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Autore: Mary P_Stark    11/07/2018    4 recensioni
Maine, 1833
Lucius Bradbury è a capo di una fiorente compagnia navale nelle selvagge terre del Nord degli Stati Uniti e porta avanti i suoi affari grazie all'appoggio del fidato amico, e nativo americano, Albert Greyhawk. Quando giungono a Bass Harbour gli amici di una vita, Lucius è messo di fronte a una realtà di cui, fino a quel momento, non si era reso conto; possibile che la sua amicizia con Lorainne Phillips si fosse trasformata in amore?
Possibile che, grazie a quelle lettere scambiate negli anni, la sua amicizia con lei si fosse trasformata in un legame più profondo? Ed era poi vero che tutto era nato grazie alle lettere?
Quando Lucius si trova innanzi a Lorainne dopo anni di separazione, questi e mille altri dubbi sorgono nel suo animo... e non solo in quello del nobile scozzese.
Ma Lucius potrà permettersi di abbandonarsi alla passione, ammettendo con lei ogni cosa, pur sapendo che Lorainne se ne andrà entro qualche mese? (Seguito dei primi tre capitoli della Serie Legacy)
Genere: Commedia, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo regency/Inghilterra, Secessione americana
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Serie Legacy'
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Epilogo

 

 

 

Bass Harbour – 16 giugno 1834

 

Scendere dalla nave fu piacevole per più di un motivo.

L’ultima parte del viaggio era stata costellata di tempeste e potenti marosi, perciò Lorainne non aveva potuto godere della compagnia degli altri viaggiatori come avrebbe voluto.

Inoltre, quel costante dondolio le aveva fatto venire delle nausee tremende, chiusa com’era stata in cabina assieme a Lucius.

Silver non era stata meglio di lei, e aveva passato gran parte del viaggio sdraiata nel suo lettuccio, maledicendo i viaggi per mare e le navi da crociera.

Lucius e Albert avevano potuto fare poco, per loro ma, con l’avvicinarsi delle coste americane, tutto era pian piano migliorato.

Ora, giunti finalmente al porto di Bass Harbour e pronti per raggiungere Liberty House, Lorainne salutò con piacere il colonnello Kerryngton, fermo sulla darsena in loro attesa.

Non appena fu a portata, perciò, Lorainne lo abbracciò con calore e, subito dopo, Lucius e Albert fecero lo stesso.

Silver si limitò a una stretta di mano, ma Lawrence non se la prese affatto. Conosceva bene quella donna, e sapeva che non era tipo da abbracci.

Mentre la servitù si adoprava per scaricare i bagagli dalla nave passeggeri – che presto sarebbe ripartita per proseguire verso New York – Lucius domandò all’amico: “Allora, come sono andate le cose, qui?”

“Tutto bene. Sono passato dal cantiere prima di venire qui, e Julian mi ha assicurato che non ci sono guai all’orizzonte. Tutto è andato nel migliore dei modi e, a mio parere, troverai Liberty House ancor più bella di prima.”

“E’ già finita?” esalò sorpreso Lucius.

“Alcune rifiniture sono da ultimare…” precisò Lawrence. “… ma è già pienamente utilizzabile. Inoltre, sarai lieto di sapere che Claus Collins si è rivelato essere un ottimo acquisto, anche se ti spiegherà meglio Julian.”

Lorainne sorrise al marito, apparentemente assai lieto della notizia ma, prima di poter dire qualsiasi cosa, sgranò gli occhi e, afferrato il braccio di Silver, si allontanò con lei dal gruppo.

Un po’ sorpreso, Lawrence le guardò avviarsi lungo la darsena per poi trovare un luogo abbastanza appartato dove inginocchiarsi e, sorretta da Silver, Lorainne diede di stomaco.

Sempre più sorpreso, il colonnello guardò Lucius e domandò: “Ma… e da quando Lorainne soffre il mal di mare? Avevo più o meno capito che niente potesse sconvolgerla… a parte te, ovviamente.”

“Non è mal di mare” sottolineò Lucius con un sorriso un po’ sciocco.

“Oh… di già? Ti sei dato da fare, mascalzone. Farle affrontare un viaggio per mare così lungo, col tuo erede in arrivo…” lo canzonò allegramente Lawrence, stringendogli la mano per congratularsi.

Quando, però, fu Silver a rimettere la colazione, Lawrence andò completamente nel pallone e Albert, a mo’ di spiegazione, disse: “Lorainne ha insistito perché Silver si facesse visitare da alcuni dottori inglesi, molto esperti nel genere di traumi di cui è stata vittima lei. Così, Silver ha accettato, lady Spencer le ha fatto conoscere il suo dottore ed è saltato fuori che…”

Lucius terminò per Albert, visto che l’amico era troppo emozionato per proseguire, e aggiunse: “… che Silver può concepire un figlio. Non era mai successo, dopo l’incidente, perché era come… bloccata.”

“Gli orrori che aveva vissuto” assentì torvo Lawrence. “I soldati si bloccano in battaglia… figurarsi la mente di una donna, anche se forte come Silver.”

Albert annuì a sua volta e, scrollando le spalle, dichiarò: “Quando lo ha saputo, ha pianto… ma per il sollievo e, durante il viaggio, beh…”

“Avete fatto la scoperta” terminò per loro Lawrence, sorridendo felice. “Così, i pargoli cresceranno come fratelli. Mi sembra una bella cosa.”

“Personalmente, lo trovo splendido, e anche Lorainne e Silver ne sono contente… quando non stanno male, ovviamente” sottolineò Lucius, osservando per un istante le due donne, ora di ritorno, prima di domandare: “Ora tocca a te. Sei pronto?”

“Manca meno di un mese, e già vorrei fosse domani” ammise Lawrence, sorridendo poi a Lorainne e Silver non appena si avvicinarono a loro. “Le congratulazioni sono d’obbligo, mi dicono.”

“Così pare” ammise Lory. “Se fosse possibile, ora, andrei a casa e mangerei qualcosa. Ho una fame tremenda.”

Il colonnello rise per tutta risposta e, nell’indicare al gruppo ormai nutrito le carrozze con cui era giunto, lasciò che Lucius gli presentasse i nuovi venuti prima di dirigersi alle vetture.

Procedendo poi con calma verso il promontorio, si lasciarono alle spalle Bass Harbour e risalirono la costa fino al cantiere, dove salutarono e accolsero con loro Julian.

Lì, William e Bridget poterono finalmente rivedere il figlio minore dopo tanti anni di separazione e, assieme a loro, il giovane si accodò al nutrito gruppo di ospiti per raggiungere la villa di Lucius.

Lorainne, affacciata al finestrino e già pronta ad ammirare le nuove vesti di Liberty House, sorrise eccitata non appena la vide e, dando di gomito a Randolf, esclamò: “Guarda! Quella è la villa!”

Lucius la imitò, nel vederla così felice ma, non appena si affacciò a sua volta, non poté credere ai suoi occhi.

La villa era davvero rinata dalle sue ceneri, e tutta l’ala est – distrutta dall’incendio – sembrava non essere mai stata intaccata dalle fiamme.

Il giardino era stato ulteriormente abbellito e, oltre il perimetro della casa, era stato eretto un patio enorme per le giornate assolate.

“Grazie, Julian… è splendida” mormorò Lucius, rimettendosi a sedere e ammiccando all’amico.

“Ho pensato che avreste gradito passare del tempo assieme anche all’esterno, così ho detto ai ragazzi di aggiungerlo al progetto… rientrava nelle spese previste, comunque” scrollò le spalle il giovane, lieto di aver fatto cosa gradita.

William batté una mano sulla spalla del figlio, orgoglioso della sua intraprendenza e Julian, sorridendogli, disse: “Jaqueline sarà felicissima di vedervi.”

Al suono di quel nome francese, Christofer Spencer storse appena il naso e Julian, nel notarlo, rise di gusto e celiò: “Stai tranquillo, zio. I suoi genitori odiano Napoleone almeno quanto te. Fuggirono qui in America proprio a causa sua, perciò potrete insultarlo senza ritegno anche dinanzi a loro. Forse, rimarrete sorpresi da quanto un francese possa odiarne un altro con tanto fervore.”

“Buona cosa, nipote. Davvero buona. Anche se ora, a dir la verità, vorrei conoscere il tuo figliolo” gli sorrise Christofer, curioso quanto compiaciuto.

“Jaqueline ci attende alla villa, non temere” lo mise al corrente Julian, mentre le cavalcature della carrozza venivano fatte rallentare.

Quando finalmente le vetture furono ferme, Lorainne aprì la portiera e fece scendere i predellini senza attendere il cocchiere, troppo ansiosa di mettere piede a terra per aspettare un solo attimo di più.

Randolf rise sommessamente di fronte a quell’ansia ma, quando anch’egli si ritrovò di fronte alla villa e inspirò i profumi delle piante odorose del giardino, sorrise.

Sì, era un bel posto, e sua sorella si sarebbe trovata bene lì.

Quel luogo splendido, a picco sul mare e dalla natura selvaggia, rispecchiava molto la sorellastra. Anche Lorainne era splendida e libera, e quella nuova terra le avrebbe offerto possibilità che forse, in madrepatria, non avrebbe avuto.

Nel lanciare uno sguardo a suo padre, salito su un’altra vettura ma ora disceso a sua volta per ammirare il panorama e la villa, ammiccò al suo indirizzo per richiamare la sua attenzione.

Avvicinatosi al figliastro, Anthony chiosò: “Beh, direi che ha un discreto tetto sulla testa. Tu che dici?”

“E’ intima, costruita in un luogo tranquillo quanto splendido, ed è dotata di ciò che le serve per essere autonoma” assentì Randolf, indicando l’ampia serra alle spalle dell’abitazione.

“Mi piace come l’ha pensata Lucius. Non è pomposa, ma denota buon gusto” annuì a sua volta Anthony, compiaciuto. “Inoltre, il panorama è davvero unico. Si respira il profumo del mare, ma si può anche apprezzare la bellezza dell’isola, all’orizzonte.”

Lorainne prese sotto braccio il padre, tutta contenta, e aggiunse: “E’ bello vero?”

“Davvero molto. E anche la villa sembra davvero carina” assentì Anthony, sorridendole.

“Aspetta di vederla dentro. Lucius ha davvero buon gusto” lo mise in guardia lei.

“Non avevo dubbi… ha scelto di sposarti” ammiccò il padre, facendola ridere.

Un po’ alla volta, la nutrita schiera di ospiti venne fatta entrare nella villa e, quando Jaqueline si presentò con il pargolo in braccio, e circondata dalla servitù della villa, Lorainne colse quel momento per avvicinarsi un attimo al marito e mormorare: “Direi che, ora come ora, nulla potrebbe andare meglio. Ti pare?”

Lui assentì, le sfiorò il ventre solo leggermente arrotondato e aggiunse: “Sono sicuro che, dopo questa visita, si sentiranno tutti più tranquilli.”

“Ne sono certa” annuì Lorainne, lanciando un sorriso a Silver e Albert. “Una casa splendida, un marito perfetto e i migliori amici che potessi mai sperare di trovare. Cos’altro vorrebbero di meglio, dei genitori, per la loro figlia?”

“Te lo saprò dire quando avrò tra le braccia il nostro primo figlio, però spero che tutto questo, per il momento, basti a sanare le loro ansie.”

Lorainne annuì e, quando si rese conto di dover prendere le redini della situazione, prese sottobraccio la madre e, scortando gli ospiti con la sicurezza di una vera padrona di casa, mostrò loro la villa che l’avrebbe protetta da quel momento in poi.

 

 

 

 

 

N.d.A.: E qui hanno termine le avventure dei nostri eroi, e la storia legata alle famiglie Spencer e Phillips. Spero di aver risposto ai vostri dubbi ma, nel caso, chiedete pure.

Per il momento vi saluto e vi ringrazio per il vostro appoggio e la passione con cui mi avete seguito.

Mi prenderò un po’ di tempo per terminare alcune storie che ho in cantiere, perciò non vi stupite se, per qualche mese, la mia bacheca rimarrà ferma. Ci rivedremo di sicuro (sperando che la UE non ci faccia brutti scherzi con il diritto sul copyright) e, nel frattempo, vi auguro buone ferie!

  
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