgrU Image and video hosting by TinyPic

CHAPTER VII: Guilty

 

The ghost of you,
is close to me
I'm inside out,
You're underneath.”

 

 

Il profumo dei fiori.

Fu la prima cosa che i sensi di Katsuki distinsero.

I fili d'erba lucida, pizzicandogli fastidiosamente il naso, lo costrinsero ad alzare il capo e a sbattere più volte le palpebre, per abituarsi a quel cielo troppo luminoso.
Quando la luce non gli pizzicò più gli occhi, si perse, per quelle che a lui parvero ore, ad ammirare la distesa azzurra, troppo limpida per essere vera.
Un candido fiore finì schiacciato sotto la sua mano, quando si alzò incespicando.
Il ragazzo si guardò intorno. I suoi sensi non erano, però, allertati. Non era confuso, né irritato come al suo solito.
Era solamente calmo. Dannatamente calmo.
Un prato variegato, dipinto di verde e puntinato di bianco, si stagliava ai suoi piedi, estendendosi per chilometri e chilometri, sparendo oltre quel confine ove la sua vista non poteva spingersi. Le sue dita sfiorarono con delicatezza quei petali e il suo sguardo scrutò attentamente i fiori, così immacolati da parere surreali.
Così nivei da aver quasi paura di contaminarli, con quelle rudi mani, che alla delicatezza erano poco abituate.

Dove son-

Prima che la sua mente riuscisse a formulare un pensiero concreto, il suo corpo parve non obbedirgli più. Automaticamente, come spinto da una forza superiore, alzò lo sguardo da quei fiori, incontrando il giglio più bello che avesse mai visto.
I capelli, dello stesso colore di quel prato infinito, ad un solo passo da lui, ondeggiavano trasportati dal vento. Quelle mani affusolate, così vicine alle sue, parevano reclamarlo e voler essere reclamate.
Katsuki sentì il suo cuore rombare furioso nel petto. I grandi occhi luminosi fermi nei suoi. Il dolce nasino all'insù si arricciò, accompagnato da un sorriso.

Stupendo.

Avrebbe detto il biondo, se solo fosse stato capace di parlare, o anche solo pensare.
I pochi centimetri che li dividevano vennero annullati; quelle dita si sfiorarono e si tastarono delicatamente, fino ad intrecciarsi tra di loro, assaporando quel lieve e confortante calore.

Kacchan...”

Solo un soffio.
Solo quel nomignolo, pronunciato da quella bocca così casta.
E un brivido gli percorse la schiena.

Deku”

Quella parola non uscì aspra o sarcastica. Il tono con cui la disse racchiudeva solamente tutto il tumulto del suo cuore.
Le labbra quasi si sfioravano per quanto i loro volti erano vicini e le ciocche di capelli, trasportate dal vento, si mescolavano.
Smeraldo nell'oro.
Due colori così diversi.
Ma, allo stesso tempo, due gemme preziose perfettamente combacianti.
Prima che Katsuki potesse annullare finalmente la straziante distanza, assaporando quel contatto tanto agognato, qualcosa di inimmaginabile accadde.

Quegli occhi, tanto magnifici da togliere il fiato, persero la loro tipica lucentezza e il biondo si sentì trafiggere.
L'aria divenne così pesante da schiacciarlo come un macigno. Katsuki non riuscì più a respirare, i polmoni dolevano in apnea, l'ossigeno bloccato in gola.
Fece vagare lo sguardo febbrile intorno a sé. L'erba chiara si tinse di un colore più torbido, i fiori gradualmente cominciarono ad appassire, piegandosi doloranti su loro stessi e chiudendosi straziati.

Perchè...”

Quella voce irriconoscibilmente agghiacciante sussurrò contro il suo viso. Qualcosa, però, costringeva Bakugou a non guardare in faccia l'altro.
Un'emozione primordiale, che non aveva mai provato prima di allora, lo investì con tutta la sua forza e lo fece tremare.

Paura.

Le mani delicate del ragazzo dai capelli verdi ruppero quel contatto troppo dolce, ma divenuto, in quel momento, inadeguato. Si trascinarono più in alto, in una lenta agonia che fece rabbrividire Katsuki, e si arpionarono con forza alle sue braccia. Bakugou cercò di indietreggiare; il suo corpo, però, rimase bloccato in quella stessa posizione.
Quando finalmente riuscì a controllare i suoi occhi, cercò quelli dell'altro.

Bramò disperato la sua unica ancora in quella tempesta.

Ma al posto di essa incrociò solamente due terrificanti bulbi neri.

Perchè mi hai fatto questo?!”

Quando quell'urlo acuto ed incrinato gli perforò le orecchie, il sangue si gelò nelle vene.
I suoi vestiti cominciarono ad appiccicarglisi addosso, umidicci di una melmosa e ferrosa sostanza cremisi.
Non servì a niente cercare di scappare da quella morsa, improvvisamente troppo ferrea.

La frase, che quell'essere pronunciò in seguito, parve frantumargli all'istante tutte le ossa e strappargli spietatamente gli organi vitali.

 

Perchè mi hai ucciso!?”

 

 

*    *    *

Le sue palpebre si aprirono di scatto.
Gli occhi cremisi, però, incontrarono solamente il buio, che lasciava unicamente intravedere le varie forme degli oggetti nella sua camera. Bakugou, rompendo il silenzio con il suo respiro pesante e affannoso, si mise seduto. Le ginocchia vennero lentamente trasportate al petto e la mano strinse la fronte sudata, come per fermare il caos insidiato dentro la sua mente in subbuglio. Il cuore gli rombava furioso nel petto, così forte che Katsuki pensò lo sentissero anche i suoi genitori, al di là del muro spesso.

I ricordi cominciarono ad affiorare prepotenti, le dita si strinsero con forza ai capelli, quasi a volerli staccare bruscamente.

 

*    *    *

 

All'ennesimo colpo di All Might il Noumu venne scaraventato contro la cupola della struttura.
Il rumore improvviso di vetri frantumati sovrastò i respiri pesanti e il tremore dei muscoli imperlati di sudore, mettendo i presenti in allerta.
Le iridi cremisi, però, non prestarono minimamente attenzione a quello che stava accadendo nel campo di battaglia. Il loro totale interesse era indirizzato unicamente verso l'altro paio di occhi color smeraldo.

Quella voce.

Quel corpo.

Quel viso.

Katsuki si sentì affiancare dai suoi compagni, ma rimase immobile. Inconsciamente nella stessa identica posizione in cui si stagliava All Might, privo ormai di forze e con il fumo che, fuoriuscendo dal suo corpo debilitato, andava mescolandosi alla fastidiosa polvere ocra.
Bakugou?” Kirishima gli sfiorò leggermente una spalla, preoccupato nel vedere l'amico, per la prima volta, spaventosamente sconvolto.
Il biondo si risvegliò a quel tocco.

Tu...”

La rabbia invase il suo corpo e, mantenendo lo sguardo fisso sulla figura del giovane nemico, con un rude movimento, scansò la mano di Kirishima.
Il vecchio amico d'infanzia lo osservò divertito, dall'altra parte del campo.

La distanza tra loro due ormai divenuta insormontabile, i loro corpi divisi da un crepaccio sempre più profondo.

Izuku Midoriya, che aveva rinnegato da troppo tempo il suo nome, gli diede le spalle, senza più degnarlo di uno sguardo.
E, per la prima volta, Bakugou si ritrovò a fissare la schiena, sempre più lontana, di colui che aveva considerato una nullità, destinata a rimanere dietro di lui per l'eternità.

Com'è buffa la vita eh, Kacchan? Un tempo eri tu a darmi le spalle, ignorandomi mentre mi lasciavi cadere in frantumi.

Gli occhi di giada si rivolsero verso Tomura, lasciando trasparire un unico e velato ordine, che non ammetteva alcuna replica.
Andiamo via.”
Shigaraki lo guardò sprezzante, ma, capendo il loro svantaggio senza il Noumu, seguì il compagno, entrando per primo nel gate e sparendo alla vista dei presenti.
Izuku sfiorò a malapena il portale violaceo.

TU!”

Un grido rabbioso lo bloccò, risuonando in un eco nel campo silenzioso. La gola graffiò e il petto si mosse velocemente, a tempo con il respiro affannoso di Katsuki.
I due compagni al suo fianco strabuzzarono gli occhi confusi. All Might voltò a fatica la testa, guardando il suo studente. Il giovane Bakugou conosce quel ragazzo?

Brutto pezzo di merda!”

Quelle parole, sputate con ribrezzo e cariche di apparente odio, non sfiorarono nemmeno le orecchie di Izuku, ormai divenute sorde agli insulti.
La parte di lui, che tanto odiava, però, lo obbligò ad inchiodare i piedi, restando fermo davanti all'unica via di fuga rimasta.
E forse avrebbe dovuto ammetterlo: era estremamente curioso di ascoltare cosa aveva da dirgli il suo ex-carnefice.

Katsuki non riuscì a trattenersi, fremeva come un instabile animale in gabbia, con i polmoni incandescenti che urlavano pietà e il cuore che pareva essere stritolato da un'acuminata tagliola.

 

*     *     *

La mano ruvida stritolò con forza il vellutato collo del compagno di classe.
Un singhiozzò fuoriuscì dalle labbra martoriate e sanguinanti.
K-kacchan...ti prego...” un altro singulto, accompagnato da numerose lacrime, sgorgò da quella bocca “...e-essere un eroe è il mio sogno...voglio diventare come All-”
Chiudi quella merda di bocca!” gli sbraitò in faccia l'altro, stringendo ancora di più la presa, lì, dove, sicuramente, si sarebbe creato un segno violaceo a deturpare la pelle chiara.
Ma sai, Deku, hai detto bene...”quegli occhi, roventi come l'Inferno, si socchiusero malevoli.

Una nullità come te può solo sognare.”

 

*     *     *

 

Una dolorosa fitta lo obbligò a portare le dita sul petto, per afferrare saldamente la stoffa del costume. Il biondo strinse gli occhi, aumentando la stretta sul petto e gridando ancora una volta, con la mente travolta da così tanti sentimenti, troppo destabilizzanti per lui.

Non sognavi di diventare un eroe!?”

Izuku, a quelle parole, così patetiche e deprimenti, sogghignò, ignorando ancora una volta la parte di lui incancellata, che fremeva ad ogni singola sillaba pronunciata da quella voce ruvida.
Quando si girò, il suo sguardo si legò con quello disperatamente furioso del biondo; l'incrinato sorriso ancora persistente sul pallido viso.

Che cos'è un eroe, Katsuki?”

E, mentre l'avversario spariva definitivamente nel portale, per la prima volta nella sua vita, Katsuki Bakugou, sentì le gambe tremare.

 

 

*    *     *

 

Stanco, si lasciò cadere nuovamente sul materasso morbido.
Dall'asilo...
I suoi occhi seguirono il percorso del braccio robusto, mentre lentamente si sollevava in alto, la mano dischiusa come per afferrare qualcosa di irraggiungibile.
...alle scuole medie...
Le dita tastarono solamente l'aria tiepida.
...Siamo sempre stati insieme.

Improvvisamente la sua subdola mente lo ingannò, riportandolo indietro negli anni.
E Katsuki si perse, in quei ricordi sempre più vividi, con le iridi fisse in quel debole corpicino minuscolo, in quella piccola e delicata mano, tesa verso di lui.
Kacchan stai bene?”

Il suo braccio ricadde con rabbia vicino al corpo disteso.
Lo odia.
Lo odia così tanto.
Il ragazzo digrigna i denti e si alza velocemente. Non gli interessa se sia ancora presto, non resterà un minuto di più in quella camera, in quel letto.

E mentre, con la sua andatura ciondolante, sparisce sbattendo la porta, la luce di un nuovo giorno si insinua attraverso le tende, illuminando, sul ripiano più in alto dello scaffale, quel piccolo quadro dimenticato da troppo tempo.

 

Due piccoli bambini spiccano attraverso la polvere.

 

 

*    *    *

 

“Sbatti ancora qualsiasi porta e ti giuro che, come ti ho messo al mondo, ti ci tolgo!”
La voce insopportabilmente acuta della madre gli perforò i timpani, ma, ignorando la minaccia, Bakugou uscì di casa, richiudendo con forza la porta.
Stupida donna.
Con lo zaino malamente abbandonato sulla spalla, si avviò verso la U.A.
La strada davanti a lui, nonostante brulicasse di persone, gli sembrava così fredda.
Così vuota.
Le facce dei numerosi uomini che gli passavano accanto, erano indistinguibili, le loro voci inudibili.
Nessuno di loro era il ragazzo che veramente cercava, nessuno di loro lo sarebbe mai stato.

Improvvisamente una chioma verdognola entrò nella sua visuale, il respiro gli si bloccò in gola.

Quando, continuando ad avanzare sempre più velocemente, riuscì ad inquadrare meglio quel corpo, realizzò di essere corso verso qualcuno che non era chi stava sperando di trovare.
Inko Midoriya, a qualche metro di distanza, camminava a passo incerto, tenendo stretti tra le mani numerosi fogli. Gli occhi stanchi della donna si posarono su di lui e un peso insopportabile gli si depositò sullo stomaco.
“Katsuki! Da quanto tempo!” quel tono troppo dolce lo fece sobbalzare. In pochi secondi Inko gli si parò davanti, sorridendogli amorevolmente.
Non sorridermi così! Non guardarmi così!
Urlò la mente di Bakugou, sovrapponendo all'immagine della donna, quella identica del figlio.
“Stai andando a scuola vero? B-beh buona giornata!” ridacchiò, stringendo, in un movimento involontario, quei misteriosi fogli al petto.

Quel giorno anche suo figlio sarebbe andato a scuola.

Anche il suo bambino avrebbe fatto colazione e, prendendo il suo adorato zaino giallo, l'avrebbe salutata con un sorriso, annuendo alle sue numerose raccomandazioni. E lei, orgogliosa, l'avrebbe accompagnato alla porta, guardandolo sparire dietro al vialetto alberato.
Ma sapeva che sarebbe ritornato sempre. O almeno lo sperava.

Quel maledetto giorno.
Quella maledetta notte, però, uscendo dalla porta di casa, Inko non vide neanche il suo corpo allontanarsi. Solo la pioggia, che, irruenta, si faceva spazio sul suo corpo e sugli abiti, provocandole numerosi brividi di freddo. Ma quel gelo era stata l'ultima sua preoccupazione.

L'aveva cercato, aveva gridato il suo nome decine, migliaia di volte. Aveva urlato, pianto, ma tutto questo non era servito a niente.

Il suo bambino non c'era più.

 

Il biondo abbassò lo sguardo, scorrendo le parole una ad una. Il peso, che lo schiacciava, sempre più pesante.

Scomparso un anno fa

Midoriya Izuku

14 anni” *

 

 

“Grazie Inko, anche a te”
Altro non era che una frase forzata, accompagnata da un breve saluto meccanico.
Lei non sa.
Tutti i suoi movimenti erano diventati troppo difficili da eseguire, il suo corpo rimaneva bloccato, sotto quegli occhi ricolmi di dolore.
È giusto tenerglielo nascosto?

È giusto non dirle che tutto quanto...

...È colpa mia?

 

Spalancò gli occhi, a cosa diavolo stava pensando?
Cosa gli prendeva?
Il ragazzo superò la donna, ancora ferma nei suoi soffocanti pensieri. Accelerando il passo e spintonando bruscamente le persone via dalla sua strada, Katsuki cercò quell'aria che gli stava, sempre di più, venendo a mancare.

Non si girò. Non guardò indietro.

Non ne aveva il coraggio.

 

*    *    *



La porta del retro venne aperta con un lungo scricchiolio.
Hitoshi fece qualche passo in avanti, prendendo delle profonde boccate d'aria. Chiuse gli occhi violacei, ascoltando la calma e la tranquillità di quel luogo.
Quando li riaprì, tutto era improvvisamente buio.
Delle mani morbide e delicate circondarono il suo viso.

“Indovina chi sono!” percepì una risata melodiosa riempire l'aria e un corpo snello premersi contro la sua schiena solida.

Hitoshi, però, sapeva bene a chi appartenesse quella risata.
“Dovresti avere paura di parlarmi, Midoriya” rispose apatico.
Uno sbuffo rumoroso gli solleticò il collo, prima che le mani venissero spostate, lasciando i suoi occhi abbagliati dalla luce calda del sole.
Shinso si girò lentamente, verso il volto inquietantemente pallido dell'altro.
“E perchè mai?” quelle labbra dannatamente provocanti continuarono a muoversi, scandendo, in una lenta danza, tutte le sillabe. Izuku portò le mani dietro la schiena, dondolando, come un bambino, da un piede all'altro.
“Potrei controllarti la mente.” disse teatralmente lo studente, le mani che armeggiavano con chissà cosa nelle tasche dei pantaloni, lo sguardo legato a quello dell'altro.
Il sorriso del ragazzo dalla capigliatura sbarazzina si allargò, i gelidi occhi smeraldo brillarono impercettibilmente di malizia.

Le parole delicate che pronunciò in seguito, lasciarono stupefatto Shinso.

Delle parole che non avrebbe mai più dimenticato.

 

 

Ma io mi fido di te, Hitoshi.”

 

 

 

 

(video che ho amato alla follia: https://youtu.be/msO1SMJOGQw )

 

 

* Si, lo so che nell'anime tutte le vicende si svolgono in pochi mesi, ma in questa fanfiction ho pensato di modificare un po' questo fattore:
Izuku è scomparso l'anno prima, all'inizio della terza media, quando aveva appena 14 anni. Ora la storia si svolge al primo anno delle superiori. (anche se Villain deku potrebbe sembrare mooolto più grande, ha tecnicamente 15 -massimo 16- anni...omg XD)
Finito piccolo chiarimento!

 

 

Salvveeee!! Come state?
Piaciuto il capitolo? A me sembra parecchio brutto rispetto agli altri...CIOÈ NON SUCCEDE NIENTE. NADAAA.
Uffa, mi sento in colpa, vi ho fatto aspettare così tanto!
Perdonate anche gli eventuali errori (/orrori).
Forse ho fatto Katsuki troppo OOC?? OH GOD. HHHELP.

 

Comunque vi lascio una minuscola parentesi: ricordate, pur sembrando lo stesso Izuku dolce e affettuoso con i suoi “amici” (più che “amici” è meglio parlare di “alleati”), non lo è. Non è più il ragazzo gentile e carino che ricordiamo. Deku è mooolto intelligente, fa tutto per uno scopo: per vincere contro gli eroi che tanto odia e disprezza. Parla, risponde, ride, per portare a compimento i suoi piani. È tutto solamente una facciata.

 

Detto questo (XD), fatemi sapere le vostre opinioni!

A presto <3




P.s Vi lascio una piccola fanart disegnata (si, fa un po' cagare) da me: Image and video hosting by TinyPic
   
 
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