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Autore: _Lightning_    20/07/2018    6 recensioni
La Mark 46 pendeva dai suoi sostegni come la pelle di un animale ucciso, disarticolata, inerte e con l'elmo sfigurato ciondoloni sul petto in una tacita ammissione di sconfitta. Al centro della placca frontale, attraverso il reattore, spiccava la netta e slabbrata frattura orizzontale che non riusciva a fissare per più di qualche secondo senza che il dolore allo sterno si acuisse improvvisamente. Si portò davanti all'armatura, con lo sguardo proprio a livello del reattore in frantumi, costringendosi a fissare quella ferita sul suo secondo corpo di ferro.
Prese atto ancora una volta con un senso di smarrimento di quanto fosse profonda.

[post-Civil War // Introspettivo // Angst // PoV Tony // Missing Moments]
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pepper Potts, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Schegge'
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"You love this town even if it doesn't ring true
You've been all over and it's been all over you
It's a beautiful day
Don't let it get away"

[Beautiful Day – U2]


Un anno e mezzo dopo, Queens, NY

La vista su New York di notte era mozzafiato.
Doveva averlo pensato almeno un milione di volte, ma la bellezza di quella città non cessava mai di stupirlo, sin da quando da bambino poteva solo fantasticare di volare tra quelle torri di cemento, illuminate da mille luci come occhi vivi nel caos notturno. Gli venne da sorridere appena sotto il casco dell'armatura: mai avrebbe immaginato che quei sogni infantili sarebbero diventati realtà.
Virò a mezz'aria, avvitandosi attorno a un grattacielo per raggiungerne il tetto; lì entrò in stallo per qualche istante, lasciando spaziare lo sguardo sul tappeto di luci formicolanti sotto di lui. In lontananza scorgeva la Tower, ormai spenta e priva del suo consueto brillio azzurrino; il ponte di Brooklyn appariva come due festoni luminosi sospesi sopra l'Hudson, rilucente di mille riflessi nel suo pigro scorrere punteggiato da traghetti e imbarcazioni. Era da qualche mese che non tornava nella sua città natale e quella vista familiare lo rallegrò più di quanto volesse ammettere.
Atterrò sul tetto con una leggerezza sorprendente per la sua mole metallica e si guardò intorno, sorpreso dal mancato assalto di un concentrato di energia rosso e blu con troppi zuccheri nel sangue. Eppure Peter arrivava con mezz'ora d'anticipo a tutti i loro incontri e lo trovava sempre al massimo dell'iperattività, stremato dai tassativi venti minuti di ritardo firmati Stark. Il sistema di geolocalizzazione impiantato nella tuta del ragazzo lo tranquillizzò nel mostrargli sul visore un puntino in lento ma costante avvicinamento da Forest Hills e un countdown con il tempo d'arrivo stimato a cinque minuti. Probabilmente si era intrufolato nel laboratorio della scuola e aveva perso la cognizione del tempo. Avrebbe dovuto fornirgli un'attrezzatura adeguata per produrre le sue ragnatele in casa, ma non sapeva quanto ancora potesse mettere alla prova la pazienza della sua avvenente zia. Magari se si fosse presentato a casa loro e le avesse di nuovo fatto dei falsissimi complimenti per i suoi dolcetti alle noci avrebbe... come minimo rimediato un pugno in faccia. Non aveva preso troppo bene la faccenda di Spider-Man, come aveva appreso tramite una furiosa telefonata di un'ora e passa da parte sua, durante la quale aveva dovuto dar fondo a tutta la sua capacità persuasiva e alla sua migliore faccia di bronzo. Il tutto sotto lo sguardo divertito di Pepper, che si era goduta lo spettacolo di lui che macinava chilometri da un capo all'altro della villa, gesticolando e profondendosi in scuse come mai aveva fatto in vita sua – aveva il vivo sospetto che avesse girato un video della faccenda a scopo di ricatto. Subito dopo essere sopravvissuto all'ira di zia May aveva pensato di fare un bel discorsetto a Peter sulla questione "identità segreta", per poi rendersi conto che sarebbe suonato assolutamente ridicolo, pronunciato da Tony "Io Sono Iron Man" Stark.
Sbuffò appena, divertito: se dieci anni prima gli avessero detto che un giorno si sarebbe ritrovato sulla cima di un grattacielo con addosso un'armatura high-tech volante, ad aspettare un ragazzino che si arrampicava sui muri e sparava ragnatele, avrebbe chiamato all'istante il centro d'igiene mentale. Adesso quella era la sua normalità, che stava tornando ad apprezzare proprio grazie a quel ragazzo esuberante e chiacchierone che vedeva ancora il mondo dei supereroi come un qualcosa di assolutamente fantastico ed elettrizzante. Forse aveva motivazioni più serie di quelle che gli aveva esposto quando l'aveva reclutato, ma per ora non aveva intenzione di intaccare quella patina di spensieratezza in cui sentiva di voler credere. Per lui quel momento di pura e disimpegnata felicità era durato troppo poco: il tempo di un euforico volo sulla costa californiana, finito con un atterraggio npoco dignitoso sulla sua Shelby attraverso tre piani di villa e un pianoforte.
Ultimamente aveva ripreso a concedersi qualche distrazione di quel tipo. Aveva probabilmente a che fare col peso costante nel suo petto che, tra nozze da organizzare e pupilli da gestire, si era fatto a poco a poco più leggero. Quel tanto che bastava per indossare l'armatura senza esserne schiacciato e per ammirare il panorama di New York con quieta nostalgia senza sentire una morsa gelida al cuore nel posare lo sguardo su Long Island.

«Signor Stark, signore!» una voce squillante lo fece trasalire, distogliendolo con tempismo dalla piega malinconica che stavano prendendo i suoi pensieri.

Una sagoma in costume rosso e blu sbucò agilmente da dietro il cornicione del palazzo; saltò giù con una capriola sprizzando energia da tutti i pori, per poi togliersi la maschera e rivelare un sorriso smagliante incorniciato dalla solita zazzera di capelli spettinati.

«Parker, cerca di non diventare la mia nuova, più probabile causa d'infarto.» lo rimbrottò lui col suo consueto tono disincantato, uscendo dall'armatura e lasciandola sospesa dietro di lui.

Il ragazzo assunse all'istante un'espressione contrita, che non smorzava però la sua evidente allegria per quella convocazione fuori programma.

«Mi dispiace, signor Stark, davvero. La prossima volta sarò più indiscreto; cioè, mi paleserò prima... insomma, ha capito.»

Tony alzò una mano a segnalare che, , aveva capito e non c'era bisogno di aggiungere un'altra sfilza frenetica di frasi per chiarire il concetto.

«Sei insolitamente in ritardo. Cominciavo a temere che ti avesse trattenuto un nuovo Cloverfield o qualcosa del genere.» buttò lì, consapevole del flusso irrefrenabile di parole che poteva scatenare quell'osservazione.

«È che sono incappato in un po' di lavoro extra.»

«Nel Queens ci sono così tante vecchiette che devono attraversare la strada alle due di notte?»

«Era uno scippo, signor Stark!» ribatté lui, impettito e un po' offeso.

«Poi ti manderò il conto dello psichiatra per i danni da ansia causati dal ritardo di ben cinque minuti sui miei venti minuti di ritardo.» sbuffò, assumendo un tono fintamente contrariato.

«Ho anche fermato il ladro in tempo record!» protestò Peter, e Tony dovette trattenersi dal ridacchiare nel vederlo così risentito.

Era fin troppo divertente stuzzicarlo a quel modo e tenerlo sulle spine, così rimase in silenzio, osservandolo molleggiare da un piede all'altro nel tentativo di scaricare la tensione per lui sempre più incontrollabile.

«Ma perché mi ha chiamato, signor Stark?» sbottò infine, nascondendo a stento la sua curiosità venata da un massiccia dose di apprensione.

«Uh, diciamo per un "controllo".» rispose lui nel modo più vago che gli riuscì, intrecciando le mani dietro la schiena.

«Cioè? Ho sbagliato qualcosa?» la sua voce virò su una nota di panico: la ramanzina a Staten Island doveva aver lasciato un segno indelebile nella sua mente.

Tony trattenne un nuovo sogghigno, rendendosi infine conto di averlo fatto attendere oltre i limiti del ragionevole e che la messinscena comica stava assumendo i contorni di una tortura psicologica, almeno per il suo protetto.

«Che ne pensi del tuo upgrade?» si decise a chiedergli, incrociando le braccia con fare del tutto disinteressato.

Ogni negatività fu spazzata via dal volto di Peter, che s'illuminò di nuovo a giorno:

«È fantastico, signor Stark!» e saltò sul parapetto iniziando a trotterellare avanti e indietro senza riuscire a star fermo «È comodissimo e non faccio più casino con le ragnatele e Karen è utilissima; e finalmente non mi si attiva il combattimento avanzato automatico e riesco a muovermi molto meglio; però tutte quelle schermate nuove mi fanno impazzire e...»

«Nuova missione: esprimi tutto in dieci parole massimo, per amor delle mie orecchie.» lo bloccò Tony, allarmato.

Peter ammutolì e serrò le labbra nell'evidente sforzo di porre un freno alla sua parlantina.

«Il costume è fantastico, ma mi devo abituare alla parte... futuristica.» scandì poi, con evidente sforzo.

«Undici. Un netto miglioramento.» commentò Tony storcendo la bocca in una smorfia scherzosa e poggiandosi con gli avambracci sul parapetto «Le schermate psichedeliche richiedono un po' di pratica, ma puoi contare su dei riflessi molto migliori dei miei. Continua a darmi feedback ogni tanto, ho qualche progetto in cantiere per te...» notò il brillio impaziente negli occhi del ragazzo «Progetto che verrà prontamente accantonato se quel feedback supererà la quota di un solo messaggio al giorno.» aggiunse puntandogli minaccioso l'indice contro.

Peter annuì energicamente e gli rivolse un sorriso raggiante, prima di sedersi lì accanto con le gambe penzoloni sul tappeto di luci che scorreva sotto di loro, guardando in basso senza il minimo accenno di vertigine. Passò i successivi minuti a raccontargli la sua giornata con la consueta e inattaccabile allegria, che si trattasse della parte relativa alla vita da "normale" adolescente del Queens, o di quella da amichevole Spider-Man di quartiere, due binari paralleli sui quali si stava impegnando a equilibrarsi al meglio. Si cacciava ancora troppo spesso nei guai, ma il numero di volte in cui aveva dovuto ripescarlo da situazioni critiche era notevolmente diminuito, per questo si era convinto a disattivare il "Protocollo Triciclo". E Peter era visibilmente al settimo cielo, come ci aveva tenuto a fargli sapere molto spesso tramite il povero, ormai esaurito Happy.
Aveva dovuto riconoscere che quella nuova "responsabilità" formato-adolescente-irrequieto si stava rivelando più gratificante di quanto avesse prospettato. A distanza di decenni, aveva forse intuito cosa fosse quel "retaggio" di cui parlava tanto suo padre, anche se temeva di incorrere nelle stesse scelte che lo avevano divorato. Non voleva tornare a camminare sulle sue orme dopo essere riuscito a discostarsene così a lungo – magari non tanto come voleva credere. Molti dei loro errori coincidevano in impronte fin troppo profonde, ma non voleva leggere negli occhi di Peter la stessa delusione che aveva provato lui nel poter guardare solo da lontano quello che riteneva il proprio faro, sempre puntato altrove.
In fin dei conti, alcuni errori erano semplici da evitare.

«... quindi ho sventato la rapina e ho anche ottenuto uno sconto permanente al chiosco di shawarma sulla Quattordicesima.» concluse allegro Peter «Anche se, uh, quello non è importante.» si corresse con lieve imbarazzo.

«Un'altra settimana movimentata per te e una di riposo per me. La mia vita di coppia ringrazia sentitamente.» commentò lui con un mezzo sogghigno ironico, sempre impacciato a fargli dei complimenti in modo diretto.

«Posso fare anche di più!» intervenne l'altro con entusiasmo, per poi frenarsi cogliendo la sua occhiata perplessa «Cioè, se lo ritiene opportuno... ecco, non farò nulla di avventato né mi metterò ad hackerare di nuovo il costume per scoprire se ci sono altre... funzionalità.» ironizzò malamente.

«Mettiamoci una pietra sopra su quello, ok?» tagliò corto Tony in modo duro, e lo vide quasi rimpicciolire sotto il suo sguardo di rimprovero.

Non aveva dimenticato il modo in cui Peter aveva provato a ingannarlo tempo prima; all'epoca era stato davvero sul punto di trasformare il sequestro temporaneo del costume in una soluzione definitiva. La combinazione tra l'essere raggirato da qualcuno di cui si fidava e il mettere in pericolo quella stessa persona aveva minacciato di far crollare la sua allora precaria stabilità. Ci era voluta Pepper a ricordargli stavano parlando di un adolescente, non di un adulto con la piena consapevolezza delle proprie azioni, né tantomento di qualcuno che avrebbe mai voluto ferirlo di proposito. Ancora una volta, doveva ringraziare il buonsenso della sua compagna.

«Piuttosto,» riprese alleggerendo il tono «vuoi davvero fare di più? Pensavo volessi estendere ancora un po' il tuo "periodo di prova" prima di unirti allo squadrone di disadattati che mi perseguita.» insinuò a bruciapelo, fissandolo con intensità.

A quelle parole Peter prese ad agitare frenetico le mani, come a cancellare quelle parole:

«No, no, no! Non intendevo quello! Se divento un Vendicatore zia May dà di matto, e quando lei dà di matto...»

«... tu dai di matto, lo so, ma non hai risposto alla...»

«Potrei semplicemente passare dall'essere un amichevole Spider-Man di quartiere a un amichevole Spider-Man... di città?» disse lui tutto d'un fiato, terminando con una smorfia titubante.

Tony rimase stolidamente interdetto, proprio come quando Peter aveva rinunciato ad unirsi ai Vendicatori.

«Un ragnetto cittadino?» chiese conferma, scrutandolo da capo a piedi e desiderando di aver integrato un qualche sensore per smascherare le bugie nel suo costume.

«Magari anche a lei serve un po' di back-up per qualche missione.» il volto di Peter rimase di un candore disarmante «Ogni tanto.» sottolineò, ridimensionando le sue aspettative.

«Può darsi.» concesse infine Tony dopo un breve momento di riflessione, con voce ed espressione imperturbabili.

«Quindi pensa che sia una buona idea! Lo sapevo! Cioè, non lo sapevo per certo, ma... insomma, che ne pensa, esattamente?»

«Che sono sempre più contento di essermi sbagliato su di te.» si lasciò sfuggire lui in un eccesso di sincerità «Anche se non mi ero del tutto sbagliato.» rettificò subito, aggrottando le sopracciglia «Il potenziale c'era, ma era latente e dovevi trovare qualcuno in grado di sfruttarlo per qualcosa di più... impegnativo. E c'è ancora molto da migliorare, ma sei sulla strada giusta più di quanto non lo fossi io quando ero al tuo posto. Certo, io non avevo quindici anni, ma vedila in senso lato...» s'ingarbugliò e rinunciò a trovare l'ennesima metafora poco appropriata «Insomma, finora hai fatto un buon lavoro.» concluse gesticolando, con un sorrisetto sardonico che non riuscì del tutto a camuffare lo sguardo animato da una punta d'orgoglio che gli aveva rivolto.

Notò che il ragazzo lo fissava a occhi sgranati, stupefatto da quell'esternazione del tutto insolita da parte sua, ma prima che potesse inventarsi qualche battuta sagace per stemperare quell'atmosfera che stava virando in territori imbarazzanti, Peter lo anticipò con entusiasmo:

«Grazie, signor Stark. Non la deluderò.»

Stavolta Tony sorrise apertamente: forse, per una volta, anche lui aveva fatto un buon lavoro.




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Note Dell'Autrice:

Bonsoir!
Riesco ad essere in ritardo anche quando sono sicura di poter arrivare puntuale: devo avere un dono.
Scherzi a parte, vi presento il capitolo che ha dato origine all'intera raccolta. Immaginate i vari nuclei narrativi degli altri brani concentrati in un'unica one-shot... di 20 e passa pagine da incompleta. Ecco, credo che sia chiaro perché abbia deciso di dividerla e sviluppare ogni tema separatamente :'D
Come ho già detto in qualche risposta alle recensioni, sono fermamente convinta che Peter abbia avuto un ruolo di notevole rilievo nel recupero psicologico di Tony, in quanto rappresenta in un certo senso una responsabilità tutta sua e quindi un motivo per rimanere ben presente a se stesso. A parer mio ha comunque fatto un errore nel reclutarlo nell'ambito di Civil War, cosa di cui credo si renda poi conto, ad aggiungere ai suoi sensi di colpa (che tanto son pochi, no?)

Ringrazio tantissimo _Atlas_, shilyss e T612 per aver recensito lo scorso capitolo e un grazie gigante a leila91 per averli recensiti tutti in un colpo solo, regalandomi una bellissima sorpresa <3 E grazie anche a tutti coloro che seguono, leggono e/o hanno aggiunto la storia tra le preferite :)
Alla prossima, come sempre mercoledì/giovedì,

-Light-

P.S. Ho abusato degli U2 per questi ultimi capitoli, ma che ci posso fare se calzano a pennello?

 
   
 
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